DISPENSA DI ITALIANO
GRAMMATICA
LA FRASE SEMPLICE O PROPOSIZIONE
La frase semplice (o proposizione)è un insieme di parole di senso compiuto
organizzate intorno a un solo verbo. Essa è composta dal soggetto , un solo
predicato e complemento(espansione).
RICORDA: elemento essenziale di una frase è il predicato (verbo).
ESEMPIO: LUCA SCRIVE UNA LETTERA
Luca:soggetto
scrive:predicato verbale
una lettera : complemento oggetto
La frase semplice ha una forma breve che si chiama frase minima , composta
soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto : un soggetto e un
predicato.
ESEMPIO: LUCA SCRIVE
RICORDA:i verbi impersonali indicanti fenomeni atmosferici,bastano da soli a
formare una frase minima,senza neanche l’aiuto del soggetto.
ESEMPIO: PIOVE.
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L’ESPANSIONE DELLA FRASE MINIMA
La frase minima ,costituita soltanto dagli elementi necessari a darle un senso
compiuto(soggetto e predicato), può espandere la sua forma arricchendosi di altri
elementi che forniscono ulteriori precisazioni e informazioni relative al soggetto o al
predicato o a entrambi o all’ intera frase. Così la frase minima costituita soltanto dal
soggetto e dal predicato:”Marta scrive” può arricchirsi:
- con l’ aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato,
precisando che cosa scrive Marta:
Marta scrive una lettera (complemento oggetto).
-con l’aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato,
precisando a chi Marta racconta una favola:
Marta scrive una lettera ai suoi nonni(complemento di termine).
-con l’ aggiunta di un ‘ indicazione che completa il significato dell’intera frase
precisando quando Marta scrive una lettera ai nonni:
Ogni settimana (complemento di tempo), Marta scrive una lettera ai suoi nonni.
-con l’ aggiunta di un aggettivo che precisa come è la lettera:
Ogni settimana, Marta scrive una lunga( attributo) lettera ai suoi nonni.
-con l’aggiunta di un nome che, insieme a un aggettivo, precisa meglio chi è Marta:
Ogni settimana, la mia amica ( apposizione) Marta scrive una lunga lettera ai suoi
nonni.
2
N.B.l’ apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per precisarlo.
RICORDA:IL SOGGETTO E IL PREDICATO SONO GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA
FRASE SEMPLICE.
L’ ATTRIBUTO, L’APPOSIZIONE E I COMPLEMENTI SONO GLI ALTRI
ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE UTILI MA NON SEMPRE INDISPENSABILI AD
ARRICCHIRE IL SIGNIFICATO DEL MESSAGGIO.
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA PROPOSIZIONE:SOGGETTO E PREDICATO
IL SOGGETTO
Gli elementi essenziali di una frase o proposizione sono il soggetto e il predicato.
Essi, infatti, sono gli unici elementi che possono formare da soli una frase e, quindi,
comunicano un messaggio, per quanto semplice, di senso compiuto.
Il soggetto, cioè l’ elemento della frase di cui il predicato dice qualcosa, può indicare
la persona, l’animale o la cosa che:
- compie un’azione:”Luca passeggia nel parco”;
- subisce un’azione :”Le piante sono state innaffiate dal giardiniere”;
- si trova in una certa condizione o ha una certa qualità:”Elisa è buona”.
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Il soggetto è legato al predicato da uno stretto vincolo grammaticale:la
concordanza .Il verbo concorda con il soggetto nella persona, nel numero e, in
qualche caso, nel genere.
Il soggetto è per lo più costituito da un nome,comune o proprio:
Il cielo è azzurro. L’amicizia è preziosa. Nicoletta dorme.
Il gatto miagola.
o da un pronome che,come si sa,sostituisce il nome a tutti gli effetti:
Noi corriamo.
Qualcuno ha sbagliato.
Ma può anche essere costituito da qualsiasi altra parte del discorso, usata come
nome, per esempio:
-
un aggettivo:”Il bello piace a tutti”;
un verbo:”(Il )Camminare fa bene alla salute”;
un avverbio:”Il male va combattuto”;
una congiunzione:”Il perché di questo sfugge a tutti”.
Il soggetto può essere espresso o anche sottinteso perché il verbo nella maggior
parte dei modi e dei tempi, permette attraverso le diverse desinenze, di
comprendere la persona che compie l’azione,dunque il soggetto.
ESEMPIO:
-RIDO (sogg. sottinteso = io)
-SUONIAMO LA CHITARRA(sogg.sottinteso= noi)
-CHIUDI LA PORTA!(sogg . Sottinteso = tu)
Il soggetto può anche mancare del tutto:
-con i verbi usati impersonalmente:”Oggi non si esce in mare”;”Qui si mangia
proprio bene”.
-con i verbi indicanti fenomeni atmosferici(piovere, nevicare, grandinare, fare
freddo, fare caldo ecc):”Domani nevicherà”;Oggi fa molto caldo”;”Ieri è
piovuto”.
Il soggetto non è mai preceduto da una preposizione. Solo in un caso specifico
possiamo trovarlo introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, dei, degli,
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delle,usati come articoli partitivi, per indicare una quantità generica”(un po’ di
“)o un numero imprecisato”(alcuni, alcune”):
-In frigo c’è solo del(= un po’di) latte(del latte = soggetto) .
-Nel cestino ci sono dei(= alcuni) giornali vecchi( dei giornali = soggetto).
Questo tipo di soggetto introdotto dagli articoli partitivi viene chiamato soggetto
partitivo.
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Il predicato
L’ altro dei due elementi essenziali della proposizione è il predicato che indica
ciò che si “predica”,cioè si dice sul soggetto.
