Bollettino 367 del 15-07-2015

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 – 335 275538
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 367
Mercoledì 15 luglio 2015, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì
di ogni mese si faranno delle proiezioni al planetario; se il cielo sarà sereno, si potranno fare delle
osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di un giorno prima del novilunio. Data si potranno vedere tanti oggetti del cielo profondo.
Giove e Venere saranno ancora visibili al tramonto nel Leone, ma tramonteranno presto. Saturno
sarà visibile tutta notte nella Bilancia. Mercurio e Marte saranno difficilmente osservabili in quanto
sorgeranno poco prima del Sole.
RECENSIONI – PIANETI EXTRASOLARI
RAY JAYAWARDHANA
STRANI MONDI
La ricerca di nuovi pianeti e della vita oltre il sistema solare
Ed. Le Scienxa (Codice Ed.) 2015
Pag, 259 – Allegato alla rivista Le Scienze € 12.40
Vent'anni fa veniva annunciata per la prima volta la scoperta di un
pianeta in orbita attorno a una stella simile al nostro Sole. Il nuovo
mondo scovato dagli svizzeri Michel Mayor e Dieder Queloz era un
gigante gassoso, un po' come Giove, ed era lontano quasi 50 anni
luce dalla Terra. Fu chiamato 51 Pegasi b, un riferimento alla stella
attorno a cui orbitava, 51 Pegasi, nell'omonima costellazione di
Pegaso.
Da allora, la caccia agli esopianeti, ovvero pianeti di altri sistemi
stellari, è diventata uno dei settori più entusiasmanti della scienza,
come racconta Ray Jayawardhana in Strani mondi, libro allegato a
richiesta con "Le Scienze" di luglio e in vendita nelle librerie per
Codice Edizioni. Tanto per inquadrare lo scenario, sono oltre 1900
gli esopianeti rilevati con certezza in base a verifiche incrociate tra diversi gruppi di ricerca. Quelli
ritenuti potenzialmente abitabili sono una ventina: alcuni hanno dimensioni terrestri, altri sono un po'
più grandi della Terra e per questo vengono chiamati Super-Terre, tutti però sono abbastanza simili al
nostro pianeta per composizione, e orbitano a una distanza dalla propria stella che permetterebbe la
presenza stabile di acqua allo stato liquido in superficie. Una caratteristica necessaria, ma non
sufficiente, per ospitare eventuali forme di vita.
I restanti esopianeti certi, la stragrande maggioranza, fanno parte di categorie che ricordano membri
del nostro sistema solare: Giove e Nettuno. E poi ci sono oltre 3500 candidati a un posto nella galleria
dei mondi lontani, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Kepler della NASA. Molti di questi
candidati non passeranno l'esame della conferma, ma eventuali numerose bocciature non scalfiranno
l'entusiasmo dei cacciatori di esopianeti, e non potrebbe essere altrimenti considerati i risultati ottenuti
dal 1995 a oggi.
Jayawardhana è uno di quei cacciatori, insegna fisica e astronomia alla York University, e ha anche
un passato da giornalista per "Science" ed "Economist". Questo mix di competenze ha portato a un
libro rigoroso dal punto di vista scientifico e chiaro dal punto di vista della divulgazione. I protagonisti
sono i tanti colleghi scienziati dell'autore, che nel corso degli anni hanno affinato i metodi con cui
rilevare pianeti di altri sistemi stellari. Dal metodo del transito, in cui si osserva la diminuzione della
luminosità di una stella per effetto di un'eclissi causata dal passaggio di un corpo celeste, a quello
che misura la velocità radiale della stella quando compie dondolii a causa degli strattoni gravitazionali
dell'eventuale pianeta vicino, al microlensing gravitazionale, che rileva gli effetti della gravità di stella
e pianeta sulla radiazione elettromagnetica emessa da stelle sullo sfondo della coppia.
