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Appunti di
Letteratura Latina
CICERONE
LA VITA
DAGLI INIZI AL CONSOLATO (106-63 a.C.)
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Cicerone è l'autore più celebre della letterature latina.
Marco Tullio Cicerone nasce ad Arpino nel 106 a.C. da una famiglia dell'ordine equestre.
Studia a Roma e frequenta il Foro sotto Silla (inizia la carriera forense).
Lasciata Roma, dal 79 al 77 a.C. è in Grecia e in Asia Minore per motivi di studio.
Nel frattempo sposa Terenzia, che nel 76 a.C. gli aveva dato una figlia, Tullia, e successivamente un
figlio maschio, Marco.
Nel 75 a.C. inizia la carriera politica come questore in Sicilia.
Nel 70 a.C. fa condannare Gaio Verre, ex-governatore della stessa Sicilia.
Nel 63 a.C. è console.
DAL CONSOLATO ALL'ESILIO (63-58 a.C.)
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Cicerone si schiera dalla parte degli optimates (ceti economicamente e socialmente più forti,
rappresentati da senatori e cavalieri).
Affronta e riesce a sventare la congiura di Catilina, attaccando quest'ultimo con violente orazioni, le
"Catilinariae".
Dopo la nascita del triumvirato di Cesare, Pompeo e Crasso nel 60 a.C., che aveva indebolito
l'autorità del senato, il peso politico di Cicerone declina e nel 58 a.C. è condannato all'esilio.
DAL RITORNO DALL'ESILIO ALLA GUERRA CIVILE (57-46 a.C.)
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Dopo sedici lunghi mesi trascorsi in Grecia, nel 57 a.C. Pompeo lo richiama a Roma.
Al rientro, si avvicina ai triumviri, difendendo in tribunale vari personaggi legati a Cesare e a
Pompeo.
Nel 51 a.C. è proconsole in Cilicia, provincia dell'Asia Minore.
Scoppiata la guerra civile, Cicerone parteggia per Pompeo.
Dopo la sconfitta dei Pompeiani a Farsàlo (48 a.C.), in Grecia, si riconciliò con Cesare.
DALLA DITTATURA DI CESARE ALLA MORTE (46-43 a.C.)
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Durante la dittatura di Cesare, Cicerone si dedica all'attività filosofica e letteraria.
Nel 46 a.C. divorzia dalla moglie Terenzia e l'anno successivo perde la figlia Tullia, morta in seguito a
un parto.
Alla morte di Cesare nel 44 a.C., Cicerone si schiera con i cesaricidi per poi appoggiare Ottaviano
contro Antonio, che attacca con delle orazioni dette "Filippiche".
Nel 43 a.C., dopo che Antonio e Ottaviano si erano riavvicinati per fronteggiare uniti i cesaricidi e
avevano costituito, con Lèpido, il secondo triumvirato, il nome di Cicerone è scritto nelle liste di
proscrizione e l'oratore viene ucciso; la sua testa e le sue mani esposte nel Foro romano.
Appunti di
Letteratura Latina
LE ORAZIONI
ORAZIONI GIUDIZIARIE
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Verrinae (70 a.C.): sono sette orazioni scritte contro Gaio Verre, governatore della Sicilia.
Il corpus delle Verrinae comprende:
- la divinatio in Caelium, con cui Cicerone chiede il diritto di sostenere l'accusa, contrapponendosi a
un certo Cecilio.
- l'actio prima in Verrem, è la requisitoria tenuta nel primo dibattito giudiziario.
- l'actio secunda in Verrem, costituita da cinque orazioni che Cicerone non pronunciò.
Verre, schiacciato dall'evidenza delle accuse, partì in volontario esilio. Le Verrinae furono
considerate un capolavoro fin dall'antichità.
Pro Archia poeta (62 a.C.): è un'orazione in difesa del poeta greco Archia, il quale fu assolto. Nel
discorso è presente un'appassionata esaltazione della cultura e della poesia.
Pro Sestio (56 a.C.): è un'orazione nella quale Cicerone difende Sestio, il tribuno della plebe che si
era adoperato per il suo ritorno dall'esilio. È un appello alla difesa degli interessi comuni contro i
tentativi eversivi. Sestio fu assolto.
Pro Caelio (56 a.C.): è un'orazione nella quale Cicerone difende il giovane Marco Celio Rufo,
accusato di aver tentato di far avvelenare Clodia, sorella del tribuno Clodio. Cicerone sfoga il suo
odio contro Clodio attaccando violentemente la sorella. L'imputato fu assolto.
