Noi Etruschi … di Perugia

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DIREZIONE DIDATTICA di CORCIANO
SCUOLA PRIMARIA “BRUNO CIARI “ di CHIUGIANA
CLASSE VB
Noi
Etruschi … di Perugia
Anno scolastico 2014-2015
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PROGETTO “NOI ETRUSCHI”
Attività di ricerca didattica
rivolta agli alunni delle classi quinte
delle scuole primarie di Perugia, Corciano, Assisi
anno scolastico 2014/2015
Chiugiana, 25 aprile 2015
Il laboratorio storico sullo studio degli Etruschi, cui hanno partecipato i bambini e le
bambine, si è svolto attraverso tre fasi:
 Una prima ricerca - utilizzando libri e materiali della Biblioteca di Lavoro della
scuola- per la decodifica di informazioni mirate alla conoscenza globale del
quadro di civiltà;
 Ricerca di fonti per scoprire le tracce storiche lasciate dagli Etruschi nella
nostra città di Perugia, conoscendo nuove ipotesi sulla cultura di questo
popolo, sorte dopo le scoperte dell’ing. Luciano Vagni;
 Sopralluoghi a Perugia etrusca: le mura, le porte, il santuario sotto la
Cattedrale di San Lorenzo, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria,
Ipogeo dei Volumni e successive rielaborazioni di gruppo, di classe,
individuali.
Ins. Licia Boemio
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Lavoriamo come lo storico
 Prima di tutto verifichiamo dove sono state trovate le fonti, perché
raccontano la storia di quel luogo
 Poi facciamo ipotesi sulla base dei documenti
Quali informazioni ricaviamo dalle due fonti (materiale e iconografica)?
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IL TERRITORIO
1) Quali antichi popoli convivano in Italia?
2) Anticamente, come sai, la maggior parte del commercio avveniva per mare o per fiume.
Secondo te, quali popoli potevano incontrarsi durante la navigazione lungo il Tevere?
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ELENCA DA SUD A NORD LE CITTÀ DELLA DODECAPOLI ETRUSCA
QUALI POPOLI AVEVANO FONDATO COLONIE? IN QUALI REGIONI?
QUALI RISORSE MINERARIE C’ERANO IN ETRURIA?
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Da sud a nord, da est a ovest , quasi l’intero territorio dell’Italia nel ………. Era sotto l’influenza degli
……………………….. : POPOLI DIVERSI MA UNITI IN CONFEDERAZIONE.
1350 a. - 1200 a.C. CARTINA ETRURIA CENTRALE
11 della cultura etrusca- L.Vagni)
( dal libro “Noi Etruschi. Storia




La cartina ci dice che ogni città era tra due ……………………………………. .
Perugia tra quali fiumi era collocata?
L’Etruria Centrale era racchiusa all’interno di confini naturali, cioè tra il mare e due fiumi:
Quali?
Elenca le città dell’Etruria Centrale e i fiumi che le delimitano.
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SISTEMA IN UNO SCHEMA O MAPPA LE INFORMAZIONI RICAVATE DALLE CARTINE, POI PREPARA
UN DISCORSO, QUINDI DAI UN TITOLO.
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ETRUSCHI, ORIGINI MISTERIOSE?
MAESTRA
La Storia cambia nel tempo: nuove scoperte archeologiche portano gli studiosi a nuove tesi sul
Passato dei popoli. Gli storici a volte non formulano le stesse ipotesi e così può accadere che le
informazioni non siano le stesse. Noi prendiamo in considerazione tutte le ipotesi, senza censure,
perché la conoscenza non deve avere barriere. Ricordate la censura che Galileo Galilei aveva
dovuto subire dal Papato sulla verità della rivoluzione della Terra intorno al Sole?
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Informazione
QUANDO?
La civiltà degli Etruschi forse inizia a farsi strada a partire dal X secolo a.C. nelle aree più centrali
della penisola italiana (Toscana, Umbria,Emilia), ma, in seguito a recenti scoperte e studi, le sue
origini sembrano essere molto più antiche: circa 1700 a.C.
DOVE?
 Alcuni affermano che gli Etruschi siano migranti Indoeuropei venuti dal nord
 altri dicono che sono migranti asiatici, provenienti dalla mitica Mesopotamia.
 Altri ancora affermano che la civiltà etrusca è autoctona (indigena, locale).
 Gli storici romani vantano origini etrusche, mentre gli storici greci si vantano per aver dato
inizio alla civiltà etrusca.
Tito Livio, storico dell’antica Roma, infatti scrisse che dopo la conquista di un territorio era
consueto che “Una nazione vittoriosa incorporasse i titoli e le glorie delle nazioni
soggiogate e che più non avevano la forza di risentirsene”. Dunque gli Etruschi, secondo
Tito Livio, sono le fondamenta della cultura romana.
Il greco Erodoto, invece, attribuì le origini etrusche ai Greci. Era convinto che gli Etruschi
venissero dalla Lidia e ne dava una spiegazione che usciva dalla storia per sconfinare nel
mito. Per Erodoto, dunque, gli Etruschi non erano altro che Greci emigrati in Italia.
Evidentemente gli Etruschi erano un popolo di cui essere orgogliosi se tutti desideravano avere
o dare radici etrusche!
Di certo gli Etruschi seppero mescolarsi con le popolazioni italiche, influenzandole e
determinandone un notevole progresso sia culturale e tecnico che sociale, stimolando tra l'altro la
nascita delle prime città-stato italiche.
Della loro storia e cultura ci parlano solo scritti romani e greci, perché non ci sono che pochi
documenti scritti etruschi. Come mai? I Romani, che li soppiantarono, distrussero i documenti
scritti oppure la civiltà etrusca era tramandata oralmente?
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- Secondo Ellanico di Lesbo, storico greco del V secolo a.C.,
gli Etruschi sarebbero stati PELASGI, popolo mitico
originario della Grecia settentrionale e poi emigrato in
varie regioni del Mar Mediterraneo, i quali si sarebbero
stabiliti nella zona dell'Etruria dandosi il nome di Tirreni.
- Secondo il linguista Massimo Pittau gli Etruschi
proverrebbero dalla Lidia, in accordo con il racconto di
Erodoto. Tale migrazione, tuttavia, sarebbe avvenuta per
tappe, prima in SARDEGNA, dove avrebbe dato origine
alla CIVILTÀ NURAGICA attorno al XIII secolo a.C., e
quindi sulle coste tirreniche dell'Italia centrale, dove la
civiltà etrusca si sarebbe sviluppata a partire dal IX secolo
a.C
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CONOSCIAMO IL MONDO ETRUSCO ATTRAVERSO I DOCUMENTI
(DA UN TESTO DI PLINIO IL GIOVANE – SCRITTORE E SENATORE LATINO, CIOÈ DELL’ANTICA
ROMA)
Plinio aveva fatto costruire una villa a Tifernum Tiberium (città di Castello) e così scriveva in una
lettera:
“Il paesaggio è molto bello. Immagina un anfiteatro immenso creato dalla natura. Una piana vasta
e spaziosa è cinta da montagne che hanno sulla sommità boschi di alto fusto. Qui la selvaggina è
abbondante. I versanti dei monti scendono dolcemente a valle, ricoperti di ricche e abbondanti
colture. Ai loro piedi si stendono i vigneti, che formano regolari filari.
In mezzo alla campagna prati e terreni da grano. I terreni sono fertili, perché l’acqua è
abbondante. Il fiume Tevere attraversa la campagna ed, essendo navigabile, porta alla città i
prodotti della campagna. Dovunque si posa lo sguardo, il paesaggio rallegra l’animo. Esso è un
quadro di grande bellezza”.
USANZE DELLA VITA RURALE
Da un testo dello storico Tito Livio, vissuto nell’antica Roma
“L’Etruria è ricca di cereali, di olivi, di frutteti, di viti, di frumento coltivati in campi
geometricamente ordinati. Essi hanno anche dei depositi per conservare il grano per i
periodi di carestia.
I pascoli sono abbondanti e il bestiame è ben pasciuto e ben nutrito. Nota è la produzione di
“pecorino” in forme enormi che pesano anche 1000 libbre(327 kg).
