1 IL TIROCINIO IN MEDICINA GENERALE A cura del dr. G. Rossi, Medico di Medicina Generale Hanno contribuito alla realizzazione di questo manualetto i miei tirocinanti: i dottori Bortot Andrea, De Carlo Debora, De Martin Marianna, Merola Filippo, Monari Marianna, Mondin Federica, Poncato Elena, Spanti Letizia, Sperotto Francesca, Stefani Giulia, Vincenzi Matteo 2 Piccola prefazione Viene dunque il momento in cui bisogna incominciare, cioè tradurre in pratica clinica quotidiana tutto quell’enorme bagaglio di conoscenze che abbiamo appreso sui banchi dell’Università e che, purtroppo, non comprende i nomi commerciali dei farmaci, la loro posologia abituale, i percorsi diagnostico-terapeutici, la medicina orientata per “problemi”. Spero che questo manualetto possa essere d’aiuto al neo-laureato per superare l’impasse del tirocinio in Medicina Generale e possa altresì costituire per i Colleghi Tutori -Valutatori una piccola dispensa che li aiuti a pianificare la loro opera didattica e formativa. Dr. Gianluca Rossi Legenda cpr = compresse; cps = capsule; supp = supposte; gtt = gocce; bust = bustine; A = farmaco prescrivibile a carico del SSN, ricetta “rossa”; C = farmaco non prescrivibile a carico del SSN, ricetta “bianca”; ab = al bisogno; pz = paziente; IM = intramuscolo; EV = endovena; MMG = Medico di Medicina Generale; MG = Medicina Generale; SSN = Sistema Sanitario Nazionale. 3 LE 10 PECULIARITA’ DELLA MEDICINA GENERALE Nell’ambito della Medicina Generale si riscontrano delle situazioni cliniche ed extra-cliniche del tutto particolari che il medico, sia Universitario che Ospedaliero, non sperimenterà mai in tutta la sua carriera. Questa è, a mio avviso, la ragione principale per cui l’insegnamento della MG dovrebbe essere affidato a un MMG di provata esperienza. 1) SCELTA E REVOCA. Il paziente sceglie, tra tanti, il proprio MMG con dei criteri che il medico non conosce e che non necessariamente sono legati alla sua professionalità o “buona nomea”: ad esempio, la vicinanza dell’ambulatorio al domicilio dell’assistito, la comodità degli orari, la presenza dell’infermiera in studio, ecc. D’altro canto, il medico è perfettamente consapevole che il suo assistito potrà ricusarlo in qualsiasi momento per motivi assolutamente non legati alle sue capacità cliniche. Questa situazione psicologica molto spesso condiziona il MMG nella gestione clinica del paziente. 2) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO. Il MMG è, di fatto, un libero professionista che lavora in un libero mercato, per cui dovrà avere quelle doti manageriali necessarie per “vendere” meglio la propria professionalità. Queste si concretizzano nella scelta della sede ambulatoriale, degli orari di lavoro (che devono soddisfare le varie tipologie degli assistiti: pensionati, studenti, lavoratori dipendenti, professionisti), nell’offerta di visite per appuntamento, nello snellimento delle procedure burocratiche e quant’altro. 3) ESSERE GARANTI DEL BUON FUNZIONAMENTO DEL SSN . Il MMG è quasi sempre il primo sanitario che il cittadino incontra nel momento in cui, per qualsiasi ragione, entra in contatto con il SSN: egli deve garantire al suo assistito il diritto di essere ascoltato, visitato, studiato ed eventualmente curato. Per contro, il MMG ha anche il dovere di fargli rispettare le norme e le regole che garantiscono il buon funzionamento del nostro sistema sanitario (iter diagnostico-terapeutici, prioritarizzazione delle prestazioni, regole burocratiche e prescrittive). 4) GESTIONE DELLE RISORSE. Sempre più spesso il MMG è chiamato a gestire: 1) le risorse umane e tecnologiche della realtà in cui opera, per cui nel suo ragionamento clinico dovrà tener conto delle professionalità e della diagnostica che l’ULS in cui opera gli mette a disposizione; 2) la spesa farmaceutica, che ovviamente sarà un elemento condizionante le sue scelte terapeutiche. 5) GESTIONE DEL PAZIENTE. Il MMG spesso invia il proprio assistito ad uno specialista, in una gestione che a volte può non essere condivisa ed ingenerare nel paziente confusione e perdita del rapporto di fiducia con uno o entrambi i medici. Per evitare ciò è necessario che il rapporto tra MMG e specialista sia improntato su una cristallina collaborazione e un sereno confronto di idee, che abbia come unico fine il bene del malato. Inoltre un flusso di informazioni “bidirezionale” MMG-Ospedale risulta spesso fondamentale per un migliore management del paziente ricoverato e in dimissione. 6) IL MALATO TRA I “SANI” .Il MMG è forse l’unico medico che deve individuare il vero malato tra le tante persone sane che comunque si rivolgono a lui, spesso solo per essere rassicurate o consigliate, per richiedere un certificato o “fare un po’ di esami”. Talvolta, poi, la persona che realmente necessita di considerazione tende a minimizzare il proprio problema per le ragioni più varie (paura delle conseguenze, sottovalutazione, ignoranza, convinzioni personali ecc). 7) LA “MICROPATOLOGIA”. Il MMG si trova di sovente ad affrontare una piccola patologia 4 che necessita di trattamenti banali, ma spesso risolutivi. Spesso egli vede l’esordio di un quadro patologico che, se opportunamente gestito con qualche rimedio e una corretta “igiene di vita”, impedisce alla malattia di conclamarsi. Nell’armamentario terapeutico di ogni generalista vi saranno quindi rimedi come la pomata antidolorifica, il colluttorio, il “ricostituente”, gli anti-vertiginosi, gli analettici, le gocce otologiche, i farmaci neurotonici, di cui non vi è praticamente traccia nei testi Universitari e la cui efficacia sta sia nell’effetto farmacodinamico che in quello placebo. 8) RISOLVERE IL PROBLEMA. Le procedure clinico-diagnostiche del MMG sono spesso condizionate dall’esigenza del paziente di risolvere quanto più rapidamente ed efficacemente possibile il problema per cui si è presentato. Ne deriva che molte volte la diagnosi verrà posta “ex adjuvantibus”, l’esame obbiettivo sarà essenziale, il trattamento “empirico” e gli approfondimenti diagnostici eseguiti solo in caso di fallimento terapeutico. Questa è, di fatto, una metodologia clinica che si discosta dall’ortodossia appresa sui testi universitari. 9) LA “DIMENSIONE SOCIALE” DEL PAZIENTE. Il MMG non può disconoscere il contesto sociale di quegli assistiti che maggiormente potrebbero giovarsi di interventi extra sanitari, come i pazienti anziani, “difficili” e fragili (es: psicotici, alcoolisti, tossicodipendenti, depressi, dementi). 10) LA” DIMENSIONE SOCIALE” DEL MMG. Se non dovrebbe essere un problema per ogni medico vivere la propria vita professionale secondo scienza e coscienza, ben più difficile è vivere la propria vita privata con la consapevolezza di essere una figura di riferimento per la popolazione: questo accade spesso al MMG, soprattutto quando opera in piccole comunità. Per mantenere la propria credibilità, il MMG dovrà avere uno stile di vita congruo con il suo ruolo di educatore sanitario: a tal riguardo si pensi solo all’enorme impatto negativo di un medico tabagista sulle campagne di disassuefazione dal fumo. IL COUNSELLING IN MEDICINA GENERALE Uno dei compiti principali del MMG è quello di far comprendere al paziente che comportamenti corretti possono migliorare la sua salute e la sua qualità di vita; tra i più importanti vi sono: - l’abbandono del fumo - l’attuare uno stile di vita “attivo” - il seguire una dieta equilibrata - l’assumere correttamente una terapia prescritta - il partecipare ai programmi di screening Un counselling efficace indirizza il processo volitivo del paziente verso le istanze proposte dal medico. Questo si realizza attraverso una corretta comunicazione verbale, che è vanificata dalla fretta,dalla distrazione del sanitario,dall’utilizzo di un linguaggio troppo tecnico e dall’abitudine ad interrompere il paziente, mentre è favorita da un atteggiamento empatico del medico e dalla sua capacità di riprendere e riassumere le considerazioni del paziente. Anche il linguaggio corporeo , (espressione del volto, gesti, tono della voce),ha un notevole impatto sul paziente, così come il setting in cui si svolge la consultazione. Una consultazione efficace sarà quindi in grado di inibire le spinte contrarie del paziente convincendolo a seguire i consigli del medico. MEDICINA PREVENTIVA Consigli per la prevenzione dell’insorgenza delle malattie (prevenzione primaria): LIFESTYLE: 1. raccomandare fortemente l’astinenza dal fumo; 2. consigliare una corretta alimentazione; 3. raccomandare almeno 30 min di attività fisica moderata quotidiana, per ridurre il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative; 4. suggerire agli over 65 una “ginnastica mentale”, come leggere, scrivere, fare le parole crociate, imparare nuove cose, per stimolare le connessioni nervose e prevenire le malattie neuro-degenerative; 5. promuovere l’uso delle cinture di sicurezza e del casco; 6. far capire l’importanza della protezione delle pelle dai raggi UV con le creme protettive a filtro solare e con un’intelligente esposizione al sole, soprattutto nei soggetti a carnagione chiara e con un’anamnesi familiare positiva per melanoma. FAVORIRE L’ADESIONE AI PROGRAMMI DI SCREENING: • PAP TEST: da eseguirsi (preferibilmente a metà ciclo) con cadenza triennale nelle donne dai 25 ai 64 anni sessualmente attive; promuovere inoltre nelle adolescenti la vaccinazione anti–HPV e comunque l’uso del preservativo. • MAMMOGRAFIA: da effettuarsi ogni 2 anni nelle donne dai 50 ai 64 anni; in caso di familiarità per k al seno iniziare lo screening a 35 anni con cadenza annuale. Educare all’autopalpazione del seno. • SANGUE OCCULTO FECALE: da eseguirsi annualmente dopo i 50 anni per entrambi i sessi; se positivo avviare i pz alla colonscopia, che andrà ripetuta dopo 3 anni in caso di rilievo di polipi ad alto rischio (numero>3, dimensioni>1 cm, istologicamente villosi/displasici). CONTROLLI CLINICI PERIODICI: glicemia, assetto lipidico, pressione arteriosa, peso corporeo, lesioni cutanee pigmentate. CONSIGLI DIETETICI limitare il consumo di carne bovina e suina, preferire pollo, tacchino e pesce; consumare giornalmente un’adeguata quantità di verdura e frutta fresca; scegliere preferibilmente latte e latticini di tipo magro e tra gli insaccati il prosciutto crudo privato della parte grassa; contenere il consumo di uova a non più di 3 la settimana; condire con olio di oliva; limitare l’utilizzo del sale; non eccedere nel consumo di bevande alcoliche. EFFETTI DELL’ATTIVITA’ FISICA Gli effetti “terapeutici” dell’attività fisica si raggiungono con 30’ al giorno di attività fisica aerobica moderata o con almeno 90’ la settimana di attività fisica vigorosa e possono così riassumersi: aumentata sensibilità all’insulina; miglioramento del profilo lipidico; riduzione della pressione arteriosa; aumento della capacità cardio –respiratoria; aumento del tono muscolare, del tono calcico, della flessibilità articolare; miglioramento della sensazione di benessere psicofisico. L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE CLINICA Nessun giudice potrà mai accusare un medico di malpractice se egli può dimostrare di aver agito in scienza e coscienza: ecco perché consiglio di scrivere sempre una breve relazione clinica dopo le visite eseguite, su supporto informatico in ambulatorio o, in caso di visite domiciliari, sul proprio ricettario personale da rilasciare al pz. Bisognerà semplicemente riportare le informazioni salienti della visita eseguita, una breve anamnesi, l’EO e i provvedimenti terapeutici. Ad es. Sig ....................Tizio ........................................Caio.................................................. Motivo della visita: riferisce da 2 gg febbre e mal di gola. EO: faringe iperemica, non linfoadenopatie lc, al torace non rumori patologici. Conclusioni: verosimile sindrome influenzale. Consiglio: -Oki bust. 1 dopo i pasti (nega patologia gastrica); -astensione dall’attività lavorativa (rilasciato certificato INPS prognosi gg ....sc); -eventuale controllo a distanza. A disposizione. data, timbro (con recapito) firma COME E COSA PRESCRIVERE NELLA RICETTA “ROSSA” - - due confezioni di farmaci a carico del SSN (Fascia A); tre confezioni di farmaci, se compatibili con un codice di esenzione, a carico del SSN (al massimo 2 principi attivi. Ad esempio, con esenzione 031-ipertensione-: Norvasc 10 cp tre scatole; Norvasc 10 cp due scatole e Lortaan cp una scatola); sei confezioni di antibiotici iniettivi; massimo otto accertamenti omogenei per area diagnostica (es. Rx di otto segmenti ossei; otto esami bioumorali); proposta di visita specialistica; - proposta di ricovero ospedaliero; terapia riabilitativa; presidi vari: strisce reattive per glicemia, siringhe e aghi pungi-dito per diabetici, aghi per penne da insulina; pannoloni per incontinenti; ossigeno gassoso per pazienti con insufficienza respiratoria; presidi ortopedici (carrozzina, comoda, letto ortopedico, deambulatore, materasso antidecubito); ciclo di cure termali (a carico del SSN solo 1 ciclo l’anno). Con un decreto datato 3 marzo 1995, è stato stabilito “l’elenco delle patologie che possono trovare reale beneficio dalle cure termali”. Queste, di fatto, rappresentano il criterio di prescrivibilità delle stesse e vanno quindi specificate nella ricetta rossa: • malattie reumatiche: osteoartrosi e altre forme degenerative, reumatismi extra articolari; • malattie delle vie respiratorie: sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche, bronchiti croniche, semplici o accompagnate a componente ostruttiva (con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare); • malattie dermatologiche: psoriasi (esclusa la forma pustolosa eritrodermica), eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative), dermatite seborroica ricorrente; • malattie ginecologiche: sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva, leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche o distrofiche; • malattie ORL: rinopatia vasomotoria, faringo-laringiti croniche, sinusiti croniche, stenosi tubariche, otiti catarrali croniche, otiti croniche purulente non colesteatomatose; • malattie dell’apparato urinario: calcolosi delle vie urinarie e sue recidive; • malattie vascolari: postumi di flebopatie di tipo cronico; • malattie del’apparato gastroenterico : dispepsia di origine gastroenterica e biliare, sindrome dell’intestino irritabile con varietà stipsi. Esempio n.1 Si prescrive “ciclo di fangoterapia per osteoartrosi del rachide”. Esempio n.2 Si prescrive “ciclo di terapia termale inalatoria per rinosinusite cronica”. LA PRESCRIZIONE PER PRINCIPIO ATTIVO Recenti disposizioni, volte al contenimento della spesa farmaceutica, impongono al MMG di indicare in ricetta “rossa” la sola denominazione del principio attivo in caso di prima prescrizione di un trattamento cronico o per la cura di un nuovo episodio di patologia non cronica. Qualora il medico voglia indicare una determinata specialità, perché tale scelta risulti vincolante per il farmacista, dovrà accompagnarla da una sintetica motivazione e dalla dicitura “non sostituibile”. La normativa è sintetizzata nella seguente tabella: Tipo di prescrizione Prima prescrizione per patologia cronica o nuovo episodio di patologia non cronica Clausola di non sostituibilità indicata in ricetta Farmacista - Indicazione nella ricetta del solo principio attivo, accompagnato da altri elementi identificativi del medicinale (es. dosaggio e forma farmaceutica). Consegna al paziente del medicinale con il prezzo più basso. Nel caso che più medicinali abbiano un prezzo corrispondente al prezzo più basso, il farmacista terrà conto dell’eventuale preferenza del paziente. - Indicazione, oltre che del principio attivo (sempre obbligatorio), della specialità o del medicinale con denominazione generica da consegnare al paziente (non vincolante per il farmacista). Indicazione, oltre che del principio attivo (sempre obbligatorio), della specialità o del medicinale con denominazione generica da consegnare al paziente. Indicazione della motivazione della “non sostituibilità”. Indicazione nella ricetta della specialità o del medicinale con denominazione generica. Indicazione della specialità o del medicinale con denominazione generica. Se nella prescrizione è indicata la denominazione del medicinale senza l’indicazione di non sostituibilità, il farmacista è tenuto a fornire il medicinale prescritto qualora corrisponda al prezzo più basso (*) Consegna al paziente del medicinale specificato in ricetta. L’eventuale differenza dal prezzo di riferimento è a carico dell’assistito. NO SI Prosecuzione di terapia già in atto per patologia cronica Medico NO SI Consegna al paziente del medicinale con il prezzo più basso (*). Consegna al paziente del medicinale specificato in ricetta. L’eventuale differenza dal prezzo di riferimento è a carico dell’assistito. (*) Resta ferma la possibilità da parte dell’assistito di chiedere al farmacista un corrispettivo farmaco a prezzo più alto assumendosi l’onere della differenza dal prezzo di riferimento. OSSIGENOTERAPIA Ricordo che l’ossigenoterapia a lungo termine (15 ore/die) è un importante trattamento non farmacologico dei pz con BPCO ed insufficienza respiratoria, forse l’unico che può modificarne la qualità e l’aspettativa di vita, migliorando non solo i parametri respiratori, ma anche il sonno, le funzioni cognitive, la progressione dell’ipertensione polmonare, la frequenza delle riacutizzazioni. La prescrizione di ossigenoterapia a lungo termine con ossigeno liquido o da concentratore è di pertinenza dello specialista pneumologo, che la effettuerà in presenza di un’ipossia stabile (PO2 < 55mmHg) non correggibile con le comuni terapie farmacologiche (tale limite viene innalzato a 60 mmHg in presenza di policitemia stabile o di segni clinico-strumentali di cuore polmonare cronico o cardiopatia ischemica). Il MMG può prescrivere esclusivamente l’ossigeno gassoso a scopo di sollievo o palliativo quando deve trattare a domicilio un pz con insufficienza respiratoria, legata ad es. a malattia neoplastica avanzata, a patologie neurodegenerative, a flogosi delle basse vie respiratorie. La ricetta “rossa”, debitamente compilata, conterrà la seguente dicitura: P. O2 litri 3000, una bombola S. 1.5/litri min. per pz con insuff. respiratoria L’indicazione, in MG, corrisponde al trattamento di pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica secondaria a BPCO, che presentino un’ipossiemia continua con valori diurni di PaO2 stabilmente inferiori ai 55 mmHg (tale limite può essere aumentato a 59 mmHg in presenza di policitemia e cuore polmonare cronico). L’obbiettivo dell’O2-terapia è quello di aumentare la pressione parziale dell’ossigeno negli alveoli polmonari e diminuire il lavoro respiratorio per garantirla. Il trattamento andrebbe protratto per almeno 18 ore al giorno, con un flusso in grado di mantenere valori di PaO2 compresi tra i 60 e i 70 mmHg. In pratica, a domicilio si può modulare il flusso basandosi sul benessere del paziente e/o sul raggiungimento di una saturazione accettabile alla pulsiossimetria (90-92%). Va ricordato che nella BPCO i centri respiratori tendono a perdere la sensibilità alla CO2 e sono sensibili esclusivamente all’ipossia, per cui la somministrazione di flussi elevati di O2 può portare ad una depressione respiratoria: ne consegue che l’ossigenoterapia va comunque iniziata con bassi flussi, 1-2 litri/min, utilizzando cannule nasali. Non va dimenticato che l’ossigeno è un farmaco e come tale va utilizzato. COME UTILIZZARE LA RICETTA “BIANCA Il ricettario personale “bianco”, riportante il timbro identificativo del medico che lo redige, viene utilizzato sia per scopi prescrittivi, per i farmaci non a carico del SSN (fascia C), che certificativi. A scopo prescrittivo, la ricetta andrà compilata con le seguenti modalità: Per …………..(cognome e nome del pz) ………….. P. S. … (farmaco cp /gtt/f im ev)....................... ….( posologia) …………………………….. Luogo, data, timbro Attenzione: i barbiturici (Gardenale, Luminale), quando prescritti a carico del SSN, necessitano di una duplice prescrizione: una copia su ricetta “rossa,” debitamente compilat,a e una su ricetta “bianca ”. Quando il ricettario personale è usato per scopi certificativi si può utilizzare il seguente layout: Si certifica che…(segue testo)…………………………….. ……………………………………………………………….… Luogo, data, timbro Firma Si riportano, di seguito, alcuni testi di uso corrente: Attività sportiva: si certifica che il sig. ………..