Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche
Corso di laurea in Scienze politiche
STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE
a.a. 2013/2014
Georg Wilhelm Friedrich
Hegel
Stoccarda, 27 agosto 1770
Berlino, 14 novembre 1831
Il sistema hegeliano
Pensare al Tutto
“L'intuizione fondamentale del pensiero hegeliano è che sia
insensato pensare che la distinzione fra il tutto e le parti consista
nella mera giustapposizione del tutto rispetto alle parti”
(Schnädelbach, 1999).
“Il pensiero fondamentale di Hegel è il seguente: se nel tutto
si distingue il tutto dalle sue parti, facendone un'entità
separata accanto alle parti, allora questo stesso tutto è solo una
parte del tutto accanto alle altre parti; ma se è così, allora il
vero tutto deve essere pensato come l'unità del tutto, da
distinguersi dalle parti, e delle parti stesse” (Ivi).
Universale astratto
abstraho
+ Particolare =
Universale concreto
concresco
Superare il dualismo kantiano
Kant scopre l'antinomia, ovvero il fatto che la ragione, su
determinate questioni, adduca argomenti ugualmente fondati a
sostegno di una proposizione e della proposizione contraria.
Es. Il mondo - meglio universo - ha un tempo e uno spazio finito o
infinito?
A. Tesi. Il mondo è finito, perché se fosse infinito non potremmo
distinguere nessun istante t1 (infinito + 1 è sempre infinito).
B. Antitesi. Il mondo è infinito, perché se fosse finito dovrebbe
avere un inizio, e cosa c'era prima di questo inizio?
Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio
(Enzyclopädie
der
philosophischen
Wissenschaften
im
Grundrisse)
“Va considerato come uno dei più importanti e profondi progressi
della filosofia moderna aver colto l'essenzialità e necessità della
contraddizione
posta
nel
Razionale
delle
determinazioni
dell'intelletto. Sennonché, quanto profondo è questo punto di vista,
tanto banale è la soluzione. Essa consiste semplicemente in una
sorta di intenerimento per le cose del mondo: la macchia della
contraddizione non dev'essere nell'Essenza del mondo, bensì deve
appartenere soltanto alla ragione pensante, all'Essenza dello spirito”
(Hegel, 1816).
Kant pensatore timoroso
“Considerando responsabile dell'antinomia solo la ragione, Kant
avrebbe teneramente risparmiato al mondo la contraddizione,
mentre il mondo in realtà sarebbe in se stesso contradditorio,
proprio in quanto unità incondizionata di incondizionato e
condizionato” (Schnädelbach, 1999).
La realtà è fatta di antinomie, ben più numerose delle quattro
individuate da Kant; ed egli si pone come pensatore timoroso che
rifugge dalla speculazione metafisica per il porto più sicuro
dell'esperienza.
La parte piccola...
Il “metodo speculativo”
A. Tesi
B. Antitesi
C. Sintesi
Aufheben: sollevare,
superare.
die Phänomenologie des Geistes, Vorrede
“Il bocciolo dilegua nel dischiudersi del
fiore, e si potrebbe dire che quello viene
confutato da questo; allo stesso modo, la
comparsa del frutto mette in chiaro che il
fiore è un falso modo di esistere della pianta,
e il frutto ne prende il posto come verità di
essa. Queste forme non si limitano a essere
differenti, ma, in quanto reciprocamente
incompatibili, si rimuovono a vicenda. La
loro natura fluida ne fa però, nel contempo,
momenti dell'unità organica, in cui non
soltanto esse non sono in contrasto, ma l'una
non è meno indispensabile dell'altra: ed è
solamente questa pari necessità a costituire
la vita del tutto” (Hegel, 1807).
La fenomenologia dello Spirito
(die Phänomenologie des Geistes)
“Il vero è tutto. Il tutto però non è altro che l'essenza che si
compie attraverso il suo sviluppo”.
“Il vero è sistema”.
L'idealismo
Immaginate un falegname che debba costruire un mobile.