Il predicato è sempre costituito da un verbo che concorda
grammaticalmente con il soggetto nella persona(I,II o III), nel numero(
singolare o plurale) e nel genere ( maschile e femminile):
Il ragazzo è tornato.
Le ragazze sono tornate.
Il predicato può essere di due tipi:verbale e nominale.
IL PREDICATO VERBALE
Il predicato verbale può essere costituito da qualsiasi voce verbale che abbia
un significato compiuto:
-verbi intransitivi (=Francesca nuota)
- verbi transitivi di forma attiva(=Giulia canta)
-verbi transitivi di forma passiva(=Il cancello fu colpito da un sasso)
Verbi transitivi di forma riflessiva(=Dario si pettina).
Il predicato verbale può indicare:
- un’azione compiuta dal soggetto(=Giacomo canta)
- un’azione subita dal soggetto(=Gabriele è stato battezzato)
- un’azione compiuta e subita dal soggetto(=Giulia si pettina)
-uno stato del soggetto(=Martina sonnecchia).
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IL PREDICATO NOMINALE
Il predicato nominale è il predicato costituito da una voce del verbo essere e
da un aggettivo o un nome che, insieme, predicano qualcosa intorno al
soggetto.
Luigi è avvocato. Il gatto è buono
-Luigi =soggetto
è=copula
avvocato=nome del predicato
-Il gatto=soggetto
è=copula
buono =nome del predicato
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La voce del verbo essere è detta copula, cioè legame,essa serve a collegare il
soggetto con l’aggettivo o il nome che vengono riferiti al soggetto stesso e che
formano quella che viene chiamata la parte nominale del predicato o, più
brevemente, il nome del predicato.
RICORDA :il verbo essere può avere anche la funzione di predicato verbale quando
assume il significato di :
-trovarsi=Maria è in casa;
-esistere=Oggi ci sono farmaci straordinari;
-vivere, abitare = Mia nonna è con noi da molti anni.
I VERBI COPULATIVI
Oltre al verbo essere, possono fare da copula e formare dei predicati nominali
anche:
- i verbi sembrare, parere, diventare, divenire:”Massimo è diventato
avvocato”;
- alcuni verbi intransitivi che possono avere anche la funzione di predicato
verbale, come nascere, crescere, vivere, morire, rimanere , restare, quando
sono seguiti da un aggettivo o da un nome che risulti loro necessario per
avere un senso compiuto nel contesto della frase:”Franco è nato fortunato “;”
Il prato cresce rigoglioso ”;”Adesso mia sorella vive sola”.
- i verbi detti appellativi(chiamare, dire, soprannominare, nominare)=Fu
nominato sindaco
- elettivi(eleggere, dichiarare, nominare)=E’ stato eletto capoclasse.
- estimativi(stimare, giudicare ,ritenere credere)=”Amir è considerato un
buon atleta
- effettivi(fare, rendere, ridurre …)= Quella chiesa è resa famosa dagli
affreschi.
I verbi copulativi , da soli, in genere non esprimono un senso compiuto; perché il
loro significato si completi necessitano di un sostantivo o di un aggettivo che li
accompagni: il cosiddetto nome del predicato o complemento predicativo del
soggetto.
ESEMPIO: Amir è considerato un buon atleta
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Amir= soggetto
è considerato= verbo copulativo
un buon atleta=predicativo del soggetto.
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ATTRIBUTO E APPOSIZIONE
L’ attributo è un aggettivo che affianca un nome e lo qualifica = Gli allievi
diligenti sono premiati con un viaggio di studio.Il termine diligente è un
aggettivo che qualifica il nome, allievi. In analisi logica questo tipo di aggettivo
prende il nome do attributo.
CARATTERISTICHE DELL’ ATTRIBUTO
L’ATTRIBUTO:
-concorda col nome a cui si riferisce nel genere(maschile e femminile)e nel
numero( singolare e plurale);
-si può riferire ad un soggetto, ad un qualsiasi complemento, ad un’
apposizione;
-può precedere o seguire un nome cui si riferisce.
L’apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per meglio
determinarlo = Il professor Guarini viene da Piacenza. Il termine professor è
un sostantivo che aggiunge al nome proprio, Guarini,una particolare
determinazione. In analisi logica si chiama apposizione.
CARATTERISTICHE DELL’ APPOSIZIONE
L’apposizione può essere semplice, se è formata solo da un sostantivo(= Il
console Cicerone)oppure composta , se è formata da un’ espressione più
ampia(= Luigi,, l’alunno migliore della classe);
-concorda nel numero con il nome cui si riferisce, ma , essendo un sostantivo,
mantiene il suo genere(=Quell’ altura(F), monte(M) ricco di ombra….)
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-può riferirsi al nome e quindi al soggetto e a tutti i complementi(= Il dottor
Rossi è partito. Accompagno la signora Maria alla stazione);
- può essere introdotto dalla preposizione da oppure dalle espressioni come,
quale, in qualità di.
COMPLEMENTI DIRETTI E INDIRETTI
I complementi sono quelle parole o gruppi di parole che hanno la funzione di
completare il significato degli elementi essenziali della proposizione. I complementi
sono numerosi e, in bare al modo in cui si uniscono all’elemento da cui dipendono,
si dividono in : complementi diretti,complementi indiretti e complementi
avverbiali.
I complementi diretti sono quelli che vengono uniti direttamente,cioè senza
preposizioni al verbo o ad altre parti della proposizione da cui dipendono. Il
complemento diretto per eccellenza è rappresentato dal complemento oggetto.
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ESEMPIO:Il maestro rimprovera l’alunno(= complemento oggetto- complemento
diretto).
I complementi indiretti sono quelli che sono uniti indirettamente, cioè con l’ aiuto
di preposizioni (semplici o articolate),al verbo o ad altre parti della proposizione .I
complementi indiretti sono estremamente numerosi e vari.
