Linguistica Generale
Docente:
Paola Monachesi
Aprile-Maggio 2003
Contents
1 La linguistica e i suoi settori
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2 La grammatica come mezzo per rappresentare la competenza
linguistica
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3 Le componenti della grammatica
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4 Diversi tipi di grammatiche
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5 La morfologia
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6 Definizione di parola
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7 Criteri per identificare le parole
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8 Le parti del discorso
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9 Criteri per la classificazione delle parti del discorso
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La linguistica e i suoi settori
• La linguistica si occupa dello studio scientifico del linguaggio umano.
• Comprende vari settori:
(i) linguistica teorica: cerca di spiegare la natura e la struttura del
linguaggio naturale;
(ii) linguistica descrittiva: fornisce un’analisi delle grammatiche delle
varie lingue;
(iii) linguistica storica: come e perche’ le lingue evolvono;
(iv) sociolinguistica: relazione tra lingue e culture;
(v) dialettologia: come la classe sociale e la cultura possono frammentare una lingua in lingue differenti;
(vi) linguistica computazionale: si occupa di applicazioni computazionali al linguaggio naturale;
(vii) linguistica matematica: studia le proprieta’ formali e matematica
del linguaggio;
(viii) pragmatica: studia l’influenza del contesto e delle sitazioni sul
significato;
(ix) neurolinguistica: si occupa delle basi biologiche dell’acquisizione
del linguaggio e del suo sviluppo ed anche di come funziona il
cervello.
(x) psicolinguistica: si occupa della performance linguistica.
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La grammatica come mezzo per rappresentare la competenza linguistica
• La conoscenza di una lingua permette di mettere in relazione suoni e
significato.
• La conscenza della lingua per un parlante viene rappresentata come
grammatica mentale.
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• La teoria linguistica cerca di investigare la natura della grammatica
mentale, tra cui le sue componenti: il lessico, la morfologia, la sintassi,
la semantica, la fonetica e la fonologia.
• La conoscenza che i parlanti hanno di una lingua e inconscia.
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Le componenti della grammatica
• I parlanti hanno un lessico nella loro mente: una persona media conosce
tra le 45.000 e le 60.000 parole.
• I parlanti sanno anche come sono strutturate le parole: morfologia.
• Sono composte da una radice (Maria) o da una radice con un suffisso
(cas-e) o con un prefisso (a-sociale) o entrambi (ri-scopr-iamo)
• I parlanti sanno che questi elementi devono apparire in un certo ordine.
• I parlanti possono distinguere tra forme accettabili e non accettabili.
• I parlanti sanno distinguere una sequenza ben formata di parole: sintassi.
• Esempio: Maria ha 3 cani vs. *cani tre maria ha vs. Il parmiotto
gurminera’ la maba vs. le zebre volano
• La grammaticalita’ non dipende dal fatto che si sia sentita una frase
precedentemente oppure se sia vera o se e’ utilizzabile.
• La sintassi e’ autonoma: e’ possibile avere una frase priva di significato ma grammaticale, viceversa e’ possibile avere una frase con un
significato, ma non grammaticale *Maria vuole di incontare Martina.
• Afasia come ulteriore prova della modularita’ del linguaggio che e’ organizzato in componenti autonome.
• I parlanti possono distinguere frasi ambigue da quelle non ambigue
Maria guarda i ragazzi con gli occhiali.
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• La sintassi tiene conto di una proprieta’ fondamentale: generativita’
del linguaggio e quindi della ricorsivita’ (coordinazione, subordinazione,
pronomi relativi).
• I parlanti sanno come negare una frase o qual’e’ l’antecedente di un
pronome o come fare una domanda.
• I parlanti conoscono il significato delle varie espressioni della loro lingua: semantica.
• Almodovar dirige i film: Almodovar e’ una persona, dirige i film e’ una
properieta’ che lo distingue da altre persone.
• I parlanti di solito riescono a distinguere i suoni che fanno parte della
lingua da quelli che non ne fanno parte: fonologia.
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Diversi tipi di grammatiche
• La grammatica e’ vista come un sistema mentale che rappresenta la
competenza linguistica del parlante.
• I parlanti hanno diverse grammatiche.
• Grammatica mentale vs. grammatica descrittiva (forma idealizzata
condivisa dalla maggior parte dei parlanti).
• Le grammatiche descrittive possono costituire la base che viene utilizzata
nell’insegnamento della lingua vs. prescrittive.
• la linguistica non e’ interessata alle grammatiche prescrittive.
• Le grammatiche delle varie lingue sono caratterizzate da dei principi
che possono definirsi universali.
• La capacita’ umana di acquisire il linguaggio ha una base biologica:
grammatica universale.
• Non tutte le lingue hanno le stesse proprieta’: variazione.
• Sono queste le differenze che i bambini devono imparare quando acquisiscono il linguaggio.
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La morfologia
• La morfologia e’ lo studio delle parole e della loro struttura.
• Le parole sono unita’ linguistiche con un loro significato che possono
essere combinate tra di loro per formare sintagmi e frasi.
