Corso di Energetica A.A. 2013/2014 Energia Eolica – Parte Quarta Prof. Ing. Renato Ricci Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche Università Politecnica delle Marche 1 Tubo di Flusso Gli aerogeneratori sono macchine in grado di estrarre energia cinetica dal vento convertendola in energia meccanica disponibile all’asse della macchina. Solamente la portata d’aria che attraversa la sezione della macchina sarà soggetta alla conversione dell’energia, possiamo quindi separare l’aria che attraversa il rotore dall’aria che non viene elaborata dalla macchina. Supponiamo di estendere nella direzione del vento, a monte e a valle della macchina, la sezione di confinamento sopra descritta; il volume di flusso racchiuso dalla superficie di cosi ottenuta viene comunemente chiamato tubo di flusso o stream tube. 2 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 1 Nel 1920 Albert Betz pensò di applicare la teoria di Rankine sviluppata per le eliche propulsive ad un’elica motrice, con le seguenti ipotesi: Flusso stazionario. Flusso incomprimibile. Flusso inviscido. Flusso irrotazionale. Rotore con numero infinito di pale aventi corda infinitesima. Le ultime 2 ipotesi valgono per un osservatore lontano, il quale non sarà in grado di vedere ne la rotazione del flusso in scia alla macchina ne la geometria della turbina ma solo l’effetto di quest’ultima sul flusso. Ipotizzando il flusso irrotazionale l’unico effetto della macchina sul flusso che ci si aspetta è una variazione di pressione statica e di quantità di moto assiale. 3 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 2 Un osservatore lontano vedrà un incremento della pressione statica del fluido già a monte della macchina dovuto alla presenza della turbina e conseguentemente una riduzione della velocità. La turbina si comporterà come un ostacolo poroso producendo una caduta localizzata di pressione statica del fluido mentre la velocità non subirà variazioni discontinue. A valle della macchina la pressione aumenta nuovamente fino al valore del flusso indisturbato; di conseguenza la velocità continuerà a diminuire anche a valle del disco attuatore. Attraverso il tubo di flusso la portata dovrà essere costante quindi a fronte della riduzione di velocità se ne avrà un aumento della sezione di passaggio. 4 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 3 Attraverso il tubo di flusso, la portata dovrà essere costante quindi a fronte di una riduzione di velocità si avrà un aumento della sezione di passaggio. L’unica azione che possiamo valutare è la spinta in direzione assiale, resistenza del disco poroso, mediante il salto di pressione monte valle al disco attuatore. Tale azione produrrà una riduzione della quantità di moto assiale in uscita dal tubo di flusso. 5 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 4 Possiamo applicare l’equazione di Bernoulli tra la sezione di ingresso dello stream tube e la sezione immediatamente a monte della turbina e tra la sezione immediatamente a valle e l’uscita dello stream tube. Non è possibile applicarla a tutto il tubo di flusso a causa della presenza delle forze esterna nella sezione del rotore. 