Egli avrà prima il disegno del mobile nella sua testa –
l'idea del mobile – e solo successivamente andrà a
realizzarlo. Nel processo di oggettivazione l'idea non sarà
più in sé, ma fuori di sé. Quando l'oggetto – il mobile –
sarà concluso, il falegname sarà cosciente, guardandolo,
della materializzazione della sua idea. Coglierà lo spirito
dell'oggetto, che lo precedeva, come idea, e ora lo supera.
Ecco l'idea ritornare in sé eper sé.
Il pilastro dell'idealismo
Esse sequitur operari
Io penso l'essere
L'io empirico viene trasceso in nome di un
pensiero puro, che è azione. Si desoggettivizza il pensiero. Abbiamo così il
pensiero puro, che precede la materia.
essere – non essere - divenire
Triplice distinzione della filosofia hegeliana
1. Logica
2. Filosofia della natura
3. Filosofia dello Spirito
Idea in sé
Assoluto = Idea
Idea fuori di sé
Idea che ritorna in sé
Teologia hegeliana
Padre – figlio – spirito santo
Lo Spirito
“L'idea è il mero concetto di sapere e quindi la possibilità
logica dello Spirito, lo Spirito è l'attuazione o la
realizzazione di questa possibilità. Lo Spirito è la vivente
attualizzazione e autoconoscenza dell'Idea. In tal senso lo
Spirito non è ultimo se non per il modo nostro di
esprimerci, ma in effetti è il primo, e, in questa ottica, Idea
logica e Natura vanno viste come ideali momenti dello
Spirito non separati e non scissi, ma come poli dialettici
di cui lo Spirito è la vivente sintesi”.
Perché lo Spirito deve passare per la natura?
Lo Spirito si crea da sé il finito. Si autopone delle barriere
per poterle superare e, così facendo, riconoscere la libertà
come sua essenza.
Nihil est in sensu quod non fuerit in intellectu, in quanto lo
Spirito è causa del sensibile e dunque anche della
sensazione.
Lo Spirito oggettivo
Con lo Spirito soggettivo abbiamo il momento
dell'autoconoscenza e autorealizzazione; con lo Spirito
oggettivo abbiamo invece il momento dell'attuazione
della piena libertà.
“Lo Spirito oggettivo è lo Spirito che si realizza nelle
sfere della famiglia, nelle consuetudini e nei precetti della
società, nelle leggi dello Stato, è l'ethos che alimenta la
vita etico-politica, è la storia-che-si-fa”.
Nicolai Hartmann, sullo Spirito oggettivo
“è un elemento della vita in cui noi tutti ci troviamo e al di fuori
del quale non abbiamo alcuna esistenza, è per così dire l'aria
spirituale in cui respiriamo. Si tratta della sfera spirituale in cui
nascita, educazione e circostanza storica ci pongono e ci lasciano
crescere: quel quid universaleche nella cultura, nei costumi, nella
lingua, nelle forme del pensiero, nei pregiudizi e nelle valutazioni
predominanti conosciamo come potenza superindividuale e
tuttavia reale, nei cui confronti il singolo si presenta quasi senza
potere e senza difesa, poiché penetra, porta e caratterizza la sua
essenza come quella di tutti gli altri. Questo quid meraviglioso è
un medium attraverso cui vediamo, comprendiamo, giudichiamo,
utilizziamo, trattiamo ogni cosa...
E tuttavia è nello stesso tempo ben più che un medium: è
qualcosa che dà struttura, forma e guida, esistendo in noi stessi. È
facile divenirne storicamente coscienti (guardando indietro, dal
punto di vista degli epigoni). Noi parliamo di tendenze e correnti
spirituali di un'epoca, dei suoi orientamenti, idee, valori, della sua
morale, scienza e arte. Intendiamo questi fenomeni come
qualcosa di storicamente reale, che ha il suo nascere e perire e
dunque la sua vita nel tempo, non diversamente dagli individui.
Siamo però ben lontani dall'attribuire all'individuo storico come
tale questi fenomeni, come se fossero soltanto i suoi. […] Si parla
per esempio chiaramente di un sapere del nostro tempo. A questo
sapere il singolo partecipa, imparando vi si orienta, ma tale sapere
non si risolve mai nel sapere del singolo”.
