Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche Corso di laurea in Scienze politiche STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE a.a. 2013/2014 Georg Wilhelm Friedrich Hegel Stoccarda, 27 agosto 1770 Berlino, 14 novembre 1831 Il sistema hegeliano Pensare al Tutto “L'intuizione fondamentale del pensiero hegeliano è che sia insensato pensare che la distinzione fra il tutto e le parti consista nella mera giustapposizione del tutto rispetto alle parti” (Schnädelbach, 1999). “Il pensiero fondamentale di Hegel è il seguente: se nel tutto si distingue il tutto dalle sue parti, facendone un'entità separata accanto alle parti, allora questo stesso tutto è solo una parte del tutto accanto alle altre parti; ma se è così, allora il vero tutto deve essere pensato come l'unità del tutto, da distinguersi dalle parti, e delle parti stesse” (Ivi). Universale astratto abstraho + Particolare = Universale concreto concresco Superare il dualismo kantiano Kant scopre l'antinomia, ovvero il fatto che la ragione, su determinate questioni, adduca argomenti ugualmente fondati a sostegno di una proposizione e della proposizione contraria. Es. Il mondo - meglio universo - ha un tempo e uno spazio finito o infinito? A. Tesi. Il mondo è finito, perché se fosse infinito non potremmo distinguere nessun istante t1 (infinito + 1 è sempre infinito). B. Antitesi. Il mondo è infinito, perché se fosse finito dovrebbe avere un inizio, e cosa c'era prima di questo inizio? Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse) “Va considerato come uno dei più importanti e profondi progressi della filosofia moderna aver colto l'essenzialità e necessità della contraddizione posta nel Razionale delle determinazioni dell'intelletto. Sennonché, quanto profondo è questo punto di vista, tanto banale è la soluzione. Essa consiste semplicemente in una sorta di intenerimento per le cose del mondo: la macchia della contraddizione non dev'essere nell'Essenza del mondo, bensì deve appartenere soltanto alla ragione pensante, all'Essenza dello spirito” (Hegel, 1816). Kant pensatore timoroso “Considerando responsabile dell'antinomia solo la ragione, Kant avrebbe teneramente risparmiato al mondo la contraddizione, mentre il mondo in realtà sarebbe in se stesso contradditorio, proprio in quanto unità incondizionata di incondizionato e condizionato” (Schnädelbach, 1999). La realtà è fatta di antinomie, ben più numerose delle quattro individuate da Kant; ed egli si pone come pensatore timoroso che rifugge dalla speculazione metafisica per il porto più sicuro dell'esperienza. La parte piccola... Il “metodo speculativo” A. Tesi B. Antitesi C. Sintesi Aufheben: sollevare, superare. die Phänomenologie des Geistes, Vorrede “Il bocciolo dilegua nel dischiudersi del fiore, e si potrebbe dire che quello viene confutato da questo; allo stesso modo, la comparsa del frutto mette in chiaro che il fiore è un falso modo di esistere della pianta, e il frutto ne prende il posto come verità di essa. Queste forme non si limitano a essere differenti, ma, in quanto reciprocamente incompatibili, si rimuovono a vicenda. La loro natura fluida ne fa però, nel contempo, momenti dell'unità organica, in cui non soltanto esse non sono in contrasto, ma l'una non è meno indispensabile dell'altra: ed è solamente questa pari necessità a costituire la vita del tutto” (Hegel, 1807). La fenomenologia dello Spirito (die Phänomenologie des Geistes) “Il vero è tutto. Il tutto però non è altro che l'essenza che si compie attraverso il suo sviluppo”. “Il vero è sistema”. L'idealismo Immaginate un falegname che debba costruire un mobile. Egli avrà prima il disegno del mobile nella sua testa – l'idea del mobile – e solo successivamente andrà a realizzarlo. Nel processo di oggettivazione l'idea non sarà più in sé, ma fuori di sé. Quando l'oggetto – il mobile – sarà concluso, il falegname sarà cosciente, guardandolo, della materializzazione della sua idea. Coglierà lo spirito dell'oggetto, che lo precedeva, come idea, e ora lo supera. Ecco l'idea ritornare in sé eper sé. Il pilastro dell'idealismo Esse sequitur operari Io penso l'essere L'io empirico viene trasceso in nome di un pensiero puro, che è azione. Si desoggettivizza il pensiero. Abbiamo così il pensiero puro, che precede la materia. essere – non essere - divenire Triplice distinzione della filosofia hegeliana 1. Logica 2. Filosofia della natura 3. Filosofia dello Spirito Idea in sé Assoluto = Idea Idea fuori di sé Idea che ritorna in sé Teologia hegeliana Padre – figlio – spirito santo Lo Spirito “L'idea è il mero concetto di sapere e quindi la possibilità logica dello Spirito, lo Spirito è l'attuazione o la realizzazione di questa possibilità. Lo Spirito è la vivente attualizzazione e autoconoscenza dell'Idea. In tal senso lo Spirito non è ultimo se non per il modo nostro di esprimerci, ma in effetti è il primo, e, in questa ottica, Idea logica e Natura vanno viste come ideali momenti dello Spirito non separati e non scissi, ma come poli dialettici di cui lo Spirito è la vivente sintesi”. Perché lo Spirito deve passare per la natura? Lo Spirito si crea da sé il finito. Si autopone delle barriere per poterle superare e, così facendo, riconoscere la libertà come sua essenza. Nihil est in sensu quod non fuerit in intellectu, in quanto lo Spirito è causa del sensibile e dunque anche della sensazione. Lo Spirito oggettivo Con lo Spirito soggettivo abbiamo il momento dell'autoconoscenza e autorealizzazione; con lo Spirito oggettivo abbiamo invece il momento dell'attuazione della piena libertà. “Lo Spirito oggettivo è lo Spirito che si realizza nelle sfere della famiglia, nelle consuetudini e nei precetti della società, nelle leggi dello Stato, è l'ethos che alimenta la vita etico-politica, è la storia-che-si-fa”. Nicolai Hartmann, sullo Spirito oggettivo “è un elemento della vita in cui noi tutti ci troviamo e al di fuori del quale non abbiamo alcuna esistenza, è per così dire l'aria spirituale in cui respiriamo. Si tratta della sfera spirituale in cui nascita, educazione e circostanza storica ci pongono e ci lasciano crescere: quel quid universaleche nella cultura, nei costumi, nella lingua, nelle forme del pensiero, nei pregiudizi e nelle valutazioni predominanti conosciamo come potenza superindividuale e tuttavia reale, nei cui confronti il singolo si presenta quasi senza potere e senza difesa, poiché penetra, porta e caratterizza la sua essenza come quella di tutti gli altri. Questo quid meraviglioso è un medium attraverso cui vediamo, comprendiamo, giudichiamo, utilizziamo, trattiamo ogni cosa... E tuttavia è nello stesso tempo ben più che un medium: è qualcosa che dà struttura, forma e guida, esistendo in noi stessi. È facile divenirne storicamente coscienti (guardando indietro, dal punto di vista degli epigoni). Noi parliamo di tendenze e correnti spirituali di un'epoca, dei suoi orientamenti, idee, valori, della sua morale, scienza e arte. Intendiamo questi fenomeni come qualcosa di storicamente reale, che ha il suo nascere e perire e dunque la sua vita nel tempo, non diversamente dagli individui. Siamo però ben lontani dall'attribuire all'individuo storico come tale questi fenomeni, come se fossero soltanto i suoi. […] Si parla per esempio chiaramente di un sapere del nostro tempo. A questo sapere il singolo partecipa, imparando vi si orienta, ma tale sapere non si risolve mai nel sapere del singolo”. L'uomo e (è) lo Spirito νοῦς: Spirito, intelligenza. L'uomo è l'attore fondamentale del Sistema hegeliano, poiché è grazie ad esso che lo Spirito avanza, ritrovando sé stesso dopo essersi alienato nella materia. L'uomo è parte dell'Assoluto (ab-solutus), ma in quanto essere dotato di ragione, intelligente, ha la possibilità di riconoscere lo Spirito (di cui è parte) e di vederlo come intelligibile. Così come l'uomo ritrova sé stesso nell'oggetto della propria creazione, dopo aver in esso riposto il proprio Io; allo stesso modo lo Spirito ritrova sé stesso nel mondo in cui si è alienato, ma non può farlo che per mezzo dell'uomo, unico essere raziocinante. “...considerata dal lato dell'individuo, la sua formazione consiste in questo: egli acquisisce quanto gli si presenta davanti, consuma entro si sé la propria natura inorganica e ne prende possesso per sé. Ma tutto ciò, parimenti, non significa altro se non che lo spirito universale, ossia la sostanza, dà a sé la propria autocoscienza, ovvero ha entro di sé il proprio divenire e la propria riflessione”. “Ciò che sembra avvenire al di fuori della sostanza, e che sembra costituire un'attività contraria, è il fare suo proprio, ed essa mostra così di essere essenzialmente soggetto (Spirito)”. “In generale, poiché la sostanza è in sé stessa soggetto, ogni contenuto è riflessione di sé entro sé stesso”. Il contesto storico La Rivoluzione francese 17 giugno 1789: il Terzo Stato si autoproclama Assemblea nazionale, con l'obiettivo dichiarato di dare alla Francia una costituzione. 