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IP/09/1867
Bruxelles, 2 dicembre 2009
La conferenza di Copenaghen deve arrivare a un
accordo globale, ambizioso e articolato per evitare
cambiamenti climatici pericolosi
La Commissione europea ha sottolineato oggi l'importanza cruciale di
raggiungere un accordo globale, ambizioso e articolato sul clima alla
conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a Copenaghen dal 7 al
18 dicembre. L'Unione europea si impegnerà a realizzare i massimi progressi
possibili in vista di un trattato sul clima ambizioso, globale e giuridicamente
vincolante, che faccia seguito al protocollo di Kyoto a partire dal 2013. Nel
corso della conferenza dovranno essere definiti i principali elementi politici
del trattato e occorrerà istituire un processo e fissare per la metà del 2010 la
scadenza entro cui ultimare il testo integrale. L'accordo di Copenaghen
dovrà comprendere anche un patto che permetta l'attuazione o la
preparazione immediata di alcune iniziative, in particolare l'assistenza
finanziaria ai paesi meno sviluppati. Il presidente della Commissione, José
Manuel Barroso, e il commissario all'Ambiente, Stavros Dimas,
parteciperanno alla conferenza con oltre 90 leader provenienti da tutto il
mondo.
Il presidente Barroso ha dichiarato: “A Copenaghen i leader mondiali dovranno
prendere le decisioni coraggiose necessarie per impedire che i cambiamenti climatici
raggiungano i livelli pericolosi e potenzialmente catastrofici previsti dalla comunità
scientifica. Dobbiamo sfruttare questa occasione per mantenere il riscaldamento
globale al di sotto di 2 °C prima che sia troppo tardi. Ma Copenaghen è anche
un'occasione storica per stilare la tabella di marcia che ci condurrà ad una società
globale a basse emissioni di carbonio e, così facendo, darà libero corso ad
un'ondata di innovazione in grado di ridare impulso alle nostre economie attraverso
la creazione di nuovi settori di crescita sostenibile e di posti di lavoro “verdi”.
L'Unione europea ha stabilito il ritmo, con il suo impegno unilaterale a ridurre le
emissioni del 20% entro il 2020 e con le proposte di finanziamento per il clima a
favore dei paesi in via di sviluppo. Siamo pronti a portare le nostre riduzioni delle
emissioni al 30% se i nostri partner dei paesi industrializzati e in via di sviluppo
faranno la loro parte in questo impegno globale.”
Il commissario Dimas ha aggiunto: “Accolgo con estremo piacere il fatto che vari
importanti partner come gli Stati Uniti e la Cina abbiano di recente proposto azioni e
obiettivi concreti di riduzione delle emissioni. I dati scientifici ci dicono che, per
mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 °C, i paesi industrializzati devono
abbattere le proprie emissioni del 25-40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020,
mentre i paesi in via di sviluppo devono contenere l'aumento delle emissioni
al 15-30% circa al di sotto dei livelli previsti nel 2020.
Tuttavia, le proposte aggregate dei paesi industrializzati sono ben lungi dall'essere
sufficienti; per questo invito i paesi che hanno proposto obiettivi poco ambiziosi a
migliorarli. Inoltre, varie disposizioni contenute nei testi attualmente oggetto di
negoziato avrebbero, nella pratica, l'effetto di ridurre gli obiettivi dei paesi
industrializzati. Queste disposizioni devono essere inasprite a Copenaghen. Per l'UE
è fondamentale garantire l'integrità ambientale del futuro trattato.”
Negoziati internazionali
Alla fine del 2007 sono stati avviati negoziati per stilare un accordo delle Nazioni
Unite sulla lotta ai cambiamenti climatici per il periodo successivo al 2012, anno in
cui scade il primo periodo di impegno previsto dal protocollo di Kyoto. Per l'Unione
europea questi negoziati devono sfociare in un trattato di portata mondiale che sia
articolato, ambizioso, equo, fondato su dati scientifici e giuridicamente vincolante.
Visti i lenti progressi registrati finora nei negoziati e la mancanza di consenso sulla
forma che l'accordo dovrà assumere, è ormai improbabile che a Copenaghen si
riesca ad adottare il trattato definitivo com'era originariamente previsto.
Durante la conferenza, pertanto, l'UE si prefiggerà di realizzare i massimi progressi
possibili in vista di un trattato articolato e per raggiungere un accordo globale
ambizioso e completo che abbracci tutti gli aspetti principali e un patto per l'avvio
immediato di alcune iniziative (cfr. MEMO/09/534).
Il programma di Copenaghen
Per più di una settimana, fino al 15 dicembre, i negoziati verranno condotti a livello di
funzionari mentre dal 16 fino al 18 dicembre, giorno di chiusura della conferenza, vi
saranno incontri ad alto livello. Inizialmente tali incontri coinvolgeranno i ministri e il
commissario Dimas, ma dal 17 dicembre i leader mondiali sono invitati ad
aggiungersi. Oltre 90 personalità hanno già accolto l'invito, compreso il Presidente
Barroso.
Il commissario Dimas giungerà a Copenaghen il 12 dicembre per partecipare ad un
incontro internazionale informale a livello di ministri organizzato il giorno dopo dal
ministro danese Connie Hedegaard, che presiederà anche la conferenza ONU. La
signora Hedegaard sarà la commissaria per il clima nella prossima Commissione
europea.
Rappresentanza dell'UE
A Copenaghen, la Presidenza svedese dell'UE e la Commissione europea saranno
congiuntamente responsabili dei negoziati a nome dell'UE.
La troika UE, composta dalla Svezia, dalla Commissione e dalla Spagna (prossima
titolare della presidenza UE) terranno una conferenza stampa giornaliera alle 14:00,
che sarà possibile seguire in streaming e su richiesta dal sito della convenzione UE
sui cambiamenti climatici all'indirizzo: www.unfccc.int.
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Altre informazioni:
Conferenza di Copenaghen sul clima: principali obiettivi dell'UE: MEMO/09/534
Documentazione UE per la stampa in vista di Copenaghen:
http://ec.europa.eu/climateaction/news_media/index_en.htm
Sito web "Azione per il clima": www.ec.europa.eu/climateaction
Pagina della DG Ambiente dedicata a Copenaghen:
http://ec.europa.eu/environment/climat/copenhagen_09.htm
Materiale per i media audiovisivi
http://www.tvlink.org/copenhagen/
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