legacoop bologna e il welfare

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LEGACOOP BOLOGNA E IL WELFARE
Il welfare è per Legacoop Bologna un fattore indispensabile per la coesione sociale ed economica di un
territorio. Si pensi al tema della correlazione fra tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro e
rete di servizi per la prima infanzia. Il livello di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è a
Bologna del 64,6% (dato 2009) con valori record a livello italiano. Ciò è stato possibile proprio perché si è
costruito negli anni – con forte lungimiranza delle amministrazioni comunali – una rete pubblica (comunale)
di servizi alla prima infanzia che si è via via integrata con le capacità, il know how, le risorse del privato
sociale, in particolare della cooperazione sociale. Esistono già nella provincia di Bologna 11 nidi cooperativi,
(9 già in essere e 2 in costruzione - Giovanni XXIII e via della Villa – Regione Emilia Romagna), costruiti
con il modello dell’appalto di costruzione e gestione (project financing). Sono nidi integrati nella
pianificazione pubblica, dove il pubblico regolamenta i criteri e le regole di accesso dell’utenza e la
cooperazione sociale interviene nella gestione con un alto grado di autonomia e di rischio imprenditoriale.
Legacoop Bologna crede fortemente nell’apporto delle cooperative al sistema sociale e da sempre intende
valorizzare esperienze e competenze di queste realtà, in una visione organica che coniughi lavoro,
conoscenza professionalità, esperienza, solidarietà per una mutualità più forte, estesa e condivisa.
La complessità dello scenario demografico (maggiori riferimenti a pag. 2) prospetta però una situazione in
cui i bisogni di welfare sono destinati ad aumentare e diversificarsi, alla luce di una preoccupante
diminuzione delle risorse pubbliche.
La prospettiva di rilancio appare sempre più chiaramente quella dell’integrazione tra politiche sociali,
sanitarie, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche e abitative. E proprio sulla linea guida di
questo approccio integrato, la cooperazione ha già dimostrato di avere le capacità e le risorse necessarie.
Un contesto dunque diverso, sicuramente più articolato, complesso e difficile, che - per mantenere alti livelli
qualitativi e copertura dei servizi - non può non considerare centrale il rapporto tra pubblico-privatoprivato sociale, in cui il pubblico programma, co-progetta con il privato e verifica il permanere dei requisiti
richiesti mentre al privato spetta la gestione dei servizi e la messa in campo delle proprie risorse innovative.
Inoltre, è necessaria e urgente una rimodellazione dei criteri d’accesso ai servizi e di compartecipazione da
parte dei cittadini, proprio per garantire una reale difesa dell’equità sociale.
Le cooperative sociali si trovano oggi nella condizione di dover “prendere o lasciare”, in un rapporto di
sostanziale dipendenza dalla domanda pubblica. La condizione normativa attuale definisce in modo rigido le
prestazioni, i prezzi, la qualità richiesta, non premiando così l’innovazione, non rendendo possibile
differenziare l’offerta, non permettendo l’impiego di capitali che, in questo sistema, non troverebbero la
sufficiente remunerazione. E’ però possibile intervenire in via prioritaria su due fronti: approfondendo sul
sistema tariffario e sull’accreditamento e lavorando per un riposizionamento strategico della
cooperazione sociale in relazione ai cambiamenti in atto. La cooperazione sociale - in virtù delle proprie
competenze, esperienze e capacità progettuali - è disposta a ragionare su nuove forme di partenariato fra
pubblico e privato anche attraverso forme societarie miste, quale modello integrativo di risorse e di
necessità pubbliche con risorse, dotazioni, capacità e organizzazione dell’imprenditorialità sociale.
L’idea della cooperazione bolognese è quella di perseguire tenacemente la difesa e lo sviluppo del sistema
delle garanzie sociali e dell’equità, concorrendo a una profonda revisione dei modelli gestionali,
imprenditoriali e relazionali riguardanti il welfare.