20 giugno 1789: il famoso giuramento della Pallacorda. Trovandosi chiusi fuori dall'aula, i deputati del Terzo Stato si ritirarono nella sala adiacente, decidendo di sfidare apertamente il sovrano in un giuramento che riaffermava il proprio diritto a formare un'assemblea nazionale senza distinzione di ceto. 14 luglio 1789: presa della Bastiglia. Il Terrore “Dall'approvazione della legge sui sospetti nel settembre 1793 fino alla caduta dei giacobini dieci mesi dopo, il governo si allontanò progressivamente dagli ideali liberali della prima fase rivoluzionaria per avvicinarsi sempre più allo stato di polizia. I diritti civili fondamentali quali l'habeas corpus e il processo con giuria – da poco interrotto e ancora in vigore per i reati comuni – furono sospesi nei casi in cui si riteneva che fosse in pericolo la sicurezza dello stato. […] In totale Donald Greer calcola che circa mezzo milione di francesi furono imprigionati o messi agli arresti domiciliari nei mesi del Terrore; forse 16.500 morirono sul patibolo” (Forrest, 1995). Napoleone e l'impero “Lo Spirito del mondo seduto a cavallo, che lo domina e lo sormonta”. L'armata napoleonica entrerà a Jena, città in cui viveva Hegel, il 13 ottobre 1806, sconfiggendo l'esercito prussiano e riportando una delle sue più folgoranti vittorie. Napoleone come Alessandro e Cesare. Napoleone, con il codice civile e lo Stato burocratico, disintegra definitivamente il vecchio sistema feudale, portando lo Spirito verso un'avanzamento epocale. Restaurazione e moti Il Congresso di Vienna (1814-1815). Visione romantica in luogo del razionalismo illuministico che aveva portato al Terrore. Il prevalere di una concezione teologica e reazionaria (De Maistre) della storia. Moti rivoluzionari anni Venti e Trenta. Il pensiero politico Lineamenti di filosofia del diritto (Grundlinien der Philosophie des Rechts) “In generale, quindi, il Diritto è la Libertà in quanto Idea (Hegel, Introduzione)”. Idea filosofica (razionale) è l'identità consapevole di forma e contenuto, soggettivo e oggettivo. I due momenti dell'Idea sono il concetto come forma e la figurazione che esso si conferisce nella propria realizzazione. “A prima vista, la formula ‘la Libertà in quanto Idea’ può dare l'impressione di indicare una limitazione, come se più in alto della libertà come Idea ci fosse la libertà come Realtà. In senso hegeliano, invece, la formula non designa affatto la libertà ideale – cioè la libertà astratta, non ancora realizzata -, bensì proprio la libertà spirituale nel suo pieno realizzarsi conformemente al suo concetto, alla sua ragione” (Vincenzo Cicero). “Se la politica è attività pratica, essa deve essere riferita al principio stesso dell'attività, cioè alla volontà: la politica si presenta in Hegel come indagine del sistema delle determinazioni della volontà. L'essenza della volontà è la libertà, non potendo sussistere un atto volontario se non come autodeterminazione della volontà. La libertà, pertanto, diventa, nella concezione hegeliana del diritto e della politica, il valore centrale al quale deve informarsi e l'organizzazione della società e quella dello Stato: per molti aspetti il sistema politico hegeliano si fonda proprio sulla definizione del concetto di libertà” (D'Addio, Storia delle dottrine politiche, vol. II). “Anche la filosofia politica di Hegel si costruisce intorno alla centralità del tema moderno della libertà; essa è caratterizzata dalla libera volontà universale – fondamento dello stato -, pensata in una prospettiva che, senza negare alcune acquisizioni di fondo del liberalismo, le inserisce però in una cornice più ampia, che ne riconosce il relativo valore e ne evidenzia anche i limiti” (Petrucciani, Modelli di filosofia politica). “La conciliazione del particolare con l'universale, raggiunta nel sapere assoluto fenomenologico, viene attuata nella realtà storicosociale – che Hegel definisce Spirito oggettivo – dallo Stato moderno post-rivoluzionario. Lo Stato – l'unità