Lezione I Le Stimmungen fondamentali in Heidegger. L`esserci e l

Lezione I
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Programma
M. Heidegger, Essere e Tempo, §§ 28,29,
30,39,40,41
 M. Heidegger, Concetti fondamentali della
metafisica, il melangolo
 M. Heidegger, Che cos’è la filosofia, il
melangolo
 M.T. Pansera (a cura di), Etica e filosofia
pratica, Mimesis 2010

Scopo del corso

Il corso si propone di mettere in evidenza
la concezione delle tonalità emotive
fondamentali nel pensiero di Heidegger
Verranno esaminate l’angoscia, la noia e
lo stupore e il loro stretto legame con il
pensiero, la filosofia e l’etica. Verrà anche
evidenziata la sua concezione della
differenza uomo-animale
Scopo di un corso di
«Storia dell’etica»
Arrivare a parlare dell’etica nel nostro
mondo
 Di fronte alla complessità dei problemi che
ci si trova ad affrontare oggi, lo sguardo
retrospettivo ci permette di dipanare i
problemi e comprendere come siamo
arrivati oggi alla messa in discussione di
qualsiasi orizzonte che indirizzi l’agire

Punto di partenza
Di fronte ai meccanismi quasi automatici
del nostro mondo, occorre fermarsi un
attimo e porsi questioni come:
 Dove stiamo andando? Come dobbiamo
agire?
 Cerchiamo di comprendere che cosa
significa Etica e Morale

Problemi iniziali

Ethos e mores = usi, costumi abitudini
Etica= norme che regolano il
comportamento?


Non è la religione che detta le regole del
comportamento?
Religione e Stato

Differenziandosi lo Stato dalla religione, le
norme di comportamento vengono dettate
dalla legge
Etica però non si risolve in una legge
statale, sebbene non si possa pensare
un’etica senza una comunità, per questo
etica è nella prossimità della politica, ma
non si confonde con la politica
 Ma allora che cos’è ETICA

Etica che significa?
Dobbiamo indagare i costumi di un
popolo?
 Nel nostro mondo: che cosa è accaduto? I
valori universali sono stati messi in
discussione

Etica

Ma questo è compito dell’etnografia,
dell’antropologia culturale.
Etica non descrive solo i costumi di un
popolo, ma è lo spazio del domandare
e del pensare intorno ai costumi
 Nel nostro mondo: che cosa è accaduto? I
valori universali sono stati messi in
discussione

Due filoni per l’indagine storica
1. attenzioni alle condizioni, alle
prospettive storiche in cui nascono le
riflessioni sui costumi
 2. le domande per cui oggi possiamo
interessarci a quelle considerazioni etiche

Il nostro percorso
Guardare al passato per vedere come mai
siamo giunti alle modalità etiche del
presente
 Guardare al passato per pensare oggi i
problemi etici
 Imparare dai grandi filosofi del passato a
riflettere sui problemi etici.

Riabilitazione della filosofia
pratica

pp. 259- 271 di Etica e Filosofia pratica
 Due
tipi di razionalità.
Quali?
La riabilitazione della filosofia
pratica


Razionalità scientifica
Etica
Aristotele
Episteme
Phronesis
Episteme = Techné = Phronesis
Scienza per eccellenza: la filosofia prima
che studia i principi che non possono
essere diversamente
 Sapienza (sophia) = conoscere le cause e
i principi e collegare i principi tra loro con
l’induzione e la deduzione

Che cos’è episteme?

Aristotele Etica Nicomachea 1139 b30
Di che cosa si occupa
l’etica?
Che cos’è la saggezza?
Le cose che non sono eterne

Delle cose che sono eterne ne prendo
atto, le scopro e le conosco. Posso
argomentare con l’induzione e la
deduzione dai principi e arrivare a
conoscenze delle leggi anche del
movimento

Le cose che possono essere diversamente
da quelle che sono lasciano aperta la
possibilità di scelta e di poter deliberare
La saggezza 1141 b 10
La scelta

Che scelta faccio quando produco un
tavolo?

Che scelta faccio quando produco un agire
etico?
I casi particolari

La saggezza ha per oggetto i casi
particolari di cui si ha conoscenza per
esperienza

Simile alla techné perché si occupa di cose
particolari e ha un sapere che è
particolare. Es. conoscere il legno

Anche questa è un tipo di conoscenza, ma
che tipo di conoscenza?
Conoscenza pratica

Diversità tra il sapere della produzione e
quello dell’etica

Che cosa so quando produco un tavolo?

Che cosa so quando agisco eticamente?
Per agire
Ho esperienza del legno nel legno
Quando agisco eticamente devo aver
esperienza del mondo in cui agisco, delle
mie aspettative
 Ho una «visione ambientale preveggente»


Il bambino e la chiave (Heidegger)
Riabilitazione filosofia pratica
Perché è stato necessario riabilitarla?
Aristotele aveva parlato di questa
autonomia
 La colpa è di Cartesio e della modernità
(Prefazione a I principi della filosofia)


Fra il dire e il fare….

Poi Cartesio afferma che non siamo
ancora arrivati a tanto

Nella pratica : una morale provvisoria

La libertà
Nelle lettere si rende conto che non
possiamo mai conoscere completamente
quello che farà l’altro
 Nascita della psicologia oggettiva
 E indagine dei vissuti

Riabilitazione della filosofia
pratica

Due vie: aristotelica e kantiana
I maggiori esponenti di quella aristotelica
sono due allievi di Heidegger
Gadamer
Heidegger
Fra Husserl e Aristotele




Dal problema cartesiano soggetto-oggetto
Coscienza e vissuti
intenzionalità
Fenomenologia cartesiana
Il mondo della vita e la crisi delle scienze
europee
Heidegger

Il compito di Heidegger inziale è arrivare a
comprendere
Lezione II
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Domande di giovedì

1. la guerra? Il saggio secondo Aristotele
poteva aspirare alla guerra?