……………………sulla base della visita medica da me effettuata è idoneo all’attività sportiva non agonistica (aggiungere “aerobica e di tipo moderato” nei pz anziani). Malattia anche a fini “assicurativi”): si certifica che il sig. …………………………………………………………………….. risulta affetto da………e necessita di giorni…….s.c. di riposo e delle cure del caso. Guarigione (anche a fini assicurativi): si certifica che il sig. ……..è guarito senza postumi invalidanti opp. con postumi invalidanti da valutarsi in sede medico-legale. Riammissione a scuola: si certifica che……..è guarito e può essere ri-ammesso a scuola opp. è esente da malattia contagioso-diffusiva e può essere ri-ammesso a scuola/asilo/comunità. Certificato di morte per cause naturali: si certifica il decesso di…………, avvenuto presumibilmente il giorno……..alle ore……..per cause naturali (se la causa è nota va specificata; es. per cachessia terminale, per sospetto IMA, per grave politrauma); all’esame necroscopico midriasi fissa, assenza di attività cardiorespiratoria. Trattamento sanitario obbligatorio: Al Sindaco del comune di…………………………………………………………... si propone trattamento sanitario obbligatorio per il sig. ………che risulta affetto da…(es. psicosi acuta delirante)…; il pz rifiuta gli urgenti interventi terapeutici che dovranno essere effettuati in ambiente ospedaliero. Nota bene: tale proposta deve essere convalidata da un secondo medico dell’azienda ULSS: i due certificati verranno inviati al Sindaco che dovrà emettere l’ordinanza per il TSO notificandola al Giudice Tutelare. Il ricettario personale può, altresì, essere utilizzato per comunicazioni a Colleghi. Ad es.: Si invia al PS il sig. …………………………………………………affetto da ……………………………………………… per gli accertamenti e le cure del caso o per eventuale ricovero. CERTIFICATI CERTIFICATI DI MALATTIA e CERTIFICATI INAIL I certificati di malattia vengono attualmente redatti dal MMG on-line e contestualmente inviati all’ente competente (INPS). Al paziente viene comunicato il numero di protocollo che compare sul computer a recapito avvenuto. I software in uso nella MG consentono di archiviare copia del certificato di malattia e di effettuarne una stampa (comunque non necessaria). In caso di non funzionamento del sistema informatico, il medico rilascerà al paziente un certificato cartaceo, e sarà cura dello stesso beneficiante consegnarlo all’INPS. Il certificato dovrà riportare le seguenti informazioni: diagnosi o sospetto diagnostico; prognosi; se il giorno del rilascio del certificato non coincide con l’inizio della malattia, il medico indicherà da che giorno “ il pz dichiara di essere malato”; se si certifica una continuazione di malattia, questo andrà debitamente specificato; ricordo che la “convalescenza” che segue un ricovero è considerata continuazione della malattia iniziata in ospedale e attestata dal certificato di degenza. Se non si è in possesso della vecchia modulistica compilabile in duplice copia, dove nella “figlia” per il datore di lavoro non compare la diagnosi, bisognerà provvedere alla redazione di un secondo certificato senza indirizzo diagnostico che il malato consegnerà al datore di lavoro (esempio: certifico che il sig … …,nato a … e residente a … in via… ( si omette “affetto da …”) necessita di giorni 5 di riposo e delle cure del caso; trattasi di inizio/continuazione di malattia;il paziente dichiara di essere ammalato dal…; visita ambulatoriale/domiciliare, data, timbro e firma). Tra i compiti del MMG vi è pure la denuncia delle malattie professionali e la redazione, su apposita modulistica, dei CERTIFICATI INAIL di infortunio sul lavoro. Questi ultimi sono più frequenti, soprattutto quando si tratta di continuare o chiudere un infortunio (l’apertura della pratica, ossia il primo certificato, viene di solito redatto dal PS): in questi casi verrà barrata rispettivamente la casella “continuativo” ed espressa un’ulteriore prognosi, o “definitivo”, ed indicata la data della ripresa del lavoro. Ricordo che durante il periodo di infortunio sul lavoro tutte le prestazioni sanitarie ad esso connesso sono esenti ticket, apponendo sull’impegnativa la dicitura INAIL. DENUNCIA DI MALATTIE CONTAGIOSO-DIFFUSIVE Il MMG deve segnalare tempestivamente all’ULSS alcune malattie infettive, entro 2 giorni dall’osservazione del caso Tra queste le più frequenti sono: la varicella, le epatiti virali, la pertosse, la parotite epidemica, le meningiti virali, la scarlattina. In questo caso è bene compilare la modulistica appositamente predisposta; questa deve contenere informazioni dettagliate circa le modalità diagnostiche, il luogo e la data di insorgenza dei primi sintomi, l’eventuale comunità frequentata dal malato e l’eventuale ricovero o isolamento del paziente. Ricordo infine che il MMG durante la sua attività professionale assume la qualifica di Incaricato di Pubblico Servizio, ma anche - in alcuni atti - quella di Pubblico Ufficiale, per cui in ogni caso è importante che ogni sua certificazione sia redatta nel pieno rispetto del codice penale e deontologico. Ciò sarà possibile: riportando solo dati clinici che abbia direttamente constatato; attribuendo al pz eventuali elementi anamnestici non verificabili (“riferisce…”); specificando quando la certificazione in oggetto è stata richiesta dall’interessato; concludendo con la formula “per gli usi consentiti dalla legge”. Spett ULSS n. Si notifica un caso … accertato…sospetto di……(malattia)………………………….. a carico di ……..(cognome, nome, nato a, residente in)………. …. l’inizio della malattia risale al .../…/… comune di inizio dei primi sintomi………………………………… eventuale comunità frequentata...(scuola , fabbrica, caserma ecc).. per prevenire la diffusione del contagio il sottoscritto ha predisposto le seguenti misure di prevenzione…………………………………. In fede Luogo ,data, timbro e firma CERTIFICATO PRIMO…CONTINUATIVO…DEFINITIVO… INFORTUNATO…………(cognome e nome)…………………. CODICE FISCALE……………………………………………… POSTUMI DI ALTRE LESIONI/MALATTIE PREGRESSE…………………………………………………….. RISULTA AFFETTO DA……(diagnosi)………………………. ACCERTAMENTI PRATICATI……………………………….. PROGNOSI (inabilità temp.assoluta al lavoro) giorni….. RIPRENDE IL LAVORO IL …/…/… PERICOLO DI VITA NO… SI… SI PRESUME INABILITA’ PERMANENTE NO…SI… OSSERVAZIONI………………………………………………... PRESCRIZIONI TERAPEUTICHE: RICOVERO OSPEDALIERO NO…SI… ESAMI SPECIALISTICI…………………………………… LUOGO,DATA, TIMBRO, FIRMA IDONEITA’ SPORTIVA E CENNI DI MEDICINA DELLO SPORT Spesso al MMG è richiesto di rilasciare certificati diidoneità sportiva per attività non agonistiche. Tali certificati costituiscono un vero e proprio “scarico di responsabilità” verso il medico certificatore nel caso il soggetto, ritenuto idoneo, dovesse incorrere in un evento cardiovascolare nel corso dell’attività sportiva. Per minimizzare i rischi medico-legali connessi al rilascio di tali certificati, nei soggetti considerati “a rischio cardiovascolare” (sedentari, pz in sovrappeso, ipertesi, diabetici) consiglio di limitare l’idoneità sportiva all’“attività aerobica di tipo moderato”. E’ infatti risaputo che sforzi brevi e intensi, con brusco inizio e termine (ad es. sollevamento pesi), possono essere più “perturbanti” dal punto di vista emodinamico e potenzialmente aritmogeni, rispetto a sforzi, sia pure massimali, ma iniziati e terminati in modo graduale. Inoltre, sport ad elevata intensità e di breve durata, di tipo anaerobico/lattacido, provocano un brusco rialzo pressorio che può danneggiare un micro-macro circolo già compromesso. Ricordo inoltre che il rischio di IMA da esercizio aumenta in maniera logaritmica in coloro che, abitualmente sedentari, si cimentano in uno sforzo intenso e che l’allenamento, pur costituendo un efficace fattore preventivo, difficilmente fa regredire le placche aterosclerotiche createsi in precedenza con abitudini di vita non salutari. A tal proposito, occorre ricordare gli effetti nefandi dell’obesità addominale. Il tessuto adiposo addominale è considerato un vero e proprio organo endocrino con attività secretorie, capace di produrre sostanze ad azione ipertensiva (angiotensinogeno), aterogena (acidi grassi liberi), pro-diabetica, pro-trombotica e pro-infiammatoria e di creare i presupposti per l’insulinoresistenza (si rammenta che l’attività fisica riduce il rischio di morbilità per diabete del 30%). Il certificato di idoneità all’attività sportiva non agonistica deve trovare un corrispettivo nella cartella clinica del paziente, dove verrà annotato l’esame obiettivo (ritmicità del cuore, soffi, PA) e l’anamnesi, quest’ultima rivolta all’accertare un’eventuale familiarità per morti improvvise e/o cardiache nell’infanzia. Nei soggetti sedentari e over 40 è necessario considerare l’esecuzione di un semplice ECG, che aumenta sensibilmente la probabilità di identificare le malattie cardiache a rischio di morte improvvisa (cardiomiopatie, stenosi aortica, WPW), mentre nei soggetti a rischio CV è più saggio consigliare l’esecuzione di una visita cardiologica e/o di un ECG da sforzo prima di rilasciare la certificazione di idoneità sportiva. All’atleta diabetico, inoltre, va consigliato di: • • • • fare l’insulina rapida 1-2 ore prima dell’esercizio, evitando di iniettare il farmaco nelle zone coinvolte nel gesto atletico; eseguire uno stick glicemico prima dell’esercizio: con una glicemia < 90-100 mg/dl fare uno spuntino prima di cominciare; nell’attività di lunga durata considerare l’assunzione di carboidrati a metà attività e la riduzione del fabbisogno insulinico fino al 30%, particolarmente della lenta serale, per il rischio di ipoglicemie notturne; nella fase post-esercizio, che può essere caratterizzata da una ipoglicemia da stress, assumere eventualmente un supplemento di carboidrati. Bisogna altresì considerare che vi sono delle “anomalie” ECG di comune riscontro negli atleti, riferibili alle modificazioni cardiovascolari indotte dall’allenamento (aumento del tono parasimpatico e riduzione del simpatico, ipertrofia e dilatazione ventricolare), quali: • • • bradicardia sinusale; BAV I°; BBDx incompleto; • • ripolarizzazione precoce; alti voltaggi QRS isolati. Queste anomalie, tipiche dell’atleta, non richiedono ulteriori approfondimenti diagnostici. Ricordo che nel trattamento dell’ipertensione dello sportivo si deve evitare di ricorrere a farmaci che riducono la performance (come i beta bloccanti) o che costituiscono doping (come i diuretici), perciò ci si avvale principalmente degli ACE-inibitori, dei sartani, dei Caantagonisti e della doxazosina. Va inoltre ricordato che, negli sport di contatto, traumi toracici violenti e dolore intenso possono innescare fenomeni aritmici, per lo più di tipo bradicardico. LA PRESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ FISICA La prescrizione dell’attività motoria al soggetto sedentario per la prevenzione della malattie cardiometaboliche e muscoloscheletriche spetta al MMG. Questi, analogamente alla prescrizione farmacologia, è tenuto a conoscere le indicazione e le controindicazioni delle attività ludico-sportive che consiglia. Possiamo distinguere 3 tipi fondamentali di attività motorie: 1)IL NUOTO INDICAZIONI il nuoto e gli esercizi in acqua possono essere utili nelle patologie degenerative del rachide nel recupero dopo chirurgia della colonna vertebrale; il nuoto è altresì indicato nella patologia degenerativa degli arti inferiori, che sono sottoposti ad esercizio senza essere gravati dal peso corporeo. CONTROINDICAZIONI per praticare attività in acqua il paziente deve essere dotato di una buona acquaticità nonché di una corretta tecnica natatoria; si sottolinea come la gambata “a rana” si assolutamente sconsigliata in individui con problemi alla ginocchia, in quanto sollecita in maniera importante il compartimento mediale del ginocchio. Essendo poi la propulsione in acqua garantita per lo più dagli arti superiori, i soggetti devono avere una buona efficienza delle braccia e in particolare dell’articolazione scapolo omerale. 2)LA BICICLETTA INDICAZIONI la posizione del soggetto che pedala seduto sul sellino della bicicletta fa sì che il peso del corpo gravi principalmente sul bacino e ciò rende indicato questo attrezzo nella patologia degenerativa degli arti inferiori , anche in fase pre e post operatoria. CONTROINDICAZIONI la posizione sulla bicicletta potrebbe riacutizzare patologie del rachide, soprattutto se mantenuta a lungo. 3)LA CAMMINATA INDICAZIONI la camminata a passo veloce ( 6-7 km/h) è suggerita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la principale attività motoria da consigliare a tutti i pazienti sedentari. CONTROINDICAZIONI patologie degenerative degli arti inferiori; è possibile che l’utilizzo corretto di una coppia di bastoncini durante la camminata ( camminata nordica o Nordic Walking), possa aiutare la propulsione e minimizzare il microtrauma dell’arto inferiore sul terreno.Si ricorda che, in caso di problemi alle articolazioni degli arti inferiori, è bene consigliare ai pz di praticare la camminata su terreni soffici, come l’erba, che, rispetto all’asfalto, meglio riesce ad “assorbire” l’impatto del massa corporea sul terreno durante il passo. Vi è poi una grande quantità di esercizi “calistenici” , eseguibili in palestra a corpo libero o con l’ausilio di attrezzi e/o pesi,che possono essere propedeutici ad una delle succitate attività di base, volti cioè ad un condizionamento preparatorio dell’apparato muscolo-scheletrico impegnato nell’attività prescelta.Nella elaborazione del programma di esercizi è indispensabile l’intervento del preparatore fisico che dovrà interfacciarsi con il medico prescrittore per finalizzare l’allenamento alle esigenze del paziente. CERTIFICATO DI MORTE Può capitare di essere chiamati a certificare la morte di persone non note, avvenuta per cause sconosciute o traumatiche (esempio annegamento, precipitazione). In tali circostanze vale l’aurea regola di riportare nel certificato di decesso ciò che si riesce ad obiettivare con l’esame del cadavere o dei suoi resti. Può succedere anche che il corpo rimanga non identificato (“si certifica il decesso di uomo/donna di razza... dell’età presunta di anni...), o che venga riconosciuto da parenti o amici (si certifica il decesso di ...riconosciuto come tale dal sig.... ). Per quanto riguarda le cause di morte è ovvio che conviene essere prudenti (“morte avvenuta per verosimile precipitazione/ annegamento/ politrauma/ecc”), perché, ad es., un individuo può avere avuto un infarto massivo che ha successivamente causato una caduta in un dirupo o, viceversa, che questa sia stata provocata da un colpo di fucile mortale (esaminare sempre il cadavere!). Anche sull’orario del decesso è bene pronunciarsi con medesima prudenza; più che esprimersi su questo, infatti, conviene riportare dati oggettivi, quali: 1) la rigidità cadaverica, che inizia da 2- 3 ore dopo la morte, si estende dai muscoli della mandibola in senso cranio-caudale, si completa in 10-12 ore, rimane stabile per circa 2 giorni per poi risolversi progressivamente sempre in senso cranio-caudale; 2) le macchie ipostatiche, che risultano ben visibili 3-4 ore dopo la morte in corrispondenza delle aree declivi, e raggiungono il massimo 12-15 ore dalla morte, quando non si formano e non migrano più; 3) le macchie putrefattive, che si formano d’estate in 18-25 ore, mentre d’inverno anche in 2-4 giorni. 4) la colonizzazione da microfauna. Il certificato va ovviamente corredato dall’orario in cui i fenomeni cadaverici vengono rilevati. Ricordo di riportare sempre i segni clinici di morte, quali la midriasi fissa, l’assenza del riflesso corneale e l’assenza di attività cardiorespiratoria. Se si ha la certezza che il cadavere non sia stato spostato/manomesso, sarebbe buona cosa fotografarlo, soprattutto nei casi in cui la morte risulta essere avvenuta in circostanze sospette (che vanno segnalate nel certificato di morte). Ricordo che il cadavere deve essere posto “in osservazione” “in idonei locali” per 24 ore dal momento del decesso. In caso di morte a domicilio, nel caso i parenti vogliano far portare la salma in obitorio, conviene rilasciare, per lo spostamento della salma da parte degli incaricati delle pompe funebri, la seguente disposizione redatta su ricettario personale: “Certifico che il decesso del sig/ra... avvenuto il ../../.. non è dovuto a malattia infettiva e/o diffusiva. Se ne consiglia il trasporto in locali idonei all’osservazione, in base all’art.12 lettera del regolamento di polizia mortuaria.” ESENZIONI Le “esenzioni ticket” condizionano la prescrizione di farmaci ed esami, perché coloro che le possiedono beneficiano di una totale o parziale esenzione dal pagamento del ticket. Il medico è quindi tenuto ad indicarle, nell’apposita casella presente nella ricetta “rossa”. Il paziente può aver diritto ad un’esenzione ticket perché affetto da una specifica condizione morbosa (malattia cronica), per aver ottenuto il riconoscimento di un’invalidità, o per essere titolare di un reddito inferiore a determinati parametri. Schematicamente: • esenzione per patologia (es.: 013, diabete): dà diritto alla ricetta multipla, ossia alla possibilità di prescrivere in una ricetta fino a 3 scatole di farmaci correlati all’esenzione; dà diritto all’esenzione del ticket per i farmaci e gli esami correlati all’esenzione; • esenzione per invalidità (3C1 , invalidità100%): dà diritto all’esenzione del ticket per tutti i farmaci e tutti gli esami, ma non alla ricetta multipla; • esenzione per reddito in ultra-sessantacinquenni (7R2): dà diritto all’esenzione del ticket per tutti gli esami (va rinnovata annualmente); • esenzione per reddito (6R2): dà diritto all’esenzione del ticket per i farmaci (va rinnovata annualmente); • invalidità di guerra (3G1): dà diritto all’esenzione del ticket per tutti gli esami e tutti i farmaci, compresi quelli di fascia C che dovranno quindi essere ricettati a carico del SSN; • esenzione per gravidanza (4+settimana di gravidanza: es 418 per la 18ma settimana): le donne in gravidanza sono esenti per gli esami che corrispondono alla settimana di gestazione, secondo le tabelle ministeriali sotto-riportate. Gravidanza iniziale, entro la 13a settimana: emocromo completo, gruppo sanguigno+ fattore RH, AST, ALT, rubeo test, toxo test (in caso di IG neg. ripetere ogni mese fino al parto), TPHA, VDRL, HIV1-2 ab, glicemia, esame urine completo, test di Coombs indiretto, ECO OSTETRICA Tra la 14a e 18a settimana: es. urine completo Tra la 19a e la 23a settimana: es.urine completo, ECO OSTETRICA Tra la 24a e la 27a settimana: glicemia, es.urine completo Tra la 28a e la 32a settimana: emocromo completo, ferritinemia, es. urine completo, ECO OSTETRICA Tra la 33a e la 37a settimana: HbsAg, HCV, emocromo completo, es.urine completo, HIV1-2 ab Tra la 38° e la 40a settimana: es.urine completo e, in caso di batteriuria significativa, urinocoltura. Dalla 41° settimana: ECO OSTETRICA e CARDIOTOCOGRAFIA su specifica richiesta dello specialista IN CASO DI MINACCIA D’ABORTO INCLUDERE TUTTE LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE NECESSARIE PER IL MONITORAGGIO DELL’EVOLUZIONE DELLA GRAVIDANZA Ricorda i farmaci di uso comune in gravidanza: - Folidex cp, acido folico, 1cp/die, fascia A, nel primo trimestre, per la prevenzione della spina bifida. - Intrafer gtt, ferro, 40 gtt die, fascia A . NOTE AIFA Le note AIFA sono il prerequisito affinché il farmaco possa essere prescritto a carico del SSN. Se il medico valuterà che la condizione clinica del paziente è compatibile con le indicazioni dell’AIFA, prescriverà il farmaco su “ricetta rossa” inserendo nell’apposito campo il numero della nota a cui il principio attivo fa riferimento (vedi “compilazione della ricetta”). Si possono verificare le seguenti opzioni: prescrizione di 2 principi attivi regolati da note diverse: P. nimesulide 100 mg bust. una scatola - nota 66 P. lansoprazolo 15 mg cp una scatola - nota 1 prescrizione di un solo principio attivo regolato da nota, una o due scatole: P. lansoprazolo 30 mg cp due scatole - nota 48 pluriprescrizione (massino 3 pezzi) di farmaci regolati da nota e compresi in un’esenzione per patologia: esenzione 048 (patologia neoplastica) P. nimesulide 100 mg bust, una scatola - nota 66 P. lansoprazolo 15 mg due scatole - nota 1 esenzione A02 (malattie cardiache) P pravastatina 40 mg tre scatole - nota 13 LE NOTE AIFA: UN PROBLEMA O UNA RISORSA PER IL MMG? Le note AIFA sono