ALLEGATO N. 1 UNITA’ DI COMPETENZA AOUC PER L’AVC PER IL TRATTAMENTO DELLE NEOPLASIE DEL PANCREAS 1 Introduzione Il pancreas è sede di numerose e complesse malattie di interesse internistico, chirurgico e radiologico, con quadri anatomo-patologici diversi e talvolta di difficile interpretazione. In particolare sono molte le patologie che richiedono un trattamento multidisciplinare, specialmente in campo oncologico. L'adenocarcinoma pancreatico è la forma più nota e più frequente fra le neoplasie pancreatiche, con tendenza all’incremento di incidenza sia negli uomini che nelle donne. E' la quinta causa di morte per tumore fra gli uomini e la quarta fra le donne: circa 12.000-13.000 nuovi casi sono attesi in Italia nel 2014. Rappresenta il 3% di tutti i tumori ed è al quinto posto fra le neoplasie del sesso femminile oltre i 75 anni. La sopravvivenza globale a 5 anni dalla diagnosi è del 5% nell'uomo e del 6% nella donna. Solo il 20% dei pazienti è candidato a intervento chirurgico resettivo: anche in tal caso la chirurgia radicale offre una sopravivenza a 5 anni non superiore al 20%. Vi sono però altre neoplasie che per la loro localizzazione interessano secondariamente il pancreas (in particolare la testa pancreatica): i cosiddetti tumori periampollari, fra i quali sono comprese le neoplasie della papilla di Vater, del coledoco distale e del duodeno. Vi sono inoltre tumori di organi circostanti, come colon destro o colecisti, che possono coinvolgere secondariamente il pancreas per contiguità. Più recentemente è stata posta grande attenzione alle diverse forme di neoplasia cistica del pancreas, la cui diagnosi differenziale è spesso molto difficile e particolarmente delicata: fra queste neoplasie vi sono infatti delle forme precancerose (IPMN, cistoadenomi mucinosi) per le quali una diagnosi precoce ed una terapia tempestiva consentono di ottenere la guarigione prima che il paziente sviluppi un carcinoma infiltrante. L'esistenza di quadri di pancreatite autoimmune focale contribuisce a creare ulteriori difficoltà nella diagnosi differenziale fra patologia maligna e benigna del pancreas. Come si evince da quanto accennato finora, soprattutto in campo oncologico, la diagnosi e la terapia richiedono la competenza di diverse figure professionali per raggiungere il trattamento più corretto. La fase diagnostica si avvale di metodiche di imaging sempre più elaborate e complesse (TC, RM, PET), la cui esecuzione ed interpretazione richiedono professionalità dedicate. A queste si associa da alcuni anni l’eco-endoscopia, che rappresenta un momento diagnostico indispensabile nei casi in cui sia necessaria la biopsia della lesione pancreatica: attualmente la biopsia con ago sottile (FNAB) eseguita mediante eco-endoscopia costituisce il gold standard per la definizione cito-patologica delle neoplasie 2 solide e cistiche del pancreas. Oltre all’endoscopista esperto, è necessario un patologo dedicato per ottenere un’adeguata affidabilità diagnostica di questa metodica. Altrettanto significativo è l’aspetto gastroenterologico, che si pone spesso come prima fase nell’interpretazione della patologia pancreatica: ciò è particolarmente vero nel caso della pancreatite cronica, della pancreatite autoimmune e delle neoplasie cistiche. Analoghe considerazioni per l’endocrinologia, alla quale è affidato il momento diagnostico delle neoplasie pancreatiche endocrine secernenti. Nell'ambito della terapia chirurgica è da sottolineare la complessità tecnica degli interventi (soprattutto in caso di tumori che richiedano la resezione della testa del pancreas), che possono essere gravati da elevate morbilità e mortalità perioperatorie. I rischi chirurgici aumentano in caso di pancreas non sclerotico (condizione spesso associata a patologie diverse dal carcinoma duttale) o di neoplasie localmente avanzate che richiedano resezioni vascolari maggiori. E' innegabile (e ampiamente dimostrato in letteratura) che i migliori risultati siano legati al numero di pazienti trattati ed è descritto come all'expertise del chirurgo debba essere associata la presenza di terapie intensive e subintensive, di team endoscopici e di radiologi interventisti: la diagnosi ed il trattamento precoce delle complicanze rappresentano il punto fondamentale per l’abbattimento della mortalità postoperatoria. Inoltre un'attenta gestione perioperatoria, finalizzata ad ottenere i migliori outcomes per il paziente, deve necessariamente avvalersi di specifici team per il supporto nutrizionale (dato il frequente stato di malnutrizione che si associa alle patologie pancreatiche),per l'ausilio fisioterapico e per la mobilizzazione precoce, per il supporto psicologico. L’accuratezza della gestione perioperatoria, unita allo sviluppo di tecniche chirurgiche minimamente invasive, trova una sintesi nel percorso fast-track finalizzato alla dimissione del paziente in tempi brevi: ciò consente una rapida ripresa, l’inizio precoce delle terapie adiuvanti e la riduzione dei costi di ospedalizzazione. Il trattamento chirurgico del carcinoma pancreatico sempre più si integra con chemio e radioterapia, sia in regime neoadiuvante che adiuvante. L’approccio integrato riveste particolare importanza per una neoplasia aggressiva quale il carcinoma duttale: nuove frontiere potrebbero aprirsi sia con i farmaci a target molecolare, sia con la radioterapia stereotassica. Infine, molti pazienti affetti da neoplasie pancreatiche possono richiedere trattamenti palliativi che includono stent endoscopici o percutanei, chemioterapia, radioterapia, terapia del dolore. Questi trattamenti possono anche rivestire il carattere di urgenza e non essere differibili a lungo, come ad esempio nel caso di ittero ostruttivo o di dolore intrattabile. 3 Recentemente la Regione Toscana e l'ITT (Istituto Tumori Toscana) hanno individuato criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per patologie rare e/o complesse. Fra queste ultime è considerato il tumore del pancreas, per il quale è stato indicato uno specifico percorso diagnostico-terapeutico. In particolare il modello organizzativo prevede il concetto della Rete Oncologica Regionale con nodi di interconnessione fra le strutture sanitarie definite Unità di Competenza e Unità Associate. Le Unità di Competenza (UC) sono strutture di riconosciuta professionalità per la gestione di patologie oncologiche di alta complessità e hanno un ruolo strategico nell'iter diagnostico e terapeutico, essendo presenti al suo interno tutte le figure professionali necessarie per la gestione multidisciplinare. All'interno dell’UC deve essere effettuato il trattamento chirurgico resettivo. L'Unità Associata (UA)gestisce fasi del processo diagnostico e/o terapeutico di media/bassa intensità, potendosi in essa effettuare trattamenti oncologici e radioterapici in accordo con quanto programmato con l'UC, oltre al follow-up. I criteri per la definizione delle competenze specifiche dei nodi della rete comprendono: • volumi assistenziali della struttura/professionista valutati sulla base della casistica storicamente trattata e del potenziale bacino d'utenza; • presenza di un GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) dedicato; • requisiti strutturali e tecnologici della struttura (ad esempio laboratori per analisi di biologia molecolare, sistemi informativi adeguati, etc.); • competenze specialistiche di équipe e professionisti coinvolti (compresa una struttura di ricerca clinica). Per maggiori dettagli si rimanda al documento redatto dal gruppo di Patologia del Pancreas dell'ITT. Sulla base di questi criteri si ritiene opportuno istituire presso l'AOU Careggi (AOUC).una Pancreas Unit quale Unità di Competenza dell‘ Area Vasta Centro per le neoplasie pancreatiche Situazione attuale Alcune considerazioni sullo stato attuale sono indispensabili quale premessa per la realizzazione della PANCREAS UNIT presso l’AOUC. Risorse 4 Esistono nell’AOUC figure professionali d’indubbio livello nei settori e nelle diverse branche specialistiche che insistono sugli aspetti diagnostici e terapeutici delle malattie del pancreas: in alcuni casi sono stati anche sviluppati filoni di ricerca scientifica, sia nell'ambito clinico, sia in quello della ricerca di base. Parimenti alle risorse professionali, l'AOUC dispone di strutture e tecnologie in grado di far fronte a tutti i momenti di diagnosi e cura delle malattie pancreatiche, anche con metodiche estremamente avanzate quali l'eco-endoscopia, la chirurgia mini-invasiva robotica e la radioterapia stereotassica. All'interno dell’AOUC è attivo un GOM per la patologia epatobiliopancreatica, che si riunisce settimanalmente e discute i casi oncologici in un consesso multi-specialistico.Nonostante a questo GOM partecipino i professionisti che si dedicano maggiormente all'oncologia epatobiliopancreatica, vi è la percezione che comunque non sia ancora discussa collegialmente la maggior parte dei casi che afferiscono alla AOUC (problema peraltro comune agli altri GOM). Criticità Nonostante le risorse presenti presso la AOUC, il percorso organizzativo diagnostico-terapeutico del tumore del pancreas rimane, per certi aspetti, troppo frammentario: ciò condiziona la presa in carico del paziente, soprattutto nelle fasi iniziali del percorso (ovvero quando si rende necessaria una diagnostica approfondita, con eventuale biopsia, e una discussione collegiale dei casi tra chirurghi, oncologi e radioterapisti). Dell'azienda fanno parte almeno 5 SOD Chirurgiche (sia ospedaliere che universitarie) all'interno delle quali vengono operati tumori del pancreas in percentuali molto diverse, causando una dispersione della casistica. Dato ancor più rilevante, in alcune SOD la casistica è molto limitata e non raggiunge il cut-off minimo per definire un volume di interventi adeguato . Infine, l'Area Vasta Centro include un ampio bacino di popolazione che necessariamente dovrà afferire all’AOUC per le patologie rare o complesse, tra cui il tumore del pancreas. Ad oggi non esiste un coordinamento di Area Vasta Centro per questa patologia: ciò rende ancor più ragione dell'urgenza di istituire una UC e le relative UA periferiche, in un progetto di respiro interaziendale e in accordo con l'indirizzo regionale di istituire delle reti assistenziali. Obiettivi L’istituzione della Pancreas Unit presso l’AOUC consente di sfruttare al meglio le risorse già disponibili e di risolvere le criticità sopra indicate, grazie ad un percorso organizzativo unico e condiviso con l’Area Vasta Centro. Tali obiettivi possono essere sintetizzati nei seguenti punti: 5 istituire un gruppo di lavoro multispecialistico e multi professionale dedicato alla patologia oncologica del pancreas; definire un percorso unico, diagnostico e terapeutico, per la presa in carico del paziente affetto da tumore del pancreas; condividere e aggiornare le linee guida su tale argomento, sulla base delle evidenze scientifiche; concentrare la casistica, specialmente per quanto concerne il trattamento chirurgico di tale patologia (il che equivale a ridurre morbilità e mortalità peri-operatorie), avvalendosi delle piu’ aggiornate tecniche diagnostiche,chirurgiche, interventistiche endoscopiche radiologiche e radioterapiche ridurre le fughe della patologia oncologica pancreatica all’esterno dell’Area Vasta Centro e della Regione Toscana; sviluppare specifici progetti nell’ambito della formazione e della ricerca scientifica. In definitiva la Pancreas Unit verrebbe a rappresentare la