La crisi religiosa del Cinquecento La crisi religiosa del Cinquecento 1/2 Tra XIV e XV secolo il sistema di poteri politici, economico-sociali e culturali, identificato nella Chiesa di Roma mostra gravi sintomi di crisi. ► Crisi politica Chiesa sempre più chiusa nella difesa del proprio dominio temporale prevalenza dello Stato della Chiesa sulla dimensione religiosa e sull’ecumenismo • L’interlocutore laico del papa non è più solo l’imperatore ma i principi, le città-stato regionalizzazione dei rapporti politici: diminuisce la carica universalistica e scade il prestigio dei Pontefici La crisi religiosa del Cinquecento 2/2 ► Crisi economico-sociale la Chiesa rimane, soprattutto in Italia, il più grande proprietario terriero permane un legame profondo tra la Chiesa e le aristocrazie europee ma i nuovi sovrani contrastano il drenaggio di risorse verso Roma ► Crisi culturale Messa in discussione dell’egemonia culturale della Chiesa nella respublica christiana La sfera laica e quella religiosa continuano ad essere compenetrate, ma emergono contrasti tra l’armatura culturale del passato e i nuovi interessi individuali e collettivi. Esigenza di una riforma religiosa ► L’esigenza di una riforma religiosa era avvertita fin dall’XI secolo In particolare, nei secoli successivi si era delineato un forte richiamo ad un cristianesimo primitivo contro la mondanità ed il potere ecclesiastico, la rilassatezza dei costumi, la confusione tra sacro e profano, l’esteriorità religiosa, l’eccessivo superstizioso ricorso ai santi. Erasmo da Rotterdam è il maggiore esponente dell’umanesimo cristiano ed è in contatto con i fratelli della Devotio moderna. - Canonico agostiniano, filologo classico e profondo conoscitore della Bibbia, viaggia a lungo in Europa studiando a Parigi, Oxford, Lovanio, Torino, Bologna e Roma - La polemica contro la cultura teologica medievale trova spazio nell’Elogio della pazzia (1511), apologo satirico contro la teologia scolastica, le superstizioni del clero,i comportamenti falsamente cristiani delle autorità → per riproporre l’essenza autentica del cristianesimo e della filosofia di Cristo (intesa come prassi della carità e dell’amore, ricerca della concordia e del dialogo fondata sui valori della civiltà umanistica). La religiosità di Lutero 1/3 La storia dei primi anni della riforma coincide con la biografia di Martin Lutero (nato nel 1483 e morto nel 1546) ■ L. Febvre (1927) invitava a valutare la vicenda interiore e la tormentata evoluzione della religiosità di Lutero ■ La storiografia più recente pone attenzione a: la vita e la formazione del teologo la ricostruzione dei contesti in cui evolve e matura la dottrina luterana il confronto tra Lutero ed Erasmo il rapporto tra Lutero e il mondo germanico ►In preda a scrupoli religiosi e per ottemperare ad un voto fatto per ringraziare di essersi salvato da un fulmine, nel 1505 entra nel convento dei frati Agostiniani di Erfurt. Dotato di una sensibilità esasperata, oscilla tra paura e speranza si mostra lontano dalla cultura rinascimentale. La religiosità di Lutero 2/3 ► Vie indicate dalla Chiesa per la salvezza: 1. Monastero → Non dona serenità a Lutero: ha paura del giudizio di fronte alla grandezza di Dio. Lutero si impone rigori insostenibili rovinandosi la salute. 2. Sacramenti e confessione: contrizione, confessione, soddisfazione. A giudizio di Lutero la soddisfazione è impossibile per la miseria dell’uomo. L’uomo spesso non si riconosce peccatore → come si può essere certi di una vera contrizione? 