6. La crisi religiosa del Cinquecento

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La crisi religiosa
del
Cinquecento
La crisi religiosa del Cinquecento
1/2
Tra XIV e XV secolo il sistema di poteri politici,
economico-sociali e culturali, identificato nella
Chiesa di Roma mostra gravi sintomi di crisi.
► Crisi politica
Chiesa sempre più chiusa nella difesa del
proprio dominio temporale
 prevalenza dello Stato della Chiesa sulla
dimensione religiosa e sull’ecumenismo
• L’interlocutore laico del papa non è più solo
l’imperatore ma i principi, le città-stato

regionalizzazione dei rapporti politici:
diminuisce la carica universalistica e scade il
prestigio dei Pontefici
La crisi religiosa del Cinquecento
2/2
► Crisi economico-sociale
la Chiesa rimane, soprattutto in Italia, il più
grande proprietario terriero
permane un legame profondo tra la Chiesa e le
aristocrazie europee
ma i nuovi sovrani contrastano il drenaggio di
risorse verso Roma
► Crisi culturale
Messa in discussione dell’egemonia culturale
della Chiesa nella respublica christiana
La sfera laica e quella religiosa continuano ad
essere compenetrate, ma emergono contrasti
tra l’armatura culturale del passato e i nuovi
interessi individuali e collettivi.
Esigenza di una riforma religiosa
► L’esigenza di una riforma religiosa era
avvertita fin dall’XI secolo
In particolare, nei secoli successivi si era
delineato un forte richiamo ad un cristianesimo
primitivo contro la mondanità ed il potere
ecclesiastico, la rilassatezza dei costumi, la
confusione tra sacro e profano, l’esteriorità
religiosa, l’eccessivo superstizioso ricorso ai
santi.
Erasmo da Rotterdam è il maggiore esponente
dell’umanesimo cristiano ed è in contatto con i
fratelli della Devotio moderna.
- Canonico agostiniano, filologo classico e profondo
conoscitore della Bibbia, viaggia a lungo in Europa
studiando a Parigi, Oxford, Lovanio, Torino, Bologna
e Roma
- La polemica contro la cultura teologica medievale
trova spazio nell’Elogio della pazzia (1511), apologo
satirico contro la teologia scolastica, le superstizioni
del clero,i comportamenti falsamente cristiani delle
autorità
→ per riproporre l’essenza autentica del cristianesimo
e della filosofia di Cristo (intesa come prassi della
carità e dell’amore, ricerca della concordia e del
dialogo fondata sui valori della civiltà umanistica).
La religiosità di Lutero 1/3
La storia dei primi anni della riforma coincide con la
biografia di
Martin Lutero (nato nel 1483 e morto
nel 1546)
■ L. Febvre (1927) invitava a valutare la vicenda
interiore e la tormentata evoluzione della religiosità
di Lutero
■ La storiografia più recente pone attenzione a:
la vita e la formazione del teologo
la ricostruzione dei contesti in cui evolve e matura la
dottrina luterana
il confronto tra Lutero ed Erasmo
il rapporto tra Lutero e il mondo germanico
►In preda a scrupoli religiosi e per ottemperare ad un
voto fatto per ringraziare di essersi salvato da un
fulmine, nel 1505 entra nel convento dei frati
Agostiniani di Erfurt.
Dotato di una sensibilità esasperata, oscilla tra paura e
speranza
si mostra lontano dalla
cultura rinascimentale.
La religiosità di Lutero 2/3
► Vie indicate dalla Chiesa per la salvezza:
1. Monastero
→ Non dona serenità a Lutero: ha paura del giudizio di
fronte alla grandezza di Dio.
Lutero si impone rigori insostenibili rovinandosi la
salute.
2. Sacramenti e confessione: contrizione,
confessione, soddisfazione.
A giudizio di Lutero la soddisfazione è impossibile per
la miseria dell’uomo.
L’uomo spesso non si riconosce peccatore → come si
può essere certi di una vera contrizione?
3. Misticismo: l’uomo si abbandona a Dio
La concezione di Dio propria di Lutero rende
impraticabile questa via.
