Slides presentate a lezione - CAPITOLO 5 del libro di testo

CAPITOLO 5
FORME DI MERCATO
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224
RICAVO TOTALE, RICAVO MARGINALE E
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Il ricavo totale è l'importo in denaro ( ricavo economico ) ottenuto
da una impresa mediante la vendita di quantità q di prodotto a
un prezzo unitario p. Dato un prodotto è quindi possibile indicare
il ricavo totale ( RT ) dell'impresa come prodotto della quantità
venduta ( q ) per il prezzo unitario ( p ).
RT = p · q
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RICAVO TOTALE, RICAVO MARGINALE E
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Definizioni di ricavo
Ricavo totale
RT = P ⋅Q
Ricavo medio
Rme=
Ricavo marginale
Rmg=
!"
#
βˆ†!"
βˆ†#
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RICAVO TOTALE, RICAVO MARGINALE E
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Ricavo medio RMe
Il ricavo medio dell’impresa coincide col prezzo del bene,
infatti:
RT = P ⋅Q
Rme=
!"
#
=
&#
#
=P
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RICAVO TOTALE, RICAVO MARGINALE E
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Determinazione della quantità prodotta che massimizza il
profitto
Profitto = Ricavo totale – Costo totale
– Ricavo totale (R) = Pq = R(q)
– Costo totale (C) = C(q)
Π (q) = R(q) -C(q)
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RICAVO TOTALE, RICAVO MARGINALE E
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
L’impresa tende a massimizzare il proprio profitto.
Tale massimizzazione si ha trovando il livello di q per cui sia
massima la differenza tra costi totali e ricavi totali. Deriviamo la
formula del profitto rispetto alla quantità prodotta:
)*
)+
=
)!"(+)
)+
−
)/"(+)
)+
Il ricavo marginale è 𝑅 2 (q)=
= 0 da cui
)!"(+)
Il costo marginale è 𝑐 2 (q) =
)+
;
)/"(+)
)+
𝑅 2 (q)= 𝑐 2 (q)
Condizione di
massimizzazione del
profitto in qualsiasi
tipologia di mercato
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CONCORRENZA PERFETTA -LE
CARATTERISTICHE DEL MERCATO ED
EQUILIBRIO DELL'IMPRESA
Le caratteristiche principali di un mercato perfettamente
concorrenziale sono le seguenti:
Le imprese che operano in tale mercato producono un bene perfettamente omogeneo; Il bene
venduto da un'impresa è un sostituto perfetto dei beni venduti da tutte le altre imprese
.
Per tanto, il bene deve essere venduto ad un unico prezzo.
Il mercato è popolato da un numero molto rilevante di imprese, teoricamente infinito, ognuna
infinito, ognuna delle quali produce una quota irrilevante dell'output complessivo.
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CONCORRENZA PERFETTA LE CARATTERISTICHE DEL
MERCATO ED EQUILIBRIO DELL'IMPRESA
Conseguentemente, ogni impresa riterrà che le proprie decisioni
non possano influenzare il prezzo di mercato a cui il bene viene
venduto;
Per le imprese è quindi razionale assumere il prezzo come un
dato, ovvero le imprese sono price taker .
Implicitamente occorre anche assumere che la tecnologia e quindi
la struttura dei costi sia tale da non sfavorire le imprese di piccole
dimensioni.
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CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
L’imprenditore si trova di fronte ad un grande dilemma
1) decisione
di produzione
Quale livello di output massimizza il profitto
2) decisione
di cessazione dell’attività
È più redditizio produrre oppure cessare l’attività?
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232
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
Per l’impresa concorrenziale il ricavo marginale è uguale al
prezzo di mercato che è uguale al ricavo medio
P= ricavo marginale = ricavo medio
In libera concorrenza perfetta la massimizzazione del profitto è
data da
𝑅 2=𝑐 2
P=𝑐 2
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CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
D=ricavo mg= Rm
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234
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
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235
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
La condizione di massimizzazione del
profitto per l’impresa in libera
concorrenza data dall’uguaglianza tra
ricavo marginale e costo marginale
viene soddisfatta al livello di
produzione y*.
È la quantità che corrisponde
all’intersezione tra la curva dei costi
marginali e la curva di domanda
dell’impresa
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236
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI DOMANDA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
Per p > p l’impresa vende zero
Per p = p vende qualsiasi quantità di output
Per p < p si aggiudica l’intera domanda di mercato
Non si deve confondere la:
Curva di domanda di mercato:
relazione tra prezzo di mercato e quantità totale di output venduto. Dipende dal
comportamento dei consumatori.
