Economia ed elementi di Sociologia

S363
Collana giuridico-economica
diretta da Federico del Giudice
Economia
ed elementi di
Sociologia
®
a cura delle
Redazioni Simone per la Scuola
Teoria, contenuti
e apparati didattici
IV edizione
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
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Via F. Russo 33/D
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la Casa Editrice Esselibri-Simone per la Scuola si impegna a mantenere invariato il contenuto di questo
volume nei sei anni successivi alla sua pubblicazione, fatta salva l’uscita di indispensabili appendici di
aggiornamento che dovessero rendersi necessarie e che saranno rese separatamente disponibili.
Prima edizione: marzo 2001
Quarta edizione: marzo 2009
S363
ISBN 978-88-244-6512-0
Ristampe
8 7 6 5 4 3 2 1
2009
2010
2011
2012
Questo volume è stato stampato presso
Cecom
Via Cardaropoli, 14 - Bracigliano (SA)
www.simonescuola.it
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Testo a cura delle redazioni economica e umanistica
Revisione ed editing:
Giovanni Ciotola (Percorsi A e B) e Rosa Viscardi (Percorsi C e D)
Grafica e copertina:
Tutti i diritti di sfruttamento economico dell’opera appartengono alla Esselibri S.p.A. (art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)
Estratto della pubblicazione
Economia ed elementi
di Sociologia
Presentazione
Il volume, giunto alla quarta edizione, aggiornato nei contenuti e ampiamente
rinnovato nella veste grafica, si pone l’obiettivo di introdurre gradualmente gli
allievi allo studio dei principali fenomeni economici e sociali.
L’attenzione rigorosa nello sviluppo degli argomenti, l’abituale chiarezza espositiva, l’organizzazione modulare e l’articolazione in lezioni facilitano la progressiva assimilazione dei concetti-base da parte dello studente, e consentono al
docente la massima libertà nella scelta delle tematiche e dell’ordine temporale con il quale esse possono essere proposte in classe. La struttura dell’opera
suggerisce, inoltre, all’insegnante una varietà di percorsi didattici per una prospettiva di apprendimento multidisciplinare.
Il testo è composto da 4 Percorsi, a loro volta suddivisi in Lezioni.
Tutte le lezioni sono precedute da una pagina introduttiva, comprendente tre
sezioni:
Prerequisiti
in cui si individuano i saperi indispensabili per affrontare lo studio della lezione.
Percorso di lettura
che presenta in forma sintetica l’argomento trattato nella lezione e permette di coglierne i nodi concettuali.
Obiettivi della lezione
nei quali si elencano le conoscenze, le competenze e le capacità che si acquisiranno studiando la lezione.
Varie rubriche di supporto al lavoro didattico arricchiscono poi la trattazione vera
e propria:
Glosse esplicative
collocate a margine del testo, con lo scopo di chiarire subito il significato dei più importanti termini tecnici.
Fine tuning
finestre di approfondimento (attualità, storia del pensiero economico e sociologico), con l’obiettivo di ampliare le conoscenze e di ricavare dalla lettura spunti per un lavoro di ricerca.
Presentazione
Estratto della pubblicazione
3
Presentazione
detto da loro
citazioni e brani tratti dalla letteratura in materia, per un confronto diretto con il pensiero degli studiosi più rappresentativi.
Percorso Riepilogativo ■ ■ ■
▲
schemi riassuntivi delle tematiche affrontate nella lezione.
Alla fine di ogni lezione è presente un’area operativa (esercitazioni) in cui sono
offerte diverse tipologie di verifica:
−
−
−
−
−
−
4
domande a risposta aperta;
domande a risposta multipla;
vero o falso (con motivazione del perché);
completamento di frasi e di brani;
brevi elaborati e ricerche su temi specifici;
letture di approfondimento, tratte da manuali, riviste, quotidiani o Internet,
con relativi quesiti di comprensione del testo.
Presentazione
Estratto della pubblicazione
Economia ed elementi
di Sociologia
Sommario
Percorso a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Lezione 1
Nozioni di economia classica
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Cosa studia l’economia politica ................................................................................ Pag. 13
Cenni sulla storia del pensiero economico................................................................ »
13
I bisogni..................................................................................................................... »
17
I beni economici ........................................................................................................ »
18
L’utilità economica.................................................................................................... »
19
Dal concetto di utilità cardinale alla teoria dell’utilità ordinale................................ »
21
L’equilibrio del consumatore .................................................................................... »
22
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
27
31
Il concetto di produzione...........................................................................................
I fattori della produzione ...........................................................................................
La funzione di produzione e la produttività ..............................................................
La remunerazione dei fattori produttivi: la distribuzione del reddito .......................
I costi di produzione..................................................................................................
»
»
»
»
»
38
38
39
41
44
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
46
47
Il concetto di impresa ................................................................................................
L’offerta.....................................................................................................................
La domanda individuale e di mercato .......................................................................
L’equilibrio del mercato ............................................................................................
»
»
»
»
54
54
56
59
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
60
62
Lezione 2
La produzione
1.
2.
3.
4.
5.
Lezione 3
L’impresa e il mercato
1.
2.
3.
4.
Sommario
Estratto della pubblicazione
5
Sommario
Lezione 4
Il consumo, il risparmio e gli investimenti
1.
2.
3.
4.
La teoria macroeconomica del consumo................................................................... Pag. 68
Altre teorie sul consumo ........................................................................................... »
70
Il risparmio ................................................................................................................ »
70
Gli investimenti ......................................................................................................... »
73
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
73
75
Tipo di bene e struttura del mercato ..........................................................................
La concorrenza perfetta .............................................................................................
Il monopolio ..............................................................................................................
La concorrenza monopolistica: un modello di concorrenza imperfetta ....................
L’oligopolio ...............................................................................................................
Altre forme di mercato ..............................................................................................