Compie un viaggio a Roma dove entra in contatto con
lo sfarzo e la corruzione della corte pontificia
Il confessore lo esorta ad impegnarsi
nell’insegnamento
1513-15 si dedica alle lezioni di
teologia
La religiosità di Lutero 3/3
► Lutero realizza la sua personale ricerca
sull’essenza della fede con:
un coinvolgimento totale dell’esistenza
stretto contatto con la Bibbia
■ Il problema centrale è la giustizia di Dio reso
drammatico dalla distanza incolmabile che
separa la perfezione divina dalla condizione
umana macchiata dall’ineliminabile peccato
originale
 Da questa constatazione scaturiscono due
conseguenze:
→ assoluta dipendenza dell’uomo da Dio
→ inutilità delle opere dell’uomo
La questione delle indulgenze 1/2
► Alberto di Brandeburgo (Hohenzollern), già
titolare di 2 diocesi, per divenire arcivescovo di
Magonza paga la dispensa papale con un
prestito dei Fugger.
Per l’estinzione del debito il papa concede di
proclamare nei suoi territori un’indulgenza e lo
nomina nel 1515 Commissario delle indulgenze
in tutti i territori dell’Impero: incassa 30.000
ducati per pagare il suo debito:
 le indulgenze consentivano di rimettere i
peccati attraverso il versamento di denaro
«Le indulgenze si erano trasformate in
oggetto di scambio per
un colossale commercio» (Lortz-Iserloh)
La questione delle indulgenze 2/2
► Lutero il 31. 10. 1517 affigge le 95 tesi a
Wittemberg
→ avvio del movimento riformatore
protestante
1) si appella al sentimento nazionale tedesco offeso
dallo sfruttamento papale
2) nega la giurisdizione del papa sul purgatorio
3) nota che le indulgenze favoriscono uno stato
d’animo falso inducendo l’uomo alla rilassatezza.
- Non si scandalizzava per il “commercio delle
indulgenze”, ma per la dottrina che prevedeva la
possibilità per gli uomini “santi” di accumulare
“meriti”.
- Non aveva ancora tratto le estreme conseguenze del
suo sistema teologico, era convinto che le critiche
restassero nell’ambito della Chiesa.
- Non si proponeva un’azione rivoluzionaria. Intendeva
dare voce all’insoddisfazione del popolo tedesco.
La dottrina di Lutero
Tra il 1517 e il 1518 le tesi sono stampate in molte città
europee → enorme risonanza
 Gli scritti del 1520 dimostrano che la Riforma non fu
protesta contro l’immoralità della Chiesa di Roma,
ma contro il cattolicesimo.
In tre opere sono contenuti i cardini della dottrina
luterana:
►
Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca sulla riforma della
società cristiana
Lutero contesta:
La pretesa superiorità del papa sul potere civile
Il magistero della Chiesa nell’interpretazione delle scritture
La superiorità del papa sui concili
►
-
La cattività babilonese della chiesa
Tratta dei sacramenti che riduce a due:
Battesimo che dona la grazia attraverso la fede
Eucaristia, memoria del sacrificio della croce ma senza
transustanziazione
Proclama il sacerdozio universale.
►
-
La libertà del cristiano
L’uomo è destinato alla perdizione: solo la fede può salvarlo
giustificazione per sola fede
Svalutazione delle opere ai fini della salvezza: «Le opere buone
non fanno l’uomo buono, ma l’uomo buono fa opere buone».
Le opere sono necessarie per la disciplina, non per garantirsi
la salvezza.
Il cristiano deve restare fedele alle autorità, deve restare
sottomesso, obbedire alle leggi.
La reazione della Chiesa di Roma
1517 – Alberto di Magonza accusa Lutero di eresia
1519 – a Roma viene istruito il processo contro Lutero
- Il Papa Leone X, dopo aver fatto esaminare le 95 tesi, chiede
a Lutero di rinnegarle, imponendogli di recarsi a Roma per
domandare perdono. Federico il Saggio, Elettore di Sassonia,
difende Lutero.
1519 – Elezione di Carlo V imperatore
1520 – Bolla Exsurge Domine contro Lutero che brucia
la bolla.
1521 – Lutero è dichiarato eretico
1521 – Federico ottiene per Lutero un’udienza alla
Dieta di Worms convocata per conferire con Carlo
neoeletto imperatore.
