Diagrammi di Bode Mattia Natali 20 giugno 2011 Indice 1 Equazioni componenti elettronici 1 2 Funzione di trasferimento 2.1 Guadagno d’anello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 2 3 Diagramma di Bode 3.1 Rappresentazione Poli e Zeri . 3.1.1 Costante . . . . . . . . . 3.1.2 Polo Reale . . . . . . . . . 3.1.3 Zero reale . . . . . . . . . 3.1.4 Polo nell’origine . . . . . 3.1.5 Zero nell’origine . . . . . 3.1.6 Poli complessi coniugati 3.1.7 Zeri complessi coniugati 3.2 Considerazioni utili . . . . . . . 2 3 3 3 3 4 4 4 4 4 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Equazioni componenti elettronici Componente Resistore Condensatore Induttore Dominio del Tempo v (t) = R · i (t) dv (t) i (t) = C dt di (t) v (t) = L dt Dominio della Frequenza V (s) = R · I (s) I (s) = s · C · V (s) V (t) = s · L · I (s) Impedenza Simbolica Z (s) = R 1 Z (s) = s·C Z (s) = s · L Tabella 1: componenti elettronici nei vari domini L’impedenza simbolica Z (s) è definita come il rapporto tra V (s) e I (s) che sono le trasformate di Laplace della tensione e della corrente (vedi colonna “Dominio della Frequenza”). Quindi: V (s) . Z (s) = I (s) Ricordiamo che s = jω. 2 Funzione di trasferimento Per ricavare la funzione di trasferimento di un circuito si deve: 1 Diagrammi di Bode Elettronica Mattia Natali • Sostituire ogni componente (R, L, C) del circuito con la corrispondente impedenza simbolica Z (s); • Risolvere la rete così ricavata applicando Kirchhoff come se fosse una normale rete resistiva; • Ricavare l’uscita Y (s) in funzione dell’ingresso X (s) e delle impedenze simboliche Z (s); • Calcolare la funzione di trasferimento H (s) come il rapporto tra l’uscita Y (s) e l’ingresso X (s): Y (s) H (s) = X (s) I valori che annullano il numeratore vengono chiamati zeri, mentre quelli che annullano il denominatore poli. Il semiasse immaginario di H (s) descrive il comportamento della frequenza del circuito. Possiamo inoltre notare che la parte immaginaria è simmetrica rispetto all’asse reale, ossia Im (s) < 0 = Im (s) > 0 quindi è sufficiente studiare il semiasse positivo. 2.1 Guadagno d’anello Per calcolare il Gloop : 1. Spegnere i generatori forzanti (se è un generatore di tensione cortocircuitate, se è di corrente ponete un circuito aperto). 2. Interrompere idealmente l’anello di reazione in un punto a scelta. 3. Ricostruite l’impedenza vista dal circuito prima e dopo del taglio, un consiglio è di tagliare all’uscita dell’amplificatore operazionale così da non dover ricostruire nessuna impedenza. 4. Applicare un segnale di corrente o di tensione nel punto dov’è avvenuto il taglio e valutare la tensione o la corrente al capo opposto del taglio. 5. Una volta calcolato Gloop possiamo calcolare il guadagno reale in questo modo: −Gloop Greale = Gid · 1 − Gloop 3 Diagramma di Bode È un grafico bi-logaritmico: sulle ascisse abbiamo la pulsazione ω oppure la frequenza f = ω/2π, l’asse delle ordinate è rappresentato in decibel (dB) ossia Gdb = 20 log10 (G) Solitamente i diagrammi di Bode sono due: uno rappresenta il modulo della funzione di traferimento |H (s)| mentre il secondo la fase ∠H (s). Il diagramma è particolarmente utile per rappresentare il comportamento del circuito in base alla pulsazione o frequenza del segnale. 