Ci sono principi dell’etica inviolabili ed
eterni?
Aristotele




Abbiamo detto che per Aristotele, essere virtuosi
significa trovare il giusto mezzo fra gli opposti,
che è diverso da uomo a uomo: dobbiamo
scegliere tra mangiare troppo o poco, fra paura e
coraggio.
«La virtù riguarda le passioni e le azioni, nelle
quali l’eccesso costituisce un errore e il difetto è
biasimato, invece il giusto mezzo è lodato e
costituisce la correttezza» (1106 b 25)
Saggezza e saper scegliere il giusto mezzo e
acquisire uno stato abitudinale.
Di tutte le passioni e di tutte le azioni si
trova sempre il giusto mezzo?
Passioni e azioni che non hanno un
giusto mezzo (1106 a 12)
La scelta

Filottete di Sofocle: la scelta tra l’orgoglio
ferito e il bene comune
I principi dell’etica (Hegel)


Non si sa da dove vengono
Antigone: la sepoltura dei morti, etica
naturale e quella dello Stato
Di che cosa si occupa
l’etica?
Che cos’è la saggezza?
Le cose che non sono eterne

Delle cose che sono eterne ne prendo
atto, le scopro e le conosco. Posso
argomentare con l’induzione e la
deduzione dai principi e arrivare a
conoscenze delle leggi anche del
movimento

Le cose che possono essere diversamente
da quelle che sono lasciano aperta la
possibilità di scelta e di poter deliberare
La saggezza 1141 b 10
La scelta

Che scelta faccio quando produco un
tavolo?

Che scelta faccio quando produco un agire
etico?
I casi particolari

La saggezza ha per oggetto i casi
particolari di cui si ha conoscenza per
esperienza

Simile alla techné perché si occupa di cose
particolari e ha un sapere che è
particolare. Es. conoscere il legno

Anche questa è un tipo di conoscenza, ma
che tipo di conoscenza?
Conoscenza pratica

Diversità tra il sapere della produzione e
quello dell’etica

Che cosa so quando produco un tavolo?

Che cosa so quando agisco eticamente?
Per agire
Ho esperienza del legno nel legno
Quando agisco eticamente devo aver
esperienza del mondo in cui agisco, delle
mie aspettative
 Ho una «visione ambientale preveggente»




Perché è stato necessario riabilitarla?
Aristotele aveva parlato di questa
autonomia
Riabilitazione filosofia pratica

La colpa è di Cartesio e della modernità
(Prefazione a I principi della filosofia)
Fra il dire e il fare….

Poi Cartesio afferma che non siamo
ancora arrivati a tanto

Nella pratica : una morale provvisoria

La libertà

Nelle lettere si rende conto che non
possiamo mai conoscere completamente
quello che farà l’altro
1.Nascita della psicologia oggettiva
2.E indagine dei vissuti
Riabilitazione della filosofia
pratica

Due vie: aristotelica e kantiana
I maggiori esponenti di quella aristotelica
sono due allievi di Heidegger
Gadamer
Heidegger
Fra Husserl e Aristotele




Dal problema cartesiano soggetto-oggetto
Coscienza e vissuti
intenzionalità
Fenomenologia cartesiana
Il mondo della vita e la crisi delle scienze
europee
Heidegger







Il compito di Heidegger inziale è arrivare a
comprendere l’essere.
Come accade che le cose siano di fronte a noi
e permangono nella loro differenza da noi
Non più soggetto
oggetto
Non più coscienza e oggetti intenzionati
Esserci
ente
Esserci nella differenza all’ente
Comprendere l’essere dell’ente e
contemporaneamente comprende se stesso
Che
significa
«essere»?
Che significa
«esserci»?
esserci - ente - essere

Comprendere l’essere dell’ente e
contemporaneamente comprende se
stesso
Essere esserci
Esserci = trascende e si mantiene nella
trascendenza
 Comprende l’esserci
Porta

a comprendere l’Essere delle cose= verità
Non verità come adeguazione, ma la verità
prima
verità

Prima dell’adeguazione
L’ente si deve dare
La verità come adeguazione è una forma
derivata della verità prima: affinché ci sia
corrispondenza fra pensiero e cose, occorre che
queste si mostrino alla coscienza: condizione
primaria della corrispondenza è allora l’attività
scoprente dell’esserci. Le cose si danno solo
nell’apertura dell’esserci
Qual è il compito dell’analitica esistenziale?
Compito dell’analitica esistenziale
Indagare i modi del nostro essere aperti
alle cose: partendo dai modi genuini di
rapportarci alle cose a quelli fondamentali.
 Su questa via possiamo comprendere
perché si danno le cose e come
 Come ci rapportiamo in genere alle
cose?