- La Chiesa lo scomunica (1521)
- Federico di Sassonia inscena un falso rapimento e fa
condurre Lutero in salvo nel Castello di Wartburg (10
mesi) dove inizia la traduzione della Bibbia in
tedesco: contributo determinante alla formazione
dell’unità linguistica del popolo tedesco. Ampia
diffusione del testo grazie all’utilizzo della stampa.
Erasmo e Lutero 1/2
► I percorsi di Erasmo e di Lutero si incrociano e sono
caratterizzati da tratti comuni:
- Erasmo vuole evitare che la reazione cattolica
combatta anche i movimenti moderati: lo
raccomanda a Federico di Sassonia e scrive al papa
ritenendo la scomunica una misura affrettata.
Erasmo gode di grande prestigio e Lutero si
considera, come tanti, suo allievo, ma invita il
maestro a tener più in conto il peccato originale.
► Il problema della salvezza non induce angoscia:
l’essenziale è agire rettamente ed è importante
la serietà della vita
La «bona conscientia» assicura la tranquillità di
fronte alla morte dopo una vita virtuosa.
• Il programma dell’umanesimo erasmiano prevede
una riforma pacifica del cristianesimo, ma tutta
all’interno delle istituzioni ecclesiastiche:
a) lotta al potere temporale della chiesa
b) contrapposizione all’esteriorità del culto in favore di
una religione interiore
c) denuncia della scolastica e del dogmatismo
 Scelta di tolleranza verso eretici,
turchi, pagani
Erasmo e Lutero 2/2
► Due risposte alternative alla crisi religiosa del
Cinquecento
Sett. 1524 – Erasmo pubblica il De libero arbitrio
→ esaltazione della
religione naturale
a) unità e pacificazione tra i cristiani attraverso la
tolleranza
b) dubbio sistematico come metodo intellettuale
c) primato della volontà dell’uomo di fare il bene ed
evitare il male
→ Erasmo valorizza l’impegno terreno, il compito
temporale dell’uomo
 Cala il prestigio di Erasmo presso i
riformatori
►1525 ・ Lutero risponde con il De servo arbitrio
→ esaltazione della
religione soprannaturale
assoluta certezza delle Sacre Scritture
salvezza attraverso la sola fede
assoluta impotenza della volontà umana
totale divergenza tra fede e ragione
Riforma e tensioni socio-politiche nel
mondo tedesco 1/2
► 1522-23: rivolta dei cavalieri
L’aspettativa della reformatio si coniuga con le
aspirazioni dei ceti a modificare i rapporti esistenti in
un contesto di forte conflittualità caratterizzato dal
rafforzamento dei principati territoriali.
■
Esaltato dalle nuove idee di Lutero, un piccolo
esercito di cavalieri (esponenti della nobiltà minore),
guidato da Franz von Sickingen e Ulrich von Hutten,
attacca le terre del principe-vescovo di Treviri,
affermando la fine della proprietà ecclesiastica e la
propria autonomia dai signori, ma viene subito
schiacciato dalle truppe dei principi protestanti e
cattolici.
La rivolta dei cavalieri consente ai principi di
rafforzare il loro potere sul territorio.
Riforma e tensioni socio-politiche nel
mondo tedesco 2/2
► 1524-25: guerra dei contadini
■ In tutta la Germania si manifestano focolai di
rivolta contadina. I contadini, guidati da predicatori
radicali, usano le idee della Riforma per far valere i
loro diritti.
-
Alle origini della protesta è la situazione sociale nelle
campagne tedesche
- la moderna storiografia preferisce parlare di
rivoluzione dell’uomo comune che ha come obiettivi:
1. abbattere la struttura per ceti
2. formare una federazione di leghe su base
corporativa e ispirate al Vangelo
3. sottrarre prerogative politiche alla nobiltà
4. espropriare i grandi proprietari ecclesiastici
Il programma dei rivoltosi è nei Dodici articoli di
Memmingen
►
Lutero si schiera contro i contadini ed esorta i
principi ad intervenire per schiacciare la rivolta.