I protagonisti sono anche astrofili come la signora neozelandese Jennie McCormick, la quale nel
2005, con un telescopio amatoriale e senza preparazione scientifica, ha contributo a validare il
microlensing, firmando un articolo su "Astrophysical Journal". E sono anche filosofi come Metrodoro
di Chio, allievo di Democrito, il quale avrebbe scritto che "una spiga di grano in un grande campo è
rara tanto quanto un unico mondo nello spazio infinito", e Giordano Bruno, che immaginava
"innumerevoli Soli e innumerevoli terre tutte ruotanti attorno ai loro Soli", o ancora poeti come
Lucrezio, il quale credeva che esistessero "altri mondi in altre parti dell'universo, con tipi differenti di
uomini e di animali".
Oggi la nuova frontiera dei cacciatori di esopianeti è proprio quella immaginata 2000 anni fa da
Lucrezio. Abbiamo tecniche che potrebbero permettere di rilevare firme di attività biologica su mondi
lontani; e qualcuno tra gli addetti ai lavori inizia pensare che non dovremo aspettare ancora per molto.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Cattedrale di Strasburgo
Orologio Astronomico
(continuazione dal bollettino n, 366|
Figura n. 9: Il globo lunare dell’orologio astronomico della Cattedrale di Strasburgo, mezzo
dorato e mezzo nero (Foto: Trani).
Continua
A cura di Salvatore Trani
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
OFIUCO
Alfa – Ras Alhegue
AR 17h 35m – D + 12° 34’ – Mag. 2.1 – sp. A5
In arabo significa “testa dell’incantatore di serpenti”. E’ la stella più luminosa della costellazione, di
magnitudine 2.1, colore bianco e tipo spettrale A5; dista dalla Terra 65 anni luce ed è circa 40 volte
più luminosa del Sole. L’esame del suo spettro rivela un forte assorbimento da parte di gas e materia
interstellare che si trova tra il nostro astro e Alfa Ophiuchi. Irregolarità nel moto fanno pensare alla
presenza di una compagna oscura che orbita intorno alla stella principale in poco più di 8 anni.
Beta – Celbalrai
AR 17h 43m – D + 04° 34’ - m. 2.8 – Spettro K0
Stella gigante di colore arancio. Si trova ad una distanza di 125 anni luce e ha una magnitudine
apparente di 2.8. La luminosità è 100 volte quella del Sole.
Rho
AR 16h 25m – D - 23° 27’
Separazione 3.1” – m. 5.3 e 6.0 – AP° 344
Si trova 3.25° a NNO della stella Antares (Alfa dello Scorpione). E’ un sistema doppio con componenti
di mag. 5.3 e 6.0, colore blu per entrambe come la classe spettrale: B2. Nel campo, sullo sfondo, si
intravedono delle nebulose chiare e oscure; sono dovute a IC 4604 e Barnard 42. Altre stelle:
precisamente due di mag. 7 sono osservabili nel campo e per questo motivo, alcuni autori, lo
considerano un sistema quadruplo. Si trova a latitudini abbastanza basse e quindi è necessario un
buon cielo per poterlo osservare.
Ngc 6254 – M 10
Dimensioni 15.1’ mag. 6.5 –
Ammasso Globulare
E’ l’ammasso globulare più
luminoso della costellazione;
risulta molto ricco e condensato.
In un 10 cm è visibile l’aspetto
granuloso, per distinguere le
stelle
periferiche
occorre
disporre u telescopio di almeno
un 25 cm di diametro.
IC 4665
AR 17h 46m – D + 05° 43’
Dimensioni 40’ – Mag. 4.2 –
tipo Ammasso
Visibile con un binocolo e in
condizioni di cielo trasparente
lo si può intravedere anche ad
occhio nudo. E’ formato da
una ventina di stelle con le più
luminose intorno alla settima.
