Lezione I Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Programma M. Heidegger, Essere e Tempo, §§ 28,29, 30,39,40,41 M. Heidegger, Concetti fondamentali della metafisica, il melangolo M. Heidegger, Che cos’è la filosofia, il melangolo M.T. Pansera (a cura di), Etica e filosofia pratica, Mimesis 2010 Scopo del corso Il corso si propone di mettere in evidenza la concezione delle tonalità emotive fondamentali nel pensiero di Heidegger Verranno esaminate l’angoscia, la noia e lo stupore e il loro stretto legame con il pensiero, la filosofia e l’etica. Verrà anche evidenziata la sua concezione della differenza uomo-animale Scopo di un corso di «Storia dell’etica» Arrivare a parlare dell’etica nel nostro mondo Di fronte alla complessità dei problemi che ci si trova ad affrontare oggi, lo sguardo retrospettivo ci permette di dipanare i problemi e comprendere come siamo arrivati oggi alla messa in discussione di qualsiasi orizzonte che indirizzi l’agire Punto di partenza Di fronte ai meccanismi quasi automatici del nostro mondo, occorre fermarsi un attimo e porsi questioni come: Dove stiamo andando? Come dobbiamo agire? Cerchiamo di comprendere che cosa significa Etica e Morale Problemi iniziali Ethos e mores = usi, costumi abitudini Etica= norme che regolano il comportamento? Non è la religione che detta le regole del comportamento? Religione e Stato Differenziandosi lo Stato dalla religione, le norme di comportamento vengono dettate dalla legge Etica però non si risolve in una legge statale, sebbene non si possa pensare un’etica senza una comunità, per questo etica è nella prossimità della politica, ma non si confonde con la politica Ma allora che cos’è ETICA Etica che significa? Dobbiamo indagare i costumi di un popolo? Nel nostro mondo: che cosa è accaduto? I valori universali sono stati messi in discussione Etica Ma questo è compito dell’etnografia, dell’antropologia culturale. Etica non descrive solo i costumi di un popolo, ma è lo spazio del domandare e del pensare intorno ai costumi Nel nostro mondo: che cosa è accaduto? I valori universali sono stati messi in discussione Due filoni per l’indagine storica 1. attenzioni alle condizioni, alle prospettive storiche in cui nascono le riflessioni sui costumi 2. le domande per cui oggi possiamo interessarci a quelle considerazioni etiche Il nostro percorso Guardare al passato per vedere come mai siamo giunti alle modalità etiche del presente Guardare al passato per pensare oggi i problemi etici Imparare dai grandi filosofi del passato a riflettere sui problemi etici. Riabilitazione della filosofia pratica pp. 259- 271 di Etica e Filosofia pratica Due tipi di razionalità. Quali? La riabilitazione della filosofia pratica Razionalità scientifica Etica Aristotele Episteme Phronesis Episteme = Techné = Phronesis Scienza per eccellenza: la filosofia prima che studia i principi che non possono essere diversamente Sapienza (sophia) = conoscere le cause e i principi e collegare i principi tra loro con l’induzione e la deduzione Che cos’è episteme? Aristotele Etica Nicomachea 1139 b30 Di che cosa si occupa l’etica? Che cos’è la saggezza? Le cose che non sono eterne Delle cose che sono eterne ne prendo atto, le scopro e le conosco. Posso argomentare con l’induzione e la deduzione dai principi e arrivare a conoscenze delle leggi anche del movimento Le cose che possono essere diversamente da quelle che sono lasciano aperta la possibilità di scelta e di poter deliberare La saggezza 1141 b 10 La scelta Che scelta faccio quando produco un tavolo? Che scelta faccio quando produco un agire etico? I casi particolari La saggezza ha per oggetto i casi particolari di cui si ha conoscenza per esperienza Simile alla techné perché si occupa di cose particolari e ha un sapere che è particolare. Es. conoscere il legno Anche questa è un tipo di conoscenza, ma che tipo di conoscenza? Conoscenza pratica Diversità tra il sapere della produzione e quello dell’etica Che cosa so quando produco un tavolo? Che cosa so quando agisco eticamente? Per agire Ho esperienza del legno nel legno Quando agisco eticamente devo aver esperienza del mondo in cui agisco, delle mie aspettative Ho una «visione ambientale preveggente» Il bambino e la chiave (Heidegger) Riabilitazione filosofia pratica Perché è stato necessario riabilitarla? Aristotele aveva parlato di questa autonomia La colpa è di Cartesio e della modernità (Prefazione a I principi della filosofia) Fra il dire e il fare…. Poi Cartesio afferma che non siamo ancora arrivati a tanto Nella pratica : una morale provvisoria La libertà Nelle lettere si rende conto che non possiamo mai conoscere completamente quello che farà l’altro Nascita della psicologia oggettiva E indagine dei vissuti Riabilitazione della filosofia pratica Due vie: aristotelica e kantiana I maggiori esponenti di quella aristotelica sono due allievi di Heidegger Gadamer Heidegger Fra Husserl e Aristotele Dal problema cartesiano soggetto-oggetto Coscienza e vissuti intenzionalità Fenomenologia cartesiana Il mondo della