Corso di Laurea in Matematica - 2013/2014 - Esame di Geometria UNO SECONDA PROVA INTERMEDIA - 11/6/2014 Cognome Numero di matricola Nome Corso Voto ATTENZIONE. Riportare lo svolgimento completo degli esercizi. I soli risultati, anche se corretti, non vengono presi in considerazione. Problema 1 a) b) c) Problema 2 a) b) c) d) Problema 3 a) b) c) d) Problema 1 1 t −1 M = t 1 3 . 0 0 3 Sia data la matrice dove t ∈ R è un parametro reale. 1. Scrivere il polinomio caratteristico di M e determinare gli autovalori al variare di t. (3 punti) 2. Determinare i valori di t ∈ R per cui la matrice NON è diagonalizzabile. (5 punti) 3. Posto t = 0, trovare una base di autovettori di M . (4 punti) Soluzione. 1. Calcoliamo: 1−λ t −1 [ ] 1−λ 3 = (3 − λ) (1 − λ)2 − t2 = (3 − λ)(1 + t − λ)(1 − t − λ) det t 0 0 3−λ e quindi gli autovalori sono λ1 = 3, λ2 = 1 + t, λ3 = 1 − t. 2. La matrice ha sempre tre autovalori reali. Se sono distinti, M è diagonalizzabile. Dobbiamo perciò considerare solo i casi in cui due autovalori coincidano e cioè: λ1 = λ2 =⇒ t = 2 =⇒ λ1 = 3, λ2 = 3, λ3 = −1 λ1 = λ3 =⇒ t = −2 =⇒ λ1 = 3, λ2 = −1, λ3 = 3 λ2 = λ3 =⇒ t = 0 =⇒ λ1 = 3, λ2 = 1, λ3 = 1 In tutti e tre i casi dobbiamo solo considerare il rango di M −λI per l’autovalore di molteplicità 2. Si ha: t = 2. L’autovalore doppio è λ = 3. La matrice è −2 2 −1 M − 3I = 2 −2 3 0 0 0 che ha rango 2. Dunque l’autospazio V3 ha dimensione 1 e M NON è diagonalizzabile. t = −2. L’autovalore doppio è λ = 3. La matrice è −2 −2 −1 M − 3I = −2 −2 3 0 0 0 che ha rango 2. Dunque l’autospazio V3 ha dimensione 1 e M NON è diagonalizzabile. t = 0. L’autovalore doppio è λ = 1. La matrice è 0 0 −1 M − I = 0 0 3 0 0 2 che ha rango 1. Dunque l’autospazio V1 ha dimensione 2 e M È diagonalizzabile. Conclusione: la matrice M NON è diagonalizzabile per t = 2 e t = −2. 3. Posto t = 0 la matrice è 1 0 −1 M = 0 1 3 0 0 3 che ha autovalori 1 con molteplicità 2 e 3 con molteplicità 1. L’autospazio V1 è dato dall’equazione x3 = 0 (vedi punto precedente) e quindi due autovettori indipendenti sono (1, 0, 0) e (0, 1, 0). L’autospazio V3 è dato dalle equazioni: −2x1 − x3 = −2x2 + 3x3 = 0 e una base di V3 è data da (1, 3, −2). Dunque una base di autovettori è: B = {(1, 0, 0), (0, 1, 0), (1, −3, −2)} Problema 2 Sia φ la forma bilineare simmetrica in R3 associata a a A = a 1 b c alla matrice b c , 0 dove a, b, c sono parametri reali. 1. Si trovino dei valori di a, b, c (se esistono!) tali che i sottospazi V = {x1 + x2 + 2x3 = 0} , W = {x1 − x2 − 2x3 = 0} siano φ-ortogonali. (4 punti) 2. Sia Qb la forma quadratica associata a φ quando a = c = 0. Determinare l’insieme di vettori {x ∈ R3 | x è isotropo rispetto a Qb per ogni b ∈ R}. (4 punti) 3. Posti a = b = c = 1 si scriva la forma normale della forma quadratica associata a φ. (3 punti) Soluzione. 1. Sia {v1 , v2 } una base di V e {w1 , w2 } una base di W . Le condizioni affinché V e W siano φ-ortogonali sono: φ(v1 , w1 ) = 0, φ(v1 , w2 ) = 0, φ(v2 , w1 ) = 0, Come basi possiamo prendere v1 = (−1, 1, 0), v2 = (−2, 0, 1) w1 = (1, 1, 0), w2 = (2, 0, 1) e Calcolando si ha φ(v1 , w1 ) = −a + 1 = 0 e dunque deve essere a = 1. Sostituendo in A e calcolando si ha φ(v1 , w2 ) = −b + c = 0 e dunque deve essere b = c. Sostituendo in A e calcolando si ha φ(v2 , w1 ) = −4 + 2b = 0 e dunque deve essere b = 2. Sostituendo in A e calcolando si ha φ(v2 , w2 ) = −4 ̸= 0. φ(v2 , w2 ) = 0, Dunque non esistono valori di a, b, c che rendono i sottospazi V e W φ-ortogonali. 2. La forma Qb è Qb (x) = 2bx1 x3 + x22 . Ponendo b = 0, vediamo che x è isotropo per Q0 se e solo se x2 = 0. Dunque cerchiamo vettori del tipo x = (x1 , 0, x3 ). Per b ̸= 0 si ha Qb (x1 , 0, x3 ) = 2bx1 x3 = 0 ⇐⇒ x1 = 0 oppure x3 = 0. Quindi i vettori isotropi per tutte le forme Qb sono {(x1 , 0, 0) | x1 ∈ R} ∪ {(0, 0, x3 ) | x3 ∈ R}. 3. La matrice della forma quadratica è 1 1 1 A = 1 1 1 1 1 0 Usando il teorema di Sylvester e la regola dei segni di Cartesio, basta esaminare il polinomio caratteristico per calcolare rango e segnatura. Si ha det(A − λI) = −λ3 + 2λ2 + 2λ Dunque c’è un autovalore nullo di molteplicità 1, e quindi il rango è 2. Inoltre il polinomio caratteristico presenta una variazione di segno e perciò c’è un autovalore positivo (e di conseguenza un autovalore negativo). La segnatura è quindi (1, 1) e la forma normale è X 2 − Y 2. Problema 3 Si consideri la conica: 3x2 + 4xy + x + 7 = 0. C: Studiare C, determinando il cambiamento di coordinate che la porta in forma canonica, e descrivere il tipo di conica ottenuta. (9 punti) Soluzione. La matrice della parte quadratica della conica è [ ] 3 2 2 0 e gli autovalori sono λ1 = 4, λ2 = −1. Una base ortonormale positiva di autovettori è 1 e1 = √ (2, 1) , 5 Consideriamo quindi la matrice 1 P =√ 5 1 e2 = √ (−1, 2) . 5 [ 2 −1 1 2 ] . La matrice della rotazione da effettuare è P −1 1 =P = √ 5 t e quindi la rotazione è: 1 ′ x = √ (2x + y) 5 1 ′ y = √ (−x + 2y) 5 [ 2 1 −1 2 ] , ) 1 ( ′ ′ x = √ 2x − y 5 ( ) 1 y = √ x′ + 2y ′ 5 L’equazione diventa 2 1 4x′2 − y ′2 + √ x′ − √ y ′ + 7 = 0. 5 5 Completando i quadrati si effettua la traslazione 1 ′ X = x + √ 4 5 1 Y = y′ + √ 2 5 ottenendo finalmente l’equazione: 4X 2 − Y 2 + 7 = 0. La conica è un’iperbole.