Il significato dell’amore salvifico di Dio di Ellen G. White. Testo stampato per la prima volta nell’Aprile del 1893 e ristampato nel Libro 1 della collana “Selected Messages”, pagine 394-396. Il Signore vuole che il Suo popolo sia sano nella fede, non ignorante nei riguardi della grande salvezza così abbondantemente loro concessa. Essi non devono guardare al futuro pensando che ad un certo punto una grande opera sarà fatta per loro, in quanto quest’opera è già stata completata. Il credente non è chiamato a fare pace con Dio; egli non può e non potrà mai farlo. Egli deve accettare Cristo come sua pace, perché attraverso Cristo è con Dio e in pace. Cristo ha messo fine al peccato, portando la sua pesante maledizione nel proprio corpo sul legno della croce e togliendola da tutti coloro che credono in Lui come personale Salvatore. Egli ha messo fine al potere di controllo del peccato sul nostro cuore e la vita ed il carattere del credente testimoniano il carattere autentico della grazia di Cristo. A coloro che glielo chiedono, Gesù dona lo Spirito Santo, perché è necessario che ogni credente sia allontanato dall’inquinamento del peccato, così come dalla maledizione e dalla condanna della legge. Attraverso l'opera dello Spirito Santo, la santificazione della verità, il credente diventa pronto per le corti celesti, perché Cristo opera in noi, e la sua giustizia è su di noi. Senza tutto questo, nessuna anima può aver diritto al cielo. Non potremmo gioire del paradiso a meno che non veniamo qualificati per la sua santa atmosfera attraverso l'influenza dello Spirito e la giustizia di Cristo. Per essere candidati per il paradiso si devono soddisfare i requisiti della legge: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». (Luca 10:27). Possiamo fare questo solo se afferriamo per fede la giustizia di Cristo. Contemplando Gesù, riceviamo dei principi viventi ed in espansione nel cuore e lo Spirito Santo continua l'opera portando i credenti a crescere nella grazia, nella forza e a migliorare il carattere. Egli ti conforma all'immagine di Cristo, fino a quando nella crescita spirituale, egli raggiunge la misura della piena statura di Cristo Gesù. Allora Cristo mette fine alla maledizione del peccato, e mette in condizione il credente di essere libero dalla sua azione e dai suoi effetti. Solo Cristo è in grado di fare questo, diventando «simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati» (Ebrei 2:17,18). Riconciliazione significa che ogni barriera tra anima e Dio viene rimossa ed il peccatore si rende conto di qual è il significato dell’amore salvifico di Dio. Grazie al sacrificio di Cristo per gli uomini caduti, Dio può giustamente perdonare il trasgressore che accetta i meriti di Cristo. Egli è il canale attraverso il quale la misericordia, l'amore e la giustizia può fluire dal cuore di Dio al cuore del peccatore. «Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Giovanni 1:9). Nella profezia di Daniele è indicato che il Cristo sarebbe venuto «per espiare l'iniquità e stabilire una giustizia eterna» (Daniele 9:24). Ogni anima può dire: “Grazie alla Sua perfetta obbedienza le richieste della legge sono state adempiute e la mia unica speranza è guardare a Lui come mio sostituto e mia garanzia; Egli ha appieno obbedito alla legge al posto mio. Per fede nei Suoi meriti io sono libero dalla condanna della legge. Egli mi riveste della Sua giustizia, che risponde a tutte le richieste della legge. Io sono in Colui il quale porta verso la giustizia eterna. Egli mi presenta a Dio con una veste immacolata intessuta da nessun agente umano. Tutto è di Cristo e tutta la gloria, l'onore e la maestà devono essere riservati all'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. Molti pensano che devono aspettare un impulso speciale per poter andare a Cristo, ma in realtà è solo necessario uno spirito sincero, deciso ad accettare le offerte di misericordia e di grazia che ci sono state estese. Dobbiamo dire: «Cristo è morto per salvarmi. Il desiderio del Signore è che io possa essere salvato e che vada a Gesù così come sono, senza indugio. Che mi possa rifugiare sulle Sue promesse. Che