Risultano
sparpagliate
irregolarmente con diametro
intorno ai 40’. E’ facile da
rintracciare in quanto si trova
poco più di un grado a nord
est di Beta Oph. Dista oltre
1000 anni luce. Le stelle
componenti
sono
molto
giovani con età stimata in 36
milioni di anni.
Ngc 6402 – M 14
AR 17h 38m – D. -03° 15’
Dimensioni 15.1’ mag. 7.6
Ammasso Globulare
Facilmente riconoscibile; le stelle
più brillanti sono intorno alla 15^
magnitudine. Dista da noi oltre 33
mila anni luce.
Stella di Barnard
AR 17h 58m – D + 04° 41’ m. 9.5 – sp. M5
Scoperta nel 1916 da E.E. Barnard; si tratta di una
nana rossa di magnitudine 9.5 che possiede il moto
proprio più elevato che sia stato registrato. In poco
più di 320 anni percorre un tratto di cielo di due
diametri lunari. Dista da noi 5.9 anni luce ed è il
sistema più vicino visibile dal nostro emisfero,
superato solo dal sistema di alfa Centauri. Tra
meno di 9 mila anni arriverà a soli 3.8 anni luce
dalla Terra e quindi sfiorerà (si fa per dire) il
Sistema Solare.
Stella di Barnard – a destra della data
DIARIO ASTRONOMICO
Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015
Siamo nel 1910; la cometa di Halley era osservabile fino alla fine di giugno anche se il tempo è stato
cattivo. Noi ci lamentiamo per le avversità atmosferiche, ma anche il nostro autore deve fare i conti
con condizioni pessime del cielo. Saturno nei mesi di novembre e dicembre è stato quasi sempre
confuso e agitato. Ci sono degli spiragli che permettono una visione nitida ricca di particolari, ma sono
estremamente rari e di breve durata.
Parte 13
1910
19 Novembre 1910. 21h 50m. Oss. di Saturno. Immagini molto agitate. Titano
è prossimo alla congiunzione superiore. Rea, assai debole, è ad E e un po' a S.
del prolungamento dell’asse maggiore degli anelli.
20 Novembre 1910. 21h. Oss. di Saturno. Immagine quasi sempre agitata e
cattiva. Titano è a S.E. Rea è difficilissima, e per intravedeva occorre far
uscire il pianeta dal campo. In certi momenti invece della sola Rea è
sembrato osservare due stelle.
22 Novembre 1910. 21h. Oss. di Saturno. Immagine mossa e priva di
nitidezza. Titano è ad E.; Rea ad W., sono entrambi a S. del pianeta.
23 Novembre 1910. 1h 30m. Oss. di υ Orione. Cielo un po' illuminato.
L’atmosfera agitatissima impedisce confronti.
23 Novembre 1910. 20h 40m - 21h. Oss. di Saturno. Immagine per lo più
assai cattiva, ma un po' migliore del 22. Titano è il solo satellite visibile ad
E., poco a N. dell’asse maggiore degli anelli prolungato.
24 Novembre 1910. 20h 40m - 21h. Oss. di Saturno. Immagini cattive Rea e
Titano sono prossimi all’elongazione (malgrado ciò la prima è assai debole),
entrambi ad E. Rea si trova circa a metà fra il pianeta e il compagno.
27 Novembre 1910. 1h 20m. Cielo oscuro. Oss. di υ Orione. 15 ingr. sono
preferibili a 50. Immagine pessima. B>A-D?
27 Novembre 1910. 20h 30m. Il cielo fino a poco fa sereno, è ora coperto. In
seguito, a rari intervalli e per pochi istanti, Saturno appare fra le nubi pur
senza riuscir quasi mai a liberarsene del tutto. Ciò del resto non nuoce
all’osservazione, e quando l’immagine senza esserlo troppo, è
sufficientemente luminosa, appare netta e poco agitata; 2 verso 21h per
alcuni momenti essa è veramente eccellente. Titano è a N. e ad E. Per la
tranquillità di questa atmosfera nebulosa con 125 ingr. otteniamo anche un
buon sdoppiamento di α Pesci. La minore che sembra colorata, è presso a
poco a N.N.W.