base di partenza per la creazione di un centro di eccellenza dedicato alla cura delle malattie pancreatiche presso l’AOUC. Struttura La Pancreas Unit coinvolge le seguenti discipline specialistiche e professioni sanitarie Chirurgia generale oncologica Oncologia medica Radioterapia Gastroenterologia Endocrinologia Radiologia diagnostica Radiologia interventistica Endoscopia digestiva Anatomia patologica Anestesia e Rianimazione Medicina perioperatoria Nutrizione clinica Medicina Nucleare Psicooncologia Terapia del dolore e cure palliative 6 Eventuali altre specialistiche che possano essere successivamente coinvolte nel percorso. La Pancreas Unit si avvarrà della collaborazione di tutte le professionalità sanitarie, con specifica esperienza, necessarie al percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo. La Pancreas Unit ha una specifica struttura professionale, deliberata dalla Direzione Aziendale , dotata di autonomia sulla gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici di patologia, ed in particolare un responsabile coordinatore della Pancreas Unit; un gruppo di professionisti che includa almeno un referente per ognuna delle discipline specialistiche coinvolte. Sarà mandato primario del responsabile e degli altri professionisti definire la struttura organizzativa interna della Pancreas Unit, le linee guida, il percorso diagnostico-terapeutico e le modalità di integrazione con le strutture dell’ Area Vasta Centro. La sede è identificata presso il padiglione di San Luca dove sono ubicate le sale operatorie, i vari setting assistenziali di degenza delle SOD di chirurgia generale, l’ufficio di programmazione chirurgica, l’endoscopia, la radiologia diagnostica ed interventistica, le oncologie mediche, la gastroenterologia e la medicina interna dedicata al percorso dei pazienti oncologici , le oncologie mediche, e la direzione del DAI Oncologico. RESPONSABILE COORDINATORE dott. Marco Farsi CHIRURGIA • L’attività chirurgica è assegnata alla SOD Chirurgia Generale Oncologica ad indirizzo Robotico (direttore dr. Coratti), e sono autorizzati a svolgere la funzione di primo operatore i chirurghi con una casistica di almeno 10 interventi/anno resettivi sul pancreas (cut off minimo per garantire expertise chirurgico). Gli stessi potranno svolgere la funzione di tutor per i colleghi, specie i piu’ giovani, indirizzati alla chirurgia pancreatica . Attualmente i chirurghi che raggiungono questa soglia di interventi sono: o Dott Andrea Coratti o Dott Marco Farsi o Prof. Paolo Bechi Gli interventi sono effettuati nelle sale operatorie del Padiglione San Luca dove sono concentrate le sale per la chirurgia oncologica/ maggiore e dove è localizzata la massima tecnologia chirurgica necessaria per questo tipo di interventi (ecografi intraoperatori, attrezzatura per laparoscopia e chirurgia robotica). 7 Le sale sono situate in prossimità della Terapia Intensiva e Subintensiva dove è verosimile che gran parte dei pazienti saranno ricoverati nei primi giorni dopo l’intervento, e della degenza ordinaria RADIOLOGIA I radiologi che partecipano alla Pancreas Unit sono: Prof. Stefano Colagrande Dott.ssa Silvia Pradella :Apparecchiature disponibili • TAC multistrato: • Risonanza magnetica • Ecografo Competenze / Attìvità Specifiche: • Studio ecografico-Tc-RMN dell’area pancreatica • Possibili studi colangio/wirsung RMN (con ev. secretina). Studio RM DwI. Studi di perfusione. • Diagnosi: rilievo della patologia, diagnosi differenziale con altre forme patologiche, caratterizzazione, bilancio spaziale. • Follow-up postoperatorio e dopo trattamenti medici : rilievo e diagnosi delle complicanze precoci e tardive e delle recidive. • Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi • Partecipazione agli incontri GOM e realizzazione percorso diagnostico facilitato e abbreviato. ANATOMIA PATOLOGICA Gli anatomo patologi che partecipano alla Pancreas Unit sono: Prof. Luca Messerini Prof.ssa Camilla Comin I servizi che saranno a disposizione della Pancreas Unit L’Anatomia patologica assicurerà alla Pancreas Unit le prestazioni di: □ diagnosi su campioni citologici eseguiti con tecnica FNAC (Fine needle aspiration citology) □ diagnosi istologiche su biopsia percutanea □ diagnosi istologiche su pezzo operatorio con o senza escissione linfonodale 8 □ esami immunocitochimici di tipo diagnostico e relativa diagnosi □ esami immunocitochimici per la definizione dell’indice di proliferazione e indicatori che dovessero essere formalmente riconosciuti di valore prognostico e/o predittivo □ eventuali test di biologia molecolare per potenziali fattori predittivi I referenti aassicurano anche • Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi • Partecipazione agli incontri GOM e realizzazione percorso diagnostico facilitato e abbreviato. ENDOSCOPIA CHIRURGICA Gli endoscopisti chirurghi che partecipano alla Pancreas Unit sono: Dr. Riccardo Naspetti Dr. Luca Talamucci Competenze / Attìvità Specifiche: Attività diagnostica con gastroduodenoscopia, ERCP, biopsie papilla e duodeno, prelievo materiale delle vie biliari e pancreatiche per isto/citologia. Posizionamento di endoprotesi biliari preoperatorie, posizionamento di protesi autoespandibili biliari e duodenali a scopo palliativo Trattamento endoscopico di pseudocisti pancreatiche e complicanze postchirurgiche. Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi Partecipazione alle riunioni del GOM per discutere i casi collegialmente 9 RADIOLOGIA INTERVENTISTICA I Radiologi Interventisti che partecipano alla Pancreas Unit sono: Dr. Massimo Falchini Dr. Ernesto Mazza Competenze / Attìvità Specifiche: Drenaggi biliari esterni o interni-esterni, stent, preoperatori o definitivi a scopo palliativo. Drenaggi biliari per risoluzione di complicanze postchirurgiche. Drenaggio di raccolte/ascessi postoperatori. Biopsie eco-Tc guidate di neoplasie pancreatiche o linfonodi sospetti TC e RMN preoperatorie, postoperatorie (sospetto di complicanze) Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi Partecipazione alle riunioni del GOM per discutere i casi collegialmente RADIOTERAPIA I radioterapisti che partecipano alla Pancreas Unit sono: Prof. Lorenzo Livi Dr. Pierluigi Bonomo Competenze / Attìvità Specifiche: Trattamenti di radioterapia adiuvante, neoadiuvante eventualmente associate a chemioterapia. Trattamento della recidiva locale Trattamento stereotassico con Cyberknife Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi Partecipazione alle riunioni del GOM per discutere i casi collegialmente GASTROENTEROLOGIA I gastroenterologi che partecipano alla Pancreas Unit sono: Prof. Andrea Galli □ Endoscopia diagnostica tratto gastroduodenale □ Ambulatorio patologia pancreatica □ Coordinamento attività scientifica 10 □ Partecipazione al GOM epatobiliopancreatico Dott.ssa Maria Rosa Biagini Dott.ssa Monica Milla Dott.Gabriele Lami □ Ecoendoscopia □ Endoscopia diagnostica tratto gastroduodenale Competenze / Attìvità Specifiche: Servizio di ecoendoscopia: 1) Studio morfologico delle lesioni pancreatiche e stadiazione delle neoplasie 2) Tipizzazione citologica delle lesioni solide e cistiche (EUS + FNA) 3) Inserimento di marcatore “ fiducial” intralesionale per radioterapia mirata Ambulatorio patologia pancreatica: 1. Management e follow up delle lesioni cistiche del pancreas. 2. Follow-up dei pazienti oncologici post-chirurgici. 3. Management dei pazienti ad alto rischio di insorgenza di carcinoma pancreatico (Progetto Nazionale AISP: carcinoma pancreatico familiare, Sindromi genetiche ). 4. Consulenza Nutrizionale nel paziente pancreasectomizzato. 5. Management e follow-up delle malattie pancreatiche infiammatorie. ONCOLOGIA MEDICA Gli Oncologi medici che partecipano alla Pancreas Unit sono: Dr. Lorenzo Antonuzzo Dr.ssa Elisa Giommoni Competenze / Attìvità Specifiche: Definizione iniziale della strategia terapeutica per i singoli pazienti concordata con il GOM. Trattamento chemioterapico di conversione preoperatorio nelle forme potenzialmente resecabili. Trattamento chemioterapico adiuvante Trattamento chemioterapico a intento palliativo nella malattia inoperabile e metastatica 11 Visita ambulatoriale del paziente pre e/o postoperatoria Consulenze oncologiche di pazienti ricoverati in altri reparti Follow up pazienti operati e/o sottoposti a chemioterapia. Partecipazione alle riunioni del GOM per discutere i casi collegialmente NUTRIZIONE CLINICA I professionisti che partecipano alla Pancreas Unit sono: Prof. Alessandro Casini Dr. Francesco Sofi Competenze / Attìvità Specifiche: Valutazione del rischio nutrizionale. Programma nutrizionle pre e postoperatorio con eventuale immunonutrizione Applicazione di protocolli nutrizionali specifici per i diversi tipi di intervento chirurgico nell’ottica di una rialimentazione precoce. ENDOCRINOLOGIA L’endocrinologo di riferimento per la Pancreas Unit è Dr. Stefano Giannini MEDICINA NUCLEARE Il medico nucleare di riferimento per la Pancreas Unit è Prof. Pupi PSICONCOLOGIA Lo psiconcologo di riferimento per la Pancreas Unit è Dr. Leonardo Fei ANESTESIA E RIANIMAZIONE L’anestesista/rianimatore di riferimento per la Pancreas Unit è Prof. Angelo Raffaele De Gaudio 12 MEDICINA PERIOPERATORIA Il medico di medicina perioperatoria di riferimento per la Pancreas Unit è Dr. Simone Galli TERAPIA DEL DOLORE E CURE PALLIATIVE I medici di riferimento per la terapia del dolore e cure palliative per la Pancreas Unit • Dr. Rocco Mediati • Dr. Renato Vellucci PROFESSIONI SANITARIE La Pancreas Unit si avvarrà della collaborazione di tutte le professionalità sanitarie, con specifica esperienza, necessarie al percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo. Il GRUPPO ONCOLOGICO MULTIDISCIPLINARE (GOM) Il GOM epato-bilio-pancreatico della AOUC è parte integrante della PANCREAS UNIT ed è composto dalla seguenti figure professionali • Chirurgo • Radiologo • Radiologo Interventista • Gastroenterologo • Endoscopista/ecoendoscopista • Anatomo Patologo • Radioterapista • Oncologo □ Tutti i trattamenti condotti nella Pancreas Unit sono decisi durante gli incontri del GOM □ E’ obbligatoria la compilazione della scheda di valutazione, la cui redazione è a cura del GOM, e che risulta parte integrante e sostanziale della documentazione sanitaria; 13 Indicatori di percorso Timing 1 anno Indicatore Obiettivo Note Rapporto pazienti operati 0.7 pancreas discussi al GOM/ totale pazienti operati pancreas Lo scopo è quello di discutere al GOM il massimo numero di pazienti e avvicinarsi alla standard regionale (0.8) Rapporto pazienti operati 0.8 pancreas e resecati/pazienti giudicati resecabili preoperatoriamente Lo scopo è quello di evitare/ ridurre le laparotomie inutili. Rapporto pazienti operati 0.4 corpo coda pancreas con tecnica mininvasiva/ totale pazienti operati pancreas Lo scopo è incrementare interventi al pancreas distale con tecnica robotica o laparoscopica 14 AGGIORNAMENTO GIUGNO 2016 PROFESSIONISTI CHE PARTECIPANO ALLA PANCREAS UNIT COORDINATORE Marco Farsi CHIRURGIA Paolo Bechi Andrea Coratti Marco Farsi Andrea Valeri RADIOLOGIA DIAGNOSTICA Stefano Colagrande Silvia Pradella ANATOMIA PATOLOGICA Luca Messerini Luca Novelli ENDOSCOPIA CHIRURGICA Roberto Manetti Riccardo Naspetti Luca Talamucci RADIOLOGIA INTERVENTISTICA Massimo Falchini Ernesto Mazza RADIOTERAPIA Lorenzo Livi Pierluigi Bonomo GASTROENTEROLOGIA Andrea Galli Maria Rosa Biagini Monica Milla ONCOLOGIA MEDICA Lorenzo Antonuzzo Elisa Giommoni NUTRIZIONE CLINICA