Presentazione
La fede è prima di tutto dono di Dio all'uomo: Dio si rivela, si avvicina, si affida e con questa sua presenza
benevola e simpatica mette l'uomo in grado di accoglierlo, lo aiuta a fidarsi, a riferirsi solo a lui. La fede
diventa quindi risposta dell'uomo. Alla dedizione di Dio al suo popolo corrisponde la dedizione dell'uomo al
suo Dio. Il rapporto di fede si decide a partire dal cuore. La persona, sostenuta dalla fiducia e dalla
confidenza, è spinta all'abbandono fiducioso al Dio dell'Alleanza, alla consegna di sé nell'amore.
Dal sapersi amati nasce la capacità e il bisogno di amare a propria volta, rispondendo all'amore con il dono
totale di se stessi. Non una conoscenza astratta e impersonale, ma qualcosa che accade tra persone: al
centro c'è la relazione. È la radice stessa del vivere cristiano.
Proprio perché credenti, sicuri dell'Amore che salva, non si nasconde la realtà del limite. Una realtà che
potrebbe essere vissuta come timore e paura di Dio, invece, proprio perché si sa di essere peccatori, ci si
abbandona a Lui, perché si è capito che solo Lui può salvarci e liberarci. E lui lo fa. L'abbandono rimarrebbe
un vuoto sentimento se non diventasse consegna di sé alla volontà di Dio per realizzarla. Non può esistere
abbandono senza contenuti. Abbandono vuol dire dar fiducia, consegnarsi alla Parola prendendola come
norma unica della vita.
Queste attenzioni sono esplicitate nel contributo di p. Stanislas Halas, che aiuta a cogliere il significato del
termine “abbandono”, e a contestualizzarlo nella cultura e nella spiritualità di oggi. L'attenzione agli scritti di
p. Dehon, alla spiritualità francese e alla proposta biblica, aiutano a capire che l'abbandono è un'espressione
di fondamentale importanza per esprimere un legame vero del cristiano con Dio.
L'abbandono è certamente rinuncia al protagonismo che vorrebbe mettere il proprio io al centro e all'origine
di tutto, ma questa rinuncia al protagonismo non porta alla passività. Il p. John van den Hengel ci offre una
nuova lettura del termine “abbandono”, mettendo in rilievo il valore cristocentrico. È interessante l'idea
mutuata dalle scritture, secondo cui è Gesù che è “abbandonato/consegnato” nelle mani degli uomini.
L'abbandono vero porta ad una vita straordinariamente attiva, perché non è un vuoto sentimento, ma è pieno
di contenuti, è un consegnarsi a Dio nel “sì” con tutto il cuore al suo progetto che si costruisce giorno per
giorno, dando fiducia, in un dono totale. Si esprime nel fidarsi e nella consegna, è dunque abbandono attivo,
perché libera da se stessi, cioè libera dalla preoccupazione del proprio problema e perciò rende liberi e
interiormente disponibili verso gli altri, capaci di assumersi delle responsabilità senza più badare a se stessi.
È la proposta di p. Paulus Sugino che ci introduce in questa dimensione. Il taglio psicologico dice tutta la
ricchezza di un atteggiamento che fa ricca la vita di una persona.
Chi non si appartiene più, perché si è consegnato, non ha più altro da fare che vivere l'unica parola che
contiene tutto: l'amore. La sua regola diventa non l'egocentrismo, non il guardare verso di sé, ma il prendersi
cura, la solidarietà, la forte coscienza del debito che ci lega agli altri. Se poi si vive questo con la
consapevolezza globale dell'abbandono, si fa tutto senza strafare, cioè senza mettersi al centro, neanche
quando si serve gli altri.
Due contributi con attenzioni distinte arricchiscono la raccolta. Il primo aiuta a capire meglio il senso
teologico di “compassione, misericordia e tenerezza”. Insieme alla ricchezza della riflessione, per ogni
espressione viene offerta una proposta di “lectio divina” che aiuta a pregare e interiorizzare la ricchezza dei
termini esaminati.
Il secondo cerca di verificare se il culto dell'amore misericordioso è un nuovo modo di riproporre il culto al
Sacro Cuore.
La vita della congregazione nel 2007 ci ha portato a ricordare due centenari: la presenza in Finlandia e la
fondazione della Scuola Apostolica di Albino”. La rivisitazione storica che p. Adrian Borst fa dei 100 anni in
Finlandia permette di cogliere tantissime sfumature fatte di risultati interessanti, e passaggi problematici. È lo
stesso p. Dehon che, sostenuto dal sacerdote finlandese von Christiensen, si impegna a dare corso a una
missione in Finlandia. I cento anni vengono riletti riferendosi al servizio svolto da quattro nostri confratelli
vescovi. A partire dalle loro iniziative si può cogliere l'importanza di alcune vicende politiche e religiose.
Il ricordo dei cento anni della Scuola Apostolica di Albino, proposto da p. Tarcisio Rota è una lettura ordinata
degli sviluppi di una realtà che ha dato impulso alla diffusione della congregazione in Italia e in diversi
contesti.
Il quaderno si chiude con una segnalazione bibliografica. Il testo presentato è più di un volume, perché è una
miniera per chi vuole avvicinare studiare la spiritualità del Sacro Cuore: “La bible du Coeur de Jésus” di p.
Édouard Glotin, ci propone un trattato del Cuore di Gesù con una concezione assolutamente nuova. Il
volume non è privo di ambizione, assieme alle 765 pagine rinvia a 460 note proposte con il sito internet
www.labibleducoeurdejesus.com. Il volume ha il pregio di attirare nuovamente l'attenzione sulla spiritualità
del Cuore di Gesù mostrandone la ricchezza. Tante suggestioni per arricchire conoscenze e cammino
spirituale.
Rinaldo Paganelli, scj