-
Dopo una guerra breve, ma durissima e
sanguinosa, nel maggio 1525 i ribelli sono sconfitti a
Frankenhausen dall’armata dei principi guidata dal
luterano Filippo d’Assia.
La riforma in Svizzera
Diffusione e radicamento della riforma sono
strettamente legati alla struttura politica delle
aree in cui si sviluppa il protestantesimo
La riforma delle comunità attecchisce soprattutto
nella Confederazione Svizzera
Zurigo 1525 con Zwingli (1484-1531)
Berna 1528
Basilea 1536 con Johannes Oekolampad
(Ecolampadio, 1482-1531)
Ginevra 1536-41 con Guillaume Farel e Giovanni
Calvino
San Gallo 1538
Strasburgo 1538 con Martin Butzer (Bucero,
1491-1551)
La riforma a Zurigo
► Huldrych Zwingli aderisce alla Riforma che
diffonde a Zurigo a partire dal 1518.
Nel 1525 il Consiglio municipale dichiara realizzata la
Riforma della chiesa cristiana.
Promotore della Riforma non è un singolo, ma la
comunità attraverso l’amministrazione cittadina
forte compenetrazione tra
religione e politica
Obiettivi di Zwingli sono:
La riforma della comunità ecclesiastica
La vita collettiva e la sua organizzazione
► Fondamenti della dottrina di Zwingli (differenze con
quella luterana)
- Il Battesimo dimostra che il bambino appartiene a
una Comunità
- L’Eucaristia è una commemorazione in assenza
(Cristo è presente in spirito; non c’è
consustanziazione: presenza reale di Cristo)
- La Santa Cena si celebra tre o quattro volte l’anno;
non è più il centro del rito cristiano
 Zwingli muore nel 1531 nella battaglia di Kappel
contro i cantoni cattolici appoggiati dall’Imperatore
La riforma a Ginevra
1/6
■ Governata da un principe vescovo infeudato ai duchi
di Savoia, la città di Ginevra si rende indipendente
nel 1535, dopo aver aderito alla Riforma sul modello
di Zurigo.
► GIOVANNI CALVINO (1509-1564) –
nasce a
Noyon
- Borghese, figlio di un uomo d’affari, intellettuale
umanista formato alla Sorbona e laureatosi in diritto
a Orléans e a Bourges, aderisce alla Riforma nel
1533.
- Lasciata la Francia nel 1534, si rifugia prima a
Strasburgo e poi a Basilea, da dove parte nel 1536
per un viaggio in Italia.
La riforma a Ginevra
■ A Basilea avviene una svolta
2/6
 Calvino scopre:
1) L’importanza della chiesa visibile organizzata
2) La necessità di una disciplina ecclesiastica
3) L’avversione per le iniziative dello Stato in questo
campo
4) I vantaggi del Concistoro (assemblea di laici ed
ecclesiastici)
- Sulla via del ritorno, nell’agosto 1536, Calvino si
ferma a Ginevra, appena resasi indipendente, dove la
Riforma si sta affermando per iniziativa del governo
cittadino.
- Nominato pastore della chiesa riformata di Ginevra e
lettore della Bibbia, Calvino propone un modello
ecclesiale molto rigoroso rifiutato dal Consiglio
cittadino.
- Nel 1541 viene richiamato formalmente dal Consiglio
cittadino e accetta di tornare solo se sono accolti il
catechismo e la disciplina.
- Vi rimane per oltre vent’anni esercitando un ruolo
incontrastato di guida spirituale.
La riforma a Ginevra
3/6
► La chiesa di Calvino è organizzata sulla base
delle
ORDONNANCES ECCLESIASTIQUES che, con
leggere modifiche, diventano il codice morale e
legale di Ginevra per due secoli.
 Organizzazione della città cristiana all’insegna di una
forte
compenetrazione tra religione,
politica, istituzioni locali.
Città sperimentale: nuova
Israele.
Sono previste 4 istituzioni:
PASTORI (Cui spetta annunciare la parola di Dio per
indottrinare, ammonire, esortare e riprendere, tanto
in pubblico come in privato, amministrare i
sacramenti e impartire i rimproveri solenni d’accordo
con gli anziani).
