ITIS MATTEI PIANO DI LAVORO PERSONALE OBIETTIVI

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ITIS MATTEI
PIANO DI LAVORO PERSONALE
NOME: Mariella Cappella
MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
 OBIETTIVI GENERALI DELLA DISCIPLINA NEL TRIENNIO
1)Saper esprimere i contenuti con rigore e precisione linguistica
2)Saper riconoscere relazioni nei vari argomenti trattati
3)Saper utilizzare il linguaggio specifico necessario per comunicare dati scientifici e per
utilizzare criticamente tutti i canali di informazione in campo scientifico
4)Saper decodificare articoli scientifici di approfondimento di particolari temi
5)Saper confrontare ipotesi alternative; saper cogliere i collegamenti tra le diverse tematiche
e, quando possibile, anche con le altre discipline
6)Saper documentare in maniera ordinata e sintetica l’attività svolta in laboratorio
Finalità: acquisire la consapevolezza del valore delle SCIENZE NATURALI quale
componente culturale per la lettura e l’interpretazione della realtà; acquisire la
consapevolezza dell’evoluzione nel tempo delle scienze biologiche, chimiche e geologiche e
individuare dei momenti qualificanti nel loro percorso storico; raggiungere la sistemazione in
un quadro unitario e coerente delle conoscenze naturalistiche precedentemente acquisite;
sviluppare l’autonoma valutazione critica delle informazioni su argomenti e problemi
scientifici fornite dai mass media; avere consapevolezza delle interrelazioni esistenti tra
scienze e tecnologie scientifiche e dell’impatto di tali tecnologie sull’innovazione economica e
sociale.
 OBIETTIVI DIDATTICI DA CONSEGUIRE NELL’ANNO
Sia gli obiettivi generali sia gli obiettivi disciplinari del terzo anno dovranno essere
acquisiti nei loro fondamenti essenziali essendo parimenti importanti nella comprensione e
nel conseguimento dei principi della disciplina
 COMPETENZE RICHIESTE
In questa sezione si trovano le griglie di programmazione divise per capitolo delle tre
discipline insegnate: chimica, biologia e Scienze della Terra
SCIENZE DELLA TERRA: testo “Il globo terrestre e la sua evoluzione” ZANICHELLI
CONTENUTI
CAPITOLO 1
La crosta terrestre: minerali e
rocce
1 I costituenti della crosta
terrestre
2 La «chimica» della crosta
terrestre
3 I minerali
4 Le rocce
5 Rocce magmatiche o ignee
6 L’origine dei magmi
7 Rocce sedimentarie
8 Rocce metamorfiche
9 Il ciclo litogenetico
PLP
COMPETENZA
Applicare le conoscenze
acquisite a situazioni di vita
reale.
TRAGUARDI FORMATIVI
Classificare il tipo di roccia.
Associa la roccia/il minerale al
gruppo di appartenenza.
Riconoscere le proprietà delle rocce.
Essere in grado di collegare le
caratteristiche di una roccia al suo
utilizzo.
REV. 3 del 20.09.12
INDICATORI
Riconosce le proprietà dei vari
tipi di roccia/minerali.
A seconda delle caratteristiche
delle rocce/minerali proposte è
in grado di scegliere quella più
adatta all’utilizzo richiesto.
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NOME: Mariella Cappella
PIANO DI LAVORO PERSONALE
MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
BIOLOGIA: testo “ Idee per insegnare Biologia BLU” vol 4 ZANICHELLI
COMPETENZE
TRAGUARDI FORMATIVI
INDICATORI
CONTENUTI: Capitolo B1 Da Mendel ai modelli
Saper formulare ipotesi
in base ai dati forniti.
Comprendere l’originalità e il
rigore scientifico del metodo
adottato da Mendel e saper
spiegare i punti fondamentali
della sua teoria, evidenziando le
relazioni tra dati sperimentali e
interpretazione.
Spiegare perché i dati di Mendel
smentiscono la teoria della mescolanza;
enunciare le leggi di Mendel utilizzando
correttamente i concetti di gene e allele,
carattere dominante e carattere recessivo.
1 La prima e la seconda legge di Mendel
Gli esperimenti e il metodo di Mendel; la legge della
dominanza, la legge della segregazione dei caratteri.
Saper trarre conclusioni
in base ai risultati
ottenuti.
