Anoressia Nervosa: cause, incideneza e quadro clinico inShare Anoressia Nervosa: un quadro globale di questo disturbo Il termine “anoressia” deriva dal greco “άνόρεξις”, “assenza di desiderio”. In seguito tale lemma ed il suo sinonimo latino“innappetentia” furono utilizzati per indicare unsenso di disgusto per il cibo o “mancanza diappetito”, ma nelle persone anoressiche il cibo diventa quasi un pensiero ossessivo, un desiderio ricorrente ed intrusivo. Da questo punto di vista, sarebbe, forse, più corretto il termine “Sitieirgia” proposto da Solliernel 1891, a partire da σίτος (cibo) ed είργειν (tenere lontano), “rifiuto del cibo”, appunto. Ma ciò rimane solo una curiosità etimologica data la ormai universale accettazione del termine “anoressia”. L’eziologia dell’Anoressia Nervosa (AN) è attribuibile a vari fattori, primi tra tutti le influenze socioculturali. Nonostante questo disturbo risalga, infatti, ad un altro secolo, è considerato un male attuale data la pressione della società verso un ideale di immagine femminile magrissima. Ciò comporta una continua corsa alla perfezione attraverso il controllo del cibo. Anche fattori individuali, quali un deficitario concetto di sé, così come un senso di inefficacia diffuso e conflitti irrisolti circa l’autonomia - dipendenza, possono contribuire all’insorgenza di tale sintomatologia. Fattori familiari, inoltre, potrebbero potenziare la vulnerabilità individuale all’AN: ricerche empiriche supportano la nozione secondo cui la percezione consapevole del controllo dei genitori può predire i sintomi dei disturbi dell’alimentazione (McCourt & Walzer, 1995). L’atteggiamento mentale disfunzionale del paziente può essere scatenato anche in seguito a situazioni in cui esso deve allontanarsi da nucleo familiare, con conseguente necessità di riadattarsi ad un nuovo contesto. Ciò può comportare conflitti di accettazione - rifiutononché depressione conseguente ad uno senso di perdita e allontanamento (Bruch,1973). L’Anoressia Nervosa insorge, solitamente, nella prima fase adolescenziale ed, in Italia, ha un’incidenza dello 0.3 % con una prevalenzanelle donne tra i 12 e i 25 anni. Nel sesso maschile le caratteristiche premorbose sono simili a quelle delle ragazze e le modalità di esordio risultano del tutto sovrapponibili, anche se l’esigenza di mettersi a dieta è più frequentemente motivata da una reale condizione di sovrappeso. Non si rilevano differenze significative rispetto al sesso femminile anche per quanto riguarda la graduale restrizione alimentare, la perdita progressiva di peso e la riduzione della libido. Malgrado le evidenti similitudini sul piano psicopatologico e comportamentale, tuttavia, la prognosi nel sesso maschile è generalmente più grave. Fattori prognostici sfavorevoli sono, infatti, oltre all’appartenenza al sesso maschile, la presenza di Disturbi di Personalità, un marcato calo ponderale, l’appartenenza al sottotipo bulimico e la cormobilità con il Disturbo Ossessivo - Compulsivo. Fattori prognostici favorevoli sono, invece, l’età più giovane, che può comportare una durata minore della malattia nonché un buon adattamento sociale e lavorativo. Il decorso dell’AN è variabile: nonostante una sorta di miglioramento possa essere raggiunto, il rapporto col cibo, da parte del paziente anoressico, rischia di rimanere alterato. Oppure l’andamento può restare irregolare, con continue assoluzioni e ricadute. La percentuale di guarigione sembra oscillare tra il 20 ed il 30 % dei casi; nel 50 % delle circostanze permangono, però, sintomi residui o psicopatologici come quelli depressivi o ossessivi compulsivi, fobia sociale o dipendenza da farmaci. La mortalità varia, invece, dal 5 al 20 % dei casi ed è associata a denutrizione e squilibri elettrolitici, più raro il