L'uomo e (è) lo Spirito
νοῦς: Spirito, intelligenza.
L'uomo è l'attore fondamentale del Sistema hegeliano, poiché è
grazie ad esso che lo Spirito avanza, ritrovando sé stesso dopo essersi
alienato nella materia. L'uomo è parte dell'Assoluto (ab-solutus), ma
in quanto essere dotato di ragione, intelligente, ha la possibilità di
riconoscere lo Spirito (di cui è parte) e di vederlo come intelligibile.
Così come l'uomo ritrova sé stesso nell'oggetto della propria
creazione, dopo aver in esso riposto il proprio Io; allo stesso modo lo
Spirito ritrova sé stesso nel mondo in cui si è alienato, ma non può
farlo che per mezzo dell'uomo, unico essere raziocinante.
“...considerata dal lato dell'individuo, la sua formazione consiste in
questo: egli acquisisce quanto gli si presenta davanti, consuma entro
si sé la propria natura inorganica e ne prende possesso per sé. Ma
tutto ciò, parimenti, non significa altro se non che lo spirito
universale, ossia la sostanza, dà a sé la propria autocoscienza, ovvero
ha entro di sé il proprio divenire e la propria riflessione”.
“Ciò che sembra avvenire al di fuori della sostanza, e che sembra
costituire un'attività contraria, è il fare suo proprio, ed essa mostra
così di essere essenzialmente soggetto (Spirito)”.
“In generale, poiché la sostanza è in sé stessa soggetto, ogni
contenuto è riflessione di sé entro sé stesso”.
Il contesto storico
La Rivoluzione francese
17 giugno 1789: il Terzo Stato si autoproclama Assemblea
nazionale, con l'obiettivo dichiarato di dare alla Francia una
costituzione.
20 giugno 1789: il famoso giuramento della Pallacorda.
Trovandosi chiusi fuori dall'aula, i deputati del Terzo Stato si
ritirarono
nella
sala
adiacente, decidendo
di
sfidare
apertamente il sovrano in un giuramento che riaffermava il
proprio diritto a formare un'assemblea nazionale senza
distinzione di ceto.
14 luglio 1789: presa della Bastiglia.
Il Terrore
“Dall'approvazione della legge sui sospetti nel settembre 1793 fino
alla caduta dei giacobini dieci mesi dopo, il governo si allontanò
progressivamente dagli ideali liberali della prima fase rivoluzionaria
per avvicinarsi sempre più allo stato di polizia. I diritti civili
fondamentali quali l'habeas corpus e il processo con giuria – da poco
interrotto e ancora in vigore per i reati comuni – furono sospesi nei
casi in cui si riteneva che fosse in pericolo la sicurezza dello stato.
[…] In totale Donald Greer calcola che circa mezzo milione di
francesi furono imprigionati o messi agli arresti domiciliari nei mesi
del Terrore; forse 16.500 morirono sul patibolo” (Forrest, 1995).
Napoleone e l'impero
“Lo Spirito del mondo seduto a cavallo, che lo domina e lo
sormonta”.
L'armata napoleonica entrerà a Jena, città in cui viveva Hegel, il
13 ottobre 1806, sconfiggendo l'esercito prussiano e riportando
una delle sue più folgoranti vittorie.
Napoleone come Alessandro e Cesare.
Napoleone, con il codice civile e lo Stato burocratico, disintegra
definitivamente il vecchio sistema feudale, portando lo Spirito
verso un'avanzamento epocale.
Restaurazione e moti
Il Congresso di Vienna (1814-1815).
Visione romantica in luogo del razionalismo illuministico che
aveva portato al Terrore.
Il prevalere di una concezione teologica e reazionaria (De
Maistre) della storia.
Moti rivoluzionari anni Venti e Trenta.
Il pensiero politico
Lineamenti di filosofia del diritto
(Grundlinien der Philosophie des Rechts)
“In generale, quindi, il Diritto è la Libertà in quanto Idea (Hegel,
Introduzione)”.