Gli Etruschi hanno dimostrato inventiva per risolvere i problemi di idraulica e volontà e
capacità di dominare le acque della terra. Essi infatti costruiscono canali e fogne. In questo
modo riuscirono anche a bonificare paludi “
Varrone (scrittore latino):
“Anche l’allevamento dei maiali è molto diffuso fra gli Etruschi. Ci sono immense fattorie di
maiali lungo il Tevere, con i porcari davanti che, soffiando sulla bùccina impedivano agli
animali di perdersi. I maialini venivano addestrati da piccoli a seguire il porcaro che
suonava la bùccina” (strumento a fiato … bisnonno tromba )
INFORMAZIONE:
Nel museo di Firenze ci sono molti attrezzi agricoli etruschi. Ci sono zappe, vanghe,
roncole per potare, falci e due aratri che ci fanno capire il metodo di lavoro. Gli attrezzi
sono di ferro e bronzo.
Tito Livio scrive anche che il proprietario rurale usava fabbricare sul posto tutto ciò che era
necessario alla coltivazione, alla conservazione e alla vendita dei suoi prodotti. Così nella
fattoria abitavano contadini, operai, medici, artigiani.
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Tito Livio conclude: “È proibito a tutti di uscire, ad eccezione dell’intendente e dello schiavo
incaricato delle provviste e delle commissioni”.
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TOPINI di BIBLIOTECA
Abbiamo cercato nella Biblioteca di Lavoro della scuola fonti di informazione sulla vita degli
Etruschi per ricostruire il loro quadro di civiltà.
Abbiamo selezionato insieme alla maestra le informazioni tra enciclopedie, monografie,
fascicoli prodotti nel passato da altre classi ed abbiamo visitato anche siti internet.
Poi -per gruppi di lavoro- abbiamo sintetizzato le informazioni; infine le abbiamo condivise con
gli altri nell’intergruppo e ne abbiamo ricavato un documento unico per tutti … da studiare!
Ecco la lista degli argomenti selezionati e le rispettive fonti:
 Attività lavorative degli Etruschi da “ Gli Etruschi” di Vallardi- ediz. Garzanti
 Fascicolo prodotto da una classe della nostra scuola nel 1982
 Il commercio da “Gli Etruschi” di Raymond Bloch
 La società etrusca di Heurgon Jacques
 Strade e mezzi di trasporto - VALLARDI, storico
 Così gli Etruschi fondavano e progettavano una città di J.Heurgon
 Noi Etruschi. Storia della cultura etrusca – Luciano Vagni
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SCRITTURA
La lingua parlata dagli Etruschi era diversa da tutte le lingue conosciute.
Piccolo vocabolario etrusco:
aisar, dio.
an, egli, ella.
apa, padre.
ati, madre.
avil, anno.
clan, figlio.
eca, questo.
fler, offerta, sacrificio.
hinthial, anima.
lauchum, re.
lautun, famiglia
mi, mini, Io, me
mul-, offrire, dedicare
neftsh, nipote
puia, moglie
rasenna or rasna, Etrusco
ruva, fratello
spur- or shpur-, città
sren or shran, figura
shuthi, tomba
tin-, giorno
tular, confini
tur-, dare
zich-, zilach, magistrato
CHE COSA È?
LO SCOPRIREMO IN UNA DELLE PROSSIME USCITE
ALLA SCOPERTA DI PERUGIA ETRUSCA
PERUGIA ETRUSCA
Numerali:
Alfabeto scritto su un fondo di vaso
trovato a Poggio Moscini (Bolsena)
1. thu
6. huth
2. zal
7. semph
3. ci
8. cezp
4. sha
9. nurph
5. mach
10. shar
Alfabeto modello inciso su una tavoletta di avorio,
trovato a Vulci.
I ROMANI COSA SCRISSERO sugli ETRUSCHI?
I Romani ci parlano di un popolo profondamente religioso ed esperto in tutto ciò che riguardava
l’astronomia e la divinazione. In base alla posizione degli astri nel cielo, infatti, essi
progettavano le città e la vita quotidiana. Scienza astronomica e divinazione coincidevano per gli
Etruschi. La conoscenza delle "cose religiose" era talmente importante da venir tramandata di
padre in figlio, nelle famiglie aristocratiche, e prendeva il nome di Etrusca Disciplina.
A detta di Festo1, avevano una risposta a ogni cosa: quali dovevano essere i riti se si voleva
fondare una città, consacrare un tempio, per l'inviolabilità delle mura; in che modo doveva
essere divisa la popolazione, come si doveva organizzare l'esercito e via elencando.
La Disciplina era trasmessa attraverso raccolte di scritti che conservavano la dottrina di
generazioni di aruspici (dal latino haruspex, chi osserva le viscere). La nascita della Etrusca
Disciplina viene, dalle fonti e dalle leggende, attribuita al fondatore stesso della civiltà etrusca,
Tarconte, il quale, mentre stava arando un campo, fu sorpreso dall'apparire, da un solco, di un
genio bambino "con le sembianze di un vecchio" (Cicerone).
Il nome di questa strana creatura era Tagete e cominciò ad insegnare a Tarconte i fondamenti
dell'aruspicina e i riti di fondazione delle città. Le parole di Tagete vennero accuratamente
trascritte e formarono la “sacra scrittura” divisa in tre grandi gruppi di libri, che nella versione
latina erano detti, rispettivamente, Aruspicini, Fulgurales e Rituales. Questi libri sono introvabili,
spariti nel nulla. Ce ne parlano alcuni scrittori greci e romani tra cui Cicerone (Cic. de Div. 2.23), e
pure poeti tra i quali Ovidio (Ov. M. 15, 558).
 I LIBRI ARUSPICINI, attribuiti all’insegnamento di Tagete, trattavano dell’interpretazione
delle viscere degli animali.
 I LIBRI FULGURALES contenevano la dottrina dei fulmini ed erano fatti risalire alla
rivelazione della ninfa Vegoia, che rivelò anche le pratiche per la delimitazione dei
confini (come usare groma e gnomone necessari per fondare una città).
 I LIBRI RITUALES riguardavano le norme di comportamento da seguire nelle varie
circostanze della vita pubblica e privata: di essi facevano parte i Libri Fatales, sulla
suddivisione del tempo e i destini e i limiti della vita degli uomini e degli Stati; i Libri
Acherontici, sul mondo dell’oltretomba e i riti di salvazione; e gli Ostentarla,
sull’interpretazione dei prodigi e dei fenomeni naturali.
I sacerdoti etruschi, gli Haruspices ( Aruspici) dividevano il cielo in sedici regioni.
Secondo la dottrina etrusca, il cielo si divide in una parte pòstica nella quale si trova il polo
celeste, che rimane nella sua posizione pressoché immutata, e in una parte àntica costituita dalle
costellazioni che vi ruotano attorno. Le costellazioni si trovano a sud del polo celeste,nella zona
dove transita il Sole e vengono rappresentate nel cielo etrusco, diviso in tante parti quante sono
le costellazioni.
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Tribuno della plebe romano nel 100 a. C., quindi pretore (92) e propretore (90), vinse gli Etruschi nella guerra
sociale.
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Per gli Etruschi il cielo ha un rapporto di corrispondenza tra polo celeste, costellazioni, terra e le
attività umane. Il cielo in particolare interagisce con la terra una volta al giorno quando i loro assi
coincidono, cioè quando la Via Lattea, il decumano del cielo (la linea est-ovest), coincide con
l’asse est-ovest della Terra.
Il cielo etrusco è diviso dunque in costellazioni che sono in corrispondenza con i microcosmi
presenti sulla terra: la divisione in ampi territori, a loro volta suddivisi in spazi più piccoli, come
campi, boschi sacri o città e così via fino ai templi.
L’intera Etruria, i territori separati da corsi d’acqua, le città, i templi non sono costruiti a caso,
dunque, ma sulla base della posizione delle costellazioni in quel momento ritenute favorevoli.
Anche gli organismi della terra, uomini, piante e animali presentano le stesse caratteristiche del
cosmo e cioè presentano a nord una parte pòstica e a sud una parte àntica.