3. Misticismo: l’uomo si abbandona a Dio La concezione di Dio propria di Lutero rende impraticabile questa via. Compie un viaggio a Roma dove entra in contatto con lo sfarzo e la corruzione della corte pontificia Il confessore lo esorta ad impegnarsi nell’insegnamento 1513-15 si dedica alle lezioni di teologia La religiosità di Lutero 3/3 ► Lutero realizza la sua personale ricerca sull’essenza della fede con: un coinvolgimento totale dell’esistenza stretto contatto con la Bibbia ■ Il problema centrale è la giustizia di Dio reso drammatico dalla distanza incolmabile che separa la perfezione divina dalla condizione umana macchiata dall’ineliminabile peccato originale Da questa constatazione scaturiscono due conseguenze: → assoluta dipendenza dell’uomo da Dio → inutilità delle opere dell’uomo La questione delle indulgenze 1/2 ► Alberto di Brandeburgo (Hohenzollern), già titolare di 2 diocesi, per divenire arcivescovo di Magonza paga la dispensa papale con un prestito dei Fugger. Per l’estinzione del debito il papa concede di proclamare nei suoi territori un’indulgenza e lo nomina nel 1515 Commissario delle indulgenze in tutti i territori dell’Impero: incassa 30.000 ducati per pagare il suo debito: le indulgenze consentivano di rimettere i peccati attraverso il versamento di denaro «Le indulgenze si erano trasformate in oggetto di scambio per un colossale commercio» (Lortz-Iserloh) La questione delle indulgenze 2/2 ► Lutero il 31. 10. 1517 affigge le 95 tesi a Wittemberg → avvio del movimento riformatore protestante 1) si appella al sentimento nazionale tedesco offeso dallo sfruttamento papale 2) nega la giurisdizione del papa sul purgatorio 3) nota che le indulgenze favoriscono uno stato d’animo falso inducendo l’uomo alla rilassatezza. - Non si scandalizzava per il “commercio delle indulgenze”, ma per la dottrina che prevedeva la possibilità per gli uomini “santi” di accumulare “meriti”. - Non aveva ancora tratto le estreme conseguenze del suo sistema teologico, era convinto che le critiche restassero nell’ambito della Chiesa. - Non si proponeva un’azione rivoluzionaria. Intendeva dare voce all’insoddisfazione del popolo tedesco. La dottrina di Lutero Tra il 1517 e il 1518 le tesi sono stampate in molte città europee → enorme risonanza Gli scritti del 1520 dimostrano che la Riforma non fu protesta contro l’immoralità della Chiesa di Roma, ma contro il cattolicesimo. In tre opere sono contenuti i cardini della dottrina luterana: ► Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca sulla riforma della società cristiana Lutero contesta: La pretesa superiorità del papa sul potere civile Il magistero della Chiesa nell’interpretazione delle scritture La superiorità del papa sui concili ► - La cattività babilonese della chiesa Tratta dei sacramenti che riduce a due: Battesimo che dona la grazia attraverso la fede Eucaristia, memoria del sacrificio della croce ma senza transustanziazione Proclama il sacerdozio universale. ► - La libertà del cristiano L’uomo è destinato alla perdizione: solo la fede può salvarlo giustificazione per sola fede Svalutazione delle opere ai fini della salvezza: «Le opere buone non fanno l’uomo buono, ma l’uomo buono fa opere buone». Le opere sono necessarie per la disciplina, non per garantirsi la salvezza. Il cristiano deve restare fedele alle autorità, deve restare sottomesso, obbedire alle leggi. La reazione della Chiesa di Roma 1517 – Alberto di Magonza accusa Lutero di eresia 1519 – a Roma viene istruito il processo contro Lutero - Il Papa Leone X, dopo aver fatto esaminare le 95 tesi, chiede a Lutero di rinnegarle, imponendogli di recarsi a Roma per domandare perdono. Federico il Saggio, Elettore di Sassonia, difende Lutero. 1519 – Elezione di Carlo V imperatore 1520 – Bolla Exsurge Domine contro Lutero che brucia la bolla. 