13 Dicembre 1910. Dopo il lunghissimo periodo di maltempo, il cielo si
rischiara e per quanto a 20h la Luna sia ancora coperta dalle nubi, e queste
non stiamo per molto assenti, a 20h 30m essa splende nel sereno, e si può
osservare Saturno da 20h 30m a 20h 45m e la Luna fin dopo 21h. L’immagine
è calma, ottima; alla fine dell’osservazione (20h 45m) meravigliosa. Titano è a
N. e ad E. Il pianeta è nettissimo: l’ombra degli anelli, ancor poco
pronunciata, è nondimeno sensibile: è pure sensibile la differenza di tinta
degli anelli.
13 Dicembre 1910. 20h 50m - 21h. Oss. della Luna. La calma dell’atmosfera
permette di usare in ottime condizioni i più forti ingrandimenti, e la luce,
attenuata dal primo vetro colorato, è facilmente sopportabile alla vista. E’ la
prima volta che l’osservazione in tali condizioni favorevolissime, ed il suo
aspetto è mirabilissimo. In Archimede si nota oltre le due strie principali,
una terza a N., più stretta e più corta, incassata. Interessantissime poi le
regioni presso il terminatore, e fra queste Aristarco. Specialmente notevole
il solco che va serpeggiando parte in ombra, parte illuminato, e che si
distingue nettamente dai corrugamenti del suolo, di cui alcuni assai estesi,
visibili nelle vicinanze.
14 Dicembre 1910. Cielo molto offuscato. Oss. di Saturno. Titano è a N.E.
L’immagine è piuttosto confusa, e specialmente quando il cielo si fa un po' più
trasparente, mossa. In compenso si rende allora visibile Rea (debolissima) ad
E. del pianeta, ed un po' anche di Titano.
19 Dicembre 1910. 19h 40m. Oss. di Saturno. Ingr. 75 e 125. Immagini in
genere mosse e poco nitide. Titano e Rea sono entrambi ad W; questa assai
debole, ma meglio visibile del 14; quella più brillante, e a S. del pianeta. Una
stella visibile invece a N. ma pure a W., è discosta da Saturno più che il
doppio di Titano, potrebbe identificarsi con Giapeto. Il suo splendore è fra
quello di Titano e quello di Rea. Con 28 ingr. la differenza con Titano è forse
ancor più spiccata: benché più vicino al pianeta questo è assai meglio visibile,
e distinto anche senza che occorra occultare il pianeta.
19 Dicembre 1910. 20h 30m. Cielo un po’ illuminato. Mira, continuando nella
discesa, appare molto inferiore alle tre stelle vicine e prossima all’invisibilità
per il cercatore. Al cannocchiale di 72mm (ingr. 75) è superiore alla
stelluccia che la segue: dalla comparazione con questa se ne può ancora
riconoscere la tinta rossastra.
19 Dicembre 1910. 23h 45m 20 Dic. 0h 10m. Chiaro di Luna. Oss: di υ Orione.
Immagini ondulanti: ingr. 75. B è la più debole; A e D presso a poco uguali ed
inferiori a G. E sembra superiore a C. Si avrebbe quindi E, C, F, G. (A. D.) B.
Queste osservazioni domandano conferma. Benissimo visibili I ed H; questa
meno, proiettandosi sulla nebulosa in uno dei punti in cui è più intensa, ma
pure ottimamente, si che non lungi si scorge una decima stella (L) ancor più
debole.
20 Dicembre 1910. 19h 20m - 19h 55m. Oss: di Saturno ingr. 75 e 125.
Immagine confusa. Titano si è avvicinato al pianeta. La stella notata il
19, è effettivamente Giapeto, il movimento del pianeta, per quanto ora
lentissimo, e il suo movimento proprio, sono stati sufficienti a
rivelarlo. La distanza in AR di questo satellite dall’estremità W
dell’anello è di poco più di 5’.
