ITIS MATTEI PIANO DI LAVORO PERSONALE NOME: Mariella Cappella MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst OBIETTIVI GENERALI DELLA DISCIPLINA NEL TRIENNIO 1)Saper esprimere i contenuti con rigore e precisione linguistica 2)Saper riconoscere relazioni nei vari argomenti trattati 3)Saper utilizzare il linguaggio specifico necessario per comunicare dati scientifici e per utilizzare criticamente tutti i canali di informazione in campo scientifico 4)Saper decodificare articoli scientifici di approfondimento di particolari temi 5)Saper confrontare ipotesi alternative; saper cogliere i collegamenti tra le diverse tematiche e, quando possibile, anche con le altre discipline 6)Saper documentare in maniera ordinata e sintetica l’attività svolta in laboratorio Finalità: acquisire la consapevolezza del valore delle SCIENZE NATURALI quale componente culturale per la lettura e l’interpretazione della realtà; acquisire la consapevolezza dell’evoluzione nel tempo delle scienze biologiche, chimiche e geologiche e individuare dei momenti qualificanti nel loro percorso storico; raggiungere la sistemazione in un quadro unitario e coerente delle conoscenze naturalistiche precedentemente acquisite; sviluppare l’autonoma valutazione critica delle informazioni su argomenti e problemi scientifici fornite dai mass media; avere consapevolezza delle interrelazioni esistenti tra scienze e tecnologie scientifiche e dell’impatto di tali tecnologie sull’innovazione economica e sociale. OBIETTIVI DIDATTICI DA CONSEGUIRE NELL’ANNO Sia gli obiettivi generali sia gli obiettivi disciplinari del terzo anno dovranno essere acquisiti nei loro fondamenti essenziali essendo parimenti importanti nella comprensione e nel conseguimento dei principi della disciplina COMPETENZE RICHIESTE In questa sezione si trovano le griglie di programmazione divise per capitolo delle tre discipline insegnate: chimica, biologia e Scienze della Terra SCIENZE DELLA TERRA: testo “Il globo terrestre e la sua evoluzione” ZANICHELLI CONTENUTI CAPITOLO 1 La crosta terrestre: minerali e rocce 1 I costituenti della crosta terrestre 2 La «chimica» della crosta terrestre 3 I minerali 4 Le rocce 5 Rocce magmatiche o ignee 6 L’origine dei magmi 7 Rocce sedimentarie 8 Rocce metamorfiche 9 Il ciclo litogenetico PLP COMPETENZA Applicare le conoscenze acquisite a situazioni di vita reale. TRAGUARDI FORMATIVI Classificare il tipo di roccia. Associa la roccia/il minerale al gruppo di appartenenza. Riconoscere le proprietà delle rocce. Essere in grado di collegare le caratteristiche di una roccia al suo utilizzo. REV. 3 del 20.09.12 INDICATORI Riconosce le proprietà dei vari tipi di roccia/minerali. A seconda delle caratteristiche delle rocce/minerali proposte è in grado di scegliere quella più adatta all’utilizzo richiesto. Pagina 1 di 2 ITIS MATTEI NOME: Mariella Cappella PIANO DI LAVORO PERSONALE MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst BIOLOGIA: testo “ Idee per insegnare Biologia BLU” vol 4 ZANICHELLI COMPETENZE TRAGUARDI FORMATIVI INDICATORI CONTENUTI: Capitolo B1 Da Mendel ai modelli Saper formulare ipotesi in base ai dati forniti. Comprendere l’originalità e il rigore scientifico del metodo adottato da Mendel e saper spiegare i punti fondamentali della sua teoria, evidenziando le relazioni tra dati sperimentali e interpretazione. Spiegare perché i dati di Mendel smentiscono la teoria della mescolanza; enunciare le leggi di Mendel utilizzando correttamente i concetti di gene e allele, carattere dominante e carattere recessivo. 