»
»
»
»
»
»
80
81
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84
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Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
86
87
Le capacità spontanee del mercato............................................................................
Le fluttuazioni dell’attività economica .....................................................................
Le cause delle fluttuazioni economiche ....................................................................
Le politiche economiche keynesiane e le critiche dei monetaristi ............................
»
»
»
»
94
95
96
98
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
98
101
»
»
»
105
106
108
Lezione 5
Le forme di mercato
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Percorso b
L’economia, lo Stato e la cooperazione economica
internazionale
Lezione 1
Critica al liberismo e crisi dell’«omeostasi» spontanea
1.
2.
3.
4.
Lezione 2
L’intervento dello Stato
1. I fallimenti del mercato .............................................................................................
2. Classificazione dei beni economici ...........................................................................
3. Intervento pubblico e beni collettivi .........................................................................
6
Sommario
Estratto della pubblicazione
Sommario
4. L’intervento pubblico nel suo complesso .................................................................. Pag. 110
5. Il finanziamento dell’intervento pubblico ................................................................. » 111
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
112
114
Che cos’è un sistema economico ..............................................................................
Il sistema collettivistico (o a economia pianificata) ..................................................
L’economia di mercato (o economia capitalista) ......................................................
I sistemi economici misti ..........................................................................................
»
»
»
»
120
121
122
124
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
125
127
Le origini della cooperazione economica internazionale ..........................................
La Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo ......................
Le Comunità Europee ..............................................................................................
L’Atto unico europeo e il Trattato sull’Unione Europea ...........................................
La struttura dell’Unione Europea..............................................................................
L’Unione Economica e Monetaria ............................................................................
»
»
»
»
»
»
131
135
135
136
138
140
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
142
145
1. La sociologia come scienza.......................................................................................
2. Micro e macrosociologia...........................................................................................
3. La sociologia e le altre scienze .................................................................................
»
»
»
155
156
157
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
160
161
Lezione 3
I sistemi economici
1.
2.
3.
4.
Lezione 4
La cooperazione economica internazionale
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Percorso c
Elementi di Sociologia
Lezione 1
Introduzione alla Sociologia
Sommario
Estratto della pubblicazione
7
Sommario
Lezione 2
Il pensiero sociologico
1. Le origini della sociologia......................................................................................... Pag. 166
2. Lo sviluppo del pensiero sociologico........................................................................ » 167
3. Le principali prospettive teoriche ............................................................................. » 171
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
176
179
1. Che cos’è la ricerca sociologica ................................................................................
2. La metodologia della ricerca sociologica..................................................................
3. I metodi di rilevamento .............................................................................................
»
»
»
183
184
185
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
194
198
La società ..................................................................................................................
Società di fatto e di diritto .........................................................................................
Individuo e gruppo sociale ........................................................................................
I gruppi sociali ..........................................................................................................
La stratificazione sociale ...........................................................................................
»
»
»
»
»
203
204
205
207
212
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
216
220
Massa ed élite: due controversi concetti del linguaggio sociologico .......................
Una definizione di società di massa ..........................................................................
La critica sociologica alla società di massa ..............................................................
La cultura di massa ...................................................................................................
Una definizione di élite .............................................................................................
La critica sociologica alle élites ................................................................................
»
»
»
»
»
»
224
224
225
228
232
233
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
234
236
Lezione 3
La ricerca sociologica e i metodi
Lezione 4
La società: individui, gruppi, classi
1.
2.
3.
4.
5.
Lezione 5
Società di massa e società di élite
1.
2.
3.
4.
5.
6.
8
Sommario
Estratto della pubblicazione
Sommario
Lezione 6
Le varie forme di potere
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Il potere politico ........................................................................................................ Pag. 239
Potere tradizionale, razionale, carismatico ............................................................... » 240
Lo Stato .................................................................................................................... » 241
Stato liberale, autoritario, socialista .......................................................................... » 244
La democrazia ........................................................................................................... » 245
L’organizzazione politica dello Stato italiano ........................................................... » 247
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
248
250
Definizione e campo d’azione ...................................................................................
La psicologia sociale e le altre scienze .....................................................................
Le prospettive teoriche della psicologia sociale .......................................................
I temi della psicologia sociale ...................................................................................
I metodi della ricerca psicosociale ............................................................................
Le applicazioni della psicologia sociale....................................................................
»
»
»
»
»
»
255
256
257
259
269
270
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
271
274
Che cosa sono le ricerche motivazionali ...................................................................
Le critiche alle ricerche motivazionali ......................................................................
Che cos’è la motivazione ..........................................................................................
La gerarchia dei bisogni di Maslow ..........................................................................
I metodi della ricerca motivazionale .........................................................................
»
»
»
»
»
277
279
279
281
282
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
285
287
»
»
291
293
Percorso d
Psicologia sociale, marketing e pubblicità
Lezione 1
La psicologia sociale
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Lezione 2
Le ricerche motivazionali
1.
2.
3.
4.
5.
Lezione 3
Le ricerche di mercato
1. Che cosa sono le ricerche di mercato ........................................................................
2. Le categorie delle ricerche di mercato ......................................................................
Sommario
Estratto della pubblicazione
9
Sommario
3. Fasi delle ricerche di mercato ................................................................................... Pag. 295
4. Le metodologie di indagine....................................................................................... » 296
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
297
299
Che cos’è la pubblicità ..............................................................................................
Un linguaggio speciale ..............................................................................................
Alle origini del fenomeno pubblicitario: le Esposizioni Universali .........................
Arte e pubblicità: il manifesto...................................................................................
Il packaging ...............................................................................................................
La pubblicità radiofonica ..........................................................................................
La pubblicità televisiva .............................................................................................
Musica e spot ............................................................................................................
La pubblicità occulta .................................................................................................
La pubblicità on-line .................................................................................................