Comprendere le relazioni tra
alleli, geni e cromosomi;
utilizzare correttamente la
simbologia e il linguaggio della
genetica per esprimere tali
relazioni, per stabilire genotipi
o prevedere i risultati di un
incrocio.
Rappresentare con la simbologia
corretta il genotipo distinguendolo dal
fenotipo; spiegare la disgiunzione
degli alleli di un gene considerando la
meiosi; spiegare come si costruisce e
interpreta il quadrato di Punnet;
comprendere l’utilità del test-cross.
Discutere limiti e utilità della legge
dell’assortimento indipendente dei
caratteri, considerando la meiosi;
spiegare come si costruisce e si
utilizza un albero genealogico per
studiare le malattie ereditarie.
2 Le conseguenze della seconda legge di Mendel
Il quadrato di Punnett, le basi molecolari dell’ereditarietà, il test-cross.
Comprendere
come
le
conoscenze delle complesse
interazioni tra geni o tra alleli
hanno ampliato la teoria di
Mendel.
Distinguere i diversi casi di eredità, e
utilizzare corretta-mente la terminologia e
la simbologia specifiche per rappresentare le relazioni tra fenotipo e
genotipo; spiegare l’esempio dei gruppi
sanguigni.
4
Comprendere, considerando
gli studi di Morgan come si
progettano esperimenti e si
analizzano correttamente i
dati sperimentali per risalire
ai genotipi partendo dai
fenotipi,
mappare
i
cromosomi,
effettuare
previsioni sulla trasmissione
dei caratteri legati al sesso.
Spiegare come si riconoscono e come si
ricombinano i geni associati; collegare il
crossing-over con la frequenza di
ricombinazione genica, descrivere come
si come si costruiscono le mappe
genetiche.
Confrontare il ruolo di cromosomi, geni
e ambiente nel determinare il sesso in
diverse specie; descrivere le modalità di
trasmissione dei caratteri legati al sesso
nella specie umana, rappresentare
correttamente il genotipo distinguendolo
dall’eterozigote e dall’omozigote.
5 In che rapporto stanno geni e cromosomi
I geni associati, la ricombinazione genetica dovuta al
crossing-over, le mappe genetiche.
Risolvere
situazioni
problematiche
utilizzando
linguaggi
specifici.
PLP
REV. 3 del 20.09.12
di ereditarietà
3 La terza legge di Mendel
La legge dell’assortimento indipendente dei caratteri, gli
alberi genealogici, le malattie genetiche.
Come interagiscono
gli alleli?
Mutazioni e nuovi alleli, poliallelia, dominanza
incompleta, codominanza, pleiotropia.
Scheda: I gruppi sanguigni
6 La determinazione cromosomica del sesso
Autosomi e cromosomi sessuali, la determinazione del
sesso, l’eredità dei caratteri legati al sesso.
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MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
COMPETENZE
TRAGUARDI FORMATIVI
Saper
formulare
ipotesi in base ai dati
forniti.
Saper riconoscere
stabilire relazioni.
e
COMPETENZE
Saper formulare ipotesi
in base ai dati forniti.
PLP
CLASSE: 3^ B lst
INDICATORI
CONTENUTI: Capitolo B2
Il linguaggio della vita
Comprendere le funzioni del
materiale genetico nelle
cellule e conoscere i metodi
utilizzati per identificarne la
natura.
Descrivere e spiegare il significato
degli esperimenti che hanno portato
alla scoperta delle funzioni del DNA
nelle cellule; spiegare l’esempio dei
virus.
1 Come si dimostra che i geni sono fatti di DNA?
Le basi molecolari dell’ereditarietà, il »fattore di
Saper spiegare le relazioni tra
struttura e funzione delle
molecole del DNA.
Rappresentare
correttamente
la
struttura della molecola del DNA,
evidenziando la funzione dei diversi
tipi di legami e le caratteristiche delle
parti costanti e variabili della
molecola.
2 Qual è la struttura del DNA?
La composizione chimica del DNA, il modello a doppia
elica di Watson e Crick, la struttura del DNA.
Comprendere
l’importanza
della
duplicazione
semiconservativa del DNA
evidenziando la complessità del
fenomeno e le relazioni con la
vita cellulare.
Descrivere le fasi della duplicazione del
DNA, indicando la funzione degli enzimi
coinvolti e i meccanismi di correzione
degli errori.