• Esistono le parole? Difficolta’ di trovare una definizione di cosa si
intende per parola.
• Scrittura: parole sono separate tra loro, ma non sempre e’ stato cosi’.
Continuum.
• Lingua orale: continuum. Esempio: lingua straniera che viene ascoltata.
• Livello acustico: continuum.
• Coscienza dell’esistenza delle parole, ma mancanza di evidenza.
• I parlanti hanno forti intuizioni circa la realta’ delle cose che non esistono fisicamente.
• Realta’ mentale delle parole.
• I parlanti riconoscono le parole perche’ possiedono un lessico con cui le
confrontano.
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Definizione di parola
• Difficolta’ di definizione della parola: Paola e’ a Roma vs. sicuramente
(4 vs. 1 parola)
• Non si possono usare criteri quantitativi: parole lunghe e corte (a vs.
precipitevolissimevolmente).
• Non si puo’ equiparare la parola con un’unita’ di significato: grammatica scolastica - ogni parola corrisponde ad un concetto.
• Qual’e’ il concetto di a, di, il ?
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• Confronta: mangiala! vs. ti ordino di mettere quella cosa in bocca e
inghiottire.
• Sia la forma che il significato delle parole sono estremamente variabili.
• Come fanno i parlanti ad avere intuizioni cosi’ precise su quali sono le
parole della propria lingua?
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Criteri per identificare le parole
• Sia il significato che il materiale fonetico sono estremamente variabili.
Ricorso a criteri distributivi e quindi sintattici.
• x e’ una parola se ha una certa distribuzione e un certo comportamento
nell’enunciato.
• Interrompibilita’: si puo’ inserire del materiale tra una parola e l’altra,
ma non si puo’ interrompere una parola inserendo qualcosa al suo interno.
• Confronta: nous aimons vs. amiamo (nous l’aimons vs. *amlaiamo)
• Mobilita’: x e’ una parola se puo’ occupare delle posizioni diverse a
seconda del tipo di frase. Non e’ una parola se deve necessariamente
ricorrere nello stesso contesto.
• Confronta: Aimons nous Marie? vs *amoami Marie?
• Problema: espressioni idiomatiche: *per il rotto della bella cuffia (piu’
parole ma non interrompibile) e mesoclisi in portoghese (falaremos vs.
parleremo; falar-lhe-emos vs. gli parleremo vs. *falaremos-lhe)
• Parola fonologica: accento (a volte anche fisso), regole come la sonorizzazione della /s/ intervocalica.
• Confronta: ca[z]a, la [s]abbia (clitici).
• Confronta: pro-credo-sindaco, toccasana (composti, prefissi).
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• Parola morfologica: morfemi flessivi segnano il confine esterno della
parola.
• Confronta: capi-credo-stazione, pomidoro, accendisigari.
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Le parti del discorso
• Le lingue naturali non trattano le parole tutte allo stesso modo: divisione in categorie.
• Esempio di lingua con 4 simboli: cerchio, quadrato, triangolo, rettangolo. Varie possibilita’ di combinazione: 353.
• Diverso nel caso del linguaggio naturale: Maria ha visto Paola.
• Divisione in categorie o parti del discorso che si possono associare solo
secondo certi ordini.
• I parlanti sanno che certe parole sono intercambiabili tra di loro e che
quindi appartengono alla stessa classe.
• Categorie sono una realta’ mentale, ma come renderla esplicita? Quali
definizioni possiamo adottare?
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Criteri per la classificazione delle parti del
discorso
• Quante e quali sono le parti del discorso?
• Il repertorio delle parti del discorso e’ universale?
• Quali sono le parti del discorso che ci sono state insegnate?
• Nome, verbo, preposizione, aggettivo, avverbio, articolo, pronome, congiunzione, interiezione.
• Questa classificazione puo’ essere utilizzata per tutte le lingue?
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• Definizione scolastica:
(i) Nome: quel vocabolo col quale indichiamo una persona, un animale o una cosa.
(ii) Verbo: parte del discorso che indica un’azione o uno stato in riferimento ad un soggetto.
• Confronta: nascita, arrivo, partenza, descrizione, beatitudine.
• Confronta: nascere, arrivare, partire, descrivere, bearsi.
• Definizione semantica e’ inadeguata.
• Definizione morfologica: parti variabili e invariabili. Inadeguata se
applicata ad altre lingue: Inglese.
• Tipo di modificazione. Nome: caso. Verbo: varia per persona, tempo,
modo. Definizioni non universali.
• Classi aperte e chiuse (preposizione, articolo, pronome, congiunzione).
• Nome e aggettivo sono uguali da un punto di vista morfologico in italiano.
• Definizioni spurie. Aggettivo: parte del discorso che unita ad un
sostantivo col quale si accorda in genere e in numero, lo qualifica e
lo determina. Si parla quindi di aggettivo qualificativo, dimostrativo,
possessivo, indefinito, interrogativo, numerale.
• Definizioni tradizionali funzionano perche’ chi le usa sa gia’ a che cosa
si rifersicono.
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