»
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312
312
314
Percorso Riepilogativo ..............................................................................................
esercitazioni ..............................................................................................................
»
»
317
319
Lezione 4
La pubblicità
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
10
Sommario
Percorso a
Economia ed elementi
di Sociologia
Produzione, distribuzione
e consumo della ricchezza
in questo percorso •
•
•
•
•
obiettivi del percorso
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
1
2
3
4
5
Nozioni di economia classica
La produzione
L’impresa e il mercato
Il consumo, il risparmio e gli investimenti
Le forme di mercato
Area cognitiva
•
•
•
•
•
Conoscere l’oggetto di studio dell’economia politica.
Conoscere le principali scuole del pensiero economico.
Comprendere il significato di utilità economica.
Conoscere il concetto di produzione, di impresa e di mercato.
Conoscere la teoria macroeconomica del consumo, del risparmio e
degli investimenti.
Area operativa
• Classificare i bisogni e i beni economici, e determinare l’equilibrio del
consumatore.
• Distinguere tra i fattori produttivi.
• Calcolare i costi di produzione.
Area dell’essere
• Comprendere che l’economia politica si basa sul comportamento razionale dei consumatori.
• Comprendere il meccanismo che spinge i soggetti economici allo scambio.
Estratto della pubblicazione
Percorso a
Produzione, distribuzione
e consumo della ricchezza
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Prerequisiti
• Conoscere il concetto di scienza economica.
Percorso di lettura
L’economia politica studia il comportamento del
soggetto economico che deve utilizzare risorse
disponibili in quantità limitata. La scienza economica così come ora si presenta è il frutto di una
lunga evoluzione legata agli avvenimenti storici,
politici, sociali ed economici succedutisi nel tempo.
Ecco perché risulta importante conoscere le principali scuole del pensiero economico, che di volta
in volta hanno arricchito tale disciplina di nuove
idee e principi.
In questa lezione spiegheremo poi come il consumatore, spinto dalla necessità di soddisfare i propri
bisogni, sceglie fra i vari beni disponibili la combinazione di essi che gli consente di ottenere la
massima utilità conseguibile, dati i suoi gusti e le
risorse monetarie a sua disposizione.
Obiettivi della lezione
•
•
•
•
•
Conoscere l’oggetto di studio dell’economia.
Conoscere le principali scuole del pensiero economico.
Classificare i beni economici.
Comprendere il significato di utilità economica.
Determinare l’equilibrio del consumatore.
12
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Cosa studia l’economia politica
Il termine economia politica è suscettibile di molte definizioni; tuttavia possiamo
affermare, in linea generale, che essa è quella scienza che studia il sistema economico, inteso come l’insieme di soggetti organizzati fra loro per risolvere i
problemi della produzione e dello scambio dei beni e dei servizi necessari a soddisfare i bisogni umani.
Dalla definizione precedente possiamo dedurre che il motore che muove ogni atto
economico è il soddisfacimento dei bisogni. Ogni persona avverte delle esigenze
che devono essere soddisfatte quotidianamente (mangiare, bere, vestirsi ecc.) e
altre che possono essere molto diverse da individuo a individuo. Ciò nonostante,
vi è una caratteristica che accomuna i diversi bisogni avvertiti dai soggetti e cioè
quella di poter essere soddisfatti mediante il consumo di determinati beni, detti
beni economici.
Un bene può essere definito «economico» se è idoneo a soddisfare un bisogno e
se è disponibile in quantità limitata, ovvero se è scarso.
Per procurarsi i beni di cui necessita, il soggetto economico, inoltre, deve entrare
in contatto con altri soggetti; è infatti impossibile che un individuo sia in grado
di produrre da sé tutti i beni economici che desidera, ma deve procurarseli presso
coloro che li possiedono e che sono disposti a cederli in cambio di un corrispettivo (denaro o merce).
Fine tuning
Una questione di parole
L’origine dell’espressione economia politica va ricercata nelle tre
parole greche oikos (casa), nomos
(legge) e polis (Stato).
Con l’espressione «economia politica», quindi, si intendono le
leggi che presiedono al governo
della casa, applicate alla società
nella sua globalità. Ma perché nei
paesi anglosassoni l’economia
politica viene detta semplicemente economics?
Negli ultimi decenni dell’Ottocento molti economisti pensavano
di aver individuato delle leggi
economiche che potessero risultare valide in qualunque periodo
storico: l’economia diventava in
questo modo una scienza esatta,
al pari della matematica, della
fisica o della statistica (in inglese
è evidente l’assonanza tra economics e physics, mathematics o
statistics).
Anche se tale impostazione è stata
in seguito abbandonata (o comunque ridimensionata), nei paesi di
lingua inglese l’espressione «economia politica» è tradotta con
economics.
Cenni sulla storia del pensiero economico
Scuola mercantilista. Le basi della moderna scienza economica vanno
cercate nelle opere dei «consiglieri amministratori» dei sovrani assoluti (sec.
XVII e XVIII), che insegnavano l’arte del governo politico ed economico dello
Stato.
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Estratto della pubblicazione
13
Lezione
Esportazioni: insieme di beni e
servizi che vengono prodotti all’interno di un paese e che sono destinati ad altri paesi con i quali si intrattengono relazioni commerciali.
Importazioni: flusso di merci
o di servizi introdotto nel territorio nazionale a titolo oneroso
o gratuito.
1
Nozioni di economia classica
Le argomentazioni dei mercantilisti si sviluppano dalla convinzione che
la potenza dello Stato derivi da una politica che abbia come obiettivo
primario una bilancia commerciale favorevole, ossia una prevalenza
delle esportazioni sulle importazioni; tale condizione consente di
accumulare oro e argento, mentre l’espansione coloniale va promossa
allo scopo di procurare materie prime a basso costo per le proprie industrie.
Scuola fisiocratica. Come parziale reazione al mercantilismo nasce la scuola fisiocratica, la quale afferma che l’economia è retta da leggi naturali immutabili, che vanno sempre rispettate.