Idea filosofica (razionale) è l'identità consapevole di forma e contenuto,
soggettivo e oggettivo. I due momenti dell'Idea sono il concetto come
forma e la figurazione che esso si conferisce nella propria realizzazione.
“A prima vista, la formula ‘la Libertà in quanto Idea’ può dare l'impressione
di indicare una limitazione, come se più in alto della libertà come Idea ci
fosse la libertà come Realtà. In senso hegeliano, invece, la formula non
designa affatto la libertà ideale – cioè la libertà astratta, non ancora
realizzata -, bensì proprio la libertà spirituale nel suo pieno realizzarsi
conformemente al suo concetto, alla sua ragione” (Vincenzo Cicero).
“Se la politica è attività pratica, essa deve essere riferita al principio
stesso dell'attività, cioè alla volontà: la politica si presenta in Hegel
come indagine del sistema delle determinazioni della volontà.
L'essenza della volontà è la libertà, non potendo sussistere un atto
volontario se non come autodeterminazione della volontà. La
libertà, pertanto, diventa, nella concezione hegeliana del diritto e
della politica, il valore centrale al quale deve informarsi e
l'organizzazione della società e quella dello Stato: per molti
aspetti il sistema politico hegeliano si fonda proprio sulla
definizione del concetto di libertà” (D'Addio, Storia delle dottrine
politiche, vol. II).
“Anche la filosofia politica di Hegel si costruisce intorno alla
centralità del tema moderno della libertà; essa è caratterizzata dalla
libera volontà universale – fondamento dello stato -, pensata in una
prospettiva che, senza negare alcune acquisizioni di fondo del
liberalismo, le inserisce però in una cornice più ampia, che ne
riconosce il relativo valore e ne evidenzia anche i limiti”
(Petrucciani, Modelli di filosofia politica).
“La conciliazione del particolare con l'universale, raggiunta nel
sapere assoluto fenomenologico, viene attuata nella realtà storicosociale – che Hegel definisce Spirito oggettivo – dallo Stato
moderno
post-rivoluzionario.
Lo
Stato
–
l'unità
politica
autocosciente (‘il razionale in sé e per sé’), l'unione di libertà e
necessità, che produce la ‘libera obbedienza’ del cittadino alle leggi
dello Stato – è il vero oggetto dei Lineamenti di filosofia del diritto”
(Galli, Manuale di storia del pensiero politico).
Il sistema del diritto
“Ciò che è razionale è reale,
e ciò che è reale è razionale”
“Il compito della Filosofia è comprendere
concettualmente ciò che è, perché ciò che è,
è la Ragione”.
“La Filosofia è il proprio tempo colto in
pensieri”
(Hegel, Prefazione).
Diritto astratto, Moralità, Eticità rappresentano tutti dei diritti,
stadi di sviluppo della Libertà nel suo percorso autocosciente.
Non bisogna mai dimenticare che il sistema hegeliano è insieme
ontologico (l'essere che si mostra) e gnoseologico (l'essere che
mostrandosi è conosciuto e riconosciuto come Ragione).
Il punto terminale della dialettica è lo Stato germanico, razionale
e libero in sé e per sé.
Diritto astratto
Il Diritto è ciò che consente la Libertà. Quale libertà? Nel caso del
Diritto astratto si tratta della libertà in sé. Della libertà del singolo a
cui si contrappone un mondo che egli vuol riconnettere a sé stesso
(proprietà); dei limiti che le altre personalità generano (contratto);
della violazione dei limiti (illecito). La norma è percepita nel suo
carattere esterno: di proibizione o liceità.
§ 36. “L'imperativo giuridico formale è pertanto: sii una persona e
rispetta gli altri come persone”.
§ 38. “Proprio a causa della sua astrazione, la necessità di questo diritto
si limita al negativo, si limità cioè a non ledere la personalità e le
determinazioni che ne conseguono. Qui ci sono perciò soltanto divieti
giuridici, e la forma positiva delle norme giuridiche, secondo il loro
contenuto ultimo, ha per fondamento il divieto”.