1521 – Lutero è dichiarato eretico 1521 – Federico ottiene per Lutero un’udienza alla Dieta di Worms convocata per conferire con Carlo neoeletto imperatore. - La Chiesa lo scomunica (1521) - Federico di Sassonia inscena un falso rapimento e fa condurre Lutero in salvo nel Castello di Wartburg (10 mesi) dove inizia la traduzione della Bibbia in tedesco: contributo determinante alla formazione dell’unità linguistica del popolo tedesco. Ampia diffusione del testo grazie all’utilizzo della stampa. Erasmo e Lutero 1/2 ► I percorsi di Erasmo e di Lutero si incrociano e sono caratterizzati da tratti comuni: - Erasmo vuole evitare che la reazione cattolica combatta anche i movimenti moderati: lo raccomanda a Federico di Sassonia e scrive al papa ritenendo la scomunica una misura affrettata. Erasmo gode di grande prestigio e Lutero si considera, come tanti, suo allievo, ma invita il maestro a tener più in conto il peccato originale. ► Il problema della salvezza non induce angoscia: l’essenziale è agire rettamente ed è importante la serietà della vita La «bona conscientia» assicura la tranquillità di fronte alla morte dopo una vita virtuosa. • Il programma dell’umanesimo erasmiano prevede una riforma pacifica del cristianesimo, ma tutta all’interno delle istituzioni ecclesiastiche: a) lotta al potere temporale della chiesa b) contrapposizione all’esteriorità del culto in favore di una religione interiore c) denuncia della scolastica e del dogmatismo Scelta di tolleranza verso eretici, turchi, pagani Erasmo e Lutero 2/2 ► Due risposte alternative alla crisi religiosa del Cinquecento Sett. 1524 – Erasmo pubblica il De libero arbitrio → esaltazione della religione naturale a) unità e pacificazione tra i cristiani attraverso la tolleranza b) dubbio sistematico come metodo intellettuale c) primato della volontà dell’uomo di fare il bene ed evitare il male → Erasmo valorizza l’impegno terreno, il compito temporale dell’uomo Cala il prestigio di Erasmo presso i riformatori ►1525 ・ Lutero risponde con il De servo arbitrio → esaltazione della religione soprannaturale assoluta certezza delle Sacre Scritture salvezza attraverso la sola fede assoluta impotenza della volontà umana totale divergenza tra fede e ragione Riforma e tensioni socio-politiche nel mondo tedesco 1/2 ► 1522-23: rivolta dei cavalieri L’aspettativa della reformatio si coniuga con le aspirazioni dei ceti a modificare i rapporti esistenti in un contesto di forte conflittualità caratterizzato dal rafforzamento dei principati territoriali. ■ Esaltato dalle nuove idee di Lutero, un piccolo esercito di cavalieri (esponenti della nobiltà minore), guidato da Franz von Sickingen e Ulrich von Hutten, attacca le terre del principe-vescovo di Treviri, affermando la fine della proprietà ecclesiastica e la propria autonomia dai signori, ma viene subito schiacciato dalle truppe dei principi protestanti e cattolici. La rivolta dei cavalieri consente ai principi di rafforzare il loro potere sul territorio. Riforma e tensioni socio-politiche nel mondo tedesco 2/2 ► 1524-25: guerra dei contadini ■ In tutta la Germania si manifestano focolai di rivolta contadina. I contadini, guidati da predicatori radicali, usano le idee della Riforma per far valere i loro diritti. - Alle origini della protesta è la situazione sociale nelle campagne tedesche - la moderna storiografia preferisce parlare di rivoluzione dell’uomo comune che ha come obiettivi: 1. abbattere la struttura per ceti 2. formare una federazione di leghe su base corporativa e ispirate al Vangelo 3. sottrarre prerogative politiche alla nobiltà 4. espropriare i grandi proprietari ecclesiastici Il programma dei rivoltosi è nei Dodici articoli di Memmingen ► Lutero si schiera contro i contadini ed esorta i principi ad intervenire