E otto ciclisti diabetici si sono cimentati con la Tirreno-Adriatico: 300 chilometri in un giorno Trenta minuti a piedi o un’ora in bici contro il diabete Al mare o in montagna la parola d’ordine è muoversi. Fare attività fisica almeno quattro volte alla settimana aiuta a prevenire anche obesità, malattie cardiovascolari e tumori Un’ora di bicicletta sul lungomare, quattro chilometri a piedi per le strade di montagna o trenta minuti di corsa nel verde dei parchi cittadini. Quale che sia il luogo prescelto per le vacanze la parola d’ordine per questa estate è esercizio fisico, tutti i giorni o almeno 4 volte la settimana e comunque sotto la supervisione del medico di fiducia. E’ quanto consigliano gli esperti della Società Italiana di Diabetologia (SID) ai 3 milioni di pazienti affetti da diabete mellito, ma non solo a loro: attraverso una regolare attività fisica tutti possono prevenire ipertensione, malattie cardiovascolari, obesità e diabete di tipo 2, nonché ridurre il rischio di altre gravi patologie come il cancro del colon e della mammella (vedi tabella 1). La sempre maggiore sedentarietà e la crescente prevalenza di obesità e diabete sono fenomeni ormai evidenti in tutti i Paesi industrializzati. Per questo l’attenzione dei medici si concentra sempre di più sullo stile di vita dei pazienti. Molti studi dimostrano proprio che l’esercizio fisico costante migliora la qualità della vita, riduce il rischio di mortalità per tutte le cause ed è particolarmente utile nei soggetti con intolleranza ai carboidrati o con diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica. Per le persone affette da diabete – spiega la SID – il programma di attività fisica deve prevedere da 30 a 60 minuti al giorno almeno per 3-4 volte alla settimana, con controllo glicemico prima, durante e dopo l’esercizio fisico. Le attività più idonee sono nuoto, ginnastica, ciclismo, podismo, ma anche danza, canoa e sci di fondo. Sconsigliate invece le attività che prevedono il contatto fisico o che inducono aumenti di pressione come gli sport da combattimento ed il sollevamento pesi. All’esercizio fisico va associato un regime alimentare idoneo: l’introito calorico deve prevedere in particolare il 50-60% di carboidrati, il 10-15% di proteine e il 25-30% di grassi (vedi tabella 2). (segue) FA BENE ALLA SALUTE… E ALLE CASSE DEL SSN Uno studio del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Perugia, coordinato dal professor Pierpaolo De Feo, ha determinato l’effetto dell’attività fisica e del dispendio energetico sulla terapia e sui costi socio-sanitari del diabete mellito di tipo 2. L’analisi è stata effettuata su 179 pazienti diabetici di tipo 2, seguiti per 2 anni e suddivisi in 6 gruppi uguali per età, sesso, durata del diabete e parametri della sindrome metabolica, ma differenti per spesa energetica, espressa in METs-ora (unità di misura dell’esercizio fisico ottenuta moltiplicando l’intensità per la durata). Dopo due anni il gruppo caratterizzato da sedentarietà non ha riportato alcuna variazione nei parametri osservati (pressione, circonferenza vita, glicemia, ecc.) e ha visto aumentare la spesa pro capite annua per farmaci di 393 euro. Il gruppo che ha svolto una lieve attività ha beneficiato soltanto di un abbassamento di pressione. Gli altri quattro gruppi – caratterizzati da un dispendio energetico medio-alto, con attività come bicicletta, danza latino-americana, ginnastica aerobica, nuoto, vogatore, simulatore di sci da fondo – hanno visto migliorare i propri parametri e ridurre in modo significativo la spesa sanitaria. In termini generali, lo studio ha dimostrato che camminare per 4-5 chilometri al giorno tutti i giorni o andare regolarmente in bicicletta significa diminuire la pressione arteriosa di 10 mmHg, la circonferenza vita di 4,5 cm. e il peso di 3 chili, la glicemia del 20%, i grassi nel sangue del 30%. Di conseguenza il rischio di infarto viene ridotto del 15% e il rischio coronarico a 10 anni del 2,2%. Allo stesso tempo, grazie al regolare esercizio fisico vengono ridotti di 550 euro i costi annuali per farmaci, di 700 euro i costi per esami, visite ed eventuali ricoveri, di 110 euro i costi sociali indiretti (giornate lavorative perse). Il risparmio sui costi totali può arrivare sino a 2.000 euro a paziente. Spiega De Feo: “Un incremento di attività fisica superiore a 10 METs-ora/settimana (che corrispondono a camminare 2 chilometri al giorno o andare 50 minuti in bicicletta 6 giorni su 7) consente un importante risparmio economico e il miglioramento di diversi parametri della sindrome metabolica. Tuttavia i benefici maggiori in termini di spesa complessiva e di salute si ottengono quando il dispendio energetico si aggira intorno a 25-35 METs-ora/settimana (che corrispondono a camminare 6-7 chilometri al giorno o andare 120 minuti in bicicletta 6 giorni su 