Sociologia dei processi culturali

Corso di
Sociologia dei processi culturali
a.a. 2014-2015 - prof. Marco BRUNO
Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale
Corso di laurea in Comunicazione, tecnologie e culture digitali
Corso di
Sociologia dei processi culturali
a.a. 2014-2015
prof. Marco BRUNO
I semestre: dal 22 settembre al 10 dicembre 2014, aula Sani 4
Lunedì
ore 16-18
Mercoledì
ore 15-17
prof. Marco BRUNO
ricevimento:
giovedì ore 11.30-13 (controllare sempre news in bacheca elettronica)
Stanza T040, piano terra Via Salaria 113 – tel. 06.49918362
[email protected]
Tutte le informazioni sul corso sono in bacheca elettronica
(http://www.coris.uniroma1.it/Corso.asp?IdCorso=5458&IdCattedra=4589&IdLaurea=1020)
1.  La cultura e l’analisi sociologica della cultura
2.  Cultura, comunicazione e modernità
3.  Comunicazione, informazione e costruzione della
realtà: il framing
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1.  La cultura e l’analisi sociologica della cultura
2.  Cultura, comunicazione e modernità
3.  Comunicazione, informazione e costruzione della
realtà: il framing
• I significati culturali e la produzione sociale della
cultura
• Produzione, ri-produzione, distribuzione e ricezione
della cultura; sottoculture e pratiche culturali
• La modernità e i suoi dispositivi culturali,
comunicazione e culture interconnesse
• Il framing e i processi di costruzione sociale e
culturale della realtà • Cultura e problemi sociali
• Culture, identità e processi interculturali
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Perché ci interessa la cultura
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Perché noi siamo esseri culturali
Oltre la dicotomia natura/cultura
Cultura ed esperienza quotidiana
Cultura e significati
Oltre le concezioni elitiste di cultura
Le culture (al plurale), il “culturale” (aggettivo, come
dimensione dell’esistenza umana)
•  Cultura e comunicazione
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Cultura e comunicazione. Ambiti di indagine
•  Studi sul potere di socializzazione delle agenzie mediali o sulle potenzialità educative e di
rimediazione della comunicazione (media education);
•  analisi sui testi della comunicazione come punto di intersezione tra gli apparati culturali e i
pubblici (frequentazione e fruizione delle istituzioni culturali, mostre, musei, lettura, etc.);
•  studi e ricerche sulle molteplici declinazioni della comunicazione (pubblica, d’impresa,
sociale, ambientale, politica, etc.);
•  ricerche e analisi sul tempo, sul tempo libero e sul loisir, sugli spazi della creatività, sulle reti
di azione associativa e volontaria;
•  ricerche sulle culture e sull’espressività giovanile, compreso l’uso delle tecnologie a fini di
svago (es. video game), o linguaggi a volte trascurati dalla ricerca come la musica;
•  studi su mode, stili di vita, sottoculture (musica, lifestyle, etc.);
•  ricerche sulle dimensioni culturali delle pratiche giovanili (o generazionali), dimensione
interculturale o “etnica”;
•  studi sui cosiddetti consumi culturali, intesi come comportamenti di scelta (es. la “varietà”
delle diete comunicative);
•  riflessione sui processi comunicativi e sulle relazioni attivate nella rete, con importanti
aperture sulla relazione scrittura-oralità secondaria e sulle rappresentazioni sociali nell’età
del digitale;
•  ricerche sulle culture digitali (community, relazioni sociali nei SNS, creatività digitale, etc.).
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La comunicazione come processo
culturale
•  Tra gli assiomi della comunicazione: “non si può non
comunicare” (Watzlawick).
•  Cultura è significato, quindi la comunicazione come
circolazione di significati è un processo culturale.
•  I media partecipano alla creazione e costruzione sociale
della realtà.
•  Paradigma della cultura mediale (Crane) e media logic
(Altheide, Snow): l’apparente standardizzazione
produce pluralità e complessità
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Sociologia e cultura, un ritorno di
interesse
•  Fino agli anni ottanta, al centro degli interessi dei
sociologi vi erano le conseguenze materiali e le
spiegazioni strutturali dei fenomeni sociali.
•  Fattori come la classe sociale, il reddito, gli aspetti
demografici, il lavoro erano al centro; la cultura e le
spiegazioni culturali erano marginali.