DOTTORI (Devono istruire i fedeli nella santa dottrina)
 La scuola è compito affidato alla Chiesa
ANZIANI (Laici che vigilano sulla condotta di
ciascuno, aiutati da collaboratori incaricati di
sorvegliare i cittadini in ciascun quartiere, si
occupano della disciplina comunitaria)
DIACONI (Devono provvedere all’assistenza di poveri
ed ammalati)
La riforma a Ginevra
4/6
■ L’istituzione in cui si realizza la simbiosi tra
religione e politica è
il CONCISTORO (assemblea di 12 anziani e 10
pastori)
► Calvino conferisce alla chiesa di Ginevra una
rigida struttura: non si tratta di una libera
comunità, ma di un’organizzazione obbligatoria
nella quale devono integrarsi tutti gli abitanti della
città, secondo un criterio selettivo che espelle i
cattolici e accoglie i profughi.
Si crea una sorta di teocrazia, in cui lo Stato
realizza la sua vocazione divina di educazione
cristiana sotto la sorveglianza del clero.
• Il rigore del modello calvinista è garantito dalla
sua base biblica (bibliocrazia).
La riforma a Ginevra
5/6
La dottrina calvinista
► Il peccato originale ha scavato un abisso tra uomo e
Dio
→ La salvezza avviene solo per fede (anche
Calvino svaluta le opere)
► Calvino accentua la dipendenza dell’uomo da
Dio con la
dottrina della predestinazione:
«Dio non crea tutti gli uomini nella stessa condizione,
ma destina gli uni alla vita eterna, gli altri all’eterna
dannazione»
La salvezza dell’anima non dev’essere la principale
preoccupazione del cristiano, ma la glorificazione di
Dio
 deve servire Dio nel
mondo.
L’uomo non solo può, ma deve agire nella storia.
La riforma a Ginevra
6/6
La Chiesa non è garante dell’ordinamento divino, ma
solo di quello terreno: essa è la “compagnia dei
fedeli” entro la quale ciascuno deve spendere al
meglio i talenti ricevuti da Dio.
 Da ciò deriva l’attivismo calvinista, l’impegno nel
lavoro: il successo potrebbe essere il segno di essere
fra gli eletti.
→
in tal modo si affermano nuovi fondamenti
etici del lavoro
Tutta l’attività umana deve essere vissuta dal
calvinista come realizzazione della
VOCAZIONE: «Dio comanda a ciascuno di noi di considerare
la propria vocazione in ciascuno degli atti della propria vita.
Poiché egli sa bene quanto l’intelletto dell’uomo è impaziente
……. Distinguendo gli stati e i modi di vita, ha ordinato a
ciascuno ciò che avrebbe dovuto fare. E affinché nessuno
oltrepassasse leggermente i suoi limiti, egli ha chiamato
vocazioni tutte le maniere di vivere».
Calvino nega efficacia alla mediazione ecclesiastica: la
chiesa non conduce alla salvezza, ma in quanto
comunità di fedeli e di santi, essa rivela il verbo, la
parola di Dio attraverso le Scritture
A differenza di Lutero, non può esistere una chiesa di
Stato ma chiesa e Stato sono asserviti alle Sacre
Scritture
La riforma radicale e popolare
►Gli storici tendono a distinguere una riforma radicale
da quella guidata da Lutero, Zwingli e Calvino.
Le posizioni radicali non hanno rapporti stabili con il
potere politico
Antesignano di queste posizioni può considerarsi
Thomas Müntzer, protagonista della guerra dei
contadini e già collaboratore di Lutero, il quale
organizza in Sassonia una Lega degli Eletti decisa a
distruggere il potere dei nobili.
Il nuovo movimento religioso prenderà il nome di
Anabattisti (= i ribattezzati). Catturato nella
battaglia di Frankenhausen, Müntzer viene
giustiziato nel 1525.
■ Il movimento anabattista, risorto dopo la sconfitta
del 1525, ripropone i cardini della propria esperienza
religiosa:
- carattere volontario della professione di fede
attraverso il battesimo degli adulti
- pratica degli ideali di uguaglianza e giustizia sociale
tratti dalle Scritture
- concezione della chiesa come libera comunità di
fedeli
►
Gli anabattisti riescono nel 1534 ad occupare la citt
・ vescovile di Münster, in Westfalia, e a proclamarla
«Regno di Dio».