Press tour nidi - 3 marzo 2011
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SCENARIO
SERVIZI E INTERVENTI PER LA PRIMA INFANZIA NEL COMUNE DI BOLOGNA
(FONTE: COMUNE DI BOLOGNA, BILANCIO SOCIALE 2009, POLITICHE SOCIALI ED EDUCATIVE)
I servizi per la prima infanzia si identificano innanzi tutto con i Nidi d’infanzia comunali, che a Bologna
sono presenti da prima dell’approvazione della legge nazionale L. 1204/71.
L’anno 2009 ha un significato particolare per i servizi per la prima infanzia bolognesi, infatti 40 anni fa, nel
1969, venivano aperti i primi due nidi a gestione comunale. Da allora, nel corso di questi anni, sono stati
compiuti grandi cambiamenti non solo in termini quantitativi, ma soprattutto di evoluzione e diversificazione
dell’offerta.
Nella realtà bolognese a fianco dei servizi gestiti direttamente dal Comune di Bologna hanno preso avvio, e
si stanno consolidando, servizi gestiti in concessione e gestiti da privati autorizzati al funzionamento
convenzionati con il Comune. Oltre ai cosiddetti nidi “tradizionali”, sono inoltre attive altre tipologie di
servizi quali i nidi part-time, gli spazi bambino, le sezioni primavera, i piccoli gruppi educativi, i centri per
bambini e genitori.
Ad oggi, considerando l’anno educativo 2009/2010, il Comune gestisce direttamente 49 nidi “tradizionali”, 4
nidi part-time, 2 spazi bambino, 10 centri per bambini e genitori; ha affidato in concessione 6 nidi
“tradizionali” e si è convenzionato con 20 nidi privati autorizzati (di cui uno aziendale) e con 9 sezioni
primavera; ha consolidato inoltre i rapporti convenzionali con i piccoli gruppi educativi (7).
Offerta complessiva di posti nido resi disponibili per i bandi d’iscrizione nel triennio 2007-2009:
Nidi
d’infanzia
Posti
Tradizionali
2007
2.259
2008
2.270
Part-time
2009
2.279
2007
341
In concessione
2008
323
2009
305
2007
217
2008
317
2009
348
Posti nido privati
autorizzati in conv.
2007
2008
2009
289
313
313
Copertura dell’utenza potenziale nel triennio 2007-2009:
Tasso di copertura dei nidi
d’infanzia sulla popolazione
in età 0-2
2007
36,27%
2008
36,85%
2009
35,98%
POPOLAZIONE IN ETÀ DA 0 A 2 ANNI RESIDENTE NEL COMUNE DI BOLOGNA - ANNO
2009-2010
(FONTE: COMUNE DI BOLOGNA - DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO)
Dalla metà degli anni ‘90 si registra a Bologna un aumento delle nascite, che nel 2009 hanno superato le
3.100 unità. In particolare, cresce il numero di bambini nati fuori dal matrimonio: mentre, infatti, nel 1991 i
nati naturali (vale a dire nati da genitori non sposati) erano solo il 15%, oggi questa percentuale è più che
raddoppiata passando al 34%.
Come conseguenza dell’aumento della natalità, anche la popolazione residente di età compresa tra 0 e 2 anni
è in progressivo aumento. Buona parte dell’incremento è dovuto alla crescente presenza di stranieri: nel 1991
solo il 2% dei bambini in tale fascia di età aveva cittadinanza straniera, mentre oggi raggiunge il 22%.
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ANALISI DEGLI AMMESSI AL SERVIZIO DEI NIDI D’INFANZIA - DATI GIUGNO 2010
(FONTE: COMUNE DI BOLOGNA - DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO)
Per l’anno educativo 2009-2010 sono state presentate 2.579 domande d’iscrizione ai nidi d’infanzia.
Gli ammessi al servizio, in occasione della prima graduatoria del 16 giugno 2009, sono stati 1.707 (66%
delle domande presentate); i bambini rimasti in lista d’attesa, sempre con riferimento alla prima graduatoria,
sono stati 872 (34%).
Al 15 febbraio 2010, data di elaborazione dell’ultima graduatoria, risultavano ancora in lista d’attesa 390
bambini.