ESEMPIO:Mia sorella parte con la macchina(= complemento di mezzocomplemento indiretto);Caterina è la figlia di mio cugino(= complemento di
specificazione).
I complementi avverbiali sono quelli rappresentati da un avverbio o da una
locuzione avverbiale , che forniscono informazioni sul quando, dove, come avviene
ciò che è detto dal predicato o dall’ intera frase.
ESEMPIO: Maria è arrivata adesso(=avverbio-complemento avverbiale);Elena
risponde a tutti gentilmente(=complemento avverbiale).
Questi complementi avverbiali equivalgono a complementi indiretti.
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COMPLEMENTO OGGETTO
Il complemento oggetto è l’ elemento della frase che dipende direttamente dal
verbo e indica la persona, l’ animale o la cosa su cui ricade l’azione compiuta dal
soggetto ed espressa dal verbo.Il complemento oggetto è il completamento
naturale dei verbi transitivi. Esistono però alcuni verbi intransitivi che, in determinati
casi,ammettono il complemento oggetto. Sono i
verbi:vivere,dormire,sognare,piangere(=Io vivo una vita tranquilla. Tu dormi sonni
sereni. Piangono lacrime amare ).In questi casi il complemento oggetto è detto
complemento dell’ oggetto interno.
Il complemento oggetto risponde alla domanda : Chi?Che cosa?
Oltre al nome, possono fungere da complemento oggetto anche altre parti del
discorso:
-l’ aggettivo = Adoro il bello;
-il pronome = Non te lo dirò;
-un ‘ intera proposizione, detta proposizione oggettiva = Penso che tu sia noioso.
RICORDA:il complemento oggetto, per la sua natura di complemento diretto, non
può essere introdotto da preposizione. C’ è un’unica eccezione: esso può essere
introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli,delle in funzione di
articolo partitivo:”Per questo ritratto ho usato soltanto delle(alcune) matite e della
(= un po’ di) tempera”.Questo particolare tipo di complemento oggetto si chiama
complemento oggetto partitivo.
Il predicativo dell’ oggetto
Il complemento predicativo dell’ oggetto o predicativo dell’ oggetto è un aggettivo o
un nome che serve a completare il significato del verbo, dicendo qualche cosa del
complemento oggetto.
Le compagne di squadra hanno eletto Sergio capitano.
Il nome capitano è un complemento predicativo dell’ oggetto: completa, infatti, il
significato del verbo(hanno eletto) dicendo(predicando)qualcosa riguardo al
complemento oggetto (Sergio).
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Il complemento predicativo dell’ oggetto può essere costituito da un aggettivo , che
predica una qualità o una caratteristica dell’ oggetto:
Tutti ti(=complemento oggetto) considerano simpatico=(predicativo dell’ oggetto)
Questo complemento si ha con:
-verbi elettivi attivi(eleggere, nominare
-verbi appellativi attivi(dire, soprannominare, chiamare)
-verbi estimativi attivi(stimare,reputare, giudicare)
-altri verbi usati con funzione copulativa(fare, ridurre, rendere)
IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
Il complemento di specificazione specifica o precisa il significato generico di un
nome, esprimendo un rapporto di appartenenza, parentela o altre relazioni di
dipendenza.
Il complemento di specificazione risponde alle domande “:Di chi? Di che cosa”?
Il complemento di specificazione può essere espresso:
-da un nome, un pronome o da qualunque parte del discorso sostantivata,
preceduti dalla preposizione di, semplice o articolata:”La casa di Lucia”. Il bello del
dormire.
-dalla particella pronominale ne:” Ne ho pietà” (ne=di lui, di lei di loro).
ESEMPIO:Il giardino del vicino è ampio( del vicino= complemento di specificazione).
IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE
Il complemento di denominazione è quello che “denomina”, cioè indica il nome
proprio di un luogo o di una persona o di un mese.
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La città di Napoli è incantevole. “Di Napoli” è il complemento di denominazione il
quale indica il nome della città: è cioè un sostantivo proprio che determina un
sostantivo comune
Analogamente al complemento di specificazione , è preceduto dalla preposizione
“di”, però risponde alla domanda di”Di quale nome?” o, potremmo semplicemente
dire”Quale?)
RICORDA: IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE SI USA:
-con nomi geografici(città, laghi, province, penisole, isole(L’isola di Capri).
-con nomi indicanti mesi e giorni(Il mese di Luglio è caldo).
-con nomi e soprannomi o titoli(Ho ricevuto il titolo di commendatore)
IL COMPLEMENTO PARTITIVO
Il complemento partitivo indica il tutto di cui il nome che lo regge indica una parte.
Esso risponde alle domande:”Tra chi? Tra che cosa?E’ preceduto sempre dalle
preposizioni di, tra , fra.
Il complemento partitivo può dipendere:
-da aggettivi numerali come uno, due, dieci……..”Uno di voi ci raggiunga”
-da pronomi indefiniti o interrogativi come qualcuno, nessuno, chi……”Chi di voi si fa
avanti?”
-da un aggettivo di grado superlativo relativo ……..”Il più grande dei fratelli”. …..”Il
migliore fra i soldati”
- da un nome indicante una porzione di un tutto. …… “La maggior parte del
materiale”.
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Come il complemento di specificazione , anche il complemento partitivo può essere
rappresentato dalla particella pronominale ne……”Possiedo molte giacche, ma ne
indosso solo alcune “(ne=di esse)
IL COMPLEMENTO DI TERMINE
Il complemento di termine indica l’ essere animato o inanimato su cui va a
terminare l’ azione espressa dal verbo.
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Esso è preceduto dalla preposizione semplice o articolata a e risponde alla domanda
: A chi? A che cosa?
ESEMPIO: Il controllore chiede il biglietto ai passeggeri.
