SEZIONE NOTIZIE Convegni e seminari LA TESTIMONIANZA INFANTILE E L’ABUSO SESSUALE: PAESI A CONFRONTO 29 maggio 1998 Aula Magna - Università di Firenze Il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, con il patrocinio e il contributo dell’Università degli studi di Firenze, insieme alla Associazione Giovani Avvocati, hanno promosso un Convegno sul tema “Testimonianza infantile e abuso sessuale: Paesi a confronto”. Il Pro-rettore dell’Università degli studi di Firenze, prof. Luciano Mecacci, ha sottolineato l’importanza di questo incontro in quanto offre uno spazio di confronto tra l’Italia e altri paesi Europei su un tema così attuale. La dott. Giuliana Mazzoni, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, ha evidenziato il ruolo della psicologia nella comprensione delle conseguenze dell’abuso sessuale sul minore, da un punto di vista emotivo, affettivo e relazionale. Gli studi e le ricerche in ambito psicologico possono contribuire a far luce sulle procedure da adottare e da evitare nella assunzione e valutazione della testimonianza, in caso si sospetti di abuso sessuale su un minore. La Mazzoni ha inoltre chiarito alcuni problemi, tipici dell’intervista iniziale con un minore, che spesso vengono ignorati. Secondo la sua esperienza gli errori più comuni, ma anche più pericolosi, sono legati alla modalità di porre le domande, e in questo l’intervistatore ha un ruolo importante. Non si dovrebbero porre domande chiuse, suggestive, o che abbiano lo scopo di confermare le convinzioni dell’intervistatore. Il dott. Franco Marullo, dell’United Nations Interregional Crime and Justice Institute di Roma, ha citato la definizione di pedofilo data dal DSM-IV: soggetto che per un periodo continuativo di più di sei mesi ha interesse sessuale, fantasie sessuali, bisogni e comportamenti sessuali verso un minore di tredici anni, e ha classificato l’autore di abuso sessuale in: 1) Soggetto “Fixated Sex Offender”; 2) Soggetto “Regressed Sex Offender”; 3)Soggetto “Situazionale”. Da alcuni studi è emerso che, di solito, il pedofilo è un uomo di circa quarant’ anni, non sposato e che lavora o collabora con strutture che si occupano di bambini. Spesso è un soggetto di intelligenza normale e con un basso tasso di reati criminali. Sono state poi evidenziate alcune caratteristiche tipiche delle vittime di abuso, come il fatto di stare spesso da sole fuori casa, di essere poco controllate dalla famiglia, e di ricercare spesso attenzione e approvazione dall’adulto. Secondo Marullo, l’abuso sessuale può avvenire in diversi modi, partendo dalle carezze sino ad arrivare ad un rapporto sessuale. In alcuni casi, i pedofili fanno assistere i bambini alla visione di filmati, in cui altri minori hanno rapporti con adulti. Questi filmati hanno lo scopo sia di tranquillizare il bambino, facendogli credere che quello che fa è Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 143 giusto e normale, sia di ricattarlo dicendogli che anche lui è stato filmato negli stessi atteggiamenti. Sono seguiti interventi di esperti provenienti da altri paesi, che hanno riportato la loro esperienza nel campo della valutazione e della testimonianza, in caso di abuso sessuale. Il primo intervento è stato fatto dal prof. Ray Bull, del Psychology Department dell’Università di Prostmouth (Gran Bretagna): ha riferito che in Inghilterra il fenomeno pedofilia è emerso 10 anni fa grazie all’interessamanto dei mass media. Inizialmente il governo si è preoccupato di rendere possibile la comunicazione dei bambini con gli adulti, favorendo un contesto sociale e legale che potesse proteggere i minori. Il governo ha così pubblicato una guida, realizzata da psicologi e avvocati, da seguire nel momento in cui si fossero presentati davanti a un tribunale dei minori per un caso di abuso sessuale. Bull propone di utilizzare, con i bambini, una intervista divisa in quattro fasi: nella prima fase si dovrebbe cercare di instaurare un buon rapporto con il bambino, il quale deve sentirsi rilassato, protetto e a suo agio; nella seconda fase viene chiesto un resoconto libero, dove il bambino non dovrà essere interrotto. Seguirà, come terza fase, la formulazione di alcune domande aperte; l’intervista si conclude