La volontà libera non può rimanere puramente astratta,
deve darsi un'esistenza, concretizzarsi. Il modo più
immediato attraverso il quale detto processo si compie è
rappresentato dalle cose, dagli oggetti esterni.
Moralità
Le norme giuridiche, nella loro oggettività, chiedono al singolo
un'obbedienza soltanto esterna o formale, che non implica il suo
assenso o coinvolgimento interiore; il passaggio alla sfera della
Moralità avviene per l'appunto quando all'autorità esterna della
legge subentra l'interiorizzazione del dovere.
Il cittadino degli Stati moderni, a differenza di quello della polis
greca, non si identifica in modo immediato e irriflesso con le norme
e i valori collettivi della società alla quale appartiene; le norme e i
valori provenienti dall'ordinamento sociale e politico devono avere
adesione, riconoscimento o anche fondamento nel suo cuore, nella
sua disposizione d'animo, nella sua coscienza e nella sua intelligenza.
Il superamento hegeliano del liberalismo
“L'oggetto delle prime due parti (Diritto astratto, Moralità) è
proprio quello di mostrare come tanto la dimensione della mera
libertà giuridica, quanto quella della libertà morale delineata
secondo il modello kantiano, non costituiscano un modo
soddisfacente di pensare la libertà: nella visione di Hegel, infatti, la
libertà dell'individuo non consiste compiutamente né nella sua
facoltà di operare come persona giuridica, capace di disporre di sé e
delle sue proprietà e di concludere contratti con altre persone
giuridiche, e neppure nella sua capacità di autodeterminarsi come
persona morale capace di scegliere in base alla ragione senza
lasciarsi dominare dalle inclinazioni...
… la libertà infatti, secondo Hegel, non va intesa tanto come
possibilità per l'individuo di determinarsi in una direzione o in
un'altra, ma più compiutamente dev'essere compresa come il fruire
di quelle condizioni e di quei rapporti oggettivi che consentano
all'individuo la sua autorealizzazione, che gli assicurino le condizioni
per esplicare la sua libera personalità” (Petrucciani).
●
Le massime kantiane si possono uiversalizzare solo nella misura in
cui si assume l'esistenza di certi istituti. Es. furto-proprietà.
●
L'eticità come sintesi e mediazione di immediatezza esterna e
interna.
Libertà concreta
Non
può
essere
pensata
come
mera
capacità
di
autodeterminazione individuale – uti singulus – ma come
l'insieme di quegli istituti nel contesto dei quali gli individui
possono godere, a diversi livelli, delle condizioni per la loro
autorealizzazione (Ibidem).
Eticità
Rifiuto del contrattualismo
Pensare che degli uomini, come
delle monadi, decidano di stringere
un patto e creare lo Stato, il Tutto
politico, “quasi che si dessero
prima i soggetti di contratto
nell'ambito della società civile e
poi l'organismo politico che li
garantisce”, è per Hegel una mera
astrazione.
Lo Stato è l'Idea in sé e per sé, e,
in quanto tale, non può che
comprendere già le parti entro sé.
La famiglia
L'individuo singolo non esiste, ci dice Hegel (gli farà eco
Marx). A partire dalla sua nascita egli si ritrova all'interno
della prima sfera dell'eticità: la famiglia. Questa rappresenta
già una totalità naturale, fatta di amore, di sentimento. Ma,
ad un dato momento, la famiglia si disgrega e l'individuo
entra nella seconda sfera della società civile. I componenti
della società civile si comportano gli uni verso gli altri come
indipendenti, “poiche soltanto il legame del bisogno reciproco
li avvince” (Antiseri, Reale).
La società civile
●
Sistema dei bisogni.
●
Comprende tutte le istituzioni volte a tutelare gli interessi
dei singoli, soprattutto l'amministrazione della giustizia e
la polizia.
●
La scienza economica e la divisione del lavoro.
●
L'uomo come creatore di bisogni sempre nuovi.
●
La “mano invisibile”.
Divisione in ceti sociali
●
Stato sostanziale: proprietari terrieri e agricoltori.