per schiacciare la rivolta. - Dopo una guerra breve, ma durissima e sanguinosa, nel maggio 1525 i ribelli sono sconfitti a Frankenhausen dall’armata dei principi guidata dal luterano Filippo d’Assia. La riforma in Svizzera Diffusione e radicamento della riforma sono strettamente legati alla struttura politica delle aree in cui si sviluppa il protestantesimo La riforma delle comunità attecchisce soprattutto nella Confederazione Svizzera Zurigo 1525 con Zwingli (1484-1531) Berna 1528 Basilea 1536 con Johannes Oekolampad (Ecolampadio, 1482-1531) Ginevra 1536-41 con Guillaume Farel e Giovanni Calvino San Gallo 1538 Strasburgo 1538 con Martin Butzer (Bucero, 1491-1551) La riforma a Zurigo ► Huldrych Zwingli aderisce alla Riforma che diffonde a Zurigo a partire dal 1518. Nel 1525 il Consiglio municipale dichiara realizzata la Riforma della chiesa cristiana. Promotore della Riforma non è un singolo, ma la comunità attraverso l’amministrazione cittadina forte compenetrazione tra religione e politica Obiettivi di Zwingli sono: La riforma della comunità ecclesiastica La vita collettiva e la sua organizzazione ► Fondamenti della dottrina di Zwingli (differenze con quella luterana) - Il Battesimo dimostra che il bambino appartiene a una Comunità - L’Eucaristia è una commemorazione in assenza (Cristo è presente in spirito; non c’è consustanziazione: presenza reale di Cristo) - La Santa Cena si celebra tre o quattro volte l’anno; non è più il centro del rito cristiano Zwingli muore nel 1531 nella battaglia di Kappel contro i cantoni cattolici appoggiati dall’Imperatore La riforma a Ginevra 1/6 ■ Governata da un principe vescovo infeudato ai duchi di Savoia, la città di Ginevra si rende indipendente nel 1535, dopo aver aderito alla Riforma sul modello di Zurigo. ► GIOVANNI CALVINO (1509-1564) – nasce a Noyon - Borghese, figlio di un uomo d’affari, intellettuale umanista formato alla Sorbona e laureatosi in diritto a Orléans e a Bourges, aderisce alla Riforma nel 1533. - Lasciata la Francia nel 1534, si rifugia prima a Strasburgo e poi a Basilea, da dove parte nel 1536 per un viaggio in Italia. La riforma a Ginevra ■ A Basilea avviene una svolta 2/6 Calvino scopre: 1) L’importanza della chiesa visibile organizzata 2) La necessità di una disciplina ecclesiastica 3) L’avversione per le iniziative dello Stato in questo campo 4) I vantaggi del Concistoro (assemblea di laici ed ecclesiastici) - Sulla via del ritorno, nell’agosto 1536, Calvino si ferma a Ginevra, appena resasi indipendente, dove la Riforma si sta affermando per iniziativa del governo cittadino. - Nominato pastore della chiesa riformata di Ginevra e lettore della Bibbia, Calvino propone un modello ecclesiale molto rigoroso rifiutato dal Consiglio cittadino. - Nel 1541 viene richiamato formalmente dal Consiglio cittadino e accetta di tornare solo se sono accolti il catechismo e la disciplina. - Vi rimane per oltre vent’anni esercitando un ruolo incontrastato di guida spirituale. La riforma a Ginevra 3/6 ► La chiesa di Calvino è organizzata sulla base delle ORDONNANCES ECCLESIASTIQUES che, con leggere modifiche, diventano il codice morale e legale di Ginevra per due secoli. Organizzazione della città cristiana all’insegna di una forte compenetrazione tra religione, politica, istituzioni locali. Città sperimentale: nuova Israele. Sono previste 4 istituzioni: PASTORI (Cui spetta annunciare la parola di Dio per indottrinare, ammonire, esortare e riprendere, tanto in pubblico come in privato, amministrare i sacramenti e impartire i rimproveri solenni d’accordo con gli anziani). DOTTORI (Devono istruire i fedeli nella santa dottrina) La scuola è compito affidato alla Chiesa ANZIANI (Laici che vigilano