SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA DIVENTARE GENITORI, ANDANDO OLTRE LA MALATTIA LA RICERCA SCIENTIFICA E LE TECNICHE MEDICHE PER NON RINUNCIARE Maddalena Corvaglia Insieme contro il cancro ANCHE TU PUOI DIRE INSIEME A NOI ”CONTRO IL CANCRO, IO CI SONO!” Dal 2010, la scelta ogni anno di oltre un milione e mezzo di contribuenti di destinarci il proprio 5X1000 ci ha permesso di finanziare 14 programmi speciali che puoi approfondire su programmispeciali.airc.it I traguardi raggiunti finora sono notevoli e promettenti. Scegli di dire anche tu “Contro il cancro, io ci sono!”: inserisci il nostro Codice Fiscale e la tua firma nello spazio “Finanziamento della Ricerca Scientifica e delle Università” della tua dichiarazione dei redditi e aiutaci a raggiungerne di nuovi. Codice Fiscale 8 0 05 1 8901 5 2 ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO Per qualsiasi altra informazione su come donare: 800.350.350 e airc.it Per guardare al futuro Un cancro è sempre un evento traumatico, ma lo è ancora di più quando colpisce nell’infanzia o nel pieno della vita produttiva. Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumore (AIRTUM), un tumore su 10 si manifesta sotto i 50 anni: circa 36.000 giovani e adulti sotto i 50 dovranno, ogni anno, fare i conti con una notizia che cambia la vita. Tra questi ci sono bambini e ragazzi, ma anche donne (pag 12) e uomini (pag 15) in un’età nella quale si fanno progetti per il futuro sul lavoro e in famiglia. Se un tempo il cancro e la chemioterapia (pag 4) cancellavano la possibilità di avere dei figli, oggi non è sempre così. I progressi della ricerca scientifica consentono, in molti casi, di evitare danni al sistema riproduttivo (pag 8) e alle cellule che danno origine all’embrione. In altri casi è possibile preservare la fertilità in vista di una futura gravidanza, che verrà ottenuta con l’aiuto delle tecniche di fecondazione artificiale. Se il problema della fertilità tocca sia le donne sia gli uomini, il dramma della malattia durante la gestazione colpisce prevalentemente il sesso femminile (pag 6). Un tempo le madri dovevano fronteggiare decisioni terribili come procrastinare le cure per non danneggiare il piccolo che portavano in grembo, rischiando la propria vita. Per fortuna oggi esistono alternative sicure per la madre e per il figlio. Un’altra vittoria della ricerca oncologica in cui l’Italia e AIRC hanno giocato un ruolo importante. 3 I rischi che si corrono genetici o cromosomici. La chemioterapia utilizzata contro i tuPer questa ragione si suggerisce, in parmori di solito include un insieme di farticolare all’uomo, di attendere qualche maci in grado di uccidere le cellule in tempo dopo la cura prima di tentare rapida moltiplicazione. La proliferadi avere un bambino (per inzione veloce è sì una proprietà formazioni più dettagliate, si tipica dei tumori, ma anche di GLI STUDI vedano le sezioni specifiche altri tessuti come il sangue, i DICONO CHE dedicate alla donna e all’uofollicoli piliferi (che produI RISCHI SONO mo). Il tempo di attesa, la cono peli e capelli) e le celLIMITATI cui durata dipende dal tipo di lule riproduttive (o gameti). cura effettuata, garantisce che A seconda delle sostanze che le cellule eventualmente esposte la compongono, una chemioteraai farmaci siano state eliminate nel corso pia può quindi avere effetti di intensità del naturale ricambio cellulare. variabile sulla fertilità. In generale riduCon queste necessarie premesse, è tutce la disponibilità di gameti (sia maschili tavia importante sottolineare il fatto che sia femminili), diminuendo o annullando gli studi epidemiologici finora condotti la possibilità della donna o dell’uomo di su bambini nati da coppie in cui uno dei avere dei figli. partner è stato sottoposto a chemioteraMolte chemioterapie hanno anche un pia hanno dimostrato che non esiste un altro effetto di cui bisogna tenere conto rischio significativamente aumentato di quando si è in età riproduttiva: possono malformazioni. indurre mutazioni nella sequenza del DNA delle cellule e, seppure in rari casi, dare origine a embrioni con difetti tali da indurre aborti spontanei (statisticamente gli aborti spontanei sono lievemente aumentati nelle donne che si sono sottoposte a chemio). In altri casi, per fortuna sempre abbastanza rari, si può anche avere la nascita di un bambino con difetti 4 5 Un cancro in gravidanza frequentemente diaSecondo i dati dell’Istituto superiore di gnosticato nelle giovasanità, una gravidanza su 1.000 viene ni donne: ogni anno in portata avanti, ogni anno, da una donItalia circa 3000 donna che sta anche combattendo conne di età inferiore tro il cancro. Ciò significa che a 40 anni hanno in Italia, ogni anno, visto che una diagnosi di nascono all’incirca 500.000 OGGI CI tumore della bambini, vi sono circa 500 SONO CURE mammella”. donne che devono essere COMPATIBILI assistite in una fase tanto delicata della vita. Se per loro un tempo non vi erano alternative tra ritardare le cure (mettendo a rischio la propria vita) e abortire, oggi vi sono buone possibilità di portare a termine la gravidanza e al contempo curarsi, almeno per alcuni tumori tra i più frequenti. Merito della ricerca scientifica che ha studiato schemi terapeutici particolari per le donne in attesa. “Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di donne colpite da tumore al seno” spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Struttura semplice di sviluppo di terapie innovative dell’Ospedale San Martino di Genova, una delle massime esperte in Italia di cancro in gravidanza. “Infatti il tumore al seno rappresenta il tipo di tumore più 6 COSA BISOGNA SAPERE I tumori più frequenti durante la gravidanza sono in particolare quelli che vengono facilitati dalla presenza di ormoni: • tumori ginecologici (soprattutto della cervice uterina e dell’ovaio) • tumori al seno 1 Altri tipi di tumore che compaiono durante la gravidanza si ritrovano con la stessa frequenza anche nelle donne della stessa età che non aspettano un figlio, in particolare: • linfomi e leucemie • tumori della tiroide •melanomi 2 La maggior parte delle forme di cancro, comprese quelle che colpiscono le donne, diventano più comuni con il passare degli anni e, dato che la scelta di avere un figlio si programma sempre più spesso dopo i 30-35 anni di età, oggi i tumori compaiono più spesso durante la gravidanza. 3 In gravidanza ci si sottopone a maggiori controlli (per esempio il Pap test), per cui alcuni tumori possono essere diagnosticati più facilmente in questa fase. 4 Più difficile può essere la diagnosi del cancro al seno, perché i cambiamenti fisiologici a cui la ghiandola mammaria va incontro durante la gestazione possono mascherare la comparsa di piccoli noduli. 5 Anche altri cambiamenti fisiologici a cui il corpo della donna va incontro durante la gravidanza, o i piccoli disturbi che questo stato comporta, possono inizialmente mascherare segni o sintomi di un linfoma o di una leucemia. 6 7 I progressi della ricerca di doversi spostare. In Italia è comunque Oggi abbiamo disponibili percorsi di in funzione un network di esperti che diagnosi e trattamento ben consolidati attraverso consultazioni online molto per i casi di tumore al seno durante la spesso fornisce indicazioni adeguate gravidanza, essendo questo il tumore ai centri periferici non dotati di più frequentemente diagnosticagruppi di lavoro specializzati to in questa particolare situaUNA nella gestione del tumore in zione clinica. “Il percorso VALUTAZIONE gravidanza. diagnostico-terapeutico, in CASO PER termini di intervento chiCASO Le precauzioni rurgico e trattamenti medici “La maggior parte degli incambia in funzione delle diterventi chirurgici necessari per verse situazioni, tenendo conto asportare un tumore può essere eseguito del tipo di malattia, della sua diffusione anche in gravidanza” spiega Del Mastro. e aggressività, dell’epoca della gestazioGli studi hanno dimostrato persino che ne in cui il tumore viene diagnosticato, dopo il primo trimestre di gravidanza ma anche dei desideri della paziente, alla molti tipi di chemioterapia si possono luce di valutazioni etiche (per esempio effettuare senza rischi per il feto. Se posriguardo all’interruzione della gravidansibile, quindi, si aspetta almeno la fine za) o personali (per esempio l’età o il fatdella dodicesima settimana prima di coto di avere già altri figli)” spiega Lucia minciare le cure. Del Mastro. Oltre alla composizione delle chemioLa donna deve essere coinvolta nelle deterapie, in gravidanza si lavora talvolta cisioni da prendere da un gruppo multisulla loro intensità, privilegiando chedisciplinare di medici che includa, oltre mio a basse dosi ma più frequenti: in tal all’oncologo ed eventualmente al chirurmodo circola nell’organismo meno fargo, anche il ginecologo ostetrico, il nemaco ma per un tempo più prolungato. onatologo, l’anatomopatologo, il radioUn altro periodo in cui è meglio evitare il logo. Dato che le competenze coinvolte trattamento è quello che precede il parto, sono molte, è particolarmente importante per evitare un calo di globuli bianchi nelrivolgersi per i trattamenti a centri dotati la madre e nel bambino che li esporrebbe di questi gruppi di lavoro, anche a costo 8 LA DIAGNOSI Se c’è il sospetto di un tumore in gravidanza occorre scegliere con particolare attenzione gli esami da eseguire per arrivare alla diagnosi, al fine di evitare danni al feto. Tutte le indagini che non prevedono l’uso di raggi X, come l’ecografia o le biopsie, possono essere eseguite liberamente. Lo stesso vale per gli esami che usano le fibre ottiche, cioè tutte le forme di endoscopia. 1 Se occorre ci si può sottoporre a radiografie della parte superiore del corpo (lastra del torace, mammografia), schermando l’addome. 2 La risonanza magnetica (RM) con contrasto viene prescritta solo se strettamente necessaria, perché il mezzo di contrasto è in grado di passare, in piccola quantità, la barriera placentare. 3 La TC è controindicata nel primo trimestre perché espone ad alti livelli di radiazione, così come la PET. Vengono usate solo se davvero non ci sono alternative. 4 9 a infezioni, e di piastrine che aumenterebbe il rischio di emorragia. Per questo il trattamento va interrotto entro la 34-35ª settimana di gestazione ed eventualmente ripreso dopo, appena la mamma si è ristabilita. Infine in gravidanza non si può ricorrere al trapianto di midollo osseo, che è necessario per curare alcune forme di leucemia. Dopo il parto I farmaci usati per la chemioterapia passano nel latte materno per cui, se la donna è sottoposta a queste cure, l’allattamento al seno è controindicato. “Sono assolutamente controindicate in gravidanza, così come nell’allattamento, anche le terapie ormonali come il tamoxifene” spiega ancora Del Mastro. “Se una donna ne ha veramente bisogno, dopo il parto si ricorre semplicemente all’allattamento artificiale”. Anche i nuovi farmaci mirati vengono usati con cautela perché non vi sono dati sufficienti a garantire la loro sicurezza per il neonato. La radioterapia viene sempre rimandata a dopo il parto ma, in caso di assoluta necessità, si possono considerare applicazioni limitate alla parte superiore del corpo (collo, ascella eccetera), effettuate avendo cura di proteggere l’addome con una schermatura. 10 IL RUOLO DELLO PSICOLOGO Il livello di stress e ansia di una donna che deve affrontare un cancro è mediamente molto elevato. Se questa donna deve anche portare avanti una gravidanza, il suo equilibrio psicofisico può risentirne ulteriormente. È molto importante fornire informazioni dettagliate, in termini non solo di rischi ma anche di sicurezza delle procedure effettuate sia per il bambino che deve nascere sia per la madre. È inoltre consigliabile che queste donne (così come i loro compagni) siano seguite da uno psicologo esperto. 11 Preservare la fertilità (in alcuni tumori sensibili agli ormoni Per preservare la fertilità femminile le stimolazioni sono vietate perché esistono due approcci possibili: l’uagirebbero come un fertilizzante per so di farmaci che proteggono l’ovaio le cellule maligne). In molti Paesi dall’azione “tossica” delle chemiostranieri è consentito anche, in terapie e la conservazione degli caso di relazione stabile, di ovociti o del tessuto ovarico fertilizzare gli ovociti pre(mediante congelamento), DUE levati e procedere quindi per poter ricorrere a una feAPPROCCI al congelamento degli emcondazione assistita dopo il POSSIBILI brioni ottenuti con tecniche termine delle cure. di fecondazione assistita per La scelta dipende anche eventualmente impiantarli in dall’età della donna e dalla preutero in un secondo tempo, quando la senza di altri figli: la probabilità menmalattia è sotto controllo. In Italia la sile di concepire un figlio, in una donna procedura più utilizzata è il congelasana, è del 30 per cento intorno ai 30 mento degli ovociti maturi, che vengoanni, si riduce al 20 per cento intorno ai no fertilizzati solo nel momento in cui 35 anni e scende al 10 per cento dopo la donna, terminati i trattamenti, ritorna i 40 anni. Questi tassi influenzano anper avere la gravidanza utilizzando gli che le probabilità di successo di una ovociti congelati. fecondazione assistita e di conseguenza l’opportunità di prelevare e congelare le cellule uovo. Il ricorso alla congelazione degli ovociti presuppone che il tipo di neoplasia consenta di ritardare di qualche settimana l’inizio dei trattamenti, per avere il tempo necessario a effettuare la stimolazione ovarica e il successivo prelievo 12 nella donna... GLI ORMONI DOPO LA CHEMIO Nel cancro della mammella sensibile agli ormoni, per evitare ricadute, si ricorre in genere a un trattamento con farmaci che bloccano l’attività degli estrogeni. Tra questi il tamoxifene, da solo o associato agli analoghi del GnRH, un altro ormone che blocca la produzione naturale di estrogeni. Il tamoxifene può indurre una menopausa precoce, ma il rischio è molto basso se utilizzato da solo in donne sotto i 45 anni di età. Dopo due anni di terapia con analoghi del GnRH, il ciclo riprende in genere entro 12 mesi, ma può accadere che l’età o altri fattori impediscano questa ripresa. La scelta della terapia ormonale da seguire dopo la chemioterapia, la sua durata e le eventuali interruzioni per tentare una gravidanza dipendono da caratteristiche individuali e dalla “firma molecolare” del tumore. Per questo è essenziale decidere cosa fare con la collaborazione di un oncologo esperto, che tenga in considerazione anche i desideri della paziente. 13 SE LA FERTILITÀ È COMPROMESSA Talvolta, malgrado tutti gli sforzi messi in atto, non è possibile preservare la fertilità. Anche in questi casi è possibile ricorrere a soluzioni alternative, prima di rinunciare del tutto ad avere dei figli. Se l’infertilità riguarda la produzione dei gameti (ovuli o sperma) è possibile ricorrere a una fecondazione eterologa da donatore estraneo, nuovamente autorizzata in Italia dal 2014. L’altra opzione è quella dell’adozione. L’idoneità all’adozione a una coppia in cui uno dei due partner è stato malato di cancro ed è guarito è legale. È però probabile che tra i controlli previsti vi siano anche approfonditi esami medici, perché l’adozione è un diritto del minore ad avere una famiglia serena in grado di accudirlo e amarlo il più a lungo possibile. Anche la valutazione psicologica può essere particolarmente approfondita, perché l’adozione richiede molte energie fisiche e mentali e il giudice ha bisogno di essere certo che gli aspiranti genitori ne siano provvisti. 14 Farmaci protettivi È anche possibile ricorrere ad approcci diversi dalla fecondazione assistita. Si tratta di mettere a riposo, con farmaci appositi, il tessuto ovarico in modo che sia meno sensibile agli effetti della chemio. “Circa il 30 per cento delle donne giovani trattate per un tumore al seno va in menopausa precoce, anche se tale rischio è minore sotto i 35 anni” aggiunge Del Mastro. “Qualche anno fa, con il sostegno di AIRC, abbiamo dimostrato che questa percentuale può scendere fino all’8 per cento. Basta mettere a riposo le ovaie durante la chemio, con semplici iniezioni intramuscolari di un ormone, la triptorelina, effettuate ogni quattro settimane”. Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA, una delle più importanti riviste mediche internazionali, dimostra che al termine del trattamento le ovaie ricominciano a funzionare e i cicli mestruali riprendono. “Diversamente da quanto si credeva un tempo, oggi sappiamo che i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza non aumentano il rischio che la malattia si ripresenti” spiega Del Mastro “e quindi la gravidanza non è più controindicata nelle donne con storie di tumori sensibili agli ormoni, come quello al seno”. ... e nell’uomo Se un uomo giovane (e ancora più un raRispetto alle donne, che per produrre gazzo) si ammala di cancro, non sempre ovuli devono essere sottoposte a stiil suo primo pensiero va alla possibilità molazioni ormonali e a un prelievo in di avere dei figli. Tuttavia, una anestesia locale, la raccolta dei volta intrapreso il percorso di gameti maschili (gli spermacura, l’idea di mettere a retozoi) è piuttosto semplice UN AIUTO pentaglio la propria possibie non richiede l’uso di alDAL FREDDO lità di procreare si fa spesso cun tipo di stimolazione strada. Quel che gli esperti ormonale, ma è necessario segnalano, però, è la necessiattendere almeno 48 ore tra tà di prendere in considerazione un campione e l’altro (cioè racgli eventuali effetti delle cure sulla cogliere a partire dal terzo giorno fertilità fin dalla diagnosi, perché dopo successivo) per consentire ai testicoli potrebbe essere troppo tardi. È fondadi produrre una quantità sufficiente di mentale, in questo campo, la preparaspermatozoi. Campioni con una conta zione dell’oncologo e la multidisciplispermatica bassa (cioè contenenti ponarietà del centro al quale ci si rivolge: chi spermatozoi) non sono utili per la spesso sono proprio i medici a porre fecondazione assistita. Una volta termicon delicatezza la questione sul tavolo, nata la cura contro il cancro (o anche ma lo fanno solo se a loro volta sono durante le cure stesse, se la coppia se consapevoli dell’urgenza del problema la sente), l’uomo può ricorrere al seme e se hanno a disposizione strutture adatconservato per tentare, con la propria te a intervenire. compagna, un percorso di fecondazione assistita. La crioconservazione del seme L’azione da intraprendere, prima di Precauzioni e tempi incominciare una chemioterapia, conLa raccolta del campione avviene, per siste nel raccogliere il maggior numeragioni legali, presso le banche del ro possibile di campioni di sperma da seme autorizzate. Se il paziente oncoloconservare in apposite banche del seme. gico deve essere sottoposto con urgen- 15 za a chemioterapia o interventi chirurgici, ha la precedenza su tutti gli altri utenti e, talvolta, si raccolgono campioni anche in situazioni non ottimali (per esempio non rispettando i 3-5 giorni di astinenza sessuale che sarebbero indicati prima del prelievo). È importante ricordare che si può conservare il proprio seme anche in caso di tumore testicolare, perché raramente questa malattia interessa la linea germinale (cioè le cellule riproduttive). Il campione conservato può essere ritirato solo dall’uomo che lo ha depositato. La partner non ha alcun diritto su questo materiale biologico e la legge italiana consente la fecondazione assistita solo tra due partner viventi. 16 Anche lui deve aspettare La chemioterapia può danneggiare il DNA contenuto negli spermatozoi. Per questa ragione gli esperti consigliano agli uomini sottoposti a chemio di attendere dai 2 ai 5 anni prima di concepire un figlio. Ma la probabilità che il patrimonio genetico sia danneggiato è bassissima, in base agli studi retrospettivi disponibili, alcuni dei quali condotti sul finire degli anni novanta, quindi con chemioterapie anche più tossiche di quelle attuali. Se la partner di un uomo sottoposto a chemio rimane incinta accidentalmente, in genere i medici suggeriscono di proseguire tranquillamente la gravidanza, sottoponendo il feto a controlli morfologici tramite ecografia: in questo modo si possono verificare precocemente eventuali problemi, che comunque non sono frequenti. Nel caso di una gravidanza cercata e non accidentale, si applica in genere il principio di precauzione: sebbene sia molto raro che uno spermatozoo danneggiato sia anche fertile, questo può accadere e quindi è consigliabile evitare la gravidanza tramite l’uso di un contraccettivo per almeno un anno dopo la fine della cura. Questo dicono le linee guida statunitensi, ma altri medici spin- BAMBINI E ADOLESCENTI Quando il tumore colpisce i più piccoli, i genitori e i medici devono prendere decisioni al loro posto. E preservare la loro fertilità può essere una di queste. Se fino a qualche anno fa non vi erano possibilità in età prepuberale, oggi lo sviluppo delle tecniche di fecondazione assistita consente, in alcuni casi, di utilizzare anche gameti immaturi, cioè ovuli e cellule spermatiche non ancora giunti alla totale maturazione per mancanza dello stimolo ormonale. Per fare ciò si prelevano nelle ragazze frammenti di tessuto ovarico e nei maschietti cellule spermatiche immature, direttamente dai tessuti testicolari. Le testimonianze raccolte dagli adolescenti sottoposti a questi trattamenti dimostrano che, anche quando la vita di coppia e i figli non appartengono ancora al loro orizzonte mentale, l’idea che i genitori e i medici abbiamo tanta fiducia nella loro probabilità di guarigione da preservare la loro possibilità di generare ha un forte valore simbolico e psicologico. 17 gono il periodo di sicurezza fino a due anni. L’incertezza si ritrova anche in studi di andrologia che stimano che in un anno venga eiaculato tutto lo sperma che è stato eventualmente esposto ai chemioterapici, ma indicano anche che tale periodo di tempo può essere più breve o più lungo in relazione a fattori individuali come la frequenza dei rapporti sessuali, delle eiaculazioni e del volume dell’eiaculato. Si tratta quindi di valutare insieme al proprio medico quale potrebbe essere il periodo di attesa più adatto alla propria situazione personale. In 18 linea generale, quindi, se ci sono ragioni obiettive per accelerare i tempi (per esempio perché la donna non è più tanto giovane), è utile rivolgersi a un esperto di fertilità che può eseguire diversi esami di controllo (tra i quali quello per la vitalità e la motilità degli spermatozoi, indice indiretto degli effetti del farmaco sulle gonadi maschili) e suggerire una strategia ragionevole che combini prudenza e necessità della vita. Come il bambù di Parma, nato dalla passione medica e Mi chiamo Francesca e vivo a Parma, dall’ascolto delle storie familiari come dove lavoro come insegnante di scuola la mia. primaria. Sono mamma di due bambini: Nei sette anni di controlli, non anTommaso e Giovanni. davo solo a fare una visita o Dovrei, prima di raccontare la un’ecografia: mi sono sentita mia storia, dire che la parola protetta, compresa, accomcancro mi ha accompagnaIL FANTASMA pagnata. to fin da quando sono nata, DEL CANCRO Con la prima gravidanza non come un fantasma che mi ho potuto donare il sangue rincorreva e mi perseguitava. del cordone, che viene usato Quasi tutte le donne della mia per trapianti di midollo. Così per famiglia, infatti, si sono ammalala seconda gravidanza chiesi alle dottote e sono morte per cancro e fu questo il resse del centro, che si prodigarono per motivo per cui decisi, nel 2007, di sottopormi al test genetico per la ricerca del gene BRCA. Ci pensai un po’ su e dopo aver ascoltato vari pareri presi la decisione che mi ha salvato la vita. Ricordo che su un foglio scrissi i pro e i contro. Nel foglio c’erano molti pro e un solo contro: se avessi saputo di avere il gene avrei perso la serenità, ma questo contro fu subito scacciato via dal pensiero che comunque serena non potevo esserlo, per quanto avevo visto capitare nella mia famiglia. Sarei stata sicuramente più tranquilla nelle mani del medico. Il referto diceva BRCA1 positivo. Sono stata seguita dal centro di oncogenetica 19 20 capire se potevo farlo (o anzi, se non all’apparenza minuto, si stava rivelando fosse, nel mio caso, utile una donazione forte e resistente. destinata ai miei familiari). Fu così che Facevo appello alla resistenza, quella ottenni di fare una donazione dedicata della canna di bambù che si piega ma alla mia famiglia. Il 29 gennaio 2013, lo non si spezza. Ce n’è voluta tanta di restesso giorno in cui ritirai le carte per posistenza. ter donare il cordone, fu il giorno in cui i E molta pazienza e amore da parte delle medici mi sottoposero a una biopsia con persone che mi sono state vicine. agoaspirato… Mio marito Alessio, prima di tutto e di Nel momento per ogni donna più tutti, che ha preso delle decisioni bello, all’ottavo mese di graviinsieme a me, con razionalità danza, sentivo che qualcosa e sensibilità; i miei suoceri, LA CHEMIO, non andava, così chiamai la la mia famiglia, i medici che ALLEATA dottoressa, tanto per avere mi hanno curata e un gruppo PREZIOSA una rassicurazione telefodi donne speciali, le “Ragaznica: lei non sottovalutò la ze fuori di seno”, incontrate cosa, mi disse di andare a fare su un blog del dottor Salvo Cauna visita e fu così che diventai una tania, di Medicitalia, e condotto da paziente oncologica. medici altrettanto speciali che mi hanno Fu tutto molto veloce: il parto organizzainsegnato che per affrontare le sfide della to in neanche una settimana, la chemiovita ci vuole non solo coraggio ma anche terapia solo 11 giorni dopo. Una cura che un pizzico di follia. è stata la mia salvezza. Continuo a recitare la mia meditazione, Non l’ho mai chiamata tossica e per me ringraziando i tanti medici che fanno rinon lo è stata: è stata invece un’alleata cerca: alcuni volti li conosco, perché ripreziosa. Ogni volta che facevo la teracevo Fondamentale, il giornale di AIRC, pia, recitavo una bellissima meditazione e nei loro occhi scorgo la passione e la che mi è stata regalata. Ringraziavo tutte voglia di non mollare nonostante le difle generazioni di medici e farmacologi, ficoltà. risalendo indietro nei secoli, che con la loro esperienza e conoscenza hanno Francesca Duranti contribuito a rendere disponibili questi farmaci in grado di aiutarmi e curarmi. Mi impegnavo perciò a onorare la cura in piena consapevolezza e gratitudine. Ringraziavo anche il mio corpo che, 21 Un problema di tutti Maddalena Corvaglia, salentina, è un volto biamento a cui vanno incontro le persone noto della televisione da quando, nel 1999, che ce l’hanno fatta, ma anche quello che affiancò Elisabetta Canalis nella parte della producono coloro che stanno cercando una velina in Striscia la notizia. Da allora ha soluzione per questa malattia. Vorrei che un condotto trasmissioni di intrattenimengiorno pensando alla parola cancro le to e di musica, non disdegnando le persone la associassero al massimo attività di volontariato. È testiall’oroscopo! monial di AIRC perché, come Ha conosciuto donne che afFORZA, ha detto recentemente “sono frontano questa malattia? E COSTANZA E una donna, una madre, una fipensa che sia giusto parlare CAMBIAMENTO glia… E il cancro è una malatdi cancro in televisione? tia che non risparmia nessuno”. Sì, ho conosciuto delle donne Che cosa si aspetta una sosteniche hanno combattuto questa matrice come lei dalla ricerca scientilattia, ed alcune che tuttora lo fanno. fica? È un’esperienza che ti segna profondamenMi auguro che accada quello che è accaduto te, dopo la quale non sei più la stessa persogià per molte altre malattie che mietevano na. Proprio per questo credo che non solo si vittime e che oggi non uccidono più. Mi possa, ma si debba, parlare di cancro in TV. auguro che la ricerca porti a una cura per il Ignorarne l’esistenza non è la soluzione. maggior numero di malati possibile. Cosa fa per mantenersi in salute e prevenire le malattie? Purtroppo nessuno di noi è immune dalla malattie al 100 per cento, ma credo che un’alimentazione sana e varia e, soprattutto, una costante attività fisica portino grandi benefici nella prevenzione del cancro e di tante altre malattie. Io mi devo muovere per forza, anche per ragioni professionali, ma mi ritengo fortunata perché questo aspetto della mia attività mi aiuta a mantenermi in salute. A cosa associa la parola cancro? Di primo acchito la associo a emozioni negative, come è ovvio: paura, tristezza. Ma poi penso alla forza che le persone manifestano in queste situazioni e soprattutto alla forza e alla costanza di medici e ricercatori e la associo alla parola cambiamento. Il cam- 22 RENDIAMO IL CANCRO SEMPRE PIÙ CURABILE Oggi i tassi di guarigione, soprattutto per alcuni tumori, sono aumentati clamorosamente grazie al progresso della ricerca scientifica. La guaribilità media dei tumori è più che raddoppiata in soli 30 anni. Di questo progresso sono promotrici AIRC e la sua Fondazione FIRC, che investono su giovani talenti e progetti innovativi e diffondono una corretta informazione sulle novità terapeutiche e diagnostiche e sugli stili di vita da adottare per una buona prevenzione. I COMITATI REGIONALI, UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI I NOSTRI SOCI Editore: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Sede: Via San Vito 7, 20123 Milano, Tel. 02 7797.1 www.airc.it - Numero Verde 800.350.350 Coordinamento redazionale: Patrizia Brovelli (redazione@ airc.it) Testi: Daniela Ovadia (Agenzia Zoe), Francesca Duranti Progetto grafico e impaginazione: Silvia Ruju Fotografie: Simone Comi, Foto Izzo, Istockphoto Stampa: Rotolito Lombarda (MI), aprile 2016 Abruzzo - Molise Viale Regina Elena, 126 65123 Pescara Tel. 085 352 15 com.abruzzo.molise@ airc.it Basilicata Contrada Serritello la Valle c/o Azienda Calia 75100 Matera Tel. 0835 303 751 [email protected] Calabria Viale degli Alimena, 3 87100 Cosenza Tel. 0984 41 36 97 [email protected] Campania Via dei Mille, 40 80121 Napoli Tel. 081 403 231 [email protected] Emilia Romagna Via delle Lame, 46/E 40122 Bologna Tel. 051 244 515 com.emilia.romagna@ airc.it Friuli -Venezia Giulia Via del Coroneo, 5 34133 Trieste Tel. 040 365 663 [email protected] Lazio Viale Regina Elena, 291 00161 Roma Tel. 06 446 336 5 [email protected] Liguria Via Caffaro, 1 16124 Genova Tel. 010 277 058 8 [email protected] Lombardia Via San Vito, 7 20123 Milano Tel. 02 779 71 [email protected] Marche c/o Edificio Scienze 3 dell’Università politecnica delle Marche Via Brecce Bianche 60131 Ancona Tel. 071 280 413 0 [email protected] Piemonte - Valle d’Aosta c/o Istituto per la ricerca e la cura del cancro Strada Provinciale 142, km 3,95 10060 Candiolo (To) Tel. 011 993 335 3 [email protected] Puglia Piazza Umberto I, 49 70121 Bari Tel. 080 521 870 2 [email protected] Sardegna Via De Magistris, 8 09123 Cagliari tel. 070 664172 [email protected] Sicilia Piazzale Ungheria, 73 90141 Palermo Tel. 091 611 034 0 [email protected] Toscana Viale Gramsci, 19 50121 Firenze Tel. 055 217 098 [email protected] Umbria Via Brufani, 1 06124 Perugia Tel. 075 583 813 2 [email protected] Veneto Via Gaetano Trezza, 30 37129 Verona Tel. 045 8250234 [email protected] COME CURARE L’AZALEA DELLA RICERCA Si chiama Azalea Indica Syn Rhododendron Simsii Fam. Ericaceae. Piante Rattiflora Como Insegna Azalea di Gand: la prima IGP per un prodotto orticolo Le competenze e la professionalità dei produttori nell'arco dei secoli hanno permesso all'azalea di Gand di diventare il primo prodotto orticolo a ottenere il 17 marzo 2010 l'etichetta europea di origine e di qualità IGP (Indicazione geografica protetta). Solo le azalee che rispettano specifici standard di qualità e sono coltivate in questa regione potranno essere messe in vendita con il nome di azalee di Gand. Maggiori informazioni su www.gentseazalea.be Va collocata alla luce, non al sole diretto Deve essere bagnata abbondantemente (immersioni nel vaso) ogni 2/3 giorni Necessita di rinvasatura dopo a fioritura o di essere messa a dimora con terriccio a pH acido (torba) Ama ambienti luminosi e freschi Non sopporta temperature sotto i -5° 23