1 Lezione prof.ssa Geraci 15 gennaio 2016

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Tfa Sostegno Lumsa
Scuola Secondaria di I grado
PEDAGOGIA E DIDATTICA SPECIALE DELLA DISABILITÀ INTELLETTIVA E DEI DISTURBI
GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO - PROF. MARIA ANGELA GERACI
Indice della lezione
Come si manifesta l’autismo ................................................................................................2
Examples of reciprocal attention ......................................................................................3
Compromissione qualitativa INTERAZIONE SOCIALE ....................................................3
Come riconoscere I’Autismo: ........................................................................................3
MODALITÀ DI COMPORTAMENTO, INTERESSI E ATTIVITÀ RISTRETTI, RIPETITIVI
E STEREOTIPATI ............................................................................................................4
Riassumendo… ............................................................................................................4
SVILUPPO ATIPICO............................................................................................................5
Sviluppo cognitivo ............................................................................................................6
Sviluppo cognitivo/Caratteristiche ....................................................................................6
In sintesi… .......................................................................................................................6
AUTISMO A SCUOLA ......................................................................................................6
DIAGNOSI FUNZIONALE,PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE E PEI...........................6
SCUOLA ATTIVA (link youtube) ......................................................................................6
DIAGNOSI FUNZIONALE,PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE E PEI ..............................7
DIAGNOSI FUNZIONALE ................................................................................................7
PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE ...............................................................................7
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO ......................................................................7
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO: I CONTENUTI ..............................................7
INTEGRAZIONE SCOLASTICA ..........................................................................................8
INSERIMENTO SCOLASTICO ........................................................................................8
INTEGRAZIONE SCOLASTICA .......................................................................................8
BAMBINI IN ETA’ PRE-SCOLARE...................................................................................8
SEQUENZE DI INTERAZIONI ATTIVABILI .....................................................................9
BAMBINI IN ETA’ SCOLARE ...........................................................................................9
ADOLESCENTI A SCUOLA ...........................................................................................10
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Come si manifesta l’autismo
La caratteristica più evidente dell'Autismo è il disturbo dell'interazione sociale.
I bambini affetti da Autismo possono non rispondere se chiamati per nome e spesso
evitano lo sguardo altrui; spesso hanno difficoltà nell'interpretare il tono della voce o le
espressioni del viso, e non corrispondono alle emozioni altrui, o non guardano gli altri in
viso per adeguare il proprio comportamento. Appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui
nei propri confronti e dell'impatto negativo del proprio comportamento sugli altri.
Molti bambini affetti da Autismo si dedicano ad attività motorie ripetitive come dondolarsi,
girare in tondo, fare ruotare oggetti in continuazione,( esempio un pedale di bicicletta) ,
altri bambini paiono insensibili al dolore, possono avere manifestazioni di auto aggressività
come battere su vetri o muri con le mani o con la testa, altri invece hanno manifestazioni
etero aggressive. Le persone affette da Autismo raramente parlano, di solito hanno un
linguaggio ecolalico, spesso hanno risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri sintomi
sensoriali. Possono anche essere straordinariamente sensibili ad altre sensazioni. Questa
sensibilità alterata può contribuire ai sintomi comportamentali, come la resistenza ad
essere abbracciati
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Examples of reciprocal attention
Compromissione qualitativa INTERAZIONE SOCIALE
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Isolamento
o Assenza di attenzione condivisa
o Assenza di imitazione e motivazione e interazione sociale
o Difficoltà di riconoscimento e comprensione degli stati mentali propri e altrui
Evitamento o rifiuto di sguardo
o Mancanza di ricerca spontanea nella condivisione di gioie ed emozioni (es.
richiamare l’attenzione su oggetti di proprio interesse)
Come riconoscere I’Autismo:
I soggetti con autismo mostrano spesso i sintomi rappresentati qui sotto, con intensità che
varia da media a grave, rispettivamente per ognuno.
