noduli tiroidei Non danno alcun fastidio, al punto che spesso si individuano durante accertamenti mirati ad altro. Queste masserelle nella tiroide sono generalmente innocue e vanno solo sorvegliate. test salute 87 Agosto 2010 Trovati per caso 34 Capita talmente spesso di trovarli per caso, magari dopo una visita o un’ecografia fatta per tutt’altri motivi, che sono definiti anche “incidentalomi”, termine medico che significa appunto che sono stati individuati cercando altro. Stiamo parlando dei noduli tiroidei: in generale non danno alcun fastidio e per fortuna nella quasi totalità dei casi sono benigni. La piccola percentuale di quelli maligni è curabile nel 90% dei casi. Si possono anche presentare come masserelle visibili a occhio nudo, localizzate nella parte anteriore del collo: ma spesso non si vedono neanche, anche se magari si sentono alla palpazione. Il primo consiglio, se capita di trovarne uno, è non allarmarsi: si tratta di un fenomeno molto frequente, che di per sé non rappresenta una malattia. I noduli benigni solitamente hanno una crescita lenta Questo non significa, però, che la presenza di un nodulo tiroideo debba essere semplicemente dimenticata. Al contrario, l’atteggiamento consigliabile è seguirne con attenzione l’evoluzione, in stretta collaborazione con il proprio medico di famiglia, che è la prima persona cui rivolgersi se si riscontra un ingrossamento mai notato prima nell’area del collo (come in qualsiasi parte del corpo). Benché i dati non siano univoci, si calcola che noduli tiroidei siano presenti nel 5-7% della popolazione (a seconda della zona del mondo in cui si vive). Sono quattro volte più frequenti nelle donne. Da dove provengono? Il tessuto della tiroide è formato da un insieme di piccole strutture cave, dette “follicoli tiroidei”: que- ste cavità contengono l’ormone, immagazzinato per essere immesso nel sangue quando l’organismo ne ha bisogno. Dai follicoli possono formarsi uno o più noduli tiroidei, per diversi motivi. I fattori che ne determinano lo sviluppo sono complessi e poco conosciuti, tuttavia alcuni sono stati individuati. ■ Un’anomalia genetica (quindi presente fin dalla nascita). ■ Reazioni del tessuto della tiroide a infiammazioni o a malattie autoimmuni. ■ Versamenti di sangue all’interno di una preesistente cisti (dilatazione di un follicolo). ■ Carenza di iodio nella dieta: è un fattore rilevante su scala mondiale; per la popolazione italiana ha perso attualmente gran parte del suo peso (vedi riquadro a pagina 36 La centralina del metabolismo La tiroide si trova nella parte bassa del collo, appena sotto la laringe. Lunga intorno ai 5 centimetri, è formata da due lobi uniti in centro, che le danno una forma vagamente simile a quella di un cravattino a farfalla. Se è normale, non si sente Normalmente, non è percepibile al tatto: se però per qualche motivo si ingrossa può diventare palpabile e addirittura visibile. Il caso estremo è il cosiddetto “gozzo”, importante ingrossamento di tutta la tiroide, legato all’insufficiente apporto di iodio nella dieta. Cartilagine tiroidea Tiroide Secerne due ormoni fondamentali La tiroide secerne due ormoni fondamentali per il nostro organismo, detti appunto “ormoni tiroidei”: si tratta degli ormoni che regolano il metabolismo, vale a dire l’insieme delle reazioni chimiche necessarie al funzionamento del nostro corpo. Si va dal processo di trasformazione del cibo in energia alla regolazione delle attività dei differenti organi e sistemi. Trachea Molte funzioni fisiche sono coinvolte Clavicola Un sistema che si autoregola La tiroide lavora in stretta connessione con l’ipotalamo, una regione del cervello, e l’ipofisi, una ghiandola localizzata alla base del cranio. Tiroide Produce due ormoni: il T3 (triiodotironina) e il T4 (tiroxina o tetraiodotironina). Per farlo, ha bisogno di iodio e di essere a sua volta attivata da un ormone: il TSH. Ipofisi Ipotalamo TRH Ipofisi Produce il TSH, che attiva la tiroide. Per farlo, ha bisogno dell’ormone TRH, prodotto dall’ipotalamo. Ipofisi T3 Ipotalamo TSH Come si fa la