21 Dicembre 1910. 19h 30m - 20h 10m. Oss. di Saturno. Cielo molto
offuscato, ma che si fa in seguito più trasparente. Si rendono allora
visibili, dapprima Giapeto, poi Titano assai prossimo alla congiunzione
superiore, e Rea, ad E. del pianeta. Le immagini si mantengono però
sempre pessime; le peggiori certo di quante finora se ne siano avute.
22 Dicembre 1910. 19h - 19h 30m. Oss. di Saturno. Immagini meno che
mediocri. Titano e Giapeto sono visibili, entrambi anche con 23 ingr. Il
primo è a S.W., prossimo al pianeta; Giapeto ad W a più di 6’ con poca
variazione dall’asse maggiore degli anelli prolungati. Dal 19 lo
spostamento suo e quello del pianeta, hanno prodotto notevoli
mutamenti.
23 Dicembre 1910. 19h - 19h 40m. Oss. di Saturno. Immagini mosse.
Tutti e tre i satelliti sono visibili; Rea ad W e un po' a N.; Titano ad E.
e molto a S.; Giapeto ad W molto più discosto, e presso a poco sul
prolungamento dell’asse maggiore degli anelli; forse leggermente a S.
26 Dicembre 1910. 18h 45m - 18h 25m. Oss. di Saturno. Immagine
mediocre. Titano e Rea sono ad E.; Giapeto a W, a poco meno di 8’
dall’estremità dell’anello. I due primi sono un po' a N., Giapeto a S.
Dall’insieme delle misure risulta che la sua elongazione W avverrà il 1°
Gennaio 1911. Lo splendore di Rea è debolissimo.
30 Dicembre 1910. 19h 15m. Oss. di Saturno. Immagine pessima. Rea,
ad E., non ha ancora raggiunto l’elengazione; Titano è a N. e ad W,
essendo passato in congiunzione da varie ore; Giapeto, discosto ad W e
alquanto a S.
31 Dicembre 1910. 18h 25m - 19h 5m. Oss. di Saturno. Immagine
abbastanza confusa Titano e Giapeto - 23 ingr. non mostrano l’anello,
ma danno al pianeta un aspetto romboidale assolutamente
caratteristico.
INAUGURAZIONE DEL NUOVA TELESCOPIO DA 61 CM.
Sabato 4 Luglio 2015, sfidando la temperatura "tropicale", direttivo, soci, e simpatizzanti si sono
ritrovati presso il complesso dell'Osservatorio Astronomico e Planetario di Suno per assistere
all'inaugurazione del nuovo e tecnologicamente avanzato telescopio dall’apertura di 0.61mt.
Il programma ha visto l'intervento del presidente dell’associazione Vittorio Sacco e del Sindaco di
Suno Prof Nino Cupia, oltre naturalmente, a don Alberto Franzosi, parroco di Suno e Bogogno, per la benedizione.
Al termine della parte ufficiale, un generoso rinfresco ha reso più sopportabile l'insistente calura
estiva. Molto apprezzate dagli intervenuti le visite guidate al telescopio e le proiezioni con il nuovo
Planetario digitale nel fresco locale climatizzato.
Presente inoltre RAI 3 Piemonte per le riprese necessarie alla realizzazione del servizio che sarà
messo in onda prossimamente.
Ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questo ambizioso progetto, ricordiamo che è
possibile visionare nel sito dell’Osservatorio la galleria con il fotoracconto della bella giornata.
NEW HORIZONS E PLUTONE
La sonda New Horizons passerà vicino a Plutone il prossimo 14 luglio. Quel giorno la sonda sarà
impegnatissima a raccogliere dati, e l'unico contatto che avremo sarà - speriamo! - un beep nella
notte, una sorta di "chiamata a casa" con cui la sonda ci dirà se è sopravvissuta. Le prime immagini,
una sorta di campione di dati scientifici (quelle che gli esperti chiamano First Look downlinks),
arriveranno il 15-16 luglio; un'altra tranche di dati considerati prioritari arriverà nel weekend del 17-20
luglio.