Pro Milone (52 a.C.): è un'orazione in difesa di Milone per la morte di Clodio, che Cicerone non poté
tenere a causa delle circostanze avverse. Gli antichi la consideravano l'orazione migliore di
Cicerone.
ORAZIONI DELIBERATIVE
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De lege agraria (63 a.C.): sono tre orazioni nelle quali Cicerone si schiera contro una proposta di
riforma agraria.
Catilinariae (63 a.C.): sono quattro discorsi pronunciati in occasione della scoperta e della
repressione della congiura di Catilina.
De (o pro) domo sua (57 a.C.): fu pronunciata per ottenere la restituzione del terreno su cui sorgeva
la sua casa sul Palatino, distrutta dopo il suo esilio; Cicerone raggiunse il suo scopo. Nell'orazione
predomina l'autocelebrazione.
Philippicae (44-43 a.C.): sono quattordici discorsi pronunciati con l'intento di far dichiarare Antonio
nemico pubblico. Chiamate nell'antichità anche Antonianae, devono il nome alle celeberrime
orazioni di Demostene contro Filippo II di Macedonia.
I caratteri delle orazioni ciceroniane
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Docēre: informare chiaramente e dimostrare la sua tesi dal punto di vista razionale.
Delectare: conciliarsi le simpatie del pubblico procurandogli piacere.
Movere (o flectere): trascinare gli uditori al consenso servendosi di mezzi emozionali.
In generale, l'organizzazione sintattica del periodo è complessa e armoniosa (concinnitas).
LE OPERE POETICHE
Delle opere poetiche ciceroniane rimangono solo frammenti.
Appunti di
Letteratura Latina
LE OPERE RETORICHE
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De oratore (55 a.C.): è un dialogo di tipo platonico-aristotelico in tre libri (trattato dogmatico).
Protagonisti sono gli oratori Licinio Crasso e Marco Antonio.
- Nel libro I Crasso afferma che il perfetto oratore necessita di doti naturali e di esercizio; inoltre
deve essere impegnato a fondo nella vita pubblica e fornito di una ricchissima cultura.
- Nel libro II Antonio parla dell'inventio (la ricerca degli argomenti da svolgere), della dispositio
(l'ordine secondo cui gli argomenti devono essere disposti) e della memoria (le tecniche per
memorizzare ciò che si deve dire), che sono per Cicerone le prime parti della retorica.
- Nel libro III di nuovo Crasso affronta l'elocutio (lo stile, in particolare l'ornatus, ossia l'elaborazione
artistica del materiale linguistico) e l'actio (il modo in cui l'autore deve porgere il discorso).
Brutus (46 a.C.): in forma di dialogo, è una storia dell'eloquenza romana. Gli interlocutori son
Cicerone stesso e gli amici Attico e Marco Giunio Bruto (il futuro cesaricida). Cicerone sviluppa una
grandiosa storia dell'oratoria romana, attaccando gli atticisti, e in particolare il neoatticismo,
sostenitori di uno stile semplice ed essenziale.
Orator (46 a.C.): non è un dialogo, ma un'esposizione continuata della teoria dello stile oratorio. Vi
si illustrano le differenze tra lo stile oratorio e lo stile dei filosofi, degli storici e dei poeti; la
distinzione dei tre stili: umile, medio e sublime; e la prosa ritmica.
LE OPERE POLITICHE
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De republica (54 a.C.): dialogo in sei libri, nel quale Cicerone affronta in modo concreto problemi
politico-istituzionali. Il testo si è conservato solo in parte e si ispira all'opera di Platone "Lo stato".
Protagonista del dialogo è Publio Cornelio Scipione Emiliano, che dialoga con alcuni amici.
- Nel libro I Scipione definisce lo stato e presenta le tre forme di governo (monarchia, aristocrazia e
democrazia) con le loro degenerazioni (tirannide, oligarchia e demagogia).
- Nel libro II sono delineati l'origine e lo sviluppo dello Stato romano.
- Nel libro III si affronta il tema della giustizia.
- Nel libro IV si racconta la formazione del buon cittadino (quasi interamente perduto).
- Nel libro V viene delineata la figura del governante perfetto (quasi interamente perduto).