L preposizione a non compare davanti ai pronomi personali atoni, cioè non
accentati, mi ti, ci si vi e al pronome personale loro usati come complemento di
termine(= a me , a te, a noi, a voi ecc)
ESEMPIO:Io ti parlo ( Io parlo a te).
I COMPLEMENTI DI LUOGO
I complementi di luogo indicano i luoghi in cui si verifica l’azione o la situazione
espressa dal verbo.Essi sono di quattro tipi:complementi di stato in luogo,di moto a
luogo, di moto da luogo e di moto per luogo.
IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO
Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, in cui una persona ,
animale compie o subisce un’azione. Esso risponde alle domande:Dove? In quale
luogo
Può essere introdotto:
-dalle preposizioni in, a ,su, sopra, dentro……..Abitavo in paese,La villa era ai
confini del lago.
-dalle locuzioni prepositive come prima di, vicino a , accanto a, nei pressi di, ai
confini di……..Claudia è accanto a me.
Può essere rappresentato anche dagli avverbi di luogo qui, qua, lì, là,lassù, laggiù,
dove, dovunque, sopra, sotto e dalle particelle avverbiali ci e vi……..Sergio dorme
qui. Sono nato a Roma ma non ci ho mai abitato.
Il complemento di statoin luogo può avere significato figurato in frasi del tipo…….Sei
sempre nei miei pensieri.
IL COMPLEMENTO DI MOTO A LUOGO
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Il complemento di moto a luogo indica il luogo, reale o figurato, verso cui si va o ci
si dirige.
Esso risponde alle domande:Dove? Verso dove?
Può essere introdotto:
-dalle preposizioni in, da,su per, a verso…..Durante il week end andrò in montagna
-da locuzioni come alla volta di, in direzione di…….I due alpinisti ripartirono alla
volta del rifugio.
Il complemento di moto a luogo può essere espresso dagli avverbi di luogo,qui, qua
lì, la, dove e dalle particelle avverbiali ci e vi……Vieni qua. Dove vai? Ci(=là, in quel
luogo) andremo domani.
IL COMPLEMENTO DI MOTO DA LUOGO
Il complemento di moto da luogo indica il luogo da cui una persona un animale o
una cosa si muove o parte. Esso risponde alle domande: Da dove? Da quale luogo?
Può dipendere:
da verbi di movimento come: venire, arrivare, uscire, giungere, trasportare
-da sostantivi come: ritorno, arrivo.
Può essere introdotto dalle preposizioni da e di
Può essere rappresentato anche da locuzioni avverbiali come da qui, da qua, da lì,da
là,da laggiù, da lassù,da dove………Da qui non esce nessuno.
Può avere significato figurato……Le idee nascono dalla nostra mente.
IL COMPLEMENTO DI MOTO PER LUOGO
Il complemento di luogo indica il luogo, reale o figurato, attraverso cui si passa o ci si
muove .Esso è introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in e da o dalla
locuzione prepositiva in mezzo a .
Risponde alle domande:Per dove? Attraverso dove?
Il complemento di moto per luogo può essere introdotto anche dalle locuzioni
avverbiali per di qua, per di là, per di qui, da qua, di qua,da là ,di lì o dalle particelle
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avverbiali ci e vi ………….Passò per Genova. Passiamo attraverso il bosco. ….A volte ti
passano strane idee per la mente. Non potrò mai uscire da questa finestra: non ci( =
attraverso di essa) passo.
LA FRASE SEMPLICE O PROPOSIZIONE
La frase semplice (o proposizione)è un insieme di parole di senso compiuto
organizzate intorno a un solo verbo. Essa è composta dal soggetto , un solo
predicato e complemento(espansione).
RICORDA: elemento essenziale di una frase è il predicato (verbo).
ESEMPIO: LUCA SCRIVE UNA LETTERA
Luca:soggetto
scrive:predicato verbale
una lettera : complemento oggetto
La frase semplice ha una forma breve che si chiama frase minima , composta
soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto : un soggetto e un
predicato.
ESEMPIO: LUCA SCRIVE
RICORDA:i verbi impersonali indicanti fenomeni atmosferici,bastano da soli a
formare una frase minima,senza neanche l’aiuto del soggetto.
ESEMPIO: PIOVE.
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L’ESPANSIONE DELLA FRASE MINIMA
La frase minima ,costituita soltanto dagli elementi necessari a darle un senso
compiuto(soggetto e predicato), può espandere la sua forma arricchendosi di altri
elementi che forniscono ulteriori precisazioni e informazioni relative al soggetto o al
predicato o a entrambi o all’ intera frase. Così la frase minima costituita soltanto dal
soggetto e dal predicato:”Marta scrive” può arricchirsi:
- con l’ aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato,
precisando che cosa scrive Marta:
Marta scrive una lettera (complemento oggetto).
-con l’aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato,
precisando a chi Marta scrive una lettera:
Marta scrive una lettera ai suoi nonni(complemento di termine).
-con l’ aggiunta di un ‘ indicazione che completa il significato dell’intera frase
precisando quando Marta scrive una lettera ai nonni:
Ogni settimana (complemento di tempo), Marta scrive una lettera ai suoi nonni.
-con l’ aggiunta di un aggettivo che precisa come è la lettera:
Ogni settimana, Marta scrive una lunga( attributo) lettera ai suoi nonni.
-con l’aggiunta di un nome che, insieme a un aggettivo, precisa meglio chi è Marta:
Ogni settimana, la mia amica ( apposizione) Marta scrive una lunga lettera ai suoi
nonni.
N.B.l’ apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per precisarlo.
RICORDA:IL SOGGETTO E IL PREDICATO SONO GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA
FRASE SEMPLICE.
