DIAGNOSTICA
La polisonnografia è l’esame che permette lo studio del sonno attraverso la registrazione di
numerosi parametri: registrazione EEG mediante elettrodi allo scalpo (almeno tre);
registrazione dei movimenti oculari distinguendo i movimenti oculari lenti (SEM-slow eye
movement) della fase N-REM dai movimenti oculari rapidi (REM-rapid eye movement) della
fase REM; registrazione della attività muscolare sui muscoli antigravitari (miloioidei) per
evidenziare l’atonia muscolare della fase REM. Vengono inoltre registrate la attività cardiaca
mediante elettrocardiogramma (ECG) allo scopo di evidenziare eventuali anomalie del ritmo
che insorgono nel sonno, il passaggio dell’aria attraverso le narici o la bocca mediante un
sensore di flusso oronasale, i movimenti respiratori toraco-addominali, la saturazione di
ossigeno ed il polso pulsossimetro Un microfono è generalmente posizionato sul collo per
registrare sia il russamento che altri rumori o vocalizzazioni emessi dal soggetto, mentre due
sensori sui muscoli tibiali anteriori bilateralmente registrano la presenza di movimenti nel
sonno. Un sensore di posizione corporea ci indica la postura del soggetto.
La poligrafia, tecnica indicata per il solo studio delle apnee notturne ma priva di informazioni
sul sonno, prevede un montaggio ridotto in cui sono applicati solo il sensore per il flusso
oronasale, i sensori di movimento toraco-addominali, un sensore per il russamento, un canale
ECG ed il pulsossimetro ed un sensore di posizione corporea.
Un’altra tecnica utilizzata per lo studio del sonno è l’actigrafia. Con uno strumento posizionato
al polso come un orologio in grado di registrare le fasi di movimento (veglia) e quelle di
quiescenza (sonno), è possibile avere una informazione quantitativa sul sonno del soggetto.
La registrazione può essere prolungata anche per un mese ed oltre, lo studio viene effettuato
nelle condizioni abituali del soggetto ed è di facile esecuzione. L’actigrafia viene utilizzata
particolarmente per lo studio dell’insonnia e delle ipersonnie, così come per i disturbi del
ritmo circadiano o in soggetti poco collaboranti come i bambini o gli anziani con decadimento
cognitivo.