3 La duplicazione del DNA è semiconservativa
Le fasi della duplicazione del DNA, il complesso di
duplicazione e le DNA polimerasi, i telomeri, i
meccanismi di riparazione del DNA.
TRAGUARDI FORMATIVI
Cogliere l’origine e lo
sviluppo
storico
della
genetica
molecolare
comprendendo come viene
applicato
il
metodo
scientifico
in
questa
disciplina.
INDICATORI
Spiegare gli esperimenti che hanno
consentito di chiarire le relazioni tra
geni e proteine.
REV. 3 del 20.09.12
trasformazione» di Griffith, l’esperimento di Avery, gli
esperimenti di Hershey e Chase.
Scheda: I virus
CONTENUTI: Capitolo B3
Il genoma in azione
1 I geni guidano la costruzione elle proteine
Gli esperimenti di Bea-dle e Tatum a relazione tra geni e
polipeptidi.
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MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
Saper riconoscere e
stabilire relazioni.
CLASSE: 3^ B lst
Comprendere le relazioni tra
DNA, RNA e polipeptidi nelle
cellule e spiegare i complessi
meccanismi che consentono di
costruire proteine partendo
dalle informazioni dei geni.
Spiegare il significato e l’importanza
del dogma centrale, distinguendo il
ruolo dei diversi tipi di RNA nelle fasi
di trascrizione e traduzione.
2
In che modo l’informazione passa dal DNA alle
proteine?
Il «dogma centrale della biologia», la struttura e le
funzioni dell’RNA messaggero, ribosomiale, transfer.
3 La trascrizione: dal DNA all’RNA
La trascrizione del DNA, il codice genetico.
4 La traduzione: dall’RNA alle proteine
Il ruolo del tRNA e quello dei ribosomi; le tappe della
traduzione: inizio, allungamento e terminazione; la
formazione di una proteina funzionante.
Spiegare come vengono trascritte e
tradotte le informazioni contenute in un
gene, indicando le molecole coinvolte in
ogni fase ed evidenziando l’importanza
de codice genetico.
Saper
applicare
le
conoscenze
acquisite
alla vita reale.
Saper riconoscere e
stabilire relazioni.
Descrivere le cause e gli effetti
dei diversi tipi di mutazione,
spiegandone l’importanza per la
vita
umana
e
per
la
comprensione della storia della
vita.
Spiegare perché le mutazioni non sono
sempre ereditarie; distinguere e
descrivere i diversi tipi di mutazioni
puntiformi, cromosomiche, genomiche;
descrivere
le
sindromi
umane
riconducibili a mutazioni cromosomiche;
spiegare le relazioni tra mutazioni
spontanee ed evoluzione; riportare le
tappe storiche della scoperta delle
mutazioni.
Acquisire la consapevolezza
della complessità e versatilità
del genoma eucariotico.
Confrontare
l’organizzazione
del
genoma eucariotico con quella del
genoma procariotico, evidenziando le
differenze.
Descrivere un tipico gene eucariotico
distinguendo gli esoni dagli introni,
illustrare il processo di maturazione
dell’mRNA;
identificare
nella
presenza delle famiglie geniche
un’importante fonte di variabilità,
definire gli pseudogeni.
Acquisire la consapevolezza
che la regolazione genica
negli eucarioti pluricellulari è
indispensabile
è
indispensabile
per
la
specializzazione
cellulare
delle cellule somatiche.
Descrivere le complesse strategie
messe in atto dalla cellula eucariotica
per controllare l’espressione dei suoi
geni evidenziando i diversi momenti in
cui ciò accade.
5 Che cosa sono le mutazioni?
Mutazioni somatiche ed ereditarie; i diversi tipi di
mutazioni puntiformi, cromosomiche e genomiche;
malattie genetiche umane causate da mutazioni
cromosomiche; mutazioni spontanee e indotte; mutazioni
ed evoluzione.
4
Il genoma eucariotico è più complesso di quello
procariotico
Le caratteristiche del genoma eucariotico gli organismi
modello, le sequenze ripetitive i trasposoni.
L’organizzazione dei geni eucarioti interrotti e il
processo di splicing; le famiglie geniche e gli
pseudogeni.
5 La regolazione prima della trascrizione
Il processo di trascrizione negli eucarioti, la struttura
della cromatina.