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L’ ATTRIBUTO, L’APPOSIZIONE E I COMPLEMENTI SONO GLI ALTRI
ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE UTILI MA NON SEMPRE INDISPENSABILI AD
ARRICCHIRE IL SIGNIFICATO DEL MESSAGGIO.
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA PROPOSIZIONE:SOGGETTO E PREDICATO
IL SOGGETTO
Gli elementi essenziali di una frase o proposizione sono il soggetto e il predicato.
Essi, infatti, sono gli unici elementi che possono formare da soli una frase e, quindi,
comunicano un messaggio, per quanto semplice, di senso compiuto.
Il soggetto, cioè l’ elemento della frase di cui il predicato dice qualcosa, può indicare
la persona, l’animale o la cosa che:
- compie un’azione:”Luca passeggia nel parco”;
- subisce un’azione :”Le piante sono state innaffiate dal giardiniere”;
- si trova in una certa condizione o ha una certa qualità:”Elisa è buona”.
Il soggetto è legato al predicato da uno stretto vincolo grammaticale:la
concordanza .Il verbo concorda con il soggetto nella persona, nel numero e, in
qualche caso, nel genere.
Il soggetto è per lo più costituito da un nome,comune o proprio:
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Il cielo è azzurro. L’amicizia è preziosa. Nicoletta dorme.
Il gatto miagola.
o da un pronome che,come si sa,sostituisce il nome a tutti gli effetti:
Noi corriamo.
Qualcuno ha sbagliato.
Ma può anche essere costituito da qualsiasi altra parte del discorso, usata come
nome, per esempio:
-
un aggettivo:”Il bello piace a tutti”;
un verbo:”(Il )Camminare fa bene alla salute”;
un avverbio:”Il male va combattuto”;
una congiunzione:”Il perché di questo sfugge a tutti”.
Il soggetto può essere espresso o anche sottinteso perché il verbo nella maggior
parte dei modi e dei tempi, permette attraverso le diverse desinenze, di
comprendere la persona che compie l’azione,dunque il soggetto.
ESEMPIO:
-RIDO (sogg. sottinteso = io)
-SUONIAMO LA CHITARRA(sogg.sottinteso= noi)
-CHIUDI LA PORTA!(sogg . Sottinteso = tu)
Il soggetto può anche mancare del tutto:
-con i verbi usati impersonalmente:”Oggi non si esce in mare”;”Qui si mangia
proprio bene”.
-con i verbi indicanti fenomeni atmosferici(piovere, nevicare, grandinare, fare
freddo, fare caldo ecc):”Domani nevicherà”;Oggi fa molto caldo”;”Ieri è
piovuto”.
Il soggetto non è mai preceduto da una preposizione. Solo in un caso specifico
possiamo trovarlo introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, dei, degli,
delle,usati come articoli partitivi, per indicare una quantità generica”(un po’ di
“)o un numero imprecisato”(alcuni, alcune”):
-In frigo c’è solo del(= un po’di) latte(del latte = soggetto) .
-Nel cestino ci sono dei(= alcuni) giornali vecchi( dei giornali = soggetto).
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Questo tipo di soggetto introdotto dagli articoli partitivi viene chiamato soggetto
partitivo.
Il predicato
L’ altro dei due elementi essenziali della proposizione è il predicato che indica
ciò che si “predica”,cioè si dice sul soggetto.
Il predicato è sempre costituito da un verbo che concorda
grammaticalmente con il soggetto nella persona(I,II o III), nel numero(
singolare o plurale) e nel genere ( maschile e femminile):
Il ragazzo è tornato.
Le ragazze sono tornate.
Il predicato può essere di due tipi:verbale e nominale.
IL PREDICATO VERBALE
Il predicato verbale può essere costituito da qualsiasi voce verbale che abbia
un significato compiuto:
-verbi intransitivi (=Francesca nuota)
- verbi transitivi di forma attiva(=Giulia canta)
-verbi transitivi di forma passiva(=Il cancello fu colpito da un sasso)
Verbi transitivi di forma riflessiva(=Dario si pettina).
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Il predicato verbale può indicare:
- un’azione compiuta dal soggetto(=Giacomo canta)
- un’azione subita dal soggetto(=Gabriele è stato battezzato)
- un’azione compiuta e subita dal soggetto(=Giulia si pettina)
-uno stato del soggetto(=Martina sonnecchia).
IL PREDICATO NOMINALE
Il predicato nominale è il predicato costituito da una voce del verbo essere e
da un aggettivo o un nome che, insieme, predicano qualcosa intorno al
soggetto.
Luigi è avvocato. Il gatto è buono
-Luigi =soggetto
è=copula
avvocato=nome del predicato
-Il gatto=soggetto
è=copula
buono =nome del predicato
La voce del verbo essere è detta copula, cioè legame,essa serve a collegare il
soggetto con l’aggettivo o il nome che vengono riferiti al soggetto stesso e che
formano quella che viene chiamata la parte nominale del predicato o, più
brevemente, il nome del predicato.
RICORDA :il verbo essere può avere anche la funzione di predicato verbale quando
assume il significato di :
-trovarsi=Maria è in casa;
-esistere=Oggi ci sono farmaci straordinari;
-vivere, abitare = Mia nonna è con noi da molti anni.
I VERBI COPULATIVI
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Oltre al verbo essere, possono fare da copula e formare dei predicati nominali
anche:
- i verbi sembrare, parere, diventare, divenire:”Massimo è diventato
avvocato”;
- alcuni verbi intransitivi che possono avere anche la funzione di predicato
verbale, come nascere, crescere, vivere, morire, rimanere , restare, quando
sono seguiti da un aggettivo o da un nome che risulti loro necessario per
avere un senso compiuto nel contesto della frase:”Franco è nato fortunato “;”
Il prato cresce rigoglioso ”;”Adesso mia sorella vive sola”.