I cicli della vita sulla terra e la cultura etrusca
I tre cicli
Per comprendere a pieno il pensiero del popolo etrusco è necessario partire dalla sua attenta
osservazione dei fenomeni naturali, primi fra tutti i fenomeni che accadevano nel cielo,
considerato dagli Etruschi sacro. Osservavano l’alternarsi del giorno e della notte, quello delle
stagioni e dei secoli: i tre grandi cicli della nostra vita. Scientificamente i tre cicli sono:
1) Moto di rotazione della terra;
2) Moto di rivoluzione attorno al sole
3) Moto di spostamento dell’asse terrestre, attorno al quale la terra ruota, detto moto platonico
La parte sud del cielo è il suo schermo gigante che ci presenta la maggior parte di costellazioni,
che si avvicendano da est verso ovest. Per questo motivo i templi etruschi erano rivolti a sud,
sud-est o sud-ovest, e mai a nord, dove sono sempre in vista le costellazioni circumpolari vicine a
quel punto, apparentemente fisso, il polo, nel quale si pensava risiedesse la grande regia attorno
alla quale tutto l’universo ruota.
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Da “NOI ETRUSCHI. STORIA DELLA CULTURA ETRUSCA” – LUCIANO VAGNI
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Dal libro “NOI ETRUSCHI” dell’Ing. Luciano Vagni:
I microcosmi
“Come il sole e il giorno, rappresentano la parte àntica del cielo, così la luna e la notte
rappresentano la parte pòstica: nella parte àntica si trovano, come ci mostra il fegato
aruspicino, le costellazioni di TIN, UNI, CILEN,... in quella pòstica si trovano quelle di CEL,
TLUSCV, LETHN: ma questo solo per poco perchè dopo 12 ore per noi, o 8 ore per gli Etruschi
tutto si ribalta e le costellazioni di Cel, Tluscv, Leth le troviamo a sud nella parte àntica e
viceversa per le altre.
Nel cielo tra le due parti si ha dunque un grande travaso, nel senso che quello che è ora àntico
fra 12 ore sarà pòstico, il cerchio situato al centro della parte pòstica, il polo celeste che rimane
sempre al suo posto, a nord.
Questa è la differenza fra le due parti e queste differenze per gli Etruschi si trova in tutti gli
organismi, che sono dei microcosmi, cioè piccole entità che corrispondono al cosmo; il cielo e la
terra stessi sono un unico organismo (o microcosmo) di cui il cielo rappresenta la parte pòstica e
la terra la parte àntica, essi sono simili tra loro, ma diversi. Al cielo sono simili tutti i microcosmi
della terra, come le piante e gli animali, tutti presentano una parte pòstica ed una parte àntica e
sono soggetti alle stesse leggi fisiche dell’universo, ma tutti sono diversi fra loro”.
Come abbiamo visto nel Sarcofago degli Sposi, l’uomo è la parte pòstica, la donna quella àntica
di uno stesso microcosmo, ed è la loro diversità ad attrarli per completarsi in un unico
organismo. Questo fa sì che nell’organizzazione etrusca il ruolo della donna era paritetico, cioè
di pari dignità con l’uomo, pur riconoscendone la diversità che veniva rispettata nei diversi ruoli
assunti nella società. Il matrimonio, dunque, nato sotto il cielo sacro favorevole, era sacro : il
divorzio non era conosciuto dagli Etruschi.
Questa parità tra i sessi degli Etruschi era malvista dagli osservatori greci, basti pensare al
commento di Aristotele, il massimo filosofo greco del III sec. a.C.: “le donne etrusche non sono
serie; pensate, mangiano insieme agli uomini”.
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COS’È IL CICLO PLATONICO?
In Astronomia si definisce anno platonico o grande anno o anno perfetto il tempo impiegato dall'asse
terrestre per compiere un giro completo a seguito del movimento di precessione degli equinozi: tale
tempo ha una durata di circa 25.920 anni.
Infatti, al pari della trottola che girando su se stessa è soggetta a un movimento ondulatorio del suo asse,
anche la Terra è soggetta a un movimento ondulatorio del suo asse di rotazione che va sotto il nome di
precessione degli equinozi.
La precessione degli equinozi risulta da un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma
continuo l'orientamento del suo asse di rotazione.
L'asse terrestre subisce una precessione (una rotazione dell'asse attorno alla verticale, simile a quella di
una trottola).
Il risultato è un moto di precessione che compie un giro completo ogni 25.920 anni circa, periodo noto
anche con il nome di anno platonico, durante il quale la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia
lentamente. Di conseguenza, anche la posizione dei poli celesti cambia: infatti, tra circa 13.000 anni sarà
Vega e non l'attuale Polaris, nota comunemente col nome di Stella Polare, a indicare il polo nord sulla
sfera celeste.
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COS’È LA VIA LATTEA?
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RICORDI DELLA CLASSE TERZA …
Abbiamo conosciuto la Via Lattea in terza classe, quando abbiamo studiato i miti sulla creazione
nel mondo. Per questo motivo Elena, la nostra compagna di classe ha portato oggi il quaderno
con il mito egizio.
“ In Egitto la Terra veniva rappresentata da un dio disteso, KEB ( o GEB); sopra di lui la dea del
cielo NUT si inarca sostenuta dal dio dell’aria. Il SOLE e la LUNA navigavano sul suo corpo”.
Ecco come Elena aveva rappresentato la mitologia egizia:
Nut sembra proprio raffigurare il cielo con la Via Lattea curva sopra la Terra
Leggiamo dal libro “Noi Etruschi”:
La Via Lattea era considerata dai popoli antichi la grande madre, ben rappresentata nella pittura
egiziana da Nuth, la divinità femminile che solca il cielo in direzione est-ovest e si congiunge al dio
Geb, che rappresenta la terra, disposto in direzione est-ovest.
È questo il momento nel quale, ogni giorno, il cielo e la terra si congiungono, quando la Via Lattea
si dispone, solcando tutto il cielo, inviando sulla terra i suoi raggi cosmici.
Gli Etruschi avevano scoperto, e prima di loro certamente i Sumeri, che la Via Lattea aveva
influenza sugli organismi della terra ed era tanto importante per loro da sentirsi in obbligo di
consultarla prima di prendere le grandi decisioni, con la divinazione. Era il momento sacro nel
quale il fegato dell’agnello appena sacrificato veniva esposto al cielo mentre la Via Lattea era allo
zenit; il fegato si macchiava e quelle macchie venivano interpretate dagli aruspici per dare una
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risposta, oppure semplicemente un consiglio, a chi aveva ordinato il sacrificio. Al centro della Via
Lattea si trova una costellazione formata da cinque stelle, Cassiopea.
Martedì 17 marzo 2105
INTERVISTA ALL’ING. VAGNI
Direttore dei lavori
per il consolidamento
delle fondamenta della Cattedrale di Perugia
e scopritore, durante gli scavi, di reperti e mura
di epoca medievale, romana, etrusca.
(intervista registrata e redatta dalla maestra
per ricordare)
OGGI L’INGEGNER VAGNI CI HA FATTO L’ONORE DI VENIRE NELLA NOSTRA SCUOLA
BAMBINI: Cosa ha provato quando ha scoperto il primo strato medievale, poi lo strato di epoca
romana e, infine, quello etrusco?
ING. VAGNI:
Inizialmente ero emozionato e, compresa l’importanza dei ritrovamenti, mi sono subito
preoccupato di salvare tutto ciò che veniva riportato alla luce. Poi, ho guardato la posizione delle
mura, della fontana e del pozzo e – da ingegnere - mi sono detto che ci doveva essere un preciso
progetto di costruzione. Allora mi sono dedicato alla ricerca di varie fonti e allo studio, per
sapere tutto il possibile sugli Etruschi. Ho consultato libri di studiosi come il Demster, il Ciatti e il
Guarnacci che hanno attinto a fonti latine e medievali e altri ancora. Ho cercato di usare la mia
formazione di ingegnere unita alle informazioni dei testi ricevuti. Ho assemblato il tutto e ho
scoperto il principio di corrispondenza tra cielo – Via Lattea e le città dell’Etruria (quindi anche
di Perugia). I dieci “saecula” di durata della civiltà etrusca, cui fanno riferimento gli storici latini,
potrebbero decorrere dalla presenza di Catha ( stella di Cassiopea, costellazione che si trova al
centro della Via Lattea) su tutta l’Etruria (1700 a.C.) alla fuoriuscita dell’ultima stella di
Cassiopea dal cielo dell’Etruria (320 a.C.).
BAMBINI: Ma perché gli Etruschi cercavano la corrispondenza proprio con la Via Lattea e
Cassiopea?
