Che cos’è un orto? Un orto è un appezzamento di terra dal quale, a seguito di lavorazione, si ricavano frutta, verdura, fiori, arbusti e vegetali ornamentali. L’orticoltura si pratica soprattutto su pianure alluvionali e che possiedono un clima piuttosto mite. L'avvento delle serre ha migliorato considerevolmente la produzione degli orti. Sia le colture in serra che quelle in aperta campagna richiedono comunque una buona irrigazione. Le colture da orto comprendono piante annuali che esauriscono il loro ciclo vegetativo nell'anno e colture perenni che offrono produzioni abbondanti che si ripetono ad ogni stagione (carciofi, asparagi). Gli orti sono strumenti di riappropriazione dei luoghi e di costruzione di comunità capaci di rispondere ad una nuova domanda sociale: il bisogno di naturalità e di un ravvicinato rapporto con la terra. L’artificializzazione crescente della società ha fatto emergere una forte domanda di paesaggio che si esplica anche attraverso la ricerca di nuove modalità di interazione con il proprio ambiente di vita, che coinvolgano attivamente il cittadino nella produzione dei luoghi. In questo senso gli orti urbani sono dei veri e propri laboratori territoriali che costituiscono un atto di produzione di paesaggi. Ora vedremo qualche esempio di orto: Questo invece è il nostro orto: Come coltivare un orto? non è solo un luogo di produzione di ortaggi sani, freschie saporiti, ma è anche una fine ma è anche una finestra aperta sulla natura e i suoi preziosi insegnamenti. Impariamo ad osservare la natura, a seguire l’evoluzione delle piante, a conoscere il terreno e le varietà per coltivare al meglio il nostro orto familiare. Il successo nella coltivazione dell’orto dipende principalmente dai L'ORTO seguenti quattro fattori: - il sole: l’esposizione del vostro orto deve essere in piena luce - l’acqua: le piante orticole hanno bisogno di acqua per crescere - la terra: a medio impasto, fertile e drenante - il fattore umano: che non è solo braccia e fatica, ma soprattutto buon senso. Infine c’è un ulteriore fattore critico di successo: il meteo, ma per questo, purtroppo, non possiamo fare nulla. L’orto deve essere comodo e facile da raggiungere. Non deve essere troppo lontano dalla nostra abitazione. I vialetti devono unire tutte le zone dell’orto ed essere sufficientemente larghi almeno 40 cm. la cura di eliminare le radici di erbe infestanti che penetrano profondamente nel terreno. Le operazioni di preparazione vanno effettuate in autunno o in inverno (ma non quando gela). Eliminate i sassi più grossi e ogni altro corpo estraneo quindi effettuate una profonda vangatura. Se il terreno è pesante, duro e compatto, aggiungetevi della sabbia per renderlo più morbido e drenante. Se invece è secco e sabbioso incorporatevi degli appositi composti organici da giardino, mescolati con torba. Lasciate passare tutto l’inverno con le zolle ben esposte e, all’inizio della primavera, praticate un’accurata fresatura. In questa fase potete arricchire il terreno per prepararlo alle coltivazioni. A primavera basta una lavorazione superficiale e pareggiamento o baulatura per favorire lo sgrondo dell’acqua di innaffio o piovana ed evitare pericolosi ristagni. La concimazione ( il letame maturo sarebbe perfetto ) va effettuata metà in autunno e metà in primavera. Preferire fertilizzanti complessi e a lenta cessione ricchi anche di microelementi. Infine recintare la superficie per impedire che gli ortaggi vengano danneggiati da animali in libertà. Dopo i lavori preliminari, l'orto va suddiviso in porzioni, in riferimento agli ortaggi che abbiamo deciso di coltivare. L'orto: come rendere il terreno fertile Le sostanze nutritive necessarie per le piante vengono normalmente fornite dal terreno. Se è carente di alcune sostanze si avrà una minore produzione o, in alcuni casi, la mancata crescita di alcune specie. Se il terreno è carente di alcune sostanze nutritive è possibile rimediare apportando concimi. Un altro elemento importante per la fertilità è la ricchezza di “humus” del terreno. La sua presenza si può rilevare osservando il colore del suolo: se è ricco di sostanza organica ha un colore bruno-nerastro. Un terreno ricco di humus è un terreno ricco di microrganismi che trasformano le sostanze organiche che giungono nel terreno stesso. Un terreno con poco humus tende a diventare sterile. Si può comunque migliorare notevolmente la situazione apportando sostanza organica, sotto forma di letame o con fertilizzanti di origine biologica. Una semplice analisi del terreno vi permetterà di capire