I fisiocratici rappresentano la prima scuola scientifico-sistematica di economia
politica. Essi operano prevalentemente in Francia e il loro principale esponente è
il medico François Quesnay (1694-1774). Nella sua opera, il Tableau Economique
(Quadro economico, 1758), egli fa derivare l’origine del flusso della ricchezza
nazionale principalmente dal settore agricolo, che per l’economista francese rappresenta l’unico ramo produttivo dell’economia («seminando uno, si può raccogliere venti»), a differenza degli altri settori economici (industria, commercio), definiti sterili perché non producono apparentemente una crescita del prodotto trattato.
Anche se le convinzioni dei fisiocratici sono ben presto abbandonate, il loro
esempio di liberalismo agrario apre la porta al liberalismo economico generale,
propugnato, verso la fine del XVIII secolo, dalla scuola classica.
Scuola classica. Le prime trattazioni economiche svolte con equilibrio e
coerenza tra analisi deduttiva e riferimenti empirici si fanno risalire agli scritti
degli economisti classici: Adam Smith (1723-1790), David Ricardo (1772-1823),
Thomas Robert Malthus (1766-1834), John Stuart Mill (1806-1873).
Nella sua opera principale, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle
nazioni (1776), Smith sviluppa la dottrina del laissez faire, ovvero la necessità
di limitare al massimo l’intervento del potere pubblico, lasciando all’attività dei
privati la risoluzione dei problemi economici. Grazie al sistema di mercato, le
iniziative dei privati, pur spinte dalla ricerca del guadagno personale, promuovono il benessere generale.
detto da loro
Ogni individuo cerca continuamente di trovare l’impiego più vantaggioso per quel capitale di cui disponga. È vero che è il vantaggio proprio, e non quello della società, cui egli
mira. Ma lo studio del vantaggio proprio lo porta naturalmente, o meglio necessariamente, a preferire quell’impiego che è il più vantaggioso alla società […] ed in questo,
come in molti altri casi, egli è guidato da una mano invisibile a promuovere un fine, che
non rappresentava alcuna parte delle sue intenzioni. Né è sempre un danno per la società che quel fine non rientri nelle sue intenzioni. Nel perseguire l’interesse proprio, egli
spesso promuove quello della società più efficacemente che quando realmente intenda
promuoverlo […].
(A. SMITH)
14
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Il pensiero classico ebbe un notevole sviluppo negli anni successivi ad opera
soprattutto di Ricardo, Malthus e Mill.
A Ricardo va riconosciuto il merito di aver sottolineato il contributo del lavoro
nella formazione del valore economico, nonché quello di aver approfondito lo
studio della rendita fondiaria e delle ragioni determinanti gli scambi internazionali. Per lui, come per la maggior parte dei suoi successori, il liberismo, ossia la
dottrina del «lasciar fare, lasciar passare», costituisce la principale prescrizione
di politica economica, non solo nel campo del commercio estero ma anche negli
altri ambiti della politica economica.
Il liberismo economico viene giustificato con la legge di Say, contemporaneo di
Ricardo, secondo la quale l’offerta crea la propria domanda, e con la tesi, logica
derivazione di questa «legge», che il sistema economico, lasciato a se stesso,
tende automaticamente all’equilibrio.
Malthus oppone una visione essenzialmente pessimistica a quella smithiana,
sostenendo che l’accrescimento delle risorse produttive non avrebbe potuto tenere il passo con l’aumento della popolazione (trappola demografica).
Mill ha precisato il concetto di homo oeconomicus, su cui si basa tutta la teoria
del liberismo: l’homo oeconomicus obbedisce solo all’istinto del proprio tornaconto, realizzando tuttavia anche l’interesse generale, in un mercato caratterizzato dal gioco della libera concorrenza.
Scuola marxista. Dalla scuola classica trae origine la scuola marxista, che
formula una propria teoria del valore-lavoro secondo la quale il valore di una
merce è determinato dalla quantità di forza-lavoro impiegata nella sua produzione. Solo una parte del valore totale prodotto va al lavoratore, sotto forma di salario; della parte rimanente, che costituisce il plusvalore, si appropria il capitalista:
si tratta del profitto.
Il rapporto tra «salario» e «plusvalore» esprime il grado di sfruttamento del sistema sulla classe lavoratrice subordinata. In forza del processo di accumulazione
capitalista, il controllo delle risorse produttive tende a restringersi nelle mani di
un numero sempre più limitato e potente di persone, i capitalisti, con la formazione di un proletariato sempre più povero e numeroso.
La capacità produttiva, quindi, si accresce a un ritmo superiore all’auCapacità produttiva: è la
mento delle effettive capacità d’acquisto della classe operaia. Secondo
quantità massima di prodotto
Karl Marx (1818-1883), questo squilibrio avrebbe condotto a crisi
che può essere ottenuta da
un’entità economica, impresa o
periodiche di sovrapproduzione, dovute alla saturazione dei mercati, le
sistema, dati i fattori produttivi a
quali si sarebbero progressivamente aggravate fino alla catastrofe finadisposizione e tenuto conto dei
le, portando al crollo della stessa società capitalista e all’instaurazione
vincoli politici, sociali, economici e tecnici esistenti.
di un’economia socialista.
Scuola neoclassica. L’orientamento dominante del tardo Ottocento è caratterizzato da una marcata separazione tra teoria e ideologia. L’esperienza offerta
dalle concentrazioni industriali e dall’attiva presenza di un potere economico
impone agli economisti di una nuova scuola, detta neoclassica o marginalista,
uno studio approfondito del sistema di mercato.
La nuova corrente di pensiero si afferma con le opere di William Stanley Jevons
(1835-1882), Léon Walras (1834-1910) e Karl Menger (1840-1921).
