L’ASSESSMENT TERAPEUTICO Come l’utilizzo collaborativo dei test psicologici favorisce il cambiamento dei clienti Filippo Aschieri Centro Europeo per l’Assessment Terapeutico, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano Alessandro Crisi Istituto Italiano Wartegg, “Sapienza” Università, Roma Patrizia Bevilacqua Centro Europeo per l’Assessment Terapeutico, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano Indice 1.L’Assessment Terapeutico..................................................... 3 La ricerca sull’Assessment Terapeutico.................................... 4 I passaggi o step dell’AT con clienti adulti................................ 5 2.Il caso di Marcella.............................................................. 10 La raccolta delle domande di assessment.............................. 11 Somministrazione dell’MMPI-2 e analisi dei risultati................ 15 Preparazione della seduta di discussione e riepilogo................ 22 Seduta di discussione e riepilogo......................................... 25 Follow-up......................................................................... 31 3.Conclusioni....................................................................... 33 4.Bibliografia....................................................................... 34 3 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 1. L’Assessment Terapeutico L’Assessment Terapeutico (AT) è un percorso clinico semi-strutturato di conoscenza e di intervento adatto ad approfondire e modificare i problemi di adulti (Finn, 1994, 1996), coppie (Finn, 2005) famiglie con bambini e/o adolescenti (Smith, Handler e Nash, 2010; Tharinger et al., 2009). Originatosi in un contesto teorico di riferimento umanistico e collaborativo, Fischer (2002) sottolinea come esso miri a rendere i punteggi dei test rilevanti per la vita dei clienti, utilizzandoli per fare luce sulle loro attuali preoccupazioni, paure, debolezze, punti di forza e blocchi. Nell’assessment collaborativo i clienti sono coinvolti come co-investigatori e co-partecipanti nelle valutazioni, e il clinico mira a supportare il loro coinvolgimento invitandoli quanto più possibile a porre domande su cosa desiderino esplorare durante il lavoro di assessment. L’Assessment Terapeutico rappresenta una particolare modalità di valutazione psicologica collaborativa che, attraverso una ricostruzione della storia personale del cliente, ne prende in considerazione i punti di forza, le problematiche, le relazioni e le esperienze significative mettendo al centro sia ciò che emerge nella relazione con il clinico sia quanto emerso dai dati dei test. Questi ultimi possono essere utilizzati non solo per classificare o fare diagnosi in senso tradizionale, o per valutare gli effetti di un trattamento, quanto a scopo terapeutico con la convinzione che i test rappresentino uno strumento adatto per sostenere l’“insight” Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 4 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it da parte del paziente, per provocare una riflessione e creare le condizioni per un cambiamento e una ricostruzione del suo vissuto. Nel caso di clienti adulti, l’assessment assume una valenza terapeutica in quanto sostiene un diverso modo di vedere sé, gli altri e le proprie relazioni, mira all’integrazione di emozioni dissociate e quindi alla riscrittura della narrazione di sé in senso più armonico, coerente e compassionevole. La ricerca sull’Assessment Terapeutico Negli ultimi anni un numero crescente di studi conferma l’efficacia dell’approccio collaborativo all’assessment e dell’Assessment Terapeutico inteso come intervento a sé stante con clienti adulti (Finn e Tonsager, 1992; Newman e Greenway, 1997; Ackerman, Hilsenroth, Baity e Blagys, 2000), con coppie (Durham-Fowler, 2010), famiglie con bambini (Tharinger et al., 2009), con famiglie con adolescenti (Smith, Handler e Nash, 2010) e nei confronti di problematiche che vanno da comportamenti autolesionistici (Ougrin, Ng e Low, 2008) a sintomi internalizzanti (Aschieri e Smith, 2012), a sintomi esternalizzanti (Smith et al., 2010), all’attaccamento disorganizzato (Smith e George, 2012), al grave trauma evolutivo (Tarocchi, Aschieri, Fantini e Smith, 2013). I protocolli di soggetti che sono accompagnati a sviluppare collaborativamente obiettivi personali per l’assessment mostrano MMPI-2 più aperti e validi (Gazale, Aschieri, Finn e Chudzik, 2011). In sede di feedback la discussione collaborativa dell’MMPI-2, rispetto al suo utilizzo tradizionale, porta ad un miglioramento maggiore sia della Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 5 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it sintomatologia, sia del livello di sofferenza e dell’autostima nei clienti (Finn e Tonsager, 1992; Newman e Greenway, 1997). Le informazioni della valutazione sono incorporate ed elaborate più facilmente quando sono comunicate in accordo con la visione che i clienti hanno di loro stessi e quando essi sono coinvolti attivamente come collaboratori nell’interpretazione dei risultati (Schroeder, Hahn, Finn e Swann, 1993; Hanson, Claiborn e Kerr, 1997). Inoltre, la partecipazione ad un assessment condotto secondo principi collaborativi favorisce una migliore relazione con l’assessor e una maggiore alleanza terapeutica nell’eventuale presa in carico successiva all’assessment (Ackerman et al., 2000; Hilsenroth, Ackerman, Clemence e Strassle, 2002; Hilsenroth, Peters e Ackerman, 2004). Infine, sulla base di una estensiva rassegna della letteratura, la meta analisi di Poston e Hanson (2010) conferma che l’assessment, inteso come intervento terapeutico, ha un effetto significativo e positivo sui clienti (Cohen’s d = .423). I passaggi o step dell’AT con clienti adulti L’AT di clienti adulti prevede che il clinico sviluppi due processi paralleli. Il primo è connesso con la cura delle relazioni con l’inviante e con il contesto in cui si sviluppa l’AT. Il secondo è connesso all’AT vero e proprio che conta 6 passaggi, o step, descritti nel dettaglio da Finn (2009). Per quanto riguarda il contesto dell’AT, infatti, elementi quali la corretta preparazione del cliente, la cura della relazione con l’eventuale