Senza carne a rischio lo sviluppo dei bambini»

Allarme lanciato fa una ricercatrice della California
«Senza carne a rischio lo sviluppo dei bambini» - M.Iossa - Corriere della Sera - 24-02-05
Appena sdoganate dall’American dietetic association, la dieta vegetariana torna a essere considerata
pericolosa e "immorale"
L’aveva appena sdoganata l’ American dietetic association la dieta vegetariana, assolta dall’accusa di
essere incompleta e pericolosa per la salute, che adesso rimbalza in tutto il mondo dagli Stati Uniti un
contrordine. Una ricercatrice americana dell’Università della California, Lindsay Allen, riferendosi ai
vegetariani più integralisti, i cosiddetti vegani (contrazione inglese del nome vegetarian, in italiano
vegetaliani) che oltre a rifiutare la carne non mangiano latte, uova, formaggi, dice che è «immorale»
privare i bambini delle proteine animali. I genitori che lo fanno sono responsabili dei problemi fisici e
neurologici che i figli avranno perchè il gap, giunti ormai all’adolescenza non è più recuperabile.
La tesi si basa su uno studio svolto in Kenya su 544 bambini di sette anni. Ad alcuni sono stati
dati 60 grammi di carne al giorno: in due anni avevano un tono muscolare migliore, mostravano uno
sviluppo delle capacità mentali sorprendente, erano più attivi, giocavano di più.
Vegetariani forse, vegani mai? La star mondiale della musica, sir Paul McCartney, da vegano
radicale, si è ribellato e ha telefonato alla Bbc dicendo di non mangiare carne da vent’anni e che i suoi
figli non hanno alcun problema di salute. La sua prima moglie, Linda, è stata una pioniera del
vegetarianesimo. «Quella ricerca è spazzatura — è sbottato il baronetto — Dietro si nascondono gli
interessi delle industrie. I miei figli sono sanissimi e non sono più bassi degli altri». In Italia il popolo dei
vegetariani e dei vegani è in crescita. Non è solo una questione di salute, e non è più soltanto una moda
come dieci anni fa. C’è di mezzo il rispetto per la vita degli animali e la speranza di raddrizzare il
cammino di un mondo ormai a corto di risorse.
«Per produrre 5 chili di carne occorre l’acqua sufficiente per un anno ad una famiglia di quattro persone»,
dice la presidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana, Luciana Baroni.
Una ricerca Eurispes del 2002 stimava in quasi 3 milioni i vegetariani nel nostro Paese. Ma teorizzava
una conversione frenetica: nel 2050 i vegetariani saranno 30 milioni. Ecco perchè sono così credibili i dati
più recenti dell’Ac Nielsen (agosto 2004 su un campione di 17 mila persone): in Italia, i detrattori della
bistecca sono ormai 6 milioni, 600 mila i vegani. Se la rivolta del popolo vegetariano mondiale è guidata
tra gli altri dall’ex Beatles, nell’Italia dei nomi famosi il suo profeta è
Red Ronnie: «L’unico problema che i bambini hanno ad essere vegani è che non si ammalano e questo è
un vero dramma per le industrie farmaceutiche — dice l’esperto di musica —. Io ho due figlie, le ho
cresciute senza proteine animali, mia madre mi criticava ma loro non si ammalavano mai, a differenza
delle figlie di mio fratello. Quanto a me, non prendo un antibiotico da 15 anni».
E’ stato Gianni Morandi a convertire Red Ronnie anni fa, è stato quest’ultimo a convincere
Jovanotti. Anche Michelle Hunzike è vegetariana: «Non mangio carne da 4 anni e sto molto meglio.
Prima facevo fatica a digerirla. Sono cresciuta a bistecche in Svizzera. Adesso pensare di mangiare un
animale morto mi inorridisce». Alla figlia, Michelle non vieta la carne se sono al ristorante, ma a casa
«non la cucino mai, propongo sempre altri alimenti». Catherine Spaak ne ha fatto uno stile di vita:
«Rifiuto anche solo l’idea di cibarmi di cadaveri. Non ricordo l’ultima fettina mangiata. Come si può
mangiare un animale che da vivo ha sofferto di fame, di sete, di maltrattamenti? Carico di stress, di
veleni, di tossine». Non c’è mai carne sulla tavola di Eleonora Brigliadori, che ai figli offre bistecche di
seitan, «un alimento molto proteico estratto dal glutine dei cereali. Altro che immorale essere
vegetariani. Io credo che non sia etico essere carnivori».
Ma i nutrizionisti che cosa ne pensano? Non più avversari della dieta senza carne, criticano
fortemente questa scelta quando si parla di bambini.
Michele Carruba, farmacologo dell’Università di Milano, non vuole entrare in polemica con il popolo dei
vegetariani ma ribadisce i rischi per i più piccoli: «Nella fase dello sviluppo l’apporto da proteine di origine
animale dev’essere adeguato. Nessun vegetale possiede tutti gli aminoacidi essenziali insieme. La dieta
vegana è rischiosa, difficile da seguire senza l’aiuto di un medico». «Falso — replica il dottor Riccardo
Trespidi, dell’Associazione vegetariani italiani (Avi) —. Carruba farebbe bene a dire che troppa carne fa
male, porta a diabete, obesità, malattie cardiovascolari, cancro. Io sono vegano per motivi etici e mia
figlia, che ha 19 anni ed è sanissima, è diventata più radicale di me. I giovani sono più consapevoli».