Voci dal Sud 37 rw w w . s o s e d .eu Anno VIII° nr. 5 Maggio 2012 Una nuova Fiction: i Borgia Vassallo, un vescovo all’epoca dei Borgia A Praga il set della seconda stagione sulla famiglia più immorale del Rinascimento Nicoletta Tamberlich - Gazzetta del Sud ROMA - «Sarò Flores, un vescovo, giovane, ambiguo e senza scrupoli, che per fare carriera arriverà ad accusare qualcuno molto vicino al Papa e vi assicuro non mancheranno i colpi di scena». Alessio Vassallo, palermitano doc (reduce dal successo del “Giovane Montalbano”, andato in onda su Rai1 dove vestiva i panni di Mimì Augello) è in questi giorni sul set a Praga della seconda stagione de “I Borgia”, le cui riprese si sposteranno in Italia e a Roma che narra la leggenda nera della famiglia più potente e immorale del Rinascimento. La serie tv internazionale, ricca di intrighi di potere, sesso e scandali, dove nelle scene di nudo nulla è lasciato all’immaginazione, è creata da Tom Fontana, veterano della televisione americana, tre volte vincitore del prestigioso premio Emmy: 12 episodi per la regia questa volta di Dearbhla Walsh. Gli ottimi risultati d’ascolto (in Italia è stata trasmessa da Sky) hanno spinto i produttori a rinnovare la serie. Nel cast Mark Ryder, John Doman, Isolda Dychauk, Andrea Sawatzki, Art Malik e Assumpta Serna. Le riprese si concluderanno in novembre, tra la Repubblica Ceca e l’Italia. La seconda stagione, spiega in una conversazione Vassallo, riprenderà gli eventi della prima e sarà ambientata dopo la morte di Juan Borgia, nel 1494. «Ma non posso anticipare molto. Posso dirvi, però, che anche nei Borgia mi ha seguito la mia Sicilia. Ho scoperto che la famiglia di Tom Fontana è originaria di Caltavuturo in provincia di Palermo». Tra i nuovi personaggi vedremo Machiavelli, Leonardo Da Vinci e Michelangelo. Dopo una prima stagione incentrata su Rodrigo Borgia, la seconda seguirà principalmente Cesare. Vassallo, 28 anni, vanta al suo attivo già diverse interpretazioni nel mondo del teatro (ha lavorato con Ronconi), della tv e del cinema (sul piccolo schermo a fianco di Beppe Fiorello nel film “La vita rubata” di Graziano Diana e poi, tra gli altri, “Viola di mare”, “I baci mai dati”, “Edda Ciano e il comunista” e molto altro). «Sì ma in Italia si fa sempre un’enorme fatica. Ogni volta che finisci un lavoro devi ricominciare da zero. Per i Borgia è stato diverso. Per il mio ruolo c’erano candidati provenienti da ogni angolo del pianeta, Usa, Francia, Spagna, Gran Bretagna, hanno scelto me, un palermitano, dopo un solo provino». Come è stato girare Montalbano? «Tavarelli, il regista, mi ha reinventato, ho scoperto un lato di me che non avevo mai esplorato, l’ironia. Il Mimì corteggiatore d’altri tempi, che fa il baciamano. Mi sono ispirato a Marcello Mastroianni in divorzio all’italiana». E all’estero invece nei Borgia? «Dal primo giorno mi sono ritrovato con giganti come John Doman che mi hanno fatto sentire alla pari. Un’organizzazione imponente. È la prima volta che giro una serie dove tutti sanno esattamente che cosa fare. Mi ha colpito in particolare una scena dove c’erano 400 comparse, nessuna ha sbagliato un passo. È stata una sfida girare in inglese. Nella serie recita anche un’altra attrice italiana, Marta Gastini (Giulia Farnese)». Ma Vassallo confessa che gli piacerebbe per un periodo vivere all’estero. «Per l’Italia provo quel tipo di amore conflittuale che si può sentire per una donna, di cui adori tutto ma il cui carattere ti manda ai pazzi. Un paese dove siamo rassegnati agli scandali e dove invece per i giovani (io mi considero un privilegiato), non c’è futuro. Mi ha fatto molta tristezza anche quello che è successo allo Stadio Marassi di Genova, la follia degli ultras. Per non parlare dei festini di Arcore, o di quello che hanno fatto nella Lega ma non solo. Sono le cose a cui non mi voglio rassegnare. Lo stesso vale per la Sicilia, la mia terra ancora oggi in mano alla mafia». E la nuova serie del giovane Montalbano? «So che ci stanno pensando. Ma è davvero prematuro fare previsioni».