Alessandro Casini Francesco Sofi ENDOCRINOLOGIA /DIABETOLOGIA Stefano Giannini MEDICINA NUCLEARE Vittorio Briganti 15 PSICONCOLOGIA Leonardo Fei ANESTESIA E RIANIMAZIONE Angelo Raffaele De Gaudio Stefano Romagnoli MEDICINA PERIOPERATORIA Simone Galli TERAPIA DEL DOLORE E CURE PALLIATIVE Rocco Mediati Renato Vellucci RICERCA DI BASE E MEDICINA TRASLAZIONALE Annarosa Arcangeli Amedeo Amedei Al momento i componenti del Gom Pancreas sono i partecipanti al GOM Epatobiliopancreatico (GOM HBP) Composizione del GOM HBP Coordinatore GOM: Marco Farsi Referenti GOM Disciplina Professionisti CHIRURGIA GENERALE Giacomo Batignani Andrea Coratti Fabio Cianchi Mario Annecchiarico Michele Di Marino Luca Moraldi Lapo Bencini Massimo Calistri Antonio Taddei Stefano Scaringi 16 Paolo Prosperi ONCOLOGIA MEDICA Lorenzo Antonuzzo Silvia Gasperoni Elisa Giommoni RADIOLOGIA DIAGNOSTICA Stefano Colagrande Silvia Pradella Antonella Masserelli Edwige Lucarelli RADIOTERAPIA Dr. Pierluigi Bonomo RADIOLOGIA INTERVENTISTICA Massimo Falchini Manlio Acquafresca Ernesto Mazza GASTROENTEROLOGIA/EPATOLOGIA Fabio Marra Paolo Forte Andrea Galli Giacomo Laffi MEDICINA NUCLEARE Dr. Vittorio Briganti ECO-ENDOSCOPIA Monica Milla Maria Rosa Biagini ENDOSCOPIA CHIRURGICA Roberto Manetti ANATOMIA PATOLOGICA Prof. Luca Messerini 17 ALLEGATO N. 2 UNITA’ DI COMPETENZA AOUC PER L’AVC TRATTAMENTO TUMORI DEL SURRENE 1 Introduzione La ghiandola surrenalica è l’effettore finale del principale asse ormonale deputato alla risposta allo stress. A questo la ghiandola risponde sia con la sua componente corticale che midollare. Alterazioni funzionali e/o organiche della surrene comportano gravi conseguenze sullo stato di salute dei pazienti. Prova ne sono le incidenze di complicanze e di mortalità presenti in forme disfunzionali come il Morbo di Addison o la Sindrome di Cushing ed in forme organiche come le patologie tumorali della corticale (carcinoma corticosurrenalico) o della midollare (feocromocitoma). Da un punto di vista prevalentemente chirurgico,oltre ai tumori surrenalici benigni o maligni, clinicamente noti già da tempo, negli ultimi anni le migliorate tecniche di immagine hanno sollevato il problema del riscontro di masse surrenaliche incidentali (incidentalomi) che necessitano di una specifica valutazione per una corretta diagnosi differenziale, essenziale per il loro trattamento. La gestione corretta della patologia surrenalica sia disfunzionale che neoplastica necessita pertanto di un team plurispecialisticoche necessariamente deve fare capo ad uno specialista in Endocrinologia e che deve comunque avvalersi di collaborazioni specialistiche quali quella radiologica, genetica, chirurgica, anatomo-patologica e di medicina nucleare. Tutte queste figure professionali sono presenti nella AOU-Careggi dove da tempo operano e collaborano in modo multidisciplinare In particolare : - Prof Massimo Mannelli,Ordinario di Endocrinologia della Università di Firenze, qualificato come esperto della patologia surrenale a livello nazionale ed internazionale . Coordinatore in ambito Società Italiana di Endocrinologia di due studi multicentrici sul feocromocitoma .Coordinatore eletto del Club del Surrene della SIE. Membro fondatore dell’European Network for the Study of AdrenalTumors (ENS@T) ([email protected]) nell’ambito del quale partecipa al progetto ENS@T Cancer finanziato da programma FP7 della Comunità Europea.Autore di numerose pubblicazioni con valore di IF oltre 1000,citazioni 11522 e h-index 46. - Dr. Andrea Valeri,responsabile della SODc di Chirurgica Generale1,d’Urgenza e Miniinvasiva e che vanta una delle più ampie casistiche nazionali di surrenectomia( circa 600 casi trattati),partecipa ad un gruppo di discussione di chirurghi europei esperti in surrenectomie ed è autore di pubblicazioni anche monografiche sull’argomento. Individuato come referente per la costituenda Unità di Competenza. 2 - Dr Carlo Bergamini, dirigente della SOD di Chirurgia Generale 1, d’Urgenza e Mini-invasiva, che si dedica da anni allo studio ed alla ricerca sulla chirurgia del surrene, testimoniata dalle numerose pubblicazioni effettuate sia in termini di monografie che di articoli scientifici (sempre in collaborazione stretta col dr Valeri), e perenta inoltre capacità ed esperienze cliniche avanzate in questo settore - Dr.Gabriele Parenti ,dirigente della SOD di Endocrinologia che da anni si dedica allo studio e al trattamento della patologia surrenalica. - Prof. Giuliano Perigli,responsabile della Unit di Chirurgia Endocrina e dotato di expertise chirurgica specifica . - Dr.AndreaCorattipiù recentemente per la chirurgia surrenalica robotica. - Dr. Tonino Ercolino per studi sulla genetica dei feocromocitomi/paragangliomie sul significato delle varianti di significato incerto. - Prof.ssa Gabriella Nesi per l’Anatomia Patologica - Prof. Stefano Colagrande per l’imaging radiologico. - Dr. Luigi Rega per la radiologia interventistica (cateterismo vene surrenaliche) - Prof. Alberto Pupi e dr.ssa Valentina Berti per l’imaging funzionale - Prof. Lorenzo Livi e dr. Gabriele Simontacchi per la radiochirurgia Medici in formazione Specialistica che ogni figura professionale ritenga opportuno identificare per le varie attività cliniche e di ricerca Riteniamo pertanto che in questo settore, ancorchè di nicchia, una Unità di Competenza dedicata possa ulteriormente espandere il polo di attrazione già in atto in ragione del livello di eccellenza già raggiunto per la presenza dei due fattori fondamentali, cioè la ricerca scientifica di livello internazionale e le riconosciute competenze in campo clinico. GOM Si propone come momento di discussione e verifica collegiale il GOM Endocrino (referente la Dott.ssa Luisa Petrone) cui si affiancherebbe il costituendo GOM Tumori surrene ( referente il Dr.Andrea 3 Valeri) nella stessa sede e nelle stesse date per favorire la maggiore partecipazione possibile di tutte le figure professionali interessate a questo tipo di patologia. INDICATORI Timing Indicatore di percorso Obiettivo Note tempo di attesa fra inserimento in lista 30 % ed intervento numero di convocazioni del paziente monitoraggio per completare il percorso preoperatorio numero di casi discussi al GOM 100 % rispetto ai trattati. Timing Obiettivo Note Sommerey S, Foroghi Y, Chiapponi C, Baumbach SF, Hallfeldt KK, Ladurner R, Gallwas JK. Laparoscopic adrenalectomy--10year experience at a teaching hospital. Langenbecks Arch Surg. 2015 Apr;400(3):341-7 Indicatore di esito Mortalità perioperatoria < 1% Complicanze e reinterventi < 7% Idem Tempi operatori < 150 min Idem Conversione < 5% Idem Percentuale di procedure miniinvasive >85% Idem rispetto al totale < 5 gg Idem Discrepanza fra diagnosi d’ingresso e < 10% Idem Tempi di ospedalizzazione diagnosi definitiva PDTA TUMORI SURRENE - Visita preoperatoria - Preospedalizzazione 4 - Intervento - Dimissione - Follow-up Visita preoperatoria ed approfondimenti diagnostici 1. Richiesta di valutazione preliminare presso la SOD di Endocrinologia- referente Prof. Massimo Mannelli (se non già proveniente da tale Centro) 2. Conferma indicazione chirurgica e verifica disponibilità imaging (patologia neoplastica maligna o benigna secernente o non. Incidentalomi. Rapida crescita o dimensioni> 3.5 cm) 3. Richiesta di approfondimenti diagnostici per eventuali comorbilità , in caso di patologie particolari ( forme bilaterali o congenite tipo morbo di Mccune Albright) o test da stimolo 4. Attivazione eventuali trattamenti aggiuntivi (anti-ipertensivi in caso di ipertensione, Doxazosin in caso di feocromocitoma, reintegro potassiemico in caso di iperaldosteronismo) 5. Compilazione modulo PIC e Inserimento lista di attesa . 6. Discussione di ogni surrenopatia chirurgica al GOMSurrenopatie ( Referente Dr.Andrea Valeri) 7. Se indicato trattamento neo-adiuvante (Mitotane) riferimento a prof. Mannelli 8. Regime ricovero San Luca Nuovo tot.3-4ggsec.patologia e comorbilità per patologie benigne 9. In caso di Ca ricovero San Luca Nuovo per 7-10 gg sec staging e comorbidità 10. In caso di Ca con interessamento della vena renale o della vena cava (trombosi, infiltrazionemaligna) valutazionecardiochirurgo o chirurgo vascolare. 11. Priorità per patologia e stato funzionale (A1 :ca; A2:sosp.ca o iperfunz. severa .; B:altro) 12. Comunicazione tempi previsti di attesa. Delucidazioni terapie in atto 13. Raccolta consenso informato. Consegna informativa per la specifica patologia. 14. Consegna depliant esplicativo (se disponibile) 5 Preospedalizzazione( PO) routinaria 1. Convocazione telefonica con istruzioni 2. Prelievo ematologico routine 3. ECG + Rx torace 4. Visite specialistichesupplementarieventualmentestdal chirurgo di necessità (esclusa quella endocrinologica che è di prassi) 5. Visita e validazione anestesiologica dopo 7 gg. 6. Approfondimenti eventuali richiesti da anestesista 7. Rivalutazione anestesiologica con validazione definitiva. Intervento 1. Convocazione telefonica 7-21 gg dalla preospedalizzazione 2. Paziente digiuno dalla mezzanotte. Liquidi da non meno di 6 ore 3. Accoglienza h 07- h 09 stesso giorno dell’intervento o il giorno antecedente di necessità 4. Controllo documentazione personale,cartella clinica 5. Raccolta conferma consenso informato, firmato 6. Richiesta sacche sangue solo casi eccezionali per patologia benigna e di regola (eventualmente in pre-deposito) in caso di patologia maligna 7. Sala operatoria h 08 – h 19 - Check-list 8. Procedura meno invasiva possibile per patologia benigna funzionante o non funzionante di piccole dimensioni e per metastasi surrenaliche di qualsiasi primitività di piccole dimensioni. Drenaggio e Catetere vescicale Sempre 9. Procedura aperta in caso di patologia maligna primitiva o secondaria di grosse dimensioni o benigna non funzionante di grosse dimensioni (di regola > 10 cm, ma possibile eccezioni) 10. Possibile ricovero post-operatorio in terapia intensiva o sub-intensiva come da accordi precedenti con l’anestesista che effettua la pre-ospedalizzazione o in base a particolari situazioni avverse che si instaurino nel corso dell’intervento (crisi ipertensive, 6 complicanze respiratorie o cardio-circolatorie) e di regola in caso di patologia maligna con interessamento vascolare 11. Precoce rimozione drenaggi e cateteri vescicale.Mobilizzazione e rialimentazione leggera in prima giornata po in assenza di nausea in caso di approccio mini-invasivo 12. Controllo clinico secondo necessità e comunque prima delle 20. 13. Di regola in caso di patologia funzionante controllo PA triorario e kaliemia giornaliera in caso di iperaldosteronismo Dimissione 1. II-III giornata per patologia benigna non funzionante o funzionante con approccio mini-invasivo 2. Prolungamento degenza di necessità in caso di procedure più invasive o complesse 3. lettera dimissione e certificazioni 4. prescrizioni terapeutiche scritte e verbali 5. raccomandazioni scritte e verbali 6. riferimenti telefonici diretti 7. appuntamento controllo successivo in ambulatorio specialistico 8. Eventuale appuntamento presso Ambulatorio Endocrinologia (prof Mannelli)o SOD oncologia medica per patologia maligna ( follow-up ed eventuali terapie adiuvanti ) Follow-up 1. Visita clinica controllo dopo 7 gg 2. Appuntamento successivo se necessari 3. Riaffidamento allo Specialista Endocrinologo. 4. Controllo a 30 giorni e 6 mesi nelle complicanze 5. Consegna esame istologico appena disponibile 6. Ridiscussione G.O.M. di ogni caso e comunicazione eventuale ulteriore trattamento. 