vita e la crisi delle scienze europee Heidegger Il compito di Heidegger inziale è arrivare a comprendere Lezione II Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Domande di giovedì 1. la guerra? Il saggio secondo Aristotele poteva aspirare alla guerra? Ci sono principi dell’etica inviolabili ed eterni? Aristotele Abbiamo detto che per Aristotele, essere virtuosi significa trovare il giusto mezzo fra gli opposti, che è diverso da uomo a uomo: dobbiamo scegliere tra mangiare troppo o poco, fra paura e coraggio. «La virtù riguarda le passioni e le azioni, nelle quali l’eccesso costituisce un errore e il difetto è biasimato, invece il giusto mezzo è lodato e costituisce la correttezza» (1106 b 25) Saggezza e saper scegliere il giusto mezzo e acquisire uno stato abitudinale. Di tutte le passioni e di tutte le azioni si trova sempre il giusto mezzo? Passioni e azioni che non hanno un giusto mezzo (1106 a 12) La scelta Filottete di Sofocle: la scelta tra l’orgoglio ferito e il bene comune I principi dell’etica (Hegel) Non si sa da dove vengono Antigone: la sepoltura dei morti, etica naturale e quella dello Stato Di che cosa si occupa l’etica? Che cos’è la saggezza? Le cose che non sono eterne Delle cose che sono eterne ne prendo atto, le scopro e le conosco. Posso argomentare con l’induzione e la deduzione dai principi e arrivare a conoscenze delle leggi anche del movimento Le cose che possono essere diversamente da quelle che sono lasciano aperta la possibilità di scelta e di poter deliberare La saggezza 1141 b 10 La scelta Che scelta faccio quando produco un tavolo? Che scelta faccio quando produco un agire etico? I casi particolari La saggezza ha per oggetto i casi particolari di cui si ha conoscenza per esperienza Simile alla techné perché si occupa di cose particolari e ha un sapere che è particolare. Es. conoscere il legno Anche questa è un tipo di conoscenza, ma che tipo di conoscenza? Conoscenza pratica Diversità tra il sapere della produzione e quello dell’etica Che cosa so quando produco un tavolo? Che cosa so quando agisco eticamente? Per agire Ho esperienza del legno nel legno Quando agisco eticamente devo aver esperienza del mondo in cui agisco, delle mie aspettative Ho una «visione ambientale preveggente» Perché è stato necessario riabilitarla? Aristotele aveva parlato di questa autonomia Riabilitazione filosofia pratica La colpa è di Cartesio e della modernità (Prefazione a I principi della filosofia) Fra il dire e il fare…. Poi Cartesio afferma che non siamo ancora arrivati a tanto Nella pratica : una morale provvisoria La libertà Nelle lettere si rende conto che non possiamo mai conoscere completamente quello che farà l’altro 1.Nascita della psicologia oggettiva 2.E indagine dei vissuti Riabilitazione della filosofia pratica Due vie: aristotelica e kantiana I maggiori esponenti di quella aristotelica sono due allievi di Heidegger Gadamer Heidegger Fra Husserl e Aristotele Dal problema cartesiano soggetto-oggetto Coscienza e vissuti intenzionalità Fenomenologia cartesiana Il mondo della vita e la crisi delle scienze europee Heidegger Il compito di Heidegger inziale è arrivare a comprendere l’essere. Come accade che le cose siano di fronte a noi e permangono nella loro differenza da noi Non più soggetto oggetto Non più coscienza e oggetti intenzionati Esserci ente Esserci nella differenza all’ente Comprendere l’essere dell’ente e contemporaneamente comprende se stesso Che significa «essere»? Che significa «esserci»? esserci - ente - essere Comprendere l’essere dell’ente e contemporaneamente comprende se stesso Essere esserci Esserci = trascende e si mantiene nella trascendenza Comprende l’esserci Porta a comprendere l’Essere delle cose= verità Non verità come adeguazione, ma la verità prima verità Prima dell’adeguazione L’ente si deve dare La verità come adeguazione è una forma derivata della verità prima: affinché ci sia corrispondenza fra pensiero e cose, occorre che queste si mostrino alla coscienza: condizione primaria della corrispondenza è allora l’attività scoprente dell’esserci. Le cose si danno solo nell’apertura dell’esserci Qual è il compito dell’analitica esistenziale? Compito dell’analitica esistenziale Indagare i modi del nostro essere aperti alle cose: partendo dai modi genuini di rapportarci alle cose a quelli fondamentali. Su questa via possiamo comprendere perché si danno le cose e come Come ci rapportiamo in genere alle cose? Il modo genuino di rapportarci alle cose È primariamente pratico Le cose hanno per lo più la caratteristica di utilizzabili, sono a portata di mano per essere manipolate. Le cose entrano in relazione a noi perché ci sono utili, anzi le scopriamo solo perché esse ci servono per esercitare la nostra vita Il quotidiano orientarsi pratico fra le cose che ci circondano fa emergere principalmente la caratteristica di «mezzo» delle cose, che per noi sono mezzi utili Ma esiste un mezzo isolato? L’ambiente Non esiste un mezzo isolato per esempio una brocca Brocca vino vite Tutte le cose sono in relazione