2015.09.12 CdT Euro franco, ripresa quota 1.10

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Corriere del Ticino
24
Sabato 12 Settembre 2015
borSa Svizzera Smi (–0,07%)
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ECONOMIA
NotizieFLASH
eNergia
Produzione di greggio,
AIE riduce le stime
zxy La produzione di petrolio dei Paesi non OPEC nel 2016 subirà il
maggiore calo dal 1992 a causa del
crollo dei prezzi, che frena lo shale
oil americano. Lo annuncia l’Agenzia internazionale per l’energia
(AIE), che ha tagliato le previsioni
per l’anno prossimo di 500 mila barili al giorno, a 57,7 milioni: 400 mila barili in meno riguardano proprio gli USA. Intanto Goldman Sachs afferma che il greggio potrebbe
scendere fino a 20 dollari. Ieri il WTI
quotava 44,7 dollari al barile.
ageNzie
S&P ha tagliato il rating
della brasiliana Petrobras
euro-franco Ripresa quota 1,10
È la prima volta dopo l’abolizione della soglia di cambio di 1,20 nel gennaio scorso
Il ruolo della BNS e i tassi negativi – La nostra moneta è ora un po’ meno bene rifugio
zxy Euro sopra 1,10 franchi: il corso del
cambio ha superato questa soglia psicologica ieri mattina, per la prima volta
dopo l’abolizione del cambio minimo,
lo scorso 15 gennaio. La moneta europea ha poi confermato il rialzo anche
nel pomeriggio, quotando in serata intorno a 1,1039. In tarda serata il rapporto è tornato sotto 1,10. Il rafforzamento
della valuta dell’Eurozona avviene in
un quadro di incertezza sullo sviluppo
dei tassi di interesse negli USA.
Dopo il sisma provocato dall’abbandono della difesa del cambio minimo di
1,20 da parte della Banca nazionale
svizzera l’euro era sceso a un minimo
di 0,9652 franchi, per poi salire a un
massimo di 1,08 in febbraio e avviare
quindi una fase di declino, che l’ha
portato in aprile a 1,02. Da metà luglio
si osserva però una chiara ripresa.
Diversa la dinamica del cambio dollaro-franco: il biglietto verde è andato via
via recuperando terreno da fine agosto
sulla moneta elvetica. Ieri in serata
quotava intorno a 0,9736, ma in tarda
serata il franco tendeva di nuovo a risa-
lire. Spiegare i motivi alla base dei movimenti del mercato delle divise è impresa ardua. L’euro si sta rafforzando
anche nei confronti del dollaro: questo
è dovuto al fatto che forse non ci sarà
un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve la prossima settimana.
Gli ultimi dati congiunturali dell’Eurozona sono inoltre incoraggianti: in Italia – è notizia di ieri – la produzione industriale in luglio è aumentata più del
previsto (+1,1% rispetto al mese precedente e +2,7% rispetto a luglio 2014).
Starebbe inoltre passando in secondo
piano il ruolo del franco come porto
sicuro in tempi turbolenti. Ma potrebbero avere un ruolo anche i tassi negativi della BNS, che comincerebbero
così a dare i loro frutti, e le reazioni di
natura tecnica legate agli spostamenti
di investimenti da Paesi con tassi bassi
a quelli con saggi più elevati.
Il corso dell’euro – sui mercati finanziari dal 1999, in circolazione monetaria effettiva dal primo gennaio 2002 –
rappresenta un fattore di capitale importanza per l’export elvetico. Una
breve analisi mostra che dal 1999 al
2000 il corso è stato di circa 1,60 franchi. Fra il 2000 e il 2002 è sceso fino a
1,45, per poi riprendersi nel 2003 e arrivare a un primo picco nel 2004 a
1,58. La valuta europea è quindi rimasta per anni stabile, tornando a salire
nel 2006 e raggiungendo il suo massimo assoluto, nel 2007, di 1,6828 franchi: erano i tempi del cosiddetto «supereuro», che secondo i suoi sostenitori si apprestava a sostituire il dollaro
come valuta di riferimento mondiale.
La successiva crisi economica e finanziaria ha poi però inciso sul valore
della moneta unica, rafforzando il
ruolo del franco quale moneta rifugio.
Dal 2008 la tendenza al calo è così stata
continua, pur con qualche ripresa passeggera. Il 9 agosto 2011 l’euro toccò un
minimo a 1,0070 franchi. La Banca nazionale svizzera decise di agire: il 6 settembre 2011 fece sapere di non voler
tollerare un corso sotto 1,20. Negli anni
successivi l’euro ha galleggiato poco
sopra questa soglia, con un massimo a
1,2651. Alla fine del 2014 però la pres-
sione si è aggravata e a metà gennaio di
quest’anno la BNS ha annunciato a
sorpresa la revoca della soglia minima,
scatenando le turbolenze a cui è andata incontro l’economia svizzera negli
ultimi mesi. Ora la risalita dell’euro.
Borse europee giù, New York su
Giornata di ribassi sulle principali piazzie azionarie europee, mentre ha tenuto meglio Wall Street. Ormai gli occhi
degli investitori sono puntati sul meeting di politica monetaria della Federal
Reserve di mercoledì e giovedì prossimi: come detto, aumenta l’incertezza
su un possibile aumento dei tassi USA.
Così Londra ha chiuso a –0,62%, Francoforte a –0,85%, Milano a –0,63%. Negativa anche Zurigo a –0,07%. A New
York il Dow Jones ha guadagnato invece lo 0,63%, il Nasdaq lo 0,54%.
