MD10 Impresa e clienti

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Il comportamento dell’impresa sul mercato dell’output
Altri vincoli dell’impresa
La tecnologia  come gli input si trasformano in output
La domanda  a che prezzo i consumatori sono disposti a
comprare i beni che produce
Il mercato
 quello che fanno le altre imprese
Funzione del costo dell’impresa
relazione che associa a ogni quantità
prodotta il costo minimo necessario per
produrla
dice all’impresa a che costo minimo è possibile produrre una determinata
quantità di prodotto
Tiene conto di
- dell’acquisto di tutti i fattori produttivi
- compreso il costo del capitale
- dei costi opportunità e non solo dei costi monetari
Funzione del costo dell’impresa
Possibile forma funzionale
𝑇𝐢 = 𝐹𝐢 + 𝑐1 𝑄 + 𝑐2 𝑄 2
Costo fisso
non dipende dalla quantità prodotta
Costo variabile
dipende dalla quantità prodotta
Costo medio  costo per unità di prodotto
dice all’impresa quale è il costo medio di un’unità di prodotto
𝑇𝐢 𝐹𝐢
𝐴𝐢 =
=
+ 𝑐1 + 𝑐2 𝑄
𝑄
𝑄
Funzione del costo dell’impresa: il costo medio
𝑇𝐢 𝐹𝐢
𝐴𝐢 =
=
+ 𝑐1 + 𝑐2 𝑄
𝑄
𝑄
𝑑𝐴𝐢
𝐹𝐢
Se calcoliamo la derivata
= − 2 + 𝑐2
𝑑𝑄
𝑄
𝑑𝐴𝐢
< 0 𝑠𝑒 𝑄 <
𝑑𝑄
𝐹𝐢
𝑐2
Il costo medio decresce per
valori della produzione al di
sotto di una determinata soglia
𝑑𝐴𝐢
> 0 𝑠𝑒 𝑄 >
𝑑𝑄
𝐹𝐢
𝑐2
Il costo medio cresce per valori
della produzione al di sopra di
una determinata soglia
𝑑𝐴𝐢
= 0 𝑠𝑒 𝑄 =
𝑑𝑄
𝐹𝐢
𝑐2
Il costo medio raggiunge il
minimo in questo punto
Il costo medio prima decresce, raggiunge il minimo e poi
inizia a crescere
Funzione del costo dell’impresa: il costo marginale
Costo marginale costo dell’ultima unità prodotta
Costo marginale incremento di costo indotto
dall’aumento al margine della
produzione
Si ottiene derivando la funzione del costo totale
𝑑𝑇𝐢
𝑀𝐢 =
= 𝑐1 + 2𝑐2 𝑄
𝑑𝑄
Il costo marginale in questo caso è una
funzione lineare crescente
Aumenta all’aumentare di Q
Funzione del costo dell’impresa
Funzione del costo totale
350.000
Disegnata immaginando che
Costi totali di produzione, C(Q) ($)
300.000
TC ο€½ 64000  400Q  40Q2
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0
0
10
20
30
40
50
60
70
Q
80
Funzione del costo medio
64000
AC ο€½
 400  40Q
Q
6.000
Costo medio (AC) ($)
5.000
4.000
3.600
3.000
Qο€½
Prima di 40 il costo
medio è decrescente
2.000
FC
64000
ο€½
ο€½ 1600 ο€½ 40
c2
40
Dopo 40 il costo medio
è crescente
1.000
0
0
10
20
30
40
Q
50
60
70
Dimensione ottima dell’impresa  quella
che minimizza il costo medio
80
Funzione del costo marginale
𝑑𝑇𝐢
𝑀𝐢 =
= 400 + 80𝑄
𝑑𝑄
MC
Costo medio e costo marginale ($)
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
0
10
20
30
40
50
60
70
Q 80
Funzione del costo marginale e del costo medioAC=MC
nel punto di minimo del costo medio
MC
Costo medio e costo marginale ($)
6.000
5.000
AC
4.000
3.600
3.000
2.000
1.000
0
0
10
20
30
40
50
60
70
Q 80
Funzione del costo marginale e del costo medioDeriviamo il costo
medio rispetto a Q
AC=MC
nel punto di minimo del costo medio
𝑑𝑇𝐢 𝑇𝐢
𝑇𝐢 𝑑𝑇𝐢
−
𝑄 − 𝑇𝐢 𝑄
𝑑
𝑄
𝑑𝑄
𝑄
𝑑𝑄
=
=
2
𝑑𝑄
𝑄
𝑄2
regola di derivazione di un
quoziente
uguale al costo marginale
𝑀𝐢 − 𝐴𝐢
=
𝑄
uguale al costo medio
AC è al minimo quando AC=MC
Costo totale e medio
350000
350,000
Costo medio ad A
= inclinazione della
retta OA
= C0/Q0= 4400
300000
Costo totale
250000
200000
AC a B
= inclinazione della
retta OB = 3600
AC a D
= inclinazione della
retta OD = 3960
D
B
150000
A
100000
C0 = 88,000
F
50000
0
01
Q0= 20
Q1= 40
Q2= 64
3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71
Q
6000
6,000
A
Costi medi
5000
4,400
4000
3,960
3,600
D
B
3000
2000
1000
0
01
3 5 7 9 11 13 15Q
17 19
43 45 47 49 51 53 55 57 59Q61=
63 64
65 67 69 71
= 212023 25 27 29 31 33 35 37
Q39=4140
0
1
2
Q
Costo totale e marginale
ΔC= 2,000
350,000
350000
Costo totale
300000
A
250000
D
1
200000
ΔC
ΔC= 3,600
ΔC= 5,520
D
150000
A
100000
C0 = 88,000
ΔC
1
F
50000
0
01
7000
Q0 = 20
Q1= 40
Q2 = 64
Q
3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71
Costo medio e marginale
6,000
6000
D
5,520
MC
5000
AC
B
4000
3,600
3000
A
2000
2,000
1000
0
00
Q = 20
Q = 40
Q = 64
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
2 62 64 66 68 70
0 22 24 26 28 30 32 34 36 38140 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60
Q
Le economie di scala
• Le economie di scala indicano la relazione tra
l’aumento della scala di produzione
(dimensione degli impianti) e la diminuzione
del costo medio
• All’aumentare del livello di produzione i costi
medi (AC=TC/Q) possono:
• Diminuire: l’impresa gode di economie di scala
• Rimanere costanti: l’impresa ha rendimenti di
scala costanti
• Aumentare: l’impresa presenta diseconomie di
scala
Perché le economie di scala?
• Quando vi sono economie di scala, il risparmio di costi
derivante da una più grande dimensione può
dipendere da
–
–
–
–
–
vantaggi di natura tecnico/ingegneristica
una maggiore specializzazione
presenza di elevati costi fissi: spese per R&S,
Effetti di rete, economie di scopo
maggiore possibilità d’influenza politica
• Le diseconomie di scala possono limitare la dimensione
di impresa
– le imprese diventano troppo grandi
– costi di coordinamento
– Incapacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti
Economie di scala e forma di mercato (numero delle imprese)
RdS costanti
Una impresa grande
ha lo stesso costo
medio di un’impresa
piccola
Nel mercato ci
saranno tante
imprese
RdS crescenti
Una impresa grande
ha il costo medio
minore di
un’impresa piccola
Nel mercato ci
saranno poche
imprese di grandi
dimensioni
La funzione di domanda
la funzione di domanda associa ad ogni livello di
prezzo la quantità domandata dai consumatori
Q ο€½ f ( P)
Oltre al prezzo la domanda dei consumatori dipende anche da:
a) i gusti/le preferenze dei consumatori (dalla funzione di utilità)
b) il reddito dei consumatori (per i beni normali la domanda aumenta all’aumentare del
reddito)
c) i prezzi dei beni sostituti (positivamente) e dei beni complementari (negativamente)
Pο€½f
ο€­1
(Q)
la funzione di domanda inversa associa ad ogni livello della
quantità il prezzo massimo che i consumatori sono disposti
a pagare per avere quella quantità del bene
Prezzo massimo = prezzo di riserva del consumatore = WTA (willingness to pay)
ovvero disponibilità a pagare
La funzione di domanda delle automobili
Se ciascun consumatore ha un determinato prezzo di riserva per l’auto
in questione (e ovviamente ciascuno vuole comprare una sola auto)
9.000
li possiamo rappresentare attraverso una retta
decrescente
8.000
Prezzo in dollari
7.000
Se il prezzo fosse 3000 sappiamo che ci
sono almeno 60 consumatori disposti ad
acquistarla perché hanno un prezzo di
riserva maggiore del prezzo di vendita
6.000
5.000
4.000
A
3.000
2.000
1.000
0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
numero dei consumatori = numero delle auto
100
110
120
La funzione di domanda
La funzione di domanda è inclinata negativamente
a parte alcuni casi molto particolari
dQ
ο€Ό0
dP
Se il prezzo di un bene aumenta (tutto il resto rimanendo uguale) ci saranno
meno consumatori disposti ad acquistare il bene
perché:
a) diminuisce il loro reddito reale;
b) preferiranno spendere il reddito nell’acquisto di altri beni (il cui prezzo
non è aumentato e che quindi ora costano relativamente meno)
Quando la quantità consumata aumenta il PdR (WTP) del consumatore tende a
diminuire
Se siete molto assetati per il primo bicchiere d’acqua sarete disposti a pagare
molto
per il secondo bicchiere sarete disposti a pagare di meno (un po’ vi siete
dissetati)
La funzione di domanda è un vincolo per l’impresa
Determina quello che l’impresa può
vendere a ogni livello del prezzo
prezzo in dollari
8.000
Curva di domanda
0
0
100
Quantità di automobili Q
Le curve di isoprofitto
Il profitto dell’impresa è uguale al ricavo totale meno il costo totale
Il ricavo totale è uguale alla quantità venduta
(prodotta) moltiplicato il prezzo a cui è venduta
 ο€½ TR ο€­ TC
TR ο€½ PQ
oppure:
TC
 ο€½ PQ ο€­ TC ο€½ PQ ο€­
Q ο€½ PQ ο€­ AC * Q ο€½ Q(P ο€­ AC)
Q
Quando il prezzo è uguale al costo medio il profitto è nullo
Profitto economico e non contabile  tiene conto dei costi opportunità
Le curve di isoprofitto
• congiunge i punti che danno lo stesso livello di profitto
Curva di ISOPROFITTO (IP)
Equazione della curva di
ISOPROFITTO
• luogo geometrico dei punti (P e Q) garantiscono lo
stesso profitto per l’impresa
• concetto simile alle curve d’indifferenza del
consumatore - la CdI congiunge tutti i punti nel
diagramma che danno lo stesso livello di utilità, la IP tutti i
punti che danno lo stesso profitto -
 ο€½ QP ο€­ TC
dove  è un determinat o livello di profitto
Le curve di isoprofitto
 ο€½ QP ο€­ TC
Equazione della curva di
ISOPROFITTO
oppure
risolviamo per P

TC 
Pο€½ 
ο€½  AC
Q Q Q
 ο€½ Q(P ο€­ AC)
derivata del costo
medio rispetto a Q
calcolata in precedenza
vedi diapositiva 10
deriviamo rispetto a Q
dP
 dAC
 MC ο€­ AC
ο€½ο€­ 2 
ο€½ο€­ 2 
dQ
Q
dQ
Q
Q
sostituiamo l’equazione della curva di isoprofitto
dP
Q(P ο€­ AC) MC ο€­ AC ο€­ P  AC  MC ο€­ AC MC ο€­ P
ο€½ο€­

ο€½
ο€½
2
dQ
Q
Q
Q
Q
Inclinazione della
curva di isoprofitto
Le curve di isoprofitto
Quindi
dP MC ο€­ P
ο€½
ο€Ό 0 se P ο€Ύ MC
dQ
Q
la curva di isoprofitto è decrescente se il
prezzo è maggiore del costo marginale
dP MC ο€­ P
ο€½
ο€Ύ 0 se P ο€Ό MC
dQ
Q
la curva di isoprofitto è crescente se il
prezzo è minore del costo marginale
Quando Q aumenta di 1 il ricavo aumenta di P (si vende un bene in più ) e i costi
aumentano di MC (si produce un bene in più e i costi aumentano),
se P > MC occorre che P diminuisca P per mantenere il profitto costante,
se P < MC occorre che P aumenti per mantenere il profitto costante
Esempio numerico
Immaginiamo che π = 1000 P=10 Q=200 TC= 1000
πœ‹ = 10 ∗ 200 − 1000 = 1000
il profitto aumenta di P perché si vende un’unità in più
Se Q
il profitto diminuisce di MC perché i costi aumentano di MC
lungo la curva di isoprofitto il profitto deve rimanere uguale a 1000 e quindi i due effetti si
devono compensare
Se P = 10 > MC = 6
l’unico modo in cui questo possa avvenire è che P
diminuisca,  se P=9,9801 allora
πœ‹ = 9,9801 ∗ 201 − 1006 = 1000
Se P = 10 > MC = 12
l’unico modo in cui questo possa avvenire è che P
aumenti,  se P=10,00995 allora
πœ‹ = 10,00995 ∗ 201 − 1012 = 1000
Figure 7. Isoprofit curves for the car manufacturer
Costo marginale
Lungo la curva il
profitto rimane
costante
10.000
9.000
Price, Marginal cost ($)
8.000
7.000
Curva di isoprofitto
6.000
Qui il prezzo
diminuisce per
compensare il
fatto che P>MC
5.000
4.000
Qui il prezzo aumenta
per compensare il fatto
che P<MC
3.000
2.000
1.000
0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Quantity of cars, Q
90
100 110 120
Curva di zero profitti
C’è una curva di isprofitto particolare
Quando il livello di profitto è nullo
10.000
Marginal cost
9.000
Prezzo, Costo marginale ($)
8.000
7.000
Curva di zero profitti
6.000
5.000
4.000
πœ‹ = 𝑄 𝑃 − 𝐴𝐢 = 0
3.000
2.000
𝑃 = 𝐴𝐢
1.000
0
0
10
20
30
40
50
Q
60
70
80
90
100 110 120
Le curve di isoprofitto
Curve più alte sono associate a livelli del profitto maggiori
Marginal cost
10.000
G
Prezzo, costo marginale e costo medio
9.520
Curva di isoprofitto: $ 159.992
7.500
Zero-economic-profit
curve (AC curve)
5.000
3.806
Nel punto G vengono prodotte 28 auto
sono vendite a 9520
il costo medio è 3806
il profitto unitario sarà 5714
il profitto totale sarà di 159.992 dollari
Il profitto è pari all’area colorata
2.500
0
0
20 28
40
60
80
100
120
Automobili
Scelta dell’impresa
Massimizzare il profitto  raggiungere la più alta curva di isoprofitto
data la funzione di domanda dei consumatori
Marginal cost
P rezzo e costi
8.000
Curva di isoprofitto : $ 159.992
E
P*
Curva di isoprofitto : $56,000
Demand curve
0
0
Q*
100
Q
Scelta dell’impresa
Condizione di equilibrio
Derivata della funzione di domanda
=
Derivata della funzione di isoprofitto
8.000
P rezzo e costi
la curva di isoprofitto e la retta di domanda devono
avere la stessa pendenza nel punto di equilibrio
E
P*
MC ο€­ P dP
ο€½
Q
dQ
Demand curve
0
0
Q*
100
Q
Vantaggi dello scambio
Ricordiamo che
Prezzo di riserva del consumatore = WTP= disponibilità a pagare
prezzo massimo che il compratore è disposto a pagare = sua valutazione
monetaria del bene
Prezzo di riserva del venditore = prezzo minimo che il venditore è disposto
ad accettare = Costi marginali
PdR – P = guadagno del compratore  porzione del vantaggio dello
scambio che va al compratore/consumatore
P – MC = guadagno del venditore  porzione del vantaggio dello
scambio che va al venditore /impresa
P prezzo a cui avviene lo scambio
Vantaggi dello scambio
Surplus dei produttori
Surplus dei consumatori
Costi marginali
Prezzo e costi
8.000
Curva di isoprofitto : $ 159.992
E
P* = $5,440
Curva di isoprofitto : $56,000
F
Perdita netta
Domanda
0
0
10 20 Q* = 32
Q0
100
Q
Cosa è la Perdita netta?
Immaginiamo di produrre un’auto in più
PdRc > PdRv  scambio mutuamente
vantaggioso
5,400
ma diminuisce il
profitto dell’impresa
5,330
33
Perdita netta e fallimento del mercato
L’esistenza di una perdita netta significa che
a) il benessere sociale non è massimizzato
b) vi sono dei benefici dello scambio che non sono sfruttati
c) il massimo profitto privato non porta al massimo benessere
sociale
d) la causa è la forma di mercato monopolistica
 ovvero la mancanza di concorrenza
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