7 ALLEGATO N. 3 UNITA’ DI COMPETENZA AOUC PER L’AVC TRATTAMENTO DELLE NEOPLASIE DELL’ESOFAGO 1 Introduzione La neoplasia esofagea, sebbene in declino, resta relativamente frequente e rappresenta il nono cancro in ordine di frequenza, il 6% delle neoplasie dell’apparato digerente e la settima causa di morte per tumore in scala mondiale. La prognosi è infausta con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 12% nell’uomo e del 18% nella donna. Inoltre dal 12% al 17% della popolazione risulta affetta da una neoplasia ORL associata. Il cancro esofageo si caratterizza per la propria distribuzione geografica tra i diversi Paesi ed all’interno dei Paesi stessi. Per quanto riguarda l’Europa risulta più frequente nei paesi dell’Europa mediterranea rispetto al Nord Europa. L’esofago è sede di numerose e complesse malattie di interesse internistico, chirurgico e radiologico, con quadri anatomo-patologici diversi e talvolta di difficile inquadramento. In particolare sono molte le patologie che richiedono un trattamento multidisciplinare, specialmente in campo oncologico. In rapporto al tipo istologico l’aumento delle forme di adenocarcinoma, rispetto al carcinoma squamocellulare, è stato riportato a partire dagli anni ’90 negli Stati Uniti ed in Inghilterra. È stato constatato il medesimo aumento in Europa circa 15 anni più tardi, soprattutto in Francia, con andamento più modesto in Italia. I fattori di rischio principali del carcinoma squamocellulare dell’esofago sono il consumo e l’abuso di alcool e tabacco. In numerosi studi sono stati presi in considerazione il quantitativo totale, la durata del consumo ed il livello di consumo recente. I rischi più elevati erano legati alla durata di consumo per il tabacco e la quantità recente per l’alcool. Questi dati suggeriscono che il tabacco svolga un ruolo di induttore e l’alcool di promotore. Arrestare la consumazione di alcool può ridurre il rischio a breve termine, mentre gli effetti benefici della cessazione del fumo non si manifestano che a lungo termine. Per l’adenocarcinoma i principali fattori di rischio individuati sono l’obesità ed il reflusso gastro-esofageo. In alcuni studi infatti, un BMI>40 aumentava il rischio di adenocarcinoma dell’esofago di 4,8 volte rispetto ad un BMI<25. Gli studi caso-controllo mostrano come l’aumento del rischio legato all’obesità possa essere secondario all’incremento della pressione endoaddominale, che a sua volta provocherebbe un aumento di reflusso gastroesofageo. Nonostante l’evoluzione nei trattamenti multidisciplinari, la chirurgia rappresenta tuttora il trattamento principe della neoplasia esofagea, con notevole vantaggio in termini di sopravvivenza a patto di una resezione R0. È necessario pertanto inquadrare i singoli casi nel miglior modo possibile e secondo schemi standardizzati in modo da realizzare una corretta e vantaggiosa selezione dei pazienti. Questo rappresenta l’unico modo per ottenere migliori risultati. Come si evince da quanto accennato finora, soprattutto in campo oncologico, la diagnosi e la terapia richiedono la competenza di diverse figure professionali per raggiungere irisultati migliori possibili. Il bilancio pre-terapeutico della neoplasia esofagea, essenziale per una corretta strategia, ha un doppio obiettivo: valutare precisamente l’estensione della malattia, ma anche lo stato generale del paziente al fine di fornire gli elementi indispensabili alla discussione multidisciplinare per stabilire la strategia terapeutica migliore. I principali esami diagnostici e stadiativi sono l’EGDS con biopsia, l’ecoendoscopia, la TC collo-torace-addome, la PET. In base alle indicazioni possono essere necessari altri esami quali broncoscopia, esame ORL, biopsia di linfonodi cervicali, laparoscopia. La strategia terapeutica si modifica notevolmente sulla base dei reperti diagnostici, nei quali sono richieste 2 descrizioni accurate, molto dettagliate rispetto ad altro tipo di patologia e altamente standardizzate. Una risposta imprecisa o incompleta può essere causa di ripetizione di un esame invasivo o di alterazione del programma terapeutico e della strategia chirurgica. Basti pensare che una lesione esofagea può essere trattata endoscopicamente o attraverso resezioni che possono necessitare da uno a tre accessi chirurgici in base ai reperti diagnostici preoperatori. Sono quindi estremamente necessarie professionalità formate alla specifica materia oltre ad un patologo dedicato. Altrettanto significativo è l’aspetto nutrizionale,fondamentale in pazienti per lo più denutriti dalla disfagia e dalla malattia neoplastica. Il bilancio si basa su criteri clinici e biologici semplici: una perdita di peso superiore al 10% deve far mettere in atto un programma specifico di nutrizione pre e postoperatoria per os (ove possibile) o attraverso vie artificiali (nutrizione enterale o parenterale). La stratificazione del rischio respiratorio permette di selezionare i pazienti candidabili a chirurgia e di attuare un programma di fisioterapia respiratoria preoperatoria, fattore prognostico positivo indipendente dell’outcome post-esofagectomia. Nell'ambito della terapia chirurgica sono da sottolineare il numero, la diversità e la complessità tecnica degli interventi, che possono essere gravati da elevate morbilità e mortalità perioperatorie. I rischi chirurgici aumentano in caso di neoplasie localmente avanzate. E’ innegabile (e ampiamente dimostrato in letteratura) che i migliori risultati siano legati al numero di pazienti trattati, in modo da beneficiare dell’effetto “volume” e rispondere a standard validati ed uniformi, migliori garanti del successo oncologico. La chirurgia non deve essere programmata se non con l’obiettivo di resezione R0, la sola associata ad una sopravvivenza aumentata ed una delle principali variabili indipendenti di sopravvivenza nelle analisi multivariate. È inoltre descritto come all'expertise del chirurgo debba essere associata la presenza di terapie intensive e subintensive, di team endoscopici e di radiologi interventisti: la diagnosi ed il trattamento precoce delle complicanze rappresentano il punto fondamentale per l’abbattimento della mortalità postoperatoria. Inoltre un'attenta gestione perioperatoria, finalizzata ad ottenere i migliori outcomes per il paziente, deve necessariamente avvalersi di specifici team per il supporto nutrizionale,per l'ausilio fisioterapico e per la mobilizzazione precoce, per il supporto psicologico. L’accuratezza della gestione perioperatoria, unita allo sviluppo di tecniche chirurgiche minimamente invasive, trova una sintesi nei percorsi ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) finalizzato alla dimissione del paziente in tempi brevi: ciò consente una rapida ripresa, l’inizio precoce delle terapie adiuvanti e la riduzione dei costi di ospedalizzazione. Il trattamento chirurgico della neoplasia esofagea sempre più si integra con chemio e radioterapia, sia in regime neoadiuvante che adiuvante. L’apporto della RCT neoadiuvante è incontestabile per gli stadi III indipendentemente dal tipo istologico grazie a numerosi studi randomizzati e metanalisi concordanti. Per gli stadi I e II non vi è attualmente accordo e la raccomandazione rimane la chirurgia. Il trattamento esclusivo è riservato a pazienti non operabili. Il trattamento endoscopico a scopo curativo è riservato a lesioni molto precoci e con parametri prognostici favorevoli. Infine, molti pazienti affetti da neoplasie esofagee possono richiedere trattamenti palliativi che includono stent endoscopici, chemioterapia, radioterapia, terapia del dolore. Questi trattamenti possono anche rivestire il 3 carattere di urgenza e non essere differibili a lungo, come ad esempio nel caso di disfagia grave o di dolore intrattabile. Indicazioni regionali Recentemente la Regione Toscana e l'ITT (Istituto Toscano Tumori) hanno individuato criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per patologie rare e/o complesse. Fra queste ultime è considerato il tumore dell’esofago, per il quale è stato indicato uno specifico percorso diagnostico-terapeutico. In particolare il modello organizzativo prevede il concetto della Rete Oncologica Regionale con nodi di interconnessione fra le strutture sanitarie definite Unità di Competenza e Unità Associate. Le Unità di Competenza (UC) sono strutture di riconosciuta professionalità per la gestione di patologie oncologiche di alta complessità e hanno un ruolo strategico nell'iter diagnostico e terapeutico, essendo presenti al suo interno tutte le figure professionali necessarie per la gestione multidisciplinare. All'interno dell’UC deve essere effettuato il trattamento chirurgico resettivo. L'Unità Associata (UA)gestisce fasi del processo diagnostico e/o terapeutico di media/bassa intensità, potendosi in essa effettuare trattamenti oncologici e radio-chemioterapici in accordo con quanto programmato con l'UC, oltre al follow-up. I criteri per la definizione delle competenze specifiche dei nodi della rete comprendono: • volumi assistenziali della struttura/professionista valutati sulla base della casistica storicamente trattata e del potenziale bacino d'utenza; • presenza di un GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) dedicato; • requisiti strutturali e tecnologici della struttura (ad esempio laboratori per analisi di biologia molecolare, sistemi informativi adeguati, etc.); • competenze specialistiche di équipe e professionisti coinvolti (compresa una struttura di ricerca clinica). Per maggiori dettagli si rimanda al documento redatto dal gruppo di Patologia dell’Esofagodell'ITT. Sulla base di questi criteri si ritiene opportuno istituire presso l'AOU Careggi (AOUC) una Esofago Unit quale Unità di Competenza dell‘ Area Vasta Centro per le neoplasie esofagee. Situazione attuale Alcune considerazioni sullo stato attuale sono indispensabili quale premessa per la realizzazione della Unità di Competenza per i tumori dell’esofago dell’Area vasta Centro presso l’AOUC. Risorse Esistono nell’AOUC figure professionali d’indubbio livello nei settori e nelle diverse branche specialistiche che insistono sugli aspetti diagnostici e terapeutici delle malattie dell’esofago: in alcuni casi sono stati anche sviluppati filoni di ricerca scientifica, sia nell'ambito clinico, sia in quello della ricerca di base. Parimenti alle risorse professionali, l'AOUC dispone di strutture e tecnologie in grado di far fronte a tutti i momenti di diagnosi e cura delle malattie esofagee, anche con metodiche estremamente avanzate quali l'eco4 endoscopia, l’endoscopia chirurgica, la chirurgia mini-invasiva robotica, la radioterapia standard e stereotassica. All'interno dell’AOUC è attivo un GOM per la patologia del tratto digestivo superiore, che si riunisce settimanalmente e discute i casi oncologici in un consesso multi-specialistico. Unitamente al progetto Unità di Competenza per i tumori dell’esofago, sarà comunque attivato uno specifico GOM dedicato alla patologia neoplastica esofagea. Obiettivi L’istituzione Unità di Competenza per i tumori dell’esofago presso l’AOUC consente di sfruttare al meglio le risorse già disponibili e di risolvere le criticità sopra indicate, grazie ad un percorso organizzativo unico e condiviso con l’Area Vasta Centro. Tali obiettivi possono essere sintetizzati nei seguenti punti: istituire un gruppo di lavoro multi-specialistico e multi-professionale dedicato alla patologia oncologica