- i verbi detti appellativi(chiamare, dire, soprannominare, nominare)=Fu
nominato sindaco
- elettivi(eleggere, dichiarare, nominare)=E’ stato eletto capoclasse.
- estimativi(stimare, giudicare ,ritenere credere)=”Amir è considerato un
buon atleta
- effettivi(fare, rendere, ridurre …)= Quella chiesa è resa famosa dagli
affreschi.
I verbi copulativi , da soli, in genere non esprimono un senso compiuto; perché il
loro significato si completi necessitano di un sostantivo o di un aggettivo che li
accompagni: il cosiddetto nome del predicato o complemento predicativo del
soggetto.
ESEMPIO: Amir è considerato un buon atleta
Amir= soggetto
è considerato= verbo copulativo
un buon atleta=predicativo del soggetto.
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ATTRIBUTO E APPOSIZIONE
L’ attributo è un aggettivo che affianca un nome e lo qualifica = Gli allievi
diligenti sono premiati con un viaggio di studio.Il termine diligente è un
aggettivo che qualifica il nome, allievi. In analisi logica questo tipo di aggettivo
prende il nome do attributo.
CARATTERISTICHE DELL’ ATTRIBUTO
L’ATTRIBUTO:
-concorda col nome a cui si riferisce nel genere(maschile e femminile)e nel
numero( singolare e plurale);
-si può riferire ad un soggetto, ad un qualsiasi complemento, ad un’
apposizione;
-può precedere o seguire un nome cui si riferisce.
L’apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per meglio
determinarlo = Il professor Guarini viene da Piacenza. Il termine professor è
un sostantivo che aggiunge al nome proprio, Guarini,una particolare
determinazione. In analisi logica si chiama apposizione.
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CARATTERISTICHE DELL’ APPOSIZIONE
L’apposizione può essere semplice, se è formata solo da un sostantivo(= Il
console Cicerone)oppure composta , se è formata da un’ espressione più
ampia(= Luigi,, l’alunno migliore della classe);
-concorda nel numero con il nome cui si riferisce, ma , essendo un sostantivo,
mantiene il suo genere(=Quella altura(F), monte(M) ricco di ombra….)
-può riferirsi al nome e quindi al soggetto e a tutti i complementi(= Il dottor
Rossi è partito. Accompagno la signora Maria alla stazione);
- può essere introdotto dalla preposizione da oppure dalle espressioni come,
quale, in qualità di.
COMPLEMENTI DIRETTI E INDIRETTI
I complementi sono quelle parole o gruppi di parole che hanno la funzione di
completare il significato degli elementi essenziali della proposizione. I complementi
sono numerosi e, in bare al modo in cui si uniscono all’elemento da cui dipendono,
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si dividono in : complementi diretti,complementi indiretti e complementi
avverbiali.
I complementi diretti sono quelli che vengono uniti direttamente,cioè senza
preposizioni al verbo o ad altre parti della proposizione da cui dipendono. Il
complemento diretto per eccellenza è rappresentato dal complemento oggetto.
ESEMPIO:Il maestro rimprovera l’alunno(= complemento oggetto- complemento
diretto).
I complementi indiretti sono quelli che sono uniti indirettamente, cioè con l’ aiuto
di preposizioni (semplici o articolate),al verbo o ad altre parti della proposizione .I
complementi indiretti sono estremamente numerosi e vari.
ESEMPIO:Mia sorella parte con la macchina(= complemento di mezzocomplemento indiretto);Caterina è la figlia di mio cugino(= complemento di
specificazione).
I complementi avverbiali sono quelli rappresentati da un avverbio o da una
locuzione avverbiale , che forniscono informazioni sul quando, dove, come avviene
ciò che è detto dal predicato o dall’ intera frase.
ESEMPIO: Maria è arrivata adesso(=avverbio-complemento avverbiale);Elena
risponde a tutti gentilmente(=complemento avverbiale).
Questi complementi avverbiali equivalgono a complementi indiretti.
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COMPLEMENTO OGGETTO
Il complemento oggetto è l’ elemento della frase che dipende direttamente dal
verbo e indica la persona, l’ animale o la cosa su cui ricade l’azione compiuta dal
soggetto ed espressa dal verbo.Il complemento oggetto è il completamento
naturale dei verbi transitivi. Esistono però alcuni verbi intransitivi che, in determinati
casi,ammettono
il
complemento
oggetto.
Sono
i
verbi:vivere,dormire,sognare,piangere(=Io vivo una vita tranquilla. Tu dormi sonni
sereni. Piangono lacrime amare ).In questi casi il complemento oggetto è detto
complemento dell’ oggetto interno.
Il complemento oggetto risponde alla domanda : Chi?Che cosa?
Oltre al nome, possono fungere da complemento oggetto anche altre parti del
discorso:
-l’ aggettivo = Adoro il bello;
-il pronome = Non te lo dirò;
-un ‘ intera proposizione, detta proposizione oggettiva = Penso che tu sia noioso.
RICORDA:il complemento oggetto, per la sua natura di complemento diretto, non
può essere introdotto da preposizione. C’ è un’unica eccezione: esso può essere
introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli,delle in funzione di
articolo partitivo:”Per questo ritratto ho usato soltanto delle(alcune) matite e della
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(= un po’ di) tempera”.Questo particolare tipo di complemento oggetto si chiama
complemento oggetto partitivo.
Il predicativo dell’ oggetto
Il complemento predicativo dell’ oggetto o predicativo dell’ oggetto è un aggettivo o
un nome che serve a completare il significato del verbo, dicendo qualche cosa del
complemento oggetto.
Le compagne di squadra hanno eletto Sergio capitano.