La Via Lattea è piena di stelle. Gli Etruschi, ma anche gli altri popoli dell’antichità, quando,
ponendosi verso Sud, vedevano arrivare da est a ovest quel cielo così luminoso di stelle forse
pensarono che si trattasse di un evento straordinario. Gli Aruspici ponevano il fegato di agnello
sotto le stelle di Cassiopea (la costellazione al centro della Via Lattea) e vedevano che si
ricoprivano di macchie. Essi le interpretavano e traevano indicazioni. Per gli Etruschi il
microcosmo- Terra, uomo, animali, Natura dovevano rispecchiare l’armonia del macrocosmo
Universo che era allo zenit. La corrispondenza con Cassiopea allo zenit avveniva ogni giorno
dell’anno in ore diverse: ad esempio a mezzogiorno il 21 di marzo, alle 18,00 il 21 giugno, alle 24
il 21 settembre, alle 6,00 il 21 dicembre. Quando, poi, Cassiopea con il tempo si spostava verso
Nord, gli Etruschi la “inseguivano” e costruivano altre città in altre latitudini.
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BAMBINI: Dove è nata la civiltà etrusca e quanto è durata?
ING. VAGNI: La civiltà dell’Etruria seguendo gli spostamenti della Via Lattea sarebbe sorta intorno
al 2050 a.C., con _Cas che è giunta da sud sul cielo di Ostia, e sarebbe giunta a completamento
all’estremo nord, intorno al 1700 a.C., con _Cas che ha raggiunto la parte più a nord dell’Arno, a
43°45’ di latitudine nord, nei pressi di Firenze; la fase discendente sarebbe iniziata nel VII sec.
a.C., con Shedar, l’ultima stella di Cassiopea che è uscita dallo zenit di Ostia per salire a nord, e
sarebbe terminata definitivamente nel 320 a.C., con l’uscita di Shedar all’estremo nord).
La durata effettiva della civiltà in Etruria, seguendo i movimenti della Via Lattea, potrebbe essere
considerata dal 1700 a.C. al 700 a.C., cioè dalla fase del suo completamento a quella dell’inizio
della fase discendente.
In realtà però fino all’uscita dell’ultima stella di Cassiopea
all’estremo nord dell’Etruria, avvenuta nel 320 a.C., la parte
pòstica dell’Etruria ha resistito, ed è in tale periodo che può
considerarsi effettivamente terminata la loro civiltà, che
coincide con la resa di Perugia, l’ultimo baluardo a nord
dell’Etruria.
Sulla nostra carta geografica, l’Ing. Vagni, mentre spiegava la sua
tesi, ha tracciato col gesso tre espansioni dell’Etruria da sud a nord,
all’inseguimento della Via Lattea
BAMBINI: Perugia quando è stata fondata?
ING. VAGNI: Questa ricostruzione è fedele alle date degli
studiosi sopra citati. Ho ipotizzato che la pianta di Perugia
corrispondesse perfettamente con la “pianta del cielo ”
rappresentata nel fegato aruspicino ritrovato a Piacenza. Con
il programma stellarium, ho potuto ipotizzare anche la data di
fondazione di Perugia, perché la posizione del pozzo sacro del santuario sotto la cattedrale è
obliqua e si trova proprio all’incrocio tra il cardo e il decumano massimo della parte postica e
coincide con la posizione dell’Orsa Minore del 1100 a.C. del 21 febbraio e nel momento sacro
prossimo alla divinazione (Cassiopea sta per raggiungere lo zenith dell’Etruria); è questo il giorno
e il mese astronomicamente più probabili in cui la città è stata fondata, in un anno molto
prossimo al 1100 a.C.
MAESTRA: Come è possibile che gli Etruschi abbiano fondato Perugia intorno al 1100 a.C.,
quando le mura risalgono al IV sec. a.C.?
ING. VAGNI: Le mura delle città certamente sono state rifatte più volte, certamente inizialmente
erano in legno e poi sono state fortificate, ma gli Etruschi non ne hanno mai cambiato la
posizione, perché racchiudevano un recinto sacro; lo stesso può essere accaduto per il santuario,
per il tempio sacro, per la fontana sacra. Questa corrispondenza ci spiega finalmente il motivo
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della posizione sghemba del santuario e del tempio di Perugia rispetto agli assi celesti e del pozzo
sacro: corrisponde al carro dell’Orsa Minore quando si trovava il 28 febbraio del 1200 a.C.
BAMBINI: Oltre a lei, chi asserisce la sua ipotesi?
ING.VAGNI: La mia tesi collima con gli storici medievali e con qualche studioso odierno. Gli
archeologi studiano i reperti secondo il loro punto di vista specifico, invece si dovrebbero
studiare gli scavi con la sapienza di più discipline: ingegneria, architettura, astronomia,
archeologia …
Io ho osservato gli scavi nell’insieme e ho cercato di capire il senso della collocazione di quelle
mura, di quella fontana, di quel pozzo: si trattava di un santuario etrusco, edificato in armonia
con il cielo e da qui è nata la mia ipotesi che gli Etruschi basavano la loro vita sulla
corrispondenza tra cielo e terra. Gli Etruschi o - per meglio dire- quei popoli (Pelasgi/ Tirreni
/Etruschi) che migrando da oriente in occidente, da sud a nord si sono incontrati ed hanno
condiviso la stessa tradizione di guardare il cielo e di adattarsi all’armonia celeste considerata
divina, sacra.
GRAZIE INGEGNER VAGNI!
In classe abbiamo osservato con il programma Stellarium il cielo di Perugia ( Latitudine 43.06e
Longitudine 12.38) nel giorno 21 febbraio dell’anno 1100 a.C alle ore 12:00. INCREDIBILE! Al
polo celeste c’è l’Orsa Minore che sembra la pianta del santuario etrusco sotto la cattedrale di
Perugia. Cassiopea è allo zenit.
Abbiamo anche visto il cielo sopra Giza (Lat N 30°01’) nel nascere della civiltà egizia (-3500)
orizzonte Sud alle ore 12:00 del 21 febbraio: allo zenit c’era Cassiopea! È solo una meravigliosa
coincidenza o davvero i popoli hanno inseguito la Via Lattea?
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… Alla SCOPERTA DEGLI ETRUSCHI PERDUTI
Visita a Perugia etrusca (19 marzo 2015)
All’interno del chiostro a sinistra della cattedrale, abbiamo visto il punto cardinale dove si trova il
pozzo sacro (sotto la pavimentazione) e lo abbiamo ritrovato sulla pianta di Perugia e in
corrispondenza anche sulla “pianta” del cielo rappresentata nel fegato aruspicino. Il cardo (asse
nord- sud) della città è diretto a nord verso il pozzo sacro e a sud verso il Palazzo comunale.
Si prosegue lungo via Bontempi e si raggiunge l’Arco del Giglio ( o dei Gigli).
PERUGIA NORD-EST
PIAZZA PICCININO
Pozzo etrusco: se facciamo la corrispondenza tra il fegato aruspicino, vediamo che si trova sul
decumano massimo della parte postica, esattamente a metà precisa tra il Pozzo Sacro (sotto la
cattedrale) e le Mura della città.
ARCO DEL GIGLIO
(Prima delle scoperte archeologiche sotto la cattedrale, la sua base era
considerata Porta Etrusca di nord-est ed erroneamente era chiamata
anche Porta Sole).
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Notiamo subito che la base ha le inconfondibili grandi pietre squadrate di travertino delle mura
etrusche, mentre la parte superiore ha il tipico arco ad ogiva medievale(evidentemente l’arco è stato
ristrutturato molti secoli dopo gli Etruschi).
L’in. Vagni ci ha detto che sotto la cattedrale c’è una strada etrusca, che è larga 13 piedi, cioè m.3,96
(un piede=0,30m). Una porta, per far passare i carri, doveva per forza essere più larga, doveva
misurare, perciò, almeno 14 piedi (4,26 m).
Misuriamo l’ampiezza della porta. Tutti noi, certi che sia
una porta etrusca, quando Alessandro, con il passo lungo
circa 1 m, ne ha fatti tre (=3m) abbiamo pensato di aver
sbagliato: come può essere una porta più stretta della
strada larga circa 4 metri? Allora Alessandro si è spostato
esternamente alla porta e questa volta i passi erano 4: in
realtà a destra c’è la base dell’arco, ma, a sinistra, la base
è posta più indietro, dunque la vera misurazione è la
prima: 3 m. Allora l’Arco del Giglio non è una porta
etrusca?