6 La regolazione durante la trascrizione
La trascrizione differenziale, i fattori di trascrizione le
sequenze di regolazione, l’amplificazione genica, lo
splicing alternativo.
7 La regolazione dopo la trascrizione
I controlli traduzionali e i controlli post-traduzionali.
PLP
REV. 3 del 20.09.12
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MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
COMPETENZE
TRAGUARDI FORMATIVI
INDICATORI
Saper applicare le
conoscenze
acquisite alla vita
reale.
Comprendere
i
complessi
meccanismi di interazione tra il
genoma dei virus e le cellule
ospiti,
evidenziando
le
l’importanza delle scoperte sul
genoma virale per lo sviluppo
della genetica e per lo studio di
molte malattie umane.
Distinguere i virus dalle cellule, spiegare
le differenze tra ciclo litico e ciclo
lisogeno, distinguere i batteriofagi dai
virus animali, descrivere i cicli
riproduttivi dei virus a RNA indicando le
differenze tra il virus dell’influenza e il
virus HIV. Spiegare che cos’è la
ricombinazione genica e la sua funzione
per l’evoluzione del genoma; descrivere
e distinguere i tre meccanismi di
ricombinazione genica dei procarioti.
1 La genetica di virus e batteri
La struttura dei virus, i cicli riproduttivi dei batteriofagi e
dei virus animali, i virus a RNA. La trasformazione;
trasduzione
generalizzata
e
specializzata,
la
coniugazione.
Saper riconoscere
e
stabilire
relazioni.
Acquisire consapevolezza che il
genoma dei procarioti si può
modificare grazie ai plasmidi e
ai trasposoni.
Descrivere i diversi tipi plasmidi,
spiegando il loro ruolo di vettori di
informazione da una cellula all’altra,
descrivere
le
caratteristiche
dei
trasposoni, paragonandoli ai plasmidi e
ai virus.
2 I geni che si spostano: plasmidi e trasposoni
I diversi tipi di plasmidi, i plasmidi F e R; caratteristiche
e funzioni dei trasposoni.
Comprendere come i
meccanismi di regolazione
genica consentono di
modulare l’azione dei
geni, adattandola alle
variazioni ambientali.
Spiegare che cos’è un operone,
descrivendo le funzioni di
promotore, operatore e gene
regolatore;
spiegare
le
differenze tra sistemi inducibili
e reprimibili, utilizzando come
esempi
l’operone
e
lac
l’operone
spiegare
trp;
l’importanza delle proteine
regolatrici.
3 L’operone: come i procarioti regolano
l’espressione genica
L’operone lac, l’operone trp, operoni inducibili
e reprimibili a confronto; regolazione genica e
studio del DNA.
PLP
REV. 3 del 20.09.12
CONTENUTI: Capitolo B4
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La regolazione genica
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MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
CHIMICA: testo “ Concetti e Modelli “ Volume 4 ZANICHELLI
Saper trarre
conclusioni
basate sui risultati
ottenuti
Traguardi formativi
Indicatori
1a Interpretare i processi di dissoluzione in
base alle forze intermolecolari che si possono
stabilire tra le particelle di soluto e di solvente
- Riconosce la natura del soluto in base
a prove di conducibilità elettrica
1b. Organizzare dati e applicare il concetto di
concentrazione e di proprietà colligative
- Determina la massa molare di un
soluto a partire da valori delle proprietà
colligative
1c. Leggere diagrammi di solubilità
(solubilità/temperatura; solubilità/pressione)
- Stabilisce, in base ad un grafico, le
condizioni necessarie per ottenere una
soluzione satura
Capitolo 9
Le proprietà delle
soluzioni
2a. Conoscere i vari modi di esprimere le
concentrazioni delle soluzioni
Saper applicare le
conoscenze
acquisite alla vita
reale
- Valuta correttamente informazioni sui
livelli di inquinanti presenti in alcuni
fluidi
2b. Comprendere le proprietà colligative delle
soluzioni
- Utilizza il concetto di pressione
osmotica per spiegare la necessità di un
ambiente ipertonico al fine di impedire
la decomposizione batterica dei cibi
2c. Comprendere l’influenza della temperatura
e della pressione sulla solubilità
Unità didattica
Competenze
Saper riconoscere
e stabilire
relazioni
Capitolo 10
Le reazioni
chimiche
