OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 – 335 275538
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 386
Mercoledì 4 maggio 2016, dopo le 21, in osservatorio per i tradizionali incontri del primo mercoledì di
ogni mese si faranno delle proiezioni al planetario; se il cielo sarà sereno si potranno fare delle
osservazioni al telescopio.
La Luna avrà superato l’ultimo quarto perciò sorgerà molto tardi. Data la sua assenza si potranno
vedere gli oggetti del cielo profondo. Giove sarà visibile tutta notte nel Leone. Saturno e Marte
sorgeranno tardi, il primo in Ofiuco ed il secondo nella Bilancia; saranno luminosi ed a poca distanza
tra di loro. Venere e Mercurio non saranno visibili in quanto in congiunzione con il Sole in Ariete.
Nella pagina successiva sono riportate delle cartine del cielo sia serale sia in piena notte.
RECENSIONI – SISTEMA SOLARE
CHAMBERS JOHN E MILTON JACQUELINE
DALLA POLVERE ALLA VITA
L’origine e l’evoluzione del nostro sistema solare
Hoepli 2016 – Formato 14x21.5 cm – Pag. 324 € 24,90
La nascita e l'evoluzione del sistem solare sono un mistero davvero
affascinante. La sua soluzione un giorno – forse – potrà rispondere
alle domande che ci poniamo sulle origini dell'umanità. Il libro
racconta l'avvincente storia di come i corpi celesti che formano il
sistema solare siano nati milioni di anni fa e descrive come scienziati
e filosofi da secoli provino a svelarne i misteri, mettendo insieme
pezzo a pezzo tutti gli indizi che hanno permesso di dedurre l'aspetto
dell'universo, la sua età e il modo in cui probabilmente si è formato.
Ripercorrendo la storia dell'astronomia e le scoperte più recenti in
astrofisica e planetologia, John Chambers e Jacqueline Mitton ci
offrono il più autorevole testo in circolazione sul tema. I due autori
esaminano lo scenario in cui il Sole è comparso, la nuvola di gas e
polveri che lo accompagnavano, poi trasformatasi in pianeti, comete, lune, asteroidi come oggi li
vediamo. Esplorano i modi nei quali ciascun pianeta ha acquisito le caratteristiche uniche che
conosciamo, perché alcuni sono divenuti mondi gassosi e altri regni di roccia, e in particolare perché
uno tra essi, la nostra Terra, sia così perfetto per l'origine della vita. Dalla polvere alla vita è una
lettura obbligata per chi si interessa alla lunga strada percorsa dal sistema solare. Ci porta alla
frontiera della ricerca, si cimenta con le dispute più recenti e rivela come le scoperte di pianeti extrasolari stiano cambiando la comprensione del nostro stesso sistema, della sua straordinaria storia e
forse del suo destino.
(a cura di Silvano Minuto)
IL CIELO DEL 4 MAGGIO 2016
Il cielo la sera alle ore 22 con Giove al meridiano
Il cielo al mattino con Marte e Saturno
(a cura di Oreste Lesca)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Quadranti solari della Katharinenkirche di Oppenheim.
Durante il mio consueto annuale vagabondaggio in Germania, spinto da mia mo-glie che, sfogliando la
guida del Touring, desiderava ammirare la gotica Katharinen-kirche (fig, n. 1) e soprattutto il tema
della “rosa mystica”, ho fatto una leggera de-viazione dal percorso programmato, per raggiungere
Oppenheim.
Figura n. 1: Oppenheim, Katharinenkirche.
La Guida d’Europa del Touring (edizione 1986) riporta quanto segue relativamen-te alla
Katherinenkirche: “uno dei capolavori gotici della regione renana, eretta dal 1220 c. all’inizio del sec.
XV; è a pianta bicefala (ogni estremità è munita di abside). All’esterno, mirabile è il fianco sud,
stupenda pagina di fantasia decorativa del goti-co maturo; il tema mariano della ‘rosa mystica’ è svolto
dalle due splendide rose (la rosa a sinistra [figg. n. 2 e n. 3], il giglio a destra [figg. n. 4 e n. 5]) che
fiancheggia-no le delicate polifore centrali; ecc.. ecc.”.
(a cura di Rino Trani)
DIARIO ASTRONOMICO
Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015
914. Cielo generalmente buono in tuto il mese di febbraio. Vengono osservati Saturno, Marte,
Mercurio, Nettuno e Venere. Anche la Luna presenta numerosi dettagli.
