sull`amministrazione militare tedesca nei paesi occupati

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I
SULL’AMMINISTRAZIONE MILITARE TEDESCA
NEI PAESI OCCUPATI (*)
Grazie alla solerzia documentaria e all’efficienza tecnico'burocratica
dell’apparato militare tedesco, l’immenso materiale degli archivi politici e
militari tedeschi salvato dalle distruzioni e catturato m gran parte dalle
potenze della coalizione antinazista, via via che se ne renderà possibile la
pubblicazione, consentirà di conoscere, ricostruire e documentare dall'interno
lo sviluppo della macchina e della politica militare della Germania nazista
dalla fase preliminare di preparazione del secondo conflitto mondiale sino
agli ultimissimi giorni di lotta, quando ormai nessun dubbio più poteva
sussistere circa l’esito finale del conflitto. Ancora alla fine di aprile del 1945,
come attesta appunto il Rapporto del Quartiermastro generale sulle Attiministrazioni militari che qui pubblichiamo per la prima volta, il dipartimento
dell’amministrazione bellica presso il Comando supremo dell’esercito metteva
a punto un rapporto conclusivo sull’esperienza delle amministrazioni militari
tedesche in Francia, Belgio - Francia del Nord e Serbia, che a quella data
avevano già cessato da tempo la loro attività in seguito alle vicende del conflitto e all’avanzata su quei teatri di guerra delle forze alleate. Dal rapporto
era esclusa fra l’altro l’Italia, nella quale alla data della sua stesura, ossia
alla vigilia dello sfondamento alleato lungo la linea gotica e dell’insurrezione
generale delle forze partigiane, sussisteva ancora, almeno formalmnete, l’amministrazione militare tedesca (1). Alla luce del suo contenuto, scopo del
documento, che non peccava invero di tempismo, era quello di fornire un
bilancio critico dell’esperienza dell’amministrazione militare tedesca da set'
vire come punto di riferimento per la condotta delle amministrazioni tede'
sche esistenti nei paesi occupati.
(*) Il documento sull’Amministrazione militare tedesca in alcuni paesi dell’Europa
occidentale che presentiamo nel presente fascicolo può considerarsi una introduzione
di carattere generale valida anche per diversi aspetti delPAmministrazione militare
tedesca in Italia, sulla cui opera la Rassegna pubblicherà prossimamente alcuni inte­
ressanti documenti di fonte tedesca.
(1)
E ’ opportuno ricordare a questo proposito che non tutti i paesi occupati del­
l’Europa occidentale e settentrionale — prescindendo qui dai paesi dell’Europa
orientale che furono sottoposti in genere a un regime del tutto speciale, in relazione
appunto alle mire che nei loro confronti nutriva l’espasionismo nazista — furono
sottoposti ad amministrazione militare. A parte infatti la Francia e il Belgio, di cui
si parla nel rapporto in questione, e a prescindere dall’ Alsazia e Lorena che fu di
fatto annessa al Reich, dal punto di vista formale non fu. creata amministrazione mi­
litare nè in Danimarca, nè in Norvegia, nè in Olanda, nè nel Lussemburgo, dove si
4
ÉnZo Collotti
Il documento non mirava ad offrire elementi utili circa la configurazione dei rapporti diretti tra Vamministrazione tedesca nei territori occupati
e le popolazioni di questi ultimi; esso si proponeva piuttosto di considerare
criticamente e di ricostruire dall’interno la formazione delle strutture am­
ministrative mediante le quali il Terzo Reich assicurò il controllo dei paesi
invasi. Data questa limitazione della materia presa in esame, non ne può
risultare certamente un quadro completo degli strumenti della dominazione,
in quanto ad esempio si prescinde completamente così dalla struttura degli
organi di polizia come dall’organizzazione complessiva delle autorità mili­
tari, nel cui ambito operava l’amministrazione militare a fianco dell'orga­
nizzazione specificamente inerente alle truppe d’occupazione. Cionostante
emergono sufficienti elementi per un primo orientamento circa i problemi,
le esigenze e le difficoltà che condizionarono l’articolazione e lo sviluppo
degli organi dell’amministrazione tedesca e, indirettamente, circa gli obiet­
tivi stessi dell’occupazione. Proprio in ciò, in quanto interpretazione auten­
tica della funzione dei paesi occupati quali riserve di energie a benefìcio del
Terzo Reich, consiste non da ultimo l’interesse della pubblicazione, al di
là del suo carattere almeno in apparenza prevalentemente tecnico e della
delimitazione territoriale della sua sfera di interesse.