Saper classificare
Traguardi formativi
Indicatori
1a. Interpretare un’equazione chimica in
base alla legge della conservazione di
massa
- Bilancia una reazione chimica
1b. Interpretare un’equazione chimica in
termini di quantità di sostanza
- Utilizza i coefficienti stechiometrici per la
risoluzione di problemi che chiedono di
determinare massa/volume delle specie
chimiche coinvolte
1c. Mettere in relazione dati teorici e dati
sperimentali
- Riconosce il reagente limitante e determina
la resa di una reazione
2a. Conoscere i vari tipi di reazioni
chimiche
- Riconduce una reazione chimica a uno dei
quattro tipi fondamentali (sintesi,
decomposizione, scambio semplice, doppio
scambio)
2b. Individuare le reazioni di doppio
scambio in cui si forma un precipitato
- Scrive l’equazione ionica netta, a partire
dall’equazione molecolare
2c. Riconoscere una reazione di
neutralizzazione
PLP
-E’ in grado di spiegare il rischio di
embolia gassosa per chi pratica attività
subacquea
REV. 3 del 20.09.12
- Individua i reagenti in grado di dare origine
alla formazione di un sale e acqua
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NOME: Mariella Cappella
MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
Unità didattica
Competenze
Saper riconoscere
e
stabilire
relazioni
Traguardi formativi
Indicatori
1a. Riconoscere il carattere sperimentale
dell’equazione cinetica, non deducibile
dall’equazione chimica bilanciata di
reazione
Interpreta l’equazione cinetica di una
reazione e sa definirne l’ordine
1b. Spiegare la cinetica di reazione alla
luce della teoria degli urti
1c. Riconoscere nell’equazione cinetica lo
strumento per definire il meccanismo di
una reazione
- Illustra il ruolo dei fattori che determinano
la velocità di reazione
- Sa definire la molecolarità di una reazione
elementare
Capitolo 12
La velocità di
reazione
Saper trarre
conclusioni
basate sui risultati
ottenuti
Saper formulare
ipotesi in base ai
dati forniti
2a. Interpretare grafici
concentrazione/tempo
- Utilizza i dati sperimentali per stabilire
l’ordine di reazione
2b. Costruire il profilo energetico a partire
dai valori di Eatt e ΔH
- Distingue fra energia di reazione ed energia
di attivazione
2c. Comprendere in quale stadio
intervenire con un catalizzatore per
accelerare la reazione
2a. Prevedere l’evoluzione di un sistema,
noti i valori di Keq e Q
- Interpreta il grafico del profilo energetico
di una reazione con meccanismo a più stadi
2b. Acquisire il significato concettuale del
principio di Le Chatelier
3b. Conoscere la relazione fra kps e
solubilità di una sostanza
- Stabilisce il senso in cui procede una
reazione noti i valori di Keq e Q
- Valuta gli effetti sull’equilibrio della
variazione di uno dei parametri indicati dal
principio di Le Chatelier
- Prevede la solubilità di un composto in
acqua pura o in soluzione
PLP
REV. 3 del 20.09.12
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NOME: Mariella Cappella
MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
Unità didattica
Competenze
Saper
trarre
conclusioni
basate sui risultati
ottenuti
Traguardi formativi
Indicatori
1a. Comprendere che il valore di Keq di un
sistema chimico non dipende dalle
concentrazioni iniziali
- Applica la legge dell’azione di massa
1b. Interpretare la relazione fra i valori di
Keq e le diverse temperature
- Riconosce il carattere endo/esotermico di
una reazione nota la dipendenza di Keq dalla
temperatura
1c. Conoscere la relazione fra kc e kp
- Individua le reazioni in cui i valori di kc e
kp coincidono
2a. Prevedere l’evoluzione di un sistema,
noti i valori di Keq e Q
- Stabilisce il senso in cui procede una
reazione noti i valori di Keq e Q
2b. Acquisire il significato concettuale del
principio di Le Chatelier
- Valuta gli effetti sull’equilibrio della
variazione di uno dei parametri indicati dal
principio di Le Chatelier
3b. Conoscere la relazione fra kps e
solubilità di una sostanza
- Prevede la solubilità di un composto in
acqua pura o in soluzione
Capitolo 13
L’equilibrio
chimico
