BRONCHITE INFETTIVA
E’ una malattia virale di grande importanza economica.
E’ data da un Coronavirus.
I Coronavirus del gruppo 3 comprendono i Coronavirus di interesse aviare e danno:
Bronchite infettiva aviare
Infezioni nel Fagiano
Infezioni nel Tacchino
La bronchite infettiva dà:
Una FORMA RESPIRATORIA, nei giovani
Una FORMA RIPRODUTTIVA, nelle galline in deposizione
Una FORMA DI NEFRITE/ NEFROSI (per via degli aspetti infiammatori e degenerativi nel rene), sostenuta solo da
alcuni ceppi che colpiscono in particolar modo i giovani.
Il Coronavirus della bronchite infettiva è detto IBV.
Possiede delle proiezioni o SPIKES o peplomeri che si proiettano su tutta la superficie dell’envelope virale.
Sono di dimensioni piuttosto importanti e conferiscono al virus l’ aspetto tale per cui è stato chiamato “corona”- virus.
E’ un virus a RNAss, 27.000 nucleotidi ed è dotato di envelope.
Codifica per 4 proteine strutturali e altre proteine non strutturali.
Fra le proteine più importanti annoveriamo:
Proteina S (SPIKE), è la principale.
Proteina M (MATRICE), si trova all’interno e nello spessore dell’envelope.
Proteina N (NUCLEOCAPSIDE).
Di queste proteine la più importante è la PROTEINA S o “SPIKE”, essa infatti è il principale immunogeno ed è la
responsabile della variabilità antigenica.
Gli spikes sono costituiti da 2 subunità:
S₂: aggancia lo spike all’envelope
S₁: è la più esterna.
Sulla superficie dello spike ci sono gli epitopi antigenici, che si concentrano soprattutto sulla sub unità S₁, che quindi è la
parte più variabile di questo virus.
Ci sono infatti diverse varianti antigeniche del virus della bronchite infettiva, sono dei veri e propri sierotipi.
Negli anni sono state individuate circa 60 varianti antigeniche, che non hanno però cross- protezione fra loro.
Fra le varianti più famose ci sono:
Varianti “storiche”: Massachussets, Connecticut, Australian T, Gray, Holte…
Anni ’80: varianti olandesi (D207, D212…)
Anni ’90: nefropatogeni belgi, ceppo inglese, ceppo italiano 624/1 …
Anni 2000: ceppo Cinese QX, Italy 02….
L’emergenza di un nuovo sierotipo ha delle grosse ripercussioni sulla sanità animale, specie sull’efficacia delle vaccinazioni.
Ci sono ceppi che hanno tropismo e antigenicità diversi.
Metodi di classificazione:
Per SIEROTIPI: basata su siero-neutralizzazione in vitro.
E’ il metodo tradizionale.
La sierotipizzazione è il principale metodo di classificazione.
La SN si può fare su uova embrionate SPF o su colture cellulari, ma bisogna avere a disposizione degli Ab specifici dei
sierotipi conosciuti, per cui questo metodo lo usano solo i laboratori specializzati che hanno gli Ab adeguati.
Per GENOTIPI: con la Pcr si fa il sequenziamento dei geni che codificano per la proteina S.
Il genotipo non sempre corrisponde al sierotipo (che è l’espressione fenotipica del genotipo), perché a volte basta una
piccolissima modificazione a livello di genotipo e si determina un nuovo sierotipo.
Adesso si tende a genotipizzare: si isola il virus con la Pcr, si fa il genotipo e da qui si ricava il sierotipo.
Per PROTETTOTIPI: prove di cross- protezione in vivo importanti per i vaccini.
Un protetto tipo è un gruppo di virus che in prove di cross-protezione in vivo, nell’animale, determinano fra loro una
protezione crociata.
Se diversi genotipi o sierotipi appartengono allo stesso protettotipo, questo è molto importante quando si va a pianificare una
profilassi vaccinale (altrimenti per ogni sierotipo che emerge dovrei creare un nuovo vaccino, invece non è così).
