In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista SOMMARIO 1. INTRODUZIONE: disordini e disturbi dell’alimentazione in sovrappeso e obesità A-Quadri alimentari alterati nel sovrappeso e nell’obesità B-Atteggiamenti alterati verso corpo e alimentazione nelle diverse fasi del ciclo vitale femminile C-La gestione multidisciplinare dell’obesità e l’importanza dell’individuazione precoce e del trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata 1. SPECIFICITA' DELLA NOSTRA PROPOSTA 2. DESTINATARI 3. COM’E’ STRUTTURATO IL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO 4. INTERVENTO PSICO-EDUCAZIONALE E COGNITIVOCOMPORTAMENTALE POST CHIRURGIA BARIATRICA 5. BIBLIOGRAFIA 6. CONTATTI 1 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista 1. INTRODUZIONE Disordini e Disturbi dell’alimentazione in sovrappeso e obesità L’obesità è una condizione morbosa di natura multifattoriale caratterizzata da un eccesso di peso corporeo per eccesso di massa grassa. Sovrappeso e obesità sono la conseguenza di un prolungato bilancio energetico positivo a cui contribuiscono sedentarietà e atteggiamenti alimentari alterati. In un rapporto OMS del 2001 si parla di globesity, riferendosi alla greve minaccia per la salute pubblica causata dall’eccessivo aumento del peso corporeo degli esseri umani in tutto il mondo (1,2). Nelle società più ricche, l’eccesso di peso è più diffuso negli strati socioeconomici più bassi e in età più avanzate. La presenza percentuale più elevata di casi di obesità si osserva nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni e rimane elevata anche oltre gli 80 anni. Il fenomeno è spiegato dalla storia naturale dell’obesità (che tende ad aumentare con l’invecchiamento) e dal prolungamento della durata media della vita. In Italia la prevalenza dell’obesità nella popolazione adulta si aggira intorno al 10%, con percentuali più elevate al sud e nelle isole, nel nord-est rispetto al nordovest. Se consideriamo che la prevalenza del sovrappeso si avvicina in media al 40% dobbiamo concludere che l’eccesso ponderale investe circa la metà della popolazione italiana adulta. I dati circa la prevalenza dei casi di obesità risultano particolarmente allarmanti se si considera che l’eccesso ponderale espone ad un aumentato rischio per la salute (diabete, sindrome metabolica, tumori, apnee notturne, steatosi epatica, problemi articolari ed ossei). Insorgenza precoce (durante l’infanzia o l’adolescenza), incrementi di peso rilevanti e un’obesità di tipo viscerale, aggravano la morbilità e quindi la mortalità associate all’eccesso ponderale (3). A-Quadri alimentari alterati nel sovrappeso e nell’obesità Iperfagia prandiale Si caratterizza per l’assunzione di grandi quantità di cibo prevalentemente durante i pasti. Le caratteristiche psicologiche principali dell’iperfagia sono il piacere per il cibo, l’assenza di perdita di controllo sulle quantità assunte, l’aspetto prevalentemente conviviale legato ai pasti e l’assenza di malessere psicologico legato all’assunzione degli alimenti. Grignottage Significa spiluccare/mangiucchiare piccole quantità di cibo durante buona parte della giornata (per lunghi periodi di tempo), in modo lento, apprezzando ciò che si sta mangiando. Può essere una modalità alimentare reattiva a noia o altre emozioni (alimentazione emotiva). Spesso si associa a bassa autostima, tratti ansiosi, veri e propri disturbi d’ ansia e dell’umore. Il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) Il disturbo da alimentazione incontrollata (o Binge Eating Disorder) è un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) caratterizzato dalla presenza di abbuffate non accompagnate dall’utilizzo sistematico di strategie per compensare l’ingestione di cibo in eccesso . Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, quantità di cibo esagerate, con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare. Queste situazioni si ripetono anche più 2 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista volte la settimana anche in momenti in cui non si ha una sensazione fisica di fame. A differenza dalla bulimia non si riscontra il circolo vizioso tra i tentativi di restrizione, l’abbuffata e i comportamenti eliminativi. Il problema principale sembra consistere in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi. L’assenza di sistemi di compenso fa si che la presenza di DAI si associ frequentemente ad un problema di eccesso ponderale; Il DAI è presente nel 30% circa dei casi di soggetti obesi che richiedono una cura per la loro situazione e nel 2-3% di tutti i soggetti obesi. La