1 La prima e la seconda legge di Mendel Gli esperimenti e il metodo di Mendel; la legge della dominanza, la legge della segregazione dei caratteri. Saper trarre conclusioni in base ai risultati ottenuti. Comprendere le relazioni tra alleli, geni e cromosomi; utilizzare correttamente la simbologia e il linguaggio della genetica per esprimere tali relazioni, per stabilire genotipi o prevedere i risultati di un incrocio. Rappresentare con la simbologia corretta il genotipo distinguendolo dal fenotipo; spiegare la disgiunzione degli alleli di un gene considerando la meiosi; spiegare come si costruisce e interpreta il quadrato di Punnet; comprendere l’utilità del test-cross. Discutere limiti e utilità della legge dell’assortimento indipendente dei caratteri, considerando la meiosi; spiegare come si costruisce e si utilizza un albero genealogico per studiare le malattie ereditarie. 2 Le conseguenze della seconda legge di Mendel Il quadrato di Punnett, le basi molecolari dell’ereditarietà, il test-cross. Comprendere come le conoscenze delle complesse interazioni tra geni o tra alleli hanno ampliato la teoria di Mendel. Distinguere i diversi casi di eredità, e utilizzare corretta-mente la terminologia e la simbologia specifiche per rappresentare le relazioni tra fenotipo e genotipo; spiegare l’esempio dei gruppi sanguigni. 4 Comprendere, considerando gli studi di Morgan come si progettano esperimenti e si analizzano correttamente i dati sperimentali per risalire ai genotipi partendo dai fenotipi, mappare i cromosomi, effettuare previsioni sulla trasmissione dei caratteri legati al sesso. Spiegare come si riconoscono e come si ricombinano i geni associati; collegare il crossing-over con la frequenza di ricombinazione genica, descrivere come si come si costruiscono le mappe genetiche. Confrontare il ruolo di cromosomi, geni e ambiente nel determinare il sesso in diverse specie; descrivere le modalità di trasmissione dei caratteri legati al sesso nella specie umana, rappresentare correttamente il genotipo distinguendolo dall’eterozigote e dall’omozigote. 5 In che rapporto stanno geni e cromosomi I geni associati, la ricombinazione genetica dovuta al crossing-over, le mappe genetiche. Risolvere situazioni problematiche utilizzando linguaggi specifici. PLP REV. 3 del 20.09.12 di ereditarietà 3 La terza legge di Mendel La legge dell’assortimento indipendente dei caratteri, gli alberi genealogici, le malattie genetiche. Come interagiscono gli alleli? Mutazioni e nuovi alleli, poliallelia, dominanza incompleta, codominanza, pleiotropia. Scheda: I gruppi sanguigni 6 La determinazione cromosomica del sesso Autosomi e cromosomi sessuali, la determinazione del sesso, l’eredità dei caratteri legati al sesso. Pagina 2 di 2 ITIS MATTEI NOME: Mariella Cappella PIANO DI LAVORO PERSONALE MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 COMPETENZE TRAGUARDI FORMATIVI Saper formulare ipotesi in base ai dati forniti. Saper riconoscere stabilire relazioni. e COMPETENZE Saper formulare ipotesi in base ai dati forniti. PLP CLASSE: 3^ B lst INDICATORI CONTENUTI: Capitolo B2 Il linguaggio della vita Comprendere le funzioni del materiale genetico nelle cellule e conoscere i metodi utilizzati per identificarne la natura. Descrivere e spiegare il significato degli esperimenti che hanno portato alla scoperta delle funzioni del DNA nelle cellule; spiegare l’esempio dei virus. 1 Come si dimostra che i geni sono fatti di DNA? Le basi molecolari dell’ereditarietà, il »fattore di Saper spiegare le relazioni tra struttura e funzione delle molecole del DNA. Rappresentare correttamente la struttura della molecola del DNA, evidenziando la funzione dei diversi tipi di legami e le caratteristiche delle parti costanti e variabili della molecola. 2 Qual è la struttura del DNA? La composizione chimica del DNA, il modello a doppia elica di Watson e Crick, la struttura del DNA. Comprendere l’importanza della duplicazione semiconservativa del DNA evidenziando la complessità del fenomeno e le relazioni con la vita cellulare. Descrivere le fasi della duplicazione del DNA, indicando la funzione degli enzimi coinvolti e i meccanismi di correzione degli errori. 