quanto il terreno del vostro orto è fertile e quindi produttivo. Per questo rivolgetevi al vostro rivenditore di fiducia. L’orto: l’irrigazione Una prima regola d'oro è annaffiare l'orto verso il tramonto oppure nelle prime ore del giorno, in maniera da evitare sbalzi termici alle piante e sprechi d'acqua causati dalla evaporazione. Mai innaffiare in pieno giorno! Chissà quante volte ci siamo chiesti se è meglio innaffiare la sera o la mattina! Bisogna fare una distinzione. In estate, le piante hanno maggior bisogno di acqua e dovremo bagnarle la sera, verso il tramonto, per far sì che abbiano tutta la notte per assorbire l’acqua. In primavera, dovremo invece innaffiare di mattina, onde evitare che durante la notte l’acqua possa gelare e rovini così le radici. Un orto coltivato di 50 mq. ha un fabbisogno massimo giornaliero di circa 50 litri di acqua. Essendo la portata media di un rubinetto compresa tra 15 e 25 l/min. saranno necessari 10 minuti al giorno per bagnarlo manualmente. Uno dei sistemi più consigliato è l’irrigazione “ goccia a goccia” con manichetta. Non è altro che un piccolo tubo di plastica con dei microfori che, sistemato vicino alle piante, garantisce una lenta ed inesorabile annaffiatura. Il vostro rivenditore saprà consigliarvi per questa soluzione. L’orto: la rotazione delle colture Per non sentirci dire che l’orto del vicino è più rigoglioso del nostro, ricordiamoci di cambiare ogni anno la disposizione delle piante da coltivare, in modo da ottenere un equilibrio biologico naturale. La rotazione è di una importanza fondamentale per mantenere vitale e produttivo il terreno del vostro orto. La rotazione più comune e più semplice consiste nel non piantare sempre nella stessa area le stesse piante, ma cambiare comunque posizione ogni anno. Il principio di base è quello di non fare mai succedere le colture a se stesse. Un esempio: 1° anno: pomodoro 2° anno: ortaggi da foglia 3° anno: legumi 4° anno: cavoli. Alcune piante, se coltivate vicine, favoriscono il reciproco sviluppo e si difendono vicendevolmente dai parassiti. Le sostanze emesse dalle radici dei pomodori stimolano la crescita dei sedani; le carote tengono lontano la mosca delle cipolle, e le cipolle quella della carota. L’agricoltura biologica sfrutta proprio queste simpatie fra le piante per evitare l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi. L'orto: il trapianto Nella versione più classica di un orto le piante sono disposte in file. E’ una soluzione molto pratica ed anche estetica, in quanto risulterà molto gradevole l’incredibile varietà di forme, colori e dimensioni che la natura ci regala. E’ opportuno preparare nel terreno le buche che accoglieranno le piantine ed innaffiarle a dovere. Quindi, con la maggior cura che potete ed evitando di rovinare le radici, eseguite il trapianto comprimendo bene la terra attorno alle radici. Fate seguire un’abbondante annaffiatura, al limite dell’allagamento. Richiedete le “Guide ai trapianti” al vostro rivenditore, contengono consigli utilissimi sulle varietà delle piante da orto che produciamo. COMPOST Nell’angolo più nascosto, lasciate un metro quadro per la compostiera. Si tratta di un “cassone” di legno nel quale gettare tutti i rifiuti erbacei o comunque organici prodotti dall’orto. Queste sostanze fermentano e marciscono realizzando un “composto” dalle notevoli capacità fertilizzanti che può essere utilizzato per arricchire il terreno di sostanze nutritive assolutamente naturali. La maggior parte dei rifiuti del giardino e di cucina possono essere trasformati in un ottimo fertilizzante, tanto più se gli stessi vengono mescolati tra loro ed inseriti in un contenitore idoneo, che possa mantenere temperatura e umidificazione a livelli adeguati ad una veloce decomposizione. Rifiuti utilizzabili sono fogliame, erba, rametti, tagli di siepi, avanzi di cibi cotti, scarti di frutta, scarti di verdura, fondi di caffè, pane ammuffito o raffermo, fiori e piante appassite. L’ossigeno, l’umidità e i microrganismi presenti nel terreno, insieme all’azione di animaletti che dalle feritoie entrano all’interno della compostiera, consentiranno ai rifiuti di trasformarsi in breve tempo in ottimo humus, indicato per la concimazione di fiori, piante e giardini. Quando i rifiuti si sono trasformati in uno spugnoso terriccio marrone, allora potrete estrarlo con un badile o una paletta e utilizzarlo per concimare. Come concimare: Cos’ è: concimare vuol dire apportare o rinnovare gli elementi chimici del suolo che servono da alimento a una pianta. La mancanza