Il rapporto fornisce in primo luogo una sintetica storia dell’origine e
delle fasi di sviluppo dell’amministrazione militare, alla luce della legisla­
zione militare del Reich hitleriano, e precisamente della prima e della se­
conda legge per la difesa del Reich, emanate rispettivamente il 21.5.19 35 e
il 4.9.1938, nel quadro dell’alacre attività spiegata dopo l’avvento al potere
del nazionalsocialismo per il riarmo della Germania e il superamento dei
vincoli stabiliti a Versailles (2). Si può seguire così il passaggio dal progetto
di creare nei territori occupati una « amministrazione civile », distinta dalle
autorità militari, che prima della guerra fu effettivamente sperimentata nei
Sudeti e nella Cecoslovacchia e dopo l’inizio delle ostilità anche in Polonia,
alla riorganizzazione dell’amministrazione tedesca nei paesi occupati sotto
un potere unitario, facente direttamente capo alle autorità militari, alle quali
veniva attribuito il compito essenziale di affermare il principio dell’unità di
governo e di salvaguardarlo contro ogni interferenza da parte di autorità
preferì insediare amministrazioni civili, destinate talvolta a sostenere governi fan­
tocci, come nel caso del governo Quisling in Norvegia. Per una rassegna generale
dei tipi di amministrazioni insediate dai tedeschi in questi paesi da un punto di
vista puramente formale, si cfr. W alter H erdeg : Grundzüge der deutschen Besatzungsverwaltung in den west- und nordeuropiiischen Ldnder wahrend des gweiten
Weltkrieges. Tubingen. Institut fiir Besatzungsfragen. 1953. Noteremo che anche in
Italia accanto all’amministrazione militare furono insediate dai tedeschi amministra­
zioni civili nell’Adriatisches Kiistenland e neWAlpen Vorland, ossia nei territori verso
i quali il Reich nutriva mire annessionistiche 0 quanto meno separatistiche.
(2)
Si tratta di leggi, il cui testo non fu reso pubblico all’epoca della loro ema­
nazione; [a loro prima pubblicazione risale all’epoca del processo di Norimberga :
la legge 2 1.5.19 35 è riprodotta in Procès des grands criminels de guerre, t. XXX ,
Doc. PS-2261, pp. 60 sgg.; la legge 4.9.1938 nel t. XXIX della medesima raccolta,
Doc. PS-2194, PP- 3I 9 sgg- Per quanto riguarda l’argomento che qui ci interessa,
soltanto l’ uitima legge prescrive che il potere esecutivo nelle zone d’operazione spetta
alle competenti autorità militari, nell’ ambito della loro dipendenza gerarchica dagli
organi del Reich (art. 2).
Sull’amministrazione
tedesca
5
extramilitan. Già nel settembre del 1939 si procedette all’istituzione del­
l’amministrazione militare in Polonia (che a sua volta però fu presto assor­
bita dalla creazione del cosiddetto Governatorato generale) e nell’ottobre
successivo si ebbe la sistematizzazione generale dell’Amministrazione mili­
tare come struttura di governo nei territori occupati. Posta alle dipendenze
dirette del Quartiermastro generale del Comando supremo dell’esercito, essa
fu ordinata sulla base dei principii dell’unità amministrativa e della gerarchia
e disciplina militare.