1 1 2 p U p d U2d 2 2 p d 1 1 U2d p U2w 2 2 p 1 1 1 1 U2 p d U2d p d U2d p U2w 2 2 2 2 1 1 U2 p d p d U2w 2 2 p d p d 1 U2 U2w 2 6 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 5 Per un osservatore lontano la spinta T (thrust) sul disco sarà pari alla variazione di quantità di moto assiale fra l’ingresso e l’uscita dello stream tube. La stessa grandezza è possibile calcolarla anche come resistenza di forma del disco attuatore, pari cioè alla differenza di pressione monte valle del tubo di flusso. T U AU Uw Aw Uw Ricordando che la portata che attraversa il tubo di flusso è costante potremo esprimere il flusso di quantità di moto in una generica sezione come il prodotto fra la portata calcolata nella sezione del rotore e la velocità del flusso nella generica sezione considerata. U A Ud Ad Uw Aw T Ud Ad U Uw Ud U Uw Ud U Uw 2 Ad pd pd 1 U2 Uw2 2 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 6 L’unica velocità nota nel tubo di flusso è quella del vento indisturbato U∞ all’ingresso, dunque per poter proseguire nella trattazione Froude introdusse due coefficienti, detti coefficienti di induzione assiale, che legano le velocità nella varie sezioni a quella iniziale. U d 1 a U U w 1 b U Il flusso all’uscita del tubo di flusso non potrà rientrarvi all’interno quindi al minimo la velocità potrà annullarsi, e di conseguenza al massimo b potrà essere pari ad 1. Introducendo ora la relazione precedentemente ottenuta fra le tre velocità possiamo legare i due coefficienti. U 1 b U b 1 aU 1 a 1 2 2 b 1 a bmax 1 amax 2 2 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 7 Nota la forza che il fluido esercita sul disco e la velocità nella stessa sezione si potrà calcolare la potenza estratta dalla macchina. P TUd Ud A d U 2 U 2 2 w La potenza aumenterà al diminuire della velocità in uscita al tubo di flusso poiché diminuisce la frazione di energia cinetica persa allo scarico. Annullando la velocità allo scarico possiamo ottenere il massimo della potenza.. 2 max d d P U U A 2 La potenza messa a disposizione dal vento, su di una sezione pari a quella occupata dal disco attuatore, sarà data dal prodotto fra la portata attraverso il disco e l’energia cinetica ad essa associata. 3 disp d P U A 2 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 8 Si possono ora definire due differenti coefficienti adimensionali relativi alla potenza: l’efficienza η ed il coefficiente di potenza Cp. Il primo ci dice quanta potenza abbiamo estratto rispetto alla massima estraibile; il secondo ci dice quanta potenza è stata estratta dal vento rispetto a quella che lo stesso ha messo a disposizione. U U2w Ud A d 2 U P U d w 2 Cp 1 U3 Pdisp U U2 A d 2 2 2 P Uw 1 2 Pmax U Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 9 È possibile esprimere sia il Cp sia il rendimento solo in funzione del coefficiente di induzione assiale a. Questo ci permette di cercare il valore di a per cui si massimizzano e il valore massimo stesso. Cp 1 a 1 1 2a Cp 4a 1 a 2 1 a 4a 4a 2 2 4a 1 a dCp da a 4 1 a 8a 1 a 0 1 a 2a 1 3 2 Cp max 16 0.5926 27 L’efficienza massima si raggiunge quando a vale 0.5, e sarà pari a 1. Tra i due coefficienti il più interessante è sicuramente il coefficiente di potenza il quale pone un limite alla conversione dell’energia cinetica del vento in energia meccanica. Questo limite non è legato alle caratteristiche geometriche della macchina, ancora non sono state introdotte, ma bensì al rallentamento che il vento subisce già a monte della macchina. Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 10 Il limite di Betz è il limite teorico massimo di uno stream tube ad espansione libera, come quello descritto precedentemente. Diversamente, in flussi confinati artificialmente il limite di Betz può essere superato, è questo il caso dei rotori cosi detti intubati. L’aumento di prestazioni per questa tipologia di macchine è da ricercarsi nell’aumento di portata che attraversa il tubo di flusso rispetto alla stessa tipologia di macchina posta in un flusso libero. Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 11 1 0.9 Efficienza 0.8 0.7 Cp 0.5926 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.3333 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 a 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5 L’andamento non monotono del Cp è spiegabile tenendo in considerazione il legame tra la portata che attraversa il tubo di flusso e la capacità di prelevare energia dallo stesso. Il flusso vede l’estrazione di energia come un ostacolo, quindi maggiore sarà l’energia conferita alla macchina minore sarà la portata. Visto in termini del coefficiente di induzione assiale a avremo che a bassi valori di «a» estraiamo energia dal flusso, quindi la portata attraverso il tubo di flusso sarà elevata ma la potenza meccanica all’asse bassa. Al crescere di a aumenta l’energia prelevata dalla corrente fluida così come le perdite nell’attraversare lo stream tube, ciò causerà una riduzione della portata d’aria. Se il valore di a è troppo alto le perdite sono tali per cui, nonostante si abbia un aumento dell’energia estratta, la riduzione di portata attraverso il tubo di flusso porta ad una diminuzione della potenza all’asse della macchina. 13 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 12 Altro parametro adimensionale interessante è il coefficiente di spinta CT, ottenuto adimensionalizzando la spinta T con il prodotto della pressione dinamica per la sezione del rotore. 1 Ad U 2 U w2 2 U T CT 2 1 w2 1 1 U 2 U Ad U 2 Ad 2 2 2 CT 1 1 2a 4a 1 a Un aumento del CT produrrà una maggiore espansione della scia, necessaria a garantire la conservazione della portata nel tubo di flusso anche a valle del rotore. Cio è dovuto al legame fra il CT e il coefficiente di induzione assiale, infatti alti valori di CT si hanno con elevati valori di a, il che si traduce in un maggior rallentamento del flusso. 14 Teoria di Betz o Teoria Impulsiva Assiale - 13 Misure sperimentali dimostrano che la teoria di Betz è valida solo per bassi valori di a. Il motivo per cui decade la teoria per elevati valori del CT è la distruzione del tubo di flusso a valle del rotore, dovuta alla formazione di vortici ai bordi dello stream tube. Questi inducono forti rimescolamenti fra la scia all’interno del tubo di flusso e la corrente esterna, il che impedisce la definizione di un confine netto fra le due regioni e quindi del tubo di flusso necessario allo sviluppo delle teorie finora viste. Come vedremo più avanti per poter utilizzare ugualmente le teorie che si basano sui bilanci di quantità di moto si introdurranno degli opportuni coefficienti derivanti da relazioni empiriche. Aumento del CT 15 Teoria Impulsiva Vorticosa - 1 Nella teoria di Betz tutto il flusso che attraversa il rotore non viene influenzato dalla rotazione delle pale, ciò comporta che tutta la variazione della quantità di moto è solo assiale; in realtà la rotazione del rotore porta alla formazione di una scia controrotante che, nell’ipotesi di flusso non viscoso, seguita ad espandersi in modo continuo dietro al rotore stesso. La componente tangenziale della velocità, che è nulla sul bordo di entrata della pala, diventa pari a “wr” all’uscita della pala stessa; ciò porta ad una perdita di energia cinetica nel flusso principale con una conseguente riduzione della potenza estraibile dal rotore stesso. Mediamente si può assumere che sulla pala la velocità tangenziale media sia uniformemente distribuita e pari a : “wr/2” 16 Teoria Impulsiva Vorticosa - 2 La azioni aerodinamiche su ognuna delle sezioni della pala sono riassumibili nella RISULTANTE “R”, posizionata del CENTRO di PRESSIONE (C.P.). Rispetto al sistema di riferimento fluido la Risultante può essere scomposta nelle componenti PORTANZA (L’) e RESISTENZA (D’), diversamente nel sistema