di tutti o di qualcuno di questi impedisce il suo normale sviluppo; il concime nutre le piante e permette loro di continuare a crescere e a produrre fiori. Cosa contiene: Le piante hanno bisogno di tre minerali essenziali: azoto per la crescita delle foglie e del fusto (soprattutto all’ inizio dello sviluppo); fosforo per la produzione delle radici sane e per la formazione di boccioli; potassio per sviluppare fiori, frutti e bulbi. Inoltre, hanno bisogno di altri elementi, come ferro e magnesio ma in minore quantità. A cosa serve: Una buona “alimentazione” aiuta le piante a crescere, a svilupparsi e a fiorire e le rende resistenti alle malattie. Se le piante da interni ricevono molto concime o molto poco, diventano vittime dei parassiti e delle malattie. - Le piante hanno bisogno di nutrimenti, quindi di concime, in modo direttamente proporzionale alla grandezza delle foglie e alla velocità di crescita. - E’ meglio concimare di frequente ma in piccole quantità. Un eccesso di concime è difficile da recuperare; è più facile aggiungerne un pò di più se si nota che la pianta non cresce. - Usare prodotti equilibrati per le piante da interni, per non fare errori. - Una pianta ha bisogno di concime soltanto nella sua fase di crescita attiva. - Il concime non è una medicina: se una pianta è malata o non ha ricevuto le cure adeguate, il concime non risolverà il problema. 1 – Rispettare le dosi e le modalità di applicazione indicate sulle confezioni; l’eccesso di fertilizzante è ancora più pericoloso della sua mancanza. 2 - Annaffiare sempre prima di concimare; lasciare che l’acqua scorra e dopo applicare il concime. 3 - Utilizzare prodotti specifici per ogni tipo di pianta, contengono i nutrienti precisi di cui ogni esemplare ha bisogno e nelle giuste dosi. 1 - Non concimare una pianta appena comprata: la terra possiede nutrimenti a sufficienza per i primi mesi. Cominciare a concimarla trascorse sei settimane, come per una pianta appena trapiantata. 2 - Non concimare le piante giovani, piccole e con poche radici; cominciare a farlo quando maturano, una volta al mese e nella loro fase di crescita. 3 - Non concimare una pianta nel periodo di riposo vegetativo, generalmente in autunno e in inverno; bisogna aspettare la fase di crescita attiva. Ricordare che esistono piante che si sviluppano e fioriscono in inverno. Cos’è la pacciamatura L’inverno è un momento complicato per l’orto e per il giardino, è molto importante tenere sotto controllo la salute delle piante. La pacciamatura è una tecnica semplice ed economica, non che completamente naturale, in grado di migliorare le condizioni dell’orto e del giardino e soprattutto preservarli dal freddo più intenso. Come si effettua la pacciamatura del terreno Si tratta di un’operazione semplice e piuttosto antica, normalmente utilizzata sia nel giardinaggio che nell’agricoltura. La pacciamatura si realizza ricoprendo il terreno con uno strato, con spessore differente a seconda delle esigenze, di materiale inerte. Insetti che possono mangiare le colture: Chiocciole e lumache. Le prime si raccolgono e se si vuole si mangiano. Per le seconde, si ricorre a esche avvelenate, (attenzione: un lettore fa notare la dannosità della formaldeide che si trova in alcune di esse), sparse tutt’attorno alla coltura da proteggere; si può ricorrere anche alla cenere, che fornisce potassio al terreno, mentre è da escludere il sale da cucina: funzionerebbe al caso ma si comporterebbe come un diserbante totale. Si possono collocare nell’orto tavole o coppi, sotto i quali le limacce andranno a rifugiarsi durante il giorno, consentendo la raccolta manuale. Piccoli recipienti, riempiti a metà di birra e interrati a livello del suolo, possono funzionare da trappola ma solo per qualche individuo perché, poi, le altre si guarderanno bene dall’avvicinarsi. Anche le anatre, se ben nutrite dal punto di vista dei vegetali, possono liberare l’orto da limacce e insetti vari, al contrario dei polli che distruggerebbero tutto. Agrotidi e nottue, (lepidotteri) presenti nel sottosuolo allo stadio larvale. Emergono di notte per cercare il cibo. Quando si registra un primo attacco, va distribuito il bacillus thunngiensis sulle verdure, soprattutto di sera. Se si dovesse scavare nel raggio di 10 – 20 cm dalla pianta sotto tiro, potrebbero essere scovati anche sottoterra. Elateridi o ferretti. Sono molto più piccoli dei lombrichi, ma molto coriacei. Mangiano le radici ed entrano nella pianta, divorandola dal basso. Risultando in tal modo inattaccabili, vanno attirati con esche, costituite