Corriere del Ticino 24 Sabato 12 Settembre 2015 borSa Svizzera Smi (–0,07%) 8.772 uSD/cHf (ore 18.00) 0,9736 euro/cHf (ore 18.00) 1,1039 euro/uSD (ore 18.00) 1,1336 1,1039 8.760 8.705 lu ma me 1,1336 1,1265 0,9797 8.871 8.778 8.772 gio VE 0,9768 0,9757 0,9736 0,9719 lu ma me gio VE 1,0952 1,0951 1,1175 1,1165 1,0896 lu 1,1158 1,0901 ma me gio VE lu ma me gio VE ECONOMIA NotizieFLASH eNergia Produzione di greggio, AIE riduce le stime zxy La produzione di petrolio dei Paesi non OPEC nel 2016 subirà il maggiore calo dal 1992 a causa del crollo dei prezzi, che frena lo shale oil americano. Lo annuncia l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), che ha tagliato le previsioni per l’anno prossimo di 500 mila barili al giorno, a 57,7 milioni: 400 mila barili in meno riguardano proprio gli USA. Intanto Goldman Sachs afferma che il greggio potrebbe scendere fino a 20 dollari. Ieri il WTI quotava 44,7 dollari al barile. ageNzie S&P ha tagliato il rating della brasiliana Petrobras euro-franco Ripresa quota 1,10 È la prima volta dopo l’abolizione della soglia di cambio di 1,20 nel gennaio scorso Il ruolo della BNS e i tassi negativi – La nostra moneta è ora un po’ meno bene rifugio zxy Euro sopra 1,10 franchi: il corso del cambio ha superato questa soglia psicologica ieri mattina, per la prima volta dopo l’abolizione del cambio minimo, lo scorso 15 gennaio. La moneta europea ha poi confermato il rialzo anche nel pomeriggio, quotando in serata intorno a 1,1039. In tarda serata il rapporto è tornato sotto 1,10. Il rafforzamento della valuta dell’Eurozona avviene in un quadro di incertezza sullo sviluppo dei tassi di interesse negli USA. Dopo il sisma provocato dall’abbandono della difesa del cambio minimo di 1,20 da parte della Banca nazionale svizzera l’euro era sceso a un minimo di 0,9652 franchi, per poi salire a un massimo di 1,08 in febbraio e avviare quindi una fase di declino, che l’ha portato in aprile a 1,02. Da metà luglio si osserva però una chiara ripresa. Diversa la dinamica del cambio dollaro-franco: il biglietto verde è andato via via recuperando terreno da fine agosto sulla moneta elvetica. Ieri in serata quotava intorno a 0,9736, ma in tarda serata il franco tendeva di nuovo a risa- lire. Spiegare i motivi alla base dei movimenti del mercato delle divise è impresa ardua. L’euro si sta rafforzando anche nei confronti del dollaro: questo è dovuto al fatto che forse non ci sarà un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve la prossima settimana. Gli ultimi dati congiunturali dell’Eurozona sono inoltre incoraggianti: in Italia – è notizia di ieri – la produzione industriale in luglio è aumentata più del previsto (+1,1% rispetto al mese precedente e +2,7% rispetto a luglio 2014). Starebbe inoltre passando in secondo piano il ruolo del franco come porto sicuro in tempi turbolenti. Ma potrebbero avere un ruolo anche i tassi negativi della BNS, che comincerebbero così a dare i loro frutti, e le reazioni di natura tecnica legate agli spostamenti di investimenti da Paesi con tassi bassi a quelli con saggi più elevati. Il corso dell’euro – sui mercati finanziari dal 1999, in circolazione monetaria effettiva dal primo gennaio 2002 – rappresenta un fattore di capitale importanza per l’export elvetico. Una breve analisi mostra che dal 1999 al 2000 il corso è stato di circa 1,60 franchi. Fra il 2000 e il 2002 è sceso fino a 1,45, per poi riprendersi nel 2003 e arrivare a un primo picco nel 2004 a 1,58. La valuta europea è quindi rimasta per anni stabile, tornando a salire nel 2006 e raggiungendo il suo massimo assoluto, nel 2007, di 1,6828 franchi: erano i tempi del cosiddetto «supereuro», che secondo i suoi sostenitori si apprestava a sostituire il dollaro come valuta di riferimento mondiale. La successiva crisi economica e finanziaria ha poi però inciso sul valore della moneta unica, rafforzando il ruolo del franco quale moneta rifugio. Dal 2008 la tendenza al calo è così stata continua, pur con qualche ripresa passeggera. Il 9 agosto 2011 l’euro toccò un minimo a 1,0070 franchi. La Banca nazionale svizzera decise di agire: il 6 settembre 2011 fece sapere di non voler tollerare un corso sotto 1,20. Negli anni successivi l’euro ha galleggiato poco sopra questa soglia, con un massimo a 1,2651. Alla fine del 2014 però la pres- sione si è aggravata e a metà gennaio di quest’anno la BNS ha annunciato a sorpresa la revoca della soglia minima, scatenando le turbolenze a cui è andata incontro l’economia svizzera negli ultimi mesi. Ora la risalita dell’euro. Borse europee giù, New York su Giornata di ribassi sulle principali piazzie azionarie europee, mentre ha tenuto meglio Wall Street. Ormai gli occhi degli investitori sono puntati sul meeting di politica monetaria della Federal Reserve di mercoledì e giovedì prossimi: come detto, aumenta l’incertezza su un possibile aumento dei tassi USA. Così Londra ha chiuso a –0,62%, Francoforte a –0,85%, Milano a –0,63%. Negativa anche Zurigo a –0,07%. A New York il Dow Jones