Il nome capitano è un complemento predicativo dell’ oggetto: completa, infatti, il
significato del verbo(hanno eletto) dicendo(predicando)qualcosa riguardo al
complemento oggetto (Sergio).
Il complemento predicativo dell’ oggetto può essere costituito da un aggettivo , che
predica una qualità o una caratteristica dell’ oggetto:
Tutti ti(=complemento oggetto) considerano simpatico=(predicativo dell’ oggetto)
Questo complemento si ha con:
-verbi elettivi attivi(eleggere, nominare
-verbi appellativi attivi(dire, soprannominare, chiamare)
-verbi estimativi attivi(stimare,reputare, giudicare)
-altri verbi usati con funzione copulativa(fare, ridurre, rendere)
IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
Il complemento di specificazione specifica o precisa il significato generico di un
nome, esprimendo un rapporto di appartenenza, parentela o altre relazioni di
dipendenza.
Il complemento di specificazione risponde alle domande “:Di chi? Di che cosa”?
Il complemento di specificazione può essere espresso:
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-da un nome, un pronome o da qualunque parte del discorso sostantivata,
preceduti dalla preposizione di, semplice o articolata:”La casa di Lucia”. Il bello del
dormire.
-dalla particella pronominale ne:” Ne ho pietà” (ne=di lui, di lei di loro).
ESEMPIO:Il giardino del vicino è ampio( del vicino= complemento di specificazione).
IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE
Il complemento di denominazione è quello che “denomina”, cioè indica il nome
proprio di un luogo o di una persona o di un mese.
La città di Napoli è incantevole. “Di Napoli” è il complemento di denominazione il
quale indica il nome della città: è cioè un sostantivo proprio che determina un
sostantivo comune
Analogamente al complemento di specificazione , è preceduto dalla preposizione
“di”, però risponde alla domanda di”Di quale nome?” o, potremmo semplicemente
dire”Quale?)
RICORDA: IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE SI USA:
-con nomi geografici(città, laghi, province, penisole, isole(L’isola di Capri).
-con nomi indicanti mesi e giorni(Il mese di Luglio è caldo).
-con nomi e soprannomi o titoli(Ho ricevuto il titolo di commendatore)
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IL COMPLEMENTO PARTITIVO
Il complemento partitivo indica il tutto di cui il nome che lo regge indica una parte.
Esso risponde alle domande:”Tra chi? Tra che cosa?E’ preceduto sempre dalle
preposizioni di, tra , fra.
Il complemento partitivo può dipendere:
-da aggettivi numerali come uno, due, dieci……..”Uno di voi ci raggiunga”
-da pronomi indefiniti o interrogativi come qualcuno, nessuno, chi……”Chi di voi si fa
avanti?”
-da un aggettivo di grado superlativo relativo ……..”Il più grande dei fratelli”. …..”Il
migliore fra i soldati”
- da un nome indicante una porzione di un tutto. …… “La maggior parte del
materiale”.
Come il complemento di specificazione , anche il complemento partitivo può essere
rappresentato dalla particella pronominale ne……”Possiedo molte giacche, ma ne
indosso solo alcune “(ne=di esse)
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IL COMPLEMENTO DI TERMINE
Il complemento di termine indica l’ essere animato o inanimato su cui va a
terminare l’ azione espressa dal verbo.
Esso è preceduto dalla preposizione semplice o articolata a e risponde alla domanda
: A chi? A che cosa?
ESEMPIO: Il controllore chiede il biglietto ai passeggeri.
L preposizione a non compare davanti ai pronomi personali atoni, cioè non
accentati, mi ti, ci si vi e al pronome personale loro usati come complemento di
termine(= a me , a te, a noi, a voi ecc)
ESEMPIO:Io ti parlo ( Io parlo a te).
I COMPLEMENTI DI LUOGO
I complementi di luogo indicano i luoghi in cui si verifica l’azione o la situazione
espressa dal verbo.Essi sono di quattro tipi:complementi di stato in luogo,di moto a
luogo, di moto da luogo e di moto per luogo.
IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO
Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, in cui una persona ,
animale compie o subisce un’azione. Esso risponde alle domande:Dove? In quale
luogo
Può essere introdotto:
-dalle preposizioni in, a ,su, sopra, dentro……..Abitavo in paese,La villa era ai
confini del lago.
-dalle locuzioni prepositive come prima di, vicino a , accanto a, nei pressi di, ai
confini di……..Claudia è accanto a me.
Può essere rappresentato anche dagli avverbi di luogo qui, qua, lì, là,lassù, laggiù,
dove, dovunque, sopra, sotto e dalle particelle avverbiali ci e vi……..Sergio dorme
qui. Sono nato a Roma ma non ci ho mai abitato.
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Il complemento di statoin luogo può avere significato figurato in frasi del tipo…….Sei
sempre nei miei pensieri.
IL COMPLEMENTO DI MOTO A LUOGO
Il complemento di moto a luogo indica il luogo, reale o figurato, verso cui si va o ci
si dirige.
Esso risponde alle domande:Dove? Verso dove?
Può essere introdotto:
-dalle preposizioni in, da,su per, a verso…..Durante il week end andrò in montagna
-da locuzioni come alla volta di, in direzione di…….I due alpinisti ripartirono alla
volta del rifugio.
Il complemento di moto a luogo può essere espresso dagli avverbi di luogo,qui, qua
lì, la, dove e dalle particelle avverbiali ci e vi……Vieni qua. Dove vai? Ci(=là, in quel
luogo) andremo domani.
IL COMPLEMENTO DI MOTO DA LUOGO
Il complemento di moto da luogo indica il luogo da cui una persona un animale o
una cosa si muove o parte. Esso risponde alle domande: Da dove? Da quale luogo?
Può dipendere:
da verbi di movimento come: venire, arrivare, uscire, giungere, trasportare
-da sostantivi come: ritorno, arrivo.