politica autocosciente (‘il razionale in sé e per sé’), l'unione di libertà e necessità, che produce la ‘libera obbedienza’ del cittadino alle leggi dello Stato – è il vero oggetto dei Lineamenti di filosofia del diritto” (Galli, Manuale di storia del pensiero politico). Il sistema del diritto “Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale” “Il compito della Filosofia è comprendere concettualmente ciò che è, perché ciò che è, è la Ragione”. “La Filosofia è il proprio tempo colto in pensieri” (Hegel, Prefazione). Diritto astratto, Moralità, Eticità rappresentano tutti dei diritti, stadi di sviluppo della Libertà nel suo percorso autocosciente. Non bisogna mai dimenticare che il sistema hegeliano è insieme ontologico (l'essere che si mostra) e gnoseologico (l'essere che mostrandosi è conosciuto e riconosciuto come Ragione). Il punto terminale della dialettica è lo Stato germanico, razionale e libero in sé e per sé. Diritto astratto Il Diritto è ciò che consente la Libertà. Quale libertà? Nel caso del Diritto astratto si tratta della libertà in sé. Della libertà del singolo a cui si contrappone un mondo che egli vuol riconnettere a sé stesso (proprietà); dei limiti che le altre personalità generano (contratto); della violazione dei limiti (illecito). La norma è percepita nel suo carattere esterno: di proibizione o liceità. § 36. “L'imperativo giuridico formale è pertanto: sii una persona e rispetta gli altri come persone”. § 38. “Proprio a causa della sua astrazione, la necessità di questo diritto si limita al negativo, si limità cioè a non ledere la personalità e le determinazioni che ne conseguono. Qui ci sono perciò soltanto divieti giuridici, e la forma positiva delle norme giuridiche, secondo il loro contenuto ultimo, ha per fondamento il divieto”. La volontà libera non può rimanere puramente astratta, deve darsi un'esistenza, concretizzarsi. Il modo più immediato attraverso il quale detto processo si compie è rappresentato dalle cose, dagli oggetti esterni. Moralità Le norme giuridiche, nella loro oggettività, chiedono al singolo un'obbedienza soltanto esterna o formale, che non implica il suo assenso o coinvolgimento interiore; il passaggio alla sfera della Moralità avviene per l'appunto quando all'autorità esterna della legge subentra l'interiorizzazione del dovere. Il cittadino degli Stati moderni, a differenza di quello della polis greca, non si identifica in modo immediato e irriflesso con le norme e i valori collettivi della società alla quale appartiene; le norme e i valori provenienti dall'ordinamento sociale e politico devono avere adesione, riconoscimento o anche fondamento nel suo cuore, nella sua disposizione d'animo, nella sua coscienza e nella sua intelligenza. Il superamento hegeliano del liberalismo “L'oggetto delle prime due parti (Diritto astratto, Moralità) è proprio quello di mostrare come tanto la dimensione della mera libertà giuridica, quanto quella della libertà morale delineata secondo il modello kantiano, non costituiscano un modo soddisfacente di pensare la libertà: nella visione di Hegel, infatti, la libertà dell'individuo non consiste compiutamente né nella sua facoltà di operare come persona giuridica, capace di disporre di sé e delle sue proprietà e di concludere contratti con altre persone giuridiche, e neppure nella sua capacità di autodeterminarsi come persona morale capace di scegliere in base alla ragione senza lasciarsi dominare dalle inclinazioni... … la libertà infatti, secondo Hegel, non va intesa tanto come possibilità per l'individuo di determinarsi in una direzione o in un'altra, ma più compiutamente dev'essere compresa come il fruire di quelle condizioni e di quei rapporti oggettivi che consentano all'individuo la sua autorealizzazione, che gli assicurino le condizioni per esplicare la sua libera personalità” (Petrucciani). ● Le massime kantiane si possono uiversalizzare solo nella misura in cui si assume l'esistenza di certi istituti. Es. furto-proprietà. ● L'eticità come sintesi e mediazione di immediatezza esterna e interna. Libertà concreta Non può essere pensata come mera capacità di autodeterminazione individuale – uti singulus – ma come l'insieme di quegli istituti nel contesto dei quali gli individui possono godere, a diversi livelli, delle condizioni per la loro