state concepite per definire le situazioni cliniche in cui l’utilizzo di alcuni farmaci è ritenuto appropriato, con la conseguente possibilità di poterli prescrivere a carico del SSN (ricetta rossa): il medico prescrittore dovrà quindi rispettarle, anche se alcune possono non essere condivise nella loro sostanza. La gran parte delle note favorisce una prescrizione appropriata e razionale dei farmaci ,favorendo quelli di provata efficacia e meno costosi. Un’eccezione è secondo me rappresentata dalla nota 89,che limita la prescrizione a carico del SSN degli antistaminici ai soli pz. affetti da patologia allergica di grado medio e grave (rino-congiuntivite allergica stagionale e orticaria persistente non vasculitica) e per i trattamenti prolungati, superiori ai 60 giorni. Non si capisce perché vengano esclusi dai benefici della nota i pz affetti da rino-congiutivite “perenne” non stagionale, causata ad esempio dagli acari della polvere, e per quale motivo la prescrizione debba essere necessariamente prolungata, quando in certe stagioni la presenza di pollini, ad es del nocciolo, è molto limitata temporalmente. Si consideri poi che colliri, spray, pomate antistaminiche sono tutti presidi a totale carico del cittadino e che l’unico rimedio efficace per il trattamento sintomatico del prurito di qualsiasi natura rimane l’antistaminico per os, farmaco peraltro dai costi contenuti (es. cetirizina cpr 10 mg , 1 cpr die dai 12 anni, o gtt in età pediatrica, 20 gtt=10 mg). CAUSE SISTEMICHE DI PRURITO DIABETE, IPERURICEMIA, PATOLOGIA METABOLICA DISTIROIDISMI M.LINFOPROLIFERATIVE, PATOLOGIA EMATOLOGICA POLICITEMIA PATOLOGIA EPATOBILIARE EPATITI, CIRROSI, COLESTASI INSUFF.RENALE CR. CARCINOIDI ADDOMINALI PARASSITOSI ACCERTAMENTI GLICEMIA, FT4, TSH, URICEMIA EMOCROMO AST, ALT, FA, BILIRUBINA CREATININA, AZOTEMIA AC.5 IDROSSINDOLACETICO FECI X PARASSITI ESAMI BIOUMORALI E STRUMENTALI DI PRIMO LIVELLO PZ SENZA PROBLEMI PARTICOLARI Pz che chiede di fare un controllo generale; una buona “panoramica” può essere ottenuta con i seguenti esami che definirei “di base”: emocromo completo; VES; creatininemia; ALT; glicemia; colesterolo; trigliceridi; esame urine completo. PZ CHE LAMENTA ASTENIA Aggiungere agli esami di base TSH; sideremia. PZ CON FEBBRE PERSISTENTE emocromo completo; VES; PCR; esame urine completo + coltura; TOXO test; MONO test; TASLO; protidogramma. Ricordo che le cause di febbre persistente sono in ordine di frequenza: infezioni 34% neoplasie 24% collagenopatie 18% varie 13% e rimangono non diagnosticate nell’ 11% dei casi. PZ DIABETICO Agli esami di base (escludere VES) aggiungere: emoglobina glicata; microalbuminuria. Richiedere inoltre: fundus oculare. N.B. accertamenti tutti esenti ticket con esenzione 013. PZ IPERTESO (prima diagnosi e follow-up): agli esami di base (escludere VES e ALT) aggiungere: elettroliti; uricemia. Richiedere inoltre: ECG; fundus oculare. N.B. accertamenti tutti esenti ticket con esenzione 031-malattia ipertensiva. PZ POLIARTRALGICO emocromo completo*; VES*; PCR*; protidogramma; REUMA TEST*; uricemia; glicemia; esame urine completo* . Chiedere inoltre: RX* del segmento scheletrico interessato in caso di dolore localizzato. * = esami esenti ticket con esenzione 006 - artrite reumatoide. PZ CON IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (prima diagnosi e follow-up): creatininemia; esame urine completo; urinocoltura; PSA. Richiedere inoltre: Uroflussometria; ECO vescico-prostatica con valutazione del ristagno post-minzionale (N.B. il volume della prostata normale deve essere inferiore ai 30-40 ml) PSA (ng/ml) 0-4 4-10 >10 normale dubbio anormale RISCHIO K PROSTATA 2-5 % 25% 50% Ricordo che è prudente eseguire una biopsia prostatica se il PSA aumenta di più di 1 ng/anno e che circa il 20% dei cancri prostatici non produce PSA! Il tumore della prostata è più frequente nella 6a-7a decade di vita di un uomo. PZ DISLIPIDEMICO IN TRATTAMENTO CON STATINE colesterolo tot.; HDL; trigliceridi; ALT; AST; CPK. Richiedere inoltre: ECODOPPLER TRONCHI SOVRA AORTICI. N.B. accertamenti tutti esenti ticket con esenzione 025 – ipercolesterolemia. Ricordo che nella miopatia da statine il valore delle CPK aumenta in maniera rilevante, spesso oltre 10 volte il limite della normalità; aumenti modesti, al di sotto di 2 volte il limite massimo di laboratorio, possono essere dovuti ad un esercizio muscolare più intenso della norma: vanno monitorati a breve distanza e non necessitano di un‘immediata sospensione del farmaco. Prima di iniziare la terapia con statine considerare il dosaggio dell’ormone tireotropo (TSH), in quanto un ipotiroidismo non trattato può favorire l’insorgenza di una miopatia da statine ed essere responsabile di un aumento dei valori di colesterolo. FARMACI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI MIOPATIA DA STATINE: macrolidi; antifungini azolici (itraconazolo, ketoconazolo); Ca-antagonisti: verapamil, diltiazem; amiodarone; ciclosporina; succo di pompelmo. PZ IN TRATTAMENTO CON ANTICOAGULANTI ORALI (TAO) [COUMADIN, SINTROM] INR (range terapeutico: 2.0-3.0) N.B. esame esente ticket con esenzione 002 - affezioni del sistema circolatorio. Trattamento dell’iperdosaggio di anticoagulanti orali: INR < 6 senza emorragie: sospendere la terapia per 1-2 giorni, poi ridurre il dosaggio e ricontrollare l’INR dopo una settimana; INR tra 6 e 10 senza emorragie: sospendere la terapia, somministrare 1-3 gtt di Konakion (fascia A) e ricontrollare l’INR dopo 24 ore, quindi regolarsi per la TAO; INR < 6 con emorragia lieve (tipo epistassi): sospendere la terapia, somministrare 3-5 gtt di Konakion e ricontrollare l’INR dopo 24 ore; istruire il pz a recarsi in ospedale in caso di peggioramento dell’emorragia. In caso di maggior rischio rispetto ai tre punti precedenti inviare il pz in ospedale. Consigli per il pz che assume anticoagulanti orali: assumere il farmaco un’ora prima di cena o 3 ore dopo; dieta libera, ma senza variazioni improvvise, soprattutto del quantitativo di verdure; evitare di assumere farmaci (anche d’erboristeria) senza aver prima consultato il proprio medico; consultare il medico se le urine diventano scure o rosse, se le feci sono nere o le mestruazioni più abbondanti del solito; in caso di sanguinamento premere forte con un fazzoletto pulito sulla ferita (in caso di epistassi stringere per qualche minuto la punta del naso tra due dita). Farmaci di uso comune in MG che in scheda tecnica riportano assenza di interazione con anticoagulanti orali: ansiolitici: lorazepam; antiipertensivi: losartan, nebivilolo, felodipina; antibiotici: amoxicillina, levofloxacina; FANS: ibuprofene, diclofenac; PPI: pantoprazolo; statine: fluvastatina. PZ IN TRATTAMENTO CON AMIODARONE [CORDARONE, AMIODAR] T3 free; T4 free; TSH (per possibile distiroidismo nei trattamenti prolungati). N.B. esami esenti ticket con esenzione 027 - ipotiroidismo congenito e acquisito. PZ IN TRATTAMENTO CON SALI DI LITIO [CARBOLITHIUM] litiemia (range terapeutico). PZ IN TRATTAMENTO CON ANTIEPILETTICI [TEGRETOL, GARDENALE] carbamazepinemia (range terapeutico); fenobarbitale. N.B esami esenti ticket con esenzione 017 – epilessia. PZ IN TRATTAMENTO CON ANTITIROIDEI [TAPAZOLE] T3 ,T4,TSH*; emocromo completo (tossicità midollare). N.B. esami esenti ticket con esenzione 035 – ipertiroidismo. PZ IN TRATTAMENTO CON DIGOSSINA [LANOXIN] digossinemia (range terapeutico). PZ IN TRATTAMENTO CON CONTRACCETTIVI ORALI emocromo completo; glicemia; colesterolo tot.; trigliceridi; antitrombina III; ALT; bilirubina fraz.; es.urine completo. PZ CON ASMA, PRIMA DIAGNOSI E FOLLOW-UP tests allergici cutanei (prick test)*; eventuale determinazione di IgE specifiche; spirometria*; emogasanalisi; rx torace*. *= esami esenti ticket con esenzione 007 – asma. PZ CON MENO-METRORRAGIE test di gravidanza (donne in età fertile, per escludere una gravidanza extrauterina misconosciuta); eco transvaginale; isteroscopia + biopsia (obbligatoria in caso di sanguinamento spontaneo in donne in postmenopausa, per escludere un cancro endometriale). Ricordo che le meno-metrorragie, unitamente con i sanguinamenti occulti del sistema gastrointestinale, sono una causa frequente in MG di anemia sideropenica che va quindi indagata con: ricerca del sangue occulto fecale su 3 campioni; emocromo completo; sideremia; ferritina. Ricordo inoltre che un’anemia sideropenica, specie se associata a sintomi gastro-intestinali come diarrea e dispepsia, può essere espressione di malassorbimento e segnatamente di morbo celiaco: nel sospetto di tale patologia chiedere dosaggio di anticorpi anti-transglutaminasi. Ferro per os: Ferrograd cp ,una cp/die, fascia A. PZ CON LINFOADENOPATIA emocromo completo; VES; LDH; beta 2-microglobulina; protidogramma; toxotest, monotest. Nel sospetto di un linfoma (perdita di peso, febbre, astenia, sudorazione notturna): RX/TC torace; ECO/TC addome . PZ CON MICROEMATURIA ripetere l’esame dell’urine: riscontro occasionale?; nel sospetto di un’infezione: urinocoltura con antibiogramma; se non vi è infezione: citologia urinaria su 3 campioni, creatininemia, azotemia, proteinuria nelle 24/ore ed ecografia dell’apparato urinario, eventualmente integrata da rx addome in bianco. La cistoscopia (come gli esami contrastografici delle vie urinare e la TAC) è considerata un esame di terzo livello, da eseguirsi nel sospetto di una neoplasia vescicale o in soggetti ad alto rischio neoplastico (fumatori, esposti a benzene o ad amine aromatiche, storia di malattie urologiche o infezioni urinarie). Eziologia della microematuria: circa il 50% delle microematurie rimangono in diagnosticate. microematuria “transitoria”: dopo attività sessuale dopo esercizio fisico dopo traumi contaminazione in corso di mestruazione infezioni urinarie in pz che assumono anticoagulanti orali microematuria persistente: rene policistico malattie glomerulari calcolosi neoplasie del tratto genito-urinario iperplasia prostatica benigna PZ NEOPLASTICO IN FASE AVANZATA Fattori prognostici sfavorevoli sono: indicatori biochimici di malnutrizione : leucocitosi e linfocitopenia, ipoalbuminemia; sintomi quali anoressia, astenia, dispnea, disfagia, xerostomia, confusione mentale. N.B. Tutti gli accertamenti eseguiti per il monitoraggio della malattia neoplastica sono esenti ticket con esenzione 048 - patologie neoplastiche maligne. MARKERS TUMORALI PIU’ UTILIZZATI CEA alfaFP CA 15.3 CA19.9 CA 125 HCG TG CT betaMG tumori del colon-retto epatocarcinoma, tumori di testicolo e ovaio tumori della mammella carcinoma pancreatico neoplasie ovariche tumori di ovaio e testicolo carcinomi differenziati della tiroide carcinoma midollare della tiroide leucemie, linfomi e mielomi PZ CON OSTEOPOROSI fosfatasi alcalina; calcio e fosforo nel sangue; calcio e fosforo nelle urine delle 24 h; paratormone; idrossiprolina urinaria. Indicazioni all’esecuzione della densitometria ossea: precedenti fratture da fragilità (causate da trauma minimo) o riscontro radiologico di fratture vertebrali; riscontro radiologico di osteoporosi; donne in menopausa con anamnesi familiare di frattura osteoporotica in età inferiore a 75 anni; donne in menopausa con indice di massa corporea inferiore a 19 kg/m 2; donne in postmenopausa con presenza di uno solo dei seguenti fattori di rischio: inadeguato apporto di calcio, carenza di vitamina D, fumo > 20 sigarette/die, abuso alcolico > 60 g/die; donne in menopausa precoce o chirurgica; donne e uomini in trattamento prolungato con alcuni farmaci; donne e uomini in presenza di condizioni patologiche a rischio di osteoporosi. PZ CON SOSPETTO MORBO CELICACO Adulto: dosaggio Ac antitransglutaminasi Ig A -> + test di conferma: dosaggio Ac antiendomisio IgA -> + biopsia intestinale. NB: in caso di clinica significativa e dosaggio Ac anti TG negativo, considerare deficit IgA e, se confermato (IgA < 5mg/dl), dosare Ac anti TG IgG; se +: biopsia intestinale. In presenza di evidente s. da malassorbimento con sieronegatività per celiachia eseguire comunque biopsia intestinale ( possibile M. celiaco “sieronegativo”). bambini < 2 anni: dosaggio Ac anti gliadina IgA -> + biopsia intestinale. PZ CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (GESTIONE DI PRIMO LIVELLO) Valutazione: peso, altezza, BMI, PA, polso, temperatura corporea (le anoressiche sono spesso ipotese, bradicardiche, ipotermiche), caratteri sessuali e patologie da disfunzione ormonale (acne e irsutismo), segni di disidratazione (acrodermite). Per ricercare una sindrome carenziale, una disionia , una nefropatia da disidratazione e per una diagnosi differenziale: emocromo completo*; creatinina clearance*; urea*, protidogramma*; ferro*; glicemia*; elettroliti; esame urine*; TSH; ac.antitrasglutaminasi; ECG per il rischio di aritmie; eventuale MOC per valutare la densità ossea. *= esenzione 005 – anoressia nervosa, bulimia. PAZIENTE ANZIANO CHE PRESENTA MALNUTRIZIONE o DISIDRATAZIONE Una condizione di malnutrizione espone i soggetti anziani, anche privi di patologie rilevanti, ad una maggior suscettibilità ai decubiti, ad un maggior rischio di cadute e di frattura, al peggioramento di eventuali patologie croniche, ad un maggior rischio di essere ospedalizzati e di soffrire di depressione; complessivamente, quindi, la malnutrizione comporta un netto peggioramento della qualità di vita. Di seguito si riporta un test (Mini Nutritional Assessment Form) che può essere utilizzato per individuare i soggetti affetti da possibile malnutrizione. INITIAL MINI NUTRITIONAL ASSESSMENT L’intake nutrizionale è diminuito nei precedenti 3 mesi a causa di perdita di appetito, difficoltà digestive e/o masticatorie, disfagia? Calo ponderale durante l’ultimo mese? 0=perdita severa dell’appetito 1= perdita moderata dell’appetito 2= nessuna perdita dell’appetito 0= calo ponderale > 3 kg 1= calo ponderale non è noto 2= calo tra 1 e 3 Kg 3= nessun calo ponderale Mobilità 0= confinato a letto o poltrona 1= capace di alzarsi da letto/sedia, ma non di uscire 2= capace di uscire Ha sofferto di stress fisico o malattia acuta negli ultimi 0= si 3 mesi? 2= no Problemi neuropsicologici 0= demenza grave o depressione 1=demenza media 2=nessun problema psicologico BMI (kg/m2)* 0=<19 1=19-20.9 2=21-22.9 3=>23 PUNTEGGIO DI SCREENING ( TOTALE MASSIMO=14) MAGGIORE /UGUALE 12 NORMALE MINORE /UGUALE 11 POSSIBILE MALNUTRIZIONE *Se il BMI non è valutabile sostituirlo con la circonferenza del polpaccio in cm 0= CP < 31 cm 3= CP ≥ 31 cm Ricordo che il ricorso ad un’eventuale nutrizione parenterale è indicato nel caso in cui la nutrizione entrale non sia sufficiente a coprire i bisogni energetici del pz e che la via sottocutanea può veicolare solo liquidi al fine di correggere una disidratazione lieve/moderata, ma non può fornire altri nutrienti. La DISIDRATAZIONE NELL’ANZIANO è spesso causata da una riduzione persistente dello stimolo a bere e/o da una disfagia per i liquidi: il pz può quindi manifestare perdita di peso, oliguria (< 800ml di urine/24h), lingua secca, disturbi cognitivi. Gli indicatori laboratoristici di uno stato di disidratazione sono un aumento del peso specifico urinario, della sodiemia e del rapporto azotemia /creatininemia (> 20/1). L’introito di liquidi di un anziano medio dovrebbe essere di 1600 ml/24h, se possibile assunti per via orale, ma se il pz non è in grado di bere si possono somministrare adeguati quantitativi di liquidi per via sottocutanea a gtt lenta ( anche 1000 ml/24h di soluzione fisiologica), con il vantaggio di una più facile gestione della stessa in ambiente domiciliare da parte del care-giver rispetto alla via endovenosa. PZ CON ARTRITE REUMATOIDE [Nuovi criteri per la diagnosi precoce ( ACR/EULAR 2010)] L’applicazione dei seguenti criteri porta alla formulazione di un punteggio compreso tra 0 e 10, dove un valore ≥ 6 è indicativo della possibile presenza di un’artrite reumatoide: COINVOLGIMENTO ARTICOLARE 1 grande articolazione = 0 punti 2-10 grandi articolazioni = 1 punto 1-3 piccole articolazioni = 2 punti 4-10 piccole articolazioni = 3 punti >10 articolazioni, compresa 1 piccola = 5 punti Punteggio massimo 5 SIEROLOGIA DURATA SINTOMI FR e ACPA neg = 0 punti REATTANTI FASE ACUTA < 6 settimane = 0 punti FR o ACPA basso positivo ≥ 6 settimane = 1 punto = 2 punti FR o ACPA* alto positivo = 3 punti *Ac antipeptidi citrullinati ciclici VES o PCR alterati = 1 punto Punteggio massimo 3 Punteggio massimo 1 Punteggio massimo 1 I criteri possono essere applicati solo a quei pz in cui la sinovite non può essere spiegata da una diagnosi alternativa, come ad es da LES, artrite psoriasica, gotta; da notare che sintomi come la simmetria dei distretti articolari interessati e la rigidità mattutina non vengano considerati come tipici dell’AR. Il paziente riconosciuto affetto da possibile artrite reumatoide va inviato dallo specialista reumatologo per un eventuale trattamento precoce con DMARD (methotrexate, idrossiclorochina, sulfasalazina, ciclosporina, azatioprina), ritenuti oggi di primo impiego. PZ IMMUNOCOMPROMESSO: IL MMG E LA DIAGNOSI DI MALATTIA DA HIV Difficilmente il MMG riuscirà ad identificare l’infezione acuta da HIV che si caratterizza da sintomi aspecifici e similinfluenzali. Nella successiva fase paucisintomatica di “latenza clinica” egli potrà ricondurre a tale infezione una serie di manifestazioni cliniche da immunocompromissione e far eseguire al pz il relativo test sierologico (ricordo che i tests di ultima generazione hanno un “periodo finestra” di durata minore, circa 1 mese), soprattutto in presenza di comportamenti “a rischio”. Il calo delle difese immunitarie (riduzione dei linfociti T CD4+) si può manifestare con: sintomi sistemici (febbre, diarrea cronica); candidosi orofaringea, leucoplachia orale, herpes zoster recidivante/diffuso; alterazione della formula leucocitaria, pastrinopernia, ipergammaglobulinemia. PZ CON IPERTRANSAMINASEMIA Se AST/ALT> 6 volte la norma, eseguire subito • AST; • ALT; • Bilirubina; • HBsAg; • HCV-RNA; • Anti-HAV-IgM; • Gamma-GT; • Fosfatasi Alcalina. Eliminare, se possibile, fattori esogeni epatotossici: alcool, fattori metabolici, farmaci quali metotrexato, statine, paracetamolo (alte dosi), estro-progestinici, amiodarone. Se AST/ALT <6 volte la norma, ripeterle dopo 10 giorni. Se normali-> STOP; Se alterate: • ECO EPATICA IPERTRANSAMINASEMIA PERSISTENTE: gamma-GT, ALP, protidogramma, bilirubinemia, Fe, ferritina, α-FP, HBsAg, HCV-RNA, Ab AntiHCV, LDH, CPK, Ab antitransglutaminasi, Ab non organo specifici (ANA, ASMA, AMA, ANTIDNA), TSH, fT3, fT4. Inviare dallo specialista per eventuale BIOPSIA EPATICA. TERAPIA DEL DOLORE Considerare la terapia topica (non a carico del SSN, fascia C): • il FREDDO nei processi flogistici acuti, tipo la periartrite acuta di spalla; • il CALORE (moderato), per il suo potere decontratturante, nella patologia del rachide, tipo lombalgia e cervicalgia. In patologie flogistiche superficiali, come le tendiniti, sono utili anche: • cerotti a cessione transdermica di antinfiammatorio (es. Keplat, un cerotto da applicare sulla zona dolente durante la notte); • pomate a base di FANS (es. Muscoril Trauma, Voltaren Emulgel); • soluzioni cutanee (Pennsaid 20-40 gtt sulla zona da trattare). Nella terapia sistemica: • se la componente flogistica non è predominante, iniziare con il paracetamolo a dosaggio pieno 1 gr x 3 volte/die (es. Efferalgan 1000 cpr eff.) o con il medesimo principio attivo “potenziato” dalla codeina (Co-Efferalgan 1x2-3 volte die) • se si vuole ottenere anche un effetto antinfiammatorio, orientarsi verso: - FANS tradizionale: diclofenac cps retard, generico,1cp/die, fascia A, nota 66, o fiale im, 1-2 fiale im/die, fascia A. - COXIB: meno gastrolesivi, ma da usarsi con cautela nei pz con problemi cardiovascolari: Celecoxib , Celebrex cps 200 mg 1-2 cps/die (fascia A, nota 66). I cosiddetti “coxib” hanno la proprietà di inibire la COX-2 tipica della flogosi ma, a differenza dei FANS tradizionali, non ha alcun effetto sull'isoforma COX-1 responsabile della sintesi delle prostaglandine citoprotettive gastriche e del trombossano proaggregante piastrinico, per cui, rispetto a questi ultimi, hanno una migliore tollerabilità gastrica e non interferiscono con l'effetto antiaggregante dell'ASA. Sono pertanto da preferire nei pz in antiaggregazione con acido acetilsalicilico che necessitano di un trattamento antiinfiammatorio. Nelle mono-poliartriti, dove la componente infiammatoria è predominante e si