l’una all’altra Heidegger cerca di enucleare l’elemento che c’è prima Prima del rapporto con il libro, prima di ogni singola cosa è già scoperta la totalità dei mezzi. Il comportamento pratico ha una visione ambientale preveggente che mi permette di comprendere la cosa come utilizzabile. mondo Le cose sono così le cose del mondo Ambiente Mondo = ente nella sua totalità Martello rimane costante in questo suo come, per questo posso rapportarmi al martello mondo Prima dell’ente L’uomo, in quanto esserci, è sempre in relazione, e un ente gli è accessibile solo se nel suo esserci gli è già svelato un mondo Mondo non è un’entità metafisica, ma c’è mondo solo se c’è esserci, come non esiste esserci senza mondo Stare al mondo Stare nel mondo significa= comportarsi in una certa maniera perché si sono già compresi i modi dell’essere dell’ente Avere familiarità con la totalità dei significati. So già come comportarmi con un libro Orizzonte di senso che mi permette di avere familiarità con le cose e che funge anche quando non incontro quello che cerco È prima , senza la comprensione dell’essere in generale non possiamo comprendere nulla Ma sono solo al mondo? Con-essere Nel mondo sono in relazione ai significati che provengono dalla tradizione Qualcuno ha fatto questo libro Il libro non è libro solo per me, ma anche per voi Non è un libro solo per me ora, ma anche ieri e domani sarà libro per altri L’esserci è gettato in un mondo di significati La struttura dell’esserci Esserci è sempre gettato in un mondo insieme ad altri esserci e presso un ente Esserci= ex-sistens è aperto alle possibilità, è progetto Non ha nulla su cui fondarsi, non è determinato Lezione III Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Heidegger e le interpretazioni più recenti Occorre tempo per comprendere il fenomo Heidegger Stessa sorte Nietzsche E Platone…. Il nostro compito e vedere il problema della scelta in Heidegger e la riabilitazione della vita emotiva Heidegger Fra Husserl e Aristotele Dal problema cartesiano soggetto-oggetto Fenomenologia cartesiana Il passo indietro Coscienza e vissuti intenzionalità Il mondo della vita e la crisi delle scienze europee Heidegger Il compito di Heidegger inziale è arrivare a comprendere l’essere. Come accade che le cose siano di fronte a noi e permangono nella loro differenza da noi Non più soggetto oggetto Non più coscienza e oggetti intenzionati Esserci ente Esserci nella differenza dall’ente Comprendere l’essere dell’ente e contemporaneamente comprende se stesso Che significa «essere»? Che significa «esserci»? esserci - ente - essere Comprendere l’essere dell’ente e contemporaneamente comprende se stesso Essere esserci Esserci = trascende e si mantiene nella trascendenza Comprende l’esserci Porta a comprendere l’Essere delle cose= verità Non verità come adeguazione, ma la verità prima verità Prima dell’adeguazione L’ente si deve dare La verità come adeguazione è una forma derivata della verità prima: affinché ci sia corrispondenza fra pensiero e cose, occorre che queste si mostrino alla coscienza: condizione primaria della corrispondenza è allora l’attività scoprente dell’esserci. Le cose si danno solo nell’apertura dell’esserci Qual è il compito dell’analitica esistenziale? Compito dell’analitica esistenziale Indagare i modi del nostro essere aperti alle cose: partendo dai modi genuini di rapportarci alle cose a quelli fondamentali. Su questa via possiamo comprendere perché si danno le cose e come Come ci rapportiamo in genere alle cose? Il modo genuino di rapportarci alle cose È primariamente pratico Le cose hanno per lo più la caratteristica di utilizzabili, sono a portata di mano per essere manipolate. Le cose entrano in relazione a noi perché ci sono utili, anzi le scopriamo solo perché esse ci servono per esercitare la nostra vita Il quotidiano orientarsi pratico fra le cose che ci circondano fa emergere principalmente la caratteristica di «mezzo» delle cose, che per noi sono mezzi utili Ma esiste un mezzo isolato? L’ambiente Non esiste un mezzo isolato per esempio una brocca Brocca vino vite Tutte le cose sono in relazione l’una all’altra Heidegger cerca di enucleare l’elemento che c’è prima Prima del rapporto con il libro, prima di ogni singola cosa è già scoperta la totalità dei mezzi. Il comportamento pratico ha una visione ambientale preveggente che mi permette di comprendere la cosa come utilizzabile. mondo Le cose sono così le cose del mondo Ambiente Mondo = il come dell’ente nella sua totalità Martello rimane costante in questo suo come, per questo posso rapportarmi al martello mondo Prima dell’ente L’uomo, in quanto esserci, è sempre in relazione, e un ente gli è accessibile solo se nel suo esserci gli è già svelato un mondo Mondo non è un’entità metafisica, ma c’è mondo solo se c’è esserci, come non esiste esserci senza mondo Comprendere l’ente: ovvero riferisce a sé l’ente, ovvero comprende come deve comportarsi e in rapporto a quale ente Stare al mondo Stare nel mondo significa= comportarsi in una certa maniera