De legibus (52-51 a.C.): è un dialogo sulla storia delle istituzioni e del diritto pubblico romani. Si
conservano tre libri, ma l'opera doveva essere più ampia e forse rimase incompiuta; doveva
probabilmente essere un completamento del De republica. Gli interlocutori sono Cicerone stesso,
suo fratello Quinto e l'amico Attico.
GLI EPISTOLARI
Scritto dal 68 a.C. al 43 a.C., il corpus delle epistole conservato è imponente.
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16 libri di Epistulae ad Atticum: scritte al fedele e intimo amici Attico. Le lettere ad Attico rivelano
un Cicerone con le sue debolezze e i suoi limiti.
16 libri di Epistulae ad familiares: scritte a parenti.
3 libri di Epistulae ad Quintum fratrem: scritte al fratello Quinto.
2 libri di Epistulae ad Marcum Brutum: scritte a Bruto dopo la morte di Cesare.
Sono epistole reali, ricchissime di notizie, alcune delle quali composte per la divulgazione. In esse, risaltano
le doti narrative dell'autore e costituiscono un documento del linguaggio colloquiale (sermo cotidianus).
Tratto caratteristico è la presenza di citazioni ed espressioni greche. Furono pubblicate postume.
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Letteratura Latina
LE OPERE FILOSOFICHE
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Consolatio (45-44 a.C.): opera dedicata a se stesso in occasione della morte della figlia Tullia. Opera
frammentaria.
Hortensius (45 a.C.): dialogo che ha come protagonista l'oratore Quinto Ortensio Òrtalo ed è
un'esortazione alla filosofia (era un "protrettico"). Opera frammentaria.
De finibus bonorum et malorum (45 a.C.): in cinque libri, è sullo scopo supremo della vita dell'uomo.
- Nel libro I un amico di Cicerone, Torquato, espone la posizione epicurea, che identifica il sommo
bene con il piacere e il sommo male con il dolore.
- Nel libro II Cicerone confuta Epicuro.
- Nel libro III Marco Porcio Catone espone la posizione stoica, che identifica il sommo e unico bene
nella virtù e l'unico male nel vizio.
- Nel libro IV Cicerone confuta la tesi stoica.
- Nel libro V Cicerone espone la dottrina accademica, alla quale va la sua preferenza, affermando
che la felicità consiste nella virtù che è completa solo quando ai beni spirituali si aggiungono i beni
del corpo (salute, agiatezza, successo...).
Tusculanae disputationes (44-45 a.C.): in cinque libri, trattano della felicità e degli ostacoli che
impediscono di raggiungerla.
- Nel libri I si affronta il tema della paura della morte.
- Nel libro II si tratta della sopportazione del dolore fisico.
- Nel libro III si affronta la lotta contro l'afflizione (ossia il dolore spirituale).
- Nel libro IV si trattano i rimedi alle altre "passioni" (invidia, amore...).
- Nel libro V si dimostra la tesi stoica che la virtù basta da sola ad assicurare la felicità.
De officis (44 a.C.): in tre libri, non è un dialogo, ma un trattato sui doveri dell'uomo politico
dedicato al figlio Marco.
- Nel libro I si chiarisce il concetto di honestum, cioè di bene morale.
- Nel libro II ci si dedica all'utile.
- Nel libro III si tratta del conflitto tra l'onesto e l'utile.
Opere di filosofia morale:
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Cato maior de senectute (44 a.C.): Contiene un elogio alla vecchiaia. Gli interlocutori sono Catone il
Censore, all'età di 84 anni, con i giovani Scipione Emiliano e Gaio Lelio.
Laelius de amicitia (44 a.C.): Dialogo dedicato all'amico Attico, verte sul tema dell'amicizia, che può
sussistere solo tra uomini virtuosi. Principale protagonista è Gaio Lelio.
Opere di filosofia della religione:
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De natura deorum (44 a.C.): in tre libri, verte sulla natura degli dèi.
De divinatione (44 a.C.): in due libri, Cicerone respinge la fede nella divinazione.
De fato (44 a.C.): lacunoso, si affronta il tema del destino e della volontà umana.
I caratteri delle opere filosofiche
Dalle opere filosofiche, emerge il concetto di humanitas, ovvero la concezione dell'uomo per Cicerone.
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Il dominio della ragione e il dovere dell'impegno politico per l'utilità comune dell'uomo.
Il valore della cultura, della tolleranza e del rispetto e dei riconoscimenti esteriori (successo, gloria).