autorealizzazione (Ibidem). Eticità Rifiuto del contrattualismo Pensare che degli uomini, come delle monadi, decidano di stringere un patto e creare lo Stato, il Tutto politico, “quasi che si dessero prima i soggetti di contratto nell'ambito della società civile e poi l'organismo politico che li garantisce”, è per Hegel una mera astrazione. Lo Stato è l'Idea in sé e per sé, e, in quanto tale, non può che comprendere già le parti entro sé. La famiglia L'individuo singolo non esiste, ci dice Hegel (gli farà eco Marx). A partire dalla sua nascita egli si ritrova all'interno della prima sfera dell'eticità: la famiglia. Questa rappresenta già una totalità naturale, fatta di amore, di sentimento. Ma, ad un dato momento, la famiglia si disgrega e l'individuo entra nella seconda sfera della società civile. I componenti della società civile si comportano gli uni verso gli altri come indipendenti, “poiche soltanto il legame del bisogno reciproco li avvince” (Antiseri, Reale). La società civile ● Sistema dei bisogni. ● Comprende tutte le istituzioni volte a tutelare gli interessi dei singoli, soprattutto l'amministrazione della giustizia e la polizia. ● La scienza economica e la divisione del lavoro. ● L'uomo come creatore di bisogni sempre nuovi. ● La “mano invisibile”. Divisione in ceti sociali ● Stato sostanziale: proprietari terrieri e agricoltori. ● Stato dell'industria: artigiani; uomini d'impresa, di manifattura; commercianti. ● Stato generale: tutti coloro che si dedicano con continuità agli interessi generali dello stato sociale, ergo: burocrati. “Il tipo di razionalità e di cultura dell'individuo sono quelle dello stato sociale cui lo stesso individuo appartiene”. Hegel e la questione sociale § 243. Il contrasto tra le classi “Quando la società civile si trova a operare senza impedimenti, essa è allora impegnata, all'interno di se stessa, con il progresso della popolazione e dell'industria. In virtù dell'universalizzazione sia della connessione degli uomini mediante i loro bisogni, sia delle modalità di allestimento e approvvigionamento dei mezzi per tali bisogni, infatti, si accrescono, (1) da un lato, l'accumulazione delle ricchezze – in quanto da questa duplice universalità viene tratto il più grande profitto -, e, (2) dall'altro lato, tanto la singolarizzazione e la limitatezza del lavoro particolare, quanto, con ciò, la dipendenza e lo stato di bisogno della classe legata a questo lavoro. A quest'ultimo lato è connessa l'incapacità di sentire e di godere le ulteriori libertà e, soprattutto, i vantaggi spirituali della società civile”. § 244. Proletari e capitalisti Il fatto che una grande massa di individui scenda sotto la misura d'una certa modalità di sussistenza – la quale, in quanto modalità necessaria per un membro della società, si regola da se stessa -, e quindi il degrado di costoro fino alla perdita del sentimento del diritto, della rettitudine e dell'onore di sussistere grazie alla propria attività e al proprio lavoro, conducono al generarsi della plebe. Questa generazione reca a un tempo con sé, come contropartita, una maggiore facilità di concentrare in poche mani ricchezze sproporzionate. § 245. L'incapacità della società civile a risolvere il problema del pauperismo […] Diviene qui evidente che, nonostante l'eccesso di ricchezza, la società civile non è ricca abbastanza per ovviare all'eccesso di povertà e al generarsi della plebe. Hegel assegna grande importanza alla società civile, seguendo le idee di Adam Smith e dei liberali; semplicemente non vede in essa né la prima fonte d'eticità, essendo la società civile preceduta dal vivere in famiglia, né l'ultima, attuandosi la piena realizzazione umana solo nello Stato. Tuttavia, già all'interno della società civile si prepara la riconciliazione del popolo verso la più alta forma di eticità: lo Stato. Le discrasie della società civile sono risolte da istituzioni quali la polizia (Die Polizei) e la corporazione (Die Korporation), con il compito di equilibrare le asimmetrie tra produttori e consumatori nella sfera dello scambio, svolgere politiche di calmieraggio dei prezzi e organizzare socialmente i ceti di riferimento § 252. I compiti e le competenze delle corporazioni […] In generale, la corporazione ha il diritto di svolgere per i suoi membri la funzione di seconda famiglia – funzione che rimane invece più indeterminata per la società civile generale, essendo questa più lontana dagli individui e dal loro bisogno particolare. Lo Stato § 260. La realtà della Libertà concreta Lo Stato è la realtà della Libertà concreta. Ora, la Libertà concreta consiste nel fatto che la singolarità personale e i suoi interessi particolari, per un verso, hanno il loro sviluppo completo e il riconoscimento del loro diritto per sé (nel sistema della famiglia e della società civile); per altro verso, invece, essi in parte passano da se stessi nell'interesse dell'universale, e in parte, con il loro sapere e volere, riconoscono l'universale stesso: precisamente, lo riconoscono come loro proprio Spirito sostanziale, e sono attivi in vista di esso come in vista del loro fine ultimo... … Il principio degli Stati moderni ha questa immane forza e profondità: esso fa sì che il principio della soggettività si compia fino all'estremo autonomo della particolarità personale, e, a un tempo, lo riconduce nell'unità sostanziale, conservando così quest'ultima in quel principio stesso. “L'eticità dello Stato, il fatto che il supremo dovere degli individui è d'essere membri dello Stato, non significano che Hegel proponga lo Stato come una totalità etica, come un Assoluto, che assorbe in sé, praticamente annullandoli, gli individui e tutte le sfere della società civile” (D'Addio). ? Lo Stato come Spirito che si realizza nel mondo “Lo Stato è la volontà razionale, la quale è essenzialmente libera, è identica a se stessa. In quanto volontà razionale, lo Stato è la libertà come libertà libera e, quindi, realizzata. In sé e per sé, lo Stato è il tutto etico, la realizzazione della libertà. Fine assoluto della Ragione è che la libertà sia reale. Lo Stato è lo Spirito che sta nel mondo, lo Spirito che si realizza nel mondo, nella coscienza. Lo Spirito si realizza anche nella Natura, ma come l'Altro dello Spirito, come Spirito dormiente. Quando invece è dato nella coscienza, quando è oggetto a se stesso e sa se stesso come oggetto esistente, lo Spirito è Stato... Quando si parla della libertà, bisogna partire non dalla singolarità, dall'autocoscienza singolare, bensì soltanto dall'essenza dell'autocoscienza. Lo sappia o no l'uomo, è in questa essenza che consiste la libertà, ed essa si realizza come potenza autonoma nella quale i singoli individui sono soltanto momenti, contro la quale il singolo non può nulla. È il cammino di Dio nel mondo a far sì che lo Stato sia. A far ciò è la potenza della Ragione realizzantesi come volontà”. L'Idea di Stato come Dio reale “Quando si parla dell'Idea dello Stato, non bisogna avere davanti agli occhi degli Stati particolari, ma si deve considerare l'Idea per sé, questo Dio reale. Ogni Stato può essere dichiarato, in base ai principi che si hanno, come un cattivo Stato, e se ne può riconoscere questa o quella imperfezione; ogni Stato però, nella misura in cui in esso è dato l'essenziale – per cui esso è uno Stato in quanto Stato, cioè uno Stato europeo cristiano – deve contenere tutti i momenti statuali essenziali. [...] Lo Stato non è una pura opera d'arte. Esso sta nel mondo, sta nella sfera dell'arbitrio, del caso, dell'errore; una cattiva intenzione può sfigurarlo in molti suoi lati. Ma l'uomo più odioso, il delinquente, è pur sempre uomo; un malato, uno storpio, è pur sempre un uomo ancora vivente: l'affermativo – la vita – è malgrado il difetto, ed è appunto questo affermativo che bisogna considerare”. La necessità della guerra “Dalle guerre, risultano non soltanto rafforzati i popoli; ma nazioni, che sono in discordia in sé, acquistano, mediante guerre all'esterno, pace all'interno. Certamente, dalla guerra proviene la malsicurezza nella proprietà, ma questa malsicurezza delle cose è null'altro che il movimento, il quale è necessario”. La costituzione politica Universale astratto: potere legislativo Negativamente razionale: potere governativo Positivamente razionale: potere sovrano Il potere legislativo: ha il compito di stabilire l'universale, ciò che è uguale per tutti, che riguarda tutti. Il potere governativo: ha il compito di ricondurre i casi particolari all'interno dell'universale giuridico. Il potere sovrano : decisione ultima sovrana, che unifica i due poteri precedenti. La sovranità appartiene allo Stato