L’analisi delle domande presentate e dei bambini ammessi al servizio è stata condotta sulle seguenti
variabili:
• cittadinanza
• distribuzione territoriale per quartiere e zona
• età del bambino
• tipologia della famiglia in cui vive il bambino
• ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
ANALISI DELLE DOMANDE DI AMMISSIONE AL SERVIZIO DEI NIDI DI INFANZIA
(FONTE: COMUNE DI BOLOGNA - DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO)
Tra le domande d’iscrizione ai nidi d’infanzia, nell’anno educativo 2009-2010, il 17% si riferisce a bambini
stranieri (444 su 2.579), un punto in percentuale in più rispetto allo scorso anno. Questo rapporto, a livello
cittadino, è di poco inferiore alla composizione per cittadinanza dell’utenza potenziale, dove i bambini
stranieri rappresentano il 21%. A livello di zona invece vi sono notevoli differenze: la percentuale delle
domande presentate da stranieri va dal 27% della zona Bolognina (dove si registra la percentuale più alta di
utenza potenziale straniera, 35%) al 9% della zona Colli, sostanzialmente in linea con l’utenza potenziale
straniera.
Il 48% delle domande si riferisce a bambini che non hanno compiuto l’anno di età (era il 44% lo scorso
anno). Inferiore risulta invece la percentuale per i bambini da uno a due anni (41%, due punti percentuali in
meno rispetto all’anno scorso). La percentuale si abbassa sensibilmente per i bambini che hanno già
compiuto i due anni, in quanto una parte di questi bambini (più precisamente quelli che hanno superato i due
anni e mezzo) non possono fare domanda al nido, ma rientrano nella fascia dei bambini che possono fare
domanda alla scuola dell’infanzia. La percentuale delle domande per età del bambino assume valori
differenti se la si considera in rapporto all’utenza potenziale (tra i bambini con meno di un anno si fa
domanda nel 42% dei casi, tra i bambini da uno a due anni nel 35% e tra quelli con due anni già compiuti nel
7%).
56 famiglie su 100 che hanno fatto domanda d’iscrizione al nido sono composte da coniugi con figli, in
larghissima maggioranza senza altri membri conviventi; questo rapporto è leggermente superiore (60 su 100)
se consideriamo l’insieme di tutti i coniugi con figli in età 0-2 anni presenti in anagrafe al 30 aprile 2009. La
seconda tipologia familiare in ordine di rilevanza numerica, tra le famiglie che hanno presentato domanda
d’iscrizione al nido, è la famiglia monogenitoriale che rappresenta il 21% del complesso delle domande (3%
relative alla tipologia “padre con figli” e 18% “madre con figli”). La terza tipologia familiare più
rappresentata è quella composta dal genitore con figli ed altri membri conviventi (16% nel complesso, 10%
“padre con figli e altri membri conviventi”, 6% “madre con figli e altri membri conviventi”), all’interno della
quale sono presenti anche le coppie non coniugate. Anche per queste due ultime tipologie familiari non ci
sono differenze significative rispetto alla loro incidenza riferita a tutte le famiglie con bambini in età 0-2
anni.
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L’ISEE medio delle famiglie che hanno presentato domanda al nido è pari a 21.397 euro (+786 rispetto allo
scorso anno). Questo leggero incremento dell’ISEE medio è dovuto al miglioramento dell’indicatore per le
famiglie italiane (+1.160 euro), mentre per quelle straniere si registra una lieve riduzione (-414 euro).
L’ISEE medio più alto si registra nella zona Colli (41.260 euro), mentre è Bolognina la zona con l’ISEE
medio più basso (14.817 euro).
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PROFILI
CADIAI
Cadiai è una cooperativa sociale, fondata a Bologna nel 1974 e oggi iscritta al registro delle ONLUS
(organizzazioni non lucrative di utilità sociale).
Opera prevalentemente nella provincia di Bologna, realizza servizi sociali, sanitari ed educativi per le
persone, spesso in collaborazione con enti pubblici; alle aziende offre servizi di sorveglianza sanitaria, di
medicina del lavoro e formazione sulla sicurezza.