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
15
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Essi rifiutano l’idea che il profitto sia un residuo, cui non corrisponde alcuna attività o servizio, e ritengono, viceversa, che la differenza dei redditi esistente in
ogni società sia imputabile alla diversità delle risorse in possesso dei vari soggetti. Distinguono perciò le risorse personali, che danno luogo al salario o allo stipendio, dalle risorse naturali, che danno luogo alla rendita; e differenziano i
capitali, che danno luogo all’interesse, dall’attività imprenditoriale che dà luogo
al profitto.
La scuola marginalista offre così naturale impulso agli studi economici, apportando contributi la cui importanza è ancora oggi lungi dall’estinguersi.
Pietra miliare di questo indirizzo sono i Principi di economia politica di Alfred
Marshall (1842-1924), nei quali si indaga in modo approfondito sugli equilibri
economici parziali, vale a dire sull’interpretazione di quanto può accadere in
singoli e limitati settori di attività.
In seguito, soprattutto ad opera di Walras e di Vilfredo Pareto (1848-1923), si
sviluppa la scuola matematica, il cui fine principale è quello di indagare sulle
possibili leggi dell’equilibrio economico generale, cioè sulla ricerca di una teoria
che possa rappresentare e spiegare, attraverso modelli matematici, il meccanismo
economico nella sua complessità.
L’influenza della scuola matematica persiste tuttora, anche se essa non è mai
riuscita a colmare del tutto il fossato tra la teoria astratta e la realtà.
Scuola keynesiana. Le concezioni economiche dei neoclassici si rivelano
assai carenti nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, e in parGiovedì nero: giorno, per
ticolare a seguito della crisi economica del 1929 (celebre è il cosiddetl’esattezza il 24 ottobre del 1929,
to giovedì nero), allorché viene messa in discussione la presunta capapassato alla storia e così definito
cità dei sistemi economici di riequilibrarsi, senza bisogno di interventi
per il crollo della Borsa di Wall
Street, determinato da un’improvesterni, e di assicurare la completa occupazione dei fattori produttivi.
visa vendita dei titoli azionari.
Si afferma allora il pensiero di John Maynard Keynes (1883-1946),
che per primo tenta di spiegare il fenomeno economico della grande
depressione del 1929: crollo dell’economia, invendibilità del prodotto, disoccupazione, stagnazione (mancanza di investimenti), crolli in Borsa ecc.
Scuola monetarista. Durante gli anni Settanta le politiche economiche applicate dai vari governi, in genere di ispirazione keynesiana, non semInflazione: aumento persibrano in grado di poter frenare la corsa dell’inflazione, né tantomeno
stente del livello generale dei
di aumentare il tasso di crescita dell’economia nazionale. In questa
prezzi, che provoca una dimimutata situazione hanno enorme risonanza le idee della scuola monenuzione del potere d’acquisto
della moneta.
tarista, che promette il controllo dell’inflazione attraverso la vigilanza
sull’offerta di moneta.
L’esponente di maggior rilievo di tale scuola è certamente Milton Friedman (19122006): l’assunto fondamentale di tutta la dottrina monetarista è che l’inflazione è
sempre un fenomeno monetario e può essere causata soltanto da un incremento
della quantità di moneta più rapido di quello della produzione.
Scuola delle aspettative razionali. Verso la fine degli anni Settanta si è
affermata la scuola delle aspettative razionali che, postulando un comportamento razionale da parte di tutti gli operatori, ha riproposto l’idea neoclassica che
16
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Lezione
1
Nozioni di economia classica
un’economia di mercato è sempre «attorno» a una posizione di pieno equilibrio
e che quindi essa è sempre a un livello di piena occupazione.
I suoi esponenti più noti sono Lucas, Sargent e Wallace.
Supply side economics o economia dell’offerta. Negli stessi anni si
sviluppa anche la supply side economics, che ha costituito il principio guida dell’azione economica dell’amministrazione Reagan (presidente degli Stati Uniti
negli anni Ottanta).
Per Robert A. Mundell (1932), Martin Feldstein (1939), Arthur Laffer (1940),
Michael J. Boskin (1945) e gli altri esponenti di questa scuola, la riduzione delle imposte condurrebbe a un rapido aumento, e non a una diminuzione, delle
entrate fiscali.
La supply side economics, riprendendo argomenti tipici della teoria liberista, afferma che il perfetto funzionamento del mercato conduce alla piena occupazione
e alla crescita globale del sistema economico.
Situazione attuale. Oggigiorno, sostanzialmente, esiste una contrapposizione
fra neokeynesiani, che sostengono l’intervento pubblico nell’economia, e neoliberisti, contrari ad esso.
Quasi tutti i sistemi economici odierni sono misti: il vero problema è stabilire, a
seconda delle diverse situazioni, fino a dove deve spingersi l’intervento dello
Stato, non escludendolo totalmente, né considerandolo sempre come risolutivo.
I bisogni
Si è detto che la maggior parte delle azioni svolte dagli individui sono dirette al
soddisfacimento dei bisogni.
Non tutti i bisogni sono però oggetto di studio della scienza economica, ma solo
quelli la cui soddisfazione richiede l’impiego di mezzi che sono disponibili in
misura limitata. Infatti, ogni soggetto, data la scarsità dei mezzi a disposizione,
deve operare delle scelte che gli consentano alternativamente:
— di ottenere il massimo risultato con i mezzi di cui dispone e quindi soddisfare quanti più bisogni è possibile;
— di impiegare la minore quantità di mezzi possibile nel soddisfacimento dei
bisogni.
In definitiva, dunque, il bisogno economico può essere definito come il desiderio di
disporre di un mezzo adatto a far cessare o alleviare uno stato di insoddisfazione.
detto da loro
I bisogni economici possono essere definiti come il desiderio di disporre di un mezzo
ritenuto atto al raggiungimento di determinati fini.