Standard & Poor’s ha confermato il
rating della Grecia a CCC+, con prospettive stabili. La banca centrale russa ha rivisto al ribasso le previsioni sul
PIL di quest’anno da –3,2% a –3,9/–
ATS-RED.
4,4%.
zxy Standard & Poor’s ha tagliato il
rating di Petrobras di due livelli,
portandolo a BB, vale a dire «spazzatura», con outlook negativo. L’agenzia aveva già declassato il rating
del Brasile a junk. Già travolto dallo
scandalo corruzione, il colosso petrolifero si trova adesso a dover gestire il proprio debito, che ammonta
a 56 miliardi di dollari.
berliNo
Germania, l’inflazione
rimane stabile
zxy Andamento dell’inflazione stabile ad agosto in Germania. Il costo
della vita (indice armonizzato UE) è
aumentato dello 0,1% su base annua, stesso ritmo registrato a luglio.
Rispetto al mese precedente il tasso
è rimasto invariato. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg.
verteNza fiScale uSa
Parcelle legali milionarie
per gli istituti svizzeri
zxy Molti accordi finora raggiunti
dalle banche svizzere nell’ambito
del programma di regolarizzazione
fiscale americano hanno comportato multe inferiori al previsto. Oltre
alle multe, però, risultano elevati i
costi legali e quelli legati al reperimento dei dati: questi possono a
volte raddoppiare l’onere complessivo per l’istituto.
baK Rivisto al rialzo il PIL elvetico
Alzata da +0,6% a +0,8% la previsione di crescita per quest’anno
Immobili Prezzi in aumento
ma verso una stabilizzazione
zxy L’istituto di ricerche congiunturali
BAKBasel ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il Prodotto interno lordo del
2015, da +0,6 di tre mesi fa a +0,8%. Ciò
grazie all’aumento degli investimenti
nei beni d’equipaggiamento e ai consumi pubblici e privati che hanno contribuito a una crescita dello 0,2% dell’economia elvetica nel secondo trimestre,
evitando la recessione.
L’evoluzione positiva del periodo aprilegiugno non significa però che la fase di
debolezza scaturita dalla revoca del tasso di cambio minimo per l’euro sia superata, scrivono gli esperti di BAKBasel.
Lo dimostra lo sviluppo volatile e complessivamente modesto di svariati indicatori congiunturali. Per la seconda metà dell’anno il centro di ricerca si atten-
zxy Arriva una battuta d’arresto dopo i
primi segnali di discesa dei prezzi degli
immobili registrati negli scorsi mesi.
La tendenza al calo del costo delle
abitazioni in proprietà osservato in
luglio non ha trovato conferma: in
agosto i prezzi richiesti dai venditori
per un appartamento sono aumenti
dello 0,4% rispetto al mese precedente
e dello 0,9% nel confronto annuo,
mentre le case unifamiliari si sono
mostrate stabili nel confronto mensile
e in progressione dello 0,4% sull’arco
dei dodici mesi.
Gli indici immobiliari calcolati dal
portale ImmoScout24 e dalla società
di consulenza IAZI il 31 agosto scorso
si sono attestati rispettivamente a
1.179,31 punti (per quanto riguarda
de una stagnazione dell’economia svizzera. Oltre al franco forte influiscono
negativamente anche le spiccate incertezze globali. Nei prossimi mesi le
aziende si dimostreranno poco propense a investire. Anche le esportazioni dovrebbero restare deboli.
Per l’anno prossimo BAKBasel prevede
che l’economia riprenderà vigore, ma
corregge al ribasso la crescita stimata
del PIL da +1,5 a +1,2%. Un segnale
positivo proviene dall’indebolimento
del franco, che dovrebbe proseguire
nei prossimi trimestri e raggiungere un
tasso di cambio per l’euro di circa 1,15
entro la fine del 2016. Ciò dovrebbe diminuire la pressione sui margini, aumentare le vendite degli esportatori e
ridurre le incertezze. Impulsi favorevo-
li dovrebbero giungere dai consumi
interni, ma anche dall’evoluzione congiunturale degli Stati Uniti e dell’Eurozona. I Paesi emergenti dovrebbero invece riprendersi solo dal 2017. Come
pronosticato in giugno, quell’anno il
PIL svizzero dovrebbe segnare un
+2,3%, tuttavia la robusta crescita potrebbe essere messa a rischio da un’applicazione infelice dell’iniziativa
sull’immigrazione di massa.
Secondo gli economisti renani l’export
elvetico dovrebbe stagnare quest’anno,
per progredire del 2,6% nel 2016 e del
5,9% nel 2017. La disoccupazione dovrebbe raggiungere il suo picco (3,7%
contro il 3,3% attuale) a metà 2016 per
poi tornare a diminuire gradualmente
nel 2017.
gli appartamenti) e 1.088,99 punti
(per le case). Dal gennaio 2011 la progressione degli indici – e quindi dei
prezzi – è risultata rispettivamente del
18% e del 9%.
Secondo gli esperti del portale ImmoScout24 è in corso una certa stabilizzazione dei prezzi, che rimangono
però sostenuti dal basso livello dei
tassi di interesse e dagli ultimi dati
congiunturali svizzeri che sono risultati migliori del previsto.
«Riguardo all’evoluzione futura è però
impossibile avanzare previsioni serie,
viste le incertezze riguardanti i mercati
finanziari globali e i rapporti fra la Svizzera e l’Unione europea», ha affermato
il direttore di ImmoScout24, Martin
Waeber, citato nel comunicato.
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