Il modo genuino di rapportarci
alle cose





È primariamente pratico
Le cose hanno per lo più la caratteristica di
utilizzabili, sono a portata di mano per essere
manipolate.
Le cose entrano in relazione a noi perché ci
sono utili, anzi le scopriamo solo perché esse
ci servono per esercitare la nostra vita
Il quotidiano orientarsi pratico fra le cose che
ci circondano fa emergere principalmente la
caratteristica di «mezzo» delle cose, che per
noi sono mezzi utili
Ma esiste un mezzo isolato?
L’ambiente

Non esiste un mezzo isolato per esempio una
brocca

Brocca
vino
vite
Tutte le cose sono in relazione l’una all’altra
Heidegger cerca di enucleare l’elemento che c’è
prima
Prima del rapporto con il libro, prima di ogni
singola cosa è già scoperta la totalità dei
mezzi. Il comportamento pratico ha una visione
ambientale preveggente che mi permette di
comprendere la cosa come utilizzabile.
mondo

Le cose sono così le cose del mondo

Ambiente

Mondo = ente nella sua totalità

Martello rimane costante in questo suo
come, per questo posso rapportarmi al
martello
mondo
Prima dell’ente
L’uomo, in quanto esserci, è sempre in
relazione, e un ente gli è accessibile solo
se nel suo esserci gli è già svelato un
mondo
 Mondo non è un’entità metafisica, ma c’è
mondo solo se c’è esserci, come non
esiste esserci senza mondo

Stare al mondo
Stare nel mondo significa=
 comportarsi in una certa maniera perché si
sono già compresi i modi dell’essere dell’ente
 Avere familiarità con la totalità dei significati.
So già come comportarmi con un libro
 Orizzonte di senso che mi permette di
avere familiarità con le cose e che funge
anche quando non incontro quello che cerco
 È prima , senza la comprensione dell’essere
in generale non possiamo comprendere nulla
Ma sono solo al mondo?
Con-essere





Nel mondo sono in relazione ai significati
che provengono dalla tradizione
Qualcuno ha fatto questo libro
Il libro non è libro solo per me, ma anche
per voi
Non è un libro solo per me ora, ma anche
ieri e domani sarà libro per altri
L’esserci è gettato in un mondo di
significati
La struttura dell’esserci
Esserci è sempre gettato in un
mondo insieme ad altri esserci
e presso un ente
Esserci= ex-sistens è aperto
alle possibilità, è progetto
Non ha nulla su cui fondarsi,
non è determinato
Lezione III
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Heidegger e le interpretazioni
più recenti
Occorre tempo per comprendere il fenomo
Heidegger
 Stessa sorte Nietzsche
 E Platone….


Il nostro compito e vedere il problema
della scelta in Heidegger e la riabilitazione
della vita emotiva
Heidegger
Fra Husserl e Aristotele
Dal problema cartesiano soggetto-oggetto
Fenomenologia cartesiana
Il passo indietro
 Coscienza e vissuti
intenzionalità
 Il mondo della vita e la crisi delle scienze
europee


Heidegger







Il compito di Heidegger inziale è arrivare a
comprendere l’essere.
Come accade che le cose siano di fronte a noi
e permangono nella loro differenza da noi
Non più soggetto
oggetto
Non più coscienza e oggetti intenzionati
Esserci
ente
Esserci nella differenza dall’ente
Comprendere l’essere dell’ente e
contemporaneamente comprende se stesso
Che
significa
«essere»?
Che significa
«esserci»?
esserci - ente - essere

Comprendere l’essere dell’ente e
contemporaneamente comprende se
stesso
Essere esserci
Esserci = trascende e si mantiene nella
trascendenza
 Comprende l’esserci
Porta

a comprendere l’Essere delle cose= verità
Non verità come adeguazione, ma la verità
prima
verità

Prima dell’adeguazione
L’ente si deve dare
La verità come adeguazione è una forma
derivata della verità prima: affinché ci sia
corrispondenza fra pensiero e cose, occorre che
queste si mostrino alla coscienza: condizione
primaria della corrispondenza è allora l’attività
scoprente dell’esserci. Le cose si danno solo
nell’apertura dell’esserci
Qual è il compito dell’analitica esistenziale?
Compito dell’analitica esistenziale
Indagare i modi del nostro essere aperti
alle cose: partendo dai modi genuini di
rapportarci alle cose a quelli fondamentali.
 Su questa via possiamo comprendere
perché si danno le cose e come
 Come ci rapportiamo in genere alle
cose?

Il modo genuino di rapportarci
alle cose





È primariamente pratico
Le cose hanno per lo più la caratteristica di
utilizzabili, sono a portata di mano per essere
manipolate.
Le cose entrano in relazione a noi perché ci
sono utili, anzi le scopriamo solo perché esse
ci servono per esercitare la nostra vita
Il quotidiano orientarsi pratico fra le cose che
ci circondano fa emergere principalmente la
caratteristica di «mezzo» delle cose, che per
noi sono mezzi utili
Ma esiste un mezzo isolato?
L’ambiente

Non esiste un mezzo isolato per esempio una
brocca

Brocca
vino
vite
Tutte le cose sono in relazione l’una all’altra
Heidegger cerca di enucleare l’elemento che c’è
prima
Prima del rapporto con il libro, prima di ogni
singola cosa è già scoperta la totalità dei
mezzi. Il comportamento pratico ha una visione
ambientale preveggente che mi permette di
comprendere la cosa come utilizzabile.
mondo

Le cose sono così le cose del mondo

Ambiente

Mondo = il come dell’ente nella sua
totalità

Martello rimane costante in questo suo
come, per questo posso rapportarmi al
martello
mondo
Prima dell’ente
L’uomo, in quanto esserci, è sempre in
relazione, e un ente gli è accessibile solo
se nel suo esserci gli è già svelato un
mondo
 Mondo non è un’entità metafisica, ma c’è
mondo solo se c’è esserci, come non
esiste esserci senza mondo
 Comprendere l’ente: ovvero riferisce a sé
l’ente, ovvero comprende come deve
comportarsi e in rapporto a quale
ente

Stare al mondo
Stare nel mondo significa=
 comportarsi in una certa maniera perché si
sono già compresi i modi dell’essere dell’ente
 Avere familiarità con la totalità dei significati.
So già come comportarmi con un libro
 Orizzonte di senso che mi permette di
avere familiarità con le cose e che funge
anche quando non incontro quello che cerco
 È prima , senza la comprensione dell’essere
in generale non possiamo comprendere nulla
Lezione IV
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Con-essere