Nuove ipotesi
Certamente questa che vediamo è una porta edificata dai Romani sulle antiche mura etrusche: per
la posizione, infatti, è molto più in alto delle fondazioni delle mura, quindi questa porta è come una
“finestra” sulle antiche mura poste anche sotto la strada. (Il livello più basso delle mura etrusche si
vede guardando la ripida discesa a sinistra).
La vera Porta del Sole etrusca sembra avesse la sua collocazione originaria poco distante da qui, nel
punto più alto della città, l’omonimo Colle del Sole.
Questa zona di Perugia corrisponde -nel fegato aruspicino- alla parte estrema EST del decumano
massimo della parte postica e precisamente alla zona celeste di CULSAN ALPAN (= offerta a Culsan).
Culsan del cielo etrusco è da noi conosciuta con il nome di REGOLO, della costellazione del LEONE.
Da queste parti, secondo l’ing.Vagni e conoscendo gli Etruschi, ci dovrebbe essere un tempio
dedicato proprio a Culsan.
UN TEMPIO ETRUSCO DA SCOPRIRE? DOVE?
Lasciando alle spalle Porta del Giglio, a
sinistra 30-40 metri più in alto, si
ipotizza ci sia il Santuario etrusco
dedicato a Culsan.
Per trovarlo, si torna indietro e, da via
Bontempi, si sale a Porta Sole, verso la
chiesa di San Severo. Abbiamo visto un
pilastro etrusco-romano rivestito con
pietre e coronato da un capitello dorico:
all’interno e qui, sotto le fondamenta
della chiesa, c’è il tempio di Culsan?
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PERUGIA NORD
Proseguendo lungo le mura medievali di
Porta Sole, da Piazza Rossi Scotti si scende
per la gradinata fino a Via Scoscesa. Qui si
osservano le mura in forte pendenza che
vengono dall’Arco Etrusco.
Abbiamo visto che gli Etruschi erano bravi
ingegneri: le mura, dal basso in alto, sono
inclinate verso l’interno: conoscevano la
legge fisica del baricentro?
Inoltre sappiamo che gli ingegneri etruschi, costruivano le mura senza usare la malta, dunque erano
assemblate “ a secco”, combaciando perfettamente. Nei punti
critici, erano poste delle pietre come “zeppe”.
Quando è stato costruito l’Arco Etrusco?
Probabilmente l’Arco Etrusco non è stato costruito quando è
stata fondata la città, ma nel periodo romano delle guerre tra
Perugia e Roma. L’Arco Etrusco è stato concepito per creare la
quarta porta ed eseguire così due vie principali, direzione
Arco Etrusco prima del restauro: tra i conci non c’è malta
cardo-decumano.
Guardando la piantina del cielo-fegato etrusco, l’arco etrusco sotto quale stella-divinità è posto?
( a TLUSCV naturalmente!). Qui senza dubbio l’arco misura più di quattro passi di larghezza, cioè più
di quattro metri, quindi è etrusco in quanto è più largo della strada del Santuario Etrusco, la strada
circolare della città.
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Qui, 250 a.C. circa, gli Etruschi minacciati dall’invasione dei Romani, edificano le mura viste lungo via
Bartolo e l’Arco Etrusco. La larghezza dell’arco-porta è circa 4.20 m, dunque è etrusca (ricordando la
larghezza delle strade etrusche).
La parte superiore dell’arco sembra costruita con materiali e tecniche differenti. In effetti la parte
superiore risale all’epoca romana. La loggia disposta sul torrione sinistro è del 1500 circa, mentre
l'arco superiore venne murato intorno al 1740. Sono ancora ben visibili due scritte: "AUGUSTA
PERUSIA" e "COLONIA VIBIA". La prima è in onore di Ottaviano Augusto che, dopo aver saccheggiato
e distrutto la città (in seguito alle lotte di successione scatenatesi dopo la morte di Cesare, fra lo
stesso Ottaviano e Lucio Antonio, che s'era rifugiato a Perugia), ne ordinò la riedificazione. La
seconda, invece, in onore di Vibio Treboniano Gallo, cittadino perugino che, per pochi anni, fu
imperatore (III secolo d.C.). Nel 780 gli enormi portali in bronzo furono tolti e portati a Roma.
Salendo da Via Battisti si vedono, verso ovest, tutte le mura e si nota che sono rimaste integre. Ad un
certo punto non sono più in salita, ma sulla linea orizzontale: forse qui c’era la porta di fondazione
della città. Giunti a Piazza Cavallotti, si fa presente che ci si trova sopra la strada etrusca posta sotto
la cattedrale (che vedremo nella prossima uscita). In cima alla via, a destra, si vede oltre il parapetto,
l’acquedotto romano (anticamente ricoperto da una condotta forzata fatta di piombo).
PERUGIA NORD OVEST
PORTA TRASIMENA
Abbiamo attraversato Piazza Cavallotti (dove abbiamo visto il punto in cui,
sotto la piazza, c’è la via etrusca. Noi siamo scesi in via dei Priori: di fronte
a noi via della Cupa (che abbiamo percorso).
Se si prosegue, invece, lungo via dei Priori si vede Porta Trasimena ( o
Porta di San Luca). Questa ha alla base le tipiche pietre squadrate delle
mura etrusche, ma la parte superiore è medievale, esattamente come
l’Arco del Giglio. La porta Trasimena è larga 4,20 metri. La larghezza ci
dice che potrebbe essere etrusca, ma la posizione dimostra di no. Secondo
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i recenti ritrovamenti, infatti, la porta Trasimena non può essere etrusca, ma è romana. Anche per
Porta Trasimena, infatti, vale l’ipotesi dell’arco del Giglio. Probabilmente i Romani l’hanno spostata
qualche decina metri più a sud ovest, per avere un ingresso rettilineo e dunque facilitato: le truppe
romane, per tenere sotto sorveglianza la ribelle Perugia etrusca, avevano bisogno di entrare e uscire
in massa e velocemente e potevano farlo da una porta posta in linea retta e non rientrante come
l’originale porta etrusca.
Se ci troviamo di fronte a Porta Trasimena, a destra c’è via del Poggio, che si affaccia su San
Francesco al Prato. Lungo via del Poggio si può vedere un altro tratto delle mura etrusche . Qui una
chiesetta (Chiesa di SELV= Chiesa della luce). La porta Trasimena etrusca corrisponde alla parte
estrema Ovest del decumano massimo parte postica di Perugia. Ed è opposta a Porta Sole etrusca.
Corrisponde a Selva del fegato aruspicino.
Perugia SUD - OVEST
Noi, per mancanza di tempo, non siamo andati verso via del Poggio e verso Porta
Trasimena, ma abbiamo proseguito da via dei Priori verso via della Cupa e abbiamo
percorso le scalette di via Canapina, dove abbiamo visto un altro tratto delle mura
etrusche.
Risaliti da via Canapina e passata la piazza del Drago possiamo vedere un altro tratto delle mura
etrusche sulla destra affacciandosi dalla scala che scende al parco della Cupa. Si vede chiaramente
la POSTIERLA, una piccola porta a d arco dove probabilmente erano convogliate tutte le fognature
della città: la città infatti era praticamente un piano inclinato con la parte più bassa posta ad ovest
quindi è logico che le fognature fossero convogliate nel grande fosso della Cupa che appunto è ad
ovest.
Dopo il cancelletto, proseguendo per via della Cupa, c’è l’antica chiesa di
Santa Maria della Valle. Proprio qui sopra nel cielo etrusco brillava CATH (la
stella che noi chiamiamo Capella, della costellazione Auriga). Questo è il
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punto ovest del decumano divisore: separava la parte postica dalla parte àntica ed era la sezione più
“stretta” del “busto-città”. Le chiese erano spesso costruite su antichi templi: qui sotto sorgeva il
tempio dedicato a Cath?
La zona opposta a questa, cioè dalla parte est della linea, si trova tra corso Vannucci e Piazza
Matteotti. ( Dalla via sottostante, via Pellini ad altezza Galleria Kennedy, le mura si vedono
benissimo).
Qui ci siamo fermati a guardare in fondo alla via: il punto estremo corrisponde con il “becco del
Grifo” della cartina di Perugia, dove sotto ci sono le mura sud ovest etrusche (se capovolgiamo la
cartina di Perugia, la curva stretta delle mura sembra dare forma al becco di un grifo). Se avessimo
proseguito verso il “becco”, passando per piazza Mariotti, avremmo visto la chiesa dell’Annunziata.