presenza di un DAI rappresenta inoltre un fattore ostacolate l’adesione ad un programma per il calo di peso; questo per diverse ragioni: - Il pattern alimentare di questi soggetti risulta solitamente molto alterato, non solo per la presenza di frequenti abbuffate ma anche di un generale disordine ( iperfagia ai pasti e spizzucco fuori dai pasti principali); - L’adesione a regimi dietetici restrittivi rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di abbuffate; - Il DAI è solitamente associato a intenso disagio corporeo e sintomatologia depressiva, fattori questi che solitamente ostacolano l’adesione ad uno stile di vita attivo e all’esercizio fisico. Il BED attualmente collocato in Appendice del DSM-IV tra le sindromi che richiedevano ulteriori studi (4), nel DSM-V acquisirà una sua autonomia nosologica e verrà inserito tra le sindromi convalidate (5,6). Criteri diagnostici per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) (DSM IV) 1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari). a. Mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. b. Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). 2. Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: - Mangiare molto più rapidamente del normale; - Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno; - Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; - Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite; - Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo. 3. Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio. 4. Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana per almeno sei mesi. Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di anoressia o di bulimia nervosa. B-Atteggiamenti alterati verso corpo e alimentazione nelle diverse fasi del ciclo vitale femminile Il ciclo vitale femminile è caratterizzato da alcune fasi delicate per l’equilibrio psicofisico; l’adolescenza, la gravidanza e il post-partum e la menopausa sono momenti di passaggio che possono legarsi a condizioni di disagio psichico e fisico, transitorie o permanenti. In queste fasi può capitare di provare vissuti di disagio e insoddisfazione corporea che possono arrivare a compromettere l’equilibrio e la qualità di vita personale. Un intenso disagio corporeo può favorire lo sviluppo e il mantenimento di atteggiamenti alimentari alterati che spesso sono alla base di problemi di peso. Questi atteggiamenti alterati possono andare da un modo di 3 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista alimentarsi disordinato fino a veri e propri Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), come il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI). C-La gestione multidisciplinare dell’obesità e l’importanza dell’individuazione precoce e del trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata. L’obesità è una patologia cronica con cause multifattoriali e proprio per questo richiede un intervento multidisciplinare. Al contrario, assistiamo quotidianamente al rinnovarsi di offerte di trattamento che affrontano solo l'aspetto nutrizionale (sul breve termine) e che spesso propongono diete squilibrate predisponendo il soggetto a conseguenze fisiche pericolose quali oscillazioni di peso (yo-yo) e all’istaurarsi di atteggiamenti alimentari alterati. Inoltre i ripetuti fallimenti possono avere una ricaduta negativa in termini motivazionali con il rischio dell’ abbandono di ogni tentativo di controllo sul peso. Se un’attenta valutazione e trattamento multidisciplinari della persona obesa è fondamentale per ottenere risultati duraturi nel tempo, questo è particolarmente vero per i soggetti che abbiano un disturbo da alimentazione incontrollata in associazione ad un disturbo del peso. Uno studio di Fairburn che indagava il decorso naturale del DAI nella popolazione generale, indicava come ad un follow up di 5 anni una larga parte del campione aveva avuto un aumento di peso con un BMI > di 30 ( tasso di obesità iniziale 22%, dopo 5 anni 39%). Solo 8 % aveva cercato un trattamento specialistico. Questo studio suggerisce come il DAI se non precocemente individuato e trattato, esponga il soggetto ad aumento ponderale con evoluzione verso l’obesità in soggetti sovrappeso (BMI <29,9) o con il peggioramento della condizione obesigena. Si evidenzia inoltre come solo una piccola percentuale di soggetti con DAI chieda un trattamento specialistico ( e quando avviene dopo molti anni dall’esordio) solitamente dopo il fallimento di numerosi percorsi monodisciplinari focalizzati solo sul calo ponderale. Dingemans et al. in una review sul DAI, evidenziano come