suicidio. Criteri diagnostici per l'anoressia Quella dell’Anoressia Nervosa è una categoria molto ampia e, generalmente, per definirla in modo chiaro si ricorre ai seguenti criteri diagnostici del DSM-IV-TR: Rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo al di sopra o equivalente al peso minimo ottimale all’età e all’altezza (peso corporeo inferiore all’85% di quello atteso; in età evolutiva non si verifica l’incremento di peso normalmente previsto). Intenso timore di ingrassare o di acquisire peso, anche in condizioni di peso inferiori alla norma. Dispercezione del peso e dell’immagine corporea; eccessiva influenza della forma e del peso corporeo sull’autovalutazione; rifiuto della gravità della perdita di peso. Nelle pazienti di sesso femminile in età mestruale: amenorrea (assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi) oppure presenza del ciclo mestruale solo in conseguenza dell’assunzione di ormoni. L’anoressia nervosa presenta due sottotipi, anche se i confini tra un sottotipo e l’altro, nonché tra anoressia e bulimia sono molto labili: 1. Sottotipo con restrizioni: il controllo del peso è mantenuto prevalentemente attraverso diete, digiuni, eccessiva attività fisica. Non si verificano regolari abbuffate compulsive e/o purgazioni (vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, etc.). 2. Sottotipo con purgazioni: nel corso dell’episodio corrente di anoressia nervosa la persona si impegna regolarmente in abbuffate compulsive e/o purgazioni. Rientrano in questo sottotipo anche coloro che non praticano abbuffate compulsive, ma si purgano e/o vomitano dopo l’assunzione di modeste quantità di cibo. Questo sottotipo sembra essere maggiormente di natura psicopatologica come dimostrano diversi studi (Pryor, Wiederman e McGilley, 1996) e differisce significativamente dal precedente per le caratteristiche associate: comportamenti impulsivi, tentativi di suicidio e depressione grave. Quadro clinico dell'anoressia I pazienti che sviluppano questo disturbo sono in genere adolescenti timidi, remissivi, ubbidienti, perfezionisti e competitivi; coscienziosi e tesi ad ottenere il massimo da ogni prestazione. Possiedono, infatti, un rendimento scolastico spesso superiore alla media. Solitamente la polarizzazione sul peso prende il via a seguito di un’osservazione scherzosa, relativa a qualche parte del proprio corpo oppure, l’inizio della restrizione alimentare, risale al desiderio di imitare un amico che sta attuando una dieta. L’esordio è spesso nascosto ai familiari e mascherato da comportamenti per cui il paziente si libera del cibo che avrebbe dovuto ingerire. Più raramente, l’inizio di tale atteggiamento risulta acuto, in relazione ad eventi significativi di perdita, di separazione o ad insuccessi in ambito scolastico o affettivo. A partire dall’anamnesi di tali pazienti sono emerse anche situazioni di abusi fisici o sessuali, che portano a sensi di colpa e bassa autostima. Ciò che caratterizza i pazienti anoressici è la determinazione con cui l’obiettivo di dimagrire viene perseguito, nonché l’assoluta rigidità del regime dietetico. La restrizione alimentare riguarda prevalentemente i cibi ricchi di lipidi e carboidrati, sostituiti da pasti a base di verdura e frutta, oppure da alimenti a ridotto tenore di grassi e zuccheri o ad elevato contenuto di fibre. Il pasto diviene presto motivo di ansia, per cui il paziente tenta di procrastinare il più possibile il momento di sedersi a tavola, fino a sovvertire completamente l’orario dei pasti. A ciò molti soggetti associano, inoltre, un’attività fisica compulsiva. A seguito di questa forte limitazione l’amenorrea appare molto presto, talora prima che la perdita di peso risulti evidente. Compare, a tal punto, una sensazione di euforia, di maggior