EPIDEMIOLOGIA
Alcuni sierotipi come il Massachussets hanno diffusione mondiale, altri sono confinati in particolari aree geografiche.
Fra i sierotipi attualmente presenti in Italia dal 1956 ricordiamo:
624/I
793/B comparso negli anni ’90 in UK
Italy 02
Recentemente è comparso un nuovo sierotipo: QX IBV, un ceppo Cinese.
L’unico ospite è il POLLO.
Il Fagiano in fatti è sensibile a un altro Coronavirus che è diverso.
E’ un virus dotato di grande diffusibilità.
La diffusione è veloce:
Nel gruppo (con aerosol e feci), gli animali infatti eliminano il virus attraverso escrezioni respiratorie e feci
Fra capannoni (via aerea)
PATOGENESI
Il virus penetra per via respiratoria.
1° moltiplicazione nelle prime vie respiratorie (cavità nasali, turbinati, faringe, seni …) nel giro di 1-2 gg.
Passa nel circolo sanguigno -> viremia.
Si localizza in:
Reni
Ovidutto
Intestino (sptt tonsille cecali)
Borsa di Fabrizio
 Rimane in questi siti per mesi e vi si replica.
Posso avere sovrinfezioni e nuovi sierotipi.
E’ un’infezione sistemica!!! Oltre ai tamponi respiratori conviene campionare anche negli organi interni per isolare il virus,
poiché esso rimane molto brevemente nei tessuti respiratori.
FORMA RESPIRATORIA
Sintomatologia: è molto grave nei soggetti giovani, di 1 mese.
Animali febbricitanti, abbattuti, hanno freddo, si raggruppano sotto le madri artificiali
Dispnea
Tosse
Scolo nasale
Lacrimazione
Edema facciale e leggero rigonfiamento dei seni (all’interno della nittante c’è una ghiandola in cui il virus si replica
molto)
Se colpisce soggetti giovani senza difese immunitarie possiamo avere anche una mortalità, altrimenti in forme non complicate
l’animale generalmente guarisce.
Lesioni anatomo- patologiche: non sono patognomoniche.
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Lesioni a bronchi e trachea
Essudato catarrale fino a caseoso in trachea e bronchi
Morte per soffocamento nei soggetti giovanissimi senza immunità materna (si forma un tappo caseoso, cioè
l’essudato caseoso solidifica e l’animale soffoca).
Se non ci sono situazioni del genere la morte sopravviene per complicanze secondarie -> sovrinfezioni da E. Coli e
Micoplasmi.
Il virus della bronchite infettiva è anche alla base della Sindrome della testa gonfia.
FORMA RIPRODUTTIVA
La vedo se il virus penetra in un gruppo di galline in deposizione.
Il virus penetra per via respiratoria, dà viremia, poi arriva a livello di ovaie e ovidutto.
In particolare il target sono le CELLULE EPITELIALI DELL’OVIDUTTO.
Ne consegue un calo dell’ovodeposizione e un peggioramento della qualità delle uova.
Gli animali entrano in deposizione a 4 mesi (16 settimane).
I ceppi commerciali leggeri entrano in deposizione a 4 mesi, gli altri a 5-6 mesi.
La gallina depone per 1 anno poi si può scegliere se mandarla al macello o fare la muta forzata, ovvero si interrompe
bruscamente la deposizione, l’animale si rimette in sesto e poi ricomincia a deporre per altri 6 mesi.
Se però entra il virus posso avere un altissimo calo della deposizione, anche del 50%.
In seguito nel giro di 1-2 mesi si ha una ripresa ma è molto lenta e magari non si torna mai a raggiungere il picco.
Questo succede se il virus entra subito, all’inizio della curva.
Se invece il virus entra più tardi la situazione è meno drammatica e il calo è del 20-40%.
Le uova prodotte sono inoltre di qualità scadente, mostrano alterazioni esterne ed interne.
