Specie protette dalla Direttiva Uccelli
FANELLO
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Carduelis cannabina
Ordine: Passeriformes Famiglia: Fringillidae
Un individuo adulto, può raggiungere i 13 cm di lunghezza, per 21 grammi di peso. Il colore della livrea va dal bruno del
dorso al rosso vivo di fronte e petto, più evidente nei maschi. Per il resto, il capo si presenta grigio, mentre le ali sono
variamente striate di bianco, eccetto le remiganti, che si presentano nere.
Presente in tutta l’Eurasia e nel Mediterraneo, conta diverse sottospecie, di cui quella nonimale C. c. cannabina abita
Europa e Siberia occidentale. Nel nostro Paese – e segnatamente in Italia meridionale e nelle due isole maggiori – è
presente anche la sottospecie C. c. mediterranea, diffusa anche in Corsica, Baleari, Penisola iberica, Balcani. Altre
sottospecie abitano le isole Canarie – C. c. meadewaldoi e C. c. harteti – e il Nord Africa.
Come nidificante è presente praticamente in tutta Italia in diversi contesti e altitudini, dalle quote più basse fino ai 2.000
metri e oltre dell’area alpina. Evita dense foreste, prediligendo boschi radi con radure. Generalmente, preferisce
vegetazione arbustiva e brughiere con buona esposizione, aree agricole con siepi o alberi sparsi, vigneti, frutteti, macchie,
incolti, giovani piantagioni arboree, margini forestali.
Come tutti gli uccelli granivori, il Fanello si nutre principalmente di semi, ma anche di insetti. In genere nidifica sui
cespugli nei pressi di corsi d'acqua, deponendo fino a 4-6 uova di colore bianco-azzurro, punteggiate di bruno-chiaro alle
estremità, per un massimo di due covate annuali. L’incubazione delle uova dura circa 13 giorni, e i pulcini sono pronti per
l’involo già dopo 15 giorni dalla schiusa, anche se per il completo svezzamento si dovrà attendere ancora un paio di
settimane.
Prospettive
Specie poco studiata, salvo contributi a carattere prevalentemente locale, relativi soprattutto alla Sicilia. È anzitutto
auspicabile, quindi, un incremento delle conoscenze sull’ecologia della specie e un approfondimento su più vasta scala dei
reali trend demografici delle popolazioni principali.
Sulla base dei pochi dati disponibili, si può proporre come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale una
densità di 10 coppie per 10 ettari per l’Italia continentale, che sale a 50 coppie per 10 ettari in Sicilia. Tale valore può
comunque essere superato in situazioni particolarmente idonee, mentre non è possibile – stante la mancanza di dati sulla
densità della specie su vasta scala – formulare un FRV a scala di comprensorio.
Da sottolineare in ogni caso come le densità più elevate siano raggiunte in quegli ambienti – come agrumeti e mandorleti
estensivi in Sicilia – caratterizzati da agricoltura non intensiva e, per quanto riguarda Alpi, Prealpi e Appennini, da
presenza di boschi non troppo fitti con buona disponibilità di radure, cespugli, incolti. Per questo, al fine di migliorare le
prospettive della specie, è essenziale favorire il mantenimento dei paesaggi agricoli tradizionali nelle aree montane con
agricoltura e pastorizia non intensive.
Va altresì incentivato il mantenimento di elementi marginali come piccoli incolti ad arbusti, siepi e alberelli o arbusti
isolati nelle aree coltivate o pascolate, limitando l’impiego di pesticidi in frutteti e coltivi frequentati dalla specie. Ad oggi
è particolarmente verosimile come lo stato di salute delle popolazioni si presenti più favorevole alle quote più elevate,
mentre a quote inferiori l’effetto combinato tra l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, la conseguente avanzata
del bosco, il massiccio uso di pesticidi nelle aree soggette ad intensificazione delle pratiche agricole, ha probabilmente
determinato una significativa riduzione dell’habitat idoneo.
Minacce
Come per altre specie che prediligono gli ambienti aperti, l’abbandono dei paesaggi agricoli di tipo tradizionale comporta
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una progressiva riduzione dell’habitat idoneo, fino alla sua completa scomparsa dovuta al ritorno del bosco. Il
mantenimento di aree con agricoltura e pastorizia non intensive su Alpi e Appennini si configura quindi come strategia
necessaria per la conservazione di questa ed altre specie legate agli ambienti aperti.