di riferimento rotore le componenti diventano : la FORZA TANGENZIALE (S’) e la SPINTA ASSIALE (T’). Ognuna di queste componenti ha le dimensioni d una forza per unità di lunghezza perché è relativa ad una sezione della pala e non alla pala intera. La forma adimensionale delle componenti ora discusse è data dai propri COEFFICIENTI, che sono in relazione fra loro secondo la: CT ' CL ' cos CD ' sen ; CS ' CL ' sen CD ' cos 17 Teoria Impulsiva Vorticosa - 3 Dall’analisi dei triangoli di velocità sulla pala emerge che l’angolo di flusso può essere rappresentato secondo le formule sotto riportate e che ci consentono di esprimere il Blade Section Speed Ratio in funzione dei coefficienti di Induzione assiale e tangenziale, o viceversa. Conservazione dell’Entalpia Totale di un flusso isotermo , non viscoso ed incomprimibile Attraverso il rotore l’entalpia totale del fluido deve conservarsi, trascurando la parte termica del contributo entalpico, la cui variazione è nulla durante una trasformazione ISOTERMA, si avrà: 1 1 1 1 2 2 2 U 2 1 a 2 r 2 pd U 2 1 a 2 r 2 1 2 a ' 2 2 2 2 1 1 pd 2 r 2 4a ' a ' 1 U 2 4a ' a ' 1 r 2 2 2 pd pd Teoria Impulsiva Vorticosa - 4 La Spinta ASSIALE sull’elemento radiale del rotore per la Teoria Impulsiva Vorticosa è calcolabile come: dT pd pd dAr 2 a ' (1 a ') 2 r 2 2 r dr mentre la spinta ASSIALE secondo la Teoria Impulsiva assiale è data da: dT pd pd dAr 2 a (1 a) U2 2 r dr 2 2 a (1 a) r r 2 2 2 2 che uguagliate l’una all’altra forniscono: r T T r * a ' (1 a ') U R Allo stesso modo la Spinta Longitudinale è calcolabile come: dS dm w r r 2 r dr U (1 a ) 2 a ' r da cui il momento sull’elemento di rotore può essere calcolato: dM dS r (1 a ) a ' 4 U r 3 dr r 3 U dM (1 a ) a ' 4 U 2 U3 d r U 3 5 1 3 2 dM (1 a) a ' 4 U 3 r d r (1 a) a ' 4 R U 2 3 d r R2 r U3 1 3 dP 8 (1 a) a ' Ar r d r 2 T 2 U 3 dM 8 (1 a) a ' Ar 2 1 r 3 d r 2 T 19 Teoria Impulsiva Vorticosa - 5 La POTENZA estratta dal rotore sarà così data da: P U 1 dP 8 Ar 2 T 2 3 T (1 a ) a ' r 3 d r 0 Teoria Impulsiva Vorticosa CP P U 3 Ar 2 8 T 2 Teoria Impulsiva Assiale T (1 a ) a ' r 3 d r CP 4 a (1 a )2 0 Dall’analisi del Coefficiente di potenza offerto dalla Teoria Impulsiva Vorticosa emerge che lo stesso viene massimizzato in funzione del valore assunto dal termine “a’(1-a)”; è possibile pertanto cercare una soluzione che rende massimo il Cp andando a ricavare a’ dalla relazione trovata nel caso della SPINTA ASSIALE, ossia: 2 2 a (1 a) r 2 2 r 2 2 r T T r * a ' (1 a ') U R a ' 1,2 1 1 r 1 r 2 4a (1 a ) 2 Trascurando la soluzione per la quale a’ è minore di zero e moltiplicando ogni membro per (1-a) si ottiene: a ' (1 a ) 1 (1 a ) 1 r 1 r 2 4a (1 a) 2 20 Teoria Impulsiva Vorticosa - 6 Derivando a ' (1 a ) 1 (1 a ) 1 r 1 r 2 4a (1 a) e ponendo il risultato uguale a zero si arriva alla 2 determinazione delle condizioni per le quali la potenza viene massimizzata, ossia: r max 1 a 4a 12 1 3a ; a ' max 1 3a 4a 1 limitando all’intervallo 1/4 ≤ a ≤ 1/3 il campo di variazione del fattore di induzione assiale. Blade Element Theory (BEM)- 1 1 2 La teoria della scia vorticosa vista in precedenza ci mette a disposizione delle relazioni per le quali fissato il valore del fattore di induzione assiale si è in grado di calcolare le prestazioni della turbina, ma nulla ci dice su cosa condiziona i valori dei fattori di induzione né tanto meno ci collega agli aspetti aerodinamici della pala. Per far ciò dobbiamo analizzare, in una sezione qualunque della pala, la risultante aerodinamica, R’, scomposta nei due sistemi di riferimento principali: L’ e D’, nel sistema solidale al fluido e F’n e F’t nel sistema solidale al corpo. dT N