Obiettivo di Cadiai è essere una voce responsabile e compartecipe delle scelte che vengono prese nella
provincia di Bologna, nella convinzione che il dialogo e lo scambio di idee tra i vari attori siano il modo
giusto per affrontare le tematiche sociali ed economiche. Per lo sviluppo di progetti extraterritoriali, la
cooperativa stabilisce relazioni di partnership con le realtà cooperative locali.
Cadiai realizza servizi sociali, sanitari ed educativi finalizzati all’integrazione sociale ed al miglioramento
della qualità della vita delle persone, contribuendo all’interesse generale della comunità.
Il primo nido è stato inaugurato nell’anno scolastico 1999/2000 ed era un progetto per ristrutturazione e
gestione. Oggi CADIAI gestisce in modo globale 14 nidi di infanzia per un totale di circa 780
posti/bambino e gestisce i servizi educativi e generali in altri 8 nidi di infanzia sparsi sul territorio di
Bologna e provincia, tutti in rapporto di convenzione con gli enti locali.
SOCIETÀ DOLCE
Società Dolce è una cooperativa sociale particolarmente attiva nell’ambito dello sviluppo e della gestione
dei servizi educativi rivolti alla prima infanzia, fornendo servizi qualificati e occupando un posto di primo
piano nel panorama territoriale, collocandosi a pieno titolo nella rete sociale dei servizi presenti nelle zone
dove opera.
Dalla prima gestione di un asilo nido tradizionale risalente al 1992, Società Dolce ha ampliato l’ambito dei
servizi per la prima infanzia, maturando varie esperienze anche nella gestione di servizi privati integrativi e
sperimentali, nati con l’intento di garantire risposte flessibili e differenziate rispetto alle esigenze delle
famiglie e dei bambini.
Oggi (a.s. 2010-2011) la cooperativa ha all’attivo la gestione di 55 nidi d’infanzia, 1 Piccolo Gruppo
Educativo, 2 spazi bambino, 10 centri per genitori e bambini oltre a 3 ludoteche e 8 scuole dell’infanzia nelle
province di Bologna, Modena, Forlì-Cesena, Rimini, Brescia, Parma, Piacenza, Roma e Trieste. Nella sola
zona di Bologna e Provincia Provincia sono oltre 1.400 i bambini seguiti da Società Dolce nell’ultimo anno,
in complessive 52 strutture gestite, sempre in rapporto di convenzione/appalto con gli enti locali.
Società Dolce e Cadiai hanno accolto con entusiasmo la sfida proposta dalla legge di riforma dei servizi
sociali (legge 328/2000) di una nuova proposta di sussidiarietà al servizio di un welfare comunitario che
fonda le proprie radici nel rapporto tra pubblico e privato con particolare attenzione rivolta al terzo settore.
Questa azione è sostanzialmente e simbolicamente rappresentata dalla realizzazione, primo esempio in Italia,
di nidi d’infanzia in finanza di progetto, da qui l’esperienza del Consorzio Karabak.
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IL CONSORZIO KARABAK
Dal 2002 l’attività delle due cooperative si è ampliata verso importanti esperienze di progettazione,
costruzione e gestione di servizi educativi in concessione con gli Enti locali: nella provincia di Bologna è
nato il Consorzio Karabak. Con riferimento a questa dimensione concertativa - coerente con lo spirito della
legislazione in materia di sistema dei servizi alle persone ed alle famiglie – Cadiai e Società Dolce si
pongono a riferimento per la realizzazione di servizi per la prima infanzia orientati ad accompagnare e
sostenere la crescita armonica dei bambini, ad accogliere e soddisfare i bisogni di supporto delle famiglie e a
promuovere la cultura dell'infanzia nella comunità.
Cadiai e Società Dolce, in collaborazione con le imprese cooperative Camst, Manutencoop e Cipea, hanno
progettato, costruito e gestiscono in concessione 10 nidi d’infanzia nella Provincia di Bologna a marchio
Karabak, e precisamente:
-
6 nidi d’infanzia nel Comune di Bologna (nido d’infanzia Abba, Elefantino Blu, Marameo e Gaia
Nido e 2 prossime aperture).
