c07doppia.qxd 31/10/07 12.31 Pagina 1 (1,1) NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZION Un dizionario per sapere come parlavano nelle miniere inglesi È in vendita nelle librerie inglesi un di- zionario di Pitmatic, dialetto parlato per oltre 150 anni dai minatori del nord-est. Un gergo complesso, cameratesco e incomprensibile ai non addetti ai lavori, salvato dall’oscurità dal poeta e studioso britannico Bill Griffiths. Il Pitmatic è una combinazione di linguaggi diversi, dal norvegese antico all’olandese, arricchita dalla creatività dei minatori che con il tempo hanno dato vita a una lingua originale. Svelati gli ingredienti del veleno dei Borgia CIVILTÀ DELLA SCRITTURA I 16 Borgia non furono depositari di nessun misterioso veleno, come invece si è a lungo creduto, anche grazie allo storico Paolo Giovio (1483-1552), medico del cardinale Giulio de’ Medici, che attribuì alla famigerata famiglia rinascimentale il possesso di “una polvere di mirabile bianchezza, da ingannare ognuno, di sapore anche non molto spiacevole”. Invece non è mai esistito un “veleno dei Borgia”, inteso come sostanza di straordinaria efficacia e provvista di caratteristiche uniche, in grado di compiere omicidi in modo piuttosto rapido. Molto verosimilmente Papa Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia, 1431-1503) e suo figlio Cesare Borgia (1475-1507) per compiere i loro crimini (avrebbero ucciso otto cardinali) fecero somministrare un preparato a base di arsenico, dosato con altre sostanze minerali come il nitrato d’argento, l’antimonio, e l’acetato neutro di piombo. A queste conclusioni è giunta la ricerca scientifica di Luca Zucchi, ricercatore alla facoltà di Scienze Umane dell’Università di Ferrara, sintetizzata nel saggio “I Borgia e il sapere tossicologico rinascimentale” scritto nel volume “Lucrezia Borgia - Storia e mito” (Olschki editore) a cura degli storici della letteratura italiana Michele Bordin e Paolo Trovato. Alle Università dell’Emilia Romagna 110 e lode Va all’Emilia il primato del gradimento dei servizi offerti dai Comuni agli studenti universitari. Parma e Bologna sono le uniche città a cinque stelle, cioè con oltre l’80% di valutazioni positive, secondo i giudizi degli universitari usciti nel 2006 da 41 atenei che fanno parte del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che ha realizzato l’inchiesta. Tra i grandi Comuni (73)oggetto dell’indagine conquistano quattro stelle Roma, Torino, Genova, Firenze e Catania. Bocciata Bari. Torna a Brescia la diligenza di Buffalo Bill S arà allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia a partire dal 24 novembre prossimo fino a maggio 2008 la mostra “America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo”. Trecento dipinti, ottanta fotografie originali del XIX secolo, dieci sculture e venti oggetti del mito di Buffalo Bill completeranno l’originale iniziativa. La mostra, in realtà, segna un ritorno della stessa diligenza nella città lombarda: l’8 maggio del lontano 1906, infatti, il Buffalo Bill’s Wild West si esibì proprio a Brescia con due spettacoli, diretti e “presentati personalmente - come recitava la locandina - dal Coll. W. F. Cody, alias Buffalo Bill”. Per l’occasione, ventimila bresciani pagarono da 2 a 5 lire per assistere alla “riproduzione storica della Guerra Selvaggia e della Battaglia di Little Big Horn” con tanto di assalto alla diligenza, veri cowboys e pellerossa e Buffalo Bill che guidava i cavalli e contemporaneamente sparava con due revolver, nonostante fosse ormai vecchio. c07doppia.qxd 31/10/07 12.31 Pagina 1 (2,1) AZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTIn D opo il successo dello “spanglish” (mix di spagnolo e dialetto statunitense) i