In particolare, l’uso indiscriminato di pesticidi, l’eliminazione di elementi marginali e la semina autunnale dei cereali
determinano per questa specie un peggioramento della qualità dell’habitat, con conseguenze negative sulla quantità di
risorse alimentari disponibili. Particolarmente impattante sulla specie è anche il fenomeno della predazione ai nidi:
Corvidi, mustelidi, volpi, roditori, gatti sono i predatori principali, a cui va aggiunto il periodico saccheggio dei nidi da
parte dei bracconieri.
Ad accrescere l’impatto della predazione contribuiscono diversi fattori, tra i quali il verificarsi di annate particolarmente
fredde e umide, ma anche la presenza di un’elevata densità di nidi. In Inghilterra meridionale, il 58% su 1.227 nidi censiti
in ambiente agricolo e il 65% di 178 nidi in ambiente urbano o suburbano sono andati incontro a completo fallimento
(con medie variabili tra il 45% e il 75% a seconda delle stagioni). Nei nidi di successo, dall’85% delle uova deposte sono
nati pulcini giunti poi all’involo.
In Italia, dati sul successo riproduttivo sono disponibili per il Parmense, dove si è registrata una media di 3,2 giovani
involati per coppia, con successo medio dell’83%. In Sicilia, in agrumeto suburbano, dati risalenti all’inizio degli anni ’80
riportano percentuali positive tra il 66% e l’85,7%, per un tasso d’involo di circa 2,4 giovani per nido di successo.
Stato di salute
Classificato come in declino nell’Unione europea, il Fanello presenta uno stato di conservazione sfavorevole anche a
livello continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione europea nel periodo
1970-1990, seguita da moderato declino nel periodo 1990-2000.
Attualmente, la popolazione nidificante nell’Ue è stimata in 5.000.000-13.000.000 di coppie, pari alla metà circa della
popolazione continentale della specie (10.000.000-28.000.000 di coppie) e a una frazione compresa tra il 25 e il 49%
della popolazione globale della specie. La popolazione italiana appare stabile ed è stimata in 100.000-400.000 coppie, pari
al 2-3% della popolazione “comunitaria” e a poco più dell’1% di quella continentale complessiva.
Specie piuttosto comune in tutta la Penisola, mostra trend stabile con fluttuazioni locali. In Lombardia, ad esempio, la
specie appare in generale incremento, mentre in Toscana pare in decremento molto probabilmente a causa della
diminuzione, almeno nell’area appenninica, delle zone aperte essenziali per l’ecologia della specie. Pur evitando ambienti
altamente antropizzati, il Fanello dipende infatti indirettamente dall’attività umana, e in particolare dall’agricoltura non
intensiva che determina la presenza di alberi sparsi, giovani piantagioni arboree alternate a porzioni ad incolto, cespugli e
arbusti vari con buona esposizione.
Il nostro Paese, dove la specie è nidificante e svernante, vede anche un consistente movimento di individui in migrazione.
In base ai dati sugli inanellamenti, i siti di ricattura si concentrano nel Nord Est e in Italia centrale. Diverse segnalazioni
provengono poi da aree costiere, dalla Liguria, a nord, fino alle coste tirreniche e adriatiche meridionali. La gran parte dei
movimenti ricade entro i 1.000 km, ma gli spostamenti più rilevanti superano anche i 2.000 km di distanza dal sito di
inanellamento.
Non è stato redatto, ad oggi, un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Fanello non è stato considerato
nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Semaforo
In generale declino nel continente europeo, la specie mostra in Italia un andamento meno univoco, con situazioni di
stabilità o incremento unite a decrementi in alcune regioni del Paese. In linea generale, si rileva una progressiva
contrazione dell’habitat idoneo, che potrebbe produrre in futuro impatti ulteriormente negativi su questa ed altre specie
legate agli ambienti aperti.
Fattore
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Stato
Stato di conservazione
Range*
Stabile
Favorevole
Popolazione
In calo almeno localmente
Inadeguato
Habitat
In diminuzione
Inadeguato
Complessivo
Inadeguato
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Il Fanello presenta un canto melodico, ben punteggiato da distinte note metalliche. Da rilevare come si tratti di un ottimo
“imitatore”: specie tipicamente gregaria, dopo qualche tempo di convivenza con individui di altre specie è infatti in
grado di riprodurne quasi perfettamente tutti i richiami, talvolta inframmezzandoli e fondendoli ai propri.
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