Curva di domanda per l’impresa:
relazione tra prezzo di mercato e l’output venduto da quella particolare impresa. Dipende
dal comportamento dei consumatori ed anche dal comportamento delle altre imprese
nell’industria.
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CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL
PROFITTO NEL B.P.
Un mercato caratterizzato da concorrenza perfetta se:
1-II prezzii sono fissi: l’impresa non è in grado di influenzare il
prezzo, può scegliere solo quanto produrre (imprese price-taker)
2-Nel mercato opera un numero molto elevato dii imprese
3-Il bene offerto è omogeneo
4-Free entry: libertà di entrata e uscita dal mercato
5-Perfetta mobilità di fattori: i fattori produttivi (es. K,L) possono
muoversi liberamente tra settori (industrie)
6-C’è perfetta informazione. Tutti i soggetti operanti nel mercato
conoscono perfettamente i prezzi dei beni e la loro qualità.
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238
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL
PROFITTO NEL B.P.
La curva di domanda per l’impresa è infinitamente elastica
(piatta) se carica un prezzo pari al prezzo di mercato
Curva di domanda di
mercato
Curva di domanda per
l’impresa
P*
0 se P>P* l’impresa non vende nulla
l’impresa potrebbe vendere qualsiasi quantità di prodotto se P=P*
l’impresa potrebbe aggiudicarsi l’intera quota di mercato se P<P*
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239
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
,
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240
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
Il profitto marginale (derivata della funzione profitto) esprime la
variazione del profitto rispetto a una variazione infinitesima della
quantità:
Quando il profitto marginale è >0 l’impresa ottiene un maggior
profitto aumentando la produzione fino a raggiungere un nuovo
equilibrio;
Se , al contrario il prezzo di mercato decresce si realizzerà la
condizione R’<c’, l’impresa per massimizzare il profitto dovrà
ridurre la produzione
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241
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
I
Abbiamo:
Nel breve periodo l’impresa ha convenienza a
produrre perché CM<p<CVM.
In questo caso la produzione e la vendita comportano
una perdita pari area PCAE per recuperare i costi
variabili o almeno una parte dei costi fissi;
Se l’impresa decide di interrompere la produzione il
costo unitario AI > del costo unitario AE se l’impresa
decide di continuare la produzione;
Se il p< CVM non riesce a coprire neanche i costi
variabili
in
questo
caso trae vantaggio
dall’interruzione della produzione
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242
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
Quindi l’impresa:
•Se p> CM l’impresa realizza un profitto > 0;
•Se Cm<p<CVM continua a produrre realizzando un
profitto <0;
•Se p<CVM<CM l’impresa ha convenienza ad
interrompere la produzione
I
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243
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL B.P.
Nel breve periodo la curva di offerta di un impresa
in libera concorrenza è quella curva che si trova
sopra la curva dei costi variabili medi;
Solo in questi punti la curva soddisfa la condizione di
equilibrio R’=c’ e l’impresa produce solo se p> CVM
Quindi nel b.p. deve valere la condizione
C’>CVM
I
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244
CONCORRENZA PERFETTA- CURVA DI OFFERTA
DELL’IMPRESA E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL L.P.
Nel lungo periodo la valutazione se continuare a
produrre o chiudere l’impresa è valutata in ragione
di tutti i costi anche quelli fissi che possono essere
recuperati interrompendo l’attività. La curva di
offerta sarà quella curva che è al di sopra della
curva dei CM;
Quindi nel l.p. deve valere la condizione
C’>CM
I
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245
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE DI LUNGO
PERIODO
Nel breve periodo le imprese
produrre;
decidono se produrre , quanto
La curva di offerta aggregata è la sommatoria di tutte le curve di
offerta delle singole imprese;
Nel lungo periodo le imprese prendono decisioni sulla loro entrata o
uscita dal mercato in funzione della loro possibilità di conseguire
profitti positivi di LP;
Se p > ctm le imprese hanno profitti positivi e , quindi nuove imprese
sono incentivate ad entrare sul mercato;
L’ingresso di nuove imprese fa aumentare l’offerta aggregata e ad
una conseguente riduzione del prezzo di mercato.
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246
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE DI LUNGO
PERIODO
Se il prezzo decresce ma p> ctm le imprese hanno ancora
profitto;
Se il prezzo decresce fino a arrivare a p = ctm il profitto delle
imprese è nullo e non vi sono più incentivi per nuove imprese ad
entrare sul mercato;
Se il prezzo decresce fino a generare p<ctm si genera la
tendenza ad uscire dal mercato,l ‘ offerta aggregata diminuisce
ed il prezzo aumenta di nuovo;
Le imprese escono dal mercato in questa situazione fino a che
p<ctm;
Nel momento in cui sarà p=ctm il mercato si stabilizza.