Saper formulare
ipotesi in base ai
dati forniti
Unità didattica
Competenze
Saper classificare
Traguardi formativi
Indicatori
1a. Comprendere l’evoluzione storica e
concettuale delle teorie acido – base
- Classifica correttamente una sostanza
come acido/base di Arrhenius, Bronsted
– Lowry, Lewis
1b. Individuare il pH di una soluzione
- Assegna il carattere acido o basico di
una soluzione in base ai valori di [H+] o
[OH-]
1c. Stabilire la forza di un acido/base, noto il
valore di ka/kb
Capitolo 14
Acidi e basi si
scambiano
protoni
2a. Scegliere la relazione opportuna per
determinare il pH
Saper
riconoscere
e
stabilire relazioni
2b. Comprendere i meccanismi dell’idrolisi
salina
2c. Individuare i casi in cui è conveniente
esprimere la concentrazione di un acido o di una
base come normalità
PLP
REV. 3 del 20.09.12
- Ordina una serie di specie chimica in
base al criterio di acidità crescente
- Calcola il pH di soluzioni di acidi/basi
forti e deboli o di soluzioni tampone
- Spiega il carattere acido, neutro o
basico di una soluzione salina
- Applica la relazione NAVA = NBVB e
determina, in base ai dati, il titolo di una
soluzione
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PIANO DI LAVORO PERSONALE
MATERIA: SCIENZE NATURALI
FIRMA:
DATA : 26 /10/2016
CLASSE: 3^ B lst
 METODOLOGIA DI LAVORO
La metodologia di lavoro si baserà, e non può essere altrimenti per essenza stessa della disciplina, su
sistemi vari: si effettueranno normali lezioni frontali con però continua stimolazione della
partecipazione attiva dello studente; si approfondiranno al riguardo tematiche di particolare interesse
che siano emerse dalle normali lezioni, riassumendole e
ripetendole se necessario. Si utilizzeranno vari sussidi come ad es. quelli audiovisivi ed informatici, a
quest’ultimo riguardo si potranno prevedere attuazioni di lavori multimediali su temi particolari. Si
utilizzeranno testi di vario tipo per lavori di approfondimento. Soprattutto si attueranno esperienze di
laboratorio con i materiali a disposizione e secondo le modalità che permetteranno l’attuazione degli
esperimenti stessi nell’ambito della disciplina .
 RISORSE NECESSARIE (laboratori, aule speciali, materiale particolare quando previsti)
Saranno necessari per la trattazione delle tematiche della disciplina: il laboratorio di biologia, chimica
con i suoi annessi (fanno comunque parte della disciplina le esercitazioni pratiche); i laboratori di
informatica (nel caso si prevedessero attuazioni di lavori multimediali); materiali vari quali testi
diversi da quelli adottati, articoli, riviste; sala di proiezione per l’utilizzo di eventuali strumenti
audiovisivi
 MODALITÀ DI VERIFICA DEL POSSESSO DELLE COMPETENZE E VALUTAZIONE
Le modalità di verifica potranno essere di vario tipo; vi saranno verifiche orali e scritte riferite a
moduli svolti nell’ambito del programma o a lavori di approfondimento su argomenti particolari.
Potranno al riguardo essere fatte anche verifiche in itinere. Verranno inoltre effettuate verifiche sulle
attività pratiche di laboratorio, anche in questo caso di tipo orale, scritto o direttamente atte a valutare
l’effettuazione in corso dell’esperimento. Le verifiche sulle competenze si baseranno
sull’organizzazione di risposte degli elaborati teorici e delle attività pratiche . Requisito minimo
richiesto per una valutazione sufficiente delle competenze sarà l’individuazione del problema e
l’organizzazione sufficiente dei contenuti
 EVENTUALI ATTIVITÀ INTEGRATIVE ( visite di istruzione, uscite didattiche etc)
Nel corso dell’anno scolastico verrà valutata la possibilità di attuare eventuali uscite didattiche e/o
visite (musei, mostre, incontri, ecc.) di istruzione a seconda delle opportunità che si presenteranno.
Sarà anche valutata la possibilità di interventi di personale specializzato dall’esterno e/o di
partecipazione a lavori ed attività organizzati a livello provinciale, regionale o nazionale (Progetti
scientifici ).
PLP
REV. 3 del 20.09.12
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