perché si sono già compresi i modi dell’essere dell’ente Avere familiarità con la totalità dei significati. So già come comportarmi con un libro Orizzonte di senso che mi permette di avere familiarità con le cose e che funge anche quando non incontro quello che cerco È prima , senza la comprensione dell’essere in generale non possiamo comprendere nulla Lezione IV Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Con-essere Nel mondo sono in relazione ai significati che provengono dalla tradizione Qualcuno ha fatto questo libro Il libro non è libro solo per me, ma anche per voi Non è un libro solo per me ora, ma anche ieri e domani sarà libro per altri L’esserci è gettato in un mondo di significati La struttura dell’esserci Esserci è sempre gettato in un mondo insieme ad altri esserci e presso un ente (in-essere, con-essere, presso l’ente) Esserci= ex-sistens è aperto alle possibilità, è progetto Non ha nulla su cui fondarsi, non è determinato È una relazione Torniamo alle cose L’essere nel mondo, l’essere nella significatività permette all’esserci di comprendere i significati pratici delle cose Essere e tempo §18 verso la fine Orizzonte di senso Che cos’è? Come funge? Orizzonte di senso L’orizzonte di senso non è un ente, permette però che si costituiscano gli oggetti e il soggetto Le cose non hanno un mondo, non hanno senso in se stesse: la pietra tace Acquista senso se entra nell’orizzonte di senso dell’esserci Solo l’esserci ha senso Essere e tempo § 32 Che cos’è l’esserci? Possiamo dire che cos’è l’esserci? Ognuno si ponga la domanda «chi sono?» Esserci-ente L’esserci scopre l’ente, nel senso che la sua attività scoprente fa apparire la cosa Il senso è prima delle cose La comprensione è risultata essere un modo di essere dell’esserci, ovvero il modo in cui esso è le sue possibilità in quanto possibilità. Chi sono IO? « Quando il bambino era bambino, era l'epoca di queste domande. Perché io sono io, e perché non sei tu? Perché sono qui, e perché non son lì? Quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole è forse solo un sogno? Non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro? C'è veramente il male e gente veramente cattiva? » (Peter Handke) Si parte dal quotidiano Cosa siamo nella vita quotidiana? § 26 Ma questo è completo? Esserci quotidiano Comprendo le cose e comprendo me stesso Comprendersi a partire dalle cose con cui entriamo in rapporto quelle più urgenti Per sopravvivere dimentichiamo quello che siamo stati dimentichiamo anche quello che potremmo essere Non possiamo dare una definizione L’esserci non è una coscienza integra che poi entra in rapporto con l’oggetto Ma è aperto alle possibilità, è progetto Non ha niente su cui radicarsi, non ha fondamento, né un essere determinato Esserci= ha da essere Se scelgo filosofia invece che ingegneria questo inciderà o no nel mio essere? Progetto nella sua globalità Cura In quanto l’esserci è Cura (Sorge) egli può prendersi cura delle cose L’esserci va a cacci a del proprio essere che si nasconde in ogni scopo con cui trattiamo le cose La differenza esserci-enti Tra noi e le cose: nella pratica quotidiana viene offuscata: sono un tutt’uno con la penna che scrive La differenza c’è, ma viene obliata Questo è necessario per vivere E la differenza con gli altri? Essere con gli altri e essere se stessi § 26 Cura (Sorge) Degli enti mi prendo cura (besorgen) Gli altri esserci non sono mezzi §26 Aver Cura (Fürsorge) §26 Se il bambino deve fare i compiti e io lo aiuto Se curo un ammalato e faccio per lui delle cose. Cosa faccio? Le diverse psicologie Mi metto al suo posto Per questo non ho cura di lui Cura autentica riguarda l’esistenza degli altri e non mi intrometto al suo posto nel loro prendersi cura delle cose che servono per vivere, aver cura significa «lasciar agli altri la propria cura», che siano liberi e consapevoli per la propria cura Solo questo – dice Heidegger – non è un «sostituirsi dominando» Nella relazione con gli altri Mediamente nella relazione con gli altri cerchiamo di distinguerci dagli altri. Questo - osserva Heidegger – non è un’esaltazione egoistica: quello che andiamo cercando è prima dell’egoismo e dell’altruismo. Ipseità La dialettica servo-padrone Commisurarsi agli altri (contrapposizione commisurante) §27 Esserci e quotidianità L’esserci è per lo più disperso nella quotidianità presso gli enti e nel suo commercio con essi. Per questo non si accorge di essere in-possibilità, anzi ogni volta rimane legato a ciò presso cui è, che considera come l’unica sua possibilità L’interesse di Heidegger La descrizione fenomenologica degli stati di coscienza mira a raggiungere l’essere dell’esserci, per comprendere quell’apriori che permette la differenza e l’incontro con le cose Chi sono gli altri? Quelli che per lo più ci sono davanti È il SI non è un soggetto universale Questo determina il modo di essere della quotidianità La medietà Livellamento di tutte le possibilità di essere Ci si lascia trascinare dalla corrente L’esserci nasconde se stesso così Perché? L’essere dell’esserci Che cosa fa essere l’esserci? Essere-presso-il mondo (prendersi cura) Con-essere (aver cura) Essere se-Stesso Essere dentro? Lo spazio? Il «CI» (§28, p. 165) Qui e là sono possibili solo in un «CI», cioè solo se esiste un ente che in quanto essere «CI», ha aperto la spazialità Che cos’è allora l’esserci? Apertura Cosa fa essere l’esserci? La sua apertura Allora dobbiamo indagare i modi di questa apertura. Quali sono? 1.Situazione emotiva (Befindlichkeit) 2.Comprensione 3. Discorso Lezione V Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Breve riepilogo Heidegger e il problema dell’essere L’attività scoprente dell’esserci Analitica esistenziale «il suo obiettivo immediato è la scoperta fenomenica della struttura unitaria e originaria dell’essere dell’esserci, in base alle quali si determinano le sue possibilità e le sue maniere «di essere» (E e T, p. 161) Esserci non è sostanza ma relazione= esserci= in-essere-,con-essere-presso un’ente I modi fondamentali dell’esserci Esistentivi e esistenziali Esserci e quotidianità L’esserci è per lo più disperso nella quotidianità presso gli enti e nel suo commercio con essi. Per questo non si accorge di essere in-possibilità, anzi ogni volta rimane legato a ciò presso cui è, che considera come l’unica sua possibilità Dispersione Si-stesso e Se-stesso Prendersi cura Legato al semplice-presente È un modo fondamentale dell’esserci Prescrive l’interpretazione immediata del mondo La medietà ? va a caccia di se stesso Perché non fermarsi al si-stesso Perché il Se-stesso non è il punto che permane nella variazione ? Ma allora che cos’è il Se-stesso? Perché non possiamo fermarci a quello che siamo in questo momento? Ricordiamo che non è un problema morale, ovvero l’assunzione della responsabilità Il passo indietro Che cosa fa essere il mio si-stesso? Qual è la struttura più originaria? Da dove traggo la visione ambientale pre-veggente? Il «CI» (§28, p. 165) Qui e là sono possibili solo in un «CI», cioè solo se esiste un ente che in quanto essere «CI», ha aperto la spazialità Che cos’è allora l’esserci? Essere-presso-il mondo (prendersi cura) Con-essere (aver cura) dell’esser se-Stesso (chi) Sono co-originari Che cos’è allora l’esserci? Apertura (E e T p. 165) Cosa fa essere l’esserci? La sua apertura Allora dobbiamo indagare i modi di questa apertura. Quali sono? 1. Situazione emotiva (Befindlichkeit) 2. Comprensione 3. Discorso Che cosa significa situazione emotiva? Situazione emotiva Sono sempre in una situazione e accordato (gestimmt) con essa Tonalità emotive: Euforia Peso Indifferenza Aperto ha da essere E. Bloch Tracce Perché è un peso l’esserci? Perché scoprire che non si è definiti comporta un peso? L’esserci è aperto ed è aperto anche all’evasione Ha da essere Da dove vengo e dove vado Per lo più rimuovo queste domande che provengono dalla propria effettività, cioè che sono presso i fatti Volontà e conoscenza Riabilitazione delle tonalità emotive Heidegger cita Aristotele della Retorica, dove analizza i παϑη La considera la prima ermeneutica dell’essereassieme quotidiano Retore e la pubblicità (p. 172) Ritorniamo al quotidiano La paura Davanti a-che davanti a che cosa abbiamo paura? un ente o un altro esserci ci minaccia che si avvicina L’aver paura «solo avendo paura è possibile alla paura rendersi conto di ciò che fa paura» Per-che della paura? Il per-che della paura Ho paura solo per me? Aver paura per un altro Se ho paura per un altro non libero l’altro dalla paura Anzi l’altro potrebbe non aver paura Dunque l’aver paura per un altro e aver paura noi stessi Com-prendere Nella quotidianità comprendo in –vista-di cui Una cosa ha un significato in vista di quello che ho da fare «la significatività è ciò rispetto-a-cui il mondo è aperto come tale» Sono aperti nell’esserci, perché l’esserci è un ente per il quale, in quanto essere-nelmondo ne va di se stesso Esserci= poter essere o essere in possibilità Libertà o arbitrio? Gettato in un mondo e pur libero §31 Com-prendere È sempre in-vista di-cui procede secondo possibilità La comprensione ha la struttura esistenziale del progetto Ogni comprensione coinvolge sempre l’intera apertura dell’esserci come essere nel mondo Quando comprendo accade una risolversi per una possibilità, che tuttavia è una modificazione esistenziale del progetto nella sua globalità. Questa visione globale (anche non cosciente) funge in ogni nostro momento Comprensione dell’essere §31 Analisi esistentiva del quotidiano Deiezione non è caduta Si è sicuri di sé, presunzione di sé La deiezione rassicura, tranquilizza Tranquillità §38 Estraniante § 38 Lezione VI Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Riabilitazione delle tonalità emotive Heidegger cita Aristotele della Retorica, dove analizza i παϑη La considera la prima ermeneutica dell’essereassieme quotidiano Retore e la pubblicità (p. 172) Ritorniamo al quotidiano La paura Davanti a-che davanti a che cosa abbiamo paura? un ente o un altro esserci ci minaccia che si avvicina L’aver paura «solo avendo paura è possibile alla paura rendersi conto di ciò che fa paura» Per-che della paura? Il per-che della paura Ho paura solo per me? Aver paura per un altro Se ho paura per un altro non libero l’altro dalla paura Anzi l’altro potrebbe non aver paura Dunque l’aver paura per un altro e aver paura noi stessi Com-prendere Nella quotidianità comprendo in –vista-di cui Una cosa ha un significato in vista di quello che ho da fare «la significatività è ciò rispetto-a-cui il mondo è aperto come tale» Sono aperti nell’esserci, perché l’esserci è un ente per il quale, in quanto essere-nelmondo ne va di se stesso Esserci= poter essere o essere in possibilità Libertà o arbitrio? Gettato in un mondo e pur libero §31 Com-prendere È sempre in-vista di-cui procede secondo possibilità La comprensione ha la struttura esistenziale del progetto Ogni comprensione coinvolge sempre l’intera apertura dell’esserci come essere nel mondo Quando comprendo accade una risolversi per una possibilità, che tuttavia è una modificazione esistenziale del progetto nella sua globalità. Questa visione globale (anche non cosciente) funge in ogni nostro momento Comprensione dell’essere §31 Analisi esistentiva del quotidiano Deiezione non è caduta Si è sicuri di sé, presunzione di sé La deiezione rassicura, tranquilizza Tranquillità §38 Estraniante § 38 entfremdend Deiezione Non è negativa, fa parte della sua struttura. Non può essere un angelo isolato e il mondo sarebbe lontano, come un oggetto in cui cadrebbe Ma nella deiezione, nella quotidianità deiettiva non abbiamo l’ombra, la faccia notturna del nostro esserci, ma è la nostra struttura. Fede e visione del mondo vengono dopo (§ 38) Ne va di se stesso Non dobbiamo fare giudizi ontici Non riguarda il peccato Qualsiasi concezione come questa fa ricorso – afferma Heidegger – alla struttura esistenziale dell’esserci E qual è questa struttura? L’essere presso l’utilizzabile, con gli altri esserci ed è sempre in –vista-di-se stesso Questo se Stesso è per lo più un Si-stesso Tuttavia ne va sempre di se stesso Ma allora Essere in vista di se stesso è egoità, è indice di egoismo? Egoità e ipseità Dell’essenza del Fondamento, in Segnavia p.113 La struttura unitaria La struttura unitaria dell’esserci è prima. Ma possiamo cogliere – si domanda Heidegger – nella totalità unitaria l’insieme delle strutture della quotidianità dell’esserci? Non è una totalità = somma di tutte le possibilità Come possiamo comprendere questa struttura? Come comprende l’esserci? Comprensione § 39 Nella comprensione ne va sempre del suo essere Per questo si domanda se «c’è nell’esserci una situazione emotiva comprendente, nella quale esso sia aperto a se stesso in modo eminente» (p. 222) L’analitica esistenziale va quindi alla ricerca «della più ampia e della più originaria fra le possibilità di apertura dell’esserci stesso» (p. 223) Quando abbiamo questa apertura? Angoscia (Angst) Cura (Sorge) p.223 Cura Heidegger parte dalla constatazione che l’esserci fin dall’antichità, da quando prese in esame se stesso, si interpretò come Cura. Nella Cura l’esserci interpreta il senso dell’esserci Ma Heidegger non vuole fermarsi a scoprire il senso dell’esserci. Ricordiamo sempre che questa doveva essere la via che, passando tramite l’autocomprensione ontologica dell’esserci possa giungere al problema del senso dell’essere in generale. Non è introspezione. Perché? Situazioni emotive fondamentali In Essere e tempo chiama l’angoscia la situazione emotiva fondamentale, Dirà poi che per i greci sarà la meravigli Nelle lezioni del ’29-30 dirà che è la noia Nelle ultime opere dirà che è il dolore Deiezione Nella deiezione abbiamo una fuga davanti a se stesso. Se sono calato nella deiezione non me ne accorgo neanche Però è indubitabile che non ci sarebbe deiezione, se non ci fosse stata quell’apertura Sempre facendo il nostro passo indietro dobbiamo scoprire l’aperto dell’esserci Paura e angoscia Paura davanti ad un ente che è o che sarà Angoscia è più originaria, comporta una conversione, o diversione dalla deiezione Questa diversione non è un rifugiarsi presso l’ente intra-mondano per tranquillizzarsi Angoscia Angoscia Non ho paura di un ente, ho paura del mondo Freud e l’angoscia Nell’angoscia il mondo per de di significatività Il nulla e in nessun luogo Lezione VII Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Riepilogo 1 Dalla domanda dell’essere delle cose Che cosa fa essere le cose Andare alle cose stesse e scoprire il senso dell’essere «il problema del senso dell’essere è possibile, in generale, solo a patto che ci sia qualcosa come la comprensione dell’essere». E l’esserci ha una vaga comprensione dell’essere L’attività scoprente dell’esserci: l’esserci scopre il senso delle cose Analizzare l’esserci Esserci = in-essere, con-essere, presso l’ente Riepilogo 2 Familiarità con il significato delle cose permette all’esserci di comprendere il senso delle cose Come fa l’esserci nella vita pratica? Comprende- interpretando Modalità esistenziali dell’esserci: 1. Essere situato emotivamente 2. Comprende alla luce di una visione preveggente della totalità 3. Discorso Riepilogo 3 Perché è sempre situato emotivamente? Perché ne va sempre del suo essere Non ha un essere definito, ma ha da essere Qual è allora la totalità unitaria dell’insieme delle strutture della quotidianità? Qual è il senso dell’esserci? L’esserci interpreta se stesso e si comprende come Cura e solo così si può cogliere nella sua autenticità La Cura è prima dei fenomeni come desiderio, volontà, tendenza, impulso Perché è prima? Riepilogo 4 Esserci e Si-stesso Fuga davanti a se stesso = paura dell’angoscia Angoscia = apertura dell’esserci scoperta che non di è definiti, e senza fondamento, ma che l’esserci ha da essere Angoscia paura Davanti a-che? davanti a ente Riepilogo 5 La perdita di significatività di tutto il mondo Minaccia in nessun luogo nulla= no-ente Angoscia = essere nel mondo mondo Questo non significa che sono fuori dal mondo, ma il mondo ha perso di significato e il mondo nella sua totalità che è il davanti- a-cui dell’angoscia, è l’essere nel mondo come tale Nell’angoscia l’esserci si sottrae dal comprendersi a partire dal mondo Esserci si sente libero dal mondo eppure sempre in un mondo Non-sentirsi-a casa –propria nel mondo Spaesamento Essere isolati nell’essere nel mondo Questo spaesamento minaccia la quotidiana dispersione nel Si del nostro essere nel mondo Fenomeno originario p.231 Angoscia autentica p.232 È rara Si può provare poche volte nella vita Descartes dice una volta l’anno, ma poi anche lui l’ha provata una volta nella vita e ci ha pensato poi sopra tutta la vita Interpretazione dell’angoscia Religione e angoscia La religione è quella che ha sempre captato il problema dell’angoscia Agostino = timor dei Kierkegaard Perché è prima della religione? L’insieme delle modalità di essere dell’esserci L’essere dell’esserci è la Cura = Sorge che è prima del prendersi-cura Esserci È libero per il suo essere più proprio: Per l’autenticità, ma anche per l’inautenticità Più originaria è l’angoscia Nell’angoscia l’esserci è «sempre avanti rispetto a sé» «è consegnato a se stesso, ed è sempre gettato in un mondo, e si prende cura delle cose» Cura La Cura è più originaria Essere preso da un’inclinazione Da un desiderio Esprimere la voglia di fare qualcosa Sono possibili perché siamo Cura Non riconducibile ad un motivo ontico Senza interventi teoretici Possibilità Esserci si comprende come poter essere e nel suo essere ne va di se stesso L’esserci si può comprendere come totale? L’esserci esistentivo Nell’esserci fintanto che è, ma è sempre ancora qualcosa che esso può essere e sarà E…e…e…e….e….e…e temporalità come fa a cogliersi come tutto? La quotidianità è una modalità della temporalità Totalità Per comprendere come l’esserci abbia la comprensione vaga della totalità dell’essere, dell’ente in quanto ente, deve comprendersi come totalità Come si comprende nella vita l’esserci come totalità? È sempre avanti-a-sé? Ogni volta manca qualcosa che non è ancora divenuto reale!!! L’esserci è sempre solo nell’incompiutezza? Ma allora come può avere la comprensione della totalità? La propria totalità § 46 Solo quando esce dal mondo possiamo trattare qualcuno come ente? Ci prendiamo cura dei morti o abbiamo cura di loro? Sostituibilità Come insegnate posso essere sostituita Posso essere sostituta nel morire? Può qualcuno morire al mio posto La propria morte «Nessuno può assumersi di morire per un altro» Ogni essere deve assumersi la propria morte Se consideriamo l’esserci come ente a cui manca ancora qualcosa lo consideriamo solo come somma Allora comincia ad essere quando cessa di essere La morte Morte= ha compiuto il suo corso = ha esaurito le possibilità Morte= gli sono state sottratte le possibilità Sono solo queste le caratteristiche contrastanti della morte dell’esserci? L’esserci assume la morte solo quando avviene? La morte è solo biologica? La morte appartiene all’esserci §50 Non solo in punto di morte, ma ci sovrasta sempre Lezione VIII Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L’esserci e l’uomo nel confronto con l’animale e la pietra Morire e Cura Essere-per-la-morte Nell’essere-per la-morte l’esserci si rapporta a se stesso come un poter-essere specificamente proprio Nella quotidianità riguarda un si anonimo ma anticipando la mia morte e scoprendomi come finito mi colgo come se-stesso Mi tranquillizza «il Si si prende Cura di una costante tranquillizzazione nei confronti della morte» §51 «Il Si non ha coraggio dell’angoscia davanti alla morte» Possibilità estrema §51 Certezza § 52 L’unica certezza che abbiamo è che siamo finiti deciso Entschieden Entscheidung «L’essere per la morte fa comprendere all’esserci che su di esso incombe, come estrema possibilità della sua esistenza la rinuncia a se stesso. L’anticipazione non evade l’insuperabilità come fa l’essere-per-la-morte inautentico, ma al contrario si rende libera per essa. L’anticipazione farsi libero per la propria morte affranca dalla dispersione nelle possibilità che si presentano casualmente, di guisa che le possibilità effettive, cioè situate al di qua di quella insuperabile, possono essere comprese e scelte autenticamente»» §53 Con-essere Con-essere confuso Isolamento Con-essere autentico Anticipazione della morte §53 L’essere della Cura Non si prova angoscia per il trapasso e l’abbandono di questo mondo, ma per il fatto che anticipando la propria morte l’esserci si coglie come esistere, come essere gettato per la propria fine. Siamo certi della nostra fine. Questa è una possibilità che non scegliamo, anzi è l’unica che non dipende da noi. L’anticipazione della morte permette all’esserci di gettare alle spalle le possibilità già comprese e lo libera per le possibilità più proprie, che in quanto determinate dalla fine sono finite La scelta §54 Nella dispersione non si comprende chi ha scelto «Scegliendo la scelta, l’Esserci rende in primo luogo possibile a se stesso il proprio poter-essere autentico» L’auto-interpretazione dell’esserci Che cosa ci fa scegliere? Come accade che mi pongo la domanda? Chi mi chiama a vivere in modo diverso la vita? Coscienza (Gewissen) §57 Nella coscienza l’Esserci chiama se stesso È il chiamato e il chiamante L’esserci incontra se stesso non come ente La coscienza si rivela come la chiamata della Cura «il chiamante è l’esserci che, nell’essergettato (essere-già-in…) si angoscia per il suo poter-essere. Il richiamato è questo Esserci stesso, chiamato a destarsi al suo più proprio poter-essere (esser-avanti-a-sé)» La chiamata dell’esserci è silenziosa La chiamata §57 «Nella coscienza l’essere chiama se stesso. (…) La chiamata non è mai progettata né preparata né volutamente effettuata da noi stesso. ‘Qualcuno’ chiama contro la nostra attesa e contro la nostra volontà d’altra parte la chiamata non proviene certamente da un altro che non sia nel-mondoinsieme a noi. La chiamata viene da me e tuttavia da sopra di me» «È l’esserci spaesato che chiama» «Il chiamante è così poco familiare al Si-stesso quotidiano che appare ad esso una voce estranea» L’esserci è chiamato a destarsi al suo più proprio esserci. Che tipo di chiamata è dunque la Cura? Perché ho l’affanno? Perché mi preoccupo? Che cosa significa coscienza (Gewissen Bweusstein )? Coscienza etica, la voce interna , il demone di Socrate La domanda etica non è che cosa conosco?, ma che debbo fare? La chiamata della coscienza §58 Se posso fare, ne divento responsabile? E quindi in linea di principio colpevole. La colpa originaria L’Esserci è il suo fondamento esistendo, ossia è tale da comprendersi a partire da possibilità L’esserci è sempre o una o un’altra possibilità: non è mai l’una e l’altra, non è il tutto La nullità e la libertà Senza fondamento §58 Colpevolezza Non accetta né la posizione del peccato originale di Kierkegaard Né il male come privatio boni di Agostino Potrebbe essere Anassimandro? «Ciò da cui proviene la generazione delle cose che sono, peraltro, è ciò verso cui si sviluppa anche la rovina, secondo necessità: le cose che sono, infatti, pagano l'una all'altra la pena e l'espiazione dell'ingiustizia, secondo l'ordine del tempo». (Anassimandro [in Simplicio], fr. 12 B 1) Apeiron e peras La colpa essere debitore La geneologia della morale e la cattiva coscienza di Nietzsche Il voler aver coscienza Essere in debito (Nietzsche) Assumersi la responsabilità Decidere: aprire le possibilità e tagliare le possibilità Ascolto genuino del richiamo Nel quotidiano Il fatto che sfuggiamo alla chiamata è segno che veniamo chiamati Comprendere la chiamata significa rendersi libero da parte dell’esserci per la chiamata: ha scelto se stesso Ma nel richiamo il Si stesso è richiamato all’esser-colpevole autenticoche è più proprio del suo Se-stesso «ciò che è scelto è l’aver-coscienza come essere-libero per il più proprio esser-colpevole. Comprensione del richiamo significa: voleraver-coscienza» Se voglio aver coscienza è il presupposto per essere responsabile e quindi anche colpevole nell’effettività Il voler-aver-coscienza significa essere pronto per l’angoscia Decisione Entschlossenheit = Apertura Entscheidung «il tacito ed angoscioso autoprogettarsi nel più proprio esser-colpevole, è ciò che chiamo decisione» §60 La decisone esiste solo come decidersi comprendente autoprogettantesi In quanto deciso l’esserci agisce già Poi diventa io § 64 «esserci è autenticamente se-Stesso solo nell’isolamento originario della decisone tacita e votata all’angoscia» Il sé-stesso non può dire ioio §60 Volo veloce Orizzonte trascendentale = aperto incontro esserci- cose Essere-per-la-morte è il fenomeno originario dell’ad-venire L’anticipazione della morte rende l’esserci ad-veniente Apertura Come è allora che siamo aperti Quale è il senso della Cura ? Futuro e passato §65 Temporalità «l’unità originaria della struttura della Cura è costituita dalla temporalità» Attimo e le tre estasi temporali Kant La finitudine La finitudine dell’esserci non ha il significato originario del cessare, ma costituisce un carattere della temporalizzazione stessa Che cos’è il tempo?