La maggioranza degli italiani, l’87,2%, nutre nei confronti degli animali un sentimento positivo: per il 35,9% si tratta di un sentimento basato sul rispetto. E’ quanto emerge dal sondaggio Eurispes 2011 secondo cui nel nostro Paese, il 41,7% degli italiani ha in casa un animale domestico. Vivere con un cane o con un gatto, è una grande opportunità: facilita i rapporti sociali, ha una funzione decisamente positiva nell’allentare tensioni e stress. Molti studi hanno dimostrato i considerevoli benefici che la compagnia di un animale può apportare al benessere fisico e psicologico di una persona. E anche per i più piccoli è un’esperienza importante poiché li aiuta nello sviluppo, li responsabilizza e ha un grande ruolo educativo. Ma a fronte di tutto ciò il fenomeno del randagismo, seppur non con la stessa incidenza nelle diverse aree geografiche, è ancora presente nel nostro paese. Eppure, l’Italia vanta le leggi più avanzate nella tutela degli animali, basti pensare che i cani e gatti abbandonati non possono essere soppressi, né destinati alla sperimentazione, gli animali vittima degli incidenti stradali devono essere soccorsi e, non ultimo per importanza il nostro Paese è l’unico in Europa ad aver introdotto il reato di traffico illecito di animali da compagnia che punisce un fenomeno dalle vastissime dimensioni che coinvolge migliaia di cuccioli strappati prematuramente alle loro madri, per poi essere sottoposti a viaggi estenuanti e in condizioni estreme e tali da metterne a repentaglio perfino la vita. Le nostre leggi impongono poi alle amministrazioni comunali la costruzione di canili sanitari e rifugi, prevedono programmi di prevenzione delle nascite e le campagne di adozione dei randagi E perché allora esiste ancora il randagismo? Anche se un censimento ufficiale non esiste, è possibile stimare, infatti, intorno ai 200 mila i cani detenuti nei rifugi, cui si aggiungono gli oltre 400.000 che vivono in strada. I gatti senza famiglia sono invece circa 2.600.000. Se le leggi per la prevenzione del randagismo fossero applicate correttamente su tutto il territorio nazionale, il fenomeno, quasi del tutto assente in molte zone del nord e nel centro Italia, ma purtroppo ancora molto presente nelle nostro sud e nelle isole maggiori, sarebbe sconfitto. Il problema, come è evidente, sta quindi nella capacità e nella volontà delle Istituzioni di assolvere ai compiti che per legge devono svolgere. Le associazioni animaliste come Enpa, Lav e Lega nazionale per la difesa del cane, ognuna con le proprie peculiarità, da sempre danno il loro contributo lavorando incessantemente per sensibilizzare contro abbandono e i maltrattamenti e, grazie alla preziosa opera di volontariato che per molto tempo ha visto le donne protagoniste quasi assolute, accudendo gli animali senza famiglia, nutrendo le colonie feline e impiegando le loro energie per assicurare il calore di una casa a animali cui il destino ha voltato le spalle. Ma tutti noi possiamo fare la nostra parte per prevenire e contrastare l’abbandono. La lotta al randagismo passa, infatti, anche attraverso l'impegno del singolo individuo, nel mettere in pratica comportamenti responsabili, preferendo sempre l’adozione da un canile o da un gattile all’acquisto di un cane o un gatto, rispettando l’obbligo di microchip e di iscrizione in anagrafe canina e prevenendo le nascite di cucciolate di cani e gatti con la sterilizzazione, intervento sicuro che li proteggerà anche da numerose patologie. E se si assiste all’abbandono di un animale, occorre ricordare che l’abbandono è un reato e che è un nostro dovere morale e civile sporgere denuncia a un organo di Polizia giudiziaria fornendo ogni indizio utile a identificare il responsabile. Le campagne e le iniziative contro l’abbandono e il maltrattamento degli animali si trovano su www.enpa.it www.lav.it www.legadelcane.org