Medicina felina, Anno 1, n. 1, Aprile 2001
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Approccio diagnostico
al gatto con vomito
STANLEY I. MARKS
BVSc, PhD, Dip. ACVIM (Internal Medicine, Oncology), Dip. ACVN
l segno clinico primario associato
alla disfunzione gastrica è il vomito. Questo può anche accompagnarsi a malattie che colpiscono altre parti del tratto gastroenterico o
altri organi addominali. Quando trova origine all’interno dell’apparato
digerente, il vomito può essere dovuto ad infiammazione, infezione, ostruzione, disordini della motilità o neoplasie a carico dello stomaco, del piccolo intestino o, meno comunemente,
del colon. Gli altri disturbi che possono essere associati all’emesi sono
rappresentati da affezioni epatiche,
renali e pancreatiche, peritonite,
ipoadrenocorticismo, ipertiroidismo,
chetoacidosi diabetica, piometra,
neoplasia, intossicazioni e anomalie
del sistema nervoso centrale.
I
FISIOPATOLOGIA
Il vomito è un riflesso che segue
vie nervose collegate mediante sinapsi allo specifico centro del bulbo. Le
componenti essenziali dell’arco riflesso sono i recettori viscerali di faringe, stomaco, duodeno, digiuno,
fegato, cistifellea ed altri organi addominali, le fibre nervose afferenti vagali e simpatiche, la zona chemiorecettoriale scatenante (CRTZ) localizzata
all’interno dell’area postrema e sensibile alle sostanze veicolate dal sangue
(tossine uremiche, morfina, chemioterapici), il centro del vomito, che riceve gli impulsi provenienti da neuroni vagali e simpatici, CRTZ, apparato vestibolare e corteccia cerebrale.
Indipendentemente dallo stimolo, il
centro del vomito dà inizio al complesso atto dell’emesi. La stimolazione dei recettori sensoriali periferici è
determinata da infiammazione, ulce-
razione, irritazione o distensione degli organi addominali. Il ruolo della
corteccia cerebrale come stimolo per
il vomito nel cane è discutibile. La
sollecitazione del centro del vomito
esita in impulsi nervosi efferenti che
raggiungono la muscolatura addominale, lo stomaco, il tratto distale dell’esofago ed il diaframma attraverso i
nervi spinali, parasimpatici vagali e
frenici. Perché si attui l’arco riflesso
del vomito è necessario che l’innervazione dei muscoli addominali e del
diaframma sia intatta, mentre quella
parasimpatica dell’esofago e dello
stomaco non è indispensabile. In seguito alla stimolazione efferente,
l’antro dello stomaco ed il tratto craniale del duodeno si contraggono,
spingendo il contenuto gastrico nel
corpo del viscere. Nello stesso tempo, i muscoli longitudinali del tratto
distale dell’esofago si contraggono,
spostando il segmento addominale
dell’organo e lo sfintere gastroesofageo nella cavità toracica. Ciò consente al contenuto dello stomaco di passare nell'esofago. La contrazione dei
muscoli addominali e del diaframma
spinge il contenuto gastrico in direzione orale attraverso un esofago
flaccido. Il vomito è associato ad
eventi prodromici come i conati e la
salivazione. Si osservano anche contrazioni addominali. Il riflesso del vomito deve essere attentamente compreso e valutato al fine di differenziarlo dal rigurgito e per prescrivere,
su base razionale, gli antiemetici.
PIANO DIAGNOSTICO
Il passo più critico durante la valutazione iniziale del vomito nei piccoli
animali è differenziare il vero vomito
dal rigurgito. La tosse associata all’asma felina od alla bronchite cronica
viene spesso descritta come vomito da
molti proprietari di gatti. Anche i conati e la disfagia sono occasionalmente
confusi con il vomito o il rigurgito. L’espulsione di un materiale di colore
giallo suggerisce la presenza di contenuto duodenale striato di bile e quindi
indicativo di vomito. Il rigurgito è un
processo passivo caratterizzato dall’evacuazione degli alimenti di provenienza faringea e/o esofagea. In questo
caso, non si osservano i segni premonitori caratterizzati dai conati e dalle
contrazioni addominali. Il successivo
passo importante è determinare se l’animale è colpito da un problema autolimitante o cronico e/o potenzialmente
letale. Questa valutazione si basa su
una completa indagine anamnestica e
su un accurato esame clinico, sull’esperienza e sulla conoscenza delle diagnosi differenziali del vomito. Il segnalamento dell’animale può risultare utile per stabilire un ordine di probabilità
delle possibili cause. I corpi estranei lineari sono particolarmente comuni nei
felini ed i gattini non vaccinati sono
predisposti alla panleucopenia. Sulla
base delle considerazioni relative al segnalamento del paziente, l’anamnesi
deve essere concentrata sullo status
vaccinale, sugli eventuali viaggi e sulle
recenti modificazioni della dieta. La
sequenza, la frequenza e la progressione dei segni clinici aiutano il veterinario a determinare la gravità del problema e la necessità o meno di effettuare
ulteriori indagini diagnostiche. È necessario anche valutare i problemi di
natura medica verificatisi in precedenza, i dati anamnestici relativi alla somministrazione di farmaci e la possibile
ingestione di sostanze tossiche o corpi
estranei. L’aggravamento del vomito in
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Approccio diagnostico e terapeutico al gatto con vomito
In questo gatto, affetto da vomito, sulla base dei risultati della gastroduodenoscopia e della biopsia è
stata diagnosticata un’infiammazione intestinale.