Alterazioni esterne:
Depigmentazione (da rosate diventano bianche)
Il guscio diventa rugoso, corrugato, con cerchiature
Concrezioni calcaree sulla superficie
Guscio più sottile
Mancanza del guscio, uova in panno
Forma alterata, per es. sono allungate
Dimensioni alterate: troppo grandi o troppo piccole
Alterazioni interne:
Maggiore fluidità dell’albume: la parte densa dell’albume si fluidifica
Rottura delle calaze: questo ha delle ripercussioni anche sulla fertilità delle uova.
Anche la membrana del sacco vitellino spesso si rompe e ho grumi di sangue.
Lesioni anatomo-patologiche:
Il virus replica nell’OVIDUTTO.
L’ovidutto è composto da: Infundibulo, Magnum, Istmo, Utero, Camera calcigena.
 L’ovidutto è più piccolo (infundibulo e magnum sono assottigliati) e la funzionalità è alterata.
Lesioni istopatologiche dell’ovidutto: le cilia vengono distrutte, il tessuto ghiandolare è sostituito da tessuto fibroso (ci si
può quindi spiegare come mai la produttività non torna mai ai livelli attesi).
L’ovaio invece è funzionante.
Ho DEPOSIZIONE INTRAPERITONEALE: si hanno movimenti antiperistaltici che determinano il ritorno dell’uovo in
cavità addominale.
OVAIOLE SILENTI: se alcuni ceppi virali colpiscono le pollastrine in età molto giovane (1° settimana di vita), può
succedere che il virus si vada a localizzare a livello dell’ovidutto e che vada a determinare alterazioni tali per cui l’ovidutto,
man mano che l’animale cresce, non riesca a svilupparsi adeguatamente.
Quando l’animale raggiunge la maturità sessuale questo ovidutto non sarà in grado di sostenere la formazione dell’uovo.
Queste galline avranno ovaio funzionante ma ovidutto alterato, per cui ovulano ma depongono in cavità addominale e non
depongono uova.
Stanno male, hanno regressione ovarica e ovidutto cistico.
L’ovidutto si presenterà assottigliato per tutta la sua lunghezza, soprattutto nel magnum, poi diventerà cistico, ripieno
di liquido.
L’animale presenterà addome rigonfio e una peculiare andatura a pinguino.
Questo succede soprattutto negli animali che non hanno immunità materna per questo virus, per cui il ceppo li può infettare
precocemente.
FORMA DI NEFRITE/ NEFROSI
Colpisce i boiler di 40-50 gg.
E’ causata da alcune varianti: Gray, Holte, QX …
Colpisce soprattutto soggetti giovani.
Questi presentano lesioni renali: gli ureteri sono dilatati con all’interno materiale lattescente.
Nei reni, che sono più chiari, si vede un disegno tubulare dovuto al deposito di urati all’interno dei dotti collettori e
della struttura renale.
Posso avere, oltre alle lesioni renali, forme di GOTTA VISCERALE: depositi di urati nel pericardio, nel peritoneo e nelle
articolazioni.
La mortalità è importante ma variabile a seconda di fattori condizionanti:
Dieta iperproteica
Freddo
Gli animali hanno una fortissima perdita di liquidi, sono abbattuti, anoressici.
Lesioni istopatologiche:
Nefrite interstiziale
Danno ai tubuli renali
DIAGNOSI
Le varie forme della bronchite infettiva non danno lesioni patognomoniche, è quindi necessaria la conferma dal laboratorio.
Diagnosi diretta: prevede l’isolamento del virus e la sierotipizzazione.
Isolamento virale su uova embrionate di pollo SPF o organo colture tracheali.
RT- PCR.
Campioni per l’isolamento virale:
Se ho una forma respiratoria in fase acuta vado a campionare l’apparato respiratorio, ma poi il virus scompare da questa sede
e raggiunge sedi interne: reni, intestino, tonsille cecali -> ottimi organi da campionare in fase cronica.