accompagna a rigidità mattutina, rubor, tumor ed aumento degli indici ematici di infiammazione (VES, PCR), prescrivere: • uno steroide per la risoluzione della fase acuta come Medrol 16 mg cpr divisibili, metilprednisolone (A), 1 cpr/die per alcuni giorni, poi “a scalare” ½ cpr/die e terminare con 1/4 cpr/die. • risolta la fase acuta, il pz va inviato allo specialista reumatologo per un’eventuale terapia “di fondo” con DMARD. DOLORE MECCANICO-ARTROSICO DOLORE INFIAMMATORIO-ARTRITICO INSORGENZA DIURNA AGGRAVAMENTO CON IL CARICO MODESTA RIGIDITA’ INSORGENZA NOTTURNA RIGIDITA’ MATTUTINA ATTENUAZIONE CON ATTIVITA’ MODERATA CONTRATTURA MM ANTALGICA MODESTI SEGNI DI FLOGOSI INTERESSAMENTO PERIARTICOLARE PRESENZA SEGNI DI FLOGOSI Il ketorolac in fiale (disponibile generico 30 mg, max 3 f/die im o ev, fascia A) è un FANS da usare, secondo scheda tecnica, solo nel dolore post operatorio e da colica renale; è però possibile somministrarlo anche per via transmucosale orale imbevendo una zolletta di zucchero del farmaco e facendola sciogliere in bocca, ottenendo così un pronto effetto antalgico, per controllare ad es. il dolore incidente dei pz.neoplastici (nb utilizzo “off label”!). Il tramadolo è un analgesico atipico con caratteristiche oppiodi, ma con minor rischio di depressione respiratoria, sedazione e dipendenza, indicato nel dolore neoplastico e degenerativo con disponibilità del generico in fascia A; ritengo particolarmente utile la formulazione a rilascio controllato (Contramal cpr 100 o 200 mg SR 1x 2/die). Nei dolori cronici e localizzati anatomicamente (es. epicondilite, gonalgia in gonartrosi) considerare la possibilità: • di servirsi di una terapia infiltrativa: • di utilizzare steroidi depot (controindicati nel pz diabetico!). Depomedrol 1f. intra/para-articolare/la settimana (fascia A) • di utilizzare acido ialuronico (Synocrom f, fascia C, utile nella gonartrosi, 1f intraarticolare/la settimana); • di servirsi di una terapia fisica (es. ultrasuoni, ionoforesi, almeno 10 sedute) eventualmente previa consulenza fisiatrica. Dove la sintomatologia dolorosa è sostenuta da un significativa contrattura muscolare (es. torcicollo miogeno, blocco lombare) è razionale abbinare all’analgesico un miorilassante in monosomministrazione serale (Sirdalud 1cp la sera prima di coricarsi, fascia C). I miorilassanti (farmaci tutti in fascia C) sono farmaci estremamente utili nella terapia del dolore in quanto in grado di risolvere la contrattura, che in genere si accompagna alla noxa algogena per coinvolgimento riflesso dei fusi neuromuscolari e conseguente innesco di un circolo vizioso: dolore contrattura ridotta ossigenazione muscolare dolore. I miorilassanti in commercio in Italia sono prevalentemente ad azione centrale (azione sul midollo spinale o sull’encefalo); l’unico farmaco ad azione diretta è il dantrolene, che inibisce la contrazione agendo sullo scambio degli ioni calcio all’interno della fibrocellula. I principali effetti collaterali sono la sonnolenza e le vertigini, per cui si consiglia di iniziare il trattamento con la dose minima (1 cp prima di coricarsi) per poi, eventualmente, aumentare il dosaggio dopo qualche giorno (1 cp ogni 12 ore). I miorilassanti trovano indicazione soprattutto nelle rachialgie e nella patologia muscolare dello sportivo (dai crampi alle lesioni muscolari), dove la miorisoluzione condiziona positivamente il processo di guarigione. PRINCIPIO ATTIVO Diazepam Tiocolchicoside Pirindolo mesilato Baclofene Dantrolene Ciclobenzaprina NOME COMMERCIALE MECCANISMO D’AZIONE Valium Centrale Muscoril Centrale Lyseen Centrale Lioresal Centrale Dantrium Diretta Flexiban Centrale Tinazidina Eperisone cloridrato Sirdalud Espose Centrale Centrale PARTICOLARITA’ Azione analgesica ( vie inibitrici discendenti) Azione analgesica (- vie facilitatrici discendenti) Per migliorare le parestesie e le disestesie, nel dolore neuropatico (cervicobrachialgia, lombosciatalgia, s.del tunnel carpale), si possono utilizzare, in associazione con il farmaco antalgico (CoEfferalgan 1x2 cpr/die): • uno steroide da somministrarsi per via iniettiva, se la componente compressiva è importante (betametasone, Bentelan 4 mg 1f im/die x 3 giorni poi 1 f im/die da 1.5 mg per 6 giorni, fascia A); • vitamine del gruppo B+ antiossidanti (Tiocronal 600 HR 1 cpr /die fascia C); ESAME NEUROLOGICO ESSENZIALE NELLE SCIATALGIE SENSIBILITA’ FORZA ROT LIVELLO L4 faccia int. della gamba rotuleo LIVELLO L5 alluce estensori piede LIVELLO S1 margine est.piede flessori piede achilleo misurare il grado di estensibilità passiva dell’arto inf. esteso dal piano del letto (manovra di Lasegue); far camminare il pz sulle punte (flessori piede) e sui talloni (estensori). Il dolore emicranico generalmente risponde bene ad un triptano, se somministrato precocemente alla sua insorgenza (es. IMIGRAM 1cp 50 mg ripetibile dopo 2 ore oppure spray nasale se presente vomito, fascia A). Si tratta di una categoria di farmaci con effetto vasocostrittivo, per cui sono controindicati nei pz vasculopatici. In alternativa si possono usare il più datato Difmetré cp o supp. (associazione di indometacina, caffeina, proclorperazina, fascia C) o un’associazione di acetilsalicilato di lisina e metoclopramide (Migpriv bust.,fascia C) quando la nausea si accompagna alla cefalea. Non bisogna dimenticare le cefalee secondarie (circa il 10% dei casi), che richiedono in primis un trattamento causale: CEFALEA SECONDARIA EMORRAGIA SUBARACNOIDEA MENINGITE IPERTENSIONE ARTERIOSA MALIGNA EMATOMA SUBDURALE CR. TUMORE CEREBRALE GLAUCOMA ACUTO ARTERITE TEMPORALE SINUSITE ELEMENTI CLINICI DI DIAGNOSI intensissima cefalea nucale meningismo, alterazione dello stato di coscienza (diagnosi: puntura lombare) Febbre elevata, rigidità nucale, meningismo, alterazione dello stato di coscienza (diagnosi: puntura lombare) PA elevata (>180/120) pregresso trauma cranico (anche modesto), età 50-70 anni, alcoolismo cefalea ingravescente di prima insorgenza in età avanzata (diagnosi:TAC o RM cranio) cefalea retro-periorbitale, occhio rosso, disturbi visivi cefalea temporale, donne età>50 anni, arteria palpabile e dolente (diagnosi: >VES) Storia di infezioni delle vie aeree sup., dolorabilità sui seni paranasali Bisogna sospettare una cefalea “pericolosa”: • in presenza di un primo esordio in pazienti di mezza età o anziani, • di un inspiegabile peggioramento di una cefalea pre-esistente, • quando il dolore ricorre sempre dallo stesso lato, • non risponde al trattamento, • ha un decorso progressivo, • si accompagna a segni neurologici, disturbi del sensorio, vomito profuso . Nel dolore neoplastico la terapia antalgica sarà “a gradini” e commisurata all’intensità del dolore: • DOLORE LIEVE utilizzare il paracetamolo (Efferalgan 1000 cpr) fino al suo massimo dosaggio, che nei dolori cronici è di 4 gr/die; • DOLORE MODERATO associare un oppioide debole come la codeina (Co-Efferalgan, codeina 30 mg+paracetamolo 500 mg, 1-2 cpr fino a 4 volte/die fascia A) • DOLORE FORTE passare ad un oppioide forte, come la morfina solfato in discoidi a lento rilascio a dosaggio equianalgesico, considerando le seguenti equivalenze tra codeina e morfina per via orale: codeina 90mg/die = morfina 30 mg/die; codeina 200 mg/die = morfina 60 mg/die. Prescrivere quindi MS Contin cpr da 10, 30, 60, 100 mg a cessione controllata, (fascia A): somministrare metà della dose calcolata alle ore 8.00 e metà alle ore 20.00: in linea di massima in un pz che non ottiene una sufficiente analgesia con gli oppioidi deboli iniziare con 30 mg ogni dodici ore. Alcune considerazioni importanti: • somministrare gli oppioidi ad orari fissi e preferibilmente per os; se il pz ha difficoltà ad assumere farmaci per bocca si può ricorrere al fentanil transdermico (Durogesic cerotti 25-50-75-100mcg/h, un cerotto ogni 3 giorni, fascia A; n.b. il cerotto da 25mcg/ora è equianalgesico a 30-120 mg/die di morfina orale!); • gli effetti collaterali degli oppiodi sono principalmente la nausea (metoclopramide o aloperidolo) e la stipsi (idratazione, lassativi); rara la depressione respiratoria (Naloxone ev); • la maggior necessità di oppioidi in pz affetti da cancro indica generalmente un aumento del dolore dovuto ad un peggioramento della malattia piuttosto che aduna tolleranza al farmaco; • farmaci adiuvanti da associare agli oppioidi se la situazione clinica lo richiede: - antidepressivi (es.amitriptilina): dolore neuropatico , depressione, disturbi del sonno; - anticonvulsivanti (es.carbamazepina): dolore neuropatico; - steroidi: azione antiedemigena e decompressiva, stimolano l’appetito, euforizzanti. Note sulla prescrizione Gli oppiodi “forti” come la morfina ad uso orale, la buprenorfina transdermica, l’ossicodone cpr e il fentanil transdermico e per via orale possono ora essere prescritti sulla normale ricetta rossa non ripetibile, fornendo al pz un quantitativo che copra fino a 30 giorni di terapia in base al dosaggio giornaliero, che va specificato in ricetta usando solo lettere. La ricetta a ricalco in triplice copia rimane in pratica in uso solo per la formulazione iniettiva della morfina, con le stesse regole prescrittive. Paracetamolo (Efferalgan), codeina + paracetamolo (Co-Efferalgan) e ossicodone + paracetamolo (Depalgos, nei dosaggi 5 e 10 mg di ossicodone), possono altresì essere ricettati su ricetta “rossa” a totale carico del SSN con la relativa esenzione ticket nel trattamento del dolore severo in corso di una delle seguenti patologie: • artrite reumatoide, esenzione 006; • neuropatia diabetica, esenzione 013; • pz affetti da patologie neoplastiche maligne, esenzione 048; • spondilite anchilosante, esenzione 054. PATOLOGIA ORTOPEDICA CHE PUÒ GIOVARE DI UN TRATTAMENTO LOCOREGIONALE SPALLA DOLOROSA Patologia infiammatoria-degenerativa della cuffia dei rotatori e/o del tendine del capo lungo del bicipite. IN ACUTO: terapia infiltrativa con sterodi. IN CRONICO: ionoforesi con FANS, ultrasuoni (se calcificazioni). T.CHIRURGICA: nelle rotture della cuffia ECO/RMN documentate. EPICONDILITE Patologia inserzionale sull’epicondilo lat. dei muscoli estensori del carpo. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi. IN CRONICO: ionoforesi con FANS, ultrasuoni. M. DI DE QUERVAIN Tenosinovite dell’abduttore lungo-estensore breve del pollice con dolorabilità nella regione stiloidea radiale. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi. IN CRONICO: ionoforesi con FANS. T.CHIRURGICA: tenolisi se fallisce la terapia conservativa. S. TUNNEL CARPALE Compressione del nervo mediano al polso con parestesie e dolore nel suo territorio; la diagnosi di certezza è elettromiografica. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi (per risolvere un’eventuale tenosinovite dei flessori delle dita). IN CRONICO: T.CHIRURGICA con decompressione del n.mediano. DITO A SCATTO Più frequente a livello della metacarpo-falangea del pollice. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi. IN CRONICO: T.CHIRURGICA (tenolisi). TROCANTERITE - BORSITE TROCANTERICA Da “attrito” provocato dai tendini dei muscoli glutei. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi. IN CRONICO: ionoforesi con FANS, ultrasuoni. ARTROSINOVITE GINOCCHIO IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi previa artrocentesi se presente versamento. IN CRONICO: terapia infiltrativa con acido ialuronico se presente quadro artrosico. TENDINITE DELLA ZAMPA D’OCA All’inserzione dei tendini del sartorio, semitendinoso. IN ACUTO: terapia infiltrativa con steroidi. IN CRONICO: ionoforesi con FANS. gracile, TENDINITE ACHILLEA, TENDINITE ROTULEA IN ACUTO: ghiaccio, riposo, FANS (anche topici: cerotti, pomate, schiume). IN CRONICO: ionoforesi con FANS. CONTROINDICATA TERAPIA INFILTRATIVA CON STEROIDI. FARMACI PER APPARATO e PROBLEMI ANTIASTENICI SARGENOR fiale da bere aspartato di arginina 1fx3 volte/die (C). BOCCA E FARINGE FROBEN collutorio e spray flurbiprofene: afte, stomatiti, angina lieve (C). LOCORTEN stomatologico flumetasone + cliochinolo: toccature x2-3volte/die nella stomatite afosa (C). MYCOSTATIN sosp. nistatina: candidosi orale, 4 sciacqui/die, poi inghiottire (A). OTOLOGICI (farmaci in fascia C) ANAURAN gtt otologiche polimixina, micina, docaina: otiti. MEDIFLOX gtt otologiche ciprofloxacina, idrocortisone: otiti. OTALGAN gtt otologiche fenazone, procaina: otalgie. BETAISTINA cpr e gtt betaistina cloridrato: antivertiginoso con azione sul microcircolo labirintico, 1cp, 8mg = 1push gtt x 3-4 volte/die; se associato vomito (s.di Meniere) ; preferire nella fase acuta: TORECAN supp.(ovviamente meglio la via rettale se vomito), tietilperazina maleato: 1x 3/die, eventualmente poi continuare con le cp. RINOFLUIMUCIL spray nasale, acetilcisteina: decongestionante nasale, 2 puff. per narice X 4/die. AIRCORT 100 spray nasale, budesonide: rinite allergica stagionale o perenne, poliposi nasale, 2 puff per narice 1 volta/die. CAUSE DI VERTIGINE Si ricorda che la capacità di mantenere l’orientamento del corpo rispetto al mondo esterno deriva da una serie di informazioni “periferiche” provenienti dalla vista, dal labirinto e dai propriocettori che vengono integrate a livello “centrale” nel cervelletto e nel cervello. VERTIGINE PERIFERICA: VERTIGINE POSIZIONALE PAROSSISTICA BENIGNA LABIRINTITE (virale) MALATTIA DI MENIERE NEURINOMA DELL’ACUSTICO SPONDILOARTROSI CERVICALE TRAUMI CRANICI TOSSICITA’ DA FARMACI (macrolidi, diuretici dell’ansa, FANS, chemioterapici) CHINETOSI NOTE. La VPPB dura pochi secondi ed è scatenata dai cambiamenti posturali; la malattia di Meniere si accompagna a sintomi vegetativi (nausea e vomito) e disturbi dell’udito (diminuzione dell’udito, orecchio pieno, ovattato, tinniti); il neurinoma dell’acustico provoca una sintomatologia più sfumata con una progressiva diminuzione dell’udito) VERTIGINE CENTRALE: LESIONI CEREBELLARI LESIONI ISCHEMICHE /EMORRAGICHE DEL TRONCO CEREBRALE SCLEROSI MULTIPLA NEOPLASIE TRONCO-ENCEFALICHE EMICRANIA NOTE. Elementi che indirizzano verso un’origine “centrale “ della vertigine sono l’insorgenza spontanea di una vertigine di durata prolungata accompagnata da deficit neurologici associati e/o cefalea severa: in questo caso il paziente va sottoposto in tempie brevi a TC o RM CRANIO ENCEFALICA. Frequenti sono le pseudovertigini di origine psicogena che altro non sono che una manifestazione del corteo sintomatologico di forme ansioso-depressive. VPP La vertigine parossistica posizionale (VPP) rappresenta la più frequente causa di vertigine nell’uomo e sembra causata dalla presenza otoliti all’interno dei canali semicircolari che provocano crisi vertiginose intense, spesso accompagnate da sintomi vegetativi, scatenate da determinati movimenti del capo. Va distinta principalmente da una vertigine posizionale centrale (VPC), espressione di lesioni della fossa cranica posteriore, dove però sono spesso presenti segni neurologici di tipo cerebellare.Il trattamento della VPP, che peraltro può risolversi spontaneamente, consiste nell’esecuzione di manovre cosiddette “liberatorie” ,che permettono la fuoriuscita degli otoliti dal canale semicircolare ( manovra di Sermont, figura a lato). OFTALMICI (farmaci in fascia C) VOLTAREN OFTA coll. diclofenac: congiuntiviti non batteriche. TOBRADEX coll. e pomata oftalmica tobramicina-betametasone: congiuntiviti batteriche. TILAVIST coll. nedocromile sodico: congiuntiviti allergiche. Sono in fascia A i colliri per la terapia del glaucoma, multiprescrivibili con l’esenzione ticket 019 - glaucoma, come i beta bloccanti, che inibiscono la produzione di umor acqueo e sono considerati di prima scelta nel trattamento dell’ipertono oculare (TIMOLOLO gtt 0,25% e 0,50%). I colliri diversi dai betabloccanti sono una “seconda linea terapeutica” (es. TRAVATAN coll travoprost). Nella cura del glaucoma può trovare utilizzo un diuretico impiegato per via sistemica, l’acetazolamide, che riduce la produzione di umor acqueo (DIAMOX cpr 250 mg fascia A). SINTOMI D’ALLARME IN OCULISTICA NO MEDIO ROSSORE 0 1 DOLORE 0 1 CALO VISUS 0 2 PENETRAZIONE 0 2 BULBARE SCORE 0-3: codice bianco; 4-7: codice verde; 8-12: codice giallo GRAVE 2 2 4 4 Considerare in modo particolare i sintomi oculari che insorgono in maniera improvvisa, specie se monolaterali, e che si accompagnano a disturbi del visus (sdoppiamento dell’immagine, miodesopsie fisse, fosfeni). Ricordo che il glaucoma acuto si manifesta con un arrossamento dell’occhio che risulta dolente e in midriasi fissa (riflesso pupillare assente); il pz riferisce inoltre appannamento del visus e aloni intorno alle fonti di luce. APPARATO RESPIRATORIO OKI bust ketoprofene sale di lisina: stati infiammatori delle vie aeree sup.(C), flogosi articolari e periarticolari (per questa indicazione fascia A, nota 66) 1bust.x 3 volte/die a stomaco pieno (1/2 bust. in bambini di età scolare). CLENIL A, PRONTINAL fiale per aerosolterapia (A) steroidi inalatori, nelle flogosi delle vie aeree superiori, si abbina generalmente ad 1 fiala di mucolitico, semplice come il FLUIBRON A (fascia C), o con l’aggiunta di un antibatterico (FLUIMUCIL ANTIBIOTICO, fascia C) se l’escreato presenta caratteristiche di infezione. In caso di broncostenosi usare il CLENIL COMPOSITUM A (fascia A) che contiene il broncodilatatore salbutamolo. PARACODINA gtt o sciroppo diidrocodeina: sedativo della tosse, dosaggio medio 20 gtt o 1 cucchiaio x3 volte/die (C). LEVOTUSS gtt o sciroppo levodropropizina: sedativo della tosse, 1 misurino o 20 gtt x 3 volte/die (C). FLUIFORT sciroppo o buste carbocisteina: mucolitico 1 misurino x 3 volte/die opp. 1 bust./die ( C ) BRONCOVALEAS, VENTOLIN spray salbutamolo: broncodilatatore beta2-agonista short acting, 2 puff ogni 4 ore (A), disponibili anche le gtt per aerosolterapia (A), 5 gtt in 2 ml di fisiologica X 3volte/die. I farmaci per il trattamento dell’asma sono multiprescrivibili con l’esenzione ticket 007 (asma) e 024 (insufficienza respiratoria cronica). TERAPIA DELL’ASMA: ASMA LIEVE: beta-2 stimolanti short acting (salbutamolo) ab; ASMA MODERATO: steroide inalatorio (tipo AIRCORT 200 sosp. per inalazione, budesonide, 2 puff x 2 volte/die fascia A) + broncodilatatore long acting (tipo KUROVENT cps, polvere per inalazione, formoterolo, 1 ogni dodici ore, fascia A); antileucotrieni (SINGULAIR, montelukast 10 mg una cpr la sera, fascia A, nota 82). ASMA GRAVE steroide inalatorio ad alte dosi (AIRCORT 400 sosp. per inalazione, 2 puff x 2 volte/die fascia A), + broncodilatatore long acting + se inefficaci, steroide per via sistemica (DELTACORTENE FORTE cpr divisibili, prednisone 25 mg, 1cpr/die per 5-10 giorni poi a scalare). Meno utilizzati i derivati xantinici: tra questi consiglio la doxofillina sciroppo (Ansimar, fascia A) due mis.(=200 mg) x 2-3 volte/die (non necessita di dosaggi plasmatici!). Ricordo anche che le 3 cause principali di tosse cronica sono: 1. la rinorrea posteriore, 2. l’asma bronchiale, 3. il reflusso gastoesofageo. CAUSE URGENTI DI DISPNEA EDEMA POLMONARE ACUTO rantoli da stasi, escreato schiumoso roseo -> LASIX 2-4 f ev. EMBOLIA POLMONARE dolore toracico violento, anamnesi positiva per fattori di rischio trombo embolico. CRISI ASMATICA rumori da bronco stenosi -> VENTOLIN 4-6 puff, BENTELAN, betametasone, 4-8 mg ev. PNEUMOTORACE dolore toracico violento respiro timpanismo,morfologia longilinea BRONCOPOLMONITE febbre, rantoli crepitanti, segni di consolidamento; mantenimento a domicilio se non presenti sintomi di allarme -> claritromicina KLACID 500 cp 1+1/die (età< 65 anni) opp amoxi+clavulanato AUGMENTIN 1gr cp 1+1/die o moxifloxacina AVALOX 1 cpr/die ( età > 65 anni). BPCO RIACUTIZZATA febbre, tosse, escreato mucopurulento, per il ricovero considerare i sintomi di allarme. dipendente,MV ridotto con In caso di patologia respiratoria, ricoverare i pazienti che presentano i seguenti segni e sintomi di allarme: età > 65 anni, comorbilità, febbre elevata, cianosi, difficoltà a parlare, alterazione dello stato di coscienza, iperpnea (freq.