diagnosi Spesso il nodulo è scoperto per caso, ma talvolta dà sintomi che possono essere legati alla compressione (fastidio nel deglutire, tosse, raucedine, difficoltà di respi- > Tiroide Fässler T4 Produce il TRH. Quando il livello degli ormoni nel sangue si abbassa, la produzione aumenta e viceversa: così il sistema si autoregola. test salute 87 Agosto 2010 “Poco sale, ma meglio se è iodato”). ■ La presenza di noduli tiroidei in famiglia, l’età e l’essere di sesso femminile sono altri fattori che aumentano il rischio. ■ Anche l’esposizione a radiazioni ionizzanti è un fattore di rischio per lo sviluppo di noduli tiroidei benigni o maligni; questo vale soprattutto per le persone provenienti da paesi in cui in passato si sono verificati gravi incidenti nucleari (la bomba atomica in Giappone, la centrale nucleare di Chernobyl, test nucleari svolti negli Stati Uniti tra gli anni ‘40 e ‘70). Tutti questi eventi provocano infatti l’emissione di iodio radioattivo, che viene assorbito dalla tiroide, sottoposta così a lungo a una dose più o meno importante di radiazioni. Sterno Fässler Gli ormoni tiroidei stimolano i tessuti del nostro corpo a produrre proteine e aumentano il consumo di ossigeno da parte delle cellule. La loro azione influisce su una vasta gamma di funzioni fisiche: la frequenza del respiro e del battito cardiaco, la velocità con cui sono bruciate le calorie, le condizioni della pelle e dei capelli, la crescita, il peso, la produzione di calore. Per questo un cattivo funzionamento della tiroide provoca una molteplice quantità di sintomi. 35 noduli tiroidei > Per toGliere i duBBi LE ALTRE ANALISI POSSIBILI Generalmente l’insieme di visita, ecografia ed esame del sangue - tre pratiche indolori, non invasive e non costose - è sufficiente a escludere che il nodulo comporti problemi. In caso contrario, il medico può valutare di procedere con analisi ulteriori. ´ Scintigrafia tiroidea. Si somministra per bocca o endovena una piccola dose di una sostanza radioattiva, che viene assorbita dalla tiroide. Con uno speciale contatore si registrano quindi le emissioni radioattive provenienti dalla tiroide e si valuta come si è distribuito l’assorbimento: se non ci sono problemi, la sostanza radioattiva è assorbita omogeneamente; zone di maggiore o minore assorbimento sono segnali di parti della ghiandola che funzionano in modo anomalo, troppo (“nodulo caldo”) o poco (“nodulo freddo”), spia di possibili alterazioni. ´ Analisi citologica. Con un sottile ago si preleva del materiale cellulare dall’interno del nodulo e lo si analizza in laboratorio per determinare di che cellule si tratta (sane o alterate). razione...) o al metabolismo (fenomeni di ipo o ipertiroidismo, vedi il riquadro alla pagina a fianco). ■ Per prima cosa, il medico raccoglierà tutte le informazioni utili: presenza di altri casi in famiglia, storia medica del paziente, area in cui vive (è una zona a carenza endemica di iodio?), farmaci assunti, esposizione a radiazioni e via dicendo. ■ Procederà quindi a una visita, che consiste nella palpazione dell’area anteriore del collo (il medico si pone alle spalle del paziente), seguita generalmente dalla prescrizione di un esame del sangue per dosare la quantità di ormoni e stabilire così la funzionalità della tiroide: si misura in primo luogo il TSH; solo se ci sono anomalie anche il T3 e T4. Successivamente è considerato comunque opportuno far eseguire un’ecografia, un esame del tutto indolore, che si esegue facendo scorrere una sonda sulla pelle nella zona da esaminare. ■ In generale questi elementi sono PreVenZione FACile POCO SALE, MA MEGLIO SE È IODATO La carenza di iodio nella dieta è il primo fattore che può provocare un cattivo funzionamento della tiroide. Ricorrere al sale arricchito è un sistema semplice per evitarlo. Lo iodio è un costituente fondamentale degli ormoni prodotti dalla tiroide: questo significa che la tiroide, per produrne la quantità necessaria, ha bisogno della giusta quantità di iodio, fornito attraverso la dieta. Sebbene la carenza nutrizionale di iodio