La competenza del Comando supremo dell’esercito nei confronti del­
l’amministrazione militare non rimase indiscussa; essa anzi, come risulta
dal capo III del rapporto in questione, sollevò una serie di problemi e di
frizioni nei riguardi del Comando supremo della Wehrmacht, tanto che
dopo lunghe incertezze il 23 giugno 1943 intervenne un decreto del capo
del Comando supremo della Wehrmacht, feldmaresciallo Keitel, allo scopo
di delimitare le rispettive sfere di competenza e di eliminare in tal modo
ogni disfunzione e contestazione. In base a tale decreto veniva fatto so­
stanzialmente salvo il potere esecutivo attribuito alle supreme gerarchie
dell’esercito, pur riconoscendo al Comando della Wehrmacht un superiore
potere di controllo. Ossia, in linea generale le direttive emanate dallo Stato
maggiore dell'esercito in relazione al potere esecutivo ad esso attribuito do­
vevano essere trasmesse a destinazione per il tramite del Comando della
Wehrmacht; in particolare, lo Stato maggiore del Comando supremo della
Wehrmacht subordinava alla propria decisione l’intervento dello Stato mag­
giore dell’esercito in alcuni specifici campi di interesse politico generale 0
interessanti anche le altre specialità della Wehrmacht e infine nel caso di
eventi straordinari suscettibili di pregiudicare la sicurezza delle forze d’oc­
cupazione tedesche.
Ciononostante, la definizione delle competenze tra Stato maggiore del­
l’esercito e Stato maggiore della Wehrmacht eliminò soltanto parzialmente
i contrasti e le interferenze che minavano il principio-base unitario, che
avrebbe dovuto ispirare la gestione dell’amministrazione militare. Nell’esaminare le relazioni con le autorità competenti per i più diversi settori, il
rapporto sottolinea esplicitamente una serie di infrazioni al principio uni­
tario. Ciò anzitutto ad opera delle autorità di polizia, così del Servizio di
sicurezza (Sicherheitsdienst), come in taluni casi (qui si cita l’esempio spe­
cifico della Serbia) del Capo delle SS e della polizia, che godevano di una
propria autonomia operativa, dipendendo direttamente dai rispettivi organi
centrali del Reich. E ’ da notare a questo proposito che i rapporti tra ammi­
nistrazione militare e autorità di polizia non si configuravano necessaria­
mente nella stessa forma dappertutto, ciò che indubbiamente contribuiva
a complicare e a rendere più confusa la situazione. In proposito nella sola
Francia si ebbero due diverse sistemazioni: nella Francia del Nord, unita
per ragioni militari al Belgio, la polizia rimase alle dipendenze del Comando
militare, mentre nel resto della Francia il capo della polizia dipendeva diret­
tamente dal Reichsfiihrer delle SS, ossia da Himmler in persona. Quanto ai
rapporti con il Servizio di sicurezza> del quale il documento sottolinea i
« grandi meriti » nella lotta contro « movimenti di sovversione, criminali
ed elementi asociali di ogni tipo », essi furono turbati dall’eccesso di
6
EnZo Collotti
dello SD, le cui iniziative repressive arrivavano a colpire anche ambienti ed
elementi della popolazione locale presso i quali l’amministrazione militare
sperava invece di farsi dei collaboratori.
Ma non meno importanti deviazioni e infrazioni al principio unitario e
dualistiche concorrenze vennero anche da altre parti, da organi civili (sia dal
ministero degli esteri, sia da quello della propaganda) come da enti militari.
Ugualmente autonomo era, fra gli altri, il cosiddetto Einsatzstab Rosenberg,
creato nel quadro del compito di dirigere la « lotta ideologica contro gli
ebrei, i massoni e altri nemici ideologici del nazionalsocialismo » affidato ad
Alfred Rosenberg con decreto del Führer del 1.4.1942; tale organismo, che
doveva distruggere in tutta Europa le tracce delle ideologie nemiche, fu in
realtà uno degli strumenti di rapina e di spoliazione dei beni e del patri'
monio artistico e culturale delle comunità ebraiche.