inviante, l’esplorazione delle tematiche connesse alla privacy e agli aspetti di Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 6 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it conflitto di interesse del cliente e del sistema in cui il clinico è chiamato ad operare sono di estrema importanza sull’esito dell’assessment stesso. L’ampiezza e la complessità di tali aspetti non possono essere trattate in questa sede e si rimanda a Aschieri (2012) e a Finn (2009) per un approfondimento di come le aspettative legate al setting, alla relazione con il terapeuta inviante e alla motivazione del cliente possano essere riconosciute e trattate negli assessment di clienti adulti. Rispetto invece alla struttura dell’AT, ciascuno degli step può essere svolto in una o più sedute in base alle esigenze cliniche del caso. Inoltre, in molte occasioni, è possibile che non siano necessari tutti i passaggi previsti dalla sua forma completa (si veda, ad esempio, Aschieri e Smith, 2012). L’AT prevede i seguenti step: 1) seduta iniziale per la raccolta delle domande di assessment; 2) somministrazione dei test standardizzati selezionati in funzione delle domande di assessment; 3) seduta intervento; 4) seduta di discussione e riepilogo; 5) invio al cliente di una lettera scritta che riassume i principali riscontri dell’assessment e le risposte alle domande; 6) una seduta di follow-up a due/sei mesi dalla seduta di discussione e riepilogo. In ragione della tipologia delle domande e della quantità di test necessari, il percorso può durare da 2 a 9/10 sedute. Nei casi più Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 7 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it brevi il cliente formula le proprie domande, risponde a un test selfreport autosomministrato e incontra nella seconda seduta il clinico per rispondere alle proprie domande di assessment. Nei casi più lunghi è possibile somministrare differenti strumenti di indagine psicologica, affiancando ad essi sedute di psicoterapia di sostegno. Nella prima seduta, attraverso la formulazione di domande di assessment da parte del cliente, vengono messi in luce gli obiettivi che egli stesso desidera raggiungere attraverso l’assessment, e gli viene attribuito un ruolo di attivo osservatore degli eventi esterni ed interni alle sedute che possono aiutarlo a rispondere ai propri obiettivi assieme al clinico. Tipicamente, l’assessment può affrontare domande che riguardano il mondo interno del cliente (“come mai non riesco a prendere delle decisioni importanti?”), il suo funzionamento cognitivo (“come mai non riesco a concentrarmi e a svolgere bene il mio lavoro?”), le sue preoccupazioni (“come mai nessun medico riesce a trovare una causa per il mio mal di stomaco? potrebbe essere un fattore psicologico?”) e i suoi vissuti nei rapporti con i familiari (“perché quando mia mamma mi chiede di aiutarla io le rispondo male?”) o con altre persone significative (“come mai ogni volta che incontro qualcuno poi non riesco ad avere una relazione stabile?”). I test standardizzati, introdotti nella seconda fase e scelti di volta in volta in funzione delle esigenze e delle domande presentate, hanno un ruolo centrale: sono valorizzati in quanto permettono al clinico di comprendere emotivamente, empaticamente, i dilemmi del cambiamento (Papp, 1983) e i conflitti che, di volta in volta, impediscono al soggetto o Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 8 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it al sistema di evolversi in modo più soddisfacente. L’integrazione di aspetti nomotetici e risvolti ideosincratici dei dati (Aronow, Reznikoff e Moreland, 1995; Aschieri, 2012) permette al clinico di ottenere dei riscontri solidi e validi circa gli aspetti del funzionamento del soggetto, declinati di volta in volta attraverso le sue parole ed esperienze nella realtà della sua vita relazionale e affettiva. Una volta che il clinico ha sufficienti elementi a disposizione, nella terza fase delle sedute-intervento vengono predisposte delle condizioni esperienziali che permettono di esplorare, in seduta e insieme al cliente, alcuni dei punti problematici e dei nodi del suo funzionamento. Le tecniche utilizzate a tal scopo sono come detto molteplici (cfr., ad esempio, Fisher, 1994) e questa fase risulta essere tra le più complesse e utili dell’intera valutazione. Il clinico può approfondire le ipotesi costruite sulla base dei test standardizzati e dei colloqui precedenti e supportare la presa di coscienza di risultati e di dinamiche che altrimenti sarebbero difficilmente integrate dal cliente. Quest’ultimo può d’altro canto utilizzare le sedute-intervento per comprendere il significato dei risultati dei test e per sviluppare connessioni tra le dinamiche emerse in seduta e le proprie esperienze di vita, e iniziare ad esplorare con il clinico soluzioni nuove e più adattative ai problemi che lo affliggono. La fase successiva, di discussione e riepilogo, ha come obiettivo una revisione e una risignificazione dei dati, dei temi, e delle esperienze fin lì raccolte condivise con il cliente, che ne sostenga un aumento dell’autostima e del senso di efficacia personale (Finn, 2009). Il Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 9 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it momento del feedback è infatti molto importante sia in relazione alla soddisfazione degli utenti della valutazione, sia rispetto all’utilità che essi traggono dalle nuove informazioni su di sé (Finn e Bunner, 1993; Shroeder et al., 1993; Finn, 1996). La presentazione dei riscontri è seguita da una attenta riflessione in cui viene valutata la facilità con cui essi possono essere integrati, elaborati, discussi e messi in pratica dal cliente. Grazie alle domande poste inizialmente e all’ambiente di contenimento e attaccamento sicuro offerto dalla relazione con il clinico, possono essere affrontati sia temi relativamente noti al cliente sia aspetti di sé nuovi o del tutto sconosciuti. Le considerazioni e gli elementi discussi sono raccolti in una lettera scritta (quinta fase) che nuovamente risponde alle domande iniziali in modo riassuntivo ed esplicito in modo da rendere più stabili le rielaborazioni e le soluzioni nuove identificate nell’assessment (Finn e Tonsager, 1992). Nel finale incontro di follow-up (sesta fase) sono, infine, affrontati in genere temi legati ai cambiamenti acquisiti, sviluppati o perduti nell’interazione con l’ambiente al termine dell’assessment. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 10 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 2. Il caso di Marcella Il modello dell’AT viene di seguito illustrato attraverso il caso di Marcella1. Marcella, 21 anni, è una studentessa universitaria che decide di chiedere una consultazione al Centro Europeo per l’Assessment Terapeutico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore su indicazione del suo medico di base. Quando ricevo la telefonata di Marcella concordiamo che l’assessment si comporrà di due sole sedute: una in cui raccogliere le domande di assessment e una per discutere i risultati dell’MMPI-2, il test che abbiamo concordato per rispondere ai suoi quesiti. Marcella ed io abbiamo anche stabilito telefonicamente che ci sarebbero stati anche altri cambiamenti rispetto al modello completo presentato nella prima parte del capitolo: non era prevista la lettera di resoconto scritto dell’assessment, mentre abbiamo concordato un incontro gratuito di follow-up, a due mesi dalla seduta di discussione e riepilogo dei risultati. Il nome e tutti i dettagli non indispensabili alla comprensione del caso sono stati modificati per proteggere la privacy della cliente. 1 Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 11 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it La raccolta delle domande di assessment Durante la seduta iniziale di un AT, clinico e cliente definiscono le domande a cui il cliente vorrebbe trovare risposta durante il percorso. Le domande individualizzate di assessment identificano gli obiettivi del cliente e supportano il coinvolgimento del suo io osservante (Finn, 2009) fornendo al clinico un’indicazione su quali aspetti di sé e delle relazioni il cliente è più predisposto a mettere in discussione. La raccolta delle domande di assessment tende a ridurre l’atteggiamento difensivo del cliente, poiché comunica che il raggiungimento dei propri obiettivi dipende dall’apertura con cui risponde ai test e comunica anche, implicitamente, che il campo di indagine del clinico è circoscritto alle informazioni rilevanti per rispondere a ciò che maggiormente sta a cuore al cliente. Le domande di assessment rappresentano così la base del contratto terapeutico e assumono un valore particolare, in quanto possono essere impiegate come “porte aperte” (Finn, 2009) attraverso cui introdurre e problematizzare caratteristiche del funzionamento del cliente altrimenti difficilmente comunicabili. Nella seduta di raccolta delle domande di assessment, l’attività del clinico è volta a raccogliere informazioni sul contesto in cui si sviluppano i problemi identificati dalle domande. Vengono regolarmente approfonditi i temi legati allo sviluppo dei problemi nel tempo (es.: “da quando le succede che…?”), quali situazioni li esacerbano o moderano (es.: “in quali contesti è peggio…?”; “in quali situazioni sente che il problema Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 12 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it è meno…?”), quali sono gli episodi, se ce ne sono, in cui il cliente si aspettava di incontrare problemi mentre non si sono presentati, quali tentativi di risoluzione ha adottato nel tempo e che esito hanno avuto. Inoltre vengono indagate le idee e le credenze dei clienti sulla natura delle proprie difficoltà, per esempio invitandoli a rispondere dal loro punto di vista alle proprie domande di assessment. Per Marcella il problema centrale che aveva motivato la richiesta di consulenza era legato ai suoi ultimi risultati universitari. Negli ultimi due semestri non era riuscita a superare un esame curriculare sebbene lo avesse preparato, a suo dire, con molta attenzione. Affranta e visibilmente delusa di se stessa, quando le chiesi rispetto a quali domande avrebbe voluto un aiuto attraverso l’assessment, disse che voleva capire meglio cosa ci fosse che la bloccasse e se ci fosse qualche cosa che lei poteva fare per superare il suo blocco. Decisi quindi di raccogliere ulteriori informazioni sul “contesto” in cui si era sviluppato il blocco con l’esame che l’aveva portata in consultazione. Prima di questo esame, nelle precedenti prove sia universitarie sia al liceo, riferì di non aver mai avuto problemi particolari. Sebbene non avesse mai conseguito risultati eclatanti (“non sono mai stata la prima della classe”) le insegnanti – prima – e i professori universitari in seguito, avevano sempre riconosciuto e premiato il suo impegno e la sua dedizione allo studio. Quando le chiesi in che cosa differivano questo esame e le altre prove, mi disse che, probabilmente, la differenza maggiore tra le esperienze precedenti e quella dell’esame era connessa all’atteggiamento del professore. Durante le lezioni Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 13 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it era stata più volte interpellata e si era sentita spesso in difetto per non sapere come rispondere davanti alla classe. Nei tre appelli in cui aveva provato a sostenere l’esame, la parte peggiore era stata sempre l’orale con il professore: specie nell’ultimo esame, di poco precedente al colloquio, si era sentita incapace di parlare, con la bocca secca, e di non essere riuscita ad evitare di sudare e arrossire. Nelle settimane precedenti agli ultimi due esami, aveva iniziato a sviluppare sintomi fisici sempre più frequentemente anche a casa, mentre ripeteva gli argomenti studiati, addirittura con capogiri alla sola idea di dover rifare l’esame. Chiesi quindi a Marcella cosa aveva fatto per provare a superare la paura dell’esame e mi disse che aveva cercato il professore, andandogli a parlare negli orari di ricevimento, per farsi conoscere “per quella che è” e dimostrargli la sua buona volontà e le sue capacità, formulando osservazioni, commenti e richieste di spiegazioni specifiche. L’esito di questa strategia, messa in atto in particolar modo tra la prima bocciatura e la seconda, non ha soddisfatto Marcella, che