sulla condotta di ciascuno, aiutati da collaboratori incaricati di sorvegliare i cittadini in ciascun quartiere, si occupano della disciplina comunitaria) DIACONI (Devono provvedere all’assistenza di poveri ed ammalati) La riforma a Ginevra 4/6 ■ L’istituzione in cui si realizza la simbiosi tra religione e politica è il CONCISTORO (assemblea di 12 anziani e 10 pastori) ► Calvino conferisce alla chiesa di Ginevra una rigida struttura: non si tratta di una libera comunità, ma di un’organizzazione obbligatoria nella quale devono integrarsi tutti gli abitanti della città, secondo un criterio selettivo che espelle i cattolici e accoglie i profughi. Si crea una sorta di teocrazia, in cui lo Stato realizza la sua vocazione divina di educazione cristiana sotto la sorveglianza del clero. • Il rigore del modello calvinista è garantito dalla sua base biblica (bibliocrazia). La riforma a Ginevra 5/6 La dottrina calvinista ► Il peccato originale ha scavato un abisso tra uomo e Dio → La salvezza avviene solo per fede (anche Calvino svaluta le opere) ► Calvino accentua la dipendenza dell’uomo da Dio con la dottrina della predestinazione: «Dio non crea tutti gli uomini nella stessa condizione, ma destina gli uni alla vita eterna, gli altri all’eterna dannazione» La salvezza dell’anima non dev’essere la principale preoccupazione del cristiano, ma la glorificazione di Dio deve servire Dio nel mondo. L’uomo non solo può, ma deve agire nella storia. La riforma a Ginevra 6/6 La Chiesa non è garante dell’ordinamento divino, ma solo di quello terreno: essa è la “compagnia dei fedeli” entro la quale ciascuno deve spendere al meglio i talenti ricevuti da Dio. Da ciò deriva l’attivismo calvinista, l’impegno nel lavoro: il successo potrebbe essere il segno di essere fra gli eletti. → in tal modo si affermano nuovi fondamenti etici del lavoro Tutta l’attività umana deve essere vissuta dal calvinista come realizzazione della VOCAZIONE: «Dio comanda a ciascuno di noi di considerare la propria vocazione in ciascuno degli atti della propria vita. Poiché egli sa bene quanto l’intelletto dell’uomo è impaziente ……. Distinguendo gli stati e i modi di vita, ha ordinato a ciascuno ciò che avrebbe dovuto fare. E affinché nessuno oltrepassasse leggermente i suoi limiti, egli ha chiamato vocazioni tutte le maniere di vivere». Calvino nega efficacia alla mediazione ecclesiastica: la chiesa non conduce alla salvezza, ma in quanto comunità di fedeli e di santi, essa rivela il verbo, la parola di Dio attraverso le Scritture A differenza di Lutero, non può esistere una chiesa di Stato ma chiesa e Stato sono asserviti alle Sacre Scritture La riforma radicale e popolare ►Gli storici tendono a distinguere una riforma radicale da quella guidata da Lutero, Zwingli e Calvino. Le posizioni radicali non hanno rapporti stabili con il potere politico Antesignano di queste posizioni può considerarsi Thomas Müntzer, protagonista della guerra dei contadini e già collaboratore di Lutero, il quale organizza in Sassonia una Lega degli Eletti decisa a distruggere il potere dei nobili. Il nuovo movimento religioso prenderà il nome di Anabattisti (= i ribattezzati). Catturato nella battaglia di Frankenhausen, Müntzer viene giustiziato nel 1525. ■ Il movimento anabattista, risorto dopo la sconfitta del 1525, ripropone i cardini della propria esperienza religiosa: - carattere volontario della professione di fede attraverso il battesimo degli adulti - pratica degli ideali di uguaglianza e giustizia sociale tratti dalle Scritture - concezione della chiesa come libera comunità di fedeli ► Gli anabattisti riescono nel 1534 ad occupare la citt ・ vescovile di Münster, in Westfalia, e a proclamarla «Regno di