Parte 32
1914
1 Febbraio 1914. 19h 5m - 19h 35m. Oss. di Saturno. Immagine in generale
abbastanza buona. Giapeto e Titano, l’uno e l’altro un po’ a S, trovansi ad W;
questo ad E: pure ad E presso il pianeta scorgesi, non senza difficoltà una
piccola stelluccia che potrebbe essere Teti.
2 Febbraio 1914. 19h 5m - 19h 15m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna. Giapeto è
ad W e a S; Rea e Titano ad E: Titano che ha da poco passato l’elongazione,
trovasi quasi allineato col pianeta e con Rea; quest’ultima, leggermente a S.
3 Febbraio 1914. Oss. della Luna (età g. 8.4). Immagine buona. Taquet mostra
una piccola ombra ben visibile; in Flammarion si scorge distintamente il
cratere 52. Il terminatore rasenta il Mur Arvit, ed attraversa Platone,
passando a destra di Archimede, la cui ombra interna è lunga e assai
frastagliata.
Ariete, prossima ad essere occultata, è già ben visibile prima
di 17h 35m: a 18h 15m è ancora visibile, ma vicinissima al lembo oscuro, reso
ben visibile dalla luce cinerea.
3 Febbraio 1914. 19h - 19h 10m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna. Titano è
visibile ad E, alquanto a N, quasi all’opposto di Giapeto.
4 Febbraio 1914. 17h 50m - 18h 30m. Oss. della Luna, a N. della Pleiadi.
Immagine buona. Il terminatore taglia Lambert; Bullialdus incomincia a
rischiararsi: la Luce cinerea è ancora visibile, quantunque siano trascorsi più
di 30 ore dal primo quarto. Il solco di Esiodo si scorge con facilità,
specialmente a partire da una certa distanza dal circo, ove sembra più largo.
52, più facilmente illuminato del 13, è ottimamente visibile; meno facilmente,
ma pur sempre distintamente possono osservarsi il 61 e il 43, nonché il 2°
cratere (orientale) di Tolomeo.
4 Febbraio 1914. 18h 50m - 19h 20m. Oss. di Saturno. Immagine in generale
buona; chiaro di Luna. Rilievi analoghi a quelli già fatti in specie il 24 e il 31
Gennaio. Titano è ad E; Giapeto ad W; Rea pure ad W, al di sotto della linea
per i due satelliti più discosti.
4 Febbraio 1914. 20h 45m - 21h. Chiaro di Luna. Oss. di Marte. Vi si scorgono
delle macchie un po’ al di sopra del centro del disco, ma non è possibile
precisarne la forma.
5 Febbraio 1914. 18h 50m - 19h 20m. Oss. di Saturno. Immagine a momenti
buona. Titano e Giapeto. Si può anche scorgere Rea malgrado la sua
prossimità al pianeta e la vicinanza della Luna.
5 Febbraio 1914. 19h 25m. Luna, età g. 10.5. Con 24 ingr. la luce cinerea è
ancora visibile.
6 Febbraio 1914. 18h 45m - 19h 15m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna.
Immagine buona. Titano ha oltrepassato la congiunzione inferiore; Giapeto è
ad W e Rea ad E, entrambi a S. Una zona oscura borda internamente l’anello
nella parte che si proietta sul globo: distintamente, almeno nei momenti
migliori, la divisione di Cassini.
6 Febbraio 1914. 20h 35m - 20h 50m. Oss. di Marte. Si scorgono delle
macchie nella parte superiore del disco. Chiaro di Luna.
7 Febbraio 1914. 18h 45m - 19h 5m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna; immagine
a momenti buona. Stesse osservazioni del 6. Rea è ad E e a N; Giapeto e
Titano precedono il pianeta.
8 Febbraio 1914. 18h 35m - 18h 55m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna. Rea ha
da poco passato l’elongazione W; Titano è pure prossimo all’elongazione, ad W
e un po’ a N; Giapeto, a S, forma un triangolo coi 2 satelliti interni:
occultando il pianeta esso sembra inferiore anche a Rea.
14 Febbraio 1914. 18h 15m - 18h 45m. Oss. di Saturno. Cielo nuvoloso. Nei
momenti di minor offuscamento si rendono visibili Titano e Rea.
(V. fra l’8 e il 15 Gennaio 1914 le osservazioni di
Febbraio)
Orione del 14 e 15
14 Febbraio 1914. 20h 5m - 20h 15m. Oss. di Marte. Vi si scorgono delle
macchie di forma incerta, quantunque più intensa di quelle osservate il 4 e il
6.