●
Stato dell'industria: artigiani; uomini d'impresa, di
manifattura; commercianti.
●
Stato generale: tutti coloro che si dedicano con
continuità agli interessi generali dello stato sociale, ergo:
burocrati.
“Il tipo di razionalità e di cultura dell'individuo sono
quelle dello stato sociale cui lo stesso individuo
appartiene”.
Hegel e la questione sociale
§ 243. Il contrasto tra le classi
“Quando la società civile si trova a operare senza impedimenti, essa è
allora impegnata, all'interno di se stessa, con il progresso della popolazione
e dell'industria. In virtù dell'universalizzazione sia della connessione
degli uomini mediante i loro bisogni, sia delle modalità di allestimento e
approvvigionamento dei mezzi per tali bisogni, infatti, si accrescono, (1)
da un lato, l'accumulazione delle ricchezze – in quanto da questa duplice
universalità viene tratto il più grande profitto -, e, (2) dall'altro lato,
tanto la singolarizzazione e la limitatezza del lavoro particolare, quanto,
con ciò, la dipendenza e lo stato di bisogno della classe legata a questo
lavoro. A quest'ultimo lato è connessa l'incapacità di sentire e di godere le
ulteriori libertà e, soprattutto, i vantaggi spirituali della società civile”.
§ 244. Proletari e capitalisti
Il fatto che una grande massa di individui scenda sotto la misura d'una
certa modalità di sussistenza – la quale, in quanto modalità necessaria
per un membro della società, si regola da se stessa -, e quindi il degrado di
costoro fino alla perdita del sentimento del diritto, della rettitudine e
dell'onore di sussistere grazie alla propria attività e al proprio lavoro,
conducono al generarsi della plebe. Questa generazione reca a un tempo
con sé, come contropartita, una maggiore facilità di concentrare in poche
mani ricchezze sproporzionate.
§ 245. L'incapacità della società civile a risolvere il problema del
pauperismo
[…] Diviene qui evidente che, nonostante l'eccesso di ricchezza, la società
civile non è ricca abbastanza per ovviare all'eccesso di povertà e al
generarsi della plebe.
Hegel assegna grande importanza alla società civile, seguendo
le idee di Adam Smith e dei liberali; semplicemente non vede
in essa né la prima fonte d'eticità, essendo la società civile
preceduta dal vivere in famiglia, né l'ultima, attuandosi la
piena realizzazione umana solo nello Stato.
Tuttavia, già all'interno della società civile si prepara la
riconciliazione del popolo verso la più alta forma di eticità: lo Stato.
Le discrasie della società civile sono risolte da istituzioni quali la
polizia (Die Polizei) e la corporazione (Die Korporation), con il
compito di equilibrare le asimmetrie tra produttori e consumatori
nella sfera dello scambio, svolgere politiche di calmieraggio dei
prezzi e organizzare socialmente i ceti di riferimento
§ 252. I compiti e le competenze delle corporazioni
[…] In generale, la corporazione ha il diritto di svolgere per i suoi
membri la funzione di seconda famiglia – funzione che rimane invece
più indeterminata per la società civile generale, essendo questa più
lontana dagli individui e dal loro bisogno particolare.
Lo Stato
§ 260. La realtà della Libertà concreta
Lo Stato è la realtà della Libertà concreta. Ora, la Libertà concreta
consiste nel fatto che la singolarità personale e i suoi interessi particolari,
per un verso, hanno il loro sviluppo completo e il riconoscimento del loro
diritto per sé (nel sistema della famiglia e della società civile); per altro
verso, invece, essi in parte passano da se stessi nell'interesse
dell'universale, e in parte, con il loro sapere e volere, riconoscono
l'universale stesso: precisamente, lo riconoscono come loro proprio Spirito
sostanziale, e sono attivi in vista di esso come in vista del loro fine
ultimo...
… Il principio degli Stati moderni ha questa immane forza e profondità:
esso fa sì che il principio della soggettività si compia fino all'estremo
autonomo della particolarità personale, e, a un tempo, lo riconduce
nell'unità sostanziale, conservando così quest'ultima in quel principio
stesso.