con la quarta fase, divisa in due momenti: la ricapitolazione, dove l’intervistatore dovrebbe verificare con il bambino di aver compreso ciò che gli è stato detto; la chiusura, dove può essere utile ridiscutere di alcuni argomenti neutri emersi durante il resoconto libero. Infine viene chiesto al minore di ripetere il racconto partendo dalla conclusione, guidandolo con opportune domande. Dalle ricerche in cui sono state messe a confronto l’intervista cognitiva e quella standard, emerge che con la prima i bambini hanno un ricordo migliore. Non sono state riscontrate differenze per quanto riguarda la quantità di errori e le confabulazioni. Durante il Convegno è emerso il problema della veridicità delle testimonianze dei minori, soprattutto in situazioni familiari conflittuali, quali il divorzio e l’affidamento. Su tale argomento è intervenuto il prof. Max Steller, dell’Institute for Forensic Psychology dell’Università libera di Berlino, che ha riportato alcuni esempi dell’uso del CBCA (Criteria Based Content Analysis), cioè dell’analisi della validità del contenuto dei resoconti in bambini e adulti. Secondo Steller, utilizzando tale metodo durante l’intervista, si può considerare il bambino un testimone attendibile. Infine è intervenuto il prof. Peter Van Koppen, ricercatore capo del Netherlands Institute for the Study of Criminality and Law Enforcement dell’Università di Laiden, avvocato e psicologo, che, come esperto del comitato governativo della polizia, ha illustrato l’uso dell’intervista col minore da parte della polizia e della corte. In Olanda esiste un gruppo speciale di polizia impegnato a risolvere problemi sociali quali l’abuso sul minore nel caso l’adulto confessi il reato. Quando invece un adulto accusato nega, viene giudicato da una Corte composta da quattro persone, di solito donne. Koppen ha spiegato che in Olanda i bambini vengono intervistati dalla polizia in stanze appositamente attrezzate, in modo che il minore si senta tranquillo e a suo agio. Lo psicologo interviene solo nel caso in cui il minore sia molto piccolo. Nella seconda parte del Convegno è stato affrontato il tema della testimonianza dei minori nei casi di abuso sessuale in Italia. Il coordinatore della tavola rotonda è stato l’avvocato Gianluca Gambogi, presidente dell’Associazione Giovani Avvocati di Firenze. Sono intervenuti: il dott. Pietro Suchan, Pubblico Ministero presso il Tribunale dei Minori; la dott.ssa Mariella Primiceri, dell’Ufficio Minori della Questura di Firenze; l’avv. Alessandro Traversi, penalista in Firenze; il dott. Aldo Nesticò, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni; il dott. Giovanni Camerini, consulente di Telefono Azzurro. Ognuno Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 144 di questi esperti ha dato il proprio contributo in relazione al ruolo legale da loro svolto. Il tema centrale è ruotato attorno alle innovazioni in merito alla legge sull’abuso sessuale. All’interno del dibattito sono stati commentati gli articoli dal 609-bis al 609-decses, della legge numero 66 del 15\02\1996, evidenziando i punti riguardanti l’abuso sessuale sui minori. Dall’articolo 609bis emerge che chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringa taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Si può passare da sei a dieci anni di reclusione se i fatti riportati dall’articolo 609-bis sono commessi: 1) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici; 2) con l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche, stupefacenti o di altre sostanze gravemente lesive della salute della persona offesa; 3) da persona che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio; 4) su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale; 5) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni sedici della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore, anche adottivo, il tutore. La pena può andare da sette a quattordici anni se il fatto è commesso nei confronti di persona che non ha compiuto dieci anni. Per l’articolo 609-quinques (corruzione dei minori) chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di quattordici anni al fine di farla assistere è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Infine