Le immagini di maggiore interesse scientifico saranno processate, spiegate e diffuse sul web. Ma si
tratterà di una minima parte dei dati raccolti: solo l'1% delle informazioni relative al fly-by arriverà
sulla Terra "in tempo reale", nei giorni del passaggio ravvicinato.
Le altre saranno spedite sulla Terra in un periodo di 26 mesi a partire dal 14 settembre, con una
velocità massima di download pari a circa 1,2 kilobit/sec (migliaia di volte più lenta di quella della
vostra connessione di casa): quella consentita dalla rete di ricezione NASA (DSN o Deep Space
Network) a Terra, e dalle grandi distanze (in fin dei conti, nessuna missione spaziale ha mai raggiunto
Plutone).
Il fly-by è stato studiato per raggiungere la minima distanza da Plutone. Caronte sarà fotografato da
28.800 km nel passaggio più ravvicinato: le immagini che ci arriveranno dal satellite saranno quindi
circa 2 volte meno nitide di quelle di Plutone. Il 14 luglio la sonda passerà anche attraverso l'ombra di
Plutone e Caronte, per studiare le rispettive atmosfere.
Qui di seguito una delle prime immagini del pianeta nano.
CON TUTTE QUESTE SONDE…….
Con tutte queste sonde che si posano su pianeti, pianetini e comete, diviene urgente aggiornare il
vocabolario astronautico - astronomico, per definire in modo chiaro di quale oggetto è interessata la
sonda automatica in un qualsiasi momento.
Bisogna partire da casa nostra, in quanto un oggetto che si posa sulla Terra si dice chiaramente
“atterraggio”; ovviamente l’atterraggio che non si riferisce alla Terra dovrà interessare l’astro più
vicino a noi che è la Luna , e qui troviamo la parola recente di “allunaggio”.
Ma il primo allunaggio è del 1966, dopo tentativi russi e americani che si schiantarono sulla Luna dal
1959 al 1965 con le sonde Luna (Lunik) e Ranger, fu Luna 9 , russa, partita il 31 gennaio 1966 che ha
effettuato un allunaggio “morbido” il 3 febbraio 1966 nell’Oceano delle Tempeste (Procellarum).
Segue l’allunaggio americano, sempre nell’Oceano delle Tempeste, con la soda Surveyor 1, il 2
giugno 1966 (lanciata il 30 maggio).
In seguito gli allunaggi furono molteplici, sino a giungere a quello più importante, quello umano con
l’Apollo 11 del 21 luglio 1969, con gli astronauti Neil Amstrong e Edwin Aldrin.
Dobbiamo saltare Mercurio in quanto nessuna sonda si è posata su questo pianeta, sinora al 2015,
azzardiamo a creare però la futura parola di “ammercuriaggio” o più semplicemente “mercuriaggio”.
Venere, il pianeta dopo Mercurio, come distanza dal Sole, ha avuto il suo “avvenusiaggio” con la
russa Venera 7, il 15 dicembre 1970 ed in quella atmosfera infernale ha trasmesso dati per 23 minuti.
La sonda russa Mars 3 fu la prima ad “ammartare” su Marte; era partita il 28 maggio 1971 ed arrivò
sul pianeta rosso il 27 novembre 1971. Molte altre sonde in seguito “ammartarono”, qui non interessa
andare oltre, dobbiamo pensare al nome da attribuire all’azione di posarsi su di un pianeta.
Poi arriviamo al 2014 con un ”accometaggio” avvenuto il 12 novembre quando la sonda Philae ,in
precedenza sganciata dalla sonda Rosetta, si è posata sulla cometa periodica 67P (ChuryumovGeramisenko). Fatto eccezionale che si riferisce addirittura ad una cometa, e con un nuovo modo di
dire appunto “accometaggio”.