(F. VITO)
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
17
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Caratteristiche e classificazione dei bisogni. Pur nella loro varietà i
bisogni presentano alcune caratteristiche comuni:
— sono illimitati, infatti tendono a moltiplicarsi con l’evolversi dei sistemi socioeconomici. Così, ad esempio, il consumo di beni che solo alcuni anni fa erano
inesistenti o poco diffusi adesso è considerato irrinunciabile (si pensi ai telefoni cellulari);
— sono soggettivi, ovvero variano da persona a persona e per uno stesso individuo mutano in rapporto al tempo;
— sono saziabili, ossia diminuiscono d’intensità via via che vengono soddisfatti
(legge dell’intensità decrescente dei bisogni).
I bisogni economici vengono classificati in:
— bisogni primari: sono necessari alla vita del nostro organismo (come il mangiare o il bere); ovviamente essi devono essere soddisfatti per primi e sono
perciò anche detti rigidi;
— bisogni secondari: sono quelli la cui soddisfazione mira al miglioramento
dello stile di vita di un individuo (ad esempio possedere una casa in città e
un’altra in montagna);
— bisogni individuali: sono i bisogni avvertiti dall’uomo in quanto individuo,
appunto, e sono determinati da caratteristiche personali, dall’educazione ricevuta e così via;
— bisogni collettivi: sono quelli avvertiti dalla singola persona in quanto membro
di una collettività (come la giustizia e l’ordine pubblico).
Risparmio: è quella parte
della ricchezza attuale destinata
a un uso diverso dal consumo.
È inoltre utile distinguere fra bisogni presenti e bisogni futuri: la distinzione, di facile comprensione, è essenziale nello studio del risparmio.
I beni economici
Una volta avvertito un bisogno, l’uomo cercherà di soddisfarlo mediante i beni e
i servizi (prestazioni di un libero professionista, trasporti ecc.).
Per bene in generale, dunque, si intende qualsiasi mezzo (materiale o immateriale) che ha l’attitudine, reale o presunta, a soddisfare un bisogno.
Non tutti i beni esistenti in natura sono il risultato di un’attività economica; i requisiti che conferiscono a un bene la qualifica di bene economico sono:
— l’attitudine (reale o presunta) a soddisfare un particolare bisogno umano (ad
esempio il pane soddisfa il bisogno di nutrirsi);
— la conoscenza del mezzo atto a soddisfare nel modo migliore tale bisogno;
— l’accessibilità del mezzo. Così, ad esempio, il petrolio è divenuto «bene
economico» solo nel momento in cui è stato possibile sfruttarlo industrialmente; i minerali presenti su alcuni pianeti non possono essere considerati
beni economici, in quanto, con le tecnologie disponibili, tali risorse non sono
accessibili all’uomo;
— la disponibilità limitata (o scarsità) del mezzo stesso: l’aria e l’acqua marina,
pur soddisfacendo insopprimibili esigenze umane, non costituiscono un «bene
economico» perché sono disponibili in quantità illimitata.
18
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Classificazione dei beni economici. Sulla base delle relazioni esistenti
fra beni e bisogni è possibile procedere a una classificazione dei beni fondata
principalmente sulla loro natura e sul tipo di bisogno soddisfatto.
I beni economici possono classificarsi in:
— beni riproducibili, che possono essere sottoposti a nuova e diversa produzione;
— beni non riproducibili, i quali non possono essere oggetto di nuova produzione (ad esempio, un quadro d’autore);
— beni diretti (o di consumo), che servono da soli alla soddisfazione immediata dei bisogni umani e non richiedono alcuna trasformazione. Essi, in pratica,
risultano idonei al consumo nello stesso momento in cui vengono offerti al
consumatore. Costituiscono esempi di beni diretti il pane, i cibi, i vestiari,
l’arredamento ecc.;
— beni indiretti (o strumentali), i quali si utilizzano per la produzione di altri
beni.
È importante notare come un certo bene possa essere diretto o indiretto a seconda del modo in cui viene usato. Così l’automobile è un bene diretto per chi
l’adopera per un viaggio di piacere, e un bene indiretto per il trasportatore e
chi la usa per lavoro;
— beni materiali, ossia quelli che hanno una consistenza fisica (pane, vino, abiti ecc.);
— beni immateriali, cioè quei beni (come i brevetti, la consulenza di un medico,
i diritti d’autore) che non hanno consistenza materiale;
— beni complementari, ovvero quelli che si usano congiuntamente per ottenere
un determinato risultato. In genere, tutti i beni sono complementari, in quanto
la soddisfazione che ci procura un bene non è mai completa se assieme a tale
bene non ve n’è un altro idoneo a soddisfare un ulteriore bisogno. Ad esempio,
il bisogno di cibo non può dirsi soddisfatto se assieme ad esso non viene soddisfatto il bisogno di acqua per alleviare la sete;
— beni succedanei (o concorrenti), ossia quelli che possono essere sostituiti gli uni
con gli altri nella soddisfazione del bisogno (burro e margarina, ad esempio);
— beni a offerta congiunta, cioè quelli che derivano forzatamente dallo stesso
processo produttivo. Ad esempio, chi coltiva il grano produce necessariamente anche la paglia. In altre parole, i beni congiunti sono quelli che non si possono produrre se non assieme ad altri;
— beni necessari, ovvero quelli destinati a soddisfare i bisogni primari degli
individui (pane, indumenti ecc.);
— beni inferiori, vale a dire quelli ai quali una persona assegna un’importanza
minore rispetto ad altri.
L’utilità economica
La capacità di un bene economico di soddisfare un bisogno viene detta utilità.
L’utilità, pertanto, esiste solo in concomitanza con un bisogno e svanisce appena
questo viene soddisfatto.
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Estratto della pubblicazione
19
Lezione
1
Nozioni di economia classica
detto da loro
L’utilità nasce solo con lo svegliarsi del desiderio e svanisce non appena questo viene a
cessare.