Ma il caso più interessante e politicamente più significativo di deroga
alla competenza esclusiva degli organi dell’amministrazione militare nei
paesi occupati fu certamente quello degli organismi preposti allo sfruttamento economico dei territori invasi; la loro autonomia, dettata tra l'altro
dall’esigenza di una maggiore funzionalità, sottolineava di per se l’impor'
tanza dei compiti ad essi affidati. In effetti, la necessità di procedere ad una
utilizzazione integrale delle risorse dei paesi occupati ai fini della condotta
bellica del Reich, secondo l’espressione tecnica dei documenti ufficiali, fu
uno dei primi obiettivi dei piani di conquista e di sfruttamento tedeschi;
non per nulla gli organismi della direzione economica del Reich furono
strettamente associati fin dall’inizio alla preparazione del riarmo e della le'
gislazione militare del Terzo Reich. Del resto, prima ancora dello scoppio
del conflitto, ed anzi proprio in previsione di questo, un cospicuo esempio
della penetrazione economica tedesca nell’Europa sudorientale in stretta
funzione delle esigenze belliche tedesche fu rappresentato dal trattato tedesco'
romeno del 23 marzo 1939, che garantiva in pratica alla Germania larghi
rifornimenti di grano e petrolio, essenziali per fronteggiare lo sforzo bellico,
e creava una vera e propria integrazione a senso unico tra le economie dei
due paesi, anticipando la sistemazione dei rapporti di dipendenza dalla Ger'
mania che avrebbero trovato la più larga applicazione durante la guerra non
solo nell’Europa sudorientale, ma anche nei territori invasi dell’ Unione
Sovietica come in quelli dell’Europa occidentale (3).
(3)
Vale la pena di ricordare a questo proposito che al « revisionismo » di certa
pubblicistica specializzata tedesca non è sfuggito neppure l’argomento della penetrazione economica nei paesi occupati. Questo è appunto il caso del libro di OlTRIED
U l sh ÒFER : Einflussnahme auf Wirtschafsunternehrmmgen in den besetzten nord',
■ west' und siidosteuropàischen Landern wahrend des Zweiten Weltkrieges insbesondere
der Erw erb von Beteiligungen (Verflechtung). Tubingen. Institut fiir Besatzungsfragen.
1958; in esso il fenomeno dell’infiltrazione economica tedesca viene ridotto entro
schemi puramente formalistici, sotto il profilo « di avvicendamenti nella direzione delle
imprese o di mutamenti nei diritti ad essa spettanti riguardo alla proprietà e alla par­
tecipazione » nonché di acquisti di partecipazioni tedesche in imprese straniere, come
se il fatto che molte delle spoliazioni avvenute durante l’occupazione tedesca fossero
coperte dai crismi della legalità formale e attuate nelle forme del diritto privato — che
sono quelle specificamente esaminate dall’A . — potesse mutare la sostanza delle cose,
rispondente all’obiettivo di Goring di « aumentare l’ influenza tedesca nelle imprese
straniere » (così in data 2 agosto 1940, in un documento del Commissario per il piano
quadriennale riprodotto dallo stesso Ulshofer, op. çit., pp. 148-49).