3 La duplicazione del DNA è semiconservativa Le fasi della duplicazione del DNA, il complesso di duplicazione e le DNA polimerasi, i telomeri, i meccanismi di riparazione del DNA. TRAGUARDI FORMATIVI Cogliere l’origine e lo sviluppo storico della genetica molecolare comprendendo come viene applicato il metodo scientifico in questa disciplina. INDICATORI Spiegare gli esperimenti che hanno consentito di chiarire le relazioni tra geni e proteine. REV. 3 del 20.09.12 trasformazione» di Griffith, l’esperimento di Avery, gli esperimenti di Hershey e Chase. Scheda: I virus CONTENUTI: Capitolo B3 Il genoma in azione 1 I geni guidano la costruzione elle proteine Gli esperimenti di Bea-dle e Tatum a relazione tra geni e polipeptidi. Pagina 3 di 2 ITIS MATTEI NOME: Mariella Cappella PIANO DI LAVORO PERSONALE MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 Saper riconoscere e stabilire relazioni. CLASSE: 3^ B lst Comprendere le relazioni tra DNA, RNA e polipeptidi nelle cellule e spiegare i complessi meccanismi che consentono di costruire proteine partendo dalle informazioni dei geni. Spiegare il significato e l’importanza del dogma centrale, distinguendo il ruolo dei diversi tipi di RNA nelle fasi di trascrizione e traduzione. 2 In che modo l’informazione passa dal DNA alle proteine? Il «dogma centrale della biologia», la struttura e le funzioni dell’RNA messaggero, ribosomiale, transfer. 3 La trascrizione: dal DNA all’RNA La trascrizione del DNA, il codice genetico. 4 La traduzione: dall’RNA alle proteine Il ruolo del tRNA e quello dei ribosomi; le tappe della traduzione: inizio, allungamento e terminazione; la formazione di una proteina funzionante. Spiegare come vengono trascritte e tradotte le informazioni contenute in un gene, indicando le molecole coinvolte in ogni fase ed evidenziando l’importanza de codice genetico. Saper applicare le conoscenze acquisite alla vita reale. Saper riconoscere e stabilire relazioni. Descrivere le cause e gli effetti dei diversi tipi di mutazione, spiegandone l’importanza per la vita umana e per la comprensione della storia della vita. Spiegare perché le mutazioni non sono sempre ereditarie; distinguere e descrivere i diversi tipi di mutazioni puntiformi, cromosomiche, genomiche; descrivere le sindromi umane riconducibili a mutazioni cromosomiche; spiegare le relazioni tra mutazioni spontanee ed evoluzione; riportare le tappe storiche della scoperta delle mutazioni. Acquisire la consapevolezza della complessità e versatilità del genoma eucariotico. Confrontare l’organizzazione del genoma eucariotico con quella del genoma procariotico, evidenziando le differenze. Descrivere un tipico gene eucariotico distinguendo gli esoni dagli introni, illustrare il processo di maturazione dell’mRNA; identificare nella presenza delle famiglie geniche un’importante fonte di variabilità, definire gli pseudogeni. Acquisire la consapevolezza che la regolazione genica negli eucarioti pluricellulari è indispensabile è indispensabile per la specializzazione cellulare delle cellule somatiche. Descrivere le complesse strategie messe in atto dalla cellula eucariotica per controllare l’espressione dei suoi geni evidenziando i diversi momenti in cui ciò accade. 5 Che cosa sono le mutazioni? Mutazioni somatiche ed ereditarie; i diversi tipi di mutazioni puntiformi, cromosomiche e genomiche; malattie genetiche umane causate da mutazioni cromosomiche; mutazioni spontanee e indotte; mutazioni ed evoluzione. 4 Il genoma eucariotico è più complesso di quello procariotico Le caratteristiche del genoma eucariotico gli organismi modello, le sequenze ripetitive i trasposoni. L’organizzazione dei geni eucarioti interrotti e il processo di splicing; le famiglie geniche e gli pseudogeni. 5 La regolazione prima della trascrizione Il processo di trascrizione negli eucarioti, la struttura della cromatina. 6 La regolazione durante la trascrizione La trascrizione differenziale, i fattori di trascrizione le sequenze di regolazione, l’amplificazione genica, lo splicing alternativo. 