è stato specificato che per tutti i delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609 -ter, 609-quinquies e 609-octies, commessi in danno di minorenne, il procuratore della Repubblica ne dà notizia al tribunale per i minori. Nei casi previsti dal primo comma l’assistenza affettiva e psicologica della persona offesa minorenne è assicurata dai genitori o da altre persone idonee indicate dal minore e ammesse dalle autorità giudiziaria che procede. All’interno del dibattito è stata più volte sottolineata l’importanza dell’incidente probatorio, come strumento di natura eccezionale attraverso il quale si consente che, durante il tempo necessario per l’espletamento dell’investigazione, si anticipino determinate attività di acquisizione di prova, non rinviabili al dibattimento. La richiesta di incidente probatorio, che può essere sollecitata dal pubblico ministero, dalla persona sottoposta alle indagini e dal suo difensore, deve essere ben motivata. Sempre in tema di tale argomento, l’articolo 14 della legge numero 66 del 15/02/1996 afferma che nel caso di indagini che riguardano ipotesi di reato previste dagli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-octies del codice penale, il giudice, quando fra le persone interessate all’assunzione della prova vi siano minori di sedici anni, stabilisce il luogo, il tempo e le modalità attraverso cui procedere all’incidente probatorio. A tale fine l’udienza può svolgersi anche in luoghi diversi dal tribunale, avvalendosi il giudice, ove esistano, di strutture specializzate di assistenza o, in mancanza, presso l’abitazione dello stesso minore. Il convegno si è concluso sottolineando l’importanza della collaborazione tra esperti, che intervengono sul minore in caso di abuso sessuale, per una migliore comprensione del fenomeno e delle sue conseguenze. Lastrucci Lucia Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 145 CONVEGNI ANNUNCIATI XXIV Congresso Nazionale del Centro Italiano di Sessuologia Un figlio oggi Aspetti procreativi della sessualità umana Firenze, 25-26 Settembre 1998 Aule del Polivalente Universitario Via Gaetano Pieraccini 6, Careggi 50139 Firenze Interventi previsti: Chiavacci, E. “Procreazione oggi: grandezza e responsabilità di una scelta” Marasco P. N. “Il mito di Deucalione e Pirra” Lera S. “Nella mente di mamma, nel cuore di babbo: la nascita come evento simbolico” Ventimiglia C. “Decidere in due per una nuova vita” Tavole rotonde previste: “Procreazione medicalmente assistita: nuove frontiere” “La consulenza in attesa di un figlio” “Un figlio che nasce” “Il controllo della fertilità” “Aspetto procreativo della sessualità umana: Punti di vista sull’argomento” Segreteria Organizzativa: “Un figlio oggi”. Centro di Genetica Medica dell’Università di Firenze. Viale G. Pieraccini 6 - 50139 Firenze Associazione Italiana di Psicologia II CONGRESSO NAZIONALE DELLA SEZIONE DI PSICOLOGIA SOCIALE Firenze, 30 settembre — 2 ottobre 1998 Dipartimento di Psicologia generale e dei processi di sviluppo e socializzazione Università degli studi di Firenze Via San Niccolò, 93 — 50125 Firenze Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 146 AUSL di Reggio Emilia Migliorare la salute della famiglia Congresso Internazionale Hotel Astoria, Reggio Emilia, 19-21 novembre 1998 Il Congresso si propone di mettere a confronto le conoscenze, gli indirizzi, le metodologie, l’organizzazione dei servizi di Medicina di Famiglia e di Comunità; una particolare attenzione sarà dedicata al modello di interazione fra pediatri, medici di famiglia e professionisti della salute mentale verso la realizzazione di percorsi terapeutici integrati. Verranno considerate le esperienze raccolte in diversi paesi delI’Europa, del Nord America e dell’Asia concernenti, in particolare, l’applicazione del modello biopsicosociale (BPS) ai problemi di tutela e promozione della salute della e nella famiglia. Il modello BPS enfatizza la comprensione del paziente nel suo contesto di vita e fornisce le basi concettuali per integrare le cure primarie biomediche e psicosociali che trasformano il soggetto passivo in persona attiva con il coinvolgimento partecipativo ed il supporto delle comunità familiari. Nello