ha guadagnato invece lo 0,63%, il Nasdaq lo 0,54%. Standard & Poor’s ha confermato il rating della Grecia a CCC+, con prospettive stabili. La banca centrale russa ha rivisto al ribasso le previsioni sul PIL di quest’anno da –3,2% a –3,9/– ATS-RED. 4,4%. zxy Standard & Poor’s ha tagliato il rating di Petrobras di due livelli, portandolo a BB, vale a dire «spazzatura», con outlook negativo. L’agenzia aveva già declassato il rating del Brasile a junk. Già travolto dallo scandalo corruzione, il colosso petrolifero si trova adesso a dover gestire il proprio debito, che ammonta a 56 miliardi di dollari. berliNo Germania, l’inflazione rimane stabile zxy Andamento dell’inflazione stabile ad agosto in Germania. Il costo della vita (indice armonizzato UE) è aumentato dello 0,1% su base annua, stesso ritmo registrato a luglio. Rispetto al mese precedente il tasso è rimasto invariato. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg. verteNza fiScale uSa Parcelle legali milionarie per gli istituti svizzeri zxy Molti accordi finora raggiunti dalle banche svizzere nell’ambito del programma di regolarizzazione fiscale americano hanno comportato multe inferiori al previsto. Oltre alle multe, però, risultano elevati i costi legali e quelli legati al reperimento dei dati: questi possono a volte raddoppiare l’onere complessivo per l’istituto. baK Rivisto al rialzo il PIL elvetico Alzata da +0,6% a +0,8% la previsione di crescita per quest’anno Immobili Prezzi in aumento ma verso una stabilizzazione zxy L’istituto di ricerche congiunturali BAKBasel ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il Prodotto interno lordo del 2015, da +0,6 di tre mesi fa a +0,8%. Ciò grazie all’aumento degli investimenti nei beni d’equipaggiamento e ai consumi pubblici e privati che hanno contribuito a una crescita dello 0,2% dell’economia elvetica nel secondo trimestre, evitando la recessione. L’evoluzione positiva del periodo aprilegiugno non significa però che la fase di debolezza scaturita dalla revoca del tasso di cambio minimo per l’euro sia superata, scrivono gli esperti di BAKBasel. Lo dimostra lo sviluppo volatile e complessivamente modesto di svariati indicatori congiunturali. Per la seconda metà dell’anno il centro di ricerca si atten- zxy Arriva una battuta d’arresto dopo i primi segnali di discesa dei prezzi degli immobili registrati negli scorsi mesi. La tendenza al calo del costo delle abitazioni in proprietà osservato in luglio non ha trovato conferma: in agosto i prezzi richiesti dai venditori per un appartamento sono aumenti dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nel confronto annuo, mentre le case unifamiliari si sono mostrate stabili nel confronto mensile e in progressione dello 0,4% sull’arco dei dodici mesi. Gli indici immobiliari calcolati dal portale ImmoScout24 e dalla società di consulenza IAZI il 31 agosto scorso si sono attestati rispettivamente a 1.179,31 punti (per quanto riguarda de una stagnazione dell’economia svizzera. Oltre al franco forte influiscono negativamente anche le spiccate incertezze globali. Nei prossimi mesi le aziende si dimostreranno poco propense a investire. Anche le esportazioni dovrebbero restare deboli. Per l’anno prossimo BAKBasel prevede che l’economia riprenderà vigore, ma corregge al ribasso la crescita stimata del PIL da +1,5 a +1,2%. Un segnale positivo proviene dall’indebolimento del franco, che dovrebbe proseguire nei prossimi trimestri e raggiungere un tasso di cambio per l’euro di circa 1,15 entro la fine del 2016. Ciò dovrebbe diminuire la pressione sui margini, aumentare le vendite degli esportatori e ridurre le incertezze. Impulsi favorevo- li dovrebbero giungere dai consumi interni, ma anche dall’evoluzione congiunturale degli Stati Uniti e dell’Eurozona. I Paesi emergenti dovrebbero invece riprendersi solo dal 2017. Come pronosticato in giugno, quell’anno il PIL svizzero dovrebbe segnare un +2,3%, tuttavia la robusta crescita potrebbe essere messa a rischio da un’applicazione infelice dell’iniziativa sull’immigrazione di massa. Secondo gli economisti renani l’export elvetico dovrebbe stagnare quest’anno, per progredire del 2,6% nel 2016 e del 5,9% nel 2017. La disoccupazione dovrebbe raggiungere il suo picco (3,7% contro il 3,3% attuale) a metà 2016 per poi tornare a diminuire gradualmente nel 2017. gli appartamenti) e 1.088,99 punti (per le case). Dal gennaio 2011 la progressione degli indici – e quindi dei prezzi – è risultata rispettivamente del 18% e del 9%. Secondo gli esperti del portale ImmoScout24 è in corso una certa stabilizzazione dei prezzi, che rimangono però sostenuti dal basso livello dei tassi di interesse e dagli ultimi dati congiunturali svizzeri che sono risultati migliori del previsto. «Riguardo all’evoluzione futura è però impossibile avanzare previsioni serie, viste le incertezze riguardanti i mercati finanziari globali e i rapporti fra la Svizzera e l’Unione europea», ha affermato il direttore di ImmoScout24, Martin Waeber, citato nel comunicato.