Nel mondo sono in relazione ai significati
che provengono dalla tradizione
Qualcuno ha fatto questo libro
Il libro non è libro solo per me, ma anche
per voi
Non è un libro solo per me ora, ma anche
ieri e domani sarà libro per altri
L’esserci è gettato in un mondo di
significati
La struttura dell’esserci
Esserci è sempre gettato in un
mondo insieme ad altri esserci
e presso un ente
(in-essere, con-essere, presso
l’ente)
Esserci= ex-sistens è aperto alle
possibilità, è progetto
Non ha nulla su cui fondarsi, non è
determinato
È una relazione
Torniamo alle cose

L’essere nel mondo, l’essere nella
significatività permette all’esserci di
comprendere i significati pratici delle cose
Essere e tempo §18 verso la fine
Orizzonte di senso
Che
cos’è?
Come funge?
Orizzonte di senso
L’orizzonte di senso non è un ente,
permette però che si costituiscano gli
oggetti e il soggetto
 Le cose non hanno un mondo, non hanno
senso in se stesse: la pietra tace
 Acquista senso se entra nell’orizzonte di
senso dell’esserci
 Solo l’esserci ha senso

Essere e tempo § 32



Che cos’è l’esserci?
Possiamo dire che cos’è l’esserci?
Ognuno si ponga la domanda «chi sono?»
Esserci-ente
L’esserci scopre l’ente, nel senso che la
sua attività scoprente fa apparire la cosa
 Il senso è prima delle cose
 La comprensione è risultata essere un
modo di essere dell’esserci, ovvero il
modo in cui esso è le sue possibilità in
quanto possibilità.

Chi sono IO?

« Quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non son lì?
Quando comincia il tempo, e dove finisce lo
spazio?
La vita sotto il sole è forse solo un sogno?
Non è solo l’apparenza di un mondo davanti
al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
C'è veramente il male e gente veramente
cattiva? » (Peter Handke)
Si parte dal quotidiano

Cosa siamo nella vita quotidiana?
§ 26
 Ma questo è completo?
Esserci quotidiano


Comprendo le cose e comprendo me stesso
Comprendersi a partire dalle cose con cui
entriamo in rapporto
quelle più urgenti
Per sopravvivere
dimentichiamo quello
che siamo stati
dimentichiamo anche quello
che potremmo essere
Non possiamo dare una
definizione






L’esserci non è una coscienza integra che
poi entra in rapporto con l’oggetto
Ma è aperto alle possibilità, è progetto
Non ha niente su cui radicarsi, non ha
fondamento, né un essere determinato
Esserci= ha da essere
Se scelgo filosofia invece che
ingegneria questo inciderà o no nel
mio essere?
Progetto nella sua globalità
Cura
In quanto l’esserci è Cura (Sorge) egli
può prendersi cura delle cose
 L’esserci va a cacci a del proprio essere
che si nasconde in ogni scopo con cui
trattiamo le cose

La differenza esserci-enti
Tra noi e le cose: nella pratica quotidiana
viene offuscata: sono un tutt’uno con la
penna che scrive
 La differenza c’è, ma viene obliata
 Questo è necessario per vivere

E la differenza con gli
altri?
Essere con gli altri e essere se stessi

§ 26
Cura (Sorge)


Degli enti mi prendo cura (besorgen)
Gli altri esserci non sono mezzi

§26
Aver Cura (Fürsorge)

§26

Se il bambino deve fare i compiti e io lo aiuto
Se curo un ammalato e faccio per lui delle
cose. Cosa faccio?
Le diverse psicologie


Mi metto al suo posto
Per questo non ho cura di lui
Cura autentica riguarda l’esistenza degli
altri e non mi intrometto al suo posto nel
loro prendersi cura delle cose che servono
per vivere, aver cura significa «lasciar agli
altri la propria cura», che siano liberi e
consapevoli per la propria cura
 Solo questo – dice Heidegger – non è un
«sostituirsi dominando»


Nella relazione con gli altri
Mediamente nella relazione con gli altri
cerchiamo di distinguerci dagli altri.
Questo - osserva Heidegger – non è
un’esaltazione egoistica: quello che
andiamo cercando è prima dell’egoismo e
dell’altruismo.
 Ipseità

La dialettica servo-padrone

Commisurarsi agli altri (contrapposizione
commisurante) §27
Esserci e quotidianità

L’esserci è per lo più disperso nella
quotidianità presso gli enti e nel suo
commercio con essi. Per questo non si
accorge di essere in-possibilità, anzi ogni
volta rimane legato a ciò presso cui è, che
considera come l’unica sua possibilità
L’interesse di Heidegger

La descrizione fenomenologica degli stati
di coscienza mira a raggiungere l’essere
dell’esserci, per comprendere quell’apriori
che permette la differenza e l’incontro con
le cose
Chi sono gli altri?









Quelli che per lo più ci sono davanti
È il SI
non è un soggetto universale
Questo determina il modo di essere della
quotidianità
La medietà
Livellamento di tutte le possibilità di
essere
Ci si lascia trascinare dalla corrente
L’esserci nasconde se stesso così
Perché?
L’essere dell’esserci




Che cosa fa essere l’esserci?
Essere-presso-il mondo (prendersi cura)
Con-essere (aver cura)
Essere se-Stesso
Essere dentro?
Lo spazio?
Il «CI» (§28, p. 165)

Qui e là sono possibili solo in un «CI»,
cioè solo se esiste un ente che in quanto
essere «CI», ha aperto la spazialità

Che cos’è allora l’esserci?
Apertura
Cosa fa essere l’esserci?
La sua apertura
Allora dobbiamo indagare i modi di questa
apertura.
 Quali sono?
1.Situazione emotiva (Befindlichkeit)
2.Comprensione
3. Discorso


Lezione V
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Breve riepilogo
Heidegger e il problema dell’essere
L’attività scoprente dell’esserci
Analitica esistenziale
«il suo obiettivo immediato è la scoperta
fenomenica della struttura unitaria e originaria
dell’essere dell’esserci, in base alle quali si
determinano le sue possibilità e le sue maniere
«di essere» (E e T, p. 161)
 Esserci non è sostanza ma relazione=
esserci= in-essere-,con-essere-presso
un’ente
 I modi fondamentali dell’esserci
 Esistentivi e esistenziali



Esserci e quotidianità
L’esserci è per lo più disperso nella quotidianità
presso gli enti e nel suo commercio con essi. Per
questo non si accorge di essere in-possibilità, anzi
ogni volta rimane legato a ciò presso cui è, che
considera come l’unica sua possibilità
 Dispersione Si-stesso e Se-stesso

Prendersi cura
Legato al
semplice-presente
È un modo fondamentale
dell’esserci
Prescrive l’interpretazione
immediata del mondo
La medietà
?
va a caccia di se
stesso
Perché non fermarsi al si-stesso
Perché il Se-stesso non è il punto che
permane nella variazione ?



Ma allora che cos’è il Se-stesso?
Perché non possiamo fermarci a quello che
siamo in questo momento?
Ricordiamo che non è un problema morale,
ovvero l’assunzione della responsabilità
Il passo indietro
 Che
cosa fa essere il mio
si-stesso?
 Qual è la struttura più
originaria?
 Da dove traggo la visione
ambientale pre-veggente?
Il «CI» (§28, p. 165)

Qui e là sono possibili solo in un «CI», cioè solo
se esiste un ente che in quanto essere «CI», ha
aperto la spazialità

Che cos’è allora l’esserci?

Essere-presso-il mondo (prendersi cura)
Con-essere (aver cura)
dell’esser se-Stesso (chi)
Sono co-originari
Che cos’è allora l’esserci?
Apertura (E e T p. 165)
Cosa fa essere l’esserci?
La sua apertura
Allora dobbiamo indagare i modi di questa
apertura.
 Quali sono?
1. Situazione emotiva (Befindlichkeit)
2. Comprensione
3. Discorso


Che cosa significa situazione emotiva?
Situazione emotiva
Sono sempre in una situazione e accordato
(gestimmt) con essa
Tonalità emotive:
 Euforia
 Peso
 Indifferenza
Aperto
ha da essere
E. Bloch Tracce
 Perché
è un peso l’esserci?
 Perché scoprire che non si è definiti comporta un peso?
 L’esserci è aperto ed è aperto
anche all’evasione
Ha da essere


Da dove vengo e dove vado
Per lo più rimuovo queste domande che
provengono dalla propria effettività, cioè
che sono presso i fatti
Volontà e conoscenza
Riabilitazione delle tonalità emotive
Heidegger cita Aristotele della Retorica,
dove analizza i παϑη
 La considera la prima ermeneutica dell’essereassieme quotidiano
 Retore e la pubblicità (p. 172)

Ritorniamo al quotidiano
La paura
 Davanti a-che
davanti a che cosa abbiamo paura?
un ente o un altro esserci ci minaccia
che si avvicina
 L’aver paura
«solo avendo paura è possibile alla
paura rendersi conto di ciò che fa
paura»
 Per-che della paura?
Il per-che della paura
 Ho
paura solo per me?
Aver paura per un altro
Se ho paura per un altro non libero l’altro
dalla paura
 Anzi l’altro potrebbe non aver paura
 Dunque l’aver paura per un altro e aver
paura noi stessi

Com-prendere





Nella quotidianità comprendo in –vista-di
cui
Una cosa ha un significato in vista di
quello che ho da fare
«la significatività è ciò rispetto-a-cui il
mondo è aperto come tale»
Sono aperti nell’esserci, perché l’esserci è
un ente per il quale, in quanto essere-nelmondo ne va di se stesso
Esserci= poter essere o essere in
possibilità
Libertà
o arbitrio?
Gettato in un mondo e pur
libero §31
Com-prendere




È sempre in-vista di-cui procede secondo
possibilità
La comprensione ha la struttura esistenziale
del progetto
Ogni comprensione coinvolge sempre l’intera
apertura dell’esserci come essere nel mondo
Quando comprendo accade una risolversi per
una possibilità, che tuttavia è una
modificazione esistenziale del progetto nella
sua globalità. Questa visione globale (anche
non cosciente) funge in ogni nostro momento
Comprensione dell’essere §31
Analisi esistentiva del
quotidiano



Deiezione
non è caduta
Si è sicuri di sé, presunzione di sé
La deiezione rassicura, tranquilizza
Tranquillità §38
Estraniante § 38
Lezione VI
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Riabilitazione delle tonalità emotive
Heidegger cita Aristotele della Retorica,
dove analizza i παϑη
 La considera la prima ermeneutica dell’essereassieme quotidiano
 Retore e la pubblicità (p. 172)

Ritorniamo al quotidiano
La paura
 Davanti a-che
davanti a che cosa abbiamo paura?
un ente o un altro esserci ci minaccia
che si avvicina
 L’aver paura
«solo avendo paura è possibile alla
paura rendersi conto di ciò che fa
paura»
 Per-che della paura?
Il per-che della paura
 Ho
paura solo per me?
Aver paura per un altro
Se ho paura per un altro non libero l’altro
dalla paura
 Anzi l’altro potrebbe non aver paura
 Dunque l’aver paura per un altro e aver
paura noi stessi

Com-prendere





Nella quotidianità comprendo in –vista-di
cui
Una cosa ha un significato in vista di
quello che ho da fare
«la significatività è ciò rispetto-a-cui il
mondo è aperto come tale»
Sono aperti nell’esserci, perché l’esserci è
un ente per il quale, in quanto essere-nelmondo ne va di se stesso
Esserci= poter essere o essere in
possibilità
Libertà
o arbitrio?
Gettato in un mondo e pur
libero §31
Com-prendere




È sempre in-vista di-cui procede secondo
possibilità
La comprensione ha la struttura esistenziale
del progetto
Ogni comprensione coinvolge sempre l’intera
apertura dell’esserci come essere nel mondo
Quando comprendo accade una risolversi per
una possibilità, che tuttavia è una
modificazione esistenziale del progetto nella
sua globalità. Questa visione globale (anche
non cosciente) funge in ogni nostro momento
Comprensione dell’essere §31
Analisi esistentiva del
quotidiano



Deiezione
non è caduta
Si è sicuri di sé, presunzione di sé
La deiezione rassicura, tranquilizza
Tranquillità §38
Estraniante § 38

entfremdend
Deiezione
Non è negativa, fa parte della sua
struttura. Non può essere un angelo
isolato e il mondo sarebbe lontano, come
un oggetto in cui cadrebbe
 Ma nella deiezione, nella quotidianità
deiettiva non abbiamo l’ombra, la faccia
notturna del nostro esserci, ma è la nostra
struttura.
 Fede e visione del mondo vengono
dopo (§ 38)

Ne va di se stesso







Non dobbiamo fare giudizi ontici
Non riguarda il peccato
Qualsiasi concezione come questa fa
ricorso – afferma Heidegger – alla
struttura esistenziale dell’esserci
E qual è questa struttura?
L’essere presso l’utilizzabile, con gli altri
esserci ed è sempre in –vista-di-se stesso
Questo se Stesso è per lo più un Si-stesso
Tuttavia ne va sempre di se stesso
Ma allora
Essere in vista di se
stesso è egoità, è indice
di egoismo?
Egoità e ipseità

Dell’essenza del Fondamento, in Segnavia
p.113
La struttura unitaria
La struttura unitaria dell’esserci è prima.
Ma possiamo cogliere – si domanda
Heidegger – nella totalità unitaria
l’insieme delle strutture della quotidianità
dell’esserci?
 Non è una totalità = somma di tutte le
possibilità
 Come possiamo comprendere questa
struttura?
 Come comprende l’esserci?


Comprensione § 39
Nella comprensione ne va sempre del suo
essere
 Per questo si domanda se «c’è nell’esserci
una situazione emotiva comprendente,
nella quale esso sia aperto a se stesso in
modo eminente» (p. 222)
 L’analitica esistenziale va quindi alla
ricerca «della più ampia e della più
originaria fra le possibilità di apertura
dell’esserci stesso» (p. 223)
 Quando abbiamo questa apertura?

Angoscia (Angst)
Cura (Sorge) p.223
Cura
Heidegger parte dalla constatazione che
l’esserci fin dall’antichità, da quando prese in
esame se stesso, si interpretò come Cura.
 Nella Cura l’esserci interpreta il senso
dell’esserci
 Ma Heidegger non vuole fermarsi a scoprire il
senso dell’esserci.
Ricordiamo sempre che questa doveva essere
la via che, passando tramite l’autocomprensione ontologica dell’esserci possa
giungere al problema del senso dell’essere in
generale.
 Non è introspezione. Perché?

Situazioni emotive fondamentali
In Essere e tempo chiama l’angoscia la
situazione emotiva fondamentale,
 Dirà poi che per i greci sarà la meravigli
 Nelle lezioni del ’29-30 dirà che è la noia
 Nelle ultime opere dirà che è il dolore

Deiezione
Nella deiezione abbiamo una fuga
davanti a se stesso. Se sono calato nella
deiezione non me ne accorgo neanche
 Però è indubitabile che non ci sarebbe
deiezione, se non ci fosse stata
quell’apertura
 Sempre facendo il nostro passo indietro
dobbiamo scoprire l’aperto dell’esserci

Paura e angoscia
Paura
davanti ad un ente che è o
che sarà
 Angoscia è più originaria, comporta una
conversione, o diversione dalla deiezione
 Questa diversione non è un rifugiarsi
presso l’ente intra-mondano per
tranquillizzarsi

Angoscia
Angoscia
Non ho paura di un ente, ho paura del
mondo
 Freud e l’angoscia
 Nell’angoscia il mondo per de di
significatività

Il nulla e in nessun luogo
Lezione VII
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Riepilogo 1







Dalla domanda dell’essere delle cose
Che cosa fa essere le cose
Andare alle cose stesse e scoprire il senso
dell’essere
«il problema del senso dell’essere è possibile,
in generale, solo a patto che ci sia qualcosa
come la comprensione dell’essere». E
l’esserci ha una vaga comprensione
dell’essere
L’attività scoprente dell’esserci: l’esserci
scopre il senso delle cose
Analizzare l’esserci
Esserci = in-essere, con-essere, presso l’ente
Riepilogo 2
Familiarità con il significato delle cose
permette all’esserci di comprendere il
senso delle cose
 Come fa l’esserci nella vita pratica?
 Comprende- interpretando
 Modalità esistenziali dell’esserci:
1. Essere situato emotivamente
2. Comprende alla luce di una visione preveggente della totalità
3. Discorso

Riepilogo 3







Perché è sempre situato emotivamente?
Perché ne va sempre del suo essere
Non ha un essere definito, ma ha da essere
Qual è allora la totalità unitaria dell’insieme
delle strutture della quotidianità? Qual è il
senso dell’esserci?
L’esserci interpreta se stesso e si comprende
come Cura e solo così si può cogliere nella
sua autenticità
La Cura è prima dei fenomeni come desiderio,
volontà, tendenza, impulso
Perché è prima?
Riepilogo 4
Esserci e Si-stesso
Fuga davanti a se stesso = paura
dell’angoscia
 Angoscia = apertura dell’esserci
scoperta che non di è definiti, e senza
fondamento, ma che l’esserci ha da essere
 Angoscia
paura


Davanti a-che?
davanti a ente
Riepilogo 5

La perdita di significatività di tutto il
mondo
Minaccia in nessun luogo
nulla= no-ente
Angoscia = essere nel mondo
mondo
Questo non significa che sono fuori dal
mondo, ma il mondo ha perso di
significato e il mondo nella sua totalità che
è il davanti- a-cui dell’angoscia, è l’essere
nel mondo come tale
 Nell’angoscia l’esserci si sottrae dal
comprendersi a partire dal mondo
 Esserci si sente libero dal mondo eppure
sempre in un mondo

Non-sentirsi-a casa –propria
nel mondo



Spaesamento
Essere isolati nell’essere nel mondo
Questo spaesamento minaccia la
quotidiana dispersione nel Si del nostro
essere nel mondo
Fenomeno originario p.231
Angoscia autentica p.232



È rara
Si può provare poche volte nella vita
Descartes dice una volta l’anno, ma poi
anche lui l’ha provata una volta nella vita
e ci ha pensato poi sopra tutta la vita
Interpretazione dell’angoscia
Religione e angoscia
La religione è quella che ha sempre
captato il problema dell’angoscia
 Agostino = timor dei
 Kierkegaard

Perché è prima della religione?
L’insieme delle modalità di
essere dell’esserci

L’essere dell’esserci è la Cura = Sorge
che è prima del prendersi-cura
Esserci

È libero per il suo essere più proprio:
Per l’autenticità, ma anche
per l’inautenticità
Più originaria è l’angoscia
Nell’angoscia l’esserci è «sempre avanti
rispetto a sé»
«è consegnato a se stesso, ed è sempre
gettato in un mondo, e si prende cura delle
cose»
Cura
La Cura è più originaria



Essere preso da un’inclinazione
Da un desiderio
Esprimere la voglia di fare qualcosa
Sono possibili perché siamo Cura
Non riconducibile ad un motivo ontico
Senza interventi teoretici
Possibilità







Esserci si comprende come poter essere e
nel suo essere ne va di se stesso
L’esserci si può comprendere come totale?
L’esserci esistentivo
Nell’esserci fintanto che è, ma è sempre
ancora qualcosa che esso può essere e
sarà
E…e…e…e….e….e…e
temporalità
come fa a cogliersi come tutto?
La quotidianità è una modalità della
temporalità
Totalità

Per comprendere come l’esserci abbia la
comprensione vaga della totalità dell’essere,
dell’ente in quanto ente, deve comprendersi
come totalità

Come si comprende nella vita l’esserci come
totalità?


È sempre avanti-a-sé?
Ogni volta manca qualcosa che non è ancora
divenuto reale!!!
L’esserci è sempre solo nell’incompiutezza?
Ma allora come può avere la comprensione
della totalità?


La propria totalità § 46


Solo quando esce dal mondo possiamo
trattare qualcuno come ente?
Ci prendiamo cura dei morti o abbiamo cura
di loro?
Sostituibilità

Come insegnate posso essere sostituita


Posso essere sostituta nel morire?
Può qualcuno morire al mio posto
La propria morte
«Nessuno può assumersi di morire per un
altro»
 Ogni essere deve assumersi la propria
morte
 Se consideriamo l’esserci come ente a cui
manca ancora qualcosa lo consideriamo
solo come somma
 Allora comincia ad essere quando cessa di
essere

La morte

Morte= ha compiuto il suo corso = ha
esaurito le possibilità

Morte= gli sono state sottratte le possibilità
Sono solo queste le caratteristiche contrastanti
della morte dell’esserci?
L’esserci assume la morte solo quando
avviene?
La morte è solo biologica?
La morte appartiene all’esserci
§50

Non solo in punto di morte, ma ci sovrasta
sempre
Lezione VIII
Le Stimmungen fondamentali in
Heidegger. L’esserci e l’uomo nel
confronto con l’animale e la pietra
Morire e Cura
Essere-per-la-morte
Nell’essere-per la-morte l’esserci si rapporta a se
stesso come un poter-essere specificamente
proprio
Nella quotidianità riguarda un si anonimo ma
anticipando la mia morte e scoprendomi come
finito mi colgo come se-stesso

Mi tranquillizza
«il Si si prende Cura di una costante
tranquillizzazione nei confronti della morte» §51
«Il Si non ha coraggio dell’angoscia davanti alla
morte»
Possibilità estrema §51
Certezza § 52

L’unica certezza che abbiamo è che siamo
finiti
deciso


Entschieden
Entscheidung
«L’essere per la morte fa comprendere all’esserci
che su di esso incombe, come estrema possibilità
della sua esistenza la rinuncia a se stesso.
L’anticipazione non evade l’insuperabilità come fa
l’essere-per-la-morte inautentico, ma al contrario
si rende libera per essa. L’anticipazione farsi libero
per la propria morte affranca dalla dispersione
nelle possibilità che si presentano casualmente, di
guisa che le possibilità effettive, cioè situate al di
qua di quella insuperabile, possono essere
comprese e scelte autenticamente»» §53
Con-essere



Con-essere confuso
Isolamento
Con-essere autentico
Anticipazione della morte §53
L’essere della Cura

Non si prova angoscia per il trapasso e
l’abbandono di questo mondo, ma per il fatto
che anticipando la propria morte l’esserci
si coglie come esistere, come essere gettato
per la propria fine. Siamo certi della nostra
fine. Questa è una possibilità che non
scegliamo, anzi è l’unica che non dipende
da noi. L’anticipazione della morte permette
all’esserci di gettare alle spalle le possibilità
già comprese e lo libera per le possibilità più
proprie, che in quanto determinate dalla fine
sono finite
La scelta §54






Nella dispersione non si comprende chi ha
scelto
«Scegliendo la scelta, l’Esserci rende in
primo luogo possibile a se stesso il proprio
poter-essere autentico»
L’auto-interpretazione dell’esserci
Che cosa ci fa scegliere?
Come accade che mi pongo la domanda?
Chi mi chiama a vivere in modo diverso la
vita?
Coscienza (Gewissen) §57






Nella coscienza l’Esserci chiama se stesso
È il chiamato e il chiamante
L’esserci incontra se stesso non come ente
La coscienza si rivela come la chiamata della
Cura
«il chiamante è l’esserci che, nell’essergettato (essere-già-in…) si angoscia per il suo
poter-essere. Il richiamato è questo Esserci
stesso, chiamato a destarsi al suo più proprio
poter-essere (esser-avanti-a-sé)»
La chiamata dell’esserci è silenziosa
La chiamata §57
«Nella coscienza l’essere chiama se stesso. (…) La
chiamata non è mai progettata né preparata né
volutamente effettuata da noi stesso. ‘Qualcuno’
chiama contro la nostra attesa e contro la nostra
volontà d’altra parte la chiamata non proviene
certamente da un altro che non sia nel-mondoinsieme a noi. La chiamata viene da me e tuttavia
da sopra di me»
«È l’esserci spaesato che chiama»
«Il chiamante è così poco familiare al Si-stesso
quotidiano che appare ad esso una voce estranea»
L’esserci è chiamato a destarsi al suo più proprio
esserci.
Che tipo di chiamata è dunque la Cura?
Perché ho l’affanno?
Perché mi preoccupo?
Che cosa significa coscienza
(Gewissen
Bweusstein )?
Coscienza etica, la voce interna , il
demone di Socrate
La domanda etica non è che cosa
conosco?, ma che debbo fare?
La chiamata della coscienza §58

Se posso fare, ne divento responsabile? E
quindi in linea di principio colpevole.
La colpa originaria
L’Esserci è il suo fondamento esistendo,
ossia è tale da comprendersi a partire da
possibilità
 L’esserci è sempre o una o un’altra
possibilità: non è mai l’una e l’altra, non è
il tutto
 La nullità e la libertà

Senza fondamento §58
Colpevolezza
Non accetta né la posizione del peccato
originale di Kierkegaard
 Né il male come privatio boni di Agostino

Potrebbe essere Anassimandro?
«Ciò da cui proviene la generazione
delle cose che sono, peraltro, è ciò
verso cui si sviluppa anche la rovina,
secondo necessità: le cose che sono,
infatti, pagano l'una all'altra la pena e
l'espiazione dell'ingiustizia, secondo
l'ordine del tempo».
 (Anassimandro [in Simplicio], fr. 12 B 1)
 Apeiron e peras
La colpa

essere debitore
La geneologia della morale e la cattiva
coscienza di Nietzsche
Il voler aver coscienza



Essere in debito (Nietzsche)
Assumersi la responsabilità
Decidere: aprire le possibilità e tagliare le
possibilità
Ascolto genuino del richiamo
Nel quotidiano
Il fatto che sfuggiamo alla chiamata è segno
che veniamo chiamati
 Comprendere la chiamata significa rendersi
libero da parte dell’esserci per la chiamata:
ha scelto se stesso
 Ma nel richiamo il Si stesso è richiamato
all’esser-colpevole autenticoche è più proprio
del suo Se-stesso
«ciò che è scelto è l’aver-coscienza come
essere-libero per il più proprio esser-colpevole.
Comprensione del richiamo significa: voleraver-coscienza»

Se voglio aver coscienza è il presupposto
per essere responsabile e quindi anche
colpevole nell’effettività
Il voler-aver-coscienza significa essere
pronto per l’angoscia
Decisione




Entschlossenheit = Apertura
Entscheidung
«il tacito ed angoscioso autoprogettarsi nel più
proprio esser-colpevole, è ciò che chiamo
decisione» §60
 La decisone esiste solo come decidersi
comprendente autoprogettantesi
 In quanto deciso l’esserci agisce già
 Poi diventa io § 64
 «esserci è autenticamente se-Stesso solo
nell’isolamento originario della decisone tacita e
votata all’angoscia» Il sé-stesso non può dire ioio
§60
Volo veloce

Orizzonte trascendentale = aperto
incontro esserci- cose
Essere-per-la-morte è il fenomeno
originario dell’ad-venire
L’anticipazione della morte rende l’esserci
ad-veniente
Apertura


Come è allora che siamo aperti
Quale è il senso della Cura ?
Futuro e passato §65
Temporalità
«l’unità originaria della struttura della
Cura è costituita dalla temporalità»
 Attimo e le tre estasi temporali
 Kant

La finitudine

La finitudine dell’esserci non ha il
significato originario del cessare, ma
costituisce un carattere della
temporalizzazione stessa
 Che
cos’è il tempo?