possa rispondere quando Cristo mi chiama». L'Apostolo dice: «infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati» (Romani 10:10). Nessuno può credere con cuore sincero di ottenere la giustificazione per fede, mentre continua a praticare quelle cose che la Parola di Dio condanna o trascurando qualsiasi altro dovere conosciuto. La fede genuina si manifesterà in opere buone, perché le buone opere sono il frutto della fede. Man mano che Dio opera nel cuore e l'uomo sottomette la sua volontà a Dio e coopera con Dio, mette in pratica nella vita ciò che Dio opera dentro di lui per mezzo dello Spirito Santo, e si crea un’armonia tra i desideri del cuore e la pratica della vita. Bisogna rinunciare ad ogni peccato, come la cosa più odiosa che ha crocifisso il Signore della vita e della gloria, ed il credente deve avere una progressiva esperienza facendo continuamente le opere di Cristo. E' attraverso la sottomissione continua della volontà, dalla continua obbedienza, che si può ottenere la benedizione della giustificazione. Coloro che sono giustificati per la fede devono avere a cuore di custodire la via del Signore. E’ evidente che un uomo non è giustificato per fede, quando le sue opere non corrispondono alla sua testimonianza. Giacomo dice: «Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa» (Giacomo 2:22). La fede che non produce opere buone non giustifica l'anima. «Dunque vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto» (Giacomo 2:24). «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia» (Romani 4:3). L’imputazione della giustizia di Cristo passa attraverso la giustificazione per fede, ed è la giustificazione che Paolo sostiene così intensamente. Egli dice: "perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato. Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge. (Romani 3:20-31) La grazia è un favore immeritato ed il credente è giustificato senza alcun merito proprio, senza alcuna pretesa da sottoporre a Dio. Egli è giustificato mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, il quale sta di fronte alle corti celesti come sostituto e garante del peccatore. Ma mentre lui è giustificato grazie ai meriti di Cristo, egli non si sente libero di comportarsi ingiustamente. La fede opera tramite l’amore e purifica l'anima. La fede germoglia, fiorisce e porta un raccolto di frutti preziosi. Dove c’è la fede, si vedono le buone opere. I malati vengono visitati, i poveri sono curati, gli orfani e le vedove non sono trascurati, i nudi vengono vestiti, gli indigenti sono sfamati. Cristo girò facendo del bene e quando gli uomini sono uniti con Lui, anch’essi amano i figli di Dio e mansuetudine e verità guidano i loro passi. L'espressione del volto rivela la loro esperienza e le persone si accorgono di coloro che sono stati con Gesù e hanno imparato da Lui. Cristo e il credente diventano una persona sola e la Sua bellezza di carattere si rivela in coloro che sono vitalmente connessi con la Fonte del potere e dell’amore. Cristo è il grande depositario della giustizia giustificatrice e della grazia che santifica. Tutti possono andare a Lui, e ricevere la Sua pienezza. Egli dice: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo» (Matteo 11:28). Allora perché non mettere da parte ogni incredulità e ascoltare le parole di Gesù? Tu vuoi riposare; ricerchi la pace. Allora esclama dal profondo del cuore: "Signore Gesù, io vengo, perché mi hai dato questo invito." Credi in Lui con fede incrollabile e Lui ti salverà. Ti sei messo alla ricerca di Gesù, che è l'autore e perfezionatore della tua fede? Sei stato a contemplare Colui che è pieno di verità e di grazia? Hai accettato la pace che solo Cristo può dare? Se non l’hai ancora fatto allora abbandonati a Lui e, attraverso la Sua grazia, cerca un carattere che sia nobile ed elevato. Cerca uno spirito costante, risoluto e allegro. Nutriti di Cristo, che è il pane della vita, e manifesterai la Sua amabilità di carattere e d’animo. Presentato sul sito www.risorseavventiste.net in varie parti nella rubrica “Tratto da… Scritti di E. G. White”, qui ora riproposto in versione integrale. Tradotto da Ivano Croce