-
4 nidi d’infanzia nella provincia di Bologna (Balenido, Comune di Casalecchio di Reno;
GattoNando, Comune di Malalbergo; La Cicogna, Comune di San Lazzaro di Savena; La Culla,
Comune di Ozzano dell’Emilia).
SCHEDA INVESTIMENTI STRUTTURE KARABAK
Il Consorzio ha un capitale sociale di oltre 4 milioni di euro ed ha effettuato - per le 10 strutture attualmente
già attive - un investimento complessivo di oltre 21,3 milioni di euro.
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GESTIONE NIDI COOPERATIVE SOCIALI: ALCUNI DATI
COSTO DEL LAVORO E RETRIBUZIONE
Il dato relativo al costo del lavoro annuo di un educatore che opera nei servizi 0/6 (livello D1 da CCNL delle
cooperative sociali) a tempo pieno, con tre scatti di anzianità, senza figli o familiari a carico e con 13
mensilità si aggira sui 26.700,00 lordi
La retribuzione mensile media dello stesso operatore (D1 a tempo pieno con tre scatti di anzianità, senza figli
o familiari a carico, 13 mensilità) è pari a euro 1.400,00 e un importo netto pari a 1.080,00 euro.
La cooperazione sociale applica integralmente il CCNL di settore più alcune condizioni migliorative che
garantiscono al personale impiegato il miglior trattamento possibile.
Tuteliamo in particolar modo la maternità integrando al 100% la retribuzione delle operatrici per tutta la
durata del congedo obbligatorio che, nel caso delle operatrici di nido (educatrici e ausiliarie), va dal primo
giorno in cui si è riscontrato lo stato di gravidanza al 7° mese di vita del bambino.
Si specifica che il CCNL delle cooperative sociali garantisce elementi di stabilità lavorativa (stabilizzazione
a tempo indeterminato, contribuzione piena, tutela per la malattia e la maternità, ecc.).
Tutto il personale educativo impiegato nei servizi per la prima infanzia dispone, oltre al proprio orario
frontale, di un monte ore settimanale non frontale per la programmazione e il lavoro di gruppo. Inoltre,
tutti gli operatori (educatori e addetti ai servizi ausiliari) si avvalgono di un monte ore annuo destinato alla
formazione e all’aggiornamento professionale.
COSTO ANNUO PER BAMBINO
Nei nidi in concessione per costruzione e gestione - ovvero nei quali oltre al costo della gestione globale
del servizio ci sono i costi relativi alla costruzione dell’immobile e agli oneri finanziari derivanti dai
prestiti/mutui bancari - i costi sono in media i seguenti:
costo annuo (11 mesi) posto bambini lattanti (3/12 mesi) a tempo pieno (7.30/18):
costo annuo (11 mesi) posto bambini medio/grandi (12/36 mesi) a tempo pieno (7.30/18):
€ 11.900,00
€ 11.500,00*
Nei casi di affidamento da parte dell'Ente locale alla cooperativa della sola gestione globale del servizio su
struttture comunali già esistenti, in media i valori economici di un posto nido sono:
costo annuo (11 mesi) posto bambini lattanti (3/12 mesi) a tempo pieno (7.30/18):
costo annuo (11 mesi) posto bambini medio/grandi (12/36 mesi) a tempo pieno(7.30/18):
€ 9.600,00
€ 9.100,00*
* i valori sono leggermente inferiori per un diverso rapporto educatori/bambini previsto dalla normativa.
Nota: I costi si riferiscono unicamente al valore economico complessivo di un posto nido sostenuto dalla
coooperativa e mai riferito a ciò che pagano le famiglie, che è una cifra variabile in base alle politiche
tariffarie di compartecipazione dell'utenza determinate dagli Enti locali in base alla normativa regionale
(ISEE). In altri termini, le rette o tariffe che il Comune chiede alle famiglie seguono criteri che sono uguali
per tutti i nidi, per quelli a gestione diretta da parte dell'Ente locale, per i nidi in concessione per costruzione
e gestione e per i nidi in convenzione per la sola gestione.