dell’esofago; definire un percorso unico, diagnostico e terapeutico, per la presa in carico del paziente affetto da tumore dell’esofago; condividere e aggiornare le linee guida su tale argomento, sulla base delle evidenze scientifiche; concentrare la casistica, specialmente per quanto concerne il trattamento chirurgico di tale patologia (il che equivale a ridurre morbilità e mortalità peri-operatorie), avvalendosi delle più aggiornate tecniche diagnostiche,chirurgiche, interventistiche (endoscopiche e radiologiche) e rianimatorie; ridurre le fughe della patologia oncologica esofagea all’esterno dell’Area Vasta Centro e della Regione Toscana; sviluppare specifici progetti nell’ambito della formazione e della ricerca scientifica. In definitiva la Unità di Competenza per i tumori dell’esofagoverrebbe a rappresentare la base di partenza per la creazione di un centro di eccellenza dedicato alla cura delle malattie esofagee presso l’AOUC. Struttura La Unità di Competenza per i tumori dell’esofago coinvolge le seguenti discipline specialistiche e professioni sanitarie: Chirurgia GeneraleOncologica ad Indirizzo Robotico Altre SOD della disciplina Chirurgia Generale Chirurgia toracica Otorinolaringoiatria 5 Oncologia medica Radioterapia Radiologia diagnostica Radiologia interventistica Medicina Nucleare Gastroenterologia Endoscopia digestiva Pneumologia interventistica Anatomia patologica Anestesia e Rianimazione Medicina perioperatoria Nutrizione clinica Fisioterapia Foniatria Psiconcologia Terapia del dolore e cure palliative Eventuali altre specialistiche che possano essere successivamente coinvolte nel percorso. La Unità di Competenza per i tumori dell’esofago si avvale della collaborazione di tutte le professionalità sanitarie, con specifica esperienza, necessarie al percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo.Ha inoltre una specifica struttura professionale, deliberata dalla Direzione Aziendale, dotata di autonomia sulla gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici di patologia, ed in particolare: un coordinatore della Unità di Competenza per i tumori dell’esofago; un responsabile del GOM Esofago un gruppo di professionisti che includa almeno un referente per ognuna delle discipline specialistiche coinvolte. Data la relativa numerosità della casistica, viene attualmente proposto di associare formalmente la Unità di Competenza per i tumori dell’esofago alla Pancreas Unit, già strutturata ed operativa dal 2014 e coordinata dal Dr. Marco Farsi. Viene tuttavia identificato dalla AOUC un responsabile del percorso specifico esofageo, al quale è affidato anche il relativo GOM. Sarà mandato primario del coordinatoredella Unità di Competenza per i tumori dell’esofago, del responsabile GOM e degli altri professionisti definire la struttura organizzativa interna della Unità di Competenza per i tumori dell’esofago, le linee guida, il percorso diagnostico-terapeutico e le modalità di integrazione con le strutture dell’Area Vasta Centro. La sede è identificata presso il padiglione di San Luca dove sono ubicate le sale operatorie, i vari setting 6 assistenziali di degenza delle SOD di chirurgia generale, l’ufficio di programmazione chirurgica, l’endoscopia, la radiologia diagnostica ed interventistica, le oncologie mediche, la gastroenterologia e la medicina interna dedicata al percorso dei pazienti oncologici, le oncologie mediche, e la direzione del DAI Oncologico. Dal punto di vista dei flussi SDO tutta la casistica chirurgica è attribuita alla SOD Chirurgia Oncologica ad Indirizzo Robotico Figure e risorse professionali Coordinatore Pancreas Unit e Unità di Competenza per i tumori dell’esofago Dr. Marco Farsi Responsabile percorso e GOM esofago Dr. Andrea Coratti Chirurgia generale L’attività chirurgicaè assegnata allaSOD Chirurgia Generale Oncologica ad indirizzo Robotico (direttore Dr. Andrea Coratti) e sono autorizzati a svolgere la funzione di primo operatore i chirurghi con una casistica di almeno 10 interventi/anno resettivi sull’esofago (cut-off minimo per garantire expertise chirurgico). Gli stessi potranno svolgere la funzione di tutor per i colleghi, specie i più giovani,indirizzati alla chirurgia esofagea. Attualmente i chirurghi che raggiungono questa soglia di interventi sono: Dott Andrea Coratti. Altri chirurghi coinvolti: - Dr. Michele Di Marino, Dr. Bernardo Boffi; - Dr. Andrea Valeri, Dr. Paolo Prosperi, Dr. Alessandro Bruscino; - Prof. Paolo Bechi, Dr. Antonio Taddei; - Prof. Fabio Cianchi. Gli interventi sono effettuati nelle sale operatorie del Padiglione San Lucadove sono concentrate le sale per la chirurgia oncologica/maggiore e dove è localizzata la massima tecnologia chirurgica necessaria per questo tipo di interventi (chirurgia robotica e mini-invasiva avanzata, endoscopia digestiva diagnostica e operativa ecografia intraoperatoria). Le sale sono situate in prossimità della Terapia Intensiva e Subintensiva, indispensabili per la gestione del periodo post-operatorio precoce e di pazienti con eventuali complicanze chirurgiche. Chirurgia toracica La presenza della chirurgia toracica risulta presupposto fondamentale per la costituzione di una Unità di 7 Competenza per i tumori dell’esofago. Il chirurgo toracico, pur essendo importante anche nella gestione dei casi ordinari, diviene indispensabile per il trattamento di casi complessi (che possono richiedere procedure chirurgiche su polmone, trachea, bronchi o altre strutture anatomiche toraciche) e dei pazienti con complicanze chirurgiche. I chirurghi toracici che partecipano alla Esofago Unit sono: - Prof. Luca Voltolini; - Dr. Stefano Bongiolatti. Otorinolaringoiatria Analogamente alla chirurgia toracica, l’otorinolaringoiatria è specialistica indispensabile per la gestione di casi complessi o complicati, specialmente per quanto concerne le neoplasie dell’esofago cervicale e quelle di confine (ipofaringe). Altro compito importante è quello di contribuire alla stadiazione di malattia (in caso di neoplasie prossimali) e di identificare eventuali neoplasie sincrone delle alte vie respiratorie (in caso di carcinoma squamocellulare dell’esofago). Gli otorinolaringoiatri che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Prof. Oreste Gallo - Dr. Oliviero De Luca; - Dr. Roberto Santoro; - Dr. Massimo Squadrelli. Oncologia medica L’oncologia medica interviene necessariamente nella definizione iniziale della strategia terapeutica per i singoli pazienti, discussa e concordata in sede di GOM. Specifiche attività dell’oncologia medica riguardano il trattamento chemioterapico neoadiuvante o adiuvante; il trattamento chemioterapico a intento esclusivo nella malattia inoperabile e metastatica; il follow-up di malattia. Gli oncologi che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Francesco Di Costanzo; - Dr. Lorenzo Antonuzzo; - Dr.ssa Elisa Giommoni; - Prof. Enrico Mini; - Dr. Renato Tassi; - Prof.ssa Teresita Mazzei. Radioterapia Analogamente all’oncologia medica, la radioterapia interviene già nella definizione iniziale della strategia terapeutica per i singoli pazienti, discussa e concordata in sede di GOM. Specifiche attività della radioterapia riguardano il trattamento radioterapico neoadiuvante, eventualmente 8 integrato con chemioterapia; il trattamento radioterapico esclusivo per il tumore dell’esofago cervicale o per pazienti non candidabili a chirurgia; il trattamento palliativo a scopo antalgico, specialmente in caso di lesioni secondarie ossee; il follow-up di malattia. I radioterapisti che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Prof. Lorenzo Livi: - Dr. Pierluigi Bonomo. Radiologia diagnostica La radiologia svolge un ruolo fondamentale nella prima diagnosi, nella stadiazione e nel bilancio anatomico di malattia dei tumori esofagei. Altro compito importante è la diagnosi precoce delle complicanze postoperatorie, al fine di indirizzare e supportare la controparte clinica nel corretto e tempestivo trattamento delle stesse. Infine, ulteriore impegno della radiologia nell’ambito dei tumori esofageiriguarda il follow-up di malattia. Come attività collaterale, la radiologia diventa essenziale anche nello studio di patologie benigne e funzionali dell’esofago. In tutto ciò la radiologia si avvale delle apparecchiature tecnologiche più aggiornate in ambito di TC, RM, ecografia e radiologia tradizionale del tratto digestivo superiore. I radiologi che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Davide Beccani. Radiologia interventistica La radiologia interventistica svolge un ruolo di supporto fondamentale alla chirurgia, in particolare nella gestione delle complicanze postoperatorie. Altro compito essenziale riguarda la stadiazione di malattia, con esecuzione di biopsie profonde per via percutanea. I radiologi interventisti che partecipano alla Esofago Unit sono: - Dr. Massimo Falchini; - Dr. Ernesto Mazza; - Dr. Francesco Mondaini; - Dr. Michele Citone. Medicina nucleare La medicina nucleare interviene essenzialmente nel completamento di stadiazione e nel follow-up di malattia. I medici nucleari interventisti che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dott. Vittorio Briganti; - Dott.ssa Chiara Galli. 9 Gastroenterologia La gastroenterologia interviene essenzialmente nella fase iniziale del percorso, soprattutto per quanto concerne la corretta stadiazione di malattia mediante esco-endoscopia. Come attività collaterale, la gastroenterologia diventa indispensabile anche nello studio di patologie benigne e funzionali dell’esofago. In questo ambito rientrano anche attività di follow-up per condizioni precancerose quali l’esofago di Barrett, l’acalasia inveterata, i postumi da ingestione di caustici. I gastroenterologi che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Giuseppe Macrì (patologia digestiva superiore, patologia funzionale dell’esofago); - Dott.ssa Maria Rosa Biagini (eco-endoscopia); - Dott.ssa Monica Milla (eco-endoscopia); - Dott. Gabriele Lami (eco-endoscopia). Endoscopia digestiva e operativa L’endoscopia digestiva e operativa svolge un ruolo chiave nella prima diagnosi e nella definizione anatomica di malattia, nonché nella valutazione complessiva del tratto digestivo superiore e di quello inferiore (per la possibile necessità di impiego del colon nella ricostruzione post-esofagectomia). Altre attività fondamentali riguardano la gestione delle complicanze chirurgiche; il trattamento delle stenosi neoplastiche esofagee (temporaneo o definitivo); il trattamento delle sequele chirurgiche (stenosi anastomotiche, spasmo/stenosi pilorico). Gli endoscopisti chirurghi che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Roberto Manetti; - Dr. Riccardo Naspetti. Pneumologia interventistica L’endoscopia toracica ha un ruolo determinante nella stadiazione di malattia (soprattutto laddove vi sia sospetto di coinvolgimento secondario delle basse vie aeree), nonché nella valutazione complessiva del tratto respiratorio identificando eventuali neoplasie sincrone delle alte vie respiratorie (in caso di carcinoma squamocellulare dell’esofago). Altre attività fondamentali riguardano la gestione di specifiche complicanze chirurgiche che coinvolgano le vie aeree; il trattamento delle stenosi tracheo-bronchiali secondarie (neoplastiche o postchirurgiche). Gli endoscopisti toracici che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr.ssa Michela Bezzi; - Dr.ssa Sofia Romani. Anatomia patologica L’anatomia patologica interviene in tutte le fasi diagnostiche e terapeutiche che richiedano esame citologico o istologico. 