Il russamento notturno è “solo” un fastidio per la partner? Avete sicuramente notato che è stato utilizzato l’articolo femminile riferito a partner, infatti statisticamente sono soprattutto gli uomini a russare mentre le mogli sono quelle destinate a subire, ma questo fino alla menopausa, poi il divario tende in parte rapidamente a colmarsi. Classicamente la soluzione molto spesso adottata è dormire in stanze separate e si pensa che l’abbandono del talamo nuziale da parte di uno dei due sia l’unico scotto pagato. Purtroppo ciò non corrisponde al vero. Concentrarsi solo sul rumore fa sottovalutare l’aspetto più importante del problema: la salute. Il rumore, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi è il segnale di un problema molto grave che è la sindrome delle apnee durante il sonno, identificato internazionalmente con l’acronimo OSAS (obstructive sleep apnea syndrome). E’ una situazione ad evoluzione progressiva che si auto aggrava e che comporta un deterioramento anche esso progressivo dell’organismo. Ha un impatto molto serio sulla qualità della vita perché induce o aggrava il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e vari tipi di cardiopatie con un rischio molto elevato di morti repentine durante il sonno, nonché infarto ed ictus. I lavori scientifici di questi ultimi anni hanno evidenziato che aumenta anche l’infiammazione e pertanto causa malattie degenerative e tumorali. In aggiunta, diminuisce la libido, facilita l’obesità, deteriora la funzione cognitiva ed è una delle maggiori cause di sonnolenza diurna e soprattutto di colpo di sonno al volante dell’auto. E’ una patologia lenta, è vero, ma decisamente molto grave e a guardare bene influisce sulle maggiori cause di spesa del Servizio Sanitario Nazionale. Per tutti questi motivi quando un soggetto russa è obbligatorio sottoporlo ad un percorso diagnostico e terapeutico per prevenire la cascata degli eventi sopradescritti. Da un punto di vista diagnostico gli esami a disposizione sono molti, ma i momenti più salienti sono rappresentati dalla visita da parte di un Medico che sia esperto nei disturbi del sonno e dall’esame fondamentale rappresentato dalla polisonnografia che può valutare l’aspetto cardio respiratorio o in aggiunta anche l’aspetto elettroencefalografico. Essa permette di evidenziare se ci sono apnee, il loro numero, la durata, la posizione corporea in cui avvengono, l’influenza sulla ossigenazione ematica, gli stadi del sonno e molti altri parametri . La refertazione di questo esame è un momento estremamente delicato e importante, prende molto tempo perché è necessario studiare secondo per secondo tutto ciò che accade durante il sonno ma un Medico esperto riesce ad estrarre una enorme mole di informazioni. Queste, unite alla Clinica e cioè a quell’insieme di domande ed indagini che vanno sotto il nome di “visita” permettono di inquadrare perfettamente il soggetto. Nel caso soffra di apnee le terapie a disposizione sono varie ma è fondamentale che siano personalizzate e cioè deve essere scelta la terapia (o anche più terapie insieme) su misura per il caso specifico. Fondamentalmente possono essere chirurgiche, ventilatorie mediante degli apparecchi che insufflano aria nelle vie aeree durante il sonno, odontoiatriche con apparecchi orali che avanzano la mandibola (MAD = Mandibular Advancement Device) tipo bite da utilizzare quando si dorme, è anche importante una riduzione di peso come anche dormire di lato piuttosto che supino. Ma nel caso il soggetto russi “soltanto”? Cioè nel caso non abbia apnee ma emetta “solo” rumore? E’ ancora un problema medico o “solo” sociale? E comunque, anche volendo confinarlo nel sociale, l’unica soluzione è dormire in stanze separate? La prima questione è etica: è giusto sottoporre il paziente ad una terapia, che di per sé può avere dei rischi, o quantomeno essere impegnativa, nel momento in cui non stiamo migliorando la sua salute ma solo gestendo un problema sociale che può essere risolto senza rischi, come dormire in stanze separate? La seconda questione riguarda, invece, proprio la salute: ma siamo sicuri che il russamento semplice, cioè senza apnee, non incida comunque sulla salute? Queste domande non sono banali perché sono state oggetto di numerose dispute nell’ambito scientifico ed hanno impegnato per molti anni numerosi ricercatori in tutto il mondo. Finalmente, già dal 2014, nelle linee guida della American Academy of Sleep Medicine, che è la principale Società Scientifica di riferimento nel campo della Medicina del sonno, si sono avute delle risposte concrete e precise. Ebbene il russamento semplice è già un problema di salute. Vediamo il perché. Il russamento è causato da un flusso di aria turbolento che fa vibrare le strutture della gola, soprattutto il velo palatino che è quella tendina da cui pende l’ugola, proprio queste vibrazioni inducono una modifica addirittura istologica: le fibre muscolari a contrazione lenta vengono sostituite da quelle a contrazione veloce che però sono poco resistenti alla fatica e pertanto più facilmente collassano riducendo sempre più il calibro delle prime vie aeree; questi cambiamenti sono la causa delle future apnee. Per tale motivo è obbligatorio sottoporre a terapia il paziente anche se russa soltanto. Ma quale terapia? Sempre dalle linee guida sopracitate abbiamo l’informazione che il 50% dei pazienti risolve mediante la terapia con il solo MAD ( mandibular advancement device) e un altro 20% risolve con MAD + dimagrimento e + dormire di lato e pertanto si raggiunge il 70%. Il MAD non è una terapia rischiosa, gli studi fatti anche con una statistica longitudinale di 30 anni non hanno evidenziato patologie, solo qualche tensione dei muscoli masticatori facilmente risolvibile e modici cambiamenti occlusali di cui il paziente non si rende conto. E’ una terapia che tutela la salute e previene il peggioramento, inoltre, essendo praticamente priva di rischi per la salute è eticamente corretto utilizzarla al posto del cambio di stanza. L’unico vero problema è che è una terapia a vita. Ovviamente è ben diversa la situazione nei casi in cui il paziente già soffra di patologie occlusali o dell’articolazione temporo mandibolare e in tal caso la gestione è ben differente. Ma in ogni caso la gestione del MAD può essere fatta solo da dentisti formati specificamente in questo campo. Non ci si può improvvisare, come in tutte le discipline mediche. Anche il MAD se non ha la corretta indicazione, progettazione e controllo, come qualsiasi terapia può essere inefficace o peggiorare la situazione. In Italia la società scientifica nata proprio per formare gli odontoiatri ed essere il punto di riferimento in questo campo è la SIMSO (Società Italiana di Medicina del Sonno Odontoiatrica) che a sua volta è una costola dell’AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno). Gli odontoiatri che possono gestire il MAD vengono formati all’interno di queste due società scientifiche in quanto debbono avere sia specifiche competenze odontoiatriche che una conoscenza approfondita della Medicina del Sonno. Prof. Giovannino Rocchi Vicepresidente SIMSO Consigliere nel Direttivo AIMS