“L'eticità dello Stato, il fatto che il supremo dovere degli
individui è d'essere membri dello Stato, non significano
che Hegel proponga lo Stato come una totalità etica,
come un Assoluto, che assorbe in sé, praticamente
annullandoli, gli individui e tutte le sfere della società
civile” (D'Addio).
?
Lo Stato come Spirito che si realizza nel mondo
“Lo Stato è la volontà razionale, la quale è essenzialmente
libera, è identica a se stessa. In quanto volontà razionale, lo
Stato è la libertà come libertà libera e, quindi, realizzata. In sé
e per sé, lo Stato è il tutto etico, la realizzazione della libertà.
Fine assoluto della Ragione è che la libertà sia reale. Lo Stato
è lo Spirito che sta nel mondo, lo Spirito che si realizza nel
mondo, nella coscienza. Lo Spirito si realizza anche nella
Natura, ma come l'Altro dello Spirito, come Spirito
dormiente. Quando invece è dato nella coscienza, quando è
oggetto a se stesso e sa se stesso come oggetto esistente, lo
Spirito è Stato...
Quando si parla della libertà, bisogna partire non dalla
singolarità, dall'autocoscienza
singolare, bensì
soltanto
dall'essenza dell'autocoscienza. Lo sappia o no l'uomo, è in
questa essenza che consiste la libertà, ed essa si realizza come
potenza autonoma nella quale i singoli individui sono
soltanto momenti, contro la quale il singolo non può nulla. È
il cammino di Dio nel mondo a far sì che lo Stato sia. A far
ciò è la potenza della Ragione realizzantesi come volontà”.
L'Idea di Stato come Dio reale
“Quando si parla dell'Idea dello Stato, non bisogna avere
davanti agli occhi degli Stati particolari, ma si deve
considerare l'Idea per sé, questo Dio reale. Ogni Stato può
essere dichiarato, in base ai principi che si hanno, come un
cattivo Stato, e se ne può riconoscere questa o quella
imperfezione; ogni Stato però, nella misura in cui in esso è
dato l'essenziale – per cui esso è uno Stato in quanto Stato,
cioè uno Stato europeo cristiano – deve contenere tutti i
momenti statuali essenziali. [...]
Lo Stato non è una pura opera d'arte. Esso sta nel mondo, sta
nella sfera dell'arbitrio, del caso, dell'errore; una cattiva
intenzione può sfigurarlo in molti suoi lati. Ma l'uomo più
odioso, il delinquente, è pur sempre uomo; un malato, uno
storpio, è pur sempre un uomo ancora vivente: l'affermativo –
la vita – è malgrado il difetto, ed è appunto questo
affermativo che bisogna considerare”.
La necessità della guerra
“Dalle guerre, risultano non soltanto rafforzati i popoli; ma
nazioni, che sono in discordia in sé, acquistano, mediante
guerre all'esterno, pace all'interno. Certamente, dalla guerra
proviene
la
malsicurezza
nella
proprietà, ma
questa
malsicurezza delle cose è null'altro che il movimento, il quale
è necessario”.
La costituzione politica
Universale astratto: potere legislativo
Negativamente razionale: potere governativo
Positivamente razionale: potere sovrano
Il potere legislativo: ha il compito di stabilire l'universale, ciò
che è uguale per tutti, che riguarda tutti.
Il potere governativo: ha il compito di ricondurre i casi
particolari all'interno dell'universale giuridico.
Il potere sovrano : decisione ultima sovrana, che unifica i due
poteri precedenti.
La sovranità appartiene allo Stato ed è rappresentata dal
monarca, “che garantisce, in virtù della successione al trono, la
continuità dello Stato.”
●
Il monarca “ha il potere di nominare i membri del governo e
le alte cariche dello Stato: la responsabilità degli atti del
potere sovrano ricadono sui membri del consiglio del
monarca”.
●
“L'esecuzione delle decisioni del monarca fa capo al potere
governativo, che è praticamente costituito dalla pubblica
amministrazione”, il cui compito fondamentale è quello di far
valere nella società civile l'interesse generale dello Stato.
