INTRODUZIONE. Il 26 dicembre del 2004 lo Tsunami colpì il Sud-Est asiatico, portando morte e distruzione. Molti di noi si chiesero allora:”Perché succedono questi fenomeni disastrosi? Che colpa avevano quei poveracci che ci hanno rimesso tutto quello che avevano, se non addirittura la vita?”. Il 27 dicembre lessi su “Repubblica” un commento sullo Tsunami, scritto da Umberto Galimberti dal titolo “La natura inumana”. L’autore scriveva: Abbiamo chiamato "madre" la natura nel tentativo di propiziarcela e abbiamo dimenticato che la natura è semplicemente indifferente alle vicende umane, e a sostegno citava l’aforisma 5 del Tao Te Ching che può anche essere tradotto così: "Il cielo e la terra sono inumani: trattano i diecimila esseri come cani di paglia". Questa affermazione da una parte mi colpì per la sua crudezza e da un’altra parte mi incuriosì, tanto da spingermi a volermela chiarire nel testo originale. Le versioni del Tao Te Ching In italiano esistono diverse versioni, o curate da sinologhi preoccupati di tradurre il testo “ad litteram” con un risultato poco comprensibile, o da persone che non conoscendo il cinese si sono basate su traduzioni in altre lingue con risultati non completamente affidabili. Decisi allora di ricorrere pure io alle traduzioni nelle lingue straniere che conosco, ossia in francese, in tedesco e in inglese. Mi accorsi che ognuna delle numerosissime traduzioni era diversa dalle altre e scoprii anche la ragione di questa situazione. Tradurre dal cinese Il cinese viene scritto accostando degli ideogrammi che sono segni di riconoscimento, come i nostri cartelli stradali indicatori, che combinati esprimono dei concetti. Interpretarli è come cercare di capire qualcosa sulla base di una serie di fotografie accostate. Chi le guarda, legge spesso cose differenti, perché può solo interpretarle sulla base di ciò che già conosce. Ma quello che la gente conosceva e sottintendeva quando scriveva quei segni e ciò che poteva conoscere un traduttore successivo erano spesso cose alquanto diverse. Ecco pertanto che le interpretazioni diventano criptiche e difficilmente comprensibili, tanto da portare disaccordo anche tra i commentatori antichi. A complicare le cose intervennero anche diverse riforme del modo di rappresentare gli ideogrammi. Che fare allora? Il mio adattamento italiano Decisi di concentrarmi su una decina di traduzioni (tra le circa 60 trovate in libreria e su internet) e diedi la preferenza a quelle che non si rivolgono tanto a chi governa o al politico, bensì al saggio e alla persona che desidera diventare migliore. Ho cercato di identificare le cose che si ripetono nelle diverse interpretazioni e una coerenza interna nelle affermazioni di ogni aforisma. Ho tentato poi di esprimerlo in termini comprensibili e attuali. Origini del Tao Te Ching Il Tao Te Ching viene attribuito al mitico saggio cinese Lao Tsu, vissuto probabilmente nel 6° secolo avanti Cristo. La leggenda racconta che sentendo prossima la sua fine, Lao Tsu si avviò verso il deserto, quando una guardia alle porte della città lo pregò di lasciare il suo insegnamento per i posteri. Il risultato è il “Tao Te Ching”. Cosa vuol dire “Tao Te Ching”? Ching vuol dire: il libro, il trattato. Te vuol dire: la virtù, il modo giusto di vivere. Tao vuol dire: il Tutto, l’Universo, la Natura(e la sua legge, il suo progetto), Dio (e la sua volontà, il suo progetto) Tao Te Ching può essere quindi tradotto con “Il libro del modo giusto di vivere secondo Natura, la sua legge e il suo progetto”, oppure con “Il libro del modo giusto di vivere secondo Dio, la sua volontà e il suo progetto”.