da mezze patate appoggiate sul terreno per la parte tagliata. Controllarle quotidianamente ed eliminare quelle infestate, sostituendole fino alla scomparsa del parassita. Grillotalpa. Preferisce i terreni poveri ed è abitudinario. Collocare lungo il suo percorso un barattolino interrato a livello basale della galleria e attendere che ci caschi dentro. Larve di oziorrinco, con la testa nera, e maggiolino, con la testa rossa e di maggiori dimensioni. Gli adulti depongono le uova dove è presente molta sostanza organica in decomposizione. Mantenere il terreno soffice, cosicché gli adulti cambieranno luogo di deposizione delle uova; quando si vanga, raccoglierle ed eliminarle. Infestano anche il compost. Altri pericoli sono il topo, o arvicola, e la talpa. I topi scavano gallerie e sono vegetariani: a giugno prediligono le carote, poi fanno la campagna del mais e, a novembre, si buttano sulle cicorie. Miglior antidoto: il gatto; oppure esche avvelenate o polveri tossiche da spargere dentro le gallerie. Quest’ultime, però, risultano dannose per noi e per il gatto, se si ciba del topo morto. Se si impiegano esche, proteggerle con barriere, come un coppo rovesciato, o collocarle dentro la tana. La talpa è utilissima (si nutre soprattutto di insetti terricoli nottue elateridi ecc.), ma sradica tutto quello che incontra lungo il cammino. E’, però, abitudinaria e basta spostare la pianta dal suo tracciato per non avere problemi. Il danno maggiore lo causa nel periodo degli amori (maggio) e quando costruisce il rifugio invernale (novembre). Si possono usare trappole, conficcare pezzi di vetro lungo le gallerie o ripiegare su strumenti rumorosi. Afide nero, detto anche “afide della fava”. Colpisce legumi, melanzane ecc., e risulta il più resistente tra i suoi simili. Un suo attacco, poi, è sempre alla grande. Si può usare il piretro. Funziona su fave, piselli e fagioli; su melanzane o zucchine molto meno, perché bisognerebbe irrorare la pagina inferiore delle foglie colpite. Afide verde, meno resistente del precedente. Va combattuto con infusi di aglio, ortica o piretro. Tutti gli afidi succhiano linfa, accartocciando le foglie più tenere, e possono trasmettere virus. Hanno generazioni con ali e senz’ali. Non appena le condizioni climatiche (temperatura e umidità) risultano ideali, si presenta una prima coppia con le ali; poi, si moltiplicano a dismisura con varie generazioni senz’ali. Infine, nasce una nuova generazione alata. Se si fa un controllo quotidiano, l’infestazione può essere subito controllata ed eliminata, soprattutto durante la prima migrazione. Oltre agli aficidi visti prima. ci sono le coccinelle, sia allo stadio larvale sia a quello adulto, che si cibano di afidi. Tuttavia, le coccinelle, per eleggere a propria dimora il nostro orto, devono trovare un habitat ideale, come la presenza di siepi sempreverdi, per poter svernare. Altri insetti mangia-afidi sono le forficole (forbicine) e le crisope. Dorifora. Coleottero importato dall’America Dopo aver ben mangiato, inizia a volare, si accoppia e depone le uova sulla pagina inferiore delle foglie di una pianta integra. Un controllo accurato nella seconda metà di maggio riduce l’infestazione. Un sistema efficace è far crescere una patata in anticipo, riparandola al caldo; collocarla nell’orto ai primi di maggio e, poi, controllarla attentamente. Se spaventata, la dorifora non vola via ma si lascia cadere a terra e può essere raccolta. Trialeurodide o mosca bianca. Si comporta come gli afidi, soprattutto in serra, con produzione di melata e conseguente fumaggine. Il ciclo di riproduzione è molto veloce. La lotta biologica si avvale di una piccola vespa (encarsia formosa) che depone le uova all’interno di quelle della mosca bianca. Nella serra si può combattere con il freddo, aprendola d’inverno. L’insetto sverna anche all’interno dei cavoli. Ragnetto rosso. Molto piccolo (serve la lente per vederlo), si ubica sulle pagine inferiori delle foglie, che presentano, così, una crescita più lenta e deformata e perdono lucentezza fino a decolorarsi. Se l’infestazione è consistente, la foglia diventa rossa. Si può combattere con lo zolfo, oppure con la distribuzione di “fitoseilus persimilis”(ragnetto predatore) nelle colture protette. Portano via i semi e sono ghiotte di melata di afide. Praticamente, esse allevano gli afidi, ospitandoli durante l’inverno all’interno dei loro nidi e trasportandoli sulle piante in primavera. La polvere di piretro elimina le formiche. Cocciniglia. E’ un parassita che interessa le piante con fusto legnoso.