(C. GIDE)
L’utilità, inoltre, non è una qualità intrinseca del bene economico (come il peso
o il colore), ma sorge dal rapporto (di necessità, di dipendenza, o altro) che l’individuo ha con quel bene: è un concetto soggettivo che esprime il grado di importanza che ciascuno attribuisce al bene, in vista della soddisfazione dei propri
bisogni.
L’utilità che un soggetto trae dal consumo di un bene non è costante né inesauribile, anzi decresce via via che aumenta il consumo del bene stesso.
Così, ad esempio, il forte desiderio di ascoltare musica si placa mano mano che
aumenta il tempo di ascolto: a un certo punto continuare ad ascoltare musica
provoca un senso di stanchezza, di saturazione (o, in termini economici, di disutilità).
Viene detta utilità totale la somma dei valori dell’utilità che un individuo ricava da ogni dose consumata di un certo bene.
Si definisce, invece, utilità marginale l’incremento dell’utilità totale in seguito
al consumo di un’ulteriore dose o unità del bene considerato. L’utilità marginale è decrescente: come detto in precedenza, mano mano che si consumano dosi
di un certo bene per appagare un bisogno, questo decresce d’intensità; da ciò
deriva che l’incremento di utilità conseguente all’incremento nella quantità consumata di un bene è via via decrescente.
Per chiarire questo concetto osserviamo le Figure 1/a e 1/b:
Fig. 1
Utilità totale
e utilità marginale
UTILITÀ
TOTALE
(a)
36
35
32,5
26,5
19
10
0
20
Percorso
a
1
2
3
4
5
6
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Estratto della pubblicazione
7
ORE DI ASCOLTO
DI MUSICA
Lezione
1
Nozioni di economia classica
UTILITÀ
MARGINALE
(b)
10
9
7,5
6
3,5
0
1
2
3
4
5
6
7
ORE DI ASCOLTO
DI MUSICA
Nella Figura 1/a abbiamo rappresentato la curva dell’utilità totale riferita a un
ipotetico ascoltatore di musica. Come si può osservare, la curva cresce fino a un
certo punto, in cui l’utilità totale assume il valore più alto (punto di saturazione)
e il soggetto soddisfa pienamente il proprio desiderio di ascoltare musica.
Oltre quel punto, però, l’utilità totale incomincia a decrescere, mentre l’utilità
marginale è addirittura negativa (si osservi la Figura 1/b); ciò accade proprio perché l’ascolto di musica a un dato momento genera disutilità per il consumatore.
L’utilità marginale, invece, come mostrato in Figura 1/b, è sempre decrescente,
in quanto al diminuire del bisogno di musica si attenua anche il piacere ricavabile dalle dosi successive del bene.
Dal concetto di utilità cardinale alla teoria dell’utilità ordinale
Discutendo del significato di utilità totale e marginale abbiamo ipotizzato che
queste due grandezze fossero misurabili con numeri cardinali, cioè che fosse
possibile valutare quanta soddisfazione deriva dal consumo di un determinato
bene, associando a essa un numero (come si evince dalla Figura 1/a).
L’ipotesi che l’utilità sia un’entità misurabile e confrontabile, introdotta dai neoclassici, è però poco credibile; infatti è come se ognuno di noi potesse affermare, messo ad esempio di fronte alla scelta fra andare al cinema o a una mostra di arte moderna, quale fra le due alternative vale di più in termini numerici (10, 20, 30 ecc.).
Così alcuni economisti, fra i quali Pareto ed Edgeworth, suggerirono un sistema
alternativo per comprendere il comportamento del consumatore basato sulla nozione di utilità ordinale. In particolare, secondo Pareto, poiché l’utilità non è una
proprietà fisica dei beni, ma una grandezza soggettiva e psicologica, non solo non
è possibile misurarla, ma non è neppure necessario farlo. Basta, infatti, che il
consumatore sia in grado di confrontare le diverse alternative di consumo ed
esprimere le proprie preferenze rispetto a queste alternative.
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Estratto della pubblicazione
21
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Supponiamo proprio che vi troviate a dovere scegliere fra andare al cinema o a
una mostra d’arte moderna, i cui biglietti di entrata hanno lo stesso costo. Seguendo l’approccio dell’utilità cardinale dovreste confrontare l’utilità ricavabile dalle
due azioni (ad esempio: il cinema ha un’utilità pari a 10, mentre la mostra arreca
una soddisfazione pari a 15) e scegliere in base al valore più elevato associato a
ciascuna di esse (in questo caso scegliereste la mostra d’arte moderna).
Secondo l’approccio dell’utilità ordinale non è necessario alcun «conto» di questo
tipo: se scegliete di andare alla mostra, piuttosto che al cinema, significa che
preferite ammirare opere d’arte anziché guardare un film. È questo quanto basta
per capire e spiegare il comportamento del consumatore.
L’equilibrio del consumatore
Ogni soggetto economico impiega i mezzi di cui dispone per massimizzare la sua
soddisfazione.
Il reddito di un individuo, generalmente, non è tale da poter soddisfare
Reddito:insieme delle entrate
l’insieme dei bisogni che questi vorrebbe appagare.
percepite da un operatore ecoIl consumatore, quindi, deve comportarsi razionalmente, fissando una
nomico, in un determinato arco
di tempo, e derivante dall’eserscala di priorità dei propri bisogni e ripartendo il reddito disponibile
cizio di un’attività o dal godinell’acquisto di quei beni o servizi necessari per appagare tali bisogni,
mento di un bene.
in modo da massimizzare la propria utilità: egli deve in pratica raggiungere una posizione d’equilibrio.
Nelle pagine che seguono studieremo come si arriva a determinare l’equilibrio
del consumatore, prima riferendoci all’approccio dell’utilità cardinale e poi a
quello dell’utilità ordinale.