Sull’amministrazione tedesca
7
Dopo l’inizio della guerra i dicasteri economici e l’ufficio del piano
quadriennale, varato alla fn e del 1936 appunto per coordinare lo sforzo belhco del Reich sotto le direttive del maresciallo Gòring, che Hitler investì il
18 ottobre di quell’anno della carica di commissario per il piano quadriennaie, rivendicarono larga autonomia nei confronti dell’amministrazione militare; non solo l’ U ffcio per l’economia di guerra già dipendente del Comando
supremo della Wehrmacht, e successivamente attribuito al ministero del
Reich per gli armamenti e la produzione bellica, istituì propri ispettorati
indipendenti dall’amministrazione militare, ma anche i dicasteri economici
del Reich pretendevano di impartire istruzioni direttamente alle amministrazioni militari. Estraneo in particolare ad ogni vincolo gerarchico nei
confronti di queste ultime rimase il Commissario per il piano quadriennale,
che era diventato il dittatore e supremo despota dell’economia del Reich e
dei paesi occupati. In Serbia, all’amministrazione militare per circa due anni,
fn o all’autunno del 1943, furono esplicitamente sottratti i compiti relativi
all’economia, così come nella zona d’occupazione dell’ Unione Sovietica, destinata a costituire la principale riserva di materie prime, di derrate alimentari e di manodopera per il Terzo Reich, fu creata una speciale amministraZione economica, il cosiddetto Wirschaft9'Stab Ost, completamente indipen­
dente dagli organi dell’amministrazione militare.
Si può in sostanza affermare che gli organi della direzione economica
del Reich in buona parte ottennero piena libertà di manovra e di iniziativa
nello sfruttamento economico dei paesi occupati; in questo campo Vamministrazione militare non faceva che registrare la volontà delle autorità del
Reich prestando loro l’aiuto tecnico, essenziale per la realizzazione di quella
volontà, delle forze e degli strumenti a sua disposizione. Circa la natura e
la sostanza delle pretese tedesche, che diventavano sempre più esigenti v ;a
via che l’usura delle risorse belliche e umane della Germania accresceva la
necessità di attingere al patrimonio economico e demografico dei paesi oc­
cupati, Gòring, del resto, non lasciò alcun dubbio nel corso di una storica
conferenza, tenuta il 6 agosto 1942, con i commissari del Reich e 1 rappre­
sentanti dei comandanti militari dei territori occupati. Il maresciallo Gòring
apostrofò gli alti dignitari del Reich con queste parole: « Che voi diciate
che la gente dei vostri territori muore di fame non mi importa. Che muoiano
pure, prima che muoia di fame un solo tedesco. Se aveste sentito che cosa
hanno detto qui i Gauleiter, comprendereste la mia rabbia per il fatto che
mentre noi abbiamo occupato così inauditi territori grazie al valore delle
nostre truppe, il nostro popolo è realmente ridotto quasi alle misere razioni
della prima guerra mondiale ». Dopo questo esordio, Gòring osservò che
tutti i popoli occupati, popoli pur sempre « nemici », gli olandesi, i belgi,
i francesi, i norvegesi, i polacchi, i russi, si nutrivano anche troppo : i fran­
cesi in particolare mangiavano in modo scandaloso e quanto alle donne
francesi, che vestivano in modo ancora più provocante, avrebbe insegnato
lui « che cosa significhi difendere gli interessi del Reich tedesco ». E tanto
per cominciare, avrebbe dato ordine che in vista del prossimo Natale fos­
sero compiuti acquisti indiscriminati nei più bei negozi belgi, olandesi e
francesi per riempire le vetrine in Germania. Passando dalla teoria alla
prassi (« Voi dovete star dietro come cani da caccia dove c’è ancora qual-
8
En^o Collotti
cosa di cui possa avere bisogno il popolo tedesco »), Gòring citò an­
zitutto il caso della raccolta dei metalli, nella quale la Francia era
stata spremuta in misura assai inferiore al Reich: infatti la popola­
zione francese aveva fornito soltanto 0,28 kg. di metalli pro capite,
il Belgio 0,23 kg. e l’Olanda 0,38 kg., mentre la popolazione del Reich ne
aveva fornito ben 0,77 kg. pro capite. Ragione per la quale la Francia, che
nel 1941-42 aveva fornito soltanto 550 mila tonnellate di frumento, per il
1942-43 doveva fornirne 1.200.000 tonn. : « Che cosa accadrà dei francesi
non importa ». Quanto al foraggio, in luogo di 550 mila tonn. ne doveva
fornire ora 1 milione, e via di questo passo per la carne, come per i grassi,
per il formaggio, per le patate, per il vino, per gli ortaggi, per la frutta. E
altrettanto per gli altri paesi (4).