>30 atti/min), uso dei muscoli respiratori accessori, polso > 120/min, PA < 90/60, saturazione < 90%. DIAGNOSI DIFFERENZIALE BPCO • esordio in età media sintomi lentamente evolutivi storia di tabagismo / esposizione ad inquinanti ASMA BRONCHIALE • • • • • esordio precoce sintomatologia variabile frequenti sintomi notturni/primo mattino coesistenza di allergia,rinite ,eczema familiarità per asma SCOMPENSO CARDIACO • RX torace: aumento dell’ombra cardiaca,edema polmonare Alle prove di funzionalità respiratoria sindrome restrittiva ( no ostruttiva) catarro abbondante e purulento rx/TC dilatazioni bronchiali/ ispessimento delle pareti • • • BRONCHIECTASIE • • SPIROMETRIA nella BPCO Per la diagnosi di BPCO viene utilizzata la spirometria , che dimostra una persistente ostruzione bronchiale ( VEMS/ CVF post broncodilatatore <0.70). In questo esame vanno considerati le seguenti misurazioni • CVF capacità vitale forzata = massimo volume d’aria che può essere espirato durante una manovra forzata; • VEMS volume espiratorio massimo al primo secondo = volume espirato nel primo secondo di un’espirazione massimale dopo un’inspirazione massimale; questa è la misura di quanto rapidamente i polmoni possono essere svuotati; • VEMS/CVF= il VEMS espresso come porzione della CVF fornisce un indice clinico dell’ostruzione bronchiale, negli adulti è normale quando compreso fra 0.70-0.80 mentre è indicativo di BPCO quando inferiore a 0.70 (ostruzione bronchiale). Il VEMS è influenzato dall’età, dal sesso, dall’altezza, dalla razza ed è meglio considerato come percentuale del valore teorico.Una classificazione della gravità dell’ostruzione bronchiale nella BPCO si basa sulla VEMS post broncodilatatore: BPCO lieve BPCO moderato BPCO grave BPCO molto grave VEMS >/= 80% del predetto VEMS tra il 50% e l’80% “ VEMS tra il 30% e il 50% “ VEMS < 30% EMBOLIA POMONARE E TROMBOSI VENOSA PROFONDA Sospettare un’embolia polmonare (EP) quando, ad un quadro clinico dominato dalla dispnea e da un improvviso dolore toracico, si accompagna uno dei seguenti fattori di rischio tromboembolico: recente intervento chirurgico; immobilizzazione prolungata; traumatismo arti inf.; gravidanza/post partum; contraccezione ormonale; neoplasia; scompenso cardiaco; pregressi episodi di trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Ricordo che circa il 75% delle trombosi venose profonde (TVP) sono asintomatiche o presentano sintomi minimali e aspecifici, e possono pertanto esordire con un’EP. In caso di un quadro clinico suggestivo per TVP di un arto (edema, dolore e dolorabilità in sede di decorso venoso, segni di flogosi) associato alla presenza di uno o più fattori di rischio tromboembolico, inviare il pz in ospedale per eseguire un eco-doppler venoso. Il trattamento e la prevenzione delle TVP si effettua con le eparine a basso peso molecolare (EBPM) come ad es. l’enoxaparina sodica (CLEXANE f s.c., fascia A), utilizzabile come segue: profilassi : 1 f 4000 UI/die fino alla mobilizzazione del pz; trattamento: 100 UI/kg x 2/die per 10 giorni e fino a quando non si instaura un’adeguata terapia con anticoagulanti orali (warfarin o acenocumarolo, INR tra 2 e 3); disponibili fiale da 6000, 8000, 10000 UI. Ricordo che la terapia con anticoagulanti orali viene protratta per almeno 3-6 mesi, ma anche a vita in caso di condizioni di rischio tromboembolico persistenti. Le EBPM sono utilizzabili in profilassi secondaria quando gli anticoagulanti orali sono controindicati o quando i pz non possono eseguire un monitoraggio di laboratorio e nei pz con neoplasie per la loro resistenza agli anticoagulanti orali. In caso di trattamenti prolungati con EBPM controllare periodicamente l’emocromo per il rischio di trombocitopenia da eparina, mentre non sono necessari altri controlli di laboratorio, come nel caso dell’eparina non frazionata (monitoraggio dell’aPTT). TVP: SCORE DI WELLS SEGNI E SINTOMI DI TVP Dolore spontaneo o provocato dallo stiramento dei muscoli Rossore Cianosi Aumento delle dimensioni dell’arto Edema franco Circoli collaterali Fhlegmasia alba dolens Fhlegmasia coerulea dolens SCORE DI WELLS Tumore 1 Paralisi, immobilizzatore di arto (gessato o non) Allettamento, intervento chirurgico Dolorabilità lungo la safena Edema dell’arto Differenza di circonferenza tra i due polpacci > 3cm Fovea Presenza di circolo collaterale Diagnosi alternativa verosimile 1 1 1 1 1 1 1 -2 ALTA PROBABILITA’>/= 3 PROBABILITA’ MODERATA 1-2 PROBABILTA’BASSA <1 Quando lo score di Wells indica una bassa probabilità di una TVP, la negatività del dosaggio del D-Dimero l’esclude definitivamente, essendo quest’ultimo un analita dall’elevato valore predittivo negativo, estremamente sensibile ma scarsamente specifico come marker di TVP. L’ecocolordoppler venoso costituisce l’esame fondamentale per la diagnosi di TVP: se l’esame risulta negativo in soggetti con elevata probabilità clinica di avere una TVP, ne è fortemente raccomandata la ripetizione dopo una settimana. Tutti i pazienti con diagnosi di TVP vanno trattati con terapia embricata eparinadicumarolico, la prima va sospesa dopo aver raggiunto il range terapeutico (INR tra 2 e 3). Nei pz con primo episodio di TVP la terapia deve essere continuata per 6 mesi, mentre nei casi ricorrenti o per la presenza di malattie della coagulazione o di tumori, la terapia non deve essere interrotta. Di seguito riporto le modalità di esecuzione di una “terapia ponte” con eparina in pz che necessitano di trattamento cronico con TAO in caso di intervento chirurgico: TIMING GIORNO -5 GIORNO-4 12 ORE PRIMA DELL’INTERVENTO PRIMA DELL’INTERVENTO 12 ORE DOPO L’INTERVENTO GIORNO +1 GIORNO +3 E SUCCESSIVI DOPO 2 GIORNI CON INR >2 PROCEDURE SOSPENDERE LA TERAPIA CON TAO INIZIARE LA TERAPIA CON EPARINA ULTIMA DOSE DI EPARINA INTERVENTO SE INR<1.5 RIPRESA TERAPIA CON EPARINA RIPRENDERE TAO + EPARINA CONTINUARE TAO+EPARINA SOSPENDERE EPARINA APPARATO DIGERENTE DISSENTEN o IMODIUM cp loperamide: nella diarrea, in genere 2 cp subito poi 1 cp dopo ogni scarica; nelle forme meno importanti si può usare in alternativa la diosmectite in bustine - DIOSMECTAL – 1 bust. x 3 volte/die (farmaci fascia C). REUFLOR cpr 1 cpr o 5 gtt/die, probiotico a base di fermenti lattici, fascia C nei dismicrobismi intestinali. LEVOPRAID f im o ev, gtt per os, cp levosulpiride: pro cinetico, fiale im ev nel vomito anche da chemioterapici; cp 25 mg = 15 gtt x 3/die nella dispepsia funzionale; per la sua azione centrale è anche un blando ansiolitico; utile nella cefalea e nelle vertigini (solo le fiale in fascia A). BUSCOPAN f im o ev, cp, supp scopolamina butilbromuro: anticolinergico, 1x 3/die nelle manifestazioni spastiche e dolorose del tratto gastroenterico e genitourinario (C). LEXIL cps propantelina bromuro + bromazepam: 1cp x 2-3/die nel dolore addominale di tipo funzionale - colon irritabile - (C). PAXABEL 10 g bust. macrogol 4000: lassativo osmotico, nella stipsi dell’adulto, 1-2 bust. in monosomministrazione al mattino in un bicchiere d’acqua (C). MESALAZINA (5-ASA), farmaco generico, cpr 400 e 800 mg, supposte 500 mg e sosp. rettale, fascia A multiprescrivibile con l’esenzione 009; antinfiammatorio usato nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, di prima scelta nelle forme lievi e moderate al dosaggio di 800 mg per os x 3 volte/die. Inibitori di pompa protonica (PPI) cp in fascia A nota 1 o 48. DISPEPSIA Il trattamento di un pz dispeptico, che non presenti sintomi d’allarme, si basa oltre che sulle opportune modifiche dietetico-comportamentali, su una la terapia farmacologia che può essere impostata secondo un criterio a gradini: iniziare con procinetici e/o antiacidi per poi, in caso di inefficacia, prescrivere un PPI per 10-15 giorni. Tenere conto di quanto segue: sintomi di allarme: età > 50 anni, anemia, perdita di peso, disfagia, vomito persistente, ematemesi, melena,in tali casi avviare il paziente ad un immediato esame endoscopico! i PPI vanno assunti 30-60 min prima di un pasto, in genere prima di colazione, tuttavia se presente acidità notturna è preferibile assumerli prima di cena. la terapia di mantenimento con PPI può essere anche intermittente o “on demand”, va comunque utilizzata la dose minima necessaria al sollievo dai sintomi. Omeprazolo ed esomeprazolo, se somministrati insieme a warfarin e acenocumarolo, ne aumentano le concentrazioni. antiacidi (MAALOX sosp e cpr fascia A), magaldrato (RIOPAN cp,fascia A), sodio alginato/potassio bicarbonato (GAVISCON ADVANCE sospensione fascia A) e/o procinetici (PERIDON 20 mg 1 cp o bust. prima dei pasti principali, fascia C) sono indicati nelle dispepsie lievi e con sintomi infrequenti. ESOMEPRAZOLO (Lucen) LANSOPRAZOLO (generico) OMEPRAZOLO (generico) PANTOPRAZOLO (generico) RABEPRAZOLO (Pariet) DOSE STANDARD 40 mg 30 mg 20 mg 40 mg 20 mg DOSE MANTENIMENTO 20 mg 15 mg 10mg 20mg 10mg CONSIDERAZIONI SULLA TERAPIA DELLE MALATTIE INFIAMMATORIE INTESTINALI: *vista la sinergia di azione, è bene somministrare contemporaneamente formulazioni orali e rettali di mesalazina; *ottenuta la remissione dei sintomi, va mantenuta una terapia “di fondo” con mesalazina per evitare recidive; *la mancata risposta agli antinfiammatori a dosaggio massimale impone il ricorso agli steroidi per via orale o parenterale e agli immunosoppressori; anche quest’ultimi, e segnatamente l’azatioprina, possono essere utilizzati nella terapia a lungo termine. In tal caso monitorare la sua tossicità midollare ed epatica (dosare emocromo e transaminasi mensilmente); *il follow-up del paziente con malattia infiammatoria cronica intestinale prevede un calendario obbligatorio di colonscopie bi-triennali. ALLERGIE ALIMENTARI Vale la pena ricordare che le reazioni agli alimenti sono fondamentalmente di 2 tipi: REAZIONI TOSSICHE quando nell’alimento è contenuta una sostanza tossica (funghi velenosi) o da questa è stato contaminato (tossina botulinica); REAZIONI NON TOSSICHE che possono essere di tipo “immunologico” IgE mediato (allergie alimentari) o non IgE mediato (celiachia), o di tipo “non immunologico” come ad es. l’intolleranza al lattosio dovuta all’assenza dell’enzima lattasi. Va sottolineato che l’incidenza delle allergie alimentari correttamente diagnosticate (test clinico in doppio cieco) è bassa, con un’incidenza nella popolazione adulta dell’1-2% e del 37% nei bambini. Spesso è il paziente che crede di soffrirne, attribuendo ad una non ben specificata intolleranza alimentare i suoi sintomi dispeptici e/o gastrointestinali. In tal caso può risultare utile richiedere il dosaggio ematico delle IgE specifiche per alimenti. Qualche laboratorio fornisce un pannello precostituito di allergeni che verranno testati (informarsi!), in caso contrario si chiederà di dosare le IgE versus gli alimenti più frequentemente causa di allergia che sono : latte vaccino soia uova (albume) grano crostacei arachidi noci frutta (banana, kiwi, castagna, melone, avogado) pesce Nella mia esperienza accade che spesso l’esito negativo di questi esami tranquillizza il paziente o lo convince a considerare altre cause all’origine dei suoi disturbi. Per quanto riguarda l’intolleranza al lattosio, di facile diagnosi (flatulenza, diarrea, dolori addominali dopo assunzione di latte), c’è da dire che la sintomatologia è dose-dipendente e che non sempre è necessario eliminare i prodotti che contengono lattosio: si può individuare la dose minima tollerata, o bere latte povero di lattosio, o assumerlo durante i pasti. Alcuni formaggi inoltre (grana ed emmenthal ad es.) contengono pochissimo lattosio. Ma se l’intolleranza è grave conviene consigliare al pz di leggere attentamente le etichette degli alimenti che consuma, perché spesso il lattosio viene utilizzato come additivo in molti cibi preconfezionati. PREPARATI DERMATOLOGICI TRAVOCORT crema isoconazolo – diflucortolone: nelle dermatiti in cui si sospetta sovrainfezione micotica, come nell’intertrigine, nelle vulvovaginiti, nelle aniti, nelle balanopostiti. Fascia C. PEVARYL lipogel, soluzione latte, polvere, schiuma e spray econazolo: nelle micosi cutanee (pityriasis, tinea corporis, pedis, capitis, cruris). GENTAMICINA - BETAMETASONE crema farmaco generico, nelle dermatiti con sospetta sovrainfezione batterica, ferite, morsi di animali. Fascia C. LOCOIDON crema idrocortisone butirrato: nelle dermatiti in senso lato; la prescrizione dei cortisonici per uso topico a carico del SSN può essere fatta per patologie cutanee gravi e croniche (ad es. psoriasi, dermatite atopica), su diagnosi di specialisti (nota 88). BETADINE gel 10 % iodopovidone: antisettico, medicazione di ferite; n.b. nella formulazione BETADINE P lavande vaginali o cpr vaginali 1 la sera per il trattamento delle vulvovaginiti aspecifiche (azione germicida). Fascia C. TINSET gel oxatomide idrato: antistaminico topico, 2-3 appl./die . Fascia C. FLEBS crema ruscus aculeatus: flebotonico, 2-3 applicazioni/die, massaggiando dalla caviglia verso il ginocchio. Fascia C. PROCTOLYN crema rettale fluocinolone+chetocaina, nelle s.emorroidarie, anoproctiti x 2-3 applicazioni/die. Fascia C. DAIVONEX calcipotriolo: antipsoriasico x 2 applicazioni/die, fascia A; se la componente infiammatoria è importante preferire… …DOBOVET calcipotriolo+betametasone; 1 applicazione/die, fascia A; entrambi i farmaci sono multiprescrivibili con l’esenzione 045. TERAPIA DELL’ALOPECIA ANDROGENETICA PROPECIA (finasetride): 1 cp/die (uomini); MINOXIDIL lozione al 5% (uomini) e lozione al 2% ( donne) S: 2 appl/die. Nb gli effetti benefici della finsasteride iniziano a regredire a 6 mesi dalla sospensione, mentre per il minoxidil la ricaduta si verifica entro 3-4 mesi dal termine del trattamento. NORME PER LA PRESCRIZIONE DELLA ISOTRETIONINA PER USO SISTEMICO NELL’ACNE GRAVE (cp 10 e 20 mg) nb: il farmaco possiede effetto teratogeno e tossicità epatica e può dare alterazioni del metabolismo lipidico (controllare!) : 1° prescrizione effettuata dal dermatologo; per le donne si allega modulo AIFA dove il MMG controfirmerà il test di gravidanza fino a 1 mese dalla sospensione della terapia; La ricetta è non ripetibile e deve contenere la posologia espressa in mg/die per 1 mese di trattamento e la data dell’ultimo test di gravidanza. TERAPIA DELLA VITILIGINE Vitiligine: Comparsa di macchie di depigmentazione cutanea causate da perdita di funzionalità dei melanociti, con possibile esordio già nell’adolescenza/ giovane adulto, ad eziologia verosimilmente autoimmune. Le lesioni possono rimanere stabili per anni oppure progredire con fasi alterne di stabilizzazione. Terapia: corticosterodi topici (clobetasolo, betamentasone, fluticasone) 1 applicazione /die a cicli di non più di 2 mesi; immunosoppressori topici ( pimecrolimus Elidel o tacrolimus Protopic); fototerapia (UVA luce ultravioletta a banda stretta o PUVA,UVA associata a psoraleni per via orale. APPARATO CARDIOVASCOLARE CIRCOLAZIONE CORONARICA le arterie coronarie scorrono nei solchi coronarici dx e sx: la sinistra ( Csx o LCA, left coronary artery) è il vaso più voluminoso, diviso in un primo tratto denominato tronco comune (LMCA left main coronary artery) che si biforca dopo 2 cm originando la circonflessa coronaria (CX) che si porta a sx fino a raggiungere la faccia diaframmatica del ventricolo sx , e la discendente anteriore (DA, o interventricolare anteriore IVA) che prosegue verso la punta del cuore. FARMACI ANTIPERTENSIVI IN FASCIA A, MULTIPRESCRIVIBILI IN CASO DI ESENZIONE TICKET A31 o 031. Inizialmente conviene imparare ad usare una molecola per ciascuna classe farmacologica; la scelta dell’antipertensivo con il quale cominciare una terapia viene fatta tenendo conto delle sue controindicazioni e di una eventuale patologia concomitante. In un paziente giovane adulto, iperteso, senza problemi particolari, si può iniziare il trattamento con il dosaggio efficace di un farmaco di qualsiasi classe terapeutica CLASSE FARMACOLOGICA ACE INIBITORI enalapril, generico SARTANI Losartan,generico NOME COMMERCIALE ENALAPRIL 20 mg S. ½-1cp/die LOSARTAN 50 mg S.1 cp/die CA-ANTAGONISTI DIIDROPIRIDINICI Amlodipina alfa-BLOCCANTI doxazosin generico AMLODIPINA10mg S. ½-1 cpr/die Beta-BLOCCANTI atenololo, generico ATENOLOLO 100 mg cp S.½-1 cpr/die DIURETICI Idroclortiazideamiloride MODURETIC cp S.1 cpr/die DOXAZOSIN 4 mg S.½ -1 cpr/die PATOLOGIA CONCOMITANTE insufficienza cardiaca, diabete con proteinuria. tosse da ACE-inibitori, diabete con proteinuria e creatinina > 1.5mg/dl. angina, ipertensione sistolica isolata. ipertrofia prostatica benigna, dislipidemia. infarto miocardio, angina, tachiaritmie, ipertiroidismo, emicrania. insufficienza cardiaca, ipertensione sistolica isolata CONTROINDICAZIONI stenosi arterie renali, creatinina > 3mg/dl broncospasmo, vasculopatia periferica, blocco A-V di 2°-3°. Sono farmaci utilizzabili in gravidanza i calcioantagonisti diidropiridinici e i betabloccanti, questi ultimi devono però essere sospesi 2-3 giorni prima della data prevista per il parto. Il farmaco di elezione per l’ipertensione in gravidanza resta comunque l’alfa-metil-dopa (ALDOMET cpr da 250 o 500 mg). Controindicati gli ACE-inibitori e i sartani. Si definisce crisi ipertensiva un aumento marcato e improvviso della PA senza alterazione della funzionalità degli organi bersaglio: cuore, cervello, rene, occhio (se presente, ospedalizzare!). Per il suo trattamento utilizzare: NIFEDICOR gtt (1gtt = 0.5 mg di nifedipina), 5-10 gtt aumentabili a 10+10; specie nei pz anziani, per il rischio di ipotensione profonda con ipoperfusione cerebrale e cardiaca, nei quali, è meglio utilizzare formulazioni Retard (ADALAT CRONO 30 mg 1 cp da deglutire) o in alterativa il captopril, generico, 25 mg 1cp sl. Nei casi che non rispondono continuare eventualmente il trattamento con la furosemide (LASIX) 1-2 f. ev , obbligatoria in caso di stasi polmonare. ESAMI PER LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO CV La valutazione e l’individuazione precoce del danno d’organo in particolare in ambito cardiorenale, anche in fase iniziale e asintomatica, rappresenta una tappa fondamentale nella corretta stratificazione del rischio CV nei pazienti ipertesi e non. In particolare alcune forme di danno d’organo pre-clinico, quali l’ipertrofia ventricolare sinistra, il danno renale preclinico,l’aumento dello spessore intima-media carotideo possono identificare un sottogruppo di soggetti con rischio CV particolarmente elevato. Per la stratificazione dei pazienti sembrano particolarmente utili i seguenti esami : ESAME ECG ECOCARDIOGRAFIA SPESSORE INTIMA/MEDIA carotideo MICROALBUMINURIA FILTRATO GLOMERULARE o CREATININA CLEARANCE VALORE PREDITTIVO FATTIBILITA’ COSTO SCOMPENSO CARDIACO Si definisce come l’incapacità del cuore di mantenere un’adeguata gittata ed è da considerarsi come l’evoluzione finale di varie patologie cardiovascolari (cardiopatia ischemica, valvulopatia, ipertensione arteriosa, cardiopatia dilatativa). sintomatologia: dispnea, ortopnea; tachicardia; oliguria; turgore giugulare; epatomegalia; rantoli polmonari; edemi malleolari. classificazione NYHA: I: assenza di sintomi durante le attività ordinarie; II: dispnea durante le attività ordinarie; III: dispnea per attività lievi; IV: dispnea a riposo. Misure generali nel pz domiciliare: Monitorare il peso corporeo; Monitorare la diuresi; Trattare le cause “scatenanti” (es: infezioni, crisi ipertensiva, anemia, diabete, ecc). Terapia farmacologica: ACE INIBITORI SARTANI BETA BLOCCANTI DIURETICI DELL’ANSA DIGITALE rimodellamento VS, antipertensivi. rimodellamento VS, antipertensivi. rimodellamento VS, controllo della frequenza (target:< 80 bpm riposo, < 110 bpm sforzo). azione sulla ritenzione idroelettrolitica (perdita di peso desiderabile: 1.3-2.3 Kg/die in pz sintomatico). Effetto inotropo e simpaticolitico, < freq nella FA. INDICAZIONI ALL’OSPEDALIZZAZIONE IN PZ CON SCOMPENSO CARDIACO: • • • • • • • • dispnea a riposo con ortopnea, edema polmonare; anasarca o severi edemi declivi con congestione venosa (turgore giugulare, epatomegalia) e/o oligoanuria; ipotensione arteriosa (PA < 80 mmHg) o sincope; tachiaritmie; segni clinici di ischemia miocardica; malattie concomitanti aggravanti lo scompenso; refrattarietà alla terapia orale, inadeguata assistenza domiciliare. TABELLA: INDICAZIONI DEI SARTANI PRINCIPIO ATTIVO: LOSARTAN DOSAGGI: cp 50-100 VALSARTAN Cps mg, cp 80-160mg, 12,5mg 40mg X X CANDESARTAN IRBESARTAN TELMISARTAN EPROSARTAN OLMESARTAN Cp 8-16-32 mg Cp Cp Cp Cp 75-150-300 mg 20-40-80 mg 600 mg 10-20-40 mg X X X X cp INDICAZIONI Ipertensione X essenziale Trattamento della X X patologia renale in pz con ipertensione e DM tipo 2 Trattamento X X X dell’insufficienza Il trattamento cardiaca concomitante con ACE e B-bloc non è raccomandato Riduzione del rischio X di ictus Infarto miocardico X recente Il trattamento concomitante con ACE non è raccomandato Pz anziano Nessun Nessun Nessun aggiustamento Nessun Nessun aggiustamento