7 La regolazione dopo la trascrizione I controlli traduzionali e i controlli post-traduzionali. PLP REV. 3 del 20.09.12 Pagina 4 di 2 ITIS MATTEI NOME: Mariella Cappella PIANO DI LAVORO PERSONALE MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst COMPETENZE TRAGUARDI FORMATIVI INDICATORI Saper applicare le conoscenze acquisite alla vita reale. Comprendere i complessi meccanismi di interazione tra il genoma dei virus e le cellule ospiti, evidenziando le l’importanza delle scoperte sul genoma virale per lo sviluppo della genetica e per lo studio di molte malattie umane. Distinguere i virus dalle cellule, spiegare le differenze tra ciclo litico e ciclo lisogeno, distinguere i batteriofagi dai virus animali, descrivere i cicli riproduttivi dei virus a RNA indicando le differenze tra il virus dell’influenza e il virus HIV. Spiegare che cos’è la ricombinazione genica e la sua funzione per l’evoluzione del genoma; descrivere e distinguere i tre meccanismi di ricombinazione genica dei procarioti. 1 La genetica di virus e batteri La struttura dei virus, i cicli riproduttivi dei batteriofagi e dei virus animali, i virus a RNA. La trasformazione; trasduzione generalizzata e specializzata, la coniugazione. Saper riconoscere e stabilire relazioni. Acquisire consapevolezza che il genoma dei procarioti si può modificare grazie ai plasmidi e ai trasposoni. Descrivere i diversi tipi plasmidi, spiegando il loro ruolo di vettori di informazione da una cellula all’altra, descrivere le caratteristiche dei trasposoni, paragonandoli ai plasmidi e ai virus. 2 I geni che si spostano: plasmidi e trasposoni I diversi tipi di plasmidi, i plasmidi F e R; caratteristiche e funzioni dei trasposoni. Comprendere come i meccanismi di regolazione genica consentono di modulare l’azione dei geni, adattandola alle variazioni ambientali. Spiegare che cos’è un operone, descrivendo le funzioni di promotore, operatore e gene regolatore; spiegare le differenze tra sistemi inducibili e reprimibili, utilizzando come esempi l’operone e lac l’operone spiegare trp; l’importanza delle proteine regolatrici. 3 L’operone: come i procarioti regolano l’espressione genica L’operone lac, l’operone trp, operoni inducibili e reprimibili a confronto; regolazione genica e studio del DNA. PLP REV. 3 del 20.09.12 CONTENUTI: Capitolo B4 Pagina 5 di 2 La regolazione genica ITIS MATTEI PIANO DI LAVORO PERSONALE NOME: Mariella Cappella MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst CHIMICA: testo “ Concetti e Modelli “ Volume 4 ZANICHELLI Saper trarre conclusioni basate sui risultati ottenuti Traguardi formativi Indicatori 1a Interpretare i processi di dissoluzione in base alle forze intermolecolari che si possono stabilire tra le particelle di soluto e di solvente - Riconosce la natura del soluto in base a prove di conducibilità elettrica 1b. Organizzare dati e applicare il concetto di concentrazione e di proprietà colligative - Determina la massa molare di un soluto a partire da valori delle proprietà colligative 1c. Leggere diagrammi di solubilità (solubilità/temperatura; solubilità/pressione) - Stabilisce, in base ad un grafico, le condizioni necessarie per ottenere una soluzione satura Capitolo 9 Le proprietà delle soluzioni 2a. Conoscere i vari modi di esprimere le concentrazioni delle soluzioni Saper applicare le conoscenze acquisite alla vita reale - Valuta correttamente informazioni sui livelli di inquinanti presenti in alcuni fluidi 2b. Comprendere le proprietà colligative delle soluzioni - Utilizza il concetto di pressione osmotica per spiegare la necessità di un ambiente ipertonico al fine di impedire la decomposizione batterica dei cibi 2c. Comprendere l’influenza della temperatura e della pressione sulla solubilità Unità didattica Competenze Saper riconoscere e stabilire relazioni Capitolo 10 Le reazioni chimiche Saper classificare Traguardi formativi Indicatori 1a. Interpretare un’equazione chimica in base alla legge della conservazione di massa - Bilancia una reazione chimica 1b. Interpretare un’equazione chimica in termini di quantità di sostanza - Utilizza i coefficienti stechiometrici per la risoluzione di problemi che chiedono di determinare massa/volume delle specie chimiche coinvolte 1c. Mettere in relazione dati teorici e dati sperimentali - Riconosce il reagente limitante e determina la resa di una reazione 2a. Conoscere i vari tipi di reazioni chimiche - Riconduce una reazione chimica a uno dei quattro tipi fondamentali (sintesi, decomposizione, scambio semplice, doppio scambio) 2b. Individuare le reazioni di doppio scambio in cui si forma un precipitato - Scrive l’equazione ionica netta, a partire dall’equazione molecolare 2c. Riconoscere una reazione di neutralizzazione PLP -E’ in grado di spiegare il rischio di embolia gassosa per chi pratica attività subacquea REV. 3 del 20.09.12 - Individua i reagenti in grado di dare origine alla formazione di un sale e acqua Pagina 6 di 2 ITIS MATTEI PIANO DI LAVORO PERSONALE NOME: Mariella Cappella MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst Unità didattica Competenze Saper riconoscere e stabilire relazioni Traguardi formativi Indicatori 1a. Riconoscere il carattere sperimentale dell’equazione cinetica, non deducibile dall’equazione chimica bilanciata di reazione Interpreta l’equazione cinetica di una reazione e sa definirne l’ordine 1b. Spiegare la cinetica di reazione alla luce della teoria degli urti 1c. Riconoscere nell’equazione cinetica lo strumento per definire il meccanismo di una reazione - Illustra il ruolo dei fattori che determinano la velocità di reazione - Sa definire la molecolarità di una reazione elementare Capitolo 12 La velocità di reazione Saper trarre conclusioni basate sui risultati ottenuti Saper formulare ipotesi in base ai dati forniti 2a. Interpretare grafici concentrazione/tempo - Utilizza i dati sperimentali per stabilire l’ordine di reazione 2b. Costruire il profilo energetico a partire dai valori di Eatt e ΔH - Distingue fra energia di reazione ed energia di attivazione 2c. Comprendere in quale stadio intervenire con un catalizzatore per accelerare la reazione 2a. Prevedere l’evoluzione di un sistema, noti i valori di Keq e Q - Interpreta il grafico del profilo energetico di una reazione con meccanismo a più stadi 2b. Acquisire il significato concettuale del principio di Le Chatelier 3b. Conoscere la relazione fra kps e solubilità di una sostanza - Stabilisce il senso in cui procede una reazione noti i valori di Keq e Q - Valuta gli effetti sull’equilibrio della variazione di uno dei parametri indicati dal principio di Le Chatelier - Prevede la solubilità di un composto in acqua pura o in soluzione PLP REV. 3 del 20.09.12 Pagina 7 di 2 ITIS MATTEI PIANO DI LAVORO PERSONALE NOME: Mariella Cappella MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst Unità didattica Competenze Saper trarre conclusioni basate sui risultati ottenuti Traguardi formativi Indicatori 1a. Comprendere che il valore di Keq di un sistema chimico non dipende dalle concentrazioni iniziali - Applica la legge dell’azione di massa 1b. Interpretare la relazione fra i valori di Keq e le diverse temperature - Riconosce il carattere endo/esotermico di una reazione nota la dipendenza di Keq dalla temperatura 1c. Conoscere la relazione fra kc e kp - Individua le reazioni in cui i valori di kc e kp coincidono 2a. Prevedere l’evoluzione di un sistema, noti i valori di Keq e Q - Stabilisce il senso in cui procede una reazione noti i valori di Keq e Q 2b. Acquisire il significato concettuale del principio di Le Chatelier - Valuta gli effetti sull’equilibrio della variazione di uno dei parametri indicati dal principio di Le Chatelier 3b. Conoscere la relazione fra kps e solubilità di una sostanza - Prevede la solubilità di un composto in acqua pura o in soluzione Capitolo 13 L’equilibrio chimico Saper formulare ipotesi in base ai dati forniti Unità didattica