Inoculazione in uova embrionate di pollo SPF: si inocula dalla cavità allantoidea, poi osservo:
NANISMO e ACCARTOCCIAMENTO dell’embrione dopo 6-7 gg: non sempre determina queste lesioni al 1° passaggio,
spesso è necessario più di un passaggio (cioè già a 4 gg prelevo il liquido allantoideo infetto anche se non vedo lesioni
e lo inoculo in un’altra serie di uova, poi dopo una serie di passaggi ciechi vedo le lesioni).
L’embrione presenta:
Nanismo (è la metà come dimensioni, praticamente naviga nel liquido allantoideo)
Accartocciamento
Piedi sul capo
Sacco amniotico aderente il corpo
Piumino non sviluppato
Persistenza del mesonefro
Depositi di urati.
Isolamento su organo colture di anelli tracheali di embrioni di pollo: sono molto efficienti.
Già al 1° passaggio il virus dà ciliostasi dopo 3-6 gg.
Esso distrugge l’epitelio e le cilia -> è una ciliostasi più violenta di quella causata da Metapneumovirus.
RT-Pcr: sensibile e veloce (prima bisogna fare la retro trascrizione).
Si può fare anche da tamponi respiratori a secco.
La Pcr è usata soprattutto per la genotipizzazione.
La più usata è quella che amplifica tratti del gene S che codifica per gli spikes (in genere si amplifica S₁, con primers per tutti
i sierotipi conosciuti).
Dopo il sequenziamento conosco subito il genotipo poi guardo a che sierotipo corrisponde.
Sierotipizzazione:
Siero neutralizzazione: è importante se ho a che fare con nuove varianti, ma per farla devo avere a disposizione Ab
monoclonali per ciascuna delle varianti conosciute, per cui la possono fare solo alcuni laboratori.
Si fa su uova embrionate di pollo SPF o organocolture tracheali.
Inibizione dell’emoagglutinazione (HI): il virus di per sé non è emoagglutinante, ma lo si rende tale trattandolo con le
fosfolipasi.
Diagnosi indiretta: Sierologia (permette di evidenziare gli Ab sierici).
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Test gruppo- specifici: ELISA e IF.
Test sierotipo- specifici: SN o HI.
Serve soprattutto per il monitoraggio delle vaccinazioni.
CONTROLLO
Corretta gestione dell’allevamento: possiamo ridurre le infezioni batteriche secondarie.
Biosicurezza (ma la BI è endemica)
T°, ventilazione
Evitare le infezioni secondarie, terapia antibatterica.
PROFILASSI VACCINALE
Vaccini vivi attenuati con passaggi seriali su UE di pollo SPF.
Si somministrano con spray in incubatoio, via oculo- nasale o acqua da bere.
Ceppi virali: Massachussets o varianti belghe o olandesi.
Vaccini spenti: si fanno su ovaiole e riproduttori prima che l’animale entri in deposizione, sempre associati a
vaccini vivi prima.
Si somministrano per via SC o IM.
NB: a volte è sufficiente l’associazione di varianti già esistenti per ottenere protezione contro le varianti nuove.
PIANI VACCINALI
I piani vaccinali sono variabili a seconda di indirizzo produttivo e sierotipi prevalenti nell’area.
Conviene vaccinare solo se la BI è presente nell’area e solo contro i sierotipi presenti in quella zona.
Ceppi vaccinali e ceppi di campo possono ricombinarsi dando origine a nuove varianti e per di più si sospetta che ci sia rivirulentazione.
Vaccini derivanti dal ceppo Massachussets danno migliore cross- protezione.
Posso ottenere un ampliamento dello spettro di protezione abbinando più varianti: es. Mass + 793/B.
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Broilers:
Forma respiratoria: 2 somministrazioni di vaccino vivo attenuato a 1 gg e a 3 settimane di vita.
Forma renale: 1 vivo attenuato + 1 spento.
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Ovaiole e riproduttori:
1 o 2 vivi attenuati (3 e 10 settimane) + 1 spento (prima dell’entrata in deposizione).
Prospettive future:
L’eradicazione è impensabile, è necessaria una sorveglianza continua.
Stanno proseguendo studi su nuovi vaccini bio- molecolari che conferiscano una protezione più ampia, cioè verso più varianti.