●
Il potere legislativo è costituito dal monarca; dal governo;
dalle assemble degli stati (iniziativa delle proposte di legge).
Monarchia costituzionale
Rifiuto del costituzionalismo liberale francese ed inglese: il
popolo concepito come un insieme di individui singoli che
fondano un rapporto diretto tra essi e i propri rappresentanti è
una pura astrazione. La rappresentanza politica deve essere
mediata dal sistema delle corporazioni. Si parla quindi di
rappresentanza
organica, la
quale, a
differenza
della
rappresentanza liberal-democratica, garantisce la competenza,
e la conoscenza dei problemi delle persone che dovranno
risolverli.
Bicameralismo
L'assemblea legislativa deve essere divisa in due Camere.
Deputazione dei ceti, delle corporazioni e di tutte le altre
istituzioni della società civile volte ad agire come medium.
Sono gli stessi ceti e le istituzioni mediatrici e scegliersi i
propri rappresentanti.
●
Diritto successorio per l'aristocrazia.
●
L'importanza della classe media.
Diritto internazionale e guerra
Lo Stato è come un individuo, che ha natura autonoma,
indipendente, e deve essere riconosciuto come tale dagli altri
individui (gli altri Stati). I problemi che nascono dalla
coesistenza di più entità statuali si risolvono attraverso accordi
internazionali – diritto internazionale – fondati sul principio:
Pacta sunt servanda
Tuttavia...
Il diritto internazionale non può regolare tutti i rapporti tra gli
Stati e impedire, come avrebbe voluto Kant, i conflitti.
Quando sono in gioco gli interessi nazionali, la Raison d'Etat,
non esiste alcun potere che possa erigersi sopra lo Stato. La
guerra diviene allora l'unico strumento possibile; e bisogna
realisticamente intendere che la storia, senza le guerre, sarebbe
storia di “pagine bianche”. Questo non annulla il diritto
internazionale. La guerra deve essere sempre considerata come
fatto transitorio in vista del conseguimento della pace.
I quattro periodi della storia universale
●
Orientale
●
Greco
●
Romano
●
Germanico-cristiano
Lo Stato orientale
La religione pervade tutte le manifestazioni della vita
dell'individuo. La vita dell'individuo è segnata dalla nascita:
dipende dalla casta (classe sociale) di cui fa parte. Il carattere
sacrale del tutto, dalla morale alla politica, impedisce alcun
cambiamento. Non è possibile per l'uomo un'autonoma
esistenza. Il movimento si esprime solo nella devastazione
della guerra.
Lo Stato greco
Compare per la prima volta il concetto di individualità
libera. La libertà è però intesa come piena partecipazione
all'universo della polis, nel quadro di una connessione
organica con l'Intero.
Lo Stato romano
L'individualità si realizza nello Stato romano, il mondo del
diritto, della separazione della sfera pubblica – diritto pubblico
– dalla sfera privata – diritto privato –.
Lo Stato cristiano-germanico
Lo Stato costituzionale: il momento della piena libertà. Si
realizza attraverso varie tappe:
●
L'Impero cristiano-germanico.
●
La Riforma protestante.
●
La Rivoluzione francese.
Essere e dover essere coincidono?
“Hegel quindi non esclude completamente dalla propria
filosofia pratica l'elemento normativo – che coincide anche per
lui con il razionale -, ma lo esclude solo nella misura in cui a
esso, nel campo di ciò che è presente e reale, non corrisponde
nulla (Schnädelbach, 1999)”.
Essere e dover essere coincidono?
“Hegel quindi non esclude completamente dalla propria
filosofia pratica l'elemento normativo – che coincide anche per
lui con il razionale -, ma lo esclude solo nella misura in cui a
esso, nel campo di ciò che è presente e reale, non corrisponde
nulla (Schnädelbach, 1999)”.
Hegel progressista?
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Monarchia costituzionale con separazione istituzionale dei poteri
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Libera economia di mercato
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Questione sociale