10 La diagnostica patologica si avvale necessariamente di tecniche cito/istologiche standard, di immunoistochimica e di analisi molecolari. La refertazione viene ottimizzata sulla scorta di linee guida internazionali e di centri di riferimento. E’auspicabile lo sviluppo di un servizio di citologia “on-site” relativamente ai prelievi eseguiti in eco-endoscopia. Gli anatomo-patologi che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Prof. Luca Messerini; - Dr. Luca Novelli. Anestesia e rianimazione L’anestesia e rianimazione svolge un ruolo chiave nell’intero percorso chirurgico. La valutazione preoperatoria riveste un ruolo chiave nella selezione dei pazienti candidabili a chirurgia esofagea: la corretta indicazione è essenziale per l’abbattimento della mortalità perioperatoria. Inoltre, per il paziente candidato ad intervento chirurgico, è fondamentale un preciso percorso di preparazione, soprattutto per quanto concerne la performance e la riserva respiratoria. La fase intraoperatoria è estremamente delicata per la necessità di competenze anestesiologiche toraciche, per la lunghezza degli interventi e per la gestione del dolore. Analogamente la fase postoperatoria richiede competenze rianimatorie specifiche, sia per la gestione del paziente ordinario, sia per quello complicato. Infine un altro aspetto di competenza anestesiologica riguarda il posizionamento degli accessi venosi, specialmente nei pazienti che necessitino di supporto nutrizioinale. Gli anestesisti rianimatori che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Stefano Romagnoli; - Dr. Francesco Babbani. Medicina perioperatoria e terapia subintensiva La medicina perioperatoria gestisce la terapia subintensiva del padiglione San Luca ecoadiuva tutto il percorso chirurgico, collaborando con anestesisti rianimatori e chirurghi. Il suo ruolo più importante si nella fase postoperatoria, laddove il paziente necessiti di un passaggio intermedio tra la terapia intensiva e la degenza ordinaria. La gestione medica del paziente non si limita comunque al periodo di ricovero in terapia subintensiva, ma prosegue anche in degenza ordinaria qualora vi siano o emergano patologie di pertinenza internistica. Gli internisti che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Simone Galli; - Dr. Massimo Del Panta. Nutrizione clinica 11 Il primo compito specifico della nutrizione clinica riguarda la valutazione del rischio nutrizionale, che dovrà avvenire in ogni fase del percorso di cura (terapie neoadiuvanti, intervento chirurgico, periodo postoperatorio). Sulla scorta di tale valutazione sarà stabilito il programma nutrizionale più idoneo per il paziente, che potrebbe necessitare anche di supporto enterale o parenterale. La nutrizione clinica collabora inoltre allo sviluppo di specifici protocolli “fast track” per il recupero postoperatorio (ERAS, Enhanced Recovery After Surgery). I professionistiche partecipano alla Esofago Unit sono: - medico nutrizionista: Dr. Alessandro Casini; - dietiste: Lorena Sartini, Giovanna Alpigiano, Camilla Fiorindi. Fisioterapia Il ruolo della fisioterapia è determinante nel percorso di cura della patologia esofagea, sia dal punto di vista respiratorio, sia per quanto concerne la ripresa motoria post-chirurgica. La riserva funzionale respiratoria deve essere accuratamente valutata nel periodo preoperatorio in collaborazione con gli anestesisti, al fine di mettere in atto tutte le misure che possano aiutare il paziente ad affrontare l’intervento nella miglior condizione possibile. Anche l’assistenza postoperatoria dovrà iniziare precocemente per ridurre l’incidenza di complicanze respiratorie. I fisioterapisti che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Sig.ra Tognozzi Cristina; - Sig.ra Patrizia Brugnoli. Foniatria La foniatria interviene nel percorso di riabilitazione del paziente laddove vi siano disfunzioni di deglutizione e/o fonazione, eventi relativamente frequenti soprattutto nei pazienti che ricevano interventi estesi all’esofago cervicale. I professionisti della foniatria che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - medico: Dr. Salvatore Coscarelli; - logopedista: Odile Marie Le Saec. Psiconcologia La psiconcologia può intervenire durante tutto il percorso di diagnosi e cura del paziente affetto da neoplasia dell’esofago. Lo psicologo che partecipa alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago è: - Dr. Leonardo Fei. Terapia del dolore e cure palliative Compito della terapia del dolore e cure palliative è la presa in carico del paziente con malattia in fase avanzata, 12 laddove non sia più possibile un trattamento radicale. I medici di terapia del dolore e cure palliative che partecipano alla Unità di Competenza per i tumori dell’esofago sono: - Dr. Rocco Mediati; - Dr. Renato Vellucci. GOM esofago Il GOMesofago della AOUCè parte integrante della Esofago Unit: ad esso è assegnato il compito di stabilire il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti affetti da neoplasia dell’esofago. E’ composto principalmente dalle figure professionali che con maggior frequenza si trovano a prendere in carico il paziente affetto da neoplasia dell’esofago, specialmente per quanto concerne le tappe iniziali del percorso. Tutte le altre figure professionali della Unit potranno essere comunque coinvolte nel GOM qualora lo richiedano i singoli casi. Il GOM si riunisce con cadenza settimanale e redige apposita scheda di valutazione per ognuno dei casi discussi collegialmente: tale scheda entra a far parte della documentazione sanitaria del paziente. Composizione del GOM esofago Coordinatore GOM: Andrea Coratti Referenti GOM Disciplina Chirurgia generale ORL Professionisti Dr. Michele Di Marino Dr. Bernardo Boffi Dr. Paolo Prosperi Dr. Alessandro Bruscino Dr. Antonio Taddei Prof. Fabio Cianchi Dr. Oliviero De Luca Dr. Roberto Santoro Dr. Massimo Squadrelli 13 Oncologia Radioterapia Radiologia diagnostica Medicina nucleare Gastroenterologia e ecoendoscopia Endoscopia chirurgica Anatomia patologica Anestesia e rianimazione Nutrizione clinica Dr. Lorenzo Antonuzzo Dr.ssa Elisa Giommoni Dr. Renato Tassi Prof.ssa Teresita Mazzei Dr. Pierluigi Bonomo Dr. Davide Beccani Dr. Vittorio Briganti Dr.ssa Chiara Chelli Dr. Giuseppe Macrì Dr.ssa Maria Rosa Biagini Dr.ssa Monica Milla Dr. Michele Lami Dr. Riccardo Naspetti Prof. Luca Messerini Dr. Luca Novelli Dr. Stefano Romagnoli Dr. Francesco Babbani Dr. Alessandro Casini Lorena Sartini Giovanna Alpigiano Camilla Fiorindi Indicatori di percorso La Esofago Unit si propone alcuni indicatori di percorso per la valutazione obiettiva del proprio operato: tali indicatori potranno essere modificati successivamente, anche sulla scorta di standard internazionali, al fine di migliorare e ottimizzare il percorso di cura. Timing Breve termine: 1 anno Indicatore Tempo di attesa tra diagnosi e inizio trattamento Valutazione GOM Trattamento neoadiuvante preoperatorio (CHT/RT) Valutazione nutrizionale pre-trattamento (CHT, RT, chirurgia) Resezione R0 N. linfonodi esaminati sul pezzo operatorio Complicanze respiratorie Obiettivo < 30 giorni > 90% > 50% Note Standard da indicazioni regionali Da rivalutare in base alla casistica afferente > 70% > 90% Da 10 a 22 a seconda del T < 40% Riferimento: letteratura internazionale Standard da TNM – UICC Riferimento: letteratura internazionale 14 Medio termine: 2 anni Lungo termine: 3-5 anni post-chirurgiche Morbilità perioperatoria complessiva Mortalità perioperatoria Pazienti presi in carico dalla Unit Esofago Pazienti sottoposti a chirurgia resettiva nella Unit Esofago Sopravvivenza complessiva attesa a 5 anni < 60% Riferimento: letteratura internazionale < 5% > 30 casi/anno > 20 casi/anno Riferimento: letteratura internazionale Da rivalutare in base alla casistica afferente Standard minimo da indicazioni regionali: 10 casi 40% Riferimento: letteratura internazionale 15 ALLEGATO N. 4 UNITÀ DI COMPETENZA AOUC PER L’AVC TRATTAMENTO DEL TUMORE STROMALE GASTROINTESTINALE GIST 1 • Introduzione I tumori stromali gastrointestinali (GIST) sono sarcomi dei tessuti molli che originano dal tessuto mesenchimale nel tratto gastrointestinale. Sono tumori rari con una incidenza stimata del 1,5/100.000 /anno. L'età media di insorgenza è intorno ai 60-65 anni, negli uomini l’incidenza è superiore rispetto alle donne. I GIST pediatrici sono molto rari, caratterizzati dalla prevalenza nel sesso femminile, assenza di mutazioni KIT/PDGFRalfa, localizzazione gastrica multicentrica e metastasi linfonodali. Numerose sindromi sono associate ai GIST:- Neurofibromatosi-1 (associata a GIST wild type, sede nel piccolo intestino e multicentrico), - Triade di Carney caratterizzata da GIST gastrici, paragangliomi e condromi polmonari, - Sindrome di Carney-Stratakis: caratterizzata da mutazioni della linea germinale della Succinato deidrogenasi sub unità B (SDHB), C (SDHC) e D (SDHD) che portano ad una diade di GIST e paraganglioma. • Diagnosi I GIST possono insorgere in qualunque sede lungo il tratto gastroenterico, ma sono comuni nello stomaco (50%) e nel piccolo intestino (25%). Il colon (10%), l’omento e il mesentere (7%), l’esofago (5%) sono siti di malattia meno comuni. Una piccola percentuale dei GIST insorgono nel retroperitoneo, ma non evidenziano una chiara associazione anatomica con quelli del tratto gastrointestinale. Le metastasi epatiche e/o la disseminazione all’interno della cavità addominale sono manifestazioni cliniche comuni di malattia. Le metastasi linfonodali sono poco frequenti, così come è rara la diffusione al polmone o in altre sedi extra-addominali. Molti GIST sono diagnosticati clinicamente a causa dei sintomi che provocano, altri sono identificati all’autopsia. Il sospetto diagnostico di GIST avviene mediante esofagogastroduodenoscopia eseguita o per una sintomatologia aspecifica oppure a seguito di anemia acuta o cronica. Procedura di seconda istanza è l’ecoendoscopia (EUS), inoltre permette l’esecuzione di EUS-guided FNA (con ago 19-22G). L’aspirato, se in quantità sufficiente, consente di eseguire un’analisi imunoistochimica (CD117, CD34, smooth muscle actin SMA, S100). Per aumentare il potere diagnostico della EUS guided FNA si può ricorrere all’ l’EUS-guided core needle biopsy. Per lesioni della parete gastrointestinale la cui natura non è accertabile con le metodiche scarsamente invasive, la diagnosi di GIST può essere eseguita con l’asportazione della lesione per via endo-laparoscopica. La diagnosi istologica di GIST si basa sugli aspetti morfologici e sulla positività immunoistochimica per l’anticorpo CD117 (c-kit) della neoplasia. In circa il 5%-10% dei casi di GIST l’anticorpo CD117 non è espresso (GIST CD117 negativi), in questi casi per formulare la diagnosi si può utilizzare l’anticorpo per DOG1, oppure fare ricorso all’analisi mutazionale. Nella diagnosi istologica devono essere riportate la sede della neoplasia, la dimensione maggiore ed il numero di mitosi valutate su 5 mm2 . Il rischio di ricaduta viene valutato sulla base dell’indice mitotico, la dimensione del tumore, la sede del 2 tumore, i margini chirurgici e se è avvenuta la rottura del tumore. I sistemi usati sono quello di Fletcher 2002 e quello di Miettinen 2006. • Analisi molecolare La maggior parte dei GIST presentano mutazioni del gene KIT (80% dei casi) o del gene PDGFRα (10% dei casi). A fini terapeutici vengono