Lì sopra, secondo il fegato aruspicino, c’era Lusl … e qui c’era anche il suo tempio?
Oltrepassando piazza Mariotti , proprio dritto in discesa avremmo visto l’Arco della
Mandorla (o Porta Eburnea), che ha le stesse caratteristiche dell’arco del Giglio. Sulle
pietre ci sono ancora resti di antiche scritte romane VB: probabilmente c’era scritto
"AUGUSTA PERUSIA, COLONIA VIBIA" (apposta probabilmente su tutte le principali
entrate della città dai Romani, che amavano siglare la propria potenza). L’arco è largo è
circa 3,10 m. Probabilmente era una porta pedonale romana, ma alla base e sotto il manto stradale ci
sono mura etrusche che sono state interrate a valle e scavate a monte dai Romani.
Non avendo percorso via della Cupa, siamo risaliti verso Corso Vannucci e abbiamo raggiunto Porta
Marzia.
PERUGIA SUD
PORTA MARZIA
La Porta Marzia è stata demolita e
ricostruita nel 1540 dall’architetto
Sangallo quando ha edificato la Rocca
Paolina su ordinazione del papa Paolo
III.
Il papa, infatti, aveva voluto costruire la
fortezza sul colle Landone, distruggendo
il quartiere di Santa Giuliana e l’intero
quartiere dei Baglioni, la famiglia
perugina più invisa al papa. Il Gallo lasciò
"le case, le livellò alla stessa altezza,
tagliando i piani alti e alzando le case
basse per poter costruire il piano superiore e il soffitto della Rocca. Noi abbiamo visto, infatti, i resti di
alcuni edifici che erano dei Baglioni.
L’architetto Sangallo, non volendo distruggere la porta etrusca, ne fece smontare la parte superiore
e la fece ricomporre dove è visibile oggi, all’ingresso della Rocca.
Chi trova all’interno la base dell’antica porta etrusca?
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LA RICERCA DEI REPERTI ETRUSCHI RIPRENDE!
Appena entrati, abbiamo subito trovato, a circa 5 metri dall’ingresso,
le basi etrusche sia a sinistra che a destra.
Dalla Porta Marzia, le mura si dirigono, attraversando l'attuale via
Marzia, verso Porta Sant'Ercolano (o Porta Cornia), poi sbucano in via Oberdan (le mura corrono
sotto la strada ed entrando nel ristorante "del Sole" si può vederne un tratto), poi ancora le mura
proseguono verso via Alessi e si ricongiungono a Porta Sole (nei sotto arco del Giglio).
LA FONDAZIONE di PERUGIA
Salendo all’interno della Rocca Paolina, giungiamo nel portico del palazzo della Prefettura (dove
abbiamo fatto l’esperimento della direzione delle onde sonore) e scendiamo su Piazza Italia, la piazza
più importante sul colle Landone, nella parte postica della città di Perugia: al centro della piazza
abbiamo visto la statua di Vittorio Emanuele che, come vediamo dalla cartina, si trova esattamente
su cardo della città. Poco più a nord si trova il
palazzo Donini, attraversato dal cardo e nel
punto d’intersezione tra il cardo e il decumano
della parte antica si trova, secondo l’Ing. Vagni,
il punto di fondazione, ovvero il punto dal quale
l’aruspice ha puntato il polo celeste con il lituo e
ha trovato i due punti x e y che determinano la
larghezza del decumano massimo della parte
postica della città.
Dal testo dell’ingegner Vagni, scopritore del “tesoro” archeologico sotto la cattedrale e studioso di
storia etrusca:
“La città è impostata cosmicamente in modo perfetto. Se ricerchiamo il cardo massimo ( linea nordsud dove la città ha la massima altezza) vediamo che esso si trova in corrispondenza dell’ansa a nord
(attacco del collo nel busto-città) e “dell’inguine” a sud. Se ricerchiamo il decumano massimo
troviamo che esso è la linea est-ovest che si incontra con il cardo nel pozzo sacro del santuario
all’interno della cattedrale. Nella parte più stretta individuiamo il decumano dividente che separa la
parte pòstica dalla parte àntica della città e vi notiamo il decumano massimo in corrispondenza della
protuberanza posta a sud-ovest. Tutte queste linee, cardo e decumano, sono cosmicamente legati tra
di loro in modo incredibilmente perfetto”.
1) Tornati in classe, grazie alle foto, ricostruiamo tutte le tappe della nostra
passeggiata per Perugia etrusca
2) Ritroviamo i luoghi - in parallelo- sia sulla pianta di Perugia, che su quella
del fegato aruspicino.
3) Trascriviamo su una griglia tutti i dati della nostra uscita: pianta di Perugiapianta fegato aruspicino
(vedi pagine seguenti)
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FACCIAMO IL PUNTO
Nella cartina sono riportati i luoghi dove ammirare le mura etrusche. Alcuni monumenti –
come il palazzo delle Poste in Piazza Matteotti- indicano la locazione sottostante delle mura,
che non si vedono. La linea circolare rossa indica il percorso delle mura etrusche come se
fossero tutte integre e visibili.
Chi volesse scoprirne di più, potrebbe affacciarsi al muretto della Facoltà di Lettere per vedere
un tratto di mura simile a quello di via Battisti (dopo Arco Etrusco). Se poi è aperto il portone
dell’Università, si chiede di poter entrare e scendendo al piano inferiore si vedono le mura
etrusche da dentro, scavate quando è stato costruito l’edificio. Nell’ampia sala è posto un
cippo che, in latino descrive la costruzione di una strada, la via Turrena, dall’altare di Silvano
(l’etrusco Selvan ) a quello di Tlennasis: osservando il fegato aruspicino, la parte ad Ovest è la
zona di Selva e quella a Sud è quella di Tin Thne: corrisponde al Tlennasis del cippo? Forse la
via Turrena si chiama così perché passa per Tur, la divinità Turan che per gli Etruschi, nel
periodo tardo della loro civiltà, adoravano come divinità dell’amore e della bellezza, a cui si rifà
la Venere romana?
ARMATI di CARTE e MAPPE, TORNIAMO TUTTI con AMICI e FAMILIARI
alla SCOPERTA degli ETRUSCHI per TROPPO TEMPO “PERDUTI”, cioè DIMENTICATI!
9 aprile 2015
Ritorniamo nel centro storico di Perugia per visitare gli scavi sotto la cattedrale.
1)
2)
3)
4)
Noi andremo a vedere:
L’Altare sacro posto a sud ovest del santuario;
Il Tempio situato nell’angolo sud-est del santuario, orientato a sud est e situato sotto
l’altare maggiore dell’attuale cattedrale;
A nord-ovest la strada della città, che segue il perimetro circolare delle mura;
Il pozzo sacro che è situato nell’angolo nord-ovest del santuario e si trova al centro della
parte pòstica sia della città che del fegato aruspicino, nel punto d’incontro tra il
decumano massimo e il cardo.
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Sotto la passerella l’altare sacro
SCRIPT
1) Due elementi circolari in travertino, eseguiti con conci (pietre) a semicerchio: sono le
fondazioni di pilastri probabilmente in legno che sostenevano una pensilina.
2) Passiamo sulla passerella in legno: sotto sembra che ci fossero le fondazioni dell’altare
sacro.
3) Scesi dalla passerella, (C) si notano subito gli strati delle diverse modalità costruttive:
dalle fondazioni degli Etruschi, alle costruzioni dei Romani e poi più in alto del
Medioevo.
Le fondazioni etrusche sono molto probabilmente quelle dell’altare sacro perché la
larghezza di mt 3,30 pari (11 piedi etruschi ) non serve a sostenere il tempio, infatti qui
siamo in cima del santuario e sarebbe inutile un muro così largo. Si pensa invece che
fosse un piano di appoggio per i sacrifici, un altare. Il muro, poi, ha la parete
perfettamente verticale, a differenza delle altre pareti esterne del santuario e delle mura
che abbiamo visto a Perugia che sono oblique (si “stringono” verso l’alto).
4) Proseguendo verso nord (D) vicino all’ascensore, ci sono due
muri in travertino: secondo le deduzioni dell’ing. Vagni, qui
c’era la rampa che saliva verso il tempio da ovest ad est
(incontro alle stelle che avanzavano) .