Fermiamoci a questo punto perché posarsi su altri pianeti sarà cosa di un lontano futuro,
considerando che Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono pianeti gassosi e quindi praticamente
impossibile posarvici sopra una sonda umana. Ma ci resta Plutone, declassato a pianeta nano; verso
tale oggetto sta viaggiando la New Horizons partita il 19 gennaio 2006, dove arriverà nel luglio del
2015, di quello che succederà ne riparleremo in futuro, quindi non è urgente creare ora una parola
che indichi il posarsi sulla sua superficie. Lasciamo perdere gli asteroidi ricordando solo,ad esempio,
la Nasa che con la sonda NEAR-Shoemaker ha visitato nel 2001 l’asteroide 433 Eros, e la sonda
giapponese Haybusa che ha visitato l’asteroide 25143 Itokawa nel 2005. Le cose poi si complicano,
ulteriormente ,se considerassimo i vari satelliti (esempio Titano nel 2005).
Per il momento fermiamoci alle nuove parole: allunaggio, ammercuriaggio (mercuriaggio),
avvenusiaggio, ammartaggio ed a accometaggio. O forse, ad eccezione di accomataggio, usare per
tutti i pianeti un più semplice ed anonimo e generico “applanetaggio”? E’ aperto un dialogo, sono
graditi suggerimenti !
URANIO
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Carrel
Nella parte orientale del Mare Tranquillitatis possiamo osservare il cratere"Carrel", una formazione isolata di
forma irregolare di 17Km con versanti scoscesi su cui si trova una catena montuosa a nord e a sud. Le
pareti sono alte, nel fondo piatto e poco esteso vi sorge una montagna centrale.
Si pensa che la sua formazione possa risalire al periodo Copernicano (da -1.1 miliardi di anni ad oggi). Il
periodo migliore per la sua osservazione è 5 giorni dopo la Luna nuova oppure 4 giorni dopo la Luna piena.
Alcuni dati:
•
Longitudine: 26.680° East
•
Latitudine: 10.665° North
•
Faccia: Nearside
•
Quadrante: Nord-Est
•
Area: Parte Orientale del Mare Tranquillitatis
Origine del nome:
•
Dettagli: Alexis Carrel (ex Jansen B)
•
Fisiologo e chirurgo francese del 20° secolo nato in Francia
•
Nato a Sainte-Foy les Lyon nel 1873
•
Morto a Parigi nel 1944
•
Fatti notevoli: Numerosi lavori sui trapianti. Autore de 'L'uomo. questo sconosciuto
•
Nel 1936. Premio Nobel nel 1912.
•
Autore del nome: sconosciuto
Nelle foto una ripresa amatoriale del cratere "Carrel" e una foto di Alexis Carrel. Lo strumento minimo per
poter osservare questo cratere è un rifrattore da 120mm.
Davide Crespi
CONGIUNZIONE VENERE - GIOVE
immagine della congiunzione tra Venere e Giove ripresa in osservatorio la sera del 30 giugno 2015 al
telescopio principale da Alessandro Segantin e Giuseppe Bianchi (in alto) e la sera successiva da
Oreste Lesca (in basso)
Tra poco, in occasione della dichiarazione dei redditi, si dovrà scegliere a chi
destinare il 5 per mille.
Sottoscrivendo il cinque per mille a favore dell’Osservatorio, ci permette di
ammodernare ed ampliare la struttura e di migliore le prestazioni in particolar modo
nel campo della divulgazione e della ricerca.
APAN - Associazione Provinciale Astrofili Novaresi – Onlus
C.F. osservatorio 00437210032
Casella sostegno del volontariato
OSSERVATORIO DI SUNO
Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Alessandro Segantin
Giuseppe Bianchi
Vittorio Sacco