in almeno metà degli obesi con DAI, l’esordio di quest’ultimo sia avvenuto prima prima dell’insorgere dell’obesità; se ne deduce che il binge eating sia un sintomo primario che conduce all’ aumento di peso e all’obesità. Si evidenzia inoltre come il nonostante il DAI sia distribuito ugualmente tra i due sessi, il trattamento venga richiesto soprattutto dalle donne obese; questo forse è legato anche al fatto che si ritiene che i DCA siano disturbi ad appannaggio delle donne e quindi poco conosciuti e diagnosticati negli uomini (8). Per quanto riguarda il trattamento, in letteratura si sottolinea come se il trattamento del soggetto obeso con Dai si focalizzi principalmente sulla riduzione del peso e non si rivolga discontrollo alimentare e ai problemi sottostanti; tuttavia se non trattato con modalità specifiche il il quadro DAIi non solo persiste ma può andare incontro a peggioramento sollecitato dalla restrizione dietetica (9,10,11). Un adeguato trattamento psicoterapeutico consente un generale riduzione del binge se confrontato al non trattamento (riduzione del numero di episodi binge nel 68-77% dei casi, remissione totale nel 40-87%). Studi che combinavano trattamento del DAI e programma per calo ponderale mostrano che l’efficacia aumenta se prima si tratta il DAI poi si focalizza sul calo di peso (12,13). 4 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista Concludendo si può affermare che le evidenze di letteratura sostengono l’importanza dell’individuazione precoce in entrambi i sessi con eccesso ponderale di atteggiamenti alimentari alterati con particolare attenzione al DAI. Nel soggetto obeso con DAI si raccomanda un trattamento multidisciplinare multistep, orientato in primis alla riduzione\estinzione del discontrollo alimentare e solo in seconda battuta ad un lavoro sullo stile di vita (alimentazione e attività fisica) che consenta il calo poderale. Inoltre considerato che l’obesità è una patologia cronica, risulta di fondamentale importanza fornire particolare attenzione alla fase di mantenimento per accompagnare il paziente non solo nella creazione ma anche nel consolidamento di un nuovo e più salutare stile di vita. 2. SPECIFICITA' DELLA NOSTRA PROPOSTA In considerazione delle indicazioni della letteratura e della nostra esperienza clinica in diagnosi e trattamento dei disturbi dell’alimentazione, la nostra proposta di intervento si caratterizza per: Multidisciplinarietà (integrazione delle professionalità del dietista e dello psicologo) sia in fase diagnostica che terapeutica; Utilizzo di tecniche motivazionali (modello transteorico di Prochaska e DiClemente); Uso di tecniche cognitivo-comportamentali (automonitoraggio alimentare, emotivo e dell’attività fisica, identificazione delle situazioni a rischio, tecniche di controllo degli stimoli e problem solving); 5 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista COSA PROPONIAMO: PERCORSI MULTIDISCIPLINARI (dietista e psicologa) A CARATTERE MOTIVAZIONALE, PSICOEDUCATIVO E TERAPEUTICO PER LA CREAZIONE DI ATTEGGIAMENTI ALIMENTARI EQUILIBRATI E LA GESTIONE DEL PESO CORPOREO Risulta articolata come segue: DEL 1 mese TEMPO Primo contatto: invio LINEA Medico di Medicina Generale Cardiologo Diabetologo Ortopedico Ginecologo Endocrinologo Altri specialisti Passo 1: FASE DIAGNOSTICA DIETISTA PSICOLOGA 2 INCONTRI 2 INCONTRI con somministrazione test BES, BUT, BDI, SCL-90, TEST Qualità di vita DIETISTA e PSICOLOGA Passo 2: INCONTRO DI RESTITUZIONE 1 incontroediPSICOLOGA restituzione DIETISTA Relazione per Medico di Medicina Generale 6 mesi Passo 3: FASE TERAPEUTICA Proposta di trattamento Percorso Terapeutico Percorso Terapeutico Ambulatoriale Individuale di gruppo Relazione di dimissione 6 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista 3. DESTINATARI Soggetti sovrappeso e\o obesi che: abbiano un Disturbo da Alimentazione Incontrollata; abbiano bisogno di perdere peso ma che non vogliono una dieta rigidamente prescrittiva perchè desiderano rendersi autonomi nella gestione della loro alimentazione non siano riusciti a mantenere i risultati di diete tradizionali e che desiderano un approccio alternativo a quello prescrittivo e monodisciplinare abbiano bisogno di un sostegno motivazionale per incrementare la compliance debbano seguire un piano dietetico terapeutico e che necessitano di un monitoraggio dietistico e di un supporto psicologico (es. diabetici in cura presso il Centro Antidiabetico che non riescono a stabilizzare la glicemia perchè non riescono a seguire le indicazioni) abbiano perso peso e siano interessati ad un lavoro di mantenimento dei risultati raggiunti. 