MATEMATICA E DIDATTICA DELLA MATEMATICA Ana Millán Gasca a.a. 2010-2011 Complementi ed esercitazioni 3 1. Le origini antropologiche degli oggetti della matematica. Il testo seguente è tratto da Enrico Giusti, Ipotesi sulla natura degli oggetti matematici, Torino, Bollati Boringhieri, 1999, 25-27. «Per condurre una retta tra due punti, l’agrimensore li segnerà con due picchetti, annoderà una corda a uno di essi, e la fisserà all’altro dopo averla tirata. Da queste operazioni il geometra trarrà due definizioni e un postulato: tra due punti, che ne rappresentano gli estremi, si può sempre tracciare una retta, che giace uniformemente tra di essi. Allo stesso modo, l’ingegnere traccerà un cerchio con un dato centro e con un intervallo fissato prima tirando una retta tra il centro e il punto che misura l’intervallo, e poi, scalzato il picchetto da questo punto, lo farà ruotare descrivendo una circonferenza. Di qui la definizione di cerchio e il postulato relativo. Possiamo allora avanzare un’ipotesi: che gli oggetti matematici provengano non dall’astrazione da oggetti reali, da cui descriverebbero i tratti caratteristici, ma da un processo di oggettualizzazione delle procedure. Essi non derivano da una realtà esterna, indipendente dall’uomo, di cui rappresenterebbero l’essenza depurata delle impurità materiali, ma formalizzano l’operare umano. Si tratta sempre, e non potrebbe essere altrimenti, di un processo di astrazione, un cristallizzare in pochi tratti invariabili la varietà infinita delle operazioni infinitamente compiute; ma l’astrazione avviene non a partire dai dati della realtà, ma dalle operazionei della tecnica; la matematica non è figlia della natura, ma dell’arte. In questa formalizzazione, le definizioni e i postulati svolgono un’opera di traduzione dai procedimenti empirici della prassi alle figure e alle operazioni astratte della geometria. […] Nello stesso meccanismo potrebbero rientrare i numeri, non astrazioni da oggetti che non esistono (meno che mai astrazioni da altre astrazioni, come la numerosità, o l’equipotenza, come fino a qualche anno fa sembravano suggerire i programmi delle scuole elementari), ma oggettualizzazioni dell’attività del contare (qui il condizionale è d’obbligo: data l’assoluta mancanza di documenti [...]» 2. Sistemi di numerazione posizionali e teorema di rappresentazione I sistemi di numerazione basati sul principio posizionale adoperano una decomposizione del numero che usa l’addizione, la moltiplicazione, e le potenze successive della base. Iniziamo a raggruppare per la potenza maggiore possibile della base, e poi raggruppiamo per le potenze successive. Un teorema della matematica afferma che, scelta una base a piacere, ogni numero intero può essere decomposto in questo modo (aggiungendo cifre raggiungiamo ogni numero naturale) e che le cifre di tale decomposizione sono uniche. TEOREMA (RAPPRESENTAZIONE DEI NUMERI NATURALI) Sia b un numero naturale maggiore di 1. Ogni numero naturale n può essere rappresentato in modo unico nella forma n = ak " b k + ak#1 " b k#1 + ...+ a3 " b 3 + a2 " b 2 + a1 " b1 + ao con k un numero naturale, a0, a1, a2, ..., ak numeri naturali minori di b e ak " 0 ! Si osservi che k + 1 è il numero delle cifre o posizioni che permettono di scrivere il numero; ognuna delle della base scelta. ! cifre usate, indicate con ai , è un numero minore ! Così, fissata una base, il teorema afferma che ogni numero naturale (ma in realtà tutti ! i numeri interi, positivi e negativi) può ! essere rappresentato o decomposto in questo modo e che tale rappresentazione è unica (non è possibile rappresentare lo stesso numero accostando un diverso gruppo di cifre). Quindi, la rappresentazione posizionale dei numeri non è ambigua, a differenza di ciò che succede con la rappresentazione con parole o con la scrittura alfabetica di altri concetti astratti). Questa affermazione ci può sembrare scontata, ma lo è soltanto perché essa è strettamente legata alla nostra intima consapevolezza delle regolarità dei numeri naturali. Esercizio 1. Scrivere tutti i numeri a una, due, tre cifre nel sistema posizionale decimale; scrivere tutti i numeri a una, due, tre cifre nel sistema posizionale in base 6. Esercizio 2. Nel sistema posizionale sessagesimale babilonese, quante posizioni servono a rappresentare il numero 13? E il numero 143? Quanti simboli sono adoperati in ognuna delle posizioni? Esercizio 3. La ricerca di k e delle cifre ai . Scriva 143 in base 3. Dobbiamo quindi ricercare i gruppi di 3, di 9, di 27, di 81. Quante sono le posizioni o cifre che servono a decomporre questo numero? Scrivere la decomposizione del numero ad ogni tappa della ricerca delle cifre. Notare che si tratta ! di una serie di divisioni. Esercizio 4. Scrivere 143 in base 7 e in base 2. Il teorema di rappresentazione può essere dimostrato, e lo faremo nel seguito del corso, sulla base delle proprietà dei numeri naturali che studieremo nelle prossime lezioni: il principio di induzione e il teorema di esistenza e unicità di quoziente e resto nella divisione con resto. La rappresentazione dei numeri grazie al sistema di numerazione posizionale decimale è il fondamento degli algoritmi in colonna delle “quattro operazioni” della scuola primaria: infatti, questi algoritmi sono costituiti da istruzioni da eseguire sulle cifre che rappresentano due o più numeri, istruzioni che includono la collocazione o allineamento di tali cifre per non perdere l’informazione sulla posizione. Tali algoritmi possono essere applicati ai numeri scritti anche in basi diverse da dieci. Esercizio 5 Siano a e b due numeri naturali che si scrivono nel modo seguente in base quattro (adoperando le quattro cifre 0, 1, 2, 3): a = 1014 b = 234 a) Scriva a e b in altri due modi: prima in un sistema di numerazione posizionale diverso e poi usando un sistema di numerazione additivo. ! b) Esprima il numero naturale 3" a # b nel sistema di numerazione decimale posizionale. c) La proprietà associativa della moltiplicazione si applica ai numeri naturali scritti in base quattro? ! Giustifichi la sua risposta. Esercizio 6 La rappresentazione dei numeri naturali nei sistemi di numerazione additivi e posizionali: definizioni, aspetti storici e implicazioni didattiche. 3 Problemi con la divisione. I sistema dei numeri della matematica e la scrittura posizionale dei numeri Discutere i problemi seguenti 1) Dobbiamo distribuire 27 biscotti a 5 bambini. Quanti per uno? 2) Dobbiamo spezzare un nastro che misura 27 cm in 5 parti uguali. Quanto è lungo ogni pezzo? 3) Cinque tecnici devono sorvegliare una macchina in riparazione per un totale di 27 ore. Quale è la durata del turno di sorveglianza di ogni tecnico.