Particolarmente intransigente fu nel rivendicare mano Ubera il capo del
cosiddetto ufficio per l’impiego della manodopera (Generalbevollmachtigter
fiir den Arbeitseinsatz), Fritz Sauckel, l’organizzatore della deportazione dai
paesi occupati di milioni di lavoratori forzati, trasportati in Germania per
sostenere lo sforzo bellico del Reich in sostituzione dei milioni di lavoratori
tedeschi impegnati sui fronti di guerra o nelle file dell’organizzazione mili­
tare, investito con decreto del Führer del 21.3.19 42 di pieni poteri per il
settore di sua competenza. Formalmente Sauckel non riuscì a sganciarsi
dalla subordinazione gerarchica alle autorità dell’amministrazione militare,
ma di fatto, « grazie ad appropriate misure organizzative interne », egli potè
continuare ad effettuare indisturbato le sue razzio di lavoratori. Nella già
citata conferenza Goring diede a Sauckel un generoso, e del resto meritato,
attestato di riconoscenza : « Non voglio elogiare il Gauleiter Sauckel, per­
chè non ne ha bisogno. Ma ciò che egli ha fatto in questo breve tempo per
scovare con tale rapidità lavoratori da ogni parte d’Europa e portarli nelle
nostre fabbriche è una cosa unica. Vorrei dire a tutti i lor signori: se ognuno
nel suo campo spendesse soltanto un decimo dell’energia impiegata dal
Gauleiter Sauckel, sarebbe realmente facile adempiere i compiti che vi sono
richiesti ».
Certo, alla luce di tutte le circostanze che concorrevano a limitarne le
competenze, l’amministrazione militare risultava di fatto assai ristretta nei
suoi poteri di comando e di organizzazione dei territori occupati, anche se
formalmente spettava ad essa la rappresentanza degli interessi generali del
Reich nei confronti delle popolazioni locali. I circa tremila uomini che ne
costituivano l’organico non erano in sostanza che uno soltanto dei diversi
reparti adibiti ai compiti dell’occupazione. A parte il suo contributo tecnico,
la cui realizzazione sarebbe stata comunque inconcepibile senza l’apporto de­
cisivo dell’amministrazione militare, l’importanza di questo settore con­
sisteva per l’appunto nel fatto che ad esso spettava la funzione di curare
in generale le relazioni con la popolazione locale; che poi ad esso fosse
inibito di mantenere cordiali rapporti con le popolazioni — come si la­
menta nel rapporto (cap. IV, par. 4) — rientrava perfettamente nell’etica
razzistica e militaristica del Terzo Reich, che imponeva una rigida subordi­
n i Si v . il rapporto stenografico della conferenza in Procès des grands criminels
de guerre cit., t. X X X IX , Doc. U RSS-170, pp. 385-412,
Sull'amministrazione
tedesca
9
nazione gerarchica degli altri popoli alle esigenze della Grande Germania
e quella netta discriminazione ai loro danni, che trovò fra l’altro espressione
nelle misure adottate per le rappresaglie (un tedesco ucciso poteva valere
50 « comunisti » in Russia, io 0 50 ostaggi in Francia o in Italia). Ciò implicava indubbiamente contraddizioni, e quindi difficoltà, rispetto all’esigenza di sfruttare ogni occasione per penetrare tra la popolazione locale ed
allargare la cerchia della collaborazione, ma un diverso comportamento delle
forze d’occupazione tedesche avrebbe presupposto una ben diversa impostaZione degli obiettivi di guerra e di conquista, avrebbe presupposto uno scopo
finale che non fosse l’acquisizione di spazio e di possibilità economiche per
il Grande Reich, che non fosse la pretesa di risolvere i problemi, reali 0
presunti, del popolo tedesco con la forza delle armi e con la volontà di asserì
vire altri popoli alle sue aspirazioni espansionistiche.