Campus universitari degli Stati Uniti accolgono il corso della Little Italy Language, riconoscendola lingua ufficiale a tutti gli effetti. Quella che un tempo veniva chiamata “broccolinese” (perché parlata dagli emigranti italiani che abitavano a Brooklyn), oggi è adoperata da circa due milioni e mezzo di italo-americani, in maggioranza concentrati a New York, Miami, Chicago e Los Angeles. Le parole che hanno dato vita a questa neo-lingua provengono dalla Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, Regioni che, lungo il Ventesimo secolo, hanno avuto il maggior flusso di emigrazione italiana negli States. I vocaboli del nuovo linguaggio si sono mescolati allo “slang” americano, permettendo uno scambio quotidiano all’interno di una comunità, costretta dalla situazione economica e dal razzismo a creare un sistema di comunicazione esclusivo e frutto del proprio universo socio-emotivo. A partire da questo autunno, dunque, la Little Italy Language sarà insegnata all’Università e in altri Istituti privati americani che si occupano di Antropologia e di Storia delle Etnie. Una collezione di quindicimila cataloghi di libri antichi U na collezione unica nel nostro Paese riunisce oltre 15mila cataloghi di vendita libraria di case d’asta italiane ed estere e di librerie antiquarie. È quella donata dal bibliofilo cortonese Paolo Gnerucci all’Università di Siena, per il suo riordino e l’apertura al pubblico. Un patrimonio che permette di ricostruire la storia del commercio internazionale di libri antichi a stampa, manoscritti e incisioni negli ultimi trent’anni, documentando i movimenti di grandi opere passate di mano in mano. Fonte preziosa per gli studiosi, la raccolta costituisce anche uno strumento fondamentale – grazie alle descrizioni bibliografiche e alle immagini presenti nei cataloghi – per l’identificazione di opere rubate. Agli italiani manca il “desueto” N on poteva essere che “desueto” (caduto in disuso) appunto, il termine oggi non più utilizzato nel linguaggio quotidiano che si vorrebbe “riadottare”. A rivelarlo è un sondaggio proposto dalla Società Dante Alighieri sul sito www. ladante.it. Nettamente staccati dal primo posto, che ha ottenuto il 15,5% delle preferenze, i termini “sovente” (10%), “eziandio” (5,5%), “perbacco” e “plenitudine” (entrambi con il 4,5% dei voti). Sesto posto a pari merito per “egli” e “nevvero” con il 3%. A seguire una serie di parole e di espressioni che i nostalgici di una lingua che nel tempo è notevolmente cambiata o i semplici simpatizzanti e curiosi vorrebbero recuperare nel linguaggio contemporaneo: da “accipicchia” a “donzella”, da “fare fiasco” a “perdere la trebisonda”, fino a “manicaretto”, “orsono”, “satollo”, “speme” e “ricordanza”. Un Museo dedicato ai Tarocchi e alla loro storia Per iniziativa dell’associazione Hermatena, a Riola di Vergato (Bologna) è nato il “Museo dei Tarocchi”. In mostra preziosi mazzi completi di tarocchi classici e moderni, libri e manoscritti rari, con un programma di mostre e conferenze sui significati e sulla storia dei Tarocchi: dalle civiltà imperiali alle rotte degli zingari all’Europa. Sede del museo è un palazzo seicentesco del piccolo centro emiliano, in un’area d’interesse artistico e misterico. Da tutto il mondo chiama Roma 06 06 08 Da ottobre sarà possibile prenotare un posto a teatro o una visita in qualsiasi museo della capitale telefonando al numero 06 06 08. Il numero sarà raggiungibile da qualsiasi angolo del mondo e ogni turista potrà così programmare la propria visita nella “città eterna” acquistando per tempo il ticket per gli eventi che desidera seguire. RUBRICA A CURA DI MIMMO SPINA CIVILTÀ DELLA SCRITTURA Gli atenei americani promuovono il “Little Italy Language” 17