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Difficoltà a stare insieme con altri bambini
Insistenza sulla costanza (someness)
Resistenza al cambiamento
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Manifestazioni di riso inappropriato
Mancanza di reale paura dei pericoli
Contatto oculare scarso o assente
Gioco bizzarro sostenuto nel tempo
Apparente insensibilità al dolore
Ecolalia (ripete parole o frasi al posto del linguaggio normale)
Preferenza a rimanere solo, isolato
Mancata reciprocità nelle "coccole"
Ruotare gli oggetti in modo ossessivo
Mancata risposta alle indicazioni verbali: può sembrare sordo
Attaccamento inappropriato agli oggetti
Difficoltà ad esprimere bisogni: uso di gesti e indicazione al posto delle parole
Episodi di ansia-collera(capricci) senza apparente motivo
Evidente eccesso o estrema scarsezza di attività fisica
Mancata risposta ai normali sistemi educativi
Abilità grosso e finomotorie incongrue (es.: non giocare a palla ma riuscire nelle
costruzioni).
MODALITÀ DI COMPORTAMENTO, INTERESSI E ATTIVITÀ RISTRETTI, RIPETITIVI E
STEREOTIPATI
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Reazioni di angoscia o collera in occasione di cambiamenti di ambiente, di
imprevisti, di frustrazioni o di fronte a tentativi dell’adulto di entrare in contatto
Scelta di oggetti insoliti (sassi, fili etc.)
Manierismi motori (torsioni delle dita, movimenti a trottola)
Indifferenza ai richiami
Ipo o iperattività motoria
Interesse per stimoli sonori (es. aspirapolvere, acqua, ruote etc.)
Comportamenti auto ed eteroaggressivi
Profilo eterogeneo delle performance
Buona capacità mnesica
Alterazione del comportamento alimentare
Disturbi del sonno (per esempio risvegli notturni)
Riassumendo…
 Linguaggio: ecolalico, ritardato, atipico, aprosodico ect.
 Attenzione condivisa: (assente, occasionale, discontinua)
 Gioco simbolico: assente, occasionale, settoriale
 Interessi: stereotipati, ridotti, molto variabili
 Percezione (risposta agli stimoli): distorta, ridotta
 Comprensione: assente (non valutabile), ridotta, settoriale
 Comportamento: isolato, bizzarro
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SVILUPPO ATIPICO
•
0-6 mesi: Bimbo particolarmente calmo, pianti poco frequenti, ipotonico, assenza di
dialogo tonico, mancata comparsa del sorriso sociale (dal 3°mese) evitamento di
sguardo.
•
6-12 mesi: Si stabilizzano le manifestazioni descritte che compromettono le qualità
dell’ interazione madre-bambino.
•
Contatto oculare scarso.
•
Sono assenti le reazioni di angoscia di fronte agli estranei (a partire dall’ottavo
mese). Amimia e assenza di lallazione e di “risposte anticipatorie” (girare la testa e
guardare e tendere le braccia)
•
12-24 mesi: Iniziano le stereotipie motorie e i manierismi. Camminare sulle punte.
Assenza di Pointing. Giochi perseveranti.
•
Può essere presente iperattività motoria. Opposizione ai cambiamenti
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Sviluppo cognitivo
I bambini con autismo presentano un deficit cognitivo di grado variabile
30-40% presenta un ritardo di tipo lieve
40-50% un ritardo di tipo grave o profondo
10-15% presenta un livello intellettivo nella norma
Sviluppo cognitivo/Caratteristiche
•
Il profilo delle capacità cognitive è comunque di solito irregolare
•
Il livello di ricezione e di espressione del linguaggio è inferiore alla norma
•
Alcuni soggetti presentano isole di funzionamento intellettivo
In sintesi…
•
Il fenotipo comportamentale di tipo autistico è eterogeneo e determinato da vari
fattori
•
Il profilo cognitivo è cruciale per determinare l’evoluzione del disturbo di questi
bambini
•
Un’ attenta valutazione delle comorbidità psichiatriche consente una migliore
gestione comportamentale
AUTISMO A SCUOLA
DPR DEL 24 FEBBRAIO 1994
Accanto alle indicazioni contenute nella Legge Quadro n. 104, del 1992esiste un Decreto
del Presidente della Repubblica del febbraio 1994, noto come:
“Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di
alunni portatori di handicap”
DIAGNOSI FUNZIONALE,PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE E PEI
La Legge Quadro e il successivo DPR hanno definito e regolamentato una specifica
metodologia di lavoro di grande importanza per l’integrazione scolastica.
In particolare son previsti tre momenti:
 DIAGNOSI FUNZIONALE (D.F.)
 PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE (P.D.F.)
 PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)
SCUOLA ATTIVA (link youtube)
https://www.youtube.com/watch?v=5ibLeHXnw3A
Scuola attiva è un progetto di integrazione scolastica rivolto a bambini affetti da disturbo
generalizzato dello sviluppo di tipo autistico inseriti nella scuola materna primaria e
secondaria sul territorio di Roma. Il progetto, condiviso dalla scuola, dalle famiglie, dal
servizio territoriale asl e dal territorio propone un percorso di reale integrazione del
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bambino all'interno del gruppo classe e dell'intero contesto scolastico attraverso dei
laboratori di arte, musica ed educazione al linguaggio, per un totale di 7 ore settimanali,
tenuti da educatori esterni specializzati in materia di autismo. Il progetto prevede, inoltre,
un'attività di supporto alle famiglie con incontri mensili con una psicologa ed ha come
referente un neuropsichiatra infantile che coordina e supervisiona tutte le attività.
DIAGNOSI FUNZIONALE,PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE E PEI
La Legge Quadro e il successivo DPR hanno definito e regolamentato una specifica
metodologia di lavoro di grande importanza per l’integrazione scolastica.
In particolare son previsti tre momenti:
DIAGNOSI FUNZIONALE (D.F.)
PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE (P.D.F.)
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)
DIAGNOSI FUNZIONALE
La Diagnosi funzionale è redatta dallo specialista della ASL e fornisce una descrizione
analitica delle difficoltà e delle potenzialità dell’allievo in una serie di aree di sviluppo (ad
es. linguaggio, motricità, abilità cognitive, ecc)
PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE
Il Profilo Dinamico-Funzionale è redatto dall’Unità Multidisciplinare della ASL, dai docenti
curricolari e dagli insegnanti specializzati della scuola con la collaborazione dei familiari.
Il PDF deve indicare i prevedibili livelli di sviluppo, a breve e medio termine, che l’allievo
può raggiungere in seguito agli interventi educativi messi in atto dalla scuola.
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
Il Piano Educativo Individualizzato è redatto dagli operatori socio-sanitari e dai docenti
curricolari e di sostegno, in collaborazione con la famiglia.
Si tratta di un documento che concretizza il progetto globale di integrazione scolastica e,
pertanto, non può prescindere da un’interazione di diverse competenze: didattiche,
riabilitative e sociali.
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO: I CONTENUTI
IL PEI deve contenere:
• obiettivi ed interventi educativo-didattici;
•
metodologie prescelte;
•
strumenti e materiali da utilizzare;
•
verifiche in itinere.
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IL PEI DEVE AVERE DINAMICITA’ ED ESSERE ADEGUATO ALLE REALI CAPACITA’
DELL’ALUNNO
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
L’integrazione scolastica di persone con disabilità, ha trovato supporti e giustificazioni
nella ricerca psicologica internazionale, che sembra ormai generalmente orientata a
riconoscere al modello dell’integrazione, nonostante la presenza di difficoltà di svariata
natura ed entità, significativi vantaggi rispetto a quelli suggeriti dal trattamento delle
disabilità in strutture “speciali.”
INSERIMENTO SCOLASTICO
L’autismo comporta gravi difficoltà di apprendimento e di inserimento scolastico, poiché è
una condizione invalidante in rapporto alla possibilità di sviluppare competenze in un
sistema scolastico “normale”, che, se da una parte offre:
• importanti occasioni di socializzazione di educazione alla tolleranza delle diversità
Dall’altra è imperniato su strategie che fanno ricorso a strumenti poco accessibili ai
bambini autistici come la comunicazione verbale.
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Le Linee Guida Nazionali della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile (SINPIA)
sottolineano la necessità di definire in modo dettagliato e in anticipo:
a) I contenuti dell’intervento, che deve comprendere attività individualizzate costruite sulla
base della valutazione del bambino
b) Le modalità di strutturazione dell’ambiente, in quanto la collaborazione da parte del
bambino e la sua possibilità di apprendere dipende in modo sostanziale da come le attività,
il tempo e lo spazio vengono strutturate visivamente
A queste condizioni, “integrazione” vuol dire:
• Creare esperienze significative
•
Ampliare le capacità comunicative
•
Favorire l’autonomia personale
•
Favorire l’autostima
L’inserimento di allievi autistici nelle classi non costituisce un’opportunità di per sé
sufficiente a promuovere il conseguimento di competenze sociali e comunicative o a
favorire lo sviluppo cognitivo ed emozionale, qualora non sia sostenuto da un progetto
educativo individuale adeguato
Per una proficua integrazione scolastica è opportuno prendere in considerazione:
a) Gli obiettivi individualizzati rapportati a quelli della classe
b) La “risorsa compagni”
c) Le nuove prospettive della didattica speciale
BAMBINI IN ETA’ PRE-SCOLARE
La scuola dell’infanzia rappresenta uno spazio particolarmente utile per il lavoro
programmato sull’attenzione congiunta, la capacità di usare i simboli, la comunicazione e
la modulazione degli stati emotivi.