Può essere introdotto dalle preposizioni da e di
Può essere rappresentato anche da locuzioni avverbiali come da qui, da qua, da lì,da
là,da laggiù, da lassù,da dove………Da qui non esce nessuno.
Può avere significato figurato……Le idee nascono dalla nostra mente.
IL COMPLEMENTO DI MOTO PER LUOGO
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Il complemento di luogo indica il luogo, reale o figurato, attraverso cui si passa o ci si
muove .Esso è introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in e da o dalla
locuzione prepositiva in mezzo a .
Risponde alle domande:Per dove? Attraverso dove?
Il complemento di moto per luogo può essere introdotto anche dalle locuzioni
avverbiali per di qua, per di là, per di qui, da qua, di qua,da là ,di lì o dalle particelle
avverbiali ci e vi ………….Passò per Genova. Passiamo attraverso il bosco. ….A volte ti
passano strane idee per la mente. Non potrò mai uscire da questa finestra: non ci( =
attraverso di essa) passo.
ANTOLOGIA
IL TESTO POETICO
Il testo poetico esprime i pensieri, i sentimenti, le emozioni e gli stati d’ animo
dell’autore. Il messaggio poetico ha però un valore universale e assoluto: pur
essendo legato a esperienze individuali e personali, le esigenze dell’ autore,assurge
a significati universali,validi per tutti gli uomini.
E’ un testo che,attraverso un uso particolare della lingua, esprime i contenuti più
svariati. Di origine antichissima,esso presenta caratteristiche che lo differenziano da
tutti gli altri tipi di testo:
-è un testo in versi;
-è un testo in cui conta molto la forma , cioè il modo in cui il poeta sceglie le parole e
le combina insieme per produrre immagini e per conseguire effetti espressivi, ritmici
e musicali;
- è un testo polisemico: esso , infatti, condensa in sé svariati significati
GLI ASPETTI METRICO- RITMICI: IL VERSO
La poesia è, anzitutto, musica e ritmo. Nata come canto accompagnato da
strumenti musicali, essa è sempre stata caratterizzata dalla presenza di effetti sonori
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e ritmici che la distinguono dagli altri tipi di testo e che sono dovuti a particolari
elementi espressivi: i versi, gli accenti, le cesure, le rime, gli accostamenti e la
ripetizione di suoni.
IL VERSO
Riconoscere un testo poetico, prima ancora di leggerlo, è molto semplice perché è
scritto in versi .Ciò significa, per dirla in termini molto semplici, che l’autore non
sfrutta tutto lo spazio della riga a sua disposizione sulla pagina, ma procede per un
po’ e poi va a capo. Del resto la parola verso deriva dal latino vertere che vuol dire
appunto “tornare indietro, girare”,mentre prosa deriva dall’ aggettivo latino prosus
che significa “ciò che va in linea retta”.Dunque il verso è ciascuna delle righe che
formano una poesia, alla fine della quale il poeta va a capo .Il fatto che un testo sia
scritto in versi conferisce ad esso una “musicalità”che non si riscontra in un passo di
prosa. Il verso tradizionale è costituito :
-da un determinato numero di sillabe(il verso può essere lungo o breve e si misura
contando le sillabe che lo costituiscono);
Esempio:Il giorno fu pieno di lampi= Il/gior/no/ fu/pie/no/di/lam/pi
Così il verso di G. Pascoli, costituito da nove sillabe , è un novenario.
-dalla ripetizione degli accenti a intervalli regolari che crea il ritmo.
L’andamento musicale del verso, oltre che dal numero delle sillabe, è fortemente
influenzato dalla successione degli accenti ritmici. Infatti, gli accenti ritmici, che
coincidono con gli accenti tonici delle parole ma non riguardano tutte le parole del
verso, mettono in evidenza alcune sillabe- che vengono pronunciate con maggiore
intensità di voce- e non altre .Ciò che conferisce ritmo al verso è , quindi,la
ripetizione degli accenti a intervalli regolari.
RICORDA:ogni parola è dotata di un suo accento tonico che può cadere sull’ ultima
sillaba e allora la parola sarà tronca(più), sulla penultima e si avrà una parola
piana(casa), sulla terzultima e si avrà una parola sdrucciola(margine).
LE CESURE
Un altro elemento importante nella creazione del ritmo dei versi poetici è costituito
dalle cesure, cioè dalle pause che in punti precisi interrompono i versi. La pausa più
forte e più evidente – la cosiddetta pausa ritmica primaria- è quella che coincide con
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la fine di ogni verso e che scandisce la fine del ritmo di un verso e l’ inizio del ritmo
del verso successivo .La pausa più frequente è quella che divide il verso in due parti.
ESEMPIO:Sempre caro mi fu/ quest’ermo colle.(Infinito. G. Leopardi)
Nella maggior parte dei casi, la cesura coincide con una pausa determinata dalla
sintassi o dal senso come nel seguente verso di Marino Moretti:
Piove .E’mercoledì./Sono a Cesena.
A volte però contraddice le pause sintattiche segnate dalla punteggiatura o dal
senso per creare un ritmo del tutto nuovo e mettere in evidenza elementi o parti
significativamente importanti del verso, come nel seguente verso di Umberto Saba:
per celia e poi,/ il dolore è eterno.
L’ENJAMBEMENT
Rilevanza ritmica ha anche l’ enjambement, cioè il fenomeno che si ha quando la
pausa ritmica di fine verso non coincide con una pausa logica, cioè la fine di un verso
non coincide con la fine di una frase e la frase continua nel verso successivo .Così ,
nei seguenti versi tratti dalla canzone A Silvia di Giacomo Leopardi, la fine di verso
separa l’ aggettivo dal sostantivo cui si riferisce:
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d’ intorno.
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