sia più grave e diffusa nei paesi emergenti, un deficit, spesso lieve o moderato, è ancora presente anche in Italia. Il “gozzo”, importante ingrossamento della tiroide dovuto proprio alla carenza di iodio, è la manifestazione più diffusa di questo problema. E non è ancora sparito: si stima che in Italia oggi circa 6 milioni di persone ne siano affette. La strategia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità a livello globa- test salute 87 Agosto 2010 ´ 36 ´ le per combattere la carenza di iodio nella dieta è quella di utilizzare abitualmente il sale arricchito di iodio. In Italia è sempre disponibile per legge accanto al sale normale. L’unica attenzione: è utile solo se aggiunto ai cibi da consumare crudi o dopo la cottura, perché con il calore evapora. Consumare sale iodato non significa dover utilizzare una quantità maggiore di sale. Al contrario, usando la dose consigliata per prevenire ipertensione e malattie cardiovascolari (non più di 4-5 g al giorno) si ottiene un apporto di iodio adeguato. Particolarmente importante lo iodio in gravidanza, per prevenire carenze nel feto e nel neonato, le fasce di età più a rischio. ´ ´ sufficienti a determinare la natura benigna del modulo. Se dovessero restare dei dubbi, si può procedere con altre indagini (vedi riquadro a fianco). La vigile attesa Una volta escluso che il nodulo sia maligno, per decidere come proseguire bisogna tenere conto di numerosi fattori: se dà sintomi, se aumenta di dimensioni e con quale velocità, se è iperfunzionante e incide sull’equilibrio ormonale. ■ Nella maggior parte dei casi non serve alcuna terapia: è sufficiente controllare regolarmente nel tempo il nodulo, per valutare un’eventuale tendenza a ingrandirsi. Normalmente, i noduli benigni hanno un’evoluzione lenta e due-tre su dieci si riducono da soli. Il controllo, da concordare con il medico, consiste in visite periodiche e in un’ecografia a cadenza variabile. ■ L’asportazione chirurgica di un nodulo benigno ha senso solo nei pochi casi in cui il nodulo dà pro- COSA FARE Su Fronti oPPoSti IPO & IPERTIROIDEI La produzione di ormoni tiroidei può essere a volte eccessiva o al contrario troppo scarsa. Entrambe le situazioni danno sintomi, in alcuni casi opposti. Ipotiroidismo: la tiroide lavora poco. La causa più frequente è la carenza di iodio nella dieta. Tra i sintomi: aumento di peso (anche con poco appetito), battito cardiaco rallentato, pelle secca, debolezza, stanchezza, stitichezza. Ipertiroidismo: la tiroide, in seguito a un disturbo specifico, lavora troppo. Sintomi: accelerazione del battito cardiaco, stanchezza, sudorazione eccessiva, perdita di peso (anche se aumenta l’appetito), tremore, irritabilità. ´ ´ Se non dà fastidio, è meglio lasciarlo in pace I noduli tiroidei che si scoprono durante una visita medica sono circa un decimo di quelli che verrebbero evidenziati sottoponendo tutta la popolazione a un’ecografia. ´ Quando ci si scopre un nodulo, non è il caso di allarmarsi: sono molto diffusi, frequentemente benigni e a volte recedono da soli. ´ indesiderati possono essere notevoli, specie a carico di cuore e circolazione, e l’efficacia non è stata dimostrata con certezza; da escludere sopra i 60 anni. ■ Non particolarmente consigliabile l’iniezione di alcol nel nodulo, né l’aspirazione del liquido (nel 90% dei casi si riforma). ´ Sia per questo, sia per la successiva fase di osservazione nel tempo, avere un buon rapporto con il proprio medico è fondamentale. test salute 87 Agosto 2010 blemi, per esempio alla deglutizione. Oggi cominciano a diffondersi tecniche di chirurgia mininvasiva, che sfruttano le fibre ottiche per operare in endoscopia. ■ La somministrazione per bocca di ormoni tiroidei, che dovrebbero inibire la crescita del nodulo, è da valutare con cautela: gli effetti Molto importante, in questo caso, un’accurata visita e soprattutto un esame attento della storia sanitaria del paziente: il medico deve fare davvero molte domande, soppesando tutte le diverse circostanze che possono influire sul buon funzionamento della tiroide. 37