ed è rappresentata dal monarca, “che garantisce, in virtù della successione al trono, la continuità dello Stato.” ● Il monarca “ha il potere di nominare i membri del governo e le alte cariche dello Stato: la responsabilità degli atti del potere sovrano ricadono sui membri del consiglio del monarca”. ● “L'esecuzione delle decisioni del monarca fa capo al potere governativo, che è praticamente costituito dalla pubblica amministrazione”, il cui compito fondamentale è quello di far valere nella società civile l'interesse generale dello Stato. ● Il potere legislativo è costituito dal monarca; dal governo; dalle assemble degli stati (iniziativa delle proposte di legge). Monarchia costituzionale Rifiuto del costituzionalismo liberale francese ed inglese: il popolo concepito come un insieme di individui singoli che fondano un rapporto diretto tra essi e i propri rappresentanti è una pura astrazione. La rappresentanza politica deve essere mediata dal sistema delle corporazioni. Si parla quindi di rappresentanza organica, la quale, a differenza della rappresentanza liberal-democratica, garantisce la competenza, e la conoscenza dei problemi delle persone che dovranno risolverli. Bicameralismo L'assemblea legislativa deve essere divisa in due Camere. Deputazione dei ceti, delle corporazioni e di tutte le altre istituzioni della società civile volte ad agire come medium. Sono gli stessi ceti e le istituzioni mediatrici e scegliersi i propri rappresentanti. ● Diritto successorio per l'aristocrazia. ● L'importanza della classe media. Diritto internazionale e guerra Lo Stato è come un individuo, che ha natura autonoma, indipendente, e deve essere riconosciuto come tale dagli altri individui (gli altri Stati). I problemi che nascono dalla coesistenza di più entità statuali si risolvono attraverso accordi internazionali – diritto internazionale – fondati sul principio: Pacta sunt servanda Tuttavia... Il diritto internazionale non può regolare tutti i rapporti tra gli Stati e impedire, come avrebbe voluto Kant, i conflitti. Quando sono in gioco gli interessi nazionali, la Raison d'Etat, non esiste alcun potere che possa erigersi sopra lo Stato. La guerra diviene allora l'unico strumento possibile; e bisogna realisticamente intendere che la storia, senza le guerre, sarebbe storia di “pagine bianche”. Questo non annulla il diritto internazionale. La guerra deve essere sempre considerata come fatto transitorio in vista del conseguimento della pace. I quattro periodi della storia universale ● Orientale ● Greco ● Romano ● Germanico-cristiano Lo Stato orientale La religione pervade tutte le manifestazioni della vita dell'individuo. La vita dell'individuo è segnata dalla nascita: dipende dalla casta (classe sociale) di cui fa parte. Il carattere sacrale del tutto, dalla morale alla politica, impedisce alcun cambiamento. Non è possibile per l'uomo un'autonoma esistenza. Il movimento si esprime solo nella devastazione della guerra. Lo Stato greco Compare per la prima volta il concetto di individualità libera. La libertà è però intesa come piena partecipazione all'universo della polis, nel quadro di una connessione organica con l'Intero. Lo Stato romano L'individualità si realizza nello Stato romano, il mondo del diritto, della separazione della sfera pubblica – diritto pubblico – dalla sfera privata – diritto privato –. Lo Stato cristiano-germanico Lo Stato costituzionale: il momento della piena libertà. Si realizza attraverso varie tappe: ● L'Impero cristiano-germanico. ● La Riforma protestante. ● La Rivoluzione francese. Essere e dover essere coincidono? “Hegel quindi non esclude completamente dalla propria filosofia pratica l'elemento normativo – che coincide anche per lui con il razionale -, ma lo esclude solo nella misura in cui a esso, nel campo di ciò che è presente e reale, non corrisponde nulla (Schnädelbach, 1999)”. Essere e dover essere coincidono? “Hegel quindi non esclude completamente dalla propria filosofia pratica l'elemento normativo – che coincide anche per lui con il razionale -, ma lo esclude solo nella misura in cui a esso, nel campo di ciò che è presente e reale, non corrisponde nulla (Schnädelbach, 1999)”. Hegel progressista? ● Monarchia costituzionale con separazione istituzionale dei poteri ● Libera economia di mercato ● Questione sociale