•  Influenza reciproca tra struttura sociale e cultura
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Sociologia della cultura
•  Branca della sociologia che osserva i fenomeni
culturali (comprese storie, credenze, media, opere
d’arte, pratiche religiose, mode, rituali, sapere
specialistico, senso comune, etc.) da una
prospettiva sociologica.
•  Attenzione alle relazioni sociali (tra individui,
organizzazioni, istituzioni), agli attori, ai contesti.
•  Prospettiva aperta, inclusiva, transdisciplinare.
•  Prospettiva globale e transnazionale.
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Problema della definizione di cultura
•  Cultura: il problema della
definizione
–  1952: Clyde Kluckhohn e
Alfred Kroeber individuano
circa 160 significati
Clyde Kluckhohn, A. L. Kroeber,
Alfred G. Meyer, 1952, Culture: a
critical review of concepts and
definition, Vintage Books, New York
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
1. “Quanto di meglio è stato pensato e conosciuto”
•  Cultura “alta”. Arti, letteratura. Elevazione dello status morale.
•  Cultura e civiltà. Cultura come agente umanizzante che mitiga
le conseguenze più distruttive della modernizzazione.
•  Concezione ottocentesca e problema dell’etnocentrismo.
•  Arnold (1869), teoria universale del valore culturale.
•  Cultura come studio della perfezione: “dolcezza e luce”.
•  Arnold: la bellezza e la saggezza prodotte dalla cultura
derivano dalla a) consapevolezza e dalla sensibilità nei
confronti di ciò che di “meglio è stato pensato e conosciuto
(nell’arte, nella letteratura, nella storia, nella filosofia) e da b)
“una ragione giusta”.
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Intermezzo. “Dolcezza e luce”
•  Jonathan Swift. Parabola sui ragni e le api
Tutti pensano che i ragni siano molto industriosi, ma
di fatto essi lavorano solo per se stessi e per
soddisfare il proprio bisogno di nutrirsi. “Tutto quel
fare tele serve solo a catturare le loro cene”. Invece le
api sono più ammirevoli perché producono non
egoisticamente benefici per altri: il miele e la cera
usata per fare le candele, dolcezza e luce.
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
1. “Quanto di meglio è stato pensato e conosciuto”
•  La cultura è diversa dalla scienza. Weber (“La scienza come
professione”). Ricerca del senso: limite della scienza, la scienza
non può dare significati alle nostre vite.
•  Questi significati risiedono nelle idee, nella filosofia, nelle
religioni.
•  Esempio religione: la scienza ne studia le pratiche, le basi
dottrinarie, le istituzioni, le basi sociali, etc. La religione come
idea o come fede non è materia di studio scientifico ma di
adesione o meno.
•  Approccio delle discipline umanistiche
–  Sacralità e separatezza. Necessità di preservarla
–  Cultura, coltivazione, perfezione. È possibile gerarchizzarle
–  Il problema dell’etnocentrismo
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Intermezzo. L’etnocentrismo
Studio etnografico sugli Inacirema (testo tratto da Miner 1956, pp. 503-504)
All’intero sistema sembra essere sottintesa la credenza di fondo che il corpo
umano è brutto e tende naturalmente alla debolezza e alla malattia. Imprigionato
nel corpo, l'uomo ha soltanto la speranza di prevenire tali tendenze ricorrendo
alla potente influenza dei riti e delle cerimonie. Ogni famiglia dispone di uno o
più sacrari destinati a questo scopo. Il punto focale del sacrario è una cassa o
tabernacolo inserito nel muro. Nel tabernacolo sono conservati molti filtri e
pozioni magiche, senza i quali gli indigeni credono di non poter vivere. Questi
preparati sono forniti da una serie di soggetti specializzati. I più potenti tra loro
sono gli stregoni, le cui prestazioni devono essere ripagate con doni di valore. Gli
stregoni, però, non preparano in prima persona le pozioni curative destinate ai
clienti, ma decidono gli ingredienti da usare e li mettono per iscritto in una lingua
antica e segreta. Così la prescrizione risulta comprensibile soltanto agli stregoni e
agli erboristi che, in cambio di altri doni, preparano la pozione richiesta. Gli
Inacirema provano un orrore e un’attrazione quasi patologici per la bocca, le cui
condizioni avrebbero un’influenza soprannaturale su tutti i rapporti sociali.
segue
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Intermezzo. L’etnocentrismo
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Gli indigeni credono che, se non fosse per i rituali riservati alla bocca, i denti
cadrebbero, le gengive sanguinerebbero, le mandibole finirebbero per
rattrappirsi
ed essi verrebbero abbandonati dai propri amici e respinti dai propri amanti.