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247
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE DI LUNGO
PERIODO
L’equilibrio concorrenziale nel lungo periodo si ha quando le uscite
e le entrate dal mercato si arrestano e quando vengono
realizzate simultaneamente le seguenti condizioni:
Tutte le imprese massimizzano il loro profitto
Il profitto delle imprese è nullo e, per questo motivo , non esistono
incentivi ad entrare ed uscire dal mercato;
Al prezzo di equilibrio domanda aggregata ed offerta si
equivalgono
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248
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE DI LUNGO
PERIODO
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249
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE DI LUNGO
PERIODO
Ne lungo periodo l’impresa opera nella sua dimensione efficiente
quando si realizza la seguente condizione:
P=R’= c’= CTM
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250
SURPLUS DEL CONSUMATORE E DEL
PRODUTTORE
Il surplus (o rendita) del
consumatore è la differenza
positiva fra il prezzo che un
individuo è disposto a pagare
per ricevere un determinato
bene o servizio e il prezzo di
mercato dello stesso bene. Il
massimo che un consumatore è
disposto a pagare viene detto
"prezzo di riserva".
Con
riferimento
all'intero
mercato si chiama surplus del
consumatore la somma totale
dei surplus individuali.
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251
SURPLUS DEL CONSUMATORE E DEL
PRODUTTORE
Il surplus del produttore è
definito come differenza tra
il prezzo di mercato di un
bene venduto e il prezzo di
vendita che il produttore
sarebbe stato disposto ad
accettare per quel bene
(costo
marginale).
Il
produttore massimizza il
proprio profitto quando il
costo marginale è uguale al
prezzo di vendita
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252
SURPLUS DEL CONSUMATORE E DEL
PRODUTTORE
SP = RT –CV
∏=RT-CT
∏ =RT-CV-CF
∏=SP-CF
SP= ∏+CF
z
SP=RT-CV
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253
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Massimizzazione del profitto in
regime di Monopolio
Il Monopolio si caratterizza
per la presenza di una
sola impresa che produce
l’unico bene di quel
mercato. Tale bene non è
sostituibile “facilmente” dai
consumatori. Si dice che
non ha sostituti prossimi
(close substitute)
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254
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
il monopolista massimizza il
profitto producendo la quantità
per cui il ricavo marginale e il
costo marginale sono eguali
(NB, anche in concorrenza è
così, con RM = costante = P)
• la curva di domanda è
fondamentale per individuare il
prezzo che induce i consumatori
ad acquistare la quantità che
massimizza il profitto
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255
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
L’obiettivo fondamentale di un’impresa monopolista, al pari di un’impresa
perfettamente concorrenziale, è massimizzare il proprio profitto–ossia
scegliere il livello di output per cui la differenza fra ricavi e costi totali è
massima.
La logica della massimizzazione del profitto non cambia espandere la
produzione finché il beneficio (o ricavo) marginale è superiore al costo
marginale.
Mentre il calcolo del costo marginale è lo stesso per un monopolista e per
un’impresa in concorrenza perfetta, il calcolo del ricavo marginale è diverso.
Vediamolo …
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256
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Per una impresa in concorrenza perfetta, la vendita di una unità di
prodotto in più fornisce ricavi aggiuntivi (marginali) sempre uguali
al prezzo.
Per un monopolista, invece, la vendita di una unità in più comporta
un abbassamento del prezzo di vendita su tutte le unità vendute
precedentemente.
Il ricavo marginale del monopolista è quindi il prezzo di vendita
della nuova unità meno la perdita dovuta alla variazione di
prezzo su quelle precedenti.
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257
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Beneficio derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva per il
monopolista.
Supponiamo che un monopolista abbia la seguente curva di domanda
Esempio:
1) q=2
p=6
Rt=12
2) q=3
p =5
Rt=15
Il ricavo marginale derivante dalla vendita della terza unità è quindi 15
–12 =3
un importo inferiore al prezzo di vendita della terza unità (5 euro) di un
ammontare pari a Δp× 2.
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258
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Beneficio derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva per il
monopolista.
Consideriamo una sequenza di incrementi di output: se l’impresa passa
da 2 a 3 unità, il ricavo marginale è pari a 3 euro.
Espandendo la produzione da 3 a 4 unità: il ricavo totale è 16 euro
il ricavo marginale è 16 –15 = 1 euro
N.B.:MR= 4 –(1 × 3). Espandendo la produzione da 4 a 5 unità: il
ricavo totale è 15 euro il ricavo marginale è 15 –16 = –1 euro(pari
a = 3 –(1×4)).