ricercate nei casi selezionati le mutazioni del gene KIT a livello dell’esone 9 e 11. • Stadiazione Le tecniche di diagnostica per immagini nella valutazione dei GIST includono: endoscopia, ecografia endoscopica, tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica (RM), PET con FDG (fluorin-18fluorodeossiglucosio). La TC addome e pelvi con mdc rappresenta il gold standard nello studio dei GIST, in quanto svolge un ruolo importante non solo nella caratterizzazione della lesione, ma anche nella sua localizzazione, nell’estensione e nel follow-up. La RMN può essere un’alternativa. L’Ecografia endoscopica (EUS) è una tecnica utile per la diagnosi di lesioni di dimensioni < 2 cm, che solitamente sono riscontrate in modo incidentale. Tale tecnica è indicata per lo studio di alcuni distretti: esofago, stomaco, duodeno, ano-retto. I limiti intrinseci risiedono nel fatto che l’EUS può sottostimare l’estensione del tumore, con una sensibilità diagnostica per i GIST maligni che varia di caso in caso tra l’80% e il 100%. La PET assume un ruolo marginale nella diagnostica e nella stadiazione, ma l’acquisizione dell’attività metabolica delle lesioni può giustificare il suo utilizzo prima dell’inizio della terapia con Imatinib per valutare la risposta precoce al trattamento. • Terapia Nei casi di tumore primitivo asportabile radicalmente la chirurgia rappresenta il gold standard terapeutico; nelle lesioni voluminose o localizzate in sedi che richiedono interventi altamente demolitivi è da considerare una terapia neo-adiuvante con Imatinib (previa diagnosi istologica e analisi mutazionale) . Sebbene l’intervento chirurgico rappresenti la terapia di prima linea per i tumori stromali del tratto gastrointestinale, le recidive sono frequenti e si verificano in un tempo mediano di 24 mesi dall’intervento. La probabilità di ricaduta è funzione di alcune caratteristiche cliniche: dimensione del tumore, numero di mitosi, sede della malattia che definiscono le classi di rischio di ricaduta della malattia. I pazienti ad alto rischio (tumore di dimensioni > 5 cm, alto indice mitotico > 5 x HPF o alto rischio di ricaduta >50%) sono candidati ad un trattamento adiuvante con Imatinib per 3 aa, con un vantaggio nella sopravvivenza libera da recidiva e nella sopravvivenza globale. L’analisi mutazionale può essere di aiuto nel selezionare i pazienti che meglio possono beneficiare del trattamento ( le mutazione di PDGFRalfa D842V non sono sensibili in vitro né in vivo a Imatinib, anche per i wild type non vi è consenso se debbano essere trattati con terapia adiuvante). Imatinib, un inibitore del recettore tirosin-chinasico (TKI), è attualmente considerato la terapia standard per i GIST operati a significativo rischio di ricaduta, per le forme recidivate o metastatiche della malattia. La dose standard è 400 mg al die, ma in pazienti con mutazione dell’esone 9 di KIT è indicata la dose di 800 mg/die. Il trattamento deve essere continuato a tempo indeterminato dal momento che l’interruzione è seguita da una progressione tumorale rapida entro 6 mesi, anche quando le lesioni secondarie sono state asportate 3 chirurgicamente. Alla progressione l’approccio standard è l’incremento della dose di Imatinib a 800 mg/die. In caso di progressione o intolleranza a Imatinib il trattamento standard di seconda linea è il Sunitinib con un regime terapeutico di 50 mg_/die per 4 settimane ogni 6, anche se la schedule continuativa alla dose di 37,5 mg/die può essere efficace e ben tollerata e considerata una opzione ben individualizzata. Dopo Sunitinib uno studio randomizzato prospettico controllato con placebo ha dimostrato che il regorafenib è in grado di prolungare la sopravvivenza libera da progressione, attualmente il farmaco rappresenta l’indicazione terapeutica di terza linea. Il re-challenge con imatinib o il mantenimento con un inibitore tirosin kinasico è una opzione per i pazienti in progressione. Unità di Competenza GIST AOUC La rarità e la complessità della patologia in oggetto rendono necessaria una pianificazione multidisciplinare del trattamento dei pazienti con GIST all’interno di un network di collaborazioni con esperti di diverse discipline. Il modello organizzativo della UNIT permette la collaborazione strutturata dell’equipe multiprofessionale e multidisciplinare identificando specifici ambiti di competenza. L’istituzione di un Gruppo Oncologico Multidisciplinare dedicato alla patologia rappresenta il momento fondamentale di incontro con i professionisti esperti e rappresenta la sede opportuna di confronto. Il coordinamento del GOM spetta all’Oncologo medico come figura professionale di raccordo delle varie discipline integrate nella gestione della patologia in oggetto. Gli incontri devono essere fissati settimanalmente per permettere l’impostazione dell’iter di cura e la rivalutazione delle scelte terapeutiche durante il follow-up. Il paziente deve poter accedere ad un ambulatorio dedicato ai tumori rari con il professionista di riferimento (l’oncologo medico ed il chirurgo) che lo seguirà nelle varie fasi dell’iter di cura. Nel percorso del paziente con GIST devono essere identificati tutti i reparti di supporto necessari nella gestione delle patologia in oggetto. L’outcome di questi pazienti è fortemente condizionato dalla corretta stadiazione ed impostazione terapeutica ab inizio, pertanto la concentrazione della casistica in una unità di competenza permette di uniformare ed ottimizzare i percorsi diagnostici e terapeutici. Nel modello organizzativo della Rete Oncologica Regionale le Unità di Competenza sono strutture di riconosciuta professionalità, per la gestione di patologie oncologiche di alta complessità e hanno un ruolo strategico nell’iter diagnostico e terapeutico essendo presenti tutte le figure professionali necessarie per la gestione multidisciplinare. L’Unità di competenza collabora con le Unità Associate, nodi della rete dove vengono gestite fasi del processo diagnostico/terapeutico di media bassa/intensità, potendosi in essa effettuare trattamenti oncologici e radioterapici in accordo a quanto programmato nella UC, oltre al Follow-up. • Requisiti dell’Unità di Competenza: - Volumi di attività /volumi assistenziali della struttura/professionista valutati sulla base della casistica storicamente trattata e del potenziale bacino d’utenza - Presenza di un GOM (gruppo oncologico multidisciplinare ) dedicato - Requisiti strutturali e tecnologici della struttura (laboratori per analisi di biologia molecolare) 4 - Expertice del professionaita/equipe (compresa struttura di ricerca clinica) - Obiettivi La GIST Unit presso l’AOUC, in relazione ai requisiti di attività/tecnologici/expertice storici, oltre a garantire la gestione in equipe multidisciplinare del paziente con questa tipologia di tumore si pone come obiettivo quello di coordinare l’attività delle Unità Associate in un percorso diagnostico e terapeutico condiviso in AREA VASTA CENTRO: - MISSION: - Istituire un gruppo di lavoro multidisciplinare dedicato alla patologia del GIST - Definire un percorso unico diagnostico e terapeutico per la presa in carico del paziente adulto e pediatrico con GIST, integrato con il territorio (Medico di medicina Generale/Pediatra di libera scelta) - Condividere e aggiornare le linee guida sulla base delle evidenze scientifiche -Concentrare la casistica dei pazienti con GIST -Sviluppare specifici progetti nell’ambito della formazione coinvolgendo specialisti in formazione, medici di medicina generale/pediatri di libera scelta, specialisti coinvolti nella gestione della patologia in oggetto -Sviluppare specifici progetti nell’ambito della ricerca scientifica clinica per la patologia in oggetto - Struttura La GIST UNIT coinvolge le seguenti discipline specialistiche e professioni sanitarie: . Oncologia Medica . Chirurgia generale oncologica . Anatomia patologica . Gastroenterologia . Farmacologia clinica/Oncologia translazionale . Endocrinologia . Radiologia diagnostica . Radiologia interventistica . Medicina nucleare . Psiconcologia . Terapia del dolore e cure palliative Eventuali altre specialistiche che possano essere successivamente coinvolte nel percorso La GIST Unit si avvale della collaborazione di tutte le professionalità sanitarie, con specifica esperienza, necessarie al percorso diagnostico, terapeutico. La Gist Unit ha una specifica struttura professionale, deliberata dalla Direzione dotata di autonomia sulla gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici, si avvale di un responsabile coordinatore della GIST Unit, un gruppo di professionisti che includa almeno un referente per ognuna delle discipline specialistiche coinvolte. Sarà mandato dl responsabile e degli altri professionisti definire la struttura organizzativa interna della GIST Unit, le linee guida, il percorso diagnostico e terapeutico e le modalità di integrazione con le strutture di AREA 5 Vasta Centro. La sede è identificata presso il Padiglione San Luca - Responsabile Coordinatore Dr.ssa Gasperoni Silvia - Chirurgia L’attività chirurgica è svolta dalla SOD chirurgia generale Oncologica ad indirizzo robotico, (Direttore Dr Coratti) e dalla chirurgia generale, d’urgenza e mininvasiva (direttore Dr. Valeri), chirurgia d’urgenza e dell’apparato digerente ad indirizzo oncologico e funzionale (Prof Bechi), Chirugia Generale ed Endocrina (Prof Cianchi, Prof Bandettini) - Radiologia diagnostica e radiologia interventistica I radiologi che partecipano alla GIST Unit sono: - Prof Colangrande S - Dr. Mazza E. - Dr. Falchini M Apparecchiature disponibili: -TC multistrato - Risonanza Magnetica -Ecografia Competenze/attività specifiche Studio ecografico-TC-RMN dell’addome preoperatorio-postoperatorio Diagnosi, follow-up postoperatorio e rivalutazione strumentale dopo terapia medica: valutazione della risposta Biopsie eco-TC guidate Trattamenti locoregionali: Radiofrequenza, chemioembolizzazione Supervisione dell’attività svolta dagli altri colleghi Partecipazione ad incontri GOM e realizzazione percorso diagnostico facilitato - Medicina Nucleare Il medico nucleare di riferimento per la GIST UNIT è il Prof Pupi A. Apparecchiature disponibili: - PET - PET/TC Competenze/attività specifiche Studio PET basale e post terapia medica per valutazione precoce della risposta Supervisione dell’attività svolta dagli altri colleghi Partecipazione ad incontri GOM e realizzazione percorso diagnostico facilitato • Anatomia Patologica Gli anatomo patologi che partecipano alla GIST Unit sono: - Prof Messerini L 6 - Prof.ssa Comin C Competenze/attività specifiche Diagnosi istologiche su biopsia percutanea, diagnosi istologiche su pezzo operatorio, esami immunoistochimici di tipo diagnostico, test di biologia molecolare per fattori predittivi Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi Partecipazione alle riunioni GOM per discutere casi collegialmente • Endoscopia chirurgica Gli endoscopisti chirurghi che partecipano alla Unit - Dr Manetti R Competenze/attività specifiche Attività diagnostica con esofagogastroduodenoscopia, colonscopia, biopsia endoscopica, Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi Partecipazione alle riunioni del GOM per discutere casi collegialmente - Prof A. Galli Competenze/attività specifiche Endoscopia diagnostica gastroduodenale/colonscopia Partecipazione al GOM -Dr.ssa Biagini M - Dr.ssa Milla M Competenze/attività specifiche Ecoendoscopia Endoscopia diagnostica tratto gastroduodenale Competenze