 Dopo 16 mesi di assedio da parte delle truppe imperiali, la
città viene espugnata e i ribelli trucidati.
Politica e religione nell’Impero 1/4
Possiamo distinguere 4 fasi
►I fase (1519-21): Carlo V giura la Costituzione
imperiale in base a cui nessuno può essere messo al
bando dall’Impero senza processo
L’imperatore è impegnato a:
- non radicalizzare lo scontro con i principi
territoriali
- difendere l’unità religiosa
Da tale compromesso → Editto di Worms (1521):
 Lutero condannato come eretico ma soluzione
definitiva demandata alla convocazione del
concilio
Carlo persegue una riforma interna della Chiesa,
funzionale al disegno di impero universale.
L’auspicio sembra potersi realizzare con il pontificato
di Adriano VI, già precettore dell’imperatore
Politica e religione nell’Impero 2/4
► II fase (1525-30): è il tempo
dell’organizzazione politica della Riforma nei
territori tedeschi.
Alleanza tra principi cattolici, cui si contrappone
un’alleanza tra principi protestanti
 I e II Dieta di Spira (1526 e1529): situazione
congelata, si attende il concilio.
I principi protestanti «protestano»  Germania
spaccata in due fronti
■ Tentativo di ricomposizione: Dieta di Augusta
(1530) ma deliberazioni assunte in assenza dei
rappresentanti
protestanti
e
quindi
di
problematica attuazione
→ Confessione augustana redatta da Filippo
Melantone per definire l’autentica dottrina
luterana nei confronti della Chiesa cattolica e
dei riformatori radicali.
Politica e religione nell’Impero 3/4
►III fase (1531-42)
Aspetti fondamentali:
1) fine dell’ipotesi di riconciliazione tra cattolici
e protestanti e all’interno del mondo riformato
2) articolazione del protestantesimo in 3 diverse
confessioni (Lutero, Zwingli e, poi, Calvino)
3) divisione religiosa della Germania

Lega di Smalcalda (1531) tra i principi e le città
protestanti: alleanza anti-asburgica che stringe
relazioni con Francia e Inghilterra
1542: Dieta di Spira  richiesta dei principi tedeschi
all’imperatore per ottenere il riconoscimento
ufficiale
della
loro
posizione.
A
tale
riconoscimento condizionano il loro aiuto
militare e finanziario contro i Turchi
 la crisi è irreversibile
Politica e religione nell’Impero 4/4
► IV fase (1546-55)
Guerra tra Lega di Smalcalda e imperatore: a Muhlberg
(1547) sconfitta dei principi protestanti ma,
successivamente, gravi problemi e sconfitte ad opera
dei Turchi, dei Francesi e dei protestanti costringono
Carlo V alla pace religiosa di Augusta (1555)
«ubi unus dominus, ibi una sit religio»
principio del «cuius regio, eius
religio»
→ libera scelta confessionale solo per gli stati
imperiali e per i principi
→ i sudditi devono sottostare al principio «un
solo signore, una sola religione». Possono
comunque emigrare se non accettano la scelta
confessionale del principe
 Con la pace di Augusta non si mirava ad un accordo
sulla dottrina ma soltanto a conseguire una pace
politica duratura tra i territori dell’Impero di
diversa confessione [Lortz-Iserloh]
 protestantesimo accettato come parte
integrante dell’Impero e ai principi protestanti
venivano riconosciuti gli stessi diritti dei
principi cattolici.
Scisma anglicano
1/4
► Il re d’Inghilterra Enrico VIII Tudor (1509-47) era
stato definito nei 1521 “defensor fidei” da Leone X.