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259
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Poiché, per vendere un’unità in
più, un monopolista deve ridurre il
prezzo non solo per tale unità ma
per l’intera produzione esistente
Il ricavo marginale ottenuto
vendendo l’unità aggiuntiva è
inferiore al prezzo di vendita
(tranne per Q = 0).
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260
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Ricavo marginale e curva di domanda lineare
Una generica curva di domanda lineare inversa:
p= a–bQ
il RT sarà
RT = p Q = (a –bQ) Q= aQ–bQ2
Il Ricavo marginale è la derivata del RT rispetto a Q:
Rmg = a –2bQ
Come si vede, Rmg ha: –intercetta verticale uguale alla domanda (a) ma inclinazione
doppia (2b).
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261
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
La condizione di uguaglianza tra ricavo marginale e costo marginale è la condizione
fondamentale di massimizzazione del profitto per un’impresa monopolista:
se MR >MC per l’impresa è conveniente aumentare la produzione.
se MR <MC l’impresa dovrebbe ridurre la produzione.
Esempio
Supponiamo che il monopolista produca 12 unità quantità per cui il prezzo eguaglia il costo
marginale.
Conviene espandere o ridurre la produzione?
Costruiamo la curva del ricavo marginale corrispondente alla domanda data.
In corrispondenza di 12 unità: Rmg(pari a 0) è minore di MC(pari a 3 euro).
In questo caso, il profitto aumenta se l’impresa riduce la produzione.
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262
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Euro/unità di prodotto
MC
6
3
MR
0
12
D
Supponiamo che il monopolista produca 12
unità–quantità per cui il prezzo eguaglia il
costo marginale.
Conviene espandere o ridurre la produzione?
Costruiamo la curva del ricavo marginale
corrispondente alla domanda data.
In corrispondenza di 12 unità: MR(pari a 0) è
minore di MC(pari a 3 euro).
In questo caso, il profitto aumenta se l’impresa
riduce a produzione.
24 Quantità
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263
CURVA DI DOMANDA E MASSIMIZZAZIONE
DEL PROFITTO DEL MONOPOLISTA
Euro/unità di prodotto
Profitto se si producono 8 unità:
RT = 4 × 8 = 32
CT = (8 × 2)/2 = 8
Profitto = RT – CT = 24
MC
6
4
3
2
MR
0
8
12
D
24 Quantità
Profitto se si producono 12 unità:
RT = 3 × 12 = 36
CT = (3 × 12)/2 = 18
Profitto = RT – CT = 18 < 24
In particolare, il profitto è
massimizzato se l’impresa
produce 8 unità, che è il
livello
di
output
in
corrispondenza del quale
MR = MC.
Il prezzo unitario in tal caso
ammonta a 4 euro, c he
corrisponde a 8 unità
prodotte sulla curva di
domanda
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264
POTERE DEL MONOPOLISTA
Il monopolio è raro.
Tuttavia, l’analisi del monopolio si applica anche ad un
mercato con diverse imprese, tutte aventi una curva di
domanda inclinata negativamente.
Potere monopolistico
Per comprendere il potere di mercato del monopolista
analizziamo le sue scelte al fine della massimizzazione del
profitto.
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265
POTERE DEL MONOPOLISTA
Partendo dall’equazione del profitto e derivandola
rispetto alla quantità abbiamo
)* )(5.+)
)#
=
)#
p+
− )5
)#
)/"(#)
)#
=0
Q-𝑐 2=0
Moltiplichiamo e dividiamo per p il secondo termine e otteniamo
)5 #
P+)# ( 5 )p-𝑐 2 =0
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266
POTERE DEL MONOPOLISTA
Ricordando la formula dell’elasticità della domanda
𝐸8,5 =
)# 5
)5 #
Si ottiene
𝑝 +
5
;<,=
− 𝑐2 = 0 da cui si ricava l’INDICE DI LERNER (L)
𝑝 − 𝑐2
1
𝐿=
=−
𝑝
𝐸8,5
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267
POTERE DEL MONOPOLISTA
𝑝 − 𝑐2
1
𝐿=
=−
𝑝
𝐸8,5
L’indice di lerner (L) è sempre compreso tra 0 e 1. Se l’impresa opera in concorrenza
perfetta L=0 essendo p=c’ all’equilibrio.
Il potere monopolistico si misura dalla capacità di un’azienda di avere p>c’. Il potere
monopolistico è tanto maggiore quanto maggiore è l’indice di Lerner.
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268
POTERE DEL MONOPOLISTA
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269