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LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Cadiai e Società Dolce, dopo aver ottenuto e confermato la Certificazione di Qualità UNI EN ISO
9001:2008 del Sistema Aziendale, hanno scelto di proseguire sulla strada dell’eccellenza intraprendendo il
percorso che ha condotto alla Certificazione di Qualità per i servizi educativi rivolti alla prima infanzia
(0/3 anni) e per i servizi educativi rivolti all’infanzia (3/6 anni), secondo la norma specifica di settore UNI
11034/2003.
L’OFFERTA INTEGRATA PUBBLICO/PRIVATO
Cadiai e Società Dolce operano in stretta collaborazione e sinergia con le amministrazioni comunali
locali: è attraverso lo stretto rapporto pubblico/privato che viene valorizzata l’azione di welfare sociale.
Quest’ottica di continuo rafforzamento delle forme di integrazione fra enti locali e soggetti del privato
sociale, sulla fondamentale base di criteri di qualità, permette, attraverso la messa in campo delle risorse
del privato sociale, la maggiore offerta di risposte concrete alle famiglie del territorio.
I RAPPORTI CON LE AZIENDE
Intensa è anche la collaborazione con le diverse aziende del territorio, con le quali sono state attivate
forme di convenzionamento a favore dei figli dei dipendenti. Questa nuova formula connota sempre di più
i servizi per l’infanzia come parti integranti di una rete territoriale a sostegno dei genitori, mettendo in risalto
la capacità dei nostri servizi di plasmarsi sulla realtà attuale in continua trasformazione.
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE
Le cooperative sociali Cadiai e Società Dolce sostengono la formazione e la crescita professionale dei
giovani attraverso diverse formule di orientamento formativo: tirocini universitari, borse lavoro, Servizio
Civile Nazionale. Nell’anno 2010, nell’Area Infanzia di Bologna e Provincia, Cadiai ha attivato18 tirocini
universitari; Società Dolce ha avviato 37 tirocini (laurea triennale e laurea specialistica), le forme di borsa
lavoro 4 e i volontari del SCN 2.
PARTECIPAZIONE E RICERCA
Investimento di risorse per approfondire tematiche sociali importanti ed attuali, per far conoscere modelli e
soluzioni gestionali adottate con successo, sostenere e promuovere il ruolo della cooperazione sociale
come agente di sviluppo sociale attraverso pubblicazioni, convegni, ecc. Anche su questo versante
l’impegno delle due cooperative è attivo e costante.
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GLOSSARIO
NIDO AZIENDALE: il nido aziendale risponde alla volontà di offrire risposte concrete ai dipendenti
aziendali e alle famiglie del territorio, garantendo pari opportunità alle mamme attraverso la concreta
possibilità di conciliare i tempi di lavoro con quelli di cura dei propri figli.
SERVIZIO A GESTIONE COMPLETA: servizi nei quali si opera con autonomia organizzativa e
progettuale e nei quali tutto il personale impiegato appartiene alla cooperativa.
PROJECT FINANCING/CONCESSIONE PER COSTRUZIONE E GESTIONE: sono tipi di gara
pubblica che richiedono ai partecipanti la presentazione di un progetto globale per la costruzione e gestione
di un’opera di pubblico interesse (nidi di infanzia o impianti sportivi o uffici amministrativi pubblici). Oltre
al progetto tecnico e a quello di gestione, è prevista la presentazione di un piano economico finanziario che
descriva l’entità dell’investimento economico necessario per la realizzazione delle opere murarie e degli
impianti, e il piano di rientro di questo investimento, attraverso la riscossione delle rette o dei canoni di
locazione, nel corso di un certo lasso di tempo. Allo scadere del tempo previsto, le opere rientrano nelle
disponibilità dell’ente committente e devono essergli consegnate nello stesso stato in cui erano al momento
di avvio delle attività, ragion per cui, nel piano economico, devono essere previste anche le spese per le
manutenzioni ed i ripristini, sia delle opere che degli arredi. Si differenziano per il tipo di procedimento che
seguono, ma sostanzialmente offrono all’ente committente l’identico vantaggio di avere in tempi piuttosto
brevi un servizio funzionante, ottenuto con finanziamento, in particolare nel caso del project financing, in
tutto o in parte con capitale privato.