7). Prendendo come riferimento i dati di spesa sanitaria del 1998, si stima che una riduzione di spesa del 20% per ciascun paziente diabetico grazie a questo tipo di intervento porterebbe a un risparmio annuale superiore a 10 milioni di euro l’anno”. (segue) LA TIRRENO-ADRIATICO DEI CICLISTI CON DIABETE Trecento chilometri in bicicletta dal Tirreno all’Adriatico, da una costa all’altra della Penisola, in un solo giorno. Una vera e propria “impresa” sportiva compiuta non da un team di ciclisti professionisti bensì da otto pazienti diabetici appassionati delle due ruote, a dimostrazione del fatto che il diabete non solo è compatibile con lo sport, ma anzi è fortemente consigliato. L’iniziativa – che si è svolta nel mese di giugno – è stata promossa dal professor Pierpaolo De Feo ed è stata approvata dal Gruppo Attività Fisica di Diabete Italia (consorzio tra la SID e l’Associazione Medici Diabetologi). Un progetto non soltanto sportivo ma anche scientifico: per la prima volta è stato effettuato sugli atleti il monitoraggio continuo della glicemia e del dispendio energetico. Gli otto ciclisti con diabete, assieme ad altri due atleti senza diabete (tra cui il professor De Feo), sono stati affiancati anche da un team di diabetologi e dietisti e consigliati da Massimiliano Lelli, ciclista professionista da poco ritiratosi dall’attività (14 Tour de France, campione italiano Cronometro, terzo al Giro d’Italia, due volte primo al Giro del Portogallo). Dopo un programma preliminare di educazione nutrizionale e un allenamento in bicicletta propedeutico alla corsa, il gruppo è stato protagonista della traversata con partenza da Capalbio e arrivo a Fano: 300 chilometri in un solo giorno, con 2.620 metri di dislivello e una velocità media di 28,6 km/h. Tutti i ciclisti hanno portato a termine l’impresa, con impegno ed entusiasmo e soprattutto in ottime condizioni fisiche. Il monitoraggio della glicemia è stato eseguito mediante reflettometri montati sul manubrio delle bici mentre il glucosio e il dispendio energetico sono stati rilevati attraverso apparecchi impiantati sotto la cute. “Il ciclismo è uno degli sport più idonei per il paziente con diabete – afferma il professor De Feo – perché consente di controllare in corsa la glicemia, attraverso un reflettometro con pungidito montato sul manubrio, e anche di alimentarsi e idratarsi con facilità. Inoltre, rispetto al podismo, il ciclismo offre il vantaggio di un minore traumatismo osteo-articolare, tempi di recupero muscolari più rapidi e la possibilità di percorrere distanze maggiori. Il paziente diabetico di tipo 2 – prosegue De Feo – può utilizzare la bicicletta (anche quella stazionaria, in palestra o in casa) per ridurre l’eccesso di grasso: un deficit energetico tra entrate e uscite di circa 200-400 calorie al giorno consente di perdere in media 1 kg. di massa grassa al mese”. (seguono tabelle) TABELLA 1. Tutti i benefici, scientificamente documentati, che derivano dalla pratica regolare dell’attività fisica di tipo aerobico • Riduzione della mortalità da tutte le cause • Riduzione della mortalità coronarica • Probabile riduzione del rischio di ictus cerebrale • Riduzione della mortalità per cancro del colon e della mammella • Miglioramento della composizione corporea • Miglioramento della sensibilità insulinica: prevenzione e miglior controllo del diabete di tipo 2 • Aumento del colesterolo “buono” (HDL), riduzione del colesterolo “cattivo” (LDL) • Riduzione della pressione arteriosa • Incremento della densità ossea e riduzione delle fratture • Riduzione della disfunzione erettile dopo i 50 anni • Miglioramento della sensazione di benessere fisico e della qualità della vita TABELLA 2. Programma di attività fisica per i soggetti con diabete mellito Attività consigliate Attività sconsigliate Durata Frequenza Precauzioni Consigli dietetici Nuoto, marcia, ginnastica, podismo, ciclismo, sci di fondo, canoa, danza Sport di combattimento, sollevamento pesi, immersioni, sport anaerobici puri, sport aerobici di lunga durata a livello agonistico, vela in solitario e sport in cui l’ipoglicemia mette a rischio la vita propria ed altrui (se si è in terapia con insulina o ipoglicemizzanti orali) 30-60 minuti, escluso il riscaldamento e il defaticamento Almeno 3-4 volte alla settimana, preferibilmente tutti i giorni Scarpe adeguate, monitoraggio glicemico prima, durante e dopo l’esercizio fisico, evitare l’esercizio intenso nel periodo post-prandiale (di massima insulinizzazione) Associare una dieta normocalorica con calorie derivanti per il 55-60% dai carboidrati, 10-15% dalle proteine e 25-30% dai grassi, che sia ricca in fibre ed offra un’adeguata integrazione idrico-salina (i carboidrati semplici sono consentiti prima, durante e dopo l’esercizio in base alla glicemia). Se vi è eccesso di peso deficit calorico giornaliero di circa 300 kcal