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5) Andiamo di fronte alle fondazioni del tempio etrusco (E)
6) Proseguendo ancora raggiungiamo il punto
(G). Siamo all’esterno del santuario –lato norddi fronte ad un muro altissimo in travertino.
Parallele al muro, a valle, si notano le fondazioni di un altro muro: sono le fondazioni della
rampa che salendo da ovest verso est raggiungeva il livello intermedio del santuario
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7) Strada (H): la strada situata circa a venti metri di distanza dalle mura le costeggia
delimitando la zona sacra.
La strada ha una larghezza di metri 3,90 (13 piedi etruschi) dato che ci fornisce
l’indicazione per comprendere quali porte della città siano etrusche e quali invece di
epoca successiva; Abbiamo visto che le uniche tre porte compatibili con la strada sono la
porta Marzia, la porta Trasimena e l’arco Etrusco, tutte della larghezza di metri 4,20, e
cioè un piede in più della strada (per evitare che qualche carico più grande si incastrasse
nelle porte).
8) Pozzo (I) . Questo terreno alluvionale (ghiaie e sabbie) non consente di trovare acqua, in
quanto sotto alle ghiaie si trovano le argille non disposte a conca e quindi non in grado di
trattenere l’acqua piovana. Gli Etruschi, allora, con i loro pozzi profondi hanno forato
anche le argille in modo che l’acqua piovana, attraversando il terreno breccioso,
raggiungesse i fori e li riempisse: dovremmo perciò chiamarlo cisterna. La cisterna è
vicino alla strada: l’acqua era gratuita ed alla portata di tutti? Per mantenere la purezza di
tale acqua era necessario non inquinarla … ecco perché le fognature etrusche erano
sigillate con malta!
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il pozzo
9) DOMUS
impluvium
59
10)
Il pozzo sacro (N) posto all’incrocio del cardo e del decumano della città, il punto
corrispondente al polo celeste. La sacralità di questo luogo è confermata dalle scritte
CA (AC= l’etrusco si legge da destra a sinistra): le abbiamo viste in quasi tutti i conci del
muro a sinistra (Culsan Alpan=omaggio a Culsan).
Noi abbiamo visto solo la base del
pozzo sacro.
Abbiamo visto molte sigle AC
Parte superiore del pozzo sacro, che non abbiamo
visto per i lavori in corso. La foto risale a qualche
anno fa, quando ancora la zona non era chiusa per i
lavori.
60
Perugia 16 aprile 2015
SOPRALLUOGO A PERUGIA ETRUSCA DELLE CLASSI QUINTE DI CHIUGIANA.
Questa volta ci orientiamo con una cartina dove sono visibili e riconoscibili i monumenti e i palazzi.
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MATTINO: Parziale visita alle mura etrusche (NORD: Arco Etrusco; NORD-OVEST Porta Trasimena;
mura di via Canapina – passando questa volta per le scale mobili di via dei Priori - a SUD-OVEST mura
sotto via della Cupa al “Campaccio”; Museo Archeologico in Corso Cavour.
POMERIGGIO: Ipogeo dei Volumni
Per accompagnare le altre due classi quinte, abbiamo ripercorso in parte il tragitto effettuato nella
visita precedente, ma abbiamo potuto vedere finalmente Porta Trasimena, di cui avevamo solo parlato
e scritto, poi abbiamo avuto maggiori informazioni sulla lotta tra Etruschi Perugini e gli aggressivi
Romani.
LE NUOVE INFORMAZIONI:
 Nel 310-309 a.C. Perugia forma una Lega insieme alle altre città etrusche scontrandosi con le
truppe romane guidate da Quinto Fabio Massimo Rulliano; al termine della battaglia viene
siglata una tregua, che non verrà rispettata.
 Con la battaglia di Sentino (295 a.C.), Perusia e gran parte dell'Umbria entrano sotto il dominio
romano, pur conservando la propria lingua (l'uso dell'etrusco è documentato in città fino a
tarda età repubblicana) ed una limitata autonomia di amministrazione.
 Nella II guerra punica la città, fu presidiata dalle legioni romane e proprio all’interno delle sue
mura si rifugiarono i pochi Romani superstiti nella terribile battaglia contro i Cartaginesi di
Annibale, avvenuta sulle rive del lago Trasimeno. Qui I romani, infatti, furono sconfitti nel 217
a.C.
 Sotto l’arco etrusco abbiamo letto di nuovo “AUGUSTA PERUSIA" e "COLONIA VIBIA". La prima
è in onore di Ottaviano Augusto che, dopo aver saccheggiato e distrutto la città nel 41 a.C. (in
seguito alle lotte di successione scatenatesi dopo la morte di Cesare, fra lo stesso Ottaviano e
Lucio Antonio, che s'era rifugiato a Perugia, tra i suoi alleati etruschi), ne ordinò la
riedificazione. La seconda scritta, invece, è in onore di Vibio Treboniano Gallo, cittadino
perugino che, per pochi anni, fu imperatore (III secolo d.C.). Nel 780 gli enormi portali in bronzo
furono tolti e portati a Roma.
In classe
prima di ricordare la passeggiata di ieri
FACCIAMO IL PUNTO
(diario di bordo)
COME ERA FATTA PERUGIA ETRUSCA?
La cinta muraria etrusca originaria ha forma circolare, una lunghezza di tre chilometri ed è racchiusa
tra il Colle Landone e il Colle del Sole.
Sul colle Landone a Sud abbiamo visto Porta Marzia, mentre sul colle del Sole - a Nord Ovest –
abbiamo visto l’Arco del Giglio, pensato erroneamente come Porta Sole: in realtà l’Arco del Giglio,
secondo le nuove scoperte, si pensa che sia di epoca romana, costruito sulle antica mura etrusche
(vedi “Alla ricerca degli Etruschi perduti”).
Esternamente alla cinta muraria etrusca, scorreva il POMERIUM (post muram=oltre le mura. Il
pomerium sembra proprio il contorno del fegato aruspicino con le sue costellazioni: l’ing. Vagni ci ha
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detto che In ciascuna zona del pomerium c’era un tempio dedicato alla costellazione corrispondente
che troviamo nel fegato aruspicino. Abbiamo trovato, infatti, nell’uscita precedente lungo le direzioni
da Nord – Ovest- Sud- Est i vari punti della cartina che erano in corrispondenza con le costellazioni
del fegato.
COME VENIVA FONDATA LA CITTÀ?
Ogni città etrusca veniva fondata scavando prima due strade principali (il cardo e il decumano) che
s’incrociavano a novanta gradi. A Perugia, all’incrocio tra le due strade della parte pòstica si trovava la
zona sacra della città, cioè il santuario posto sotto la cattedrale di San Lorenzo. Qui il tempio era
edificato in onore del dio protettore della città (CULSAN ALPAN), con la facciata rivolta a sud per poter
vedere tutte le stelle scorrere da Est a Ovest. Il santuario, nella “mappa” del fegato aruspicino, ci
sembra corrispondere al polo celeste.
Sotto la freccia: il pozzo sacro
COME ERA FATTO IL SANTUARIO?
Abbiamo visto che il santuario è rettangolare e formato
da quattro punti fondamentali:
 Il pozzo sacro (fontana sacra) che è situato
nell’angolo nord-ovest del santuario e si trova
al centro della parte pòstica sia della città che
del fegato aruspicino, nel punto d’incontro tra il
decumano massimo e il cardo.
 Il Tempio situato nell’angolo sud-est del
santuario, orientato a sud est e situato sotto
l’altare maggiore dell’attuale cattedrale
 L’Altare sacro posto a sud ovest del santuario, ma la guida non ce lo ha fatto vedere.
 La strada della città situata all’interno delle mura, che segue il perimetro circolare della
città.
QUANTE PORTE AVEVA PERUGIA ETRUSCA E DOVE?
Dato che la zona sacra bloccava il lato nord della città, Perugia aveva tre porte sui rimanenti lati del
perimetro. Le originarie tre porte etrusche erano: Porta Trasimena a Nord Ovest (e noi abbiamo
capito che forse originariamente era spostata di qualche metro), Porta Sole a Nord Est (nei pressi
dell’Arco del Giglio) e Porta Marzia a Sud. L’Arco etrusco, a nord e dietro la zona sacra, fu costruito
dagli Etruschi probabilmente quando i Romani si stavano espandendo.
COSA SIGNIFICA “PRINCIPIO DI CORRISPONDENZA”?