APPALTO: è un contratto attraverso il quale un ente pubblico si assicura l’utilizzo di un servizio, realizzato
da un ente privato, secondo criteri e metodi coerenti con quanto fissato dall’ente pubblico stesso. Nel caso in
cui si tratti di un servizio complesso (gestione del servizio educativo e dei servizi generali del nido di
infanzia “…”), il contratto di appalto viene attivato a seguito di una gara pubblica, con la quale l’ente
committente seleziona il miglior soggetto gestore sulla base di criteri definiti nel bando e nel capitolato di
gara. Nel contratto vengono definiti gli obblighi a cui il soggetto selezionato è sottoposto e le regole che
definiscono i rapporti tra committente ed ente gestore. Nella maggior parte dei casi, nei servizi gestiti in
appalto tutta la parte amministrativa del servizio (iscrizioni, definizione e riscossione delle rette, forniture,
utenze ecc. ecc.)rimane di competenza dell’ente committente mentre l’ente gestore assicura il servizio diretto
all’utenza. Gli appalti hanno una durata prestabilita (solitamente non più di 2 o 3 anni), superata la quale
scadono e, fatte salve le possibilità di rinnovo o proroga previste dallo stesso contratto e dalle normative
vigenti, devono essere rimesse a gara.
CONVENZIONI: nel caso in cui si tratti di convenzionare singoli posti di nido d’infanzia, l’ente
committente procede a sua discrezione, assicurandosi che siano rispettati i requisiti minimi richiesti dalle
normative (autorizzazione al funzionamento).
CONCESSIONE: è un altro tipo di contratto, attraverso il quale l’ente pubblico affida ad un ente privato la
gestione globale di un servizio. L’ente privato, selezionato tramite una specifica procedura di gara, è tenuto a
svolgere il servizio in nome e per conto del’ente pubblico stesso e ad accollarsi quindi tutti gli oneri che la
gestione richiede, compresa la parte più amministrativa (riscossione delle rette, forniture, utenze,
manutenzioni ecc. ecc.). L’ente pubblico si riserva sempre la gestione degli accessi (graduatorie ed
iscrizioni) poiché questi servizi, anche se concessi in gestione ad un privato, sono a tutti gli effetti parte
integrante dell’offerta pubblica di servizio. Anche i nidi costruiti con project financing sono poi gestiti in
regime di concessione. Le concessioni sono solitamente di durata superiore agli appalti. Nel caso dei project
financing e delle concessioni per costruzione e gestione, la durata è molto più ampia (in media 20/25 anni)
ed è a volte materia di offerta (viene attribuito punteggio anche alla durata della concessione, nel senso che
ha più punti il progetto che impiega meno tempo a rientrare nelle disponibilità dell’ente committente).
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VOUCHER: è un sostegno economico dato alle famiglie che non superano una certa soglia di ISEE e che
vogliono iscrivere il proprio figlio al nido. Deriva da una misura europea di sostegno al rientro al lavoro
delle donne ed è gestito dalla regione Emilia Romagna. Ad ogni voucher riconosciuto dalla regione, il
comune di residenza riconosce alla famiglia un ulteriore importo, che va anch’esso ad alleggerire la retta del
nido. Viene stilata una graduatoria delle famiglie aventi diritto ed un elenco dei nidi convenzionati in cui le
famiglie possono “spendere” il buono a loro riconosciuto. Per facilitare l’accesso ai servizi, il comune di
Bologna ha aperto convenzioni con molti nidi privati, in modo tale da coprire capillarmente tutto il territorio.
Con il voucher la famiglia arriva a pagare di tasca propria poco più di 1/3 della retta globale del nido.
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