Importanza relativamente minore riveste la parte del documento con­
cernente questioni specificamente burocratiche, ancorché l’insistenza su questi
aspetti dimostri l’importanza che veniva attribuita ai compiti dell’ammini­
strazione militare, e in particolare la posizione giuridica dei funzionari, trat­
tandosi di questioni interessanti essenzialmente l’organizzazione interna del­
l’amministrazione e le difficoltà che essa incontrò da questo punto di insta
(per es. nel reclutamento e nell’impiego dei suoi quadri). Nessun rilievo
si ebbe infatti nei riflessi esterni della sua attività, che è ovviamente l’a­
spetto essenziale ai fini dei rapporti tra potenza occupante e popolazione dei
territori occupati.
Più significativi possono essere altri spunti, in quanto esprimano lo
stato d’animo e lo spirito dei funzionari dell’amministrazione militare; pur
tenendo conto dell’occasione e della sede nelle quali ebbe origine il docu­
mento, è senza dubbio significativa l’affermazione che « non un singolo
funzionario dell’amministrazione militare prese parte ai tristi fatti del 20 lu­
glio 1944 », intesa ad allontanare dall’amministrazione militare anche sol­
tanto il sospetto che suoi funzionari fossero coinvolti nel complotto ordito
contro Hitler dall’opposizione borghese e militare e sfociato infine nello sfor­
tunato attentato del colonnello Stauffenberg. Così, attraverso la richiesta
di decorazioni di guerra per i funzionari dell’amministrazione militare di­
stintisi in Francia e in Belgio, si sottolinea /’ « importanza decisiva per l’au­
mento del potenziale bellico del Grande Reich », che ebbe in quei territori
l’opera dell’amministrazione militare (v. Allegato B), anche se è del tutto
chiaro il proposito del Quartiermastro generale di porre l’attività di un
organismo alle sue dipendenze sotto la luce più favorevole : « L ’ammini­
strazione militare è riuscita, per un periodo di quattro anni, a mantenere
nella calma e nell’ordine una popolazione di oltre cinquanta milioni di per­
sone... Sino all’invasione non si sono registrati in nessun luogo ribellioni
e renitenze di una qualche gravità, nè in particolare è stato necessario ricor­
rere a misure di forza ». Dove è evidente l’infondateZZA di tali affermazioni
che dimenticano tutta la catena di episodi di resistenza e di repressione che
avevano accompagnato l'occupazione sul suolo francese.
Maggiore fondamento avevano indubbiamente le benemerenze vantate
nel campo economico, nel quale l’opera dell’amministrazione militare, oltre
a soddisfare il fabbisogno delle popolazioni locali — che come è noto era
IO
Enzo Collotti
valutato in misura notevolmente inferiore a quello della popolazione tedesca
— rese possibile di destinare « considerevoli eccedenze per l’alimentazione
del territorio della Grande Germania », nonché di convogliare un contributo
considerevole dell’industria locale per la produzione bellica tedesca. Ne ri­
sulta indirettamente confermato che in realtà gli unici settori dell’economia
franco-belga ai quali rivolsero attenzione i tedeschi furono quelli suscetti­
bili di recare un utile all’economia del Reich. Ciò vale per l’agricoltura, in
cui i prelievi tedeschi su una produzione ridotta di circa un terzo rispetto
al periodo prebellico sono calcolati dagli esperti francesi in misura variabile
tra il io e il 15 per cento del totale nei quattro anni dell’occupazione e ancor
più per la produzione industriale, ridotta anch’essa notevolmente, in cui i
prelievi effettuati dai tedeschi sono valutati al 34-38 per cento durante il
medesimo periodo (5).