4. COM’E’ STRUTTURATO IL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO PASSO 1: COLLOQUI DI INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO • Due colloqui con la dietista: raccolta anamnesi e valutazione dello stato nutrizionale. Somministrazione test qualità di vita. •Due colloqui con la psicologa: analisi del quadro psicologico connesso all’atteggiamento alimentare e valutazione del profilo motivazionale. Somministrazione test psicometrici per indagare: discontrollo alimentare, insoddisfazione corporea e aspetti psicopatologici. PASSO 2: INCONTRO DI RESTITUZIONE di quanto emerso dagli incontri inquadramento e valutazione delle opzioni di trattamento. PASSO 3: PERCORSO TERAPEUTICO INDIVIDUALE O IN GRUPPO* TEMI TRATTATI DURANTE GLI INCONTRI: - Sostegno motivazionale - Automonitoraggio dell’alimentazione, delle emozioni, del peso e dell’attività fisica; - Nozioni di alimentazione equilibrata; - Strategie per trovare uno stile alimentare equilibrato ed adatto alle proprie esigenze; - Peso ideale, estetico e peso ragionevole; 7 di In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista - Stile di vita attivo e attività fisica; - Cibo ed emozioni (alimentazione in risposta a stimoli emotivi, individuazione e gestione delle situazioni a rischio); - Il rapporto con il proprio corpo tra accettazione e cambiamento; PASSO 4: VALUTAZIONE DEI RISULTATI RAGGIUNTI * Incontri di gruppo guidati a carattere interattivo. Due tipologie: a) CICLO DI INCONTRI IN GRUPPO PER SOSTENERE LA MOTIVAZIONE AD UNO STILE DI VITA EQUILIBRATO b) TERAPIA DI GRUPPO PER IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA IL VALORE AGGIUNTO DEL LAVORO IN GRUPPO Il gruppo offre: informazione: si intende fornire informazioni su alcune tematiche riguardanti il cibo, l’alimentazione, il peso e lo stile di vita; occasioni di condivisione e confronto: tanto più ciascuno riuscirà a partecipare attivamente più ne trarrà beneficio; l’ascolto di ciò che emerge e il confronto attivo e costruttivo tra i membri rappresenta un’opportunità di crescita attraverso l’esperienza di gruppo; sostegno: la condivisione in gruppo di tutti gli aspetti, concreti ed emotivi, che emergono all’interno di un percorso di cambiamento “comune”, può aiutare a sentirsi sostenuti nel corso di questo percorso; costi contenuti se confrontato al percorso individuale. NUMERO DEI PARTECIPANTI E TEMPI DI ATTUAZIONE Gruppo aperto (da minimo 8 a massimo 12 partecipanti); 8-10 incontri quindicinali da 90 minuti ognuno. I gruppi saranno guidati dalla psicologa e/o dalla dietista. 8 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista 5. INTERVENTI PSICO-EDUCAZIONALI E COGNITIVO COMPORTAMENTALI POST CHIRURGIA BARIATRICA Il grado di adesione del paziente bariatrico alle indicazioni (mediche, dieteticocomportamentali e psicologiche) e la sua disponibilità ad essere seguito periodicamente in incontri di follow up, sono fattori che concorrono all’efficacia della chirurgia bariatrica e al mantenimento dei risultati nel tempo. In letteratura si evidenzia come la scarsa o intermittente adesione alle raccomandazioni (esercizio fisico, scelte alimentari, visite di controllo, assunzione di farmaci) tenda a evidenziarsi in alcuni casi 6-12 mesi dopo l’intervento chirurgico, in altri 18-24 mesi dopo (14,15). Da ciò deriva l’importanza di seguire i pazienti bariatrici nel decorso post-operatorio attraverso monitoraggi multidisciplinari a lungo termine. Interventi nella fase post-operatoria possono facilitare la compliance del paziente alle indicazioni dietetico-comportamentali, un miglioramento del disordine/disturbo alimentare, della fame emotiva, dei vissuti depressivi (16) e dei livelli di attività fisica con conseguente riduzione e mantenimento del peso a lungo termine (17) (Weineland et al., 2012). Il percorso di monitoraggio individuale o di gruppo, prevede incontri periodici (con dietista e psicologa) e la somministrazione di test psicometrici per indagare atteggiamenti alimentari, immagine del corpo, qualità di vita e disturbi psichiatrici persistenti o sopravvenuti. 9 In Equilibrio Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Psicoterapeuta Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista 5. BIBLIOGRAFIA (1)Campos P, Saguy AL, ErnsbergerP, OliverE ,Gaesser G. 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CONTATTI Dott.ssa Antonia Bolognesi, Psicologa-Specialista in Psicoterapia Cell. 347.3955578 Dott.ssa Eleonora Roncarati, Dietista Cell. 333.5890692 E-mail: [email protected] Sito web: http://mioequilibrio.weebly.com 11