15 Febbraio 1914. Oss. di Mercurio. L’orizzonte è coperto a N.W. di strati
nuvolosi. Mercurio appare al binocolo circa 28m dopo che il Sole è scomparso
(18h 5m) e a 18h 11m ad occhio nudo. Le nubi ne disturbano un po’
l’osservazione. Malgrado la luce ancor viva del crepuscolo, lo si distingue
facilmente a 18h 20m - 18h 25m.
16 Febbraio 1914. 18h 15m - 18h 45m. Oss. di Saturno. Titano è visibile fin
dal principio dell’osservazione; malgrado il cielo ancora assai chiaro; ad E e a
S; nel corso di essa si rende visibile anche Rea, ad E e un po’ a N. Una piccola
stelluccia scorgesi a S. del pianeta, un’altra, prossima a Titano, pure a S.
7 Febbraio 1914. 18h 20m - 18h 40m. Oss. di Saturno. L’immagine è migliore
quando ancor dura il crepuscolo: si scorgono allora l’ombra del globo, l’anello
di crépe nella parte proiettata sul pianeta, la differenza di tinta degli anelli,
la divisione di Cassini: si può anche discernere sul globo la doppia fascia.
Titano è ad E. e un po’ a S; Rea, prossima al pianeta, ad W e a N. Le 2
stellucce notate il 16 non sembrano avere molto mutato le loro posizioni
relative.
17 Febbraio 1914. 21h 20m. Oss. di Nettuno. Presso 85 Gemelli (distanza
pochissimo superiore ad un campo). Visibile nel cercatore. E’ la stella più
brillante entro un raggio di oltre 20’ (ingr. 24 e 75).
28 Febbraio 1914. 12h 55m - 13h. Oss. di Venere che segue il Sole a circa
17m e 13’ N. Ingr. 75 e 125 (congiunzione superiore l’11).
TRANSITO DI MERCURIO SUL DISCO SOLARE
Un transito di Mercurio viene osservato dalla Terra ogni qualvolta Mercurio si interpone fra il nostro
pianeta e il Sole, oscurandone una piccola parte del disco; durante un simile evento, un osservatore
può osservare Mercurio come un disco nero che attraversa il disco solare.
Il transito di Mercurio avviene molto più frequentemente rispetto al transito di Venere, con circa 13 o
14 eventi per secolo, anche perché Mercurio è più vicino al Sole e orbita con maggiore velocità.
I transiti possono avvenire in maggio o novembre e mentre questi ultimi hanno periodi di 7, 13 o 33
anni, quelli di maggio avvengono solo ad intervalli di 13 o 33 anni. Gli ultimi tre transiti sono avvenuti
nel 1999, 2003 e 2006; per il prossimo ci sarà fra pochi giorni.
Durante un transito di maggio, Mercurio è vicino all'afelio e ha un diametro angolare di circa 12",
mentre durante un transito di novembre il pianeta è vicino al perielio e ha un diametro angolare di
circa 10".
In alcuni transiti il pianeta sfiora soltanto il disco solare, e in queste occasioni è possibile osservarlo in
alcune zone della Terra, mentre in altre si manifesta solo come transito parziale. Un tale transito è
avvenuto il 15 novembre 1999, il precedente avvenne il 28 ottobre 743 e il prossimo accadrà l'11
maggio 2391.
In altre occasioni invece in alcune parti della Terra è visibile come transito parziale, mentre in altre
parti non avviene il transito. L'ultimo di tali fenomeni è accaduto l'11 maggio 1937, il precedente fu il
21 ottobre 1342 e il prossimo accadrà il 13 maggio 2608.
La prima osservazione di un transito avvenne il 7 novembre 1631 da Pierre Gassendi, che non riuscì
ad osservare il transito di Venere appena un mese prima a causa di tavole astronomiche poco
accurate che non gli permisero di capire che l'evento non sarebbe stato visibile da gran parte
dell'Europa, inclusa Parigi.
Transiti simultanei
Il transito simultaneo di Mercurio e di Venere è un evento estremamente raro: avverrà negli anni
69163 e 224508. Anche un'eclisse solare contemporanea ad un transito di Mercurio è altrettanto rara.
Un tale evento accadrà il 5 luglio 6757 e sarà visibile nel Pacifico meridionale, tra la Nuova Zelanda e
mare al largo della Terra del Fuoco.
Il transito del 9 maggio sarà visibile dall’Italia e durerà molte ore, circa sette e mezza, con inizio alle
13:12 italiane e termine alle 20:42, sempre ora italiana. Il disco del pianeta sarà grande solo 12
secondi d’arco circa (per un paragone la Luna piena, o il Sole stesso, hanno dimensioni di circa 1800
secondi d’arco), e sarà visibile come una piccola ‘macchia’ perfettamente tonda che si staglia sulla
superficie della stella. Naturalmente mercurio non sarà visibile ad occhio nudo, ma occorrerà
obbligatoriamente un buon telescopio e l’apposito filtro solare per poterlo osservare in totale sicurezza
e comodità. In Osservatorio (tempo permettendo) sarà visibile attraverso alcuni telescopi rifrattori che
verranno utilizzati per l’occasione.