F 'n dr Spinta assiale sulla sezione c(r) dr dM N ( F 't dr ) r Blade Element Theory (BEM)- 2 Uguagliando la Spinta Assiale ed il Momento alle relazioni analoghe trovate in base alla teoria della scia vorticosa si arriva a: (U U w ) ( 2 r U o dr ) (U (1 2 a ) U ) dT N F 'n dr dm ( 2 r U (1 a ) dr ) 2 a U 4 r U a (1 a ) dr 2 ( r (1 2a ' ) r ) r ( 2 r U o dr ) r 2 2a ' dM N ( F 't dr ) r dm 4 U a '(1 a ) r 3 dr Sostituendo alle forze normali e tangenziali la loro espressione in termini di coefficienti adimensionali avremo: N F 'n dr N cn Vrel 2 2 N ( F 't dr ) r N ct c(r ) dr 4 r U a (1 a ) dr Vrel 2 2 2 c(r ) r dr 4 U a '(1 a ) r 3 dr Sostituendo infine a Vrel le relazioni (1) e (2) della pagina precedente si arriva alle: U (1 a ) 2 N c(r ) U (1 a ) 2 2 cn c ( r ) 4 U n a (1 a ) sen 2 2 r sen 2 ( r ) cn 4 a 1 N c(r ) a ( r ) Solidità 3 4 sen 2 sen 2 1 a 2 r 1 ( r ) cn 2 2 Blade Element Theory (BEM)- 3 Operando analogamente sull’equazione del Momento si ottiene: ct Vrel 2 ct N c(r ) U (1 a ) r (1 a ' ) ct (r ) 4 U a '(1 a ) r 2 r sen cos 1 (1 a ' ) 1 (r ) 4 a' a' 4 sen cos sen cos 1 (r ) ct 4 Utilizzo della BEM per il calcolo delle prestazioni di un rotore esistente In questo caso dai dati progettuali sono noti: gli angoli di calettamento delle pale, la velocità di rotazione del rotore, la velocità del vento di progetto, i profili aerodinamici utilizzati nelle diverse sezioni palari e la distribuzione di corda lungo la pala. Step-1: si impone a(r) = a’(r) = 0 (1 a ) U r (1 a' ) Step-2: si calcola (r ) arctan Step-3: noto b(r) si calcolano gli angoli di attacco come a(r)= (r) - b(r) Step-4: dalle tabelle dei profili si calcola cl(r) e cd(r) Step-5: quindi si passa al calcolo di cn(r) e ct(r) Step-6: dalle (3) e (4) si calcolano a(r) ed a’(r) Step-7: si verifica che i valori di a e a’ appena trovati siano uguali a quelli ipotizzati nello Step-1 a meno di un scarto infinitesimo. Se la verifica ha esito negativo si riparte dallo Step-2 con i valori di a ed a’ appena trovati. Blade Element Theory (BEM)- 4 1 2 3 i c(i) c(1) i+1 NT-1 c(M-1) NT c(M) 0.1 ÷ 0.15 R r(i) R Ft (r ) Ai r Bi dM Ft (r ) r dr ( Ai r 2 Bi r ) dr Ai Ft (i 1) Ft (i ) r (i 1) r (i ) Bi Ft (i ) r (i 1) Ft (i 1) r (i ) r (i 1) r (i ) 1 1 3 2 M i Ai (ri 1 ri3 ) Bi (ri 1 ri 2 ) 3 2 NT 1 M totale N M i i 1 Blade Element Theory (BEM)- 5 La teoria ora discussa non tiene conto delle diverse interazioni che il flusso ha in direzione radiale, interazioni che assumono un’importanza significativa soprattutto per bassi valori di Tip Speed Ratio (TSR) dove i fenomeni di separazione locale del flusso possono alterare in modo considerevole i risultati offerti dalla BEM. A ciò si aggiunga anche il fatto che i fattori di induzione, tangenziale ed assiale, sono stati trovati ipotizzando una struttura di scia vorticosa generata da un NUMERO INFINITO DI PALE e che per «a > 0.4» la teoria di Betz entra in crisi, dando luogo a valori di Thrust ben al di sotto dei valori misurati nella realtà. Per migliorare il metodo BEM in modo da tenere in conto egli ultimi effetti sopra descritti (numero finito di pale ed alti fattori di induzione assiale) si utilizzano delle correzioni: la correzione di Prandtl e la correzione di Glauert, quest’ultima a compensazione di elevati valori di «a». Correzione di PRANDTL: F (r ) 2 (1) a Correzione di GLAUERT: (3) a (1) a cos 1 (e f ( r ) ) dove f (r ) 1 4 F ( R ) sen 2 1 ( r ) cn N Rr che, introdotta nel calcolo di a ed a’, porta alle: 2 r sen (2) a ' 1 4 F (r ) sen cos 1 (r ) ct 1 2 2 K (r ) (1 2 ac ) ( K (r ) (1 2 ac ) 2) 2 4 ( K (r ) ac 1) per a > ac 2 1 4 F (r ) sen 2 per a ≤ a c e ( 4 ) K ( r ) 4 F sen 2 ( r ) cn 