del aggiustamento del del dosaggio aggiustamento del aggiustamento dosaggio dosaggio dosaggio dosaggio Nessun Riduzione aggiustamento del (40mg) Pz con insufficienza Riduzione epatica dosaggio lieve del Non superare 80mg Riduzione dosaggio iniziale (2mg) moderata Pz con insufficienza Nessun del dosaggio aggiustamento Nessun del dosaggio Esperienza limitata Non Controindicato Controindicato del raccomandato. Limitata dosaggio Controindicato aggiustamento dosaggio esperienza clinica. No dati clinici controindicato Controindicato Non epatica grave raccomandato. Nessuna esperienza clinica Pz con insufficienza Nessun Nessun Riduzione renale lieve aggiustamento del aggiustamento del iniziale (4mg) dosaggio dosaggio dosaggio Nessun Nessun aggiustamento del aggiustamento dosaggio. dosaggio Inizio 75mg Nessun del aggiustamento Limitata del esperienza clinica. Dosaggio max dosaggio consigliato:20mg negli emodializzati Pz con insufficienza Nessun controindicato Esperienza limitata Nessun Esperienza limitata. Dosaggio max: 600 Non renale grave aggiustamento del aggiustamento del Riduzione mg Limitata dosaggio dosaggio. iniziale (20mg) anche nel pz 75 emodializzato Effetto uricosurico SI Inizio mg dosaggio clinica negli emodializzati NO NO NO Possibilità aumento ac.urico NO NO raccomandato. esperienza FIBRILLAZIONE ATRIALE (FA) E FARMACI ANTIARITMICI FARMACI TUTTI IN FASCIA A E MULTIPRESCRIVIBILI CON L’ESENZIONE 002 E 013. NOTE: la FA può avere conseguenze emodinamiche (scompenso) e tromboemboliche; va immediatamente ricoverato un pz con FA di recente insorgenza (fino a 48 ore) per tentare una cardioversione farmacologica e i soggetti con instabilità emodinamica; una scoagulazione efficace deve precedere (3 settimane) e seguire (4 settimane) la CV elettrica. Controllo e ripristino del ritmo cardiaco PROPAFENONE FLECAINIDE (Almarytm) AMIODARONE SOTALOLO CARDIOVERSIONE X X CONTROLLO RITMO X X CONTROLLO FREQ. X X X X NOTE: il sotalolo è considerato un antiaritmico; l’amiodarone è più sicuro in caso di cardiopatia per la sua azione sulle aritmie ventricolari maligne. Controllo della frequenza cardiaca CONTROLLO FREQ. DIGITALE X BETA BLOCCANTI (Atenololo, Metoprololo) X CA-ANT. non diidropiridinici (Verapamil, Diltiazem) X NOTE: la frequenza cardiaca va mantenuta tra i 60 e i 90 battiti al minuto; la digitale (Lanoxin cp 0.125, 0.25, 0.625 mg) si può dare in monoterapia solo nei soggetti sedentari perché non controlla l’aumento di frequenza da sforzo; è indicata in caso di scompenso cardiaco e nei pz anziani. FA PERMANENTE, indicazioni al trattamento con warfarin: Età > 75 anni; precedenti TIA o ictus; ipertensione arteriosa; diabete; scompenso cardiaco; valvulopatia mitralica. nei pz senza fattori di rischio considerare la terapia con ASA 300 mg/die. PSICOFARMACI TUTTI GLI PSICOFARMACI VANNO UTILIZZATI INIZIANDO GRADUALMENTE FINO A TROVARE LA DOSE MINIMA EFFICACE e ALTRETTANTO GRADUALMENTE VANNO SOSPESI. UN ATTEGGIAMENTO CALMO ED EMPATICO DEL MEDICO E’ DI PER SE’ UN FARMACO ! FARMACO ALPRAZOLAM (generico) opp. Xanax BROMAZEPAM (generico) opp. Lexotan LORAZEPAM (generico) opp. Tavor OXAZEPAM (SERPAX) BROTIZOLAM (LENDORMIN) TRIAZOLAM (HALCION) RANGE TERAPEUTICO 0.5 - 4 mg EFFETTO PREVALENTE 1.5 - 9 mg ANSIOLITICO 1 - 7.5 mg ANSIOLITICO/IPNOTICO 15 - 60 mg 0.25 - 0.5 mg 0.125 - 0-25 ANSIOLITICO/IPNOTICO IPNOTICO IPNOTICO ANSIOLITICO FORMULAZIONE (mg) cp 0.25 - 0.50 1; 10 gtt=0.25 mg cp 1.5 – 3; 15 gtt=1.5 mg cp 1 - 2.5; 20gtt=1 mg cp 15 - 30 cp 0.25 cp 0.125 - 0.25 Le BENZODIAZEPINE (BDZ) sono tutte in fascia C e quindi prescrivibili su ricetta “bianca” ripetibile. Tenere presente quanto segue: nei pz epatopatici, anziani e politrattati, preferire BDZ oxazepam-simili che vengono direttamente coniugate a livello epatico con ac.glucuronico e quindi eliminate senza la produzione di metabolici attivi, come il LORAZEPAM, di cui esiste anche una formulazione orosolubile (TAVOR orosolubile), utilizzabile nelle crisi d’ansia. se si vuole ottenere un effetto prevalentemente ipnotico utilizzare una BDZ a rapida eliminazione, come il brotizolam e il triazolam, al fine di garantire al pz una buona performance psicofisica al risveglio. nell’ insonnia di modica gravità si può prescrivere STILNOX (zolpidem), 1 cp prima di coricarsi, molecola che fa parte delle imidazopiridine, molto maneggevole per la scarsità di interazioni ed effetti collaterali e che rispetta l’architettura fisiologica del sonno. il diazepam ( VALIUM cps da 2 e 5 mg; gtt, 10gtt = 2mg, fiale da10 mg im/ ev) viene utilizzato nelle... … crisi convulsive per i suoi effetti miorilassanti e anticonvulsivanti con la seguente posologia: adulto: 1-2 f. ev. lenta; bambini: Attualmente sono in commercio soluzioni pronte di DIAZEPAM a somministrazione rettale (MICROPAM sol.rettale, fascia C) indicato nelle convulsioni, anche febbrili, con la seguente posologia: bambini fino a 3 anni: 1 somministrazione 5 mg; bambini >3 anni: 1 somministrazione 10 mg. CAUSE PIU’ FREQUENTI DI CONVULSIONI RISPETTO ALL’ETA’ TRAUMI CRANICI S.DA ASTINENZA (alcool, oppiacei, barbiturici) IDIOPATICHE INFEZIONI SNC MALFORMAZIONI NEOPLASIE DISTURBI METABOLICI M.CEREBROVASCOLARI TUTTE LE ETA’ 0 - 20 ANNI OLTRE I 40 ANNI Principio attivo Modalità d'azione Emivita (ore) Metaboliti attivi Rapida- media 12-15 no Clorazepato dipotassico Rapida 48 sì Diazepam Rapida 20-50 sì Lorazepam Media 10-20 no Prazepam Lenta 70 sì Brotizolam Rapida 5 sì Flunitrazepam Rapida 19-22 sì Flurazepam Rapida 40-114 sì Lormetazepam Rapida 12-20 no Midazolam Rapida 1-4 no Temazepam Media- lenta 9,5-12 no Rapida 1,7-5 no Zolpidem Rapida 1,5-4,5 no Zopiclone Rapida 3-6 sì Zaleplon Rapida 1 no Ansiolitici benzodiazepinici Alprazolam Ipnotici benzodiazepinici Triazolam Ipnotici non-benzodiazepinici ANTIDEPRESSIVI I farmaci attualmente più utilizzati sono i cosiddetti SSRI, meglio tollerati rispetto ai triciclici e gravati di minori effetti collaterali e perciò proposti come trattamento di prima linea della depressione in MG. Tra questi la PAROXETINA (generico, cp 20 mg, dosaggio medio 1 cpr die, fascia A ) è utilizzabile non solo nella cura della depressione, ma anche nel trattamento dei disturbi d’ansia (disturbo ossessivo-compulsivo, da attacchi di panico , d’ansia sociale e generalizzata, disturbo da stress post-traumatico). Un miglioramento del tono dell’umore va atteso dopo circa 4 settimane e il trattamento va protratto per almeno 2 mesi. L’effetto collaterale più frequente (dose-dipendente) è la nausea. Nei pazienti anziani, quando alla depressione si associa insonnia e agitazione, si può prescrivere il trazodone (TRITTICO cp da 75 e 150 mg a rilascio prolungato, fascia A) in monosomministrazione serale, 1 cp prima di coricarsi. Nella distimia (quadro depressivo minore con ansia e somatizzazioni) trova utilizzo l’amisulpride (DENIBAN fascia C), 1 cp/die, per 2- 4 settimane. Approccio al pz depresso: • • • non svalutare (“ non è niente…”); non banalizzare (“ci deve mettere più buona volontà”); valutare esplicitamente il rischio di suicidio nelle depressioni gravi. NEUROLETTICI TALOFEN: promazina, fenotiazina con maggior potere sedativo e minor effetto antipsicotico, disponibile in gtt (1 gtt = 2 mg) e fiale im / ev da 50 mg, entrambe le formulazioni in fascia C; dose iniziale 50 mg/die da raggiungere gradualmente (es. cominciare con 10-15 gtt la sera). SERENASE: aloperidolo, butirrofenone più incisivo sui sintomi psicotici, disponibile per os in cp da 1mg (C) e in gtt (10 gtt = 1 mg fascia A): dose iniziale 3 mg/die, da raggiungere gradualmente (es. iniziare con 10 gtt la sera); in acuto – pz ubriaco, agitato, delirante, confusosomministrare 1 fiala im da 5 mg, eventualmente ripetibile dopo 20 minuti al fine di assicurare un trasporto in ospedale in condizioni di sicurezza. Ricordo alcune cause di stato confusionale acuto: farmaci (psicotropi, digitalici, corticosteroidi); s. da astinenza (alcool e BDZ); disturbi metabolici (ipo-iperglicemia, encefalopatia epatica); infezioni (meningiti, encefaliti); demenza; intossicazione da monossido di carbonio. CONTRACCETTIVI ORALI ETINILESTRADIOLO GESTODENE MINULET GINODEN MILVANE TRIMINULET FEDRA HARMONET ARIANNA MINESSE DESOGESTREL PLANUM PRACTIL GRACIAL MERCILON SECURGIN LEVONORGESTREL MICROGYNON TRINORDIOL TRIGINON MIRANOVA LOETTE Si sconsiglia l’uso dei contraccettivi orali nelle seguenti situazioni: gravidanza; cancro mammario; storia di malattia tromboembolica, ipertensione, cardiopatie; ictus, emicrania con segni neurologici; epatite virale attiva, cirrosi grave scompensata, neoplasia epatica, malattie biliari; diabete insulino-dipendente con danno d’organo o da > 20 anni; post-partum, allattamento; intervento chirurgico maggiore con prolungata immobilizzazione. Si ricorda che i contraccettivi orali vengono utilizzati per regolarizzare i cicli mestruali e per il trattamento della dismenorrea e dell’endometriosi. ALTRI DISPOSITIVI ANTICONCEZIONALI EVRA cerotti norelgestromina/etinilestradiolo, un cerotto alla settimana per 3 settimane, poi una settimana di sospensione (mestruazioni) e ripresa del ciclo terapeutico. NUVARING dispositivo intravaginale etonogestrel/etinilstradiolo, un anello posizionato in sede intravaginale dalla donna stessa il primo giorno del ciclo naturale e lasciato in sede senza interruzione per 3 settimane; il dispositivo va quindi rimosso per 1 settimana (emorragia da sospensione), poi posizionamento di un nuovo anello. CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA Può essere effettuata somministrando una cp di Levonorgestrel 1.5 mg (Norlevo cp, fascia C) preferibilmente entro 12 ore dal rapporto sessuale non protetto, e comunque non oltre 72 ore. In caso di vomito entro 3 ore dall’assunzione, deve essere assunta immediatamente un’altra compressa. Nelle donne oltre i 40 anni con fattori di rischio CV andrebbero prescritti contraccettivi a base di solo progestinico, perché gravati, sotto questo aspetto, di un profilo di rischio decisamente inferiore rispetto ai contraccettivi orali combinati in qualunque formulazione (orale, cerotto, anello vaginale). In Italia è disponibile un’unica formulazione orale a base di Desogestrel 0.075 mg ( Cerazette, fascia C), da assumere per 28 giorni senza interruzione, e un dispositivo intrauterino contenente Levonorgestrel ( Mirena, fascia C), efficace per un periodo di 5 anni, che presenta anche, come indicazione, la menorragia idiopatica, problema frequente sopra i 40 anni. I contraccettivi orali contenenti solo progestinico sono associati a più giorni di sanguinamento/spotting rispetto ai combinati ed è questa la principale causa di interruzione del trattamento. TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE FATTORI DI RISCHIO: menopausa precoce; familiarità per osteoporosi; vita sedentaria; fumo; magrezza. cause di “osteoporosi secondaria”: malattie neoplastiche (es.mieloma multiplo); s.cushing; farmaci (steroidi, eparina); immobilizzazione; insufficienza renale (osteodistrofia renale). TRATTAMENTO: supplementazione di calcio e vit. D , ottenibile con CALCIO CARBONATO+VIT D3, una bust./die, farmaco generico, fascia A; si può altresì somministrare separatamente il calcio (CALCIO CARBONATO 1 cp effervescente/die) e la vit.D (Dibase 20 gtt la settimana o Dibase 100.000 1f. im ogni 3 mesi, o Dibase 300.000 1f im/anno). difosfonati: ALENDRONATO 70 mg, 1 cp/la settimana (generico, fascia A, nota 79) da assumersi la mattina a digiuno con acqua naturale e mantenendo la stazione eretta e il digiuno per 30 minuti; CLODRONATO 100 mg 1 f im/la settimana (generico, fascia C). trattamento ormonale sostitutivo (TOS): è indicato quando un quadro di osteopenia si accompagna ai disturbi tipici della menopausa, che alterano la qualità di vita della donna (sintomi vasomotori e urogenitali da carenza estrogenica: vampate di calore, disturbi della sfera sessuale); si utilizza una terapia combinata estro-progestinica per prevenire l’iperplasia e il cancro endometriale, tranne che nelle donne isterectomizzate dove si prescrive il solo estrogeno. Le controindicazioni assolute al TOS sono: storia di neoplasia mammaria ed endometriale, sanguinamento vaginale non diagnosticato, pregressi fenomeni tromboembolici, epatopatia attiva o cronica. Ricordo che l’utilizzo del progestinico può ridurre gli effetti cardioprotettivi della terapia estrogenica e incrementare il rischio del tumore al seno, anche se il possibile rischio di cancro alla mammella associato a terapia ormonale è comunque basso (meno dello 0.1%) e correlato con l’assunzione per un lungo periodo. SCHEMI DI TERAPIA SOSTITUTIVA: ESTRADERM 50 mcg cerotti, estradiolo (fascia A), 2 cerotti la settimana, da abbinare a… …FARLUTAL 10 mg cp, medrossiprogesterone (fascia C), 1 cp per 14 giorni al mese in donne con utero intatto; ESTRACOMB TTS cerotti, estradiolo+noretisterone, 2 cerotti la settimana . Ritengo che sia bene, prima di prescrivere una terapia ormonale, sottoporre la donna in menopausa ad una serie di accertamenti clinici come: dosaggio di FSH, ALT, ATIII; mammografia; visita ginecologica. FLUSSO MESTRUALE ABBONDANTE CAUSE: ORGANICHE a) locali: fibromiomi, polipi, adenomiosi, neoplasie; b) sistemiche: piastrinopenie, coagulopatie, ipotiroidismo. DISFUNZIONALI. Trattamento di elezione: estroprogestinici a basso dosaggio. APPROCCIO DIAGNOSTICO: emocromo, sideremia, ferritina, TSH, PT, PTT, betaHCG; eco transvaginale, isteroscopia. TERAPIA ENDOCRINA ADIUVANTE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA RECETTORI ORMONALI PREMENOPAUSA POSTMENOPAUSA TRATTAMENTO EFFETTI COLLATERALI INIBITORI DELLE AROMATASI (letrozolo e anastrozolo) positivi no sì 5 anni s. climaterica osteoporosi ipercolesterolemia TAMOXIFENE positivi sì pz a basso rischio di recidive 5 anni s. climaterica TVP K endometrio DIABETE NORMOGLICEMIA: a digiuno < 110 mg/dl (digiuno = non assunzione di alimenti da 8 h) 2h dopo carico orale <140 mg/dl. DIABETE MELLITO: glicemia a digiuno > 126 mg/dl 2h dopo carico orale di 75 gr di glucosio > 200 mg/dl glicemia > 200 mg/dl in qualsiasi momento della giornata. IPERGLICEMIA: sintomatologia: polidipsia, poliuria, segni di disidratazione; polifagia; dimagrimento; alito acetonemico; sintomi gastroenterici (nausea, vomito, dolori addominali); visione offuscata; alterazione dello stato di coscienza. principi di trattamento: reidratazione; dieta, attività fisica, sulfarinuree (più rapide) o biguanidi; se inefficaci, aggiungere un 2° ipoglicemizzante orale; se inefficace, aggiungere insulina notturna. indicazioni al trattamento con insulina: glicemia a digiuno > 270mg/dl; perdita di peso consistente, assenza di eccesso ponderale (insulinopenia); sintomi importanti; comorbilità, interventi chirurgici; gravidanza. complicanze: retinopatia; insufficienza renale; malattie cardiovascolari; neuropatia diabetica; piede diabetico; obiettivo terapeutico: emoglobina glicata <7%. 1. SULFANILUREE Indicate nel paziente diabetico normopeso. Stimolano la secrezione di insulina mediante un legame con un recettore specifico localizzato sulla superficie delle cellule pancreatiche; la loro azione è mediamente prolungata (10-12 ore); attenzione alle crisi ipoglicemiche, specie se alimentazione o attività fisica sono irregolari. GLICLAZIDE 80 mg cp, farmaco generico, dose/die: 80-240 mg, fascia A. GLIMEPIRIDE cp 2-3-4 mg, dose/die: 1-8 mg in monosomministrazione. 2. BIGUANIDI (METFORMINA) Di scelta nel diabetico sovrappeso per la sua azione anoressizzante. Aumenta la sensibilità all’insulina con aumento dell’utilizzo periferico del glucosio da parte del tessuto muscolare e adiposo, inibisce la produzione epatica di glucosio; ha una durata d’azione di circa 4 ore e si somministra in 2-3 dosi al giorno; controindicata nelle epatopatie e nelle gravi insufficienze respiratorie e renali. METFORMINA 500-1000 mg cp, farmaco generico, dose/die: da 500mg a 3g, fascia A. 3. ASSOCIAZIONI SUGUAN M, glibenclamide+metformina, da ½ a 4 cp/die, fascia A. 4. GLINIDI Agiscono stimolando la secrezione insulinica grazie ad un legame rapido e breve a un recettore betacellulare parzialmente diverso da quello delle sulfaniluree. NOVONORM: repaglinide, cp 0.5-1-2 mg, dose/die: 3-12 mg in 2-3 somministrazioni subito prima dell’assunzione dei pasti; si assorbe rapidamente e dopo un’ora raggiunge il picco ematico e ciò rende questo farmaco indicato nella correzione del picco glicemico post-prandiale. 5. GLITAZONI Migliorano la sensibilità periferica all’insulina, ma possono indurre ritenzione idrica e comportano un aumentato rischio di scompenso cardiaco nei pz già a rischio per tale patologia. ACTOS: pioglitazone, cp 15-30 mg; dose/die: 15-45 mg 1 volta/die. COMPETACT: pioglitazone 15 mg + metformina 850 mg da 1 a 2 cp/die. LINEE GUIDA PER LA TERAPIA IPOGLICEMIZZANTE ORALE NEL DIABETE TIPO II raccomandare sempre un adeguato stile di vita (dieta + attività fisica), se inefficace… …iniziare con la metformina, tranne in presenza di insuff.renale (N.B. recenti studi suggeriscono che l’uso della metformina è sicuro fino ad un filtrato glomerulare (GFR)=30 ml/min. in caso di inefficacia, aggiungere secretagogo o glitazone; usare la terapia tricombinata (metformina + glitazone + sulfanilurea) quando le associazioni metformina - secretagoghi o metformina - glitazoni non ottengono un buon controllo glicemico; considerare comunque la possibilità di un esaurimento delle beta-cellule e quindi la necessità di una… terapia insulinica associata ad un farmaco insulino-sensibilizzante (insulina + metformina/glitazone). CONSIGLI SULLO STILE DI VITA Consigliare un’attività fisica aerobica moderata-intensa (50-75% della frequenza cardiaca teorica massima calcolata sottraendo l’età a 220 o a 208 nei pz anziani), per almeno 30 min al giorno con frequenza di 3-4 volte alla settimana. La dieta dovrebbe ridurre il soprappeso fino ad ottenere una BMI < 25Kg/m 2 e una circonferenza addominale negli uomini < 102 cm e nelle donne < 88 cm. 7. INSULINE Profilo delle principali insuline in commercio in Italia INSULINA Analoghi rapidi( aspart,lispro,glulisina) Intermedia NPH Intermedia NPL Analogo detemir Analogo glargine 75%NPL/25% lispro 75% aspart protaminata/25% lispro INIZIO 5-15 min 2-4 ore 2-4 ore 1 ora 1 ora 5-10 min 5-10 min PICCO 30-90 min 4-10 ore 4-10 ore No No Doppio Doppio DURATA <5ore 10-16 ore 10-16 ore 20-24 ore 22-26 ore 10-16 ore 10-16 ore Schemi di terapia insulinica BASALE solo insulina basale* BASAL PLUS insulina basale 1-2 rapide pz con prevalente iperglicemia a digiuno pz con iperglicemia a digiuno e inadeguato controllo glicemico ad un pasto RAPIDA AI PASTI pz con prevalente iperglicemia post-prandiale BASAL BOLUS basale 3 rapide ai pasti pz con iperglicemia basale e post-prandiale PREMISCELATE ( monoiniettiva serale o pz con iperglicemia basale e post-prandiale biiniettiva) *= detemir, glargine, umana o lispro NPH SCHEMA DI UTILIZZO SC INSULINA RAPIDA: STICK GLICEMICO <110 110-120 121-140 141-180 180-200 201-250 251-300 301-350 >350 UI INSULINA RAPIDA 0 UI 2 UI 4UI 6UI 7UI 8UI 12UI 14UI BOLO DI 5 UI EV+15 UI SC Ricordo che la velocità di assorbimento dell’insulina varia con la sede di iniezione e decresce passando dall’addome, al deltoide, ai glutei/coscie. Il fabbisogno medio di insulina è di 30U/die per le donne e di 42U/die per gli uomini, per cui il trattamento insulinico può essere iniziato con dosi di 0.6 UI/kg di peso corporeo ideale. Ad es. in un soggetto di circa 70 kg si potrà iniziare il trattamento con 5 UI di insulina pronta a colazione, 15 UI a pranzo e 10 UI a cena, aggiungendo per il fabbisogno notturno 7-8 unità di insulina ad azione ritardata. Nel diabete di tipo II è possibile instaurare una terapia combinata con ADO di giorno e insulina lenta la sera prima di coricarsi, calcolando empiricamente dose iniziale con la formula: unità di insulina serale = peso corporeo (kg)/10 ed eventualmente incrementando il dosaggio di 1-2 UI ogni 3-4 giorni fino al raggiungimento di una glicemia a digiuno al risveglio di 80-120 mg/dl. 8. DISPOSITIVI PER DIABETICI: regole prescrittive DIABETE INSULINO TRATTATO (va scritto in ricetta!) La prescrizione deve attenersi al programma di cura, e sue eventuali modifiche, redatto da un diabetologo di un centro antidiabetico. DISPOSITIVO SIRINGHE X INSULINA AGHI PER INIETTORE STRISCE X GLICEMIA LANCETTE PUNGIDITO QUANTITA’ POSOLOGIA MAX 240/BIMESTRE SI’ (MAX 4/DIE) MAX 300/BIMESTRE SI’ (MAX 5/DIE) QUANTITATIVO BIMESTRALE IN SI’ BASE ALLA POSOLOGIA COME LE STRISCE COME LE STRISCE DIABETE NON INSULINO TRATTATO (va scritto in ricetta!) STRISCE X GLICEMIA LANCETTE PUNGIDITO 25 o 50 A TRIMESTRE (MAX SI’ 200/ANNO) COME LE STRISCE COME LE STRISCE (MAX 200 ANNO) DIABETE GESTAZIONALE (va scritto in ricetta!) La prescrizione deve attenersi al programma di cura redatto da un diabetologo o da un ginecologo. STRISCE PER GLICEMIA LANCETTE PUNGIDITO MAX 100 A BIMESTRE COME LE STRISCE SI’ COME LE STRISCE FOLLOW-UP DEL PZ DIABETICO OGNI 3/4 MESI: glicemia, Hb glicata, es.urine completo, peso corporeo, valutazione autocontrollo glicemico, PA. OGNI 6 MESI: VISITA DIABETOLOGICA OGNI ANNO: es. urine, microalbuminuria, creatinina + clearance, colesterolo, HDL, trigliceridi, ALT, elettroliti, emocromo, ECG, FUNDUS OCULI (biennale in assenza di retinopatia). N.b. esami esenti ticket con esenzione 013 STANDARDIZZAZIONE DELL’Hb GLICATA VALORI ATTUALI INTERVALLO DI RIFERIMENTO (SOGGETTI NON DIABETICI) 4-6% VALORI RIFERIBILI AL SISTEMA DI RIFERIMENTO IFCC 20-42 mmol/mol TARGET DI TRATTAMENTO PZ DIABETICI TARGET PER IL CAMBIAMENTO DELLA TERAPIA <7% <53 mmol/mol >8% >64 mmol/mol TRATTAMENTO DEL DIABETE GESTAZIONALE dieta e programma di attività fisica di intensità moderata; terapia insulinica ( di scelta) con dosaggio 0.7 U/ kg/giorno ( prendendo in considerazione il peso precedente la gravidanza) in dosi refratte NUOVI FARMACI PER IL TRATTAMENTO DEL DIABETE Un enterormone, il GLP-1, promuove la secrezione di insulina al momento del pasto, ma sarebbe inutilizzabile in terapia per la sua brevissima emivita (2’), perché viene rapidamente degradato dal sistema enzimatico DPP-IV. La ricerca farmaceutica ha superato questo limite fornendo 3 approcci possibili: 1. impiegare un agonista di GLP-1 (capostipite exenatide) resistente all’azione del DPP-IV; 2. utilizzare analoghi del GLP-1 umano resistenti all’azione del DPP-IV, a lento assorbimento nel sottocute e capaci di legarsi all’albumina plasmatica (capostipite liraglutide) 3. inibire l’attività del DPP-IV, prolugando l’emivita del GLP-1 endogeno (capostipiti sitagliptin e vildagliptin) I farmaci con le caratteristiche di 1 e 2 si definiscono incretinomimetici e prevedono la somministrazione per via sc, quelli di 3 sono gli inibitori del DPP-IV e possono venir assunti per os. MOLECOLA CLASSE SOMMINISTRAZIONE EXENATIDE analogo GLP-1 SC LIRAGLUTIDE analogo GLP-1 SC SITAGLIPTIN inibitori DPP-4 OS VIDAGLIPTIN inibitori DPP-4 OS INDICAZIONE EMIVITA POSOLOGIA DM2 in associazione con metformina, 2.4 ore 5-10 mcg tiazolidinedioni o x 2 volte die sulfaniluree come sopra 10/14 0.6-1.8 mg ore x 1 volta die DM2 in associazione 100 mg x 1volta con metformina o 12 ore die tiazolidinedione DM2 in associazione con metformina, 2.5/ 3 ore 5 mg die sulfanilurea o tiazolidinedione DIABETE E SPORT La concessione dell’idoneità sportiva per lo sportivo diabetico è subordinata ad un buon controllo glico-metabolico, all’assenza di complicanze invalidanti (retinopatia, nefropatia, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, vasculopatia, neuropatia autonomica), all’assenza di possibili rischi iatrogeni (ipoglicemie). Si sottolinea l’importanza di verificare le capacità dell’atleta di automonitoraggio glicemico e di modificare la posologia insulinica e la dieta in base al dispendio energetico. Consigli utili: pianificare l’attività fisica, decidere cosa mangiare, iniettare l’insulina rapida 1-2 ore prima dell’esercizio evitando le zone coinvolte nel gesto atletico (es gambe per i ciclisti, arto sup. per il tennista); misurare , se possibile, la glicemia prima dell’esercizio: se inferiore a 90-100 mg/dl, mangiare qualcosa (es. una banana); se superiore a 250-300 mg/dl praticare una dose extra di insulina pronta ( 0.5-3 UI); in caso di attività di lunga durata assumere carboidrati a metà attività; in caso di esercizio strenuo e prolungato senza assunzione di carboidrati vi può essere una deplezione dei depositi di glicogeno e pertanto il glucagone ( 1 f da 1 mg im) nel trattamento dell’ipoglicemia grave con perdita di coscienza può non essere efficace e va associato a somministrazione di 50 ml di glucosata ev; se l’attività fisica diurna è stata intensa, ridurre la dose di insulina lenta serale per evitare ipoglicemie notturne; attenzione alla fase post- esercizio, che può essere caratterizzata da ipoglicemia da stress: in tal caso assumere un supplemento di carboidrati. Il paziente diabetico è bene che venga indirizzato verso sport aerobici, con impegno cardiocircolatorio medio-elevato e regolari incrementi della frequenza cardiaca. In presenza di complicanze vascolari andranno sconsigliati quelle attività che comportano sforzi brevi ed intensi (pesistica, arti marziali, lotta, pugilato), perché il brusco rialzo dei valori pressori potrebbe aggravare il danno ad un microcircolo già compromesso. In presenza poi di problemi retinici sarebbero da evitare sport di contatto che possono provocare sobbalzi o scuotimento del capo. Si ricorda altresì che il trattamento con insulina costituisce una controindicazione assoluta per gli sport motoristici, il volo, il paracadutismo e gli sport subacquei. L’insulina fa parte delle sostanze proibite e pertanto il suo impiego è soggetto alla normativa nazionale ed internazionale sul doping (procedura di esenzione con finalità terapeutiche). FARMACI IPOLIPEMIZZANTI Sono a carico del SSN se vengono soddisfatti i requisiti richiesti dalla nota 13. 1. STATINE Riducono il colesterolo totale, aumentano le HDL e diminuiscono le LDL; agiscono anche riducendo la trigliceridemia, sulla quale sembrano essere più efficaci l’atorvastatina e la rosuvastatina. Sono controindicate in caso di epatopatia attiva, con transaminasi > 3 volte la norma. Possono provocare una miopatia, che si manifesta con aumento delle CPK sieriche, astenia e dolorabilità muscolare. Un moderato aumento delle transaminasi (fino a 3 volte la norma) dovute all’assunzione di statine non ne controindica la somministrazione essendo espressione, più che di una necrosi epatocellulare, di un’attività dell’epatocita. STATINA Simvastatina Prava statina Atorvastatina Fluvastatina Lovastatina Rosuvastatina RANGE TERAPEUTICO 10-40 mg/die 10-40 mg/die 10-40 mg/die 80 mg/die 10-40 mg/die 10-40 mg/die NOME COMMERCIALE disponibile generico disponibile generico TORVAST, TOTALIP LIPAXAN, LESCOL REXTAT, LOVINACOR CRESTOR, PROVISACOR Valori desiderabili di colesterolo LDL <100 mg/dl in presenza di cardiopatia ischemica <130 mg/dl con più fattori di rischio cardiovascolare <160 mg/dl senza o con 1 fattore di rischio CV La nota 13 definisce i criteri secondo i quali i farmaci ipolipemizzanti, e segnatamente le statine, sono rimborsabili dal SSN. Possiamo sintetizzare questa regola prescrittiva, oltremodo complessa, come segue: Rischio CV MEDIO-MODERATO • ipertensione • fumo ALTO • • • • ipertensione severa diabete IR moderata dislipidemia familiare MOLTO ALTO • cardiopatia ischemica • stroke ischemico • arteriopatie • diabete con fattori di rischio CV • IR grave Target colesterolo LDL (mg/dl) Trattamento I livello Trattamento II livello Modifica stile di vita Simvastatina Pravastatina Fluvastatina Atorvastatina Rosuvastatina Ezetimibe/statina <100 Simvastatina Pravastatina Fluvastatina Lovastatina Atorvastatina Ezetimibe/statina <70 Simvastatina Pravastatina Fluvastatina Lovastatina Atorvastatina <115/<130 Rosuvastatina se collateralità severa con altre statine IPERLIPIDEMIA INDOTTA DA FARMACI • immunosoppressori • antiretrovirali • inibitori aromatasi Statine Fibrati (se predominante ipertrigliceridemia) Ezetimibe in monoterapia (se statine non tollerate) Nei pazienti con insufficienza renale cronica (IR) moderata-grave sono concessi i PUFA-N3 per livelli di trigliceridi ≥500 mg/dl; questi sono a carico del SSN anche nell'iperlipidemia combinata familiare (prevalenza 1-2:100), che si configura quando è dimostrabile nei membri di una stessa famiglia ipercolesterolemia e/o ipertrigliceridemia e/o la diagnosi clinicostrumentale di aterosclerosi precoce. Ricordo che gli Omega 3 sono rimborsabili per la prevenzione secondaria nel pz con pregresso infarto miocardico, in questo caso senza la necessità di apporre nella ricetta “rossa” la nota 13. 2. FIBRATI (fenofibrato, Fulcrosupra cp 145 mg, 1 cp/die) Sono più efficaci delle statine nel ridurre i trigliceridi, ma meno efficaci nel diminuire la colesterolemia. Se associati alle statine aumentano il rischio di rabdomiolisi. Controllare le transaminasi dopo 2 mesi di trattamento (possibile aumento). Ricordo che i fibrati posso rendere la bile più litogena e interferire con il warfarin. 3. OMEGA3 olio di pesce (ESAPENT 1 cps/die) Viene utilizzato nel trattamento delle ipertrigliceridemie, ma sembra utile soprattutto in prevenzione secondaria, riducendo la mortalità dei pz con pregresso IMA. 4. EZETIMIBE + SIMVASTATINA (INEGY o VYTORIN cp 10-20-40 mg, fascia A, nota 13) Associazione precostituita tra una statina e un inibitore dell’assorbimento intestinale del colesterolo, indicato nei pz con più fattori di rischio cardiovascolari e quando il target delle LDL non è raggiunto con la monoterapia. IPERURICEMIA E GOTTA IPERURICEMIA In caso di fallimento delle misure dietetiche, prescrivere il farmaco generico ALLOPURINOLO, cp 300 mg, fascia A, alla posologia di 1-1/2 cp/die. In caso di attacco gottoso acuto i FANS sono i farmaci di prima scelta. Meno utilizzata la colchicina per i suoi effetti collaterali (diarrea e tossicità midollare): COLCHICINA LIRCA, cp 1 mg, fascia A, 3 cp/die in fase acuta, poi a scalare fino a 1 cp/die per evitare recidive. FARMACO FANS COLCHICINA COLCHICINA ALLOPURINOLO LOSARTAN POSOLOGIA INDOMETACINA 150 mg/die, NAPROSSENE 550 mg x 2/die, ETORICOXIB 120 mg/die 1 mg per os seguita da 0.5 mg ogni 3 ore fino a risoluzione dell’attacco e fino ad una massima dose di 2.5 mg nelle prime 24 ore 0.5-1 mg/die x 3-6 mesi 150-300 mg/die fino al raggiungimento di uricemia< 6mg/dl 50-100 mg/die, ha proprietà uricosuriche INDICAZIONI gotta in FASE ACUTA gotta in fase ACUTA PROFILASSI DELLE RECIDIVE PROFILASSI DELLE RECIDIVE PROFILASSI DELLE nell’iperteso gottoso RECIDIVE ANTIBIOTICOTERAPIA Anche con i chemioterapici conviene inizialmente saper maneggiare un farmaco per classe terapeutica e poi progressivamente ampliare il proprio armamentario terapeutico. Solitamente in MG l’antibioticoterapia è empirica, fatta eccezione per il trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie dove ci si avvale dell’urinocoltura e relativo antibiogramma per instaurare un trattamento mirato. Ricordo, tra i chemioterapici di uso comune che sono controindicati in gravidanza, il trimetoprim–sulfametoxazolo (Bactrim), il metronidazolo (Flagyl) e i chinolonici. Data la relativa immunodeficienza delle fasi estreme della vita è bene inoltre ricordare che la terapia delle infezioni contratte in età neonatale e geriatrica deve essere iniziata precocemente, così come nel caso di infezioni che colpiscono soggetti propriamente immunocompromessi (es. diabetici, pz.oncologici chemio/radiotrattati, HIV positivi, trapiantati d’organo). 1. PENICILLINE disponibile il generico amoxicillina/acido clavulanico, cp e bust 1 gr, fascia A; posologia: adulti, 1gr x 2 o 3 volte/die; bambini, 50 mg/kg/die in 3 somministrazioni; indicazioni: infezioni delle alte e basse vie respiratorie, otite media ed esterna, sinusiti, infezioni delle vie urinarie, della cute e dei tessuti molli. 2. CEFALOSPORINE Cefixima (Cefixoral) cp 400 mg e sospensione, fascia A; posologia: adulti, 1 cp/die; bambini, 8mg/kg/die in 1 somministrazione; indicazioni: infezioni delle vie respiratorie, otiti e sinusiti, infezioni delle vie urinarie, dei tessuti molli, dell’osso e della colecisti. 3. CHINOLONICI Levofloxacina (Levoxacin) cp da 500 e 250 mg, fascia A; posologia e indicazioni: 500 mg/die nelle infezione respiratore, 250 mg/die nelle infezioni delle vie urinarie. Si ricorda che i chinolonici sono attivi anche sui patogeni intracellulari (Chlamydie, Mycoplasmi, Legionella), e che sono controindicati in gravidanza, in età pediatrica e nei soggetti epilettici (in queste situazioni, per ottenere un analogo spettro antibatterico, si può associare all’amoxi+clavulanato x2/die un macrolide come l’azitromicina -disponibile generico- in monosomministrazione per 3 giorni consecutivi -1 cp 500 mg/die o sospensione pediatrica 10 mg/kg/die, fascia A-). I chinolonici possono essere usati per il trattamento delle infezioni intestinali come ad es. la diarrea del viaggiatore, il colera e la febbre tifoide. 4. MACROLIDI Disponibile il generico claritromicina cp da 500 e 250 mg e sospensione e un prodotto a rilascio modificato in monosomministrazione (Veclam RM 500 mg cp) in fascia A; posologia: adulti, 250 o 500 mg x 2 volte/die; bambini, 15 mg/kg/die in 2 somministrazioni; indicazioni: infezioni delle alte (2° scelta) e basse vie respiratorie e dei tessuti molli; anche questa classe è attiva sui patogeni intracellulari e l’azione terapeutica si ha anche nei confronti dell’Helicobacter Pylori e di numerosi patogeni genitali. 5. COTRIMOXAZOLO Trimetoprim-sulfametossazolo (Bactrim Forte) cp 160 + 800 mg, disponibile anche la sosp.pediatrica; posologia: adulti, 1 cp x 2 volte/die; bambini dai 2 mesi, 30 mg/kg/die in 2 somministrazioni; indicazioni: infezioni urinarie e batteriche gastrointestinali, trattamento della toxoplasmosi, e della malaria clorochino-resistente, utilizzato per la profilassi e la terapia dell’infezione da P. carinii nei pz con AIDS; controindicato in gravidanza. CASI PARTICOLARI: TERAPIA INIETTIVA. Molto utilizzata in passato, oggi è poco usata in ambiente extraospedaliero, grazie all’efficacia e alla maneggevolezza degli antibiotici utilizzabili per via enterale. Tra gli antibiotici iniettivi, da riservarsi a casi gravi (es. meningiti, pz immunodepressi) ricordo il ceftriaxone (il noto Rocefin f im 1gr, oggi disponibile anche il generico, fascia A), cefalosporina di 3° generazione dotata di lunga emivita che permette un’unica somministrazione al giorno. MENINGITI. Chemioprofilassi dei contatti: rifampicina per 2 giorni, adulti 600 mg x 2, bambini 10 mg/kg/die in 2 somm. (Rifadin cp 600 mg e sosp, fascia A) opp. ciprofloxacina 500 mg in unica dose opp. ceftriaxone in dose unica, adulti 250 mg im, bambini 125 mg im. CISTITE SEMPLICE. In una cistite semplice si possono utilizzare un chinolonico come la pefloxacina (Peflox 2 cp 400 mg fascia A) o un disinfettante come la fosfamicina (Monuril adulti 3g o pediatrico 2g, 2 buste, fascia A) da assumersi per due giorni consecutivi preferibilmente la sera dopo aver svuotato la vescica. Entrambi i farmaci vengono altresì utilizzati nella profilassi delle infezioni urinarie in caso di manovre transuretrali (es. cambio catetere), mentre la sola fosfamicina trova utilizzo in gravidanza per trattare una batteriuria significativa asintomatica. Nella profilassi delle cistiti ricorrenti si può utilizzare un fitofarmaco a base di mirtillo rosso (Cistiflux bustine, fascia C), nella misura di 1-2 bustine per una o due settimane al mese. DIVERTICOLOSI DEL COLON. Nella prevenzione delle diverticoliti trova utilizzo la rifaximina ( cp 200 mg, fascia A), un antibiotico a largo spettro, attivo su Gram+ e Gram-, scarsamente assorbito, che viene per questa indicazione somministrato a cicli: 2 cp x 2 volte al dì, per una settimana ogni mese. ERADICAZIONE DELL’HELICOBACTER PYLORI. In pz con infezione da Hp accertata tramite sierologia, breath test, esame istologico, il più comune schema di terapia eradicante (“triplice terapia”) prevede: IPP x 2/die + claritromicina 500 mg x 2/die + amoxicillina 1 gr x 2/die (o metronidazolo 250 mg x 2/die). I farmaci vanno assunti ½ ora prima di colazione e cena. In caso di fallimento della triplice terapia standard, per il ri-trattamento dell’infezione da Hp ricorrere all’associazione: IPP x 2 + levoxacina 250 mg x 2 + amoxicillina 1gr x 2, per 10 giorni. Le nuove linee guida per l’eradicazione dell’HP prevedono una terapia sequenziale (con un tasso di eradicazione più elevato rispetto alla triplice classica) come trattamento di prima linea: 1°5° giorno IPP x2 die + amoxa 1 gr x 2 die 5°10° giorno IPP x 2 die + clarito 500mg x 2 die + tinidazolo 500mg x 2 die AVVERTENZE L’assorbimento dell’amoxacillina può essere ridotto dalla concomitante assunzione di alimenti ad elevato contenuto di calcio. I macrolidi inibiscono il citocromo epatico P4503A4 e tendono ad aumentare le concentrazioni plasmatiche di farmaci come teofillina, benzodiazepine, statine, carbamazepina e acido valproico;inoltre hanno un’ azione potenzialmente aritmogena se associati a farmaci come antipsicotici, antifungini azolici o antiretrovirali. Sia amoxacillina che macrolidi possono ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali. Ricorda: il breath test e la ricerca dell’antigene monoclonale nelle feci vanno eseguiti a distanza di 4-6 settimane dal termine della terapia eradicante; vanno evitati antibiotici e IPP almeno 2 settimane prima dei succitati test; i test sierologici non hanno alcun valore nella valutazione dell’avvenuta radicazione batterica INDICAZIONI AL TRATTAMENTO DELL’ INFEZIONE DA H.PYLORI • ulcera peptica • dispepsia non ulcerosa • terapia con FANS • linfoma gastrico (MALT) • dopo resezione di ca. gastrico • familiari di 1° per ca. gastrico • pz con MRGE ACNE. Quando l’acne si presenta con noduli flemmonosi può giovarsi di un trattamento antibiotico: topico: Dalacin T emuls. cut - clindamicina fosfato - x 2 applicazioni/die; sistemico: Minocin cp 100 mg - minociclina cloridrato – 1 cp/die per 4-12 settimane. M.DI LYME. Riconoscibile dal classico eritema che compare in sede di asportazione di una zecca infetta opp dall’eritema “migrante” in altri distretti cutanei. La diagnosi di certezza si ottiene con la sierologia (anticorpi anti-borrelia) che però si positivizza dopo circa 20 giorni dall’infezione. Utilizzare nell’adulto, anche come terapia “empirica”, la tetraciclina doxiciclina, Bassado 100 mg (fascia A) 1cp x 2 per 20 giorni (attenzione alla foto-sensibilizzazione indotta, evitare l’assunzione contemporanea di latticini che ne riducono l’assorbimento). Quando le tetracicline sono controindicate (gravidanza e bambini) si possono usare l’amoxicillina e la claritromicina. CAUSE DI BRONCHITE ACUTA Batteri (25%): Pneumococco, Haemophilus, Moraxella, Bordetella Atipici (24%): Mycoplasma, Clamydia Virus (20%) Cause non infettive: fumi irritanti, inquinamento ambientale, tabacco, cannabis CONTROLLI RX GRAFICI DEGLI ADDENSAMENTI POLMONARI Ricordo che recenti studi hanno dimostrato come la guarigione radiografica di un focolaio broncopneumonico può essere notevolmente posticipata rispetto alla guarigione clinica. Quindi in un pz asintomatico viene consigliata la radiografia di controllo del torace dopo un intervallo di 2 o 3 mesi. La possibilità di evitare il controllo non è finora stata oggetto di nessuno studio. DIARREA DEL VIAGGIATORE Ad etiologia per l’80-90% batterica (E.Coli enterotossica), si accompagna generalmente a nausea, vomito e febbre. Di fondamentale importanza la reidratazione, possibile semplicemente assumendo acqua e alimenti salati, come i crakers, oppure sciogliendo in 1 litro di acqua 6 cucchiaini rasi di zucchero e 1 di sale. Utile la loperamide come sintomatico, controindicata se la diarrea è muco-ematica e la febbre elevata come da interessamento sistemico. L’antibiotico di scelta è la ciprofloxacina 500 mg monodose una tantum, oppure nei casi più gravi 500 mg/die per 2-3 giorni. INFEZIONI VAGINALI : DIAGNOSI CANDIDA TRICHOMONAS ANAEROBI CHLAMIDIA GONOCOCCO prurito prurito bruciore vaginale bruciore sintomatologia terapia topica assenti aspecifici perdite giallo- perdite lattescentibianche verdastre odorose grigie molto odorose algie pelviche perdite inodori CLOTRIMAZOLO (gynocanesten) T.sistemica HERPES algie pelviche dispareunia perdite purulente lesioni tipiche dolorose no no AZITROMICINA 500 mg cpr 2 cpr monodose fascia A ACICLOVIR 400 mg cpr 3 volte/die x 7 gg, fascia A nota 84 METRONIDAZOLO (flagyl) no 1cpr vag./sera o crema x 6 gg (fascia c) FLUCONAZOLO 150 mg cp monodose opp ITRACONAZOLO 100 mg 2+2 cp die x1 giorno o no ovuli 500mg 1 la sera x 6 gg METRONIDAZOLO METRONIDAZOLO (Flagyl) (Flagyl) AZITROMICINA 250 mg cp 250 mg cp 500 mg cpr 2+2 cpr die x 7 2+2 cpr die x 7 2 cpr monodose giorni giorni fascia A fascia A fascia A evitare, durante