estroversione, rinforzata positivamente dalle reazioni dell’ambiente, per cui il paziente si sente più accettato. Quando la perdita di peso conduce ad un grave deperimento, l’anoressico diviene, tuttavia, oggetto di critiche e pressioni da parte della comunità stessa, che cerca di persuaderlo a mangiare, rafforzandone, però, proprio l’atteggiamento contrario. La fame latente, seppure negata, riemerge, a volte, sotto forma di crisi bulimiche, a volte sotto forma di una continua presenza del cibo nei pensieri delle pazienti. I pazienti lamentano stipsi e algie addominali; la cute appare secca, disidratata, con una tipica colorazione gialla; divengono restii a qualsiasi tentativo di razionalizzazione circa la loro situazione, i genitori adottano un atteggiamento ostile e frustrato, rendendo il loro rapporto teso e difficile. Immagine corporea[1] nei soggetti con Anoressia Nervosa Caratteristica centrale dell’AN è il “disturbo dell’immagine corporea’’. In tali pazienti si crea, infatti, una sfasatura tra l’immagine reale e l’immagine percepita della propria corporeità. Anche se poste di fronte a uno specchio negano l’evidenza del loro deperimento. Si ritiene che le percezioni ingannevoli di sé aiutino tali pazienti a proteggersi da un’ansia forte, quella di non essere adeguati ed integrati nella società, incapaci, quindi, di gestire la propria vita. Essi soffrirebbero di una forte insoddisfazione nei confronti della propria persona e della loro vita, tanto da trasferire tale sensazione sul proprio corpo che, per tale ragione, viene trattato come qualcosa da proteggere dall’aumento ponderale. Al fine di raggiungere una guarigione effettiva e duratura è, quindi, importante che tali pazienti recuperino un’immagine corporea adeguata e reale, nonché una corretta modalità percettiva e cognitiva nei confronti del proprio corpo. La comorbilità[2] nei soggetti con Anoressia Nervosa Nei pazienti anoressici, dopo una fase di euforia ed iperattività, è solito seguire un periodo di apatia dovuto proprio al digiuno ed all’emaciazione, in cui l’umore tende alla depressione, talvolta fino a configurare un vero e proprio Episodio Depressivo Maggiore. Di contro, un progressivo miglioramento del quadro depressivo, si verifica in concomitanza col recupero di un peso corporeo adeguato. In alcuni casi, però, la depressione può manifestarsi anche in seguito alla ripresa del peso o precedentemente all’esordio del quadro anoressico stesso. Oltre al Disturbo Depressivo, i soggetti con anoressia presentano anche Disturbi di Personalità, fobie, disturbo di panico, Disturbo Ossessivo - Compulsivo e sono spesso presenti anche turbe sessuali. Raboch e Faltus (1991), a tal proposito, hanno dimostrato che il 20 % di un campione di donne anoressiche, con un’età media di 24 anni, non aveva alcun rapporto sessuale, e più del 50 % era anorgasmico o presentava un ridotto desiderio sessuale. Nei maschi invece, i disturbi più frequentemente associati all’anoressia sono il Disturbo da Uso di Alcool ed il Disturbo Ossessivo – Compulsivo. I Disturbi dell’Umore rimangono, quindi, prettamente femminili. Giada Pietrabissa [1] Prima di definire l’“immagine corporea” è importante riferirsi all’acquisizione cognitiva che la precede cronologicamente: lo schema corporeo, inteso come la rappresentazione delle caratteristiche spaziali del proprio corpo che l’individuo ricava a partire dalle informazioni provenienti dagli organi di senso (modello percettivo). Con immagine corporea si intende, invece, il modo in cui il soggetto sperimenta e considera il proprio corpo (modello cognitivo – emotivo). [2] Per comorbilità, in campo medico, si intende la coesistenza di due (o più) patologie diverse in uno stesso individuo. 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