Dio». Dopo 16 mesi di assedio da parte delle truppe imperiali, la città viene espugnata e i ribelli trucidati. Politica e religione nell’Impero 1/4 Possiamo distinguere 4 fasi ►I fase (1519-21): Carlo V giura la Costituzione imperiale in base a cui nessuno può essere messo al bando dall’Impero senza processo L’imperatore è impegnato a: - non radicalizzare lo scontro con i principi territoriali - difendere l’unità religiosa Da tale compromesso → Editto di Worms (1521): Lutero condannato come eretico ma soluzione definitiva demandata alla convocazione del concilio Carlo persegue una riforma interna della Chiesa, funzionale al disegno di impero universale. L’auspicio sembra potersi realizzare con il pontificato di Adriano VI, già precettore dell’imperatore Politica e religione nell’Impero 2/4 ► II fase (1525-30): è il tempo dell’organizzazione politica della Riforma nei territori tedeschi. Alleanza tra principi cattolici, cui si contrappone un’alleanza tra principi protestanti I e II Dieta di Spira (1526 e1529): situazione congelata, si attende il concilio. I principi protestanti «protestano» Germania spaccata in due fronti ■ Tentativo di ricomposizione: Dieta di Augusta (1530) ma deliberazioni assunte in assenza dei rappresentanti protestanti e quindi di problematica attuazione → Confessione augustana redatta da Filippo Melantone per definire l’autentica dottrina luterana nei confronti della Chiesa cattolica e dei riformatori radicali. Politica e religione nell’Impero 3/4 ►III fase (1531-42) Aspetti fondamentali: 1) fine dell’ipotesi di riconciliazione tra cattolici e protestanti e all’interno del mondo riformato 2) articolazione del protestantesimo in 3 diverse confessioni (Lutero, Zwingli e, poi, Calvino) 3) divisione religiosa della Germania Lega di Smalcalda (1531) tra i principi e le città protestanti: alleanza anti-asburgica che stringe relazioni con Francia e Inghilterra 1542: Dieta di Spira richiesta dei principi tedeschi all’imperatore per ottenere il riconoscimento ufficiale della loro posizione. A tale riconoscimento condizionano il loro aiuto militare e finanziario contro i Turchi la crisi è irreversibile Politica e religione nell’Impero 4/4 ► IV fase (1546-55) Guerra tra Lega di Smalcalda e imperatore: a Muhlberg (1547) sconfitta dei principi protestanti ma, successivamente, gravi problemi e sconfitte ad opera dei Turchi, dei Francesi e dei protestanti costringono Carlo V alla pace religiosa di Augusta (1555) «ubi unus dominus, ibi una sit religio» principio del «cuius regio, eius religio» → libera scelta confessionale solo per gli stati imperiali e per i principi → i sudditi devono sottostare al principio «un solo signore, una sola religione». Possono comunque emigrare se non accettano la scelta confessionale del principe Con la pace di Augusta non si mirava ad un accordo sulla dottrina ma soltanto a conseguire una pace politica duratura tra i territori dell’Impero di diversa confessione [Lortz-Iserloh] protestantesimo accettato come parte integrante dell’Impero e ai principi protestanti venivano riconosciuti gli stessi diritti dei principi cattolici. Scisma anglicano 1/4 ► Il re d’Inghilterra Enrico VIII Tudor (1509-47) era stato definito nei 1521 “defensor fidei” da Leone X. Occorre distinguere l’occasione dalle ragioni determinanti: ► Desiderio del re di avere un erede maschio che non era venuto dal matrimonio con Caterina d但ragona (nata solo Maria Tudor): L’erede donna non assicurava la successione e indeboliva il prestigio dei Tudor legame con Anna Bolena e richiesta dell’annullamento del matrimonio segue un processo molto complesso che anche per l’intervento di Carlo V (nipote di Caterina) fu spostato a Roma. Il papa Clemente