Sono queste in sostanza le cifre che possono rendere ragione della
suprema ambizione del Quartiermastro generale dello Stato maggiore del­
l’esercito tedesco di trasmettere la sua opera « alla storia nella giusta luce ».
E n zo C o l l o t t i.
(5) Si veda in proposito il contributo di A ndré P iatier : La vie économique de
la France, nell’opera collettiva La France sous l’occupation. Paris. Presses Universi­
taires de France. 1959, p. 69.
Sull’amministrazione tedesca
li
A V V E R T E N Z A . — A l rapporto generale sulle amministrazioni militari, che qui
riproduciamo dalla copia microfilmata in possesso dell'Istituto Nazionale per la Storia
del Movimento di Liberazione, risultano allegati rapporti speciali per ciascuna singola
amministrazione territoriale, dei quali l’Istituto non ha potuto entrare in possesso.
Occorre avvertire inoltre che non è stato possibile ricostruire integralmente i sotto­
titoli contenuti entro ciascun paragrafo; poiché molti sottotitoli risultano mutilati nella
copia fotografica, nei casi in cui non è stato possibile ricostruire l’ intero sottotitolo
abbiamo preferito ometterlo, indicando la lacuna con alcuni puntini tra parentesi.
La traduzione del rapporto e degli allegati, che qui si pubblicano assieme agli
originali, è stata effettuata dalla Sig.ra Francesca Tosi, con l’assistenza della reda­
zione della Rassegna.
Per comodità di riscontro riteniamo infine opportuno dare qui di seguito le abbre­
viazioni principali concernenti organi o comunque termini civili e militari tedeschi
ricorrenti nel testo:
A K : Armeekorps
= Corpo d’ armata
AO K : Armeeoberkommando
=
Comando d'armata
C d Z : Chef der Zivilverwaltung
=
Capo dell’amministrazione civile
GBW :
=
Plenipotenziario
nomia
Generalbevollmàchtigter fiir die
Wirtschaft
generale
per l’eco­
Gen Qu : Generalquartiermeister
=
Quartiermastro generale
H D v : Heeresdienstvorschrift
=
Disposizione di servizio dell’esercito
H Gr :
Heeresgruppe
=
Gruppo d’ eserciti
H PA :
Heerespersonalamt
=
Ufficio dell’esercito per il personale
K StN :
L;
Kriegsstàrkenachweisung
=
Ufficio ragguagli sugli effettivi bellici
Abteilung Landesverteidigung
=
Dipartimento difesa nazionale (presso
il Comando supremo della Wehrmacht)
M V : Mil. V erw . Militàrverwaltung
— Amministrazione militare
O b.d.H . : Oberbefehlshaber des Heeres
=
OKH:
Oberkommando des Heeres
= Comando supremo dell’esercito
O KW :
Oberkommando der Wehrmacht
=
O Qu :
Oberquartiermeister
— Primo quartiermastro generale
SD :
Sicherheitsdienst
Speer RAD :
=
Comandante supremo dell’esercito
Comando supremo della Wehrmacht
Servizio di sicurezza del Reich
Reichsarbeitsdienst
=
Servizio del lavoro del Reich
Wehrmachtsfiihrungsamt
=
Ufficio comando della Wehrmacht
(presso il Comando supremo della W.)
W F ST : Wehrmachtsfiihrungsstab
=
Stato maggiore di comando (presso il
Comando supremo della Wehrmacht)
Wi-Rii A m t:
Wehrwirtschaft und
Riistungsamt
=
Ufficio per l’economia di guerra e gli
armamenti (presso il Comando supre­
mo della Wehrmacht)
W iStab Osti
Wirtschaftsstab Ost
=
Gruppo economico per i territori orien­
tali
W FA :
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