Più cultura, meno indifferenza: La Dichiarazione Universale

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Concorso Nazionale
“1947/2017: 70 anni di impegno dei Club UNESCO nel mondo
per la difesa dei Diritti Umani e la valorizzazione del territorio”
“Più cultura, meno indifferenza: La Dichiarazione Universale dei Diritti umani per una maggiore
coesione sociale”
“ La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più
grande”.
Basterebbe questa affermazione del filosofo Hans George Gadamer, per comprendere l’importanza
della cultura e il suo rilevante ruolo sociale. Forse è proprio per questo presupposto che trova ampio
spazio nelle più rilevanti Costituzioni di tutto il Mondo. Ogni individuo, in quanto creatura umana,
gode di alcuni diritti che vengono definiti “essenziali” e che garantiscono i principali fondamenti
della vita e dello sviluppo morale, fisico e culturale. La cultura è uno di questi. Ed è proprio nella
“Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo” che viene affermato: “Ogni individuo ha diritto di prendere
parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al
progresso scientifico ed ai suoi benefici”1. Un’attenta riflessione,però, mi induce a pensare che
questo enunciato giuridico, appartenga a quegli articoli che trovano spazio nelle legislazioni, ma
che, nella vita reale, non trovano un riscontro immediato e talvolta positivo. Prendere parte alla vita
culturale del Paese, non è soltanto un diritto fondamentale, ma anche un dovere necessario per
contribuire, come ben esplicita la nostra Carta Costituzionale, al progresso materiale e spirituale
della società. Tale diritto, vale per i bambini, per le donne, per i migranti, per le persone
appartenenti a minoranze linguistiche, più in generale per tutti i cittadini. Oggi si assiste ad una
sorta di marcata indifferenza culturale o ancora meglio ad una forma di grave disinteresse, come se
le nuove generazioni, siano influenzate da una sorta di ipocondria culturale; Ciò avviene, a parer
mio, perché parallelamente alla sviluppo tecnologico, si è accelerato anche il processo di decollettivizzazione della società. L’uomo contemporaneo, chiuso nel suo involucro di indifferenza e
apatia, si è dimenticato, della sua presenza in società, che supera di gran lunga la dimensione
individuale e che trova nell’altro la piena completezza di se stessi. Papa Francesco, durante una sua
visita a Lampedusa, tuonava così: “Cultura del benessere, porta a globalizzazione
dell’indifferenza”. Questo male, annulla ogni diritti garantito, e contrappone ad esso una
individualità “malata”, che finisce per affievolire i “diritti umani” di un intera società, autorizzando
di fatto, il sopravvento di ogni tipo di “falso garantismo”. Cultura è invece libertà, libertà di scelta,
di azione, che si realizza soltanto quando ciò non è viziato da ignoranza o da terze forze, che di fatto
la limitano.
1 DichiarazionedeiDirittodell’Uomo,art27,comma1.
Si profila, però, un altro fattore su cui riflettere: se, quando parliamo di diritti umani, trattiamo di
realtà o di utopia. Ci troviamo, infatti, di fronte ad un paradosso; se i diritti umani, formalmente
non trovano alcuna resistenza dal punto di vista legislativo, considerati le numerose Carte che
trattano di questo tema, non è detto che non vi si trovino resistenze nell’agire quotidiano. Il nodo da
sciogliere risiede nell’interrogativo di quanto queste realtà giuridiche influenzino l’agire quotidiano
di persone, popoli e governi. Isabella Adinolfi,( Università di Venezia)che ha trattato questo tema
infatti scrive : “[…]E’ sufficiente sfogliare un giornale qualsiasi, in un giorno qualsiasi della
settimana, per rendersi conto di come ad ogni istante in tutto il mondo vengano violati i diritti
umani più elementari: resoconti di gravi discriminazioni, di massacri, di conflitti armati, in cui la
distinzione tra militari e civili non è rispettata e si torturano i propri nemici, scorrono
quotidianamente sotto i nostri occhi […]”2. Potremmo finire, in questo senso, per considerare la
Dichiarazione dei Diritti Umani una realtà mai realizzata, o un progetto in continuo divenire. Non si
può stabilire che cosa sia realmente , se una o l’altra, perché questo può variare secondo la propria
concezione di diritti umani. Certo è però che, nel corso della storia, come ben nota Bobbio, si è
presa consapevolezza progressivamente dell’importanza sostanziale dell’affermazione dei diritti
umani,tanto da soprannominare questo processo con il termine “ costituzionalizzazione” o “
positivizzazione” dei diritti, iniziato appunto nel 1948 con la ratifica della “ Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani”. Entra in gioco quindi, la volontà degli Stati ma anche del singolo,
nella diffusione e soprattutto della valorizzazione di tali diritti. Il punto nodale della mia riflessione però,vuole andare oltre, e superare le possibili resistenze di
carattere individuale che si potrebbero incontrare, partendo dall’assunto che i diritti umani abbiamo
un valore naturale e che quindi prescindano da ogni tentativo di annullamento. Fissato questo
concetto, siamo in grado di provare a dare una risposta all’importante interrogativo che ogni
cittadino dovrebbe almeno una volta porsi: “Cosa comporta possedere dei diritti ?”. Sicuramente la
prima risposta che si potrebbe dare è che il predetto obbligo comporta anche dei doveri, ma non è
abbastanza. Infatti, considerato che, la maggior parte dei diritti, sono insiti nella natura umana, si
sente il bisogno che ognuno, in base alle proprie possibilità, inclinazioni, si impegni per contribuire
al benessere della comunità tutta. Ogni individuo esplicita i suoi diritti all’interno della comunità, la
stessa comunità che lo rende libero e unico e gli permette di sviluppare la sua personalità. Ciò
implica naturalmente anche un diretto e concreto impegno per la risoluzione “delle varie
problematiche umane”3. L’art.29 della Dichiarazione Universale, sintetizza questo concetto,con una
schiacciante e simbolica frase : “Doveri verso la comunità”. Il cittadino diventa, in questo senso,
egli stesso garante della democrazia. Sembrerà banale, ma la cosa più rilevante e significativa del
vivere in una democrazia e proprio questa: contribuire al benessere comune.
2 Diritti umani. Realtà e utopia - Isabella Adinolfi (Università di Venezia)
3 Vediart1.DelBandoconcorsuale
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