Per gli Etruschi Il cielo era considerato diviso in una parte pòstica, al centro della quale si trova il polo
celeste, e in una parte àntica al centro della quale si trova a mezzogiorno il sole. Per gli Etruschi tutti gli
organismi sono come il cielo: la terra e le città, quando sono poste in corrispondenza con gli assi del
cielo assumono le caratteristiche sacre e armoniose del cielo stesso. Per gli Etruschi, perciò, erano
importanti sia l’orientamento, sia la conoscenza dell’ora in un ogni momento del giorno e della notte,
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in quanto la corrispondenza avveniva ogni giorno dell’anno in ore diverse: ad esempio a mezzogiorno il
21 di marzo, alle 18,00 il 21 giugno, alle 24 il 21 settembre, alle 6,00 il 21 dicembre.
Il fegato aruspicino in bronzo ritrovato a Piacenza ci fa vedere il principio di corrispondenza tra cielo e
terra: tra cielo e l’Etruria, tra cielo e Perugia. Abbiamo infatti visto che:
 il cerchietto al centro della parte pòstica è il polo celeste
 il segno in alto nella zona di Lethn rappresenta l’Orsa Maggiore
 Cath, ad ovest, è Capella, mentre Vetisl ad est è Vega.
 La linea Cath-Vetisl rappresenta la linea della Via Lattea, cioè il decumano del cielo,
 Sotto, al centro della parte àntica si trova Catha che corrisponde a Cassiopea.
Con Stellarium, abbiamo visto che nel 1350 a.C. Catha ( la stella al centro di Cassiopea e al centro
della parte antica del fegato) si trovava al centro della parte antica dell’Etruria. Il fegato aruspicino,
dunque, rappresenta proprio questo momento? Fu un momento così importante perché Tagete rivelò
a Tarconte tutte la conoscenze etrusche?
RICORDATE CHI ERA TAGETE?
La religione etrusca è una religione “rivelata” e poi tramandata, cioè i suoi insegnamenti sono stati
rivelati da Tagete- per la lettura del fegato- e dalla ninfa Vegoia per la fondazione delle città (l’uso di
gnomone e groma per tracciare la linea NORD-SUD ed EST-OVEST).
Probabilmente le loro conoscenze provengono da molto lontano nel tempo e nello spazio: sono state
tramandate, dai tempi più antichi, di popolo in popolo. I popoli, sin dai primordi della vita, sono stati
migranti e nei loro spostamenti si sono sempre scambiati conoscenze e culture. Sappiamo che la culla
delle civiltà era stata la Mesopotamia e nel 4000 a.C. Cassiopea era proprio lì sopra! Abbiamo
constatato con il programma Stellarium che nel 3500 in Egitto (Latitudine di Tebe) Cassiopea era al loro
zenit. Che corrispondenze affascinanti!
QUANDO FU FONDATA PERUGIA?
Forse alle ore 12:00 (inizio del giorno per gli Etruschi) del 21 febbraio del 1100 a.C.
PERCHÉ?
Il cielo di Perugia in questa data corrisponde alla pianta del fegato aruspicino. Andando indietro
nel tempo con Stellarium vediamo che il carro dell’Orsa Minore si avvicina al polo mettendosi in
posizione sghemba proprio come quella del tempio rispetto alla fontana sacra, coincidenza che
avviene intorno al 1100 a.C e nel momento sacro prossimo alla divinazione (Cassiopea sta per
raggiungere lo zenith dell’Etruria); è questo il giorno e il mese astronomicamente più probabili in
cui la città è stata fondata, in un anno molto vicino al 1100 a.C.
PERUGIA È UNA DELLE ULTIME CITTÀ-STATO DELLA DODECAPOLI ETRUSCA: COME È POSSIBILE
QUESTA DATA ANTICA (1100 a.C) SE GLI STORICI FANNO RISALIRE LE PRIME FORME DI CIVILTÀ
ETRUSCA TRA IL 1000 (EPOCA VILLANOVIANA) E L’800 a.C.?
Abbiamo saputo dall’intervista all’ing. Vagni che storici come Demster, Ciatti e Guarnacci, che
hanno attinto a fonti latine e medievali, confermano non solo la sua teoria sulla corrispondenza
tra cielo e terra, ma anche che la civiltà etrusca è molto più antica.
Come possiamo, infine, datare Perugia, una delle ultime città dell’Etruria, nel 1100 a.C. quando
le mura risalgono al IV sec. a.C? . Di sicuro le prime mura delle città, quelle della fondazione,
erano in legno e sono state rifatte più volte. Poi sono state fortificate e fatte con le grosse
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pietre di travertino, ma gli Etruschi non ne hanno mai cambiato la posizione, perché
racchiudevano un recinto sacro; probabilmente ciò è accaduto per il santuario, per il tempio
sacro, per la fontana sacra.
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Frammento di carro etrusco rinvenuto a
San Mariano di Corciano
Cippo di Perugia
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16 aprile 2015 - pomeriggio
IPOGEO dei VOLUMNI
La tomba, scoperta nel 1840, è datata al III sec. a.C. e
fa parte della vasta necropoli, detta del "Palazzone".
Rappresenta la tomba dei Volumni, ricca e nobile
famiglia etrusca. La tomba è raggiungibile attraverso
un corridoio a gradini (dromos) che scende alcuni
metri sotto la superficie. Al termine di esso, si trova la
porta d'ingresso ipogea. La tomba, con pianta del tipo
delle case etrusco-romane,
ha il soffitto scavato nella
terra compatta ed ha la
forma di un tetto spiovente
con le “travi” che sembrano
di legno. La “casa” si compone di un atrio e di sette stanze. Su quella di
fondo, il tablinium, sono conservate sei urne
in travertino ed una in marmo, che accolgono i
componenti della famiglia. L'urna di
Arnth(Arunte) è la più maestosa tra le otto
contenute nell'ipogeo; è in travertino stuccato
ed è sormontata da un triclinio a doppia
spalliera sul quale egli è raffigurato disteso; la
figura è appoggiata ai cuscini con il braccio
sinistro e con la stessa mano regge una
patera. Sulla base due geni alati circondano i
resti ormai illeggibili di un affresco con la
porta dell’aldilà. Le iscrizioni sono presenti sia in etrusco che in latino.
Nel vestibolo che precede la tomba sono conservate numerose urne
cinerarie provenienti dalle necropoli del Palazzone.
Noi abbiamo visitato anche la necropoli, che comprende 200 tombe
circa tra cui la “Tomba Bella”.
Poi siamo entrati nell'antiquarium dove abbiamo visto crateri, cioè vasi
dalla “bocca” larga che servivano per mescolare il vino con l’acqua, il
miele e le spezie. Abbiamo visto varie urne cinerarie, come l’urna di
Thana Ancari - Øana ancari satnas - Thana Ancari (moglie di Satnae) e
corredi femminili: pettini, specchi, un bellissimo cofanetto beauty case.
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diario di bordo in itinere
NOME COGNOME
data
data
data
Quale attività?
A cosa ci serve?
Cosa ho imparato
di nuovo?
Quali difficoltà nel
lavoro
Ho superato le
difficoltà? come?
perché?
Sono stato/a
contento/a di me
perché
Non sono stato/a
Contento/a di me
perché
Consegna finale individuale
Realizza un opuscolo informativo su Perugia etrusca per alcuni tuoi amici che
vengono da lontano e desiderano conoscere la tua città.
Il documento deve contenere:
- informazioni generali sul quadro di civiltà etrusca (scegli tra schema o
narrazione)
- itinerario sui siti etruschi di Perugia: informazioni affiancate da punti di
riferimento su cartine –mappe. Eventuali immagini con le relative didascalie.
Ricorda:
- Fai prima il progetto e realizzane il modello: quali informazioni? Quante
pagine occupano?
- Realizza l’opuscolo: deve essere semplice e leggibile, perciò scrivi in modo
chiaro e corretto.
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Chiugiana, 25 aprile 2015
Il lungo viaggio alla scoperta degli Etruschi
è terminato … per ora!
La presente documentazione ricorda il percorso
della ricerca.
Si ringraziano:
La Fondazione Sant’Anna e l’Associazione Catha,
in particolare i coordinatori del progetto
dott. Gabriele Goretti e ing. Luciano Vagni,
che hanno permesso la realizzazione di questo
lavoro.
Si ringrazia
la dott.ssa Valentina Cagliesi,
sempre disponibile a fornire chiarimenti.
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