OLIMPIADI DI ASTRONOMIA 2016 – XIV EDIZIONE
Oltre 900 studenti, divisi nella categoria junior (2001-2002) e senior (1999-2000), hanno partecipato
alla fase di preselezione per poter accedere alle fasi regionale. La giuria ha selezionato i migliori
elaborati sull’argomento “Esopianeti: dove la vita è possibile”
I 390 studenti selezionati hanno affrontato il 22 febbraio la fase regionale che consisteva in una gara
teorica con 5 quesiti di astrofisica da risolvere. 41 ragazzi di 18 regioni diverse (3 in Piemonte) sono
stati ammessi alla Fase Nazionale: 20 junior e 21 senior.
La Finale Nazionale della XIV edizione delle Olimpiadi Italiane di Astronomia si è svolta mercoledì 19
aprile a Milano, presso l’I.I.S. Statale “L. Cremona”. La manifestazione, promossa dal MIUR, dalla
Società Astronomica Italiana e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica si è svolta anche grazie alla
collaborazione del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e
dell’Osservatorio Astronomico di Brera.
I ragazzi, hanno affrontato una gara teorica con 5 quesiti da risolvere ed una prova pratica.
Sono stati dichiarati vincitori dell’edizione 2016 delle Olimpiadi Italiane di Astronomia (premio
Margherita Hack) i seguenti studenti:
Categoria Junior:
Tommaso Frigerio – Liceo Scientifico Statale “E. Fermi” – Arona (NO)
Marco Moretti Adimari – Liceo Scientifico Statale “E. Fermi” – Pieve di Cadore (BL)
Lorenzo Pica Ciamarra – Liceo Classico Statale “Vittorio Emanuele II” – Napoli
Vincenzo Sorrentino – Liceo Scientifico Statale “M. Guerrisi” – Cittanova (RC)
Augusto Giuseppe Suraci – Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” – Reggio Calabria
Categoria Senior:
Pietro Benotto – Liceo Scientifico Statale “G. Vallauri” – Fossano (CN)
Mariastella Cascone – Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” – Catania
Jacopo Guoyi Chen – Liceo Scientifico Statale “A. Landi” – Velletri (RM)
Nikita Deniskin – Istituto Istruzione Superiore Statale “F. Sbordone” – Napoli
Flavio Salvati – Istituto Istruzione Superiore Statale “L. da Vinci” – Fiumicino (RM)
I vincitori della manifestazione avranno l’opportunità di partecipare ad uno stage formativo presso
l’Osservatorio Astronomico di Bologna.
Come avete letto il vincitore della Categoria Junior frequenta il Fermi di Arona e si chiama Tommaso
Frigerio: 15 anni di Castelletto Ticino
Tommaso Frigerio con la Professoressa Claudia Picchio che lo ha seguito
Commentiamo la notizia con così come è apparsa su La Stampa del 24 aprile 2016. Ha la testa tra le
stelle ma i piedi per terra Tommaso Frigerio: 15 anni, di Castelletto Ticino, frequenta il primo anno del
liceo scientifico all’istituto «Fermi» di Arona. Il suo nome è scritto nel diploma che gli è stato
consegnato, in cima alla lista dei finalisti della 14° edizione delle Olimpiadi italiane di astronomia, sotto
quello di Margherita Hack, a cui il premio è intitolato. Tommaso è il vincitore nella categoria junior delle
Olimpiadi, un risultato ottenuto grazie al brillante superamento delle prove.
«Un’esperienza bellissima che porterò sempre con me- racconta lo studente -. Prima della gara ho
vissuto tre giorni intensi in cui ho avuto l’opportunità di conoscere ragazzi provenienti da tutta Italia e
di incontrare astrofici, scienziati e anche un astronauta».
La selezione è stata molto severa, come sottolinea Claudia Picchio, docente di Scienze al «Fermi» e
insegnante di Tommaso. Frigerio aggiunge: “Dopo 7 ore di prova ero sfinito ma contento. L’emozione
è stata ancor più grande quando mi hanno chiamato sul palco». Il premio per Tommaso è uno stage
formativo all’Osservatorio astronomico di Bologna.
Naturalmente formuliamo i migliori auguri perché il vincitore possa continuare lo studio dell’astronomia
e raggiungere i migliori risultati possibili.