Competenze Saper classificare Traguardi formativi Indicatori 1a. Comprendere l’evoluzione storica e concettuale delle teorie acido – base - Classifica correttamente una sostanza come acido/base di Arrhenius, Bronsted – Lowry, Lewis 1b. Individuare il pH di una soluzione - Assegna il carattere acido o basico di una soluzione in base ai valori di [H+] o [OH-] 1c. Stabilire la forza di un acido/base, noto il valore di ka/kb Capitolo 14 Acidi e basi si scambiano protoni 2a. Scegliere la relazione opportuna per determinare il pH Saper riconoscere e stabilire relazioni 2b. Comprendere i meccanismi dell’idrolisi salina 2c. Individuare i casi in cui è conveniente esprimere la concentrazione di un acido o di una base come normalità PLP REV. 3 del 20.09.12 - Ordina una serie di specie chimica in base al criterio di acidità crescente - Calcola il pH di soluzioni di acidi/basi forti e deboli o di soluzioni tampone - Spiega il carattere acido, neutro o basico di una soluzione salina - Applica la relazione NAVA = NBVB e determina, in base ai dati, il titolo di una soluzione Pagina 8 di 2 ITIS MATTEI NOME: Mariella Cappella PIANO DI LAVORO PERSONALE MATERIA: SCIENZE NATURALI FIRMA: DATA : 26 /10/2016 CLASSE: 3^ B lst METODOLOGIA DI LAVORO La metodologia di lavoro si baserà, e non può essere altrimenti per essenza stessa della disciplina, su sistemi vari: si effettueranno normali lezioni frontali con però continua stimolazione della partecipazione attiva dello studente; si approfondiranno al riguardo tematiche di particolare interesse che siano emerse dalle normali lezioni, riassumendole e ripetendole se necessario. Si utilizzeranno vari sussidi come ad es. quelli audiovisivi ed informatici, a quest’ultimo riguardo si potranno prevedere attuazioni di lavori multimediali su temi particolari. Si utilizzeranno testi di vario tipo per lavori di approfondimento. Soprattutto si attueranno esperienze di laboratorio con i materiali a disposizione e secondo le modalità che permetteranno l’attuazione degli esperimenti stessi nell’ambito della disciplina . RISORSE NECESSARIE (laboratori, aule speciali, materiale particolare quando previsti) Saranno necessari per la trattazione delle tematiche della disciplina: il laboratorio di biologia, chimica con i suoi annessi (fanno comunque parte della disciplina le esercitazioni pratiche); i laboratori di informatica (nel caso si prevedessero attuazioni di lavori multimediali); materiali vari quali testi diversi da quelli adottati, articoli, riviste; sala di proiezione per l’utilizzo di eventuali strumenti audiovisivi MODALITÀ DI VERIFICA DEL POSSESSO DELLE COMPETENZE E VALUTAZIONE Le modalità di verifica potranno essere di vario tipo; vi saranno verifiche orali e scritte riferite a moduli svolti nell’ambito del programma o a lavori di approfondimento su argomenti particolari. Potranno al riguardo essere fatte anche verifiche in itinere. Verranno inoltre effettuate verifiche sulle attività pratiche di laboratorio, anche in questo caso di tipo orale, scritto o direttamente atte a valutare l’effettuazione in corso dell’esperimento. Le verifiche sulle competenze si baseranno sull’organizzazione di risposte degli elaborati teorici e delle attività pratiche . Requisito minimo richiesto per una valutazione sufficiente delle competenze sarà l’individuazione del problema e l’organizzazione sufficiente dei contenuti EVENTUALI ATTIVITÀ INTEGRATIVE ( visite di istruzione, uscite didattiche etc) Nel corso dell’anno scolastico verrà valutata la possibilità di attuare eventuali uscite didattiche e/o visite (musei, mostre, incontri, ecc.) di istruzione a seconda delle opportunità che si presenteranno. Sarà anche valutata la possibilità di interventi di personale specializzato dall’esterno e/o di partecipazione a lavori ed attività organizzati a livello provinciale, regionale o nazionale (Progetti scientifici ). 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