seguito ad una particolare dieta aumenta le probabilità che si tratti di
un’intolleranza o un’allergia alimentare. Il vomito che si verifica nell’immediato periodo postprandiale è di solito
indicativo di iperalimentazione, eccitazione o disordini del corpo dello stomaco o dello iato esofageo. Al contrario, l’espulsione di cibo non digerito o
parzialmente digerito a distanza di 8 o
più ore dal pasto è compatibile con un
disordine della motilità gastrica distale
(corpo, antro e piloro).
L’anamnesi può segnalare la somministrazione di farmaci (acido acetilsalicilico, ibuprofen) o l’esposizione
ad agenti chimici (fertilizzanti, insetticidi) in grado di causare il vomito
acuto. La presenza di una lieve diarrea può indicare un errore alimentare
o una parassitosi gastroenterica (ascaridi nei gattini o una giardiasi). Nei
pazienti con vomito autolimitante l’esame clinico spesso non evidenzia
nulla di particolare, anche se i gatti
colpiti da episodi acuti possono essere portati alla visita con leggera depressione e disidratazione di grado
lieve o moderato. L’esame della bocca
e delle strutture faringee fornisce
spesso indicazioni utili a stabilire la
patogenesi del problema (mucose itteriche, corpi estranei lineari, alito
uremico o ulcere). L’addome deve essere accuratamente esaminato mediante palpazione per evidenziare la
presenza di versamenti, stabilire le dimensioni e la forma dei reni, le dimensioni del fegato e della vescica e
l’eventuale presenza di dolore (peritonite, pancreatite o nefrite). Se il paziente viene anestetizzato si deve sempre effettuare un’esplorazione digitale del retto per valutare la consistenza
e la presenza delle feci.
INDAGINE DIAGNOSTICA
I dati minimi di base da rilevare nei
gatti con vomito autolimitante (insorgenza acuta di vomito che dura da meno di una settimana, in un paziente
clinicamente sano) sono rappresentati
dalla determinazione dell’ematocrito
e dei solidi totali per valutare lo stato
di idratazione e dall’esame delle feci
per flottazione in solfato di zinco. Negli animali colpiti da una causa potenzialmente letale di vomito acuto l’anamnesi può riferire un’emesi profusa
o persistente caratterizzata dalla presenza di sangue (ematemesi) o materiale simile a fondi di caffè (sangue
parzialmente digerito), durata del
problema superiore ad una settimana,
diarrea emorragica o dolore addominale. La palpazione dell’addome suscita frequentemente un dolore moderato o intenso e può consentire l’identificazione di anomalie come l’ispessimento delle anse intestinali e la presenza di un corpo estraneo enterico o
di una massa addominale. I dati minimi di base da rilevare in un animale
con vomito acuto potenzialmente letale sono rappresentati da esame emocromocitometrico completo, profilo
biochimico, analisi dell’urina, esame
delle feci per flottazione in solfato di
zinco e radiografie senza mezzo di
contrasto e/o ecografie dell’addome.
Nel gatto, la determinazione dei livelli sierici di amilasi e lipasi risulta di
scarso valore.
Gli animali con vomito cronico sono i più impegnativi dal punto di vista
diagnostico. La decisione di effettuare
valutazioni più approfondite (test di
funzionalità epatica, determinazione
dell’immunoreattività tripsinosimile
del siero, ecografia addominale, ecc…)
va basata sui segni clinici in atto, sulla risposta alla terapia e sui risultati
iniziali dei test. La gastroduodenoscopia è considerevolmente più affidabile del pasto baritato per la diagnosi di erosioni gastriche, gastrite
cronica, neoplasie gastriche ed infiammazioni intestinali. Durante l’esecuzione di questa metodica si devono sempre prelevare dei campioni
bioptici dallo stomaco e dal piccolo intestino, indipendentemente dall’aspetto macroscopico della mucosa. In alcuni casi, per formulare una diagnosi
possono essere necessari la laparotomia esplorativa ed il prelievo di campioni bioptici a tutto spessore anche
da organi apparentemente normali
(fegato, pancreas, intestino).