in realtà si era sentita ulteriormente squalificata dalle risposte del professore. Quest’ultimo l’aveva rimandata ad una sua assistente per le domande tecniche e si era mostrato particolarmente sbrigativo e poco disposto ad ascoltarla. Così, anche per capire se ci fosse nel proprio modo di studiare qualche cosa di sbagliato, Marcella aveva iniziato a prepararsi studiando con due sue compagne di corso, che ospitava a casa propria, per ripetere e confrontarsi sugli argomenti dell’esame. Al momento dell’orale, Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 14 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it benché le sue colleghe avessero una media inferiore, e riconoscessero che lei era quella che sapeva meglio gli argomenti d’esame, entrambe erano state promosse. Marcella mi disse che da quel momento si era sentita ancora più bloccata e confusa, come sbagliata in qualche parte di sé, senza capire bene cosa poter fare e in che direzione cercare di cambiare. Marcella riferì però di sentirsi a proprio agio con se stessa in molte cose, e di essere una persona tendenzialmente “generosa”: era animatrice di un gruppo di bambini in oratorio e aveva frequentato un gruppo scout fino all’inizio dell’università (“poi non ce la facevo con i tempi e dopo essere rimasta indietro con i primi esami, adesso partecipo solo alle iniziative e non ne organizzo più”). Riflettendo sulle relazioni in tali contesti distingue i rapporti tra pari, in cui spesso si era sentita sfruttata da altri che, o per incapacità o per pigrizia, facevano fare a lei la loro parte del lavoro, dai rapporti con i superiori o con i suoi “ragazzi”, in cui era sempre stata apprezzata per l’energia e la forza di volontà. L’origine più frequente della delusione era, a suo dire, il non vedersi restituire lo stesso impegno e dedizione che lei metteva nelle relazioni e nelle attività comuni. Riportava più occasioni in cui il suo entusiasmo iniziale era stato disilluso da comportamenti “cinici ed egoisti” delle persone che avevano condiviso con lei l’idea iniziale. Per evitare il ripetersi di queste delusioni una delle strategie messe in campo era stata quella di pensare sin da subito che, in realtà, i suoi Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 15 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it sogni e i suoi progetti con gli altri non sarebbero davvero andati in porto, ma comunque di apparire sempre più energica e motivata per favorire l’ingaggio e il coinvolgimento degli altri. Tra le situazioni in cui si sarebbe aspettata di essere delusa, e ciò non è avvenuto, riferisce di un esame dai contenuti molto difficili, in cui si era aspettata il peggio fino a quando il docente l’aveva fatta accomodare e, con poche battute, le aveva permesso di sentirsi a proprio agio ed esprimersi al meglio. Somministrazione dell’MMPI-2 e analisi dei risultati I test standardizzati sono scelti, di volta in volta, come si è già detto, in funzione delle domande di assessment e mirano a mettere il clinico in condizioni di comprendere emotivamente, empaticamente, i dilemmi del cambiamento (Papp, 1983) e i conflitti che impediscono al soggetto, o al sistema, di esprimersi o evolversi in modo più soddisfacente. Nella maggior parte dei casi, un assessment con un cliente adulto include sia un test di personalità self-report sia uno o più test proiettivi, anche se il tipo o il numero di test dipende – come già detto – dalla tipologia delle domande formulate dal cliente e dagli accordi presi inizialmente rispetto ai tempi e ai costi del percorso. Nell’AT con l’MMPI-2 è opportuno seguire alcune procedure specifiche di presentazione del test (Finn, 1996; Levak, Siegel e Nichols, 2011). Introdotto a conclusione della seduta di raccolta delle domande, viene generalmente enfatizzato che: Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 16 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 1) il valore dell’MMPI-2 risiede nella vastità di ricerche che permettono di conoscere dettagliatamente moltissime caratteristiche di chi lo compila; 2) il test contiene una varietà di affermazioni che potrebbero non essere coerenti con il motivo per cui il soggetto è in consultazione, ma l’eterogeneità è connessa alla variabilità di scopi per cui il test viene impiegato; 3) lo scopo per cui viene impiegato nella specifica occasione è rispondere alle domande di assessment del cliente; 4) è importante che il soggetto si mantenga attento e vigile nel rispondere, e quindi può fare delle brevi pause se lo desidera; 5) la sincerità e l’onestà nel rispondere a ciascuna affermazione sono indispensabili per comprenderlo correttamente; 6) in molti casi alcune affermazioni possono avere risposte dubbie e occorre pensare a come è “generalmente” per il soggetto; 7) è molto difficile che l’esito di una singola scelta influenzi in modo drammatico l’esito del test ed è importante rispondere a tutte le affermazioni, segnando semmai quelle a cui è stato più difficile rispondere, per poterne discutere insieme nella successiva discussione dei risultati; 8) il “vero” valore dei risultati dei test sta nella discussione, al termine, con il soggetto, e il suo apporto nel rifiutare, modificare, o confermare i risultati è indispensabile per produrre una conoscenza accurata del suo funzionamento; 9) i risultati dell’MMPI-2 ci permettono di avere una sorta di “mappa”, il cui vantaggio è ridurre il tempo necessario a capire chi è la Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 17 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it persona che risponde al test, ma ogni contributo che il soggetto vorrà dare alla sua interpretazione sarà della massima importanza per capirlo davvero nella sua individualità e soggettività. In sede interpretativa, posta la variabilità di approcci nell’analizzare e nel trarre inferenze dall’MMPI-2, occorre sottolineare l’importanza di impiegare i riscontri empirici del test per tratteggiare una o più ipotesi complessive sui principali dilemmi di cambiamento o blocchi evolutivi che impediscono al soggetto di esprimersi o evolversi in modo soddisfacente. Le formulazioni complessive, una sorta di concettualizzazione del caso, permetteranno di ipotizzare le