Occorre distinguere l’occasione dalle ragioni
determinanti:
► Desiderio del re di avere un erede maschio che non
era venuto dal matrimonio con Caterina d但ragona
(nata solo Maria Tudor):
 L’erede donna non assicurava la successione e
indeboliva il prestigio dei Tudor
 legame con Anna Bolena e richiesta
dell’annullamento del matrimonio
 segue un processo molto complesso che anche per
l’intervento di Carlo V (nipote di Caterina) fu
spostato a Roma. Il papa Clemente VII (suggeriva la
bigamia), tergiversava e non emetteva la sentenza →
si preparava lo scisma
►Ragioni determinanti:
• La riforma fu una soluzione politica a carattere
territoriale determinata dagli interessi della società
civile e dalla logica dello Stato moderno e con il
consenso dell’opinione pubblica
Dal ‘400 il sovrano inglese era considerato l’unica
fonte del diritto e i suoi ministri codificavano questa
tendenza
Scisma anglicano
2/4
 L’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer,
dichiara nullo il matrimonio
→ scomunica di Enrico VIII
►Nel 1534 il Parlamento approva l’Atto di supremazia
con il quale il re rompe con la Chiesa di Roma,
proclamandosi «unico capo supremo della
Anglicana Ecclesia», con diritto di reprimere
l’eresia e di scomunicare:
- viene meno la distinzione tra sovranità temporale e
spirituale (affermare che il re fosse eretico,
scismatico o tiranno era considerato tradimento)
- abolizione della giurisdizione papale in quanto è il re
la fonte della giurisdizione temporale e di quella
spirituale
- l’Inghilterra si libera dall’obbedienza spirituale nei
confronti di una potenza straniera (giuramento al Re
e non ad autorità straniere)
■ Conseguenze dell’Atto di supremazia:
1) rottura tra il re e coloro che rifiutano di giurare
fedeltà al nuovo assetto costituzionale: il vescovo
John Fisher e l’ex cancelliere Tommaso Moro
2) il primo ministro Thomas Cromwell avvia riforme
economiche: confisca dei beni di conventi ed istituti
religiosi; incameramento decime pontificie
 consenso di ampia parte dei ceti sociali (nobili,
mercanti, piccoli proprietari) che partecipano alla
redistribuzione delle terre confiscate:
→ aumento numero dei proprietari
Scisma anglicano
3/4
Enrico VIII aveva promosso una riforma politicocostituzionale che intaccava il primato pontificio ma
senza aderire al luteranesimo → scisma non eresia:
ERESIA (dal greco airesis = dissenso)
- Viene dichiarato eretico chi contesta la dottrina
ufficiale della Chiesa.
- Il dissenso si manifesta sul piano teologico e
dottrinale, non è detto che dia luogo ad una nuova
Chiesa.
SCISMA (dal greco skizomai = mi separo)
- Viene dichiarato scismatico chi si separa sul piano
istituzionale dalla Chiesa.
- La rottura si manifesta sul piano ecclesiale e
organizzativo e non comporta necessariamente una
nuova dottrina.
Con l’adozione dei Sei articoli nel 1539 si realizza un
irrigidimento delle posizioni dogmatiche non
dissimili dal cattolicesimo:
1) Rogo per chi negava la transustanziazione
2) Inutile ai laici la comunione sotto le due specie
3-4) Proibizione del matrimonio per preti e monaci
5) Mantenimento in vigore delle messe private
6) Mantenimento in vigore della confessione
auricolare
Scisma anglicano
4/4
Enrico VIII ebbe 6 mogli. Nel 1536 fece condannare
Anna Bolena per adulterio.
1547- Succede al trono Edoardo VI di 9 anni
Periodo di Protettori
- duca di Somerset (1547-49): influenza del
luteranesimo:
→ si aboliscono i 6 articoli;
sono accolti i protestanti
- conte di Warwick (1549-1553): influenza di Ginevra
■ Solo in un secondo tempo la scismatica Chiesa
Anglicana avrebbe accolto la teologia della Riforma
protestante grazie ad Edoardo VI (1547-53) e al
Book of Common Prayer (Libro della preghiera
comune, 1549) che:
- riconosceva due soli sacramenti, Battesimo ed
Eucarestia
- sopprimeva il carattere di sacrificio della messa
- aboliva il celibato ecclesiastico

-
Attraverso la professione di fede ufficiale (1553)
imposta a tutti i sudditi, l’anglicanesimo diveniva
religione di Stato, mentre:
La Scozia aderiva al Calvinismo grazie all’opera di
John Knox
- L’Irlanda assumeva connotazione marcatamente
cattolica, in chiave anti-inglese
Diffusione della riforma protestante
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