VI Congresso ISSFAL (INTERNACIONAL SOCIETY FOR THE STUDY OF FATTY ACIDS AND LIPIDS): “IL ruolo dei lipidi nelle funzioni cellulari e nei processi organici e patologici” Brighton, (Regno Unito), 27 giugno – 1 luglio 2004 • VI CONGRESSO ISSFAL (INTERNATIONAL SOCIETY FOR THE STUDY OF FATTY ACIDS AND LIPIDS): Il ruolo dei lipidi nelle funzioni cellulari e nei processi organici e patologici , Brighton, Regno Unito, 27 giugno -1 luglio 2004 Vista l'importanza e la proiezione internazionale di questo congresso, che ha attratto un numero rilevante di oratori e partecipanti interessati al settore dei grassi, il COI ha deciso di patrocinare una sessione dedicata esclusivamente all'olio d'oliva e alla dieta mediterranea. Il COI è stato rappresentato dalla dott.ssa M. Fernández Albaladejo. Dato il gran numero di interventi previsti, le sessioni del congresso si sono tenute simultaneamente in più sale. Le relazioni introduttive sono state presentate nella sala principale, in presenza di tutti i partecipanti; alle altre relazioni sono state dedicate sessioni parallele, con un pubblico meno numeroso. La prima relazione introduttiva è stata presentata dal dottor Hibbeln, del NIAAA/NIA di Rocksville (Stati Uniti), che ha esposto gli effetti degli acidi grassi alimentari sulla salute mentale. Il professor J. Ordovás, della Tufts University (Boston) si è soffermato sull'interazione geni/acidi grassi alimentari e sul suo ruolo rispetto al rischio di malattie cardiovascolari, indicando che a partire dalla genetica e conoscendo la predisposizione è possibile personalizzare la terapia (farmaci/indicazioni nutrizionali). Nel pomeriggio del 30 giugno ha avuto luogo la sessione specifica sull'olio d'oliva che abbiamo citato. Ai lavori ha partecipato un gruppo di autorevoli esperti internazionali. La sessione è stata presieduta dal professor C. Galli e dalla dottoressa. C. Williams. In apertura di sessione, il professor Galli ha ricordato che non si può parlare di dieta mediterranea senza fare riferimento all'olio di oliva, il cui ruolo fondamentale in questo tipo di alimentazione è incontestabile. Ha inoltre illustrato il ruolo svolto dai componenti minori dell'olio di oliva, dal grande potere antiossidante, che quando provengono dall'olio di oliva vengono assorbiti in quantità maggiore. La professoressa Trichopoulou, dell'Università di Atene, ha illustrato le caratteristiche della dieta mediterranea tradizionale e i suoi effetti di prevenzione nei confronti di molte malattie, e in particolare del cancro. Ha illustrato i risultati dello studio prospettivo e multicentro EPIC (22 centri in 10 paesi comunitari), che ha permesso di constatare una minore incidenza di tumori della prostata, della mammella, dell'endometrio, del pancreas, del colon, etc. presso le popolazioni mediterranee, il cui consumo di prodotti ortofrutticoli, cereali e olio d'oliva è molto elevato. Il dottor M.A. Martínez-González (Università della Navarra) ha presentato i risultati dello studio SUN, grazie al quale è stato constatato che il quoziente MUFA/SFA (acidi grassi monoinsaturi/acidi grassi saturi) risulta inversamente associato al decesso per malattie cardiovascolari. Si è poi soffermato su una panoramica degli studi esistenti al riguardo e sulle attuali esigenze di ricerca, presentando infine i risultati dello studio PREDIMED, condotto in Spagna su 11 000 persone in 11 centri per osservare, durante tre anni, gli effetti della dieta mediterranea sulla prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. Pur se molto preliminari, i risultati dello studio dimostrano che questo tipo di alimentazione ha effetti positivi su diversi fattori di rischio cardiovascolare. Il professor F. Visioli (Università di Milano) ha spiegato il ruolo degli antiossidanti, e in particolare dell'olio di oliva, nella dieta mediterranea, sottolineando gli elementi comuni e la differenze presenti tra le diverse diete mediterranee. Dopo alcune osservazioni sugli effetti positivi del licopene, presente nel pomodoro, e della vitamina C, presente nelle arance sanguinelle, ha ricordato la ricchezza di antiossidanti dell' olio d'oliva extra vergine, il cui contenuto di polifenoli è di 50-80 mg/kg. Ha inoltre illustrato i molteplici effetti antiossidanti dell'olio di oliva nei processi di prevenzione dello stress ossidativo, di invecchiamento e della carcinogenesi, mettendo in evidenza i fattori che intervengono nei processi infiammatori, e l'effetto di protezione nei confronti dei radicali liberi. Al termine del suo intervento ha indicato che è più raccomandabile consumare una combinazione di tutti gli alimenti piuttosto che ricorrere a supplementi o componenti singoli. Klaus Wahle, dell'Università Robert Gordon di Aberdeen, ha parlato degli effetti dell'olio di oliva nella modulazione di marcatori cellulari in relazione alla prevenzione di diverse malattie, presentando a questo riguardo i risultati di uno studio realizzato in collaborazione con le università di Milano e Granada. I partecipanti hanno in seguito avuto l'occasione di visitare gli stand allestiti dagli espositori (circa una ventina) e di prendere visione dei poster. Il congresso si è concluso il mattino successivo. Anche se gli acidi grassi, e in particolare l'effetto positivo degli acidi grassi monoinsaturi (prevalenti nell'olio d'oliva) erano al centro della manifestazione, senza la presenza e il contributo finanziario del COI il congresso non avrebbe affrontato affatto l'argomento "olio d'oliva". -----------------