il trattamento con metronidazolo, l’assunzione di alcool (possibili sintomi dispeptici); Il clotrimazolo per via vaginale è considerato di scelta in ogni trimestre della gravidanza; quando non si è sicuri dell’ eziologia della vulvovaginite è possibile utilizzare un’associazione di nifuratel + nistatina (Macmiror Complex 500 mg + 200.000 UI ovuli, fascia C), come terapia “polivalente” delle infezioni da Candida, Trichomonas e batteri; itraconazolo e fluconazolo cpr sono disponibili come “generici” in fascia A; sospettare un’infezione da Chlamydia in presenza di dolori pelvici, febbricola, perdite ematiche atipiche, sterilità: in tal caso chiedere tampone vaginale con test colturale per la ricerca del batterio. PROSTATITI ACUTE ad eziologia batterica; febbre, dolore sovrapubico e perineale, disturbi urinari. CRONICHE la cui eziologia batterica è dimostrabile solo nel 5 -10% dei casi; dolore perineale, genitale in regione prostatica, disturbi urinari irritativi, infertilità in pz asintomatico. Sono considerati fattori predisponenti alcuni sport (ciclismo ed equitazione) e abitudini sessuali come il coito interrotto. Accertamenti diagnostici sono: l’esplorazione rettale, l’esame urine prima e dopo massaggio prostatico, l’urinocoltura, l’esame microscopico e la coltura del secreto prostatico e del liquido seminale, l’ecografia delle vie urinarie con valutazione del residuo post-minzionale. La terapia è sempre antibiotica e si basa sull’utilizzo dei fluorochinolonici per almeno 2 settimane; a questa terapia “di fondo” si possono associare farmaci sintomatici come gli antinfiammatori e gli alfa-litici. IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB): disuria, pollachiuria, nicturia, mitto ipovalido. Complicanze: ematuria, calcolosi vescicale, infezioni urinarie ricorrenti, insuff. renale, ritenzione acuta di urina (attenzione: nei pazienti con IPB evitare possibilmente farmaci con effetti anticolinergici come ad es. gli antidepressivi triciclici che possono provocare ritenzione acuta di urina). Terapia: La fitoterapia è a mio avviso indicata nelle forme iniziali, in pz giovani. Si possono prescrivere preparati a base di Serenoa Repens e Urtica, come Prostaplant o Permixon cp, 1- 2 cpr/die, in fascia C; In caso di aggravamento della sintomatologia va iniziata la terapia medica utilizzando in prima istanza un alfa-litico in monoterapia (monitorare la PA!): Tamsulosina cp 0.4 mg, una cpr die (generico in fascia A) e, se inefficace, associando in seconda istanza un inibitore del’alfa-riduttasi, previa valutazione del PSA basale (questi farmaci tendono a ridurlo): Avodart, dutasteride 1 cpr die (fascia A). In caso di persistenza della sintomatologia deve essere considerato l’intervento endoscopico di resezione transuretrale dell’adenoma prostatico (TURP). CAUSE NON NEOPLASTICHE DI ELEVAZIONE DEL PSA iperplasia prostatica benigna, eiaculazione, traumi perineali, prostatite. Ricordo che una causa di bassi livelli di PSA è l’assunzione di inibitori della 5-alfa reduttasi (finasteride e dutasteride), che possono abbassarlo fino al 50%, per cui tenerne conto prima di iniziarne la somministrazione. TERAPIE A CONFRONTO DEL CA PROSTATICO disfunzione alvo mortalità disfunzione sessuale incontinenza urinaria PROSTATECTOMIA 9-15% <1% 50-80% 10-50% RADIOTERAPIA 6-35% <1% 30-60% 2-16% ANTIANDROGENI 70-92% - MEDICO, FARMACI, PLACEBO Spesso capita che un paziente che si rivolga al proprio medico curante per una “preoccupazione” che di solito egli stesso ha trasformato in un vero e proprio sintomo di una presunta malattia. Sarà compito del MMG convincerlo dell’ insussistenza del proprio disturbo: molte volte sarà sufficiente un visita ben condotta; talvolta però la persona manifesterà il desiderio di non uscire dall’ambulatorio “a mani vuote”. Mi sembra utile riportare una serie di “rimedi” che possono risolvere queste situazioni, se prescritti dopo aver adeguatamente rassicurato il paziente e averlo convinto della loro efficacia. Si tratta in qualche modo di ripartire il noto effetto placebo tra l’azione del medico e quella, farmacologicamente modesta, del prodotto prescritto. I farmaci citati sono ovviamente tutti in fascia C, non a carico del SSN. ANALETTICI CARDIORESPIRATORI MICOREN crotetamide+cropropamide; REMEFLIN dimeflina cloridrato. In caso di dispnea la cui quota parte “funzionale” è prevalente (10-20 gtt al bisogno). ANTI-ASTENICI SAMYR 200 f im ademetionina; LIPOSOM FORTE f im fosfatidi diencefalici. Trovano utilizzo in caso di astenia “sine materia”, espressione più che altro di una deflessione del tono dell’umore che ancora non configura ovviamente una vera sindrome depressiva. La posologia è 1 f im/die; personalmente prescrivo i due prodotti somministrandoli a giorni alterni. Quando l’astenia è prevalentemente “mentale” con riferito deficit della memoria e dell’attenzione, o agli studenti che devono preparare un esame, si può dare: ESTO glicerofosforiletanolanina, 1 fl.per os/die. VITAMINICI EPARGRISEOVIT f im, cianocobalamina + ac.folico + nicotinammide + ac.ascorbico. 1f/die quando si voglia reintegrare una carenza vitaminica in situazioni di deficit alimentare (es. pazienti anziani) o di surmenage fisico (es.atleti). CALMANTI NOCTAVAL valeriana officinalis, disponibile in cpr o gtt (1- 2 cp o 1- 2 pipette), si può somministrare al bisogno visto il suo blando effetto sedativo e la sua sicurezza d’uso. NOCTILENE RELAX cp a base di triptofano, melatonina, vit B1+B6, una cp la sera, in caso di insonnia lieve “reattiva” a situazioni emozionali transitorie, surmenage psico-fisico, jet lag. IMMUNOSTIMOLANTI BRONCHOMUNAL cp adulti e cp bambini. Trattasi di un lisato batterico liofilizzato che va somministrato generalmente nei mesi autunnali -1 cp/die per 10 gg/mese per 3 mesi- per prevenire le forme infiammatorie delle alte e basse vie respiratorie in soggetti predisposti . VASCOLARI COLESTRILBLU cp, policosanoli,1cp/die come coadiuvante nella diete a basso tenore di colesterolo. FITORMIL OMEGA isoflavoni, olio di pesce, vit.D, B6 + acido folico 1/die, integratore nelle diete ipolipidiche in particolare nelle donne in menopausa. SERMION cp, nicergolina 1cp x 2/die, vasodilatatore periferico particolarmente indicato nelle turbe cerebrovascolari dell’anziano associate a decadimento delle funzioni cognitive. ANTIDOLORIFICI Vorrei altresì sottolineare l’utilità delle pomate antidolorifiche nella patologia muscoloscheletrica superficiale lieve, dove possono risultare efficaci a mio avviso per la penetrazione del farmaco attraverso la barriera cutanea; l’effetto antalgico riflesso del massaggio (con “chiusura” riflessa agli stimoli nocicettivi del gate midollare); l’aspetto “rituale” di un trattamento fisico auto-somministrato. Analogamente, alcune terapie fisiche prescrivibili nel dolore acuto e sub-acuto, come TENS e agopuntura, si avvalgono di un meccanismo riflesso antalgico sia segmentario che sovrasegmentario (con attivazione delle vie anti-nocicettive discendenti). INTEGRATORI Vi sono in commercio una moltitudine di integratori alimentari la cui vendita è oggi possibile anche fuori dai canali istituzionali (farmacie). Spesso però il pz ne chiede la prescrizione al medico curante fidando nel valore aggiunto della sua competenza. Il MMG deve pertanto avere un’idea dell’effetto farmacodinamico del prodotto che prescrive . AMINOACIDI Arginina e lisina stimolano l’aumento della massa muscolare AA a catena ramificata (leucina, isoleucina e valina) rallentano il catabolismo delle proteine, favoriscono la risposta anabolica e ritardano la formazione di lattato. CREATINA. E’ un fattore pro-energetico utile nelle prestazioni brevi e ripetute. CARNITINA. Sembra coinvolta nell’utilizzo degli acidi grassi nel ciclo di Krebs e quindi nella produzione di energia a livello muscolare. MALTODESTRINE. Sono carboidrati complessi che forniscono glucosio con un meccanismo a lento rilascio. VITAMINE GRUPPO B. Aiutano a trasformare i nutrienti in energia. VITAMINE C, E, ACIDO alfa LIPOICO. Sono antiossidanti. ELETTROLITI, segnatamente potassio e magnesio, servono per il riequilibrio delle perdite idro-saline. Alcuni prodotti in commercio: Sportivo: Neovis Sport, due bust./die; oltre agli elettroliti, contiene un alto dosaggio di creatina/bust. (1.5 gr), carnitina e antiossidanti. Dinamica ratiopharm resistance, due bust./die, con aminoacidi anche ramificati, utile particolarmente in fase di preparazione fisica. Convalescenza: Neovis flù, due bust./die, con composizione simile e l’aggiunta di vit. C. Esiti fratturativi: Restor fast, con calcio e Vit.D3, una bust./die, utile anche nell’osteopenia lieve post-menopausale. Deplezione di potassio: (terapia diuretica, ipersudorazione) KCL Retard cp -l’unico in fascia A-, 3-6 cp/die, opp. Polase bust. ,due/ die. CAFFEINA Vi sono in commercio bevande definite “energizzanti” a base di caffeina (es Red Bull®). In effetti questa sostanza ha una riconosciuta azione di stimolo sulla corteccia cerebrale e sembra migliorare la performance negli sport di resistenza grazie ad un miglior utilizzo degli acidi grassi. La caffeina è considerata doping -rientrando nella categoria “farmaci stimolanti le funzioni psicomotorie”- quando la sua concentrazione nelle urine supera i 12 microgrammi/ml. Si ritiene che la dose di caffeina massima giornaliera tollerata da un individuo senza effetti collaterali di sovradosaggio (agitazione, ansia, insonnia, aritmie) sia di circa 4 tazzine al dì (mediamente 400mg). Faccio notare come le bevande sopracitate contengano circa 75-80 mg di caffeina, quindi il quantitativo di una tazzina di caffè espresso. FARMACI DA TENERE IN BORSA E GESTIONE DELLE EMERGENZE CARVASIN isosorbide dinitrato cp sl 5 mg, fascia A. DERMATRANS nitroglicerina cerotti 5,10,15 mg/24h, fascia A. FUROSEMIDE (generico del più noto LASIX) cp 20 mg/ml f ev fascia A ADALAT nifedipina cp 10 mg CRONO cp 30 mg, fascia A. ASCRIPTIN ASA cp 300 mg gastroprotette, fascia A. VALIUM diazepam f im/ev 10 mg/2 ml, fascia C. VALIUM gtt, fascia C. TORADOL ketorolac l 30 mg im/ev, fascia A. MORFINA cloridrato f 10 mg/1ml, fascia A BUSCOPAN butilscopolaminabromuro fiale 20 mg im/ev, fascia A. LEVOPRAID levosulpiride f 25 im/ev, fascia A. BENTELAN betametasone f 4 mg, fascia A. VENTOLIN salbutamolo sosp. per inalazione, fascia A. EFFORTIL etilefrina cloridrato gtt, 10 gtt ab in caso di ipotensione UGUROL antiemorragico, acido tranexamico f per os in acqua zuccherata 1x 3 die, opp. 1 f ev lenta, opp. per applicazione locale mediante tampone di garza imbevuto, , fascia A. GESTIONE DI UNA CRISI EPILETTICA Durante una crisi tonico-clonica generalizzata è indicato: proteggere da eventuali lesioni, togliere gli occhiali e allontanare oggetti pericolosi; slacciare indumenti stretti; rimanere vicino al pz, osservare, descrivere la crisi e la durata; non cercare di alzare la persona o di modificarne la posizione, di contenere le convulsioni, di aprire la bocca e introdurre qualcosa tra i denti. Dopo un crisi tonico clonica: posizionare la persona nella posizione laterale di sicurezza, sul fianco, per permettere la fuoriuscita dalla bocca di saliva e vomito; togliere dalla cavità orale eventuali impedimenti alla respirazione; restare accanto alla persona fino a che è confusa; non somministrare niente per bocca fino a che non vi è una piena ripresa della coscienza; rassicurare. Ricordo che una crisi epilettica non è sempre di facile diagnosi. Una sincope, ad esempio, può essere associata a mioclonie, rotazione verso l’alto dei bulbi oculari, brevi e fugaci automatismi motori. I livelli di evidenza indicano come buoni predittori di una crisi epilettica sintomi come: cianosi ipersalivazione morsus disorientamento postcritico L’attivazione dell’emergenza è indicata se: si tratta di una prima crisi se la crisi è provocata da un evento cerebrale acuto (es trauma cranico, stroke, cerebropatie infettive) se il paziente tarda a riprendere coscienza (>5 minuti) se il paziente si è provocato lesioni. GESTIONE DOMICILIARE DELL’INFARTO MIOCARDICO ACUTO se possibile preparare un accesso venoso; somministrare acido acetilsalicilico (Ascriptin 1 cpr); per il controllo del dolore somministrare nitrati (Carvasin 1 cp sl, ripetibile) interrompendo in caso di ipotensione (PA< 90 mmHg); se il dolore persiste somministrare morfina 2-5 mg ev lenta (Morfina f 10 mg/ml); in caso di deficit di pompa, stasi polmonare, turgore giugulare, dispnea: Lasix 2 f ev; pz agitato: Valium 10 gtt DURANTE IL TRASPORTO IN OSPEDALE: somministrare ossigeno 4-10 litri/min applicare 1 cerotto di Dermatrans 10 Note: ricorda: un pz che descrive un dolore toracico posizionando un pugno chiuso o una mano aperta sullo sterno avrà circa il 77% di avere una s. coronarica acuta; se il dolore toracico è trafittivo e riproducibile alla palpazione, senza pregresse malattie coronariche, la probabilità di IM è bassa (circa 1%); nel trattamento dell’IMA extraospedaliero ricordarsi sempre l’acronimo M.A.N.O. (= Morfina, Aspirina, Nitrati, Ossigeno); molti autori considerano la morfina il “farmaco di Dio” in situazioni di urgenza quali l’IMA, l’EPA, la colica renale, in quanto, oltre a ridurre il dolore, ha un effetto sedativo, riduce il lavoro respiratorio e produce effetti emodinamici favorevoli, come l’aumento della capacità venosa e la riduzione della resistenza periferica vascolare. ricordo nell’edema polmonare acuto (EPA) l’utilizzo a domicilio del pz della furosemide al dosaggio di 20-40 mg ev (Lasix f ev 20 mg), per il suo effetto combinato diuretico e sui vasi di capacità (riduzione del ritorno venoso). CAUSE URGENTI DI DOLORE TORACICO FATTORI DI RISCHIO S.CORONARICA ACUTA fattori di rischio CV EMBOLIA POLMONARE DISSECAZIONE AORTICA pregressa TVP, immobilizzazione, recente chirurgico, contraccezione ormonale ipertensione arteriosa PNEUMOTORACE PERICARDITE affezioni polmonari, morfologia longilinea IMA recente, chirurgia cardiaca, malattia autoimmune intervento ELEMENTI DI BASIC LIFE SUPPORT PRIMA DI TUTTO: le 3 “S” sulla Scena dell’incidente assicurarsi della Sicurezza della Situazione (per se stessi e per la vittima) VALUTARE LO STATO DI COSCIENZA DELLA VITTIMA INCOSCIENTE COSCIENTE POSIZIONE SUPINA RACCOLGO INFORMAZIONI APERTURA VIE AEREE (iperestensione del capo, eliminazione ce) VALUTO LA RESPIRAZIONE (GAS: GUARDO,ASCOLTO,SENTO) CHIAMO O FACCIO CHIAMARE IL 118 IL PAZIENTE COSCIENTE: 1. 2. CHIAMO O FACCIO CHIAMARE IL 118 PRONTO 118? SONO IL MIO NUMERO E’ TELEFONO DA PERSONA INCOSCIENTE TIPO DI INCIDENTE cognome e nome numero telefonico indicare la località età, sesso stradale, annegamento 3. 4. VA TRANQUILLIZZATO NON VA SPOSTATO(farlo solo se assolutamente necessario mantenendo l’allineamento del rachide possibilmente con collare + ked e/o spinale) VA PROTETTO DAGLI AGENTI ATMOSFERICI VA INTERROGATO (ricorda l’accaduto? ha dolore alla testa, al collo, alla schiena? sente gli arti intorpiditi o informicolati? Può muovere mani e piedi?) NON RESPIRA o NON RESPIRA NORMALMENTE INIZIO LE COMPRESSIONI TORACICHE MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO COMPRIMERE AL CENTRO DELLO TORACE SULLO STERNO CON FREQUENZA 100/MIN A 30 COMPRESSIONI TORACICHE SEGUONO 2 VENTILAZIONI UN PZ INCOSCIENTE CHE RESPIRA PUO’ ESSERE POSTO IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA, AVENDO CURA DI MANTENERE L’ IPERESTENSIONE DEL CAPO QUESTO E’ IL PROTOCOLLO DI RCP AGGIORNATO PER LAICI. PER IL PERSONALE MEDICO E’ PREVISTO LO STEP “C”=CIRCULATION OVVERO LA PALPAZIONE DEL POLSO CAROTIDEO PRIMA DI COMINCIARE IL MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO (MCE): LA PERCEZIONE DELLO STESSO NON E’ SEMPRE AGEVOLE PER CUI CONSIGLIO, NELL’INCERTEZZA E DI FRONTE AD UN PAZIENTE APNOICO O CON UN RESPIRO AGONICO (GASPING), DI INIZIARE SENZA INDUGIO IL MCE AL FINE DI GARANTIRE IL FLUSSO EMATICO CEREBRALE! L’ASSISTENZA DOMICILIARE (AD) AD PROGRAMMATA Il Medico di Medicina Generale può attivare un’assistenza programmata domiciliare nei confronti di quei pazienti che, a causa di malattie croniche invalidanti, non possono recarsi presso il suo ambulatorio e necessitano di controlli periodici. Per fare ciò potrà avvalersi della collaborazione di specialisti e di personale infermieristico del Distretto Sanitario. Il MMG terrà presso il domicilio del paziente una “scheda degli accessi”, ossia una sorta di “diario” dove verranno registrati tutti gli interventi sanitari domiciliari. Per i pazienti più impegnativi il MMG potrà invece attivare la cosiddetta AD INTEGRATA (ADIMED), dove gli accessi del MMG (settimanali o più frequenti) e quelli delle altre figure sanitarie (infermiere professionale, medico palliativista, nutrizionista, psicologo, volontari laici, ecc.) sono concordati e pianificati, al fine di realizzare a domicilio un progetto di presa in carico globale medico-assitenziale dei pazienti, quali il malato oncologico terminale, il pz con grave malattia neurodegenerativa, il cardiopatico scompensato ecc.. Anche in questo caso, a casa del paziente, verrà tenuta una cartella sanitaria dove verranno annotati tutti gli interventi sanitari. Il MMG attiva e coordina le due forme di assistenza domiciliare e decide le strategie terapeutiche, rimanendo la figura di riferimento per il proprio assistito e per i suoi familiari. Per espletare nel modo migliore questo ruolo di coordinatore dell’assistenza domiciliare, il MMG deve aggiornare periodicamente il programma terapeutico e metterlo a disposizione di tutti i professionisti sanitari che collaborano con lui, compilando una scheda pensata per evidenziare i bisogni attuali del malato, assistenziali e terapeutici (vedi più avanti). Per quanto riguarda la visita domiciliare ordinaria, ricordo che il MMG non è tenuto, a tutt’oggi, ad una reperibilità continua, a differenza del PS e della Guardia Medica. L’art.47 del contratto collettivo recita che “l’attività del MMG viene prestata nello studio medico o a domicilio in caso di non trasportabilità dell’ammalato”. La stessa Convenzione altresì stabilisce che il MMG deve assicurare la realizzazione delle prestazioni assistenziali, organizzandosi per la ricezione delle richieste di visita domiciliare (personale di segreteria, segreteria telefonica o altro) e sottolinea che la chiamata urgente recepita deve essere soddisfatta entro il più breve tempo possibile. Le visite domiciliari non urgenti vengono effettuate di norma in giornata se richieste prima delle ore.10.00; se richieste oltre tale orario possono venir espletate entro le 12 del giorno successivo. ASSISTENZA DOMICILIARE PAZIENTE…………………………………………………………………………………………………………………………… Codice fiscale……………………………….esenzioni………………………………………………………………………… DIAGNOSI PRINCIPALE………………………………………………………………………………………………………… PROBLEMI APERTI………………………………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………. VALUTAZIONE CONTROLLO DOLORE ………………………………………………………………………………………………………….. ALIMENTAZIONE…………………………………………………………………………………………………………………. IDRATAZIONE………………………………………….......……………………………………………………………………… CONTINENZA SFINTERICA…………………………………………………………………………………………………… INTEGRITA’ CUTANEA…………………………………….…………………………………………………………………… ESAME OBIETTIVO ELEMENTI RILEVANTI TERAPIA FARMACO BISOGNI ASSISTENZIALI POSOLOGIA AGGIORNATA AL…………………………………………… …………………………………………… …………………………………………… IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE REPERIBILE AL N. DI CELLULARE…………………… LE SCADENZE DI FINE MESE Il MMG dovrà consegnare, agli inizi del mese, agli uffici competenti della propria ULSS, i riepiloghi dell’ attività “di particolare impegno professionale” svolta nel mese precedente, al fine di vedersi liquidare le competenze relative. In particolare egli dovrà, su apposita modulistica, riportare: l’elenco con i nomi e cognomi dei pz visitati a domicilio in regime di ADI e ADIMED e relativa data degli accessi; l’elenco delle prestazioni di particolare impegno professionale, con i nomi e i cognomi dei pz che ne hanno beneficiato; tra le più frequenti segnalo: prima medicazione, medicazione successiva, sutura di ferita superficiale, ciclo di endovene (tale prestazione necessita di preventiva autorizzazione da parte del Distretto e il pz dovrà controfirmare la data di ogni ev. effettuata sulla ricetta vidimata dall‘ ULSS); eventuali rinnovi delle autorizzazioni per i pz in ADI o ADIMED in scadenza (su apposita modulistica); richiesta di autorizzazioni per i nuovi pz da seguire a domicilio in regime di ADI o ADIMED (su apposita modulistica).