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Schickard
Nella regione del cratere Schickard possiamo osservare il cratere "Inghirami", una formazione
circolare isolata di 94Km con versanti abbastanza scoscesi su cui si trovano Vallis Inghirami a nordovest e Inghirami Q a sud-ovest. Le pareti sono alte, nel fondo molto tormentato ci sono una
montagna centrale, piccoli crateri e linee di creste parallele. La sua formazione risale al periodo
Nectariano (da -3.92 miliardi di anni a -3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua
osservazione è 6 giorni dopo il primo quarto oppure 5 giorno dopo l’ultimo quarto.
Alcuni dati:
•
Longitudine: 68.947° West
•
Latitudine: 47.495° South
•
Faccia: Nearside
•
Quadrante: Sud-Ovest
•
Area: Regione del cratere Schickard
Origine del nome:
•
Dettagli: Giovanni Inghirami
•
Astronomo italiano del 19° secolo nato in Italia
•
Nato nel 1779
•
Morto nel 1851
•
Autore del nome: Mädler (1837)
Nelle foto una ripresa di LRO4 del cratere "Inghirami" e una delleopere di Giovanni Inghirami con un
suo ritratto. Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione eccezionale è un rifrattore da
100mm.
Davide Crespi
QUALE UNIVERSO?
Per parecchi anni rimase il grosso dubbio: Universo del Big Bang od Universo Stazionario !
George Lemaitre (1894-1966) considerò le osservazioni di Edwin Hubble (1889-1953) di un Universo
in espansione come prova che il modello di creazione del Big Bang fosse corretto. Albert Einstein
(1879-1955) cambiò la sua idea originaria e sostenne il modello del Big Bang. Mentre la maggior parte
degli scienziati continuò a credere nel modello tradizionale di un Universo Stazionario in quanto
criticavano il modello del Big Bang perché sosteneva un universo più giovane delle stelle che lo
abitavano (!). Spettava ai sostenitori del Big Bang trovare qualche prova per dimostrare la correttezza
della loro teoria, altrimenti l’Universo Stazionario sarebbe rimasto l teoria dominante.
Wilhelm Baade (1893-1960) e Allan Sandage (1926-2010) ricalibrarono la scala delle distanze delle
galassie e dimostrarono che in realtà il Big Bang prevedeva un universo molto vecchio e compatibile
con l’età della stelle e delle galassie.
La comunità astronomica mondiale risolse il problema della nucleo sintesi: gli elementi pesanti si
formavano nelle stelle morenti, mentre gli elementi leggeri si formarono subito dopo il Big Bang. Per
questo problema grande fu il contributo di Sir Fred Hoyle (1915-2001) che credeva nell’Universo
Stazionario e che utilizzò per primo, quasi per dileggio, il termine di Big Bang.
Negli anni sessanta del secolo XX, gli astronomi usarono la radioastronomia e scoprirono nuove
galassie che si trovavano solo nelle remote distese dell’universo. Una distribuzione irregolare delle
galassie dava torto al modello dello stato stazionario, che sosteneva l’universo uguale ovunque e in ogni momento.
A metà degli anni sessanta del secolo XX, Arno Allan Penzias (nato nel 1933) e Robert Wilson (nato
nel 1936) scoprirono casualmente la radiazione di fondo CMB (residuo del Big Bang) prevista da
Ralph Alpher (1921-2007), George Gamow ( 1904-1968) e Robert Herman (1914-1997) nel 1948. Si
trattava di una ulteriore prova in favore del Big Bang. Questa serendipità valse a Penzias e Wilson il
Premio Nobel nel 1978. Il modello del Big Bang riceveva sempre più consensi.
Nel 1992 il satellite COBE (Cosmic Background Explorer), scoprì alcune minuscole variazioni della
radiazione di fondo CMB proveniente da diverse zone del cielo, che indicavano lievi variazioni di
densità nell’universo primordiale, le quali avrebbero portato alla formazione delle galassie.
Il passaggio da un modello di Universo Stazionario ad un modello che prevedeva il grande botto, il Big
Bang, era ormai completo.
Il modello del Big Bang era esatto! Ma non è mai detta l’ultima parola, o no !
URANIO
ASTRONOMIA NELLE SCUOLE
Pubblichiamo altri disegni dei bambini delle scuole elementari di Domodossola
LE VIGNETTE DI GIM BONZANI
OSSERVATORIO DI SUNO
Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Oreste Lesca
Corrado Pidò
Giacomo Bonzani
Sandro Baroni
Vittorio Sacco
[email protected]
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