2 Diagrammi di Bode 3.1 Elettronica Mattia Natali Rappresentazione Poli e Zeri In questa parte vengono trattate le rappresentazioni dei vari poli e zeri in modo asintotico, in pratica con linee spezzate nel diagramma di Bode: è una rappresentazione approssimata soprattutto vicino ai poli e zeri. Ricordo inoltre che ciò che ho scritto valgono per gli esempi a cui si riferiscono, quindi, per esempio nel polo reale, quando dico che il diagramma di Bode inizia a 0dB non è detto che debba iniziare sempre a 0dB. 3.1.1 Costante H (jω) = K • Modulo: |H (jω)| = K (linea costante nel tempo). ∠ |H (jω)| = 0 con K > 0 • Fase: in altre parole se K < 0 abbiamo uno sfasa∠ |H (jω)| = −π oppure π con K < 0 mento di π, possiamo decidere ad arbitrio se π oppure −π. 3.1.2 Polo Reale Abbiamo come esempio: H (s) = 1 −→ H (jω) = 1 + ωs0 1 1+ jω ω0 • Modulo: il diagramma di Bode rimane a 0dB fino alla frequenza ω = ω0 e poi diminuisce con pendenza di −20dB/decade. • Fase: seguire l’asintoto a bassa frequenza fino alla frequenza corrispondente a un decimo di ω0 ossia fino ad una decade prima di ω0 , poi scendere linearmente fino ad incontrare l’asintoto ad alta frequenza che si trova a dieci volte ω0 , ossia una decade dopo. Il contributo complessivo di un polo è −90°. Se abbiamo disegnato correttamente il grafico dobbiamo avere in ω = ω0 una fase ∠H (jω) = − π4 → −45°. 3.1.3 Zero reale Consideriamo: H (s) = 1 + s jω −→ H (jω) = 1 + ω0 ω0 • Modulo: il diagramma di Bode rimane a 0dB fino alla frequenza ω = ω0 e poi aumenta con pendenza di +20dB/decade. • Fase: seguire l’asintoto a bassa frequenza fino alla frequenza corrispondente a un decimo di ω0 ossia fino ad una decade prima di ω0 , poi salire linearmente fino ad incontrare l’asintoto ad alta frequenza che si trova a dieci volte ω0 , ossia una decade dopo. Il contributo complessivo di un polo è +90°. Se abbiamo disegnato correttamente il grafico dobbiamo avere in ω = ω0 una fase ∠H (jω) = + π4 → +45°. 3 Diagrammi di Bode 3.1.4 Elettronica Mattia Natali Polo nell’origine Consideriamo: H (s) = 1 1 −→ H (jω) = s jω • Modulo: come modulo abbiamo |H (jω)| = ω1 quindi questa funzione è rappresentata da una linea retta con pendenza −20dB/decade che passa per 0dB in ω = 1rad/s. 1 • Fase: abbiamo che ∠H (jω) = ∠ jω = ∠ −j ω1 = − π2 , quindi un polo nell’origine introduce uno sfasamento di − π2 → −90° costante, partendo dall’origine delle frequenze (ossia dalla continua). 3.1.5 Zero nell’origine Consideriamo: H (s) = s −→ H (jω) = jω • Modulo: come modulo abbiamo |H (jω)| = ω quindi questa funzione è rappresentata da una linea retta con pendenza +20dB/decade che passa per 0dB in ω = 1rad/s. • Fase: abbiamo che ∠H (jω) = ∠ (jω) = + π2 , quindi uno zero nell’origine introduce uno sfasamento di + π2 → +90° costante, partendo dall’origine delle frequenze (ossia dalla continua). 3.1.6 Poli complessi coniugati Prendiamo come esempio: H (s) = ω02 = s2 + 2ξω0 s + ω02 1 s ω0 2 + 2ξ s ω0 con 0 < ξ < 1 +1 • Modulo: il diagramma di Bode rimane a 0dB p fino alla frequenza ω = ω0 , poi diminuidB/decade. In ω = ω sce con pendenza di −40 1 − 2ξ 2 c’è un picco di ampiezza |H (jωr )| = 0 p √ −20 log 2ξ 1 − ξ 2 se 0 < ξ < 1/ 2 = 0, 707. • Fase: a basse frequenze (ω ω0 ) abbiamo ∠H (jω) ≈ −arctan (0) = 0rad quindi avremo uno sfasamento costante a 0rad → 0°. Ad alte frequenze (ω ω0 ) abbiamo uno sfasamento di −π → −180°. A ω = ω0 abbiamo uno sfasamento di − π2 → −90°. Più ξ è piccolo, più la transizione tra 0rad → −πrad è verticale. 3.1.7 Zeri complessi coniugati È identico a quello che ho scritto per i poli complessi coniugati, basta sostituire i meno con i più. 3.2 Considerazioni utili • f1 A1 = f2 A2 il prodotto guadagno, banda è costante. 4