risposte alle domande di assessment, che verranno discusse e approfondite nell’ultima parte dell’assessment, la seduta di discussione e riepilogo. Il protocollo di Marcella mostrava un innalzamento delle scale di coerenza VRIN (punteggio grezzo = 9) e TRIN (punteggio grezzo = 10). Alla luce delle sue difficoltà, è possibile ipotizzare che Marcella non riuscisse o non sapesse come mantenersi sufficientemente coerente nel rispondere alle richieste dell’esterno, specie quando non aveva ben chiaro cosa gli altri si aspettassero da lei. Le scale di validità sembravano suggerire che Marcella fosse poco in contatto con se stessa per via della differenza tra la sua scala F (T = 59) e la scala Fb (T = 47). Se la prima indicava un moderato livello di distress, la seconda suggeriva che consapevolmente Marcella tendeva a sottostimare, o sotto riportare (underreporting), il peso o l’impatto delle sue problematiche. Questo atteggiamento non sembrava però deliberatamente addotto per ben figurare o impressionare Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 18 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it positivamente il clinico (K = 51; L = 42), quanto piuttosto legato alle sue caratteristiche di personalità (cfr. fig. 1). 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 VRIN TRIN F Fb K L Figura 1: Protocollo di Marcella all’MMPI-2: scale di validità La propensione a negare l’esistenza di problemi psicologici era l’indicazione più forte che emergeva dall’analisi delle scale cliniche (codetype 3-7; 3 = 72 T; 7 = 70 T). Secondo Levak et al. (2011), le persone con code type 3-7 tendono ad avere alti standard e ad impegnarsi quanto più possibile per evitare di essere criticate. Alla base dei loro problemi sono presenti solitamente bisogni di dipendenza inappagati e sentimenti di inadeguatezza. Cercano approvazione e conforto nel giudizio degli altri e possono sviluppare relazioni di dipendenza, in cui sono vissute come eccessivamente richiedenti e bisognose. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 19 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Tendono a denegare le emozioni negative e l’aggressività, risultando poco assertive e ottenendo quindi meno di quanto potrebbero dalle proprie performance. Sono particolarmente vulnerabili alle critiche e al giudizio negativo, ma soprattutto, temono il potenziale abbandono da parte dell’altro. La ricerca costante di approvazione e rassicurazione è accompagnata infatti dalla paura che l’espressione di rabbia o di desideri “egoistici” possa essere punita con l’abbandono. Pensando che l’abbandono sia connesso alle proprie espressioni aggressive e sessuali, queste persone limitano il proprio ventaglio comportamentale inibendone la comparsa e spesso convertono somaticamente le emozioni che non possono esprimere altrimenti. Levak e colleghi ipotizzano che alla base di questi comportamenti delle persone che mostrano un code-type 3-7 ci siano delle esperienze infantili con caregiver potenzialmente violenti o aggressivi, rispetto a cui per proteggersi venivano messi in atto comportamenti di ricerca spasmodica di approvazione. Il secondo risultato più rilevante del MMPI-2 di Marcella era il valore estremamente basso della Scala 5 (Mf-f; T = 35) (cfr. fig. 2). Friedman, Lewak, Nichols e Webb (2001) suggeriscono che donne con valori così bassi tendono a essere legate al ruolo e agli interessi tradizionalmente connessi al genere femminile quali solidarietà, dedizione al prossimo, lealtà e sensibilità, e aggiungono che tale orientamento valoriale può rendere difficile porre freni alle persone che si pongono in una posizione di dominanza e controllo su di loro. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 20 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 Hs D Hy Pd Mf-f Pa Pt Sc Ma Si Figura 2: Protocollo di Marcella all’MMPI-2: scale cliniche Pensai quindi che Marcella, di fronte all’esame universitario con un docente vissuto come aggressivo e spaventante, sentisse particolarmente difficile esprimere le proprie capacità. Era di fronte a un interlocutore in una posizione di potere, che non riconosceva il suo valore e forse viveva come fastidiose le sue richieste di accettazione e apprezzamento. Era possibile che nel cercare di superare l’esame le strategie abituali di coping di Marcella, centrate sul mantenere relazioni armoniche con gli altri ponendosi in una relazione di inoffensiva dipendenza da loro, enfatizzando i propri sforzi volti alla loro gratificazione, e minimizzando l’espressione dei propri desideri personali a cui sono anteposti quelli altrui, andavano a discapito del raggiungimento dei propri obiettivi. Per Marcella sarebbe forse stato Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 21 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it necessario percorrere altre modalità di reazione a una situazione così spaventante per lei come l’esame con quel docente. Per farlo, però, avrebbe dovuto reintegrare l’aggressività che molto probabilmente era stato necessario dissociare durante lo sviluppo. Quello che era probabilmente stato adattativo nel suo contesto familiare di crescita era di fronte all’esame un fattore che la limitava. La narrazione nucleare che aveva dato senso ed organizzato le sue percezioni e relazioni sociali sembrava suonare come “se sarò remissiva e generosa gli altri mi gratificheranno con il loro apprezzamento ed accettazione, e se qualcuno si arrabbia con me il modo migliore per risolvere la cosa è non reagire ma cercare di ristabilire un buon clima”. Di fronte all’esame tale narrazione si scontrava con un contesto in cui, viceversa, era necessario stabilire un rapporto più assertivo con il professore, al limite utilitaristico, proprio come avevano fatto le sue due compagne di studio. Sulla base dell’MMPI-2 era però possibile ipotizzare che per Marcella mostrarsi sicura della propria preparazione e non sentirsi in pericolo fosse una opzione mai percorsa prima. Tale opzione probabilmente richiamava in superficie le tensioni aggressive dissociate la cui espressione poteva provocare una reazione ancor più traumatizzante da parte dell’interlocutore. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 22 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Preparazione della seduta di discussione e riepilogo Prima di incontrare il cliente per la seduta di discussione e riepilogo, nell’AT molta attenzione viene rivolta a cogliere dai test ciò che può essere utile: • per formulare ipotesi interpretative utili al cliente; • per comunicare i riscontri immediatamente comprensibili e praticabili dai soggetti allo scopo di affrontare le problematiche che li affliggono. I contenuti dei test impiegati per rispondere a ciascuna domanda di assessment sono organizzati secondo la loro coerenza con la rappresentazione che il cliente ha attualmente di sé e del problema (Finn, 1996). Diverse ricerche, infatti, hanno raccolto evidenze empiriche a sostegno della cosiddetta self-verification theory (Swann, 1996). La self-verification theory sostiene che la reazione di un soggetto a informazioni che lo riguardano è tanto più aperta quanto inizialmente presenta una conferma della visione che egli ha di sé, e tanto più utile quanto, successivamente, presenta informazioni moderatamente discrepanti rispetto alla visione iniziale di sé. Nell’Assessment Terapeutico, la discussione e il riepilogo dei risultati dei test iniziano riportando le cosiddette “informazioni di livello 1” (Finn, 2009). Si tratta di informazioni congruenti con la visione che i clienti hanno di se stessi e che, quindi, possono facilmente venir accettate, nel momento in cui vengono comunicate. Solitamente, partendo da queste informazioni, per i clienti è più facile ascoltare gli altri riscontri, Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 23 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it le cosiddette “informazioni di livello 2 e 3”. Le informazioni di livello 2 sono informazioni relativamente divergenti dall’idea che i clienti hanno di loro stessi e che possono modificare e/o ampliare il loro modo usuale di pensarsi. Incorporare tali informazioni nello schema che i clienti hanno di sé comporta una moderata dose di ansia, ma è improbabile che possano minacciare gli assunti su cui si fonda l’identità personale del cliente. Nella parte conclusiva della seduta vengono introdotte, in relazione al livello di apertura del cliente e alla sua capacità di elaborazione cognitiva ed affettiva, le informazioni di livello 3: informazioni fortemente discordanti da come i clienti vedono se stessi e i loro problemi. La seduta di discussione e riepilogo mira a presentare i risultati dei test: • adattando il linguaggio, il tono e gli esempi su ciascun cliente; • dialogando con il cliente, chiedendo se ritiene che i risultati siano esatti, sollecitando esempi e invitandolo a modificare i risultati che non ritiene esatti; • ridefinendo i risultati, usando le metafore e simboli propri di ciascun cliente, così come sono emersi dal colloquio e dagli eventuali test proiettivi; • accettando il disaccordo sull’accuratezza di un risultato da parte del cliente; • prevedendo, sulla base dei test, i segnali che indicano che il cliente sta per essere sopraffatto dalle informazioni e sviluppa reazioni difensive ai contenuti discussi (chiusura, rifiuto, dissociazione, passaggio all’atto, ecc.). Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 24 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it L’obiettivo della seduta di discussione e riepilogo con Marcella era discutere con lei come i risultati dell’MMPI-2 potessero aiutarla a comprendere cosa la bloccava nell’esame. L’elemento centrale della risposta alla sua domanda era connesso alla sua difficoltà ad utilizzare in modo adattativo delle risposte assertive. Affrontare in modo più deciso l’esame era in conflitto con due atteggiamenti profondamente radicati in lei: cercare approvazione attraverso comportamenti affiliativi e covare un profondo atteggiamento pessimistico sotto il suo atteggiamento volto invece a denegare le caratteristiche depressive e aggressive proprie e delle relazioni. Levak e colleghi (2011) e Finn (1996, 2009) descrivono in dettaglio la modalità di presentazione dei riscontri dell’MMPI-2 in corrispondenza alle differenti tipologie di risultati nell’MMPI-2. In un caso come quello di Marcella, il profilo delle scale cliniche indicava di utilizzare un linguaggio semplice, concreto, adatto a una persona il cui MMPI-2 la dipingeva facilmente sopraffatta dalle emozioni, poco propensa a riflettere in termini psicologici, ma piuttosto a innescare reazioni difensive basate sul diniego o sul soffermarsi ossessivamente su dettagli irrilevanti. Per evitare le massicce reazioni difensive connesse alla facilità con cui Marcella poteva essere sopraffatta dai sentimenti, sarebbe stato consigliabile ordinare i riscontri partendo dalle risorse e dai punti di forza connessi al profilo 3-7 (tra cui l’ottimismo, il valore attribuito al mantenere relazioni serene, la sensibilità rispetto alle reazioni degli altri). Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 25 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Sarebbe poi stato utile passare a discutere dell’ansia derivante dal cercare di mantenere sempre le relazioni in tono positivo e di come l’ansia potesse esprimersi a volte in modi indiretti (ad esempio attraverso il corpo) e concludere inserendo i riscontri più profondi e potenzialmente lontani dalla sua consapevolezza. Tra essi la paura del rifiuto e dell’abbandono, la dissociazione della rabbia e come tali caratteristiche potevano essere retaggio dell’adattamento a un ambiente familiare in cui l’espressione di emozioni come la rabbia o la tristezza avrebbero portato a un allontanamento e/o a una punizione da parte delle figure di attaccamento. Eventuali indicazioni terapeutiche potevano essere focalizzate sull’analisi e sul riconoscimento degli antecedenti cognitivi negativi e pessimistici ai comportamenti remissivi e rinunciatari, sulle distorsioni cognitive e sulle credenze irrazionali che sostenevano le aspettative interpersonali e sull’espressione dell’assertività. Seduta di discussione e riepilogo Nell’AT, specie nei casi di assessment brevi (in cui viene impiegato solamente un test, come ad esempio l’MMPI-2), la seduta di discussione e riepilogo può essere introdotta riprendendo gli scopi dell’assessment (quali domande saranno oggetto della discussione), ma soprattutto ristabilendo un clima di collaborazione e sostegno rivolto a facilitare l’attivazione del cliente nella discussione dei risultati. In seguito, sulla base della preparazione della seduta, è possibile procedere Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 26 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it alla discussione dei risultati, con particolare attenzione alle reazioni difensive e di sovraccarico emotivo prognosticate dai risultati dei test (Finn, 1996). Marcella arrivò alla seduta di discussione e riepilogo molto preoccupata e raccontando che pochi giorni prima aveva incrociato a lezione il docente, a cui stava pensando di chiedere la tesi di laurea. La richiesta di diventare una sua tesista poteva essere un altro tentativo affiliativo, e questa ulteriore dimostrazione del suo disperato bisogno di sentirsi apprezzata mi diede un’ulteriore misura di quanto fosse davvero disposta a fare tutto quanto le era possibile per dimostrargli il proprio valore. Parlammo quindi della sua dedizione quasi incrollabile nella possibilità di risolvere le cose spendendosi per l’altro, e Marcella fu disponibile a considerare il costo che avrebbe potuto comportarle, in termini emotivi, fare la tesi di laurea con quel docente. Marcella mi chiese quindi se nel test ci fossero delle indicazioni che potevano aiutarla a uscire dalla “paralisi” in cui si trovava e così decidemmo di iniziare rispondendo alla sua domanda di assessment: “Come mai non riesco a superare l’esame orale? Cosa mi blocca?”. Introdussi la risposta alla sua domanda descrivendo le risorse delle persone il cui profilo MMPI-2 era un code type 3-7: Marcella si riconobbe subito, e si disse non solo estremamente attenta a mantenere buon rapporti con gli altri, ma di avere sempre avuto una particolare sensibilità per cogliere le loro emozioni, specie quando negative, nei suoi confronti. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 27 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Pensai dunque di connettere con questa sensibilità l’ansia che deriva dall’essere sempre attenti alle reazioni ed ai desideri degli altri. Marcella si disse d’accordo: se, da un lato, la sua sensibilità la faceva essere apprezzata da moltissime persone (i suoi superiori nel gruppo degli scout), dall’altro aveva il costo di tenerla sempre un po’ “sulle spine”, incapace di rilassarsi e di sentirsi soddisfatta di quanto fatto. Assessor: “e mi chiedo se è la stessa ansia di quando sei all’esame orale con il professore” Marcella: “nella vita di tutti i giorni mi avviene in piccolo… all’orale è amplificato… sono bloccata, con un groppo alla gola, all’inizio mi capitava anche a casa. Qualche volta nei giorni prima, mentre mi immaginavo l’esame… ma adesso, pur con tutto il tempo che è passato, è diventato quasi sempre così” A: “è davvero un incubo avere un esame che porta a sentirsi così!” M: “sì” A: “e questo grafico [mostrando le scale cliniche], di cui parlavamo prima, dice che le persone che hanno queste due elevazioni sono anche incrollabilmente ottimiste… e forse adesso questo orale a cui sembra non ci siano soluzioni rischia di essere così frustrante anche perché ti fa sentire che l’ottimismo non funziona bene in questa situazione” M: “esatto! non so più come fare, perché davvero mi spendo e mi spendo, ma con questo esame è tutto inutile” Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 28 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it A: “secondo te quanto si vede, dal di fuori, che stai male?” M: “pochissimo, voglio dire, io tendo sempre a mantenere il sorriso, anche con Sara e Claudia [le amiche con cui aveva preparato l’ultimo esame] credo che ancora adesso non lo sappiano che ci sono rimasta male per come è andata” A: “esatto, e alcuni studi suggeriscono che le persone che hanno queste due elevazioni qui tendono a non esprimere quando sono giù, o stanno male, può essere così anche per te?” M: “direi di no… quando io sto male, mi vengono i problemi a respirare, o inizio a sudare, lo si vede da fuori!” A: “sì, ma rispetto alle emozioni, ad esempio quando sei giù o arrabbiata, questo lo si percepisce? Dicevi che Sara e Claudia…” M: “beh, no, quello no… mi capita poco, e come dicevamo l’altra volta, semmai mi rimbocco le maniche il doppio!” A: “e hai qualche ipotesi sul perché alle persone, che come te hanno questi risultati, succede di non sentirsi tanto di dire ‘ma cavolo, perché mi stai facendo questo, non me lo merito!’” M: “no, non mi sembra di dirlo spesso… non so perché”. Parlai quindi di come, secondo alcune teorie sull’MMPI-2, le persone che hanno un code-type 3-7 abbiano imparato a non esprimere le proprie emozioni, temendo che queste potessero fare allontanare gli altri. E aggiunsi che forse questo rappresentava un rischio Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 29 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it particolarmente grave, per delle persone come lei per le quali era così importante essere apprezzate e tenute in considerazione. Marcella inizialmente fu indecisa rispetto a quanto queste teorie descrivessero accuratamente l’esperienza che aveva di sé. A: “è una cosa che fai spesso? [dire a qualcuno come ti senti quando stai male]” M: “Noo! [ride]” A: “ ti ringrazio davvero molto della fiducia di averlo fatto con me!” M: “[ride]” A: “per chi ha questo profilo al test, con in più questa scala qui così bassa [Scala 5] arrabbiarsi, e farlo vedere, è un’esperienza rara, e quando capita è veramente brutta, perché poi c’è il sentirsi in colpa, con l’idea che gli altri te la faranno pesare o peggio ti toglieranno quello che ti avevano dato… è in qualche modo vero anche per te?” M: “ sì, infatti io evito di litigare…” A: “ma a volte può essere utile arrabbiarsi, non solo per litigare, anche solo per difendersi” M: “io faccio come nella pubblicità…. prevenire è meglio che curare! [ride]”. Discutemmo quindi di come in quel momento, di fronte all’esame orale, lei si trovasse davanti ad un dilemma di cambiamento (Papp, Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 30 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 1983), ossia una situazione