attività specifiche: studio morfologico delle lesioni gastroduodenali e tipizzazione citologica Partecipazione al GOM e realizzazione percorso diagnostico facilitato • Endocrinologia - Prof Mannelli M. Competenze/attività specifiche Gestione integrata forme sindromiche GIST parangliomi, analisi SDH in GIST KIT e PDGFRalfa WT. Partecipazione alle riunioni GOM • Genetica Medica - Prof Papi L. Competenze/attività specifiche Counseling genetico Partecipazione alle riunioni GOM • Farmacologia Clinica/Oncologia Translazionale - Prof Mini E 7 Partecipazione alle riunioni GOM • Oncologia Medica Gli oncologi che partecipano alla GISTunit sono: - Giommoni Elisa - Specialisti in formazione Competenze/attività specifiche - Consulenze oncologiche di pazienti ricoverati in altri reparti - Visite ambulatoriali/follow-up - Supervisione dell’attività condotta da altri colleghi - Partecipazione alle riunioni GOM • Radioterapia Prof Livi L Dr Bonomo P Competenze/attività specifiche - Trattamento stereotassico con Cyberknife - Partecipazione alle riunioni GOM per discutere collegialmente i casi • Psiconcologia: Lo psiconcologo che partecipa alla GIST unit è: - Dr Fei Partecipazione alle riunioni GOM • Terapia del dolore e cure palliative I medici di riferimento per la terapia del dolore e cure palliative dono - Dr. Mediati Rocco - Dr. Vellucci Renato - Dr. Lanini Jacopo Partecipazione alle riunioni GOM Professioni sanitarie La GIST UNIT si avvarrà della collaborazione di tutte le professionalità sanitarie con specifica esperienza, necessarie al percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo. GRUPPO ONCOLOGICO MULTIDISCIPLINARE GIST Il Gruppo oncologico multidisciplinare del GIST è composto dalle seguenti figure professionali: Oncologo medico, Chirurgo, Radiologo, Radiologo interventista, gastroenterologo, endoscopista/ecoendoscopista, Anatomo-patologo. E’ obbligatoria la compilazione della scheda di valutazione la cui redazione è a cura del GOM e che risulta parte integrante e sostanziale della documentazione sanitaria. 8 Percorso del paziente con GIST Il percorso del paziente oncologico con GIST inizia nel momento del sospetto diagnostico sia esso radiologico o istologico: la conferma diagnostica e la complementare valutazione multidisciplinare viene svolta, previ incontri collegiali settimanali. In questa sede viene programmata: a) ANALISI MUTAZIONALE eseguita in sede (AOU Careggi) con doppio controllo con l’Anatomia Patologica dell’Ospedale di Treviso coordinato dal Dr. Dei Tos nell’ambito della Rete nazionale tumori rari b) richiesta, ove necessaria, CONSULENZA GENETICA con la Prof Papi L. (AOU Careggi/Meyer) c) inserimento del paziente con GIST nel REGISTRO epidemiologico delle MALATTIE RARE (AOU Careggi/Meyer) d) programmazione degli esami di staging con un percorso dedicato e facilitato nella prenotazione, e/o programmazione esami diagnostici per valutare la riposta precoce alla terapia (PET/TC) con percorso dedicato e facilitato nella prenotazione (AOU Careggi) e) inserimento del paziente in PROTOCOLLI DI RICERCA con farmaci sperimentali (AOU Careggi) f) inserimento del dato clinico del paziente nel DATABASE REGIONALE condotto nell’ambito di uno studio osservazionale con finalità epidemiologica (AOU Careggi/Meyer). La STRATEGIA TERAPEUTICA viene impostata alla luce delle linee guida regionali promosse e condivise dal gruppo multidisciplinare dell’AOUC/MEYER, la terapia può essere eseguita a Careggi o nei singoli presidi di residenza dei pazienti (Unità associate). I pazienti saranno rivisti dall’Unità di Competenza per la rivalutazione trimestrale e discussi al’interno del GOM. Viene rilasciata documentazione di supporto ai trattamenti impostati e lettera informativa per il MEDICO DI MEDICINA GENERALE e/o il PEDIATRA di riferimento per condividere la gestione del paziente nelle singole fasi del percorso di cura. Durante la fase dei controlli di FOLLOW-UP condotti nei singoli presidi, viene richiesta un ulteriore valutazione multidisciplinare durante una delle riunioni collegiali programmate, per impostare iter di cura alla progressione. Indicatori di percorso e di esito GIST UNIT AOUC Volumi di attività GOM Attività Expertice di ricerca N. diagnosi N. riunioni N. -Numeroeventi protocolli formativi istologiche/aa multidisciplinari/aa N. N. pazienti discussi al attivi regionali/AV/aziendali laboratorio GOM/aa sulla biologia N. molecolare/aa GOM di AV analisi pz valutati al patologia specifica - Aggiornamento linee guida 9 N. casi trattati guida (chirurgia/terapia medica) Progetti di ricerca La struttura è Centro di Riferimento per lo studio osservazionale con finalità epidemiologica sui GIST Registro GIST ITT. Partecipa allo studio internazionale REGISTRI: (Protocollo ISG-Registri: Fase II open label multicentric prospectiuve trial for the use of Regorafenib as first line treatment for pz with kit/pdgfr wt gist. Pubblicazioni Raccomandazioni cliniche per la diagnosi e cura dei tumori stromali gastrointestinali GIST. Coordinatori: Francesco Di Costanzo, Silvia Gasperoni Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Oncologia Medica- Firenze. Settembre 2008 Raccomandazioni cliniche per la diagnosi e cura dei tumori stromali gastrointestinali GIST.Coordinatori: Francesco Di Costanzo, Silvia Gasperoni Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Oncologia Medica- Firenze. Settembre 2009 Raccomandazioni cliniche per la diagnosi e cura dei tumori stromali gastrointestinali GIST.Coordinatori: Francesco Di Costanzo, Silvia Gasperoni Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Oncologia Medica- Firenze. Agosto 2010 Manuale pratico di oncologia. Fondamenti per il medico non oncologo. S. Gasperoni. Cap. 2.1 Epatocarcinoma pg 3.1, cap 12.0 Tumori stromali gastrointestinali (GIST) pg 148, cap. 12.1 tumori neuroendocrini (TNE) pg 151, 2011 Volume. Raccomandazioni cliniche per la diagnosi e cura dei tumori stromali gastrointestinali GIST.Coordinatori: Francesco Di Costanzo, Silvia Gasperoni ITT-Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Azienda ospedaliera Universitaria Meyer. 2012 Criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per patologie oncologiche rare e/o complesseITT- Regione Toscana. Gruppo di Coordinamento Regionale del progetto: Coordinatore (Prof DiCostanzo Francesco, Oncologo Medico), segretario (Dr.ssa Gasperoni Silvia, Oncologo Medico), 27/6/2011.4 Delibera Giunta Regionale n 32. Criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per patologie oncologiche rare e/o complesseITT- Regione Toscana. Percorso del paziente con GIST. Gruppo di patologia GIST. Coordinatore: Prof. G. 10 Bevilacqua. Segretario: Dr.ssa Gasperoni S. 14/11/2013 Gastrointestinal Stromal Tumour (GIST): surgical treatment and medical therapy. Comandone A, Gasperoni S, Manetti R, Tonelli P. Chapter 8, pg 115-127; May 2013. DGR 618/2015: raccomandazioni cliniche per la diagnosi e cura dei tumori stromali gastrointestinali GIST nel paziente pediatrico e adulto. S. GASPERONI QUADERNO DI CULTURA MEDICA: Medicina narrativa e tumori rari. IN PRESS 2016. S. Gasperoni, Bernini G, Lanini J, Vellucci R. Eventi e Convegni Firenze, 20 novembre 2008: Integrazione multidisciplinare nella gestione del paziente con tumore stromale gastrointestinale. Terapia medica della malattia metastatica: ruolo centrale delle targhet therapy. Progetto GIST del Dipartimento Oncologico dell’AOUC. In qualita di relatore e coordinatore del congresso. Firenze, 2 ottobre 2009. Aspetti controversi nella strategia terapeutica dei GIST. Gruppo Oncologico Multidisciplinare Azienda Ospedaliera Careggi. Presentazione del progetto multidisciplinare dell’AOUC. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Firenze, 10 giugno 2010. Percorsi diagnostico terapeutici per i pazienti con tumore stromale gastrointestinale GIST. In qualità di relatore. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Firenze, 10 Giugno 2010. Incontro con i pazienti e l’associazione Italiana AIG. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Firenze 12-13 novembre 2010. III congresso del gruppo oncologico chirurgico cooperativo italiano. Terapie mediche innovative in oncologia. Terapia adiuvante e della malattia metastatica nei GIST In qualità di relatore. Firenze 17 novembre 2010. Conferenza telefonica con i pazienti Associazione Italiana GIST: Novità sul trattamento dei GIST. In qualità di relatore. Firenze 14 giugno 2011. Advisory board GIST. In qualità di relatore. Firenze, 28 giugno 2011. Incontro tra clinico e patologo: i tumori stromali gastrointestinali (GIST), il carcinoma del colon-retto. La terapia medica dei GIST. In qualità di relatore. Firenze, 23 marzo 2012. Up date del trattamento dei GIST e prospettive di ricerca. Aggiornamento delle linee guida aziendali/regionali sulla diagnosi e terapia dei GIST e istituzione di un percorso di condivisione dei protocolli di ricerca a livello regionale. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Firenze, 21-23 febbraio 2013, Master class in oncologia tumori GI. GIST: cosa un oncologo dovrebbe sapere. Algoritmo ragionato nella malattia avanzata. In qualità di relatore Pisa, 28 febbraio 2013. Malattie rare senza frontiere. In qualità di relatore. Praga, 14-15 maggio 2013. Archeologist IV summit. In qualità di relatore. Prato, 20 maggio 2013. L’oncologia medica dei tumori rari. In qualità di relatore. Firenze, 17 giugno 2013. GIST e Tumori rari. Percorso diagnostico-terapeutico nella pratica clinica. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Firenze 13 settembre 2013. GIST/NET: Approccio integrato in un percorso multidisciplinare. In qualità di 11 relatore Roma Camera dei Deputati Palazzo Marini 19 settembre 2013. Patologie rare in oncologia Tumori rari: fondamenti scientifici ed aspetti legislativi. In qualità di relatore Lucca 15 novembre 2013. ITT I percorsi per la patologia oncologica rara e/o complessa: unità di competenza, volumi, expertice e dotazione tecnologica. In qualità di relatore Firenze, 23 gennaio 2014. GIST e Tumori rari. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. (evento macroregionale Umbria, Toscana, Lazio, Sardegna) Roma 27-28 gennaio 2014. Conferenza nazionale Europlan. Roma 9 giugno 2014. Tumori rari in Itali:sorveglianza e valutazione dell’accesso a diagnosi e trattamento. Ministero della Salute-Istituto Superore di Sanità In qualità di relatore Roma, Ministero della Salute. Membro del Gruppo tecnico di lavoro DM 14/2/3013 Tumori rari. 7 maggio 2014 Roma, Ministero della Salute. Membro del Gruppo tecnico di lavoro DM 14/2/3013 Tumori rari. 4 Luglio 2014 Roma, Ministero della Salute. Membro del Gruppo tecnico di lavoro DM 14/2/3013 Tumori rari. 13 Ottobre 2014 Roma, Ministero della Salute. Membro del Gruppo tecnico di lavoro DM 14/2/3013 Tumori rari. 21 Aprile 2015 Firenze: 28 febbraio 2015 giornata mondiale malattie rare. In qualità di relatore Firenze 10 Aprile 2015. GIST: DALLE EVIDENZE SCIENTIFICHE ALLA PRATICA CLINICA. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. (Toscana, Umbria, Sardegna, Lazio) Bologna 22 giugno 2015: PRACTICE. In qualità di relatore. Firenze: 2 ottobre 2015: Medicina narrativa e tumori rari. In qualità di relatore e coordinatore scientifico. Roma 2 febbraio 2016: UP DATE sui GIST. In qualità di relatore Firenze 29 febbraio 2016: giornata mondiale delle malattie rare (poster) Milano 16 Aprile 2016. AIG: gruppo multidisciplinare e multicentrico GIST. In qualità di relatore. 12