1 ( r ) cn Il coefficiente di THRUST può essere trovato mediante le: CT a ac 4 a (1 a) F 4 (ac 2 (1 2 ac ) a) F a ac (2 r dr ) dT U 2 2 dove ac = 0.2 Blade Element Theory (BEM)- 6 Nel flusso 3D che si instaura su un’ala di un aereo è ben noto che sono i vortici di estremità a modificare i valori dei coefficienti di portanza e resistenza lungo l’apertura. In una pala di una turbina eolica, a causa della rotazione, entrano in gioco anche la forza Centrifuga e la forza di Coriolis; l’effetto della prima tende a ridurre la parte ricircolante dei vortici di estremità nella sezione di depressione, e ad incrementarla nella sezione in pressione. La forza di Coriolis tende invece ad essere importante solo a basse velocità del vento quando da origine, insieme alla forza centrifuga, alla formazione di una bolla di separazione sull’estradosso della pala, nelle vicinanze della radice. Tale separazione è da associare alla distribuzione di portanza sulla pala stessa, che vede nella radice la zona a MAGGIOR PORTANZA e, quindi, quella che prima delle altre andrà in separazione. In generale lo stallo 3D avviene per angoli di incidenza superiori a quello 2D. 27 Blade Element Theory (BEM)- 7 Il comportamento aerodinamico di un profilo palare deve essere studiato per angoli di incidenza variabili da 0 a 360 gradi, in quanto la velocità relativa incidente sulla pala presenta un angolo di attacco elevato:; a macchina ferma e durante le fasi di regolazione. Oltre a ciò si aggiunga anche il fatto che la turbina potrebbe avere il rotore non ortogonale al vento ma in posizioni sensibilmente diverse a seconda di come la macchina è stata arrestata in precedenza. In letteratura è difficile avere dati sperimentali oltre l’angolo di STALLO, ossia circa 10-15 gradi, e perlomeno per un range fino a 90 gradi è necessario che il progettista sia in gradi di calcolare la distribuzione dei coefficienti aerodinamici basandosi, ove possibile, da relazioni empiriche accreditate. 𝒄𝒅 𝒄𝒍 28 Blade Element Theory (BEM)- 8 Analizzando in maggior dettaglio il range di angoli fino a circa 90 gradi si è in grado di visualizzare al meglio il comportamento del profilo in condizioni di post-stallo. E’ importante sottolineare come il comportamento a stallo di un profilo 3D sia migliore dell’analogo 2D, grazie al flusso radiale che riduce il recupero di pressione nella zona in depressione rallentando, così, la separazione. Questo effetto diminuisce all’aumentare del raggio. Poiché in condizioni di flusso fortemente separato, zona di post-stallo, il fenomeno è poco influenzato dalla forma del profilo alare è possibile trovare in letteratura delle relazioni empiriche per il calcolo delle prestazioni aerodinamiche. cl clmax Regione di post-stallo Una delle relazioni maggiormente utilizzate è quella proposta da SNELL nel 1993 che è basata sui coefficienti di portanza e resistenza, del profilo bidimensionale, in condizioni di STALLO. A tali valori va aggiunto il coefficiente di massima resistenza del profilo, che si ha a circa 90 gradi e che, qualora non fosse noto da prove sperimentali, può essere assunto pari a 1.3. as Angolo di incidenza 29 Blade Element Theory (BEM)- 9 2 cl 3D c(r ) cl 2 D 3 Dcl r Snell,1993 Nella regione del post-stallo si ha: cl cd cl 2D 2D cos 2 (a ) A1 sen(2a ) A2 sen(a ) B1 sen 2 (a ) B2 cos(a ) Dcl dove: 3-D 2-D A1 0.5 B1 ; B1 cd ,max 1.3 A2 (cl ,max cd ,max sen(a s ) cos(a s )) B2 sen(a s ) cos 2 (a s ) 1 (cd , s cd ,max sen 2 (a s )) cos(a s ) Angolo di incidenza Con cd,s uguale al coefficiente di resistenza all’angolo di stallo e cd,max pari al coefficiente di resistenza massimo, ossia a circa 90 gradi di incidenza. 30