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Gli insegnanti devono essere coinvolti da parte degli operatori sanitari attraverso incontri
periodici in cui verranno definiti gli obiettivi realizzabili all’interno “dell’ ambiente scolastico”.
Una risorsa che va particolarmente utilizzata è la presenza dei coetanei
SEQUENZE DI INTERAZIONI ATTIVABILI
1) Agganciarsi ad attività effettuate dal bambino, anche in maniera non intenzionale,
ripetendole, per cominciare ad avviare un processo di condivisione di attività
2) Stabilire una condivisione di affetti (cercando il suo sguardo e sorridendogli)
3) Attivare sequenze di interazione sociale, mediante canali privilegiati (contatto fisico fra
insegnante e bambino)
4) Stimolare l’imitazione di azioni semplici
5) Utilizzare “spettacoli” interessanti (palloncini gonfiabili, bolle di sapone) per catturare
l’attenzione del bambino ed operare su tali spettacoli per stimolare il bambino a richiedere
che l’altro faccia qualcosa per lui
6) Arricchire, nel corso delle sequenze su accennate, il repertorio di comportamenti
comunicativi, anche se inizialmente finalizzati al solo scopo di richiedere l’aiuto dell’altro
(sguardo, gesti, vocalizzazioni)
7) Attirare l’attenzione del bambino su eventi, spettacoli o oggetti a cui l’insegnante
sembra prestare particolare interesse (attenzione congiunta in risposta a sollecitazioni
dell’operatore)
8) Stimolare giochi di finzione di complessità progressivamente crescente
BAMBINI IN ETA’ SCOLARE
All’età dei 6-7 anni si rende necessaria l’iscrizione alla scuola elementare, il passaggio da
un ambiente meno strutturato e più flessibile (Scuola dell’Infanzia) ad uno più strutturato
ed organizzato secondo una logica curriculare (Scuola Elementare).
La scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel Progetto Terapeutico, oltre a favorire gli
apprendimenti accademici, permette di perseguire i seguenti obiettivi:
- miglioramento dell’interazione sociale,
- arricchimento della comunicazione funzionale;
- diversificazione degli interessi e delle attività.
La presenza dei coetanei rende l’ambiente scolastico il luogo naturale in cui generalizzare
acquisizioni e competenze favoriti in setting strutturati in maniera terapeutica (terapia
psicomotoria, logopedia, educazione strutturata)
Nelle situazioni in cui persiste una marcata compromissione funzionale nelle aree della
socialità, della comunicazione, e delle funzioni cognitive, l’insegnante preposto dovrebbe
conoscere le principali strategie di approccio (ABA, CAA, TEACCH etc.) e, con l’aiuto degli
operatori Sanitari, deve definire gli obiettivi curriculari individuali.
Nelle situazioni di marcata compromissione di aggancio relazionale, associate a
comportamenti disadattivi, diventa determinante il ruolo degli operatori sanitari, che
devono definire un dispositivo spazio-temporale adeguato e individuare le modalità
affettivo-relazionale più idonee per favorire il lavoro sugli apprendimenti accademici.
Nel caso in cui il bambino presenti sul piano relazionale una soddisfacente possibilità di
aggancio, il lavoro sugli apprendimenti accademici deve essere, comunque, integrato dalla
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valorizzazione dei momenti di interazione e scambio che la scuola può fornire per
l’arricchimento della cognizione sociale
ADOLESCENTI A SCUOLA
Con l’adolescenza molti comportamenti i possono subire un miglioramento, mentre altri
possono peggiorare.
Subentrano le difficoltà di adattamento al corpo che cambia, alla sessualità emergente,
alle trasformazioni nei processi di pensiero.
Le tensioni e il senso di confusione che accompagnano lo sviluppo puberale, possono
determinare, nell’autistico, un incremento dell’isolamento, dei comportamenti stereotipati,
e la comparsa di aggressività.
Abbandono scolastico.
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