VII (suggeriva la bigamia), tergiversava e non emetteva la sentenza → si preparava lo scisma ►Ragioni determinanti: • La riforma fu una soluzione politica a carattere territoriale determinata dagli interessi della società civile e dalla logica dello Stato moderno e con il consenso dell’opinione pubblica Dal ‘400 il sovrano inglese era considerato l’unica fonte del diritto e i suoi ministri codificavano questa tendenza Scisma anglicano 2/4 L’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, dichiara nullo il matrimonio → scomunica di Enrico VIII ►Nel 1534 il Parlamento approva l’Atto di supremazia con il quale il re rompe con la Chiesa di Roma, proclamandosi «unico capo supremo della Anglicana Ecclesia», con diritto di reprimere l’eresia e di scomunicare: - viene meno la distinzione tra sovranità temporale e spirituale (affermare che il re fosse eretico, scismatico o tiranno era considerato tradimento) - abolizione della giurisdizione papale in quanto è il re la fonte della giurisdizione temporale e di quella spirituale - l’Inghilterra si libera dall’obbedienza spirituale nei confronti di una potenza straniera (giuramento al Re e non ad autorità straniere) ■ Conseguenze dell’Atto di supremazia: 1) rottura tra il re e coloro che rifiutano di giurare fedeltà al nuovo assetto costituzionale: il vescovo John Fisher e l’ex cancelliere Tommaso Moro 2) il primo ministro Thomas Cromwell avvia riforme economiche: confisca dei beni di conventi ed istituti religiosi; incameramento decime pontificie consenso di ampia parte dei ceti sociali (nobili, mercanti, piccoli proprietari) che partecipano alla redistribuzione delle terre confiscate: → aumento numero dei proprietari Scisma anglicano 3/4 Enrico VIII aveva promosso una riforma politicocostituzionale che intaccava il primato pontificio ma senza aderire al luteranesimo → scisma non eresia: ERESIA (dal greco airesis = dissenso) - Viene dichiarato eretico chi contesta la dottrina ufficiale della Chiesa. - Il dissenso si manifesta sul piano teologico e dottrinale, non è detto che dia luogo ad una nuova Chiesa. SCISMA (dal greco skizomai = mi separo) - Viene dichiarato scismatico chi si separa sul piano istituzionale dalla Chiesa. - La rottura si manifesta sul piano ecclesiale e organizzativo e non comporta necessariamente una nuova dottrina. Con l’adozione dei Sei articoli nel 1539 si realizza un irrigidimento delle posizioni dogmatiche non dissimili dal cattolicesimo: 1) Rogo per chi negava la transustanziazione 2) Inutile ai laici la comunione sotto le due specie 3-4) Proibizione del matrimonio per preti e monaci 5) Mantenimento in vigore delle messe private 6) Mantenimento in vigore della confessione auricolare Scisma anglicano 4/4 Enrico VIII ebbe 6 mogli. Nel 1536 fece condannare Anna Bolena per adulterio. 1547- Succede al trono Edoardo VI di 9 anni Periodo di Protettori - duca di Somerset (1547-49): influenza del luteranesimo: → si aboliscono i 6 articoli; sono accolti i protestanti - conte di Warwick (1549-1553): influenza di Ginevra ■ Solo in un secondo tempo la scismatica Chiesa Anglicana avrebbe accolto la teologia della Riforma protestante grazie ad Edoardo VI (1547-53) e al Book of Common Prayer (Libro della preghiera comune, 1549) che: - riconosceva due soli sacramenti, Battesimo ed Eucarestia - sopprimeva il carattere di sacrificio della messa - aboliva il celibato ecclesiastico - Attraverso la professione di fede ufficiale (1553) imposta a tutti i sudditi, l’anglicanesimo diveniva religione di Stato, mentre: La Scozia aderiva al Calvinismo grazie all’opera di John Knox - L’Irlanda assumeva connotazione marcatamente cattolica, in chiave anti-inglese Diffusione della riforma protestante