CONCETTI GENERALI Definizione di primo soccorso: E` l`aiuto che

CONCETTI GENERALI
Definizione di primo soccorso:
E' l'aiuto che chiunque può prestare ad una o più persone vittime di un incidente
o di un malore nell' attesa che intervenga un soccorso sanitario qualificato.
Obblighi del cittadino:
Ogni cittadino, quindi non solo il medico o l'infermiere, incorre nell' omissione di
soccorso
ART. 593 C.P.: OMISSIONE DI SOCCORSO:

chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore di 10 anni
o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di
mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne
immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o
con la multa fino a euro 300.

Alla stessa pena soggiace chi trovando un corpo umano che sia o sembri
inanimato, ovvero una persona ferita altrimenti in pericolo, omette di
prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all' Autorità.

Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena
è aumentata, se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata
Tutela del primo soccorritore:
Se da un lato il Codice Penale punisce chi omette di prestare soccorso, dall' altro
tutela il soccorritore (specie laico ossia non sanitario) dalle conseguenze del suo
operato sempre che abbia agito in "stato di necessità", vale a dire in situazioni di
gravità tale che il proprio intervento non possa comunque portare ulteriori danni
all'infortunato
ART.54 C.P.: STATO DI NECESSITA’:

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla
necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla
persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti
evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.
Come si effettua una chiamata di emergenza: allertamento del 112:
La telefonata che attiva il servizio 112 deve essere effettuata ricordandosi di
fornire delle informazioni essenziali affinché l'operatore possa allestire il miglior
intervento possibile:

Identificarsi e localizzarsi: includendo la località (il servizio 112 è
organizzato solitamente su base provinciale) e fornendo tutte le
informazioni utili possibili per facilitare l'arrivo dei soccorritori, è
indispensabile qualificarsi dando il recapito telefonico

Natura e circostanze dell'evento

Persistenza di condizioni di rischio

Persone coinvolte e loro condizioni: il soggetto è cosciente/incosciente, è
ustionato, sanguina, ecc.

Soccorsi attualmente praticati: presenza o meno di personale sanitario
qualificato, ecc.

Definizione di un punto di incontro con il mezzo di soccorso Ricordarsi
infine che l'ultimo a chiudere la conversazione deve essere l'operatore del
112 (che interromperà la comunicazione solo quando ritiene di aver
acquisito tutte le informazioni necessarie). Tenere presente che l'operatore
della sala 112 è addestrato, non solo a porre tutte le domande necessaire,
ma anche a fornire consigli pratici e istruzioni sulle manovre da eseguire.
Contenuto minimo della cassetta di primo soccorso:
La cassetta deve essere di facile trasportabilità e deve contenere:

guanti monouso in lattice: hanno la funzione di proteggere il soccorritore e
di permettere una manipolazione igienicamente più corretta. Preferire taglie
medio-grandi, anche per permettere l'utilizzo di due o più strati per
aumentare la protezione

guanti sterili: non sono indispensabili in quanto la sterilità è indifferente
per le operazioni previste da un addetto al primo soccorso

acqua ossigenata F.U. 10 volumi: evitare l'esposizione diretta alla luce; è
un buon disinfettante e detergente che non danneggia i tessuti; azione
specifica in particolare nei confronti dei batteri sporigeni (Clostridium
Tetani)


clorossidante elettrolitico al 5%
soluzione cutanea disinfettante di povidone-iodio al 10% (Betadine)
applicabile ed efficace sia sulla cute intatta che sulle ferite; buona azione
battericida e ossidante

garze sterili e non: le garze sterili vanno utilizzate per le medicazioni, la
pulizia di ferite cutanee, copertura di ferite perforanti o penetranti, come
tamponi in caso di emorragie. Le garze non sterili (così come il cotone
idrofilo) possono essere utilizzate come materiale per imbottitura o per
ripulire superfici o materiali eventualmente contaminate

lacci emostatici: quelli in gomma vanno incontro a deterioramento e vanno
periodicamente sostituiti

confezione di "ghiaccio pronto uso": utili in caso di contusioni, distorsioni

termometro

sacchetti monouso per rifiuti sanitari

soluzione fisiologica (sodi o cloruro allo 0.90/0): utile per irrigazione di
ferite cutanee o mucose (occhio)

teli sterili monouso: il loro impiego è limitato a casi particolari (copertura di
ferite penetranti molto ampie e profonde, ustioni di vaste dimensioni,
fratture esposte, recupero di parti anatomiche amputate)

cotone idrofilo: utile solo come materiale per imbottiture o per pulire
superfici o materiali eventualmente contaminati. Sulle ferite non va mai
applicato perché può sfilacciarsi rimanendo attaccato al coagulo.
I materiali presenti nella cassetta di primo soccorso, oltre ad essere reintergati
dopo il loro impiego, vanno revisionati perché soggetti a scadenza. Sicuramente
soggetti a scadenza sono i disinfettanti e il materiale sterile.
Sicurezza del soccorritore:
E' naturale che il soccorritore debba salvaguardare per prima la propria
incolumità. Pertanto è fondamentale valutare sempre la situazione, lo scenario e
l'ambiente in cui si va ad intervenire (pericolo di incendio? pericolo di crolli?
fughe di gas? rischio di folgorazione? rischio di investimento?)
Comportamento generale del primo soccorritore:
Ogni soccorritore che voglia prestare un adeguato primo soccorso dovrà prima di
ogni altra cosa mantenere la calma e ricordare sempre tre regole fondamentali:

osservare (per rendersi perfettamente conto dell' accaduto valutando lo
scenario in cui agisce)

riflettere (sui tipi di intervento e sulle priorità con cui effettuarli, avendo
cura in primo luogo di "non nuocere" ossia di non provocare ulteriori danni)

agire (con correttezza, con efficacia, con tempestività) e soprattutto
lavorando in sicurezza!. Tenere sempre presente che una fonte di
potenziale rischio è il contatto con materiali biologici dell'infortunato
(sangue, saliva, materiale gastrico rigurgitato, ecc.). L'impiego di dispositivi
di protezione individuale, essenzialmente i guanti in lattice monouso e la
mascherina per la ventilazione bocca-a-bocca, praticamente annullano il
rischio biologico.
GUIDA ALL’URGENZA IN ETA’ PEDIATRICA
Quando recarsi al Pronto Soccorso:
Per incidenti come:

Ferite sanguinanti, profonde o con margini slabbrati

Fratture o colpi molto violenti

Colpi alla testa con perdita di coscienza o con sonnolenza eccessiva o
vomito ripetuto

Ingestione di sostanze o farmