Relazione sulle uscite naturalistiche al fiume Mella e al torrente Vandeno Claudia B. Classe IIAe Per il progetto “Scuola 21” abbiamo eseguito due operazioni sul campo attraverso le quali abbiamo potuto avere più informazioni utili in modo diretto. Lunedì 10 ottobre 2011 ci siamo recati sul tratto di pista ciclabile che da Sarezzo conduce al Crocevia con l’obiettivo di osservare il fiume Mella per essere in grado di rispondere ai quesiti per il calcolo dell’indice di funzionalità fluviale. Accompagnati da Stefania della cooperativa Cauto, naturalista e ornitologa, abbiamo osservato con attenzione l’ecosistema del fiume. Le sponde qui sono cementate e quindi la vegetazione è scarsa. Le specie autoctone presenti sono il salice bianco, il pioppo, l’olmo e il fico; gli arbusti sono il nocciolo, i rovi, il sambuco. Le specie aliene, cioè importate o provenienti da luoghi lontani, sono per esempio la robinia e il luppolo, tra gli animali alloctoni possiamo invece ricordare la ballerina bianca, la ballerina gialla, il germano reale e il merlo acquaiolo. Per conoscere quale sia la sponda destra e quella sinistra del fiume abbiamo osservato la direzione in cui scorre l’acqua e ci siamo posizionati con le spalle rivolte alla sorgente. Il fiume svolge contemporaneamente l’azione di accumulo dei detriti e quella di erosione: sulla sponda destra del fiume, cioè quella più lontana a noi, l’azione è di accumulo e quindi si è formato il ghiaietto, diventato l’habitat della fauna locale. Per le nostre osservazioni ci siamo fermati dove il Gobbia, confluisce col Mella portando con sé schiuma e sostanze inquinanti. Per misurare la larghezza del fiume abbiamo preso in considerazione la lunghezza del ponte che lo attraversa. Eravamo forniti di una corda su cui era stato fatto un segno ogni 10 metri. L’alveo del fiume e le sue rive misurano in larghezza 29 metri. Nei quesiti delle scheda della funzionalità fluviale sono richiesti data, condizioni metereologiche, luogo e lunghezza complessiva del fiume, inoltre occorre fare un disegno delle sponde del fiume e della sezione trasversale. A proposito della prima richiesta si può affermare che la sponda sinistra è alta e cementata, mentre quella destra è coperta di vegetazione. Per valutare la funzionalità del fiume è necessario rispondere ai quesiti della scheda e, a seconda delle risposte, vengono assegnati un dato numero di punti. Purtroppo l’indice di funzionalità fluviale del Mella a Sarezzo ha un valore molto basso a causa dell’alta industrializzazione della zona e dell’ inquinamento. Ci siamo recati poi sulla sponda destra del fiume in un punto in cui era possibile raggiungerlo direttamente. Qui abbiamo raccolto dei campioni di acqua e organismi. Abbiamo utilizzato gli stivali di gomma per entrare nel fiume; le bottiglie di plastica riempite d’acqua ci sono servite per togliere gli organismi dal setaccio. Per prendere le larve abbiamo utilizzato degli “attrezzi” che aveva realizzato Stefania come siringhe a cui erano stati attaccati dei tubicini in plastica, o contagocce. Le larve sono state poi trasferite in vasetti di vetro pieni d’acqua. Per mantenerli vivi Stefania ha inserito in ogni vasetto un ossigenatore che aumenta la quantità di ossigeno nell’acqua. Gli esseri viventi che abbiamo trovato in maggiore quantità sono Efemerotteri, Plecotteri, Asellidi e Ditteri. Nel fiume, oltre agli organismi, erano presenti chiare tracce di inquinamento: abbiamo infatti ripescato un casco motociclistico e uno pneumatico. Sabato 15 Ottobre 2011 ci siamo recati al torrente Vandeno, un altro affluente del fiume Mella, che si trova sopra Marcheno. La prima cosa che si può notare è la forma del torrente che è diversa da quella del Mella a Sarezzo, proprio perchè il Vandeno è a carattere torrentizio. Questa volta non è stato obbligatorio utilizzare i guanti di gomma prima di mettere le mani a contatto con l’acqua perché è chiaramente molto più pulita di quella del fiume principale. Sulla strada la vegetazione disomogenea è costituita soprattutto da querce, noccioli ed edera, tutte piante autoctone. Sui sassi abbiamo notato la presenza di muschi e licheni, che sono una simbiosi tra un’alga e un fungo. Percorrendo il sentiero che conduce all’uscita diretta sul fiume, abbiamo iniziato a compilare l’indice di funzionalità fluviale, che rispetto all’altro ha raggiunto complessivamente un punteggio molto alto circa 300 punti su un totale di 400. Anche questa volta abbiamo utilizzato gli strumenti di Stefania, che sono stati molto utili. Nel Vandeno sono stati trovati Efemerotteri, Tricotteri e Asellidi ma a differenza del fiume Mella molte più specie di Plecotteri, che nell’IBE ( Indice Biotico Esteso) permettono di dare una migliore valutazione della condizione fluviale. Abbiamo recuperato anche due gamberi di fiume, specie rara e protetta, nelle rocce sono stati rinvenuti numerosi fossili poiché qui prevalgono le dolomie e i calcari organogeni. Alcuni ragazzi raccoglievano accuratamente le pietre dal letto del fiume per controllare se ospitassero qualche forma di vita. Una volta trovata, veniva riposta nei vasetti contrassegnati da etichette di riconoscimento. Alcune pietre non ospitavano forme di vita, bensì tracce del loro passaggio: in particolar modo molte segni lasciati dai Plecotteri, che costruiscono sulla pietra il loro alloggio con sassolini che cementificano tra di loro. Qui, a differenza del fiume visitato in precedenza, il segno della presenza dell’uomo è molto ridotto: l’unica costruzione artificiale è una piccola diga che permette di far confluire le acque in un condotto che porta acqua al paese, ma troppo alta per la risalita delle trote. Il fiume è ricco di piccole cascate e pozze sia naturali sia artificiali realizzate cioè con alcuni cellophane per creare dei laghetti in cui potersi tuffare nella stagione estiva. La riva sinistra del fiume è alta e coperta di vegetazione, mentre quella destra a tratti forma dei meandri dove ci sono dei salici bianchi. Grazie alla presenza di molte specie vegetali autoctone l’indice di funzionalità è risultato ottimo e anche l’IBE l’ha confermato, considerando che l’ esito corrispondeva al colore blu, il più alto risultato ottenibile. I dati e gli elementi rinvenuti, confrontati con i precedenti, dicono chiaramente che un fiume pulito e sano può esistere anche in Valle Trompia, nonostante l’alto tasso di urbanizzazione ed industrializzazione.