Essi credono anche che esista uno stretto rapporto tra caratteristiche orali ed
etiche. Esiste ad esempio un’abluzione rituale della bocca prevista per i
bambini che ha lo scopo di rafforzare la loro fibra morale.
Tra i rituali fisici quotidiani che tutti eseguono ce n'è uno riservato alla bocca.
Sebbene questo popolo sia così puntiglioso nella cura della bocca, il rito
comporta una pratica che appare rivoltante allo straniero non iniziato. Mi è
stato riferito che il rituale in questione consiste nell'introdurre in bocca un
piccolo ciuffo di setole di maiale con l’aggiunta di certe polveri magiche e poi
nell’agitarlo seguendo una serie altamente formalizzata di gesti. (Miner 1956, pp. 503-504)
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Intermezzo. L’etnocentrismo
“Etnocentrismo è il termine tecnico che designa una concezione per la
quale il proprio gruppo è considerato il centro di ogni cosa, e tutti gli
altri sono classificati e valutati in rapporto a esso” (W.G. Sumner, 1906;
tr. it., p. 17).
Valutazione e analisi delle culture “Altre” a partire da criteri derivanti
dalla propria cultura.
Effetto implicitamente gerarchizzante.
Relativismo culturale contro le diverse forme di neo-razzismo o
razzismo differenzialista.
Relativismo culturale non è relativismo etico.
Non significa impedire un’analisi della diversità, ma implica
un’analisi delle conseguenze sociali della diversità.
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
2. “Quell’insieme complesso”
•  Herder: contro l’etnocentrismo della cultura europea della fine
del diciottesimo secolo. Dalla cultura alle culture
•  Tylor (“Alle origini della cultura”, 1871), antropologo inglese.
Fine della dicotomia cultura/civiltà:
“quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la
morale, il diritto, il costume e ogni altra competenza e abitudine
acquisita dall’uomo in quanto membro della società”.
•  Peter Berger (1969), la cultura come “la totalità dei prodotti
dell’uomo” sia materiali che immateriali.
•  Definizione anche troppo ampia. Cultura implicita e esplicita
Forme espressive esplicite e fondamenti impliciti dell’azione
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
2. “Quell’insieme complesso”
•  Funzionalismo. Congruenza tra struttura sociale e cultura;
identifica la cultura con i valori che orientano i livelli sociali,
politici ed economici di un sistema sociale.
•  Equilibrio, armonia, forte congruenza. Merton, analisi della
devianza: scarto tra valori e mezzi.
•  Anche il marxismo, forte congruenza (tra struttura e
sovrastruttura).
•  Berger, Luckmann, 1969 “La costruzione
sociale della realtà”
processo di
esteriorizzazione – oggettivazione - interiorizzazione
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
2. “Quell’insieme complesso”
•  Clifford Geertz (“Interpretazione di
culture”, 1973, 113):
“un modello di significati trasmesso
storicamente, significati incarnati in
simboli, un sistema di concezioni
ereditate espresse in forme simboliche
per mezzo di cui gli uomini
comunicano, perpetuano e sviluppano
la loro conoscenza e i loro atteggiamenti
verso la vita”.
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Definizioni. Due modi di vedere la cultura
2. “Quell’insieme complesso”
•  Definizione di Geertz
“un modello di significati trasmesso storicamente, significati incarnati in simboli, un sistema di
concezioni ereditate espresse in forme simboliche per mezzo di cui gli uomini comunicano, perpetuano e
sviluppano la loro conoscenza e i loro atteggiamenti verso la vita”.
•  Enfasi sui significati
•  Propende per il relativismo, evita valutazioni.
La valutazione può farsi in riferimento all’impatto delle culture
sull’ordine sociale ma non del fenomeno culturale in sé.
•  Enfatizza la persistenza, la durata e la stabilità
ma consente spazio al mutamento
•  Assume che la cultura può essere studiata
empiricamente
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