in cui ogni sviluppo le sembrava impossibile perché le alternative avevano dei costi che le rendevano impercorribili. Marcella da un lato avrebbe potuto continuare a mantenersi remissiva e dipendente dagli altri per paura di essere abbandonata, al costo di non raggiungere molti degli obiettivi che si era posta nella vita. D’altra parte, avrebbe potuto provare ad integrare la propria aggressività ed utilizzarla assertivamente, ma ciò sarebbe avvenuto con il costo di rischiare di essere vista come una persona non degna di essere amata e voluta. Al momento, ciò che bloccava Marcella era l’impossibilità di accedere a una modalità di “lotta” di fronte alle situazioni di pericolo, forte della consapevolezza che la propria risposta non avrebbe scatenato l’altro e non l’avrebbe portata ad essere ri-traumatizzata. Parlammo quindi delle differenti reazioni che tutti gli esseri viventi hanno automaticamente di fronte al pericolo: la lotta, la fuga e il congelamento, e di come in molti casi quando le esperienze ci insegnano che non è possibile lottare perché l’avversario è troppo forte, e non si può fuggire, bloccare ogni espressione di sé è una soluzione non solo sensata ma forse quella che garantisce l’esito migliore. Marcella autonomamente mise in connessione che a fronte di un avversario che si mostra congelato, un predatore perde di interesse. Marcella disse però di sentirsi spaventata dall’idea di porsi un po’ più “a muso duro” durante l’esame. Nel colloquio passammo quindi a esaminare cosa poteva voler dire porsi in modo assertivo all’orale, in modo da potersi difendere, senza che l’ampiezza della propria reazione all’aggressività del docente facesse alzare ulteriormente il livello dello scontro. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 31 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Marcella ed io ci concentrammo insieme per: a) esaminare i pensieri automatici che si attivavano in lei prima di iniziare l’interrogazione; b) identificare altri episodi in cui invece era riuscita ad anticipare positivamente una prova pensando in modo convinto alle proprie capacità; c) estendere tali pensieri anche alla situazione dell’esame. Provammo infine a “mettere in scena” con un gioco di ruolo tali acquisizioni, scambiandoci i ruoli di docente e alunno che difende la propria posizione senza stimolare un innalzamento dell’aggressività dell’altro. Al termine della seduta, discutemmo anche di cos’altro poteva fare per migliorare la capacità di difendersi in modo attivo ed essere più a suo agio con l’espressione dei propri sentimenti. Tra le proposte che le feci, Marcella mi disse che stava da tempo essa stessa pensando di partecipare a delle attività teatrali organizzate da uno degli animatori dell’oratorio e che, in caso si fosse trovata ancora bloccata con l’esame, mi avrebbe ricontattato per iniziare una consulenza più approfondita. Follow-up Nell’AT, lo scopo del follow-up è monitorare l’effetto delle indicazioni terapeutiche fornite sui problemi inizialmente lamentati, rispondere alle domande eventualmente sviluppate dal cliente a seguito della consultazione, ri-utilizzare i test per costruire altre risposte alle nuove domande. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 32 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it Marcella mi disse di aver superato l’esame e di aver scelto di fare la tesi con quel professore. Al momento del follow-up aveva già incontrato una volta il professore per definire l’argomento ma non aveva sentito disturbi fisici né prima né durante il colloquio. Non aveva ancora seguito l’idea di frequentare gli incontri di teatro perché, benché conoscesse le persone che vi partecipavano, pensava non facesse per lei mostrare aspetti intimi di sé davanti a tanta gente. Ad alcuni mesi di distanza dall’ultimo colloquio, al momento della stesura di questo scritto, contattata per chiedere la liberatoria per l’utilizzo dei suoi dati, Marcella mi ha detto di essere a pochi esami dalla laurea e di sentirsi molto più a suo agio con quello che un tempo era il temuto professore. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 33 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 3.Conclusioni La somministrazione dell’MMPI-2 fornisce un’occasione importante per sostenere rilevanti sviluppi nella vita dei clienti. In particolare, all’interno dell’Assessment Terapeutico, tale potenzialità è messa a frutto grazie a linee guida semistrutturate e tecniche che ne massimizzano l’efficacia. L’attenzione nel favorire un’esperienza di attaccamento sicuro con il clinico, il rispetto per il cliente come esperto della propria via, la sensibilità nel fornire un’esperienza di scaffolding al cliente mentre elabora nuove modalità di pensare a se stesso ed alle proprie difficoltà, la pazienza richiesta per non traumatizzare il cliente con informazioni potenzialmente destabilizzanti che non possono essere al momento affrontate, e il coraggio nell’accompagnare i clienti verso l’integrazione di emozioni dolorose che hanno dovuto dissociare, permettono a chi si occupa di assessment psicologico di affrontare con curiosità ogni nuovo invio, ed evitare la standardizzazione delle pratiche di valutazione e il loro effetto potenzialmente deumanizzante sui clienti. Con la collaborazione di Psicologi @ Lavoro, Soluzioni per il Marketing dello Psicologo Sito web: http://www.psicologialavoro.it Facebook: https://www.facebook.com/marketing.psicologo.psicoterapeuta 34 gli ebook di Hogrefe Editore www.hogrefe.it 4. Bibliografia Ackerman, S.J., Hilsenroth, M.J., Baity, M.R. e Blagys, M.D. (2000). Interaction of therapeutic process and alliance during psychological assessment. Journal of Personality Assessment, 75, 82-109. Aronow, E., Reznikoff, M. e Moreland, K.L. (1995). The Rorschach: Projective technique or psychometric test? Journal of Personality Assessment, 64, 2, 213-228. Aschieri, F. (2012). Epistemological and ethical challenges in standardized testing and collaborative assessment. Journal of Humanistic Psychology, 52, 350-368. Aschieri, F. e Smith, J.D. (2012). The effectiveness of an adult Therapeutic Assessment: A single-case time-series experiment. 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