L’equilibrio del consumatore secondo la teoria dell’utilità cardinale. Per determinare la combinazione di vari beni che rende massima la soddisfazione del consumatore dobbiamo considerare tre elementi:
— l’utilità marginale che il consumatore ricava da ciascun bene;
— il prezzo di ciascun bene;
— il reddito a disposizione del consumatore.
Immaginiamo, allora, che un consumatore debba scegliere fra tre beni (compactdisk, libri, videogames); per semplicità ipotizziamo che il prezzo dei tre beni sia
identico (ad esempio E 5,00) e che il reddito a disposizione del consumatore sia
pari a E 40,00.
Possiamo supporre che, per ciascuna unità (quantità) dei beni, il consumatore
ricavi le seguenti utilità marginali:
Tab. 1
Utilità marginale
associata al consumo
di tre diversi beni
22
Percorso
UNITÀ DEL BENE
1
2
3
4
5
6
a
CD
200
190
180
175
173
150
LIBRI
190
180
175
170
160
150
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
VIDEOGAMES
175
170
165
150
120
100
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Se il soggetto è razionale spenderà il proprio reddito in modo da rendere massima
la propria utilità totale (data dalla somma delle diverse utilità). A tal fine acquisterà prima quei beni a cui attribuisce l’utilità marginale più elevata e poi gli altri
con utilità via via minore.
Quindi il consumatore acquisterà prima un CD (utilità = 200), poi un libro o un
altro CD (utilità = 190) e così via.
Purtroppo il consumatore non può acquistare tutti i beni che desidera, ma deve
tener conto delle risorse a sua disposizione (E 40,00): abbiamo più volte detto,
infatti, che l’economia studia il comportamento di soggetti economici che devono
soddisfare i propri bisogni utilizzando risorse scarse.
Con il reddito ipotizzato il consumatore può acquistare solo 8 unità dei beni: a un
prezzo di E5,00 l’uno, l’acquisto di 9 unità non è possibile (5 × 9 = E45,00,
somma superiore al reddito disponibile).
Il consumatore razionale acquisterà, dunque, 4 compact disk, 3 libri e 1 videogame,
ricavando un’utilità totale pari a:
4 CD (200 + 190 + 180 + 175)
3 libri (190 + 180 + 175)
1 videogame (175)
utilità totale
→
→
→
745 +
545 +
175 =
1.465
Questa scelta è razionale perché è quella che assicura la massima utilità (provate
a rinunciare a un CD in favore di un altro libro e vedrete che l’utilità totale diminuisce).
I prezzi dei beni, però, nella realtà sono diversi: in questo caso il consumatore
razionale acquisterà i beni in base all’utilità marginale ponderata.
L’utilità marginale ponderata è il rapporto fra l’utilità marginale di un bene e
il suo prezzo e il consumatore raggiunge la posizione di equilibrio quando le
utilità marginali ponderate sono uguali fra loro (175 nella Tab. 1).
L’equilibrio del consumatore secondo la teoria dell’utilità ordinale. La possibilità di affermare in termini numerici quanto sia utile un bene
è, come detto, molto lontana dalla realtà.
Abbiamo anche visto che alcuni economisti, tra i quali Vilfredo Pareto, hanno
suggerito un altro approccio, peraltro ancora oggi prevalente, per determinare
l’equilibrio del consumatore. Questo sistema ricorre al concetto di utilità ordinale, anziché a quello di utilità cardinale, e introduce un nuovo strumento di analisi
grafica: la curva di indifferenza.
Il consumatore in questo caso dovrà confrontare più beni affermando se gli sono
indifferenti (nel nostro esempio andare al cinema vi darebbe la stessa soddisfazione di andare alla mostra), oppure se ne preferisce uno in particolare (andare
alla mostra).
Cerchiamo di costruire la curva di indifferenza ricorrendo ancora ad un esempio;
questa volta però ci riferiremo a beni divisibili in unità, in quanto ciò ci consente
di semplificare il problema.
Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
23
Lezione
1
Nozioni di economia classica
Consideriamo il caso in cui il consumatore limiti i suoi acquisti a due beni, carne
e pasta. Le varie combinazioni delle quantità dei due beni, che procurano la medesima utilità totale, possono essere rappresentate mediante una tabella.
Tab. 2
Combinazioni di
consumo di due beni
COMBINAZIONE
CARNE
PASTA
A
B
C
4
3
2
1
2
3
In un grafico (Fig. 2) riportiamo le informazioni contenute nella tabella.
In particolare, sull’asse delle ordinate vi sono le unità di pasta via via consumate,
mentre sull’asse delle ascisse quelle di carne.
Collegando i punti di intersezione (A, B, C) si viene a creare una curva di indifferenza.
Fig. 2
La curva di indifferenza
Pasta
C
3
B
2
A
1
1
2
3
4
Carne
Ogni punto della curva di indifferenza indica la combinazione di carne e di pasta
che dà al consumatore la stessa utilità. Essa è decrescente poiché se il consumatore decidesse di diminuire la quantità consumata di uno dei due beni, per restare sulla curva di indifferenza dovrebbe incrementare la quantità consumata
dell’altro bene.
Vediamo in concreto e supponiamo che la scelta iniziale dell’individuo in questione sia di 4 unità di carne e 1 di pasta; se però egli decidesse di diminuire le
unità consumate di carne a 3, per restare sulla curva di indifferenza dovrebbe
necessariamente consumare 2 unità di pasta.
Il rapporto tra la riduzione della quantità consumata di un bene e l’aumento della quantità consumata dell’altro bene è detto saggio marginale di sostituzione.
Non esiste, inoltre, una sola curva di indifferenza, ma infinite, a seconda della
quantità massima disponibile di un bene.
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Percorso
a
Produzione, distribuzione e consumo della ricchezza
Estratto della pubblicazione