stesso tempo il modello BPS si impone di considerare le profonde e rapide trasformazioni antropologiche che la famiglia sta subendo nelle società post-industriali e multietniche. Applicare il modello BPS significa dare una risposta complessiva, globale, olistica ai bisogni degli individui e delle comunità mediante sistemi di assistenza e di cura integrati, utilizzando le competenze di team multidisciplinari o interdisciplinari. I programmi di intervento sinergici producono più di quanto può dare ciascuna disciplina individualmente; essi rappresentano un compromesso fra i benefici delle specializzazioni e i bisogni di completezza dell’assistenza e cura. Il Congresso dedicherà una particolare attenzione ai problemi di sviluppo e alle dinamiche dei team per mettere in evidenza le difficoltà, le resistenze che ostacolano il lavoro di gruppo ed i facilitatori per raggiungere il risultato. Il Congresso si propone di esaminare le esperienze al fine di superare gli ostacoli all’intervento integrato ed al lavoro di team; sarà dedicata una sessione ai problemi della formazione di base e continua riguardante i professionisti dell’area sanitaria e sociale; I’azione proposta tenderà ad individuare i valori che possono riorientare le professionalità nel senso auspicato. Il Congresso lascerà ampio spazio al lavoro di gruppo, alla nuova semeiotica multidimensionale per la diagnostica e gli interventi integrati, per la sperimentazione di strumenti di analisi e protocolli di intervento. Argomenti specifici affrontati: cooperazione fra professionisti della salute: prospettive e modelli internazionali; il modello biopsicosociale; le interviste terapeutiche e le cure primarie; strategie per la promozione della salute; dinamiche familiari e mantenimento della salute; il ruolo della narrativa e il cliente; maternità sicura; la salute del bambino e dell’adolescente nel contesto familiare; il pediatra di famiglia e il medico di famiglia nella relazione con il neuropsichiatra infantile e lo psichiatra; il sistema di educazione medica; formazione e educazione Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 147 continua. Segreteria: Laboratorio delle Idee, via Santo Stefano 32, 40125 Bologna. Tel 051 261440 Fax 051 265742 E-mail: [email protected] Repubblieca di San Marino Segreteria di Stato e Sicurezza Sociale 4° Convegno Internazionale IMPARARE: QUESTO É IL PROBLEMA La dislessia da dove viene e dove va San Marino 25-26 settembre 1998 Il Convegno affronta il tema dell’origine dei disturbi dell’apprendimento e del loro evolversi nelle diverse fasi della vita di un individuo: l’età prescolare, i problemi legati alla scolarizzazione e i successivi riflessi nella vita professionale e sociale. I dati acquisiti nell’ultimo decennio sull’origine biologica dei disturbi dell’apprendimento e sull’immodificabilità di questa matrice eziologica impongono una riformulazione delle domande fondamentali: Come si può intendere la prevenzione di un disturbo congenito? Come si esplica l’attività riabilitativa e rieducativa di un disturbo che è destinato a durare nel corso della vita? Come si può facilitare l’inserimento professionale e sociale di un soggetto che al termine del suo percorso formativo mantiene ancora delle disabilità? Il Convegno si propone di affrontare queste domande attraverso la presentazione di studi longitudinali condotti in diversi paesi del mondo e dai quali è possibile ricavare indicazioni dell’approccio ai disturbi congeniti dello sviluppo. Il Convegno si articola in quattro sessioni plenarie: la prima riguarda l’età prescolare dei soggetti a rischio; la seconda l’età scolare affrontando l’identificazione dei disturbi nella scuola dell’obbligo; la terza approfondisce il post obbligo scolastico, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo; la quarta riguarda i temi metodologici generali legati al disturbo. Per ogni sessione è prevista una relazione magisteriale ad invito e altre relazioni di approfondimento. I partecipanti interessati possono presentare poster comunicandolo entro il 31/8/1998. Quote di iscrizioni: entro il 31/8/1998 £ 200.000; successivamente £ 250.000. Per informazioni: Tel. 0549 902359; Fax 0549 907162. Volume 3, Numero 2, 1998, pag. 148