Gli Attidografi 5. PLUTARCHUS, Theseus 19, 8 (= FGrHist 323 F17): Di questi eventi Clidemo fece un resoconto personale e insolito, iniziando da molto indietro, riguardo al fatto che tra i Greci vigeva un accordo secondo cui nessuna trireme poteva salpare da alcun luogo con più di † cinque uomini a bordo e che solo Giasone, il quale comandava la nave Argo, navigava con più uomini, visto che eliminava dal mare la pirateria. Essendo però Dedalo fuggito su un’imbarcazione ad Atene, Minosse, che contro gli accordi lo inseguiva con navi da guerra, fu spinto da una tempesta in Sicilia e là morì. Quando suo figlio Deucalione, ostile agli Ateniesi, mandò un’ambasceria chiedendo che gli fosse riconsegnato Dedalo – minacciando altrimenti di uccidere i fanciulli che Minosse aveva preso in ostaggio – Teseo gli rispose gentilmente, pregandolo di lasciargli Dedalo, che era suo cugino e parente, essendo figlio di Merope figlia di Eretteo, ma contemporaneamente si adoperava a costruire una flotta, in parte a Timetade, al di fuori delle rotte frequentate dagli stranieri, in parte a Trezene grazie a Pitteo, volendo tenere nascosta la cosa. Quando tutto fu pronto salpò avendo come guide Dedalo e gli esuli provenienti da Creta (...). Ellanico di Lesbo 1. THUCYDIDES I 97, 2 (= FGrHist 323a T7): Ho scritto questi fatti e ho fatto una digressione nella narrazione perché tutti gli storici prima di me hanno trascurato questo spazio di tempo, concentrandosi o sull’età anteriore alle guerre persiane o proprio sulle guerre persiane; di costoro l’unico che abbia toccato di scorcio l’argomento è stato Ellanico nella sua storia dell’Attica, ma ne ha trattato sommariamente e in modo non accurato nella cronologia. 2. DIONYSIUS HALICARNASSENSIS, De Thucydide 9 (= FGrHist 323a T11): Comincerò dalla distribuzione, non senza aver premesso che mentre gli altri storici anteriori a a Tucidide dividevano le loro relazioni sulla base o di luoghi o di epoche facilmente intelligibili, egli non consentì né con l’una né con l’altra di queste distribuzioni. Non divise le sue esposizioni seguendo i luoghi in cui si svolsero gli eventi, come fecero Erodoto, Ellanico e altri fra gli storici che lo precedettero; né seguì i tempi come intesero fare quelli che pubblicarono storie locali dividendo le loro relazioni sulla base della successione dei re o dei sacerdoti o sulla base dei cicli olimpici o dei magistrati annuali. Melanzio 3. Scholia RV in Aristophanis Ranas 694 (= FGrHist 323a F171): [E all’improvviso diventano Plateesi e, da schiavi che erano, padroni] Ellanico, trattando dei fatti avvenuti al tempo di Antigene (407/6), che fu arconte l’anno prima Callia (406/5), dice che gli schiavi i quali avevano partecipato alla battaglia delle Arginuse furono liberati, e dopo essere stati iscritti tra i Plateesi condivisero la cittadinanza ateniese. 6. Scholia RV in Aristophanis Aves 1073 (= FGrHist 326 F3): [Qualora uno di voi uccida Diagora di Melo, riceverà un talento] Costui, dopo la conquista di Melo, abitava ad Atene e disprezzava i misteri, così da distogliere molti dalla loro celebrazione. Gli Ateniesi bandirono questo decreto contro di lui e lo incisero su una stele di bronzo, come dice Melanzio nel libro sui Misteri. – Diversamente. Ricevette questa condanna secondo il decreto. Infatti bandirono che chi lo avesse ucciso avrebbe ricevuto un talento, mentre chi lo avesse consegnato vivo ne avrebbe percepiti due. Il provvedimento fu bandito a causa della sua empietà, poiché raccontava a tutti i misteri rendendoli di pubblico dominio, sminuendoli e distogliendone quelli che volevano essere iniziati, come narra Cratero. Venne condannato molto probabilmente durante la presa di Melo, ma niente impedisce che il decreto sia stato emesso anche prima. Melanzio nel libro sui Misteri riporta il testo integrale della stele di bronzo sul quale era riportato il provvedimento contro di lui ed i Pellanei che non lo Clidemo 4. PAUSANIAS X 15, 5 (= FGrHist 323 T1): Κλειτόδημος δέ, ὁπόσοι τὰ Ἀθηναίων ἐπιχώρια ἔγραψαν ὁ ἀρχαιότατος, οὖτος ἐν τῷ λόγῳ φησὶ τῷ Ἀττικῷ (...) 2 τὰ Ἀθηναίων ἐπιχώρια : Ἀθηναίων τὰ ἐπιχώρια Hecker ‖ 3 Ἀττικῷ : Ἀχαιῶν y Questo Clidemo, il più antico tra quanti scrissero sulle antichità degli Ateniesi, nel logos attico afferma (...) 1 consegnavano. Su di essa era scritto anche questo: «Qualora uno di voi uccida Diagora di Melo, riceverà un talento; se invece lo consegnerà vivo, ne riceverà due». Compiuto il conteggio, colui sul quale si era riversato il maggior numero di voti, almeno seimila, dopo aver assolto gli eventuali obblighi legali relativi ai propri affari entro dieci giorni doveva abbandonare la città per dieci anni (in seguito divennero cinque), mantenendo il godimento dei beni, senza metter piede a terra al di qua del promontorio di Geresto in Eubea». * * * Solo Iperbolo, tra i personaggi non illustri, fu ostracizzato per la malvagità dei suoi costumi e non per sospetto di tirannide. Dopo di lui questa usanza, introdotta da Clistene quando aveva abbattuto i tiranni, allo scopo di espellere anche i loro amici, venne abbandonata. Filocoro 7. DIONYSIUS HALICARNASSENSIS, De Dinarcho 3: Tale fu la vita di Dinarco. Tutto ciò proviene dalle storie di Filocoro e da quanto egli stesso scrisse su di sé nell’orazione Contro Prosseno, pronunciata dopo l’esilio (...). Questo narra di sé Dinarco stesso; invece Filocoro nelle Storie attiche, riguardo all’esilio di quanti avevano rovesciato il regime democratico e al loro successivo ritorno, così scrive: «Nell’arcontato di Anassicrate (307/6) subito fu presa la città di Megara, e Demetrio, accorso da Megara, preparava l’assalto a Munichia; e dopo averne abbattuto le mura la restituì al popolo. In seguito vennero incriminati molti cittadini, tra i quali Demetrio Falereo; e fra gli accusati quanti non affrontarono il processo furono condannati a morte, mentre quelli che vi si sottoposero vennero assolti». Queste sono dunque le notizie dell’ottavo libro. Nel nono libro egli dice: «Mentre quell’anno finiva e il successivo cominciava, sull’Acropoli avvenne il seguente prodigio: una cagna, entrata nel santuario di Atena Polias e penetrata nel Pandrosion, balzò sull’altare di Zeus Herkeios, che si trova sotto l’ulivo, e vi si accucciò. Ma presso gli Ateniesi è legge antica che una cagna non possa salire sull’Acropoli. Contemporaneamente – di giorno, al sorgere del sole e con un cielo limpido – per qualche tempo una stella comparve sfolgorante. E noi, interpellati su cosa annunciassero quel segno e quel fenomeno, dicemmo che entrambi predicevano un ritorno di esuli e che esso sarebbe avvenuto non in seguito a una rivoluzione, ma durante la forma di governo vigente: e il responso si compì». Opere degli Attidografi FGrHist 4 e 323a. Ellanico (202): Ἀτθίς I-II, Φορωνίς I-II, Δευκαλιωνεία I-II, Ἀτλαντίς I-II, Ἀσωπίς, Τρωικά I-II, Αἰολικά I-II, Λεσβιακά I-II, Ἀργολικά, Περὶ Ἀρκαδίας, Βοιωτιακά, Θετταλικά, Αἰγυπτιακά, Εἰς Ἄμμωνος Ἀνάβασις, Κυπριακά, Λυδιακά, Περσικά I-II, Σκυθικά, Κτίσεις ἐθνῶν, Περὶ Χίου κτίσεις, Βαρβαρικά νόμιμα, Ἱερεῖαι τῆς Ἥρας τῶν ἐν Ἄργει I-III, Καρνεονίκαι FGrHist 323. Clidemo (36): Ἀτθίς I-IV, Πρωτογονία, Ἐξηγητικόν, Νόστοι FGrHist 324. Androzione (71): Ἀτθίς I-VIII, Περὶ θυσιῶν (sp.) FGrHist 325. Fanodemo (30): Ἀτθίς I-IX, Ἰκιακά, Δηλιακά FGrHist 326. Melanzio (4): Ἀτθίς, Περὶ Μυστηρίων FGrHist 327. Demone (22): Ἀτθίς I-IV, Περὶ θυσιῶν, Περὶ παροιμιῶν FGrHist 328. Filocoro (231): Ἀτθίς I-XVII, Περὶ μαντικῆς I-IV, Περὶ θυσιῶν, Περὶ τῆς Τετραπόλεως, Σαλαμῖνος κτίσις, Ἐπιγράμματα Ἀττικά, Περὶ τῶν Ἀθήνησι ἀγώνων, Περὶ τῶν Ἀθήνησιν ἀρξάντων ἀπὸ Σωκρατίδου καὶ μέχρι Ἀπολλοδώρου, Ὀλυμπιάδες ἐν βιβλίοις I-II, Πρὸς τὴν Δήμωνος Ἀτθίδα (Πρὸς Δήμωνα ἀμτιγραφή), Ἐπιτομὴ τῆς ἰδίας Ἀτθίδος, Ἐπιτομὴ τῆς Διονυσίου πραγματείας περὶ ἱερῶν, Περὶ τῶν Σοφοκλέους μύθων IV, Περὶ Εὐριπίδου, Περὶ Ἀλκμᾶνος, Περὶ μυστηρίων τῶν Ἀθήνησι, Συναγωγὴ ἡρωίδων ἤτοι Πυθαγορείων γυναικῶν, Δηλιακά I-II, Περὶ εὑρημάτων, Περὶ καθαρμῶν, Περὶ συμβόλων, Περὶ ὀνειρῶν (dub.), Περὶ ἑορτῶν, Περὶ ἡμερῶν, Πρὸς Ἄλυπον ἐπιστολή, Περὶ τραγῳδιῶν σύγγραμμα, Πρὸς Ἀσκληπιάδην ἐπιστολή. 8. Lexicon rhetoricum Cantabrigiense s.v. ὀστρακισμοῦ τρόπος: Procedura dell’ostracismo. Filocoro tratta dell’ostracismo nel terzo libro, scrivendo così: «L’ostracismo si faceva in questo modo: prima dell’ottava pritania il popolo votava preliminarmente se si dovesse ricorrere all’ostracismo; in caso affermativo l’agora veniva recintata con dei pali e venivano praticati dieci ingressi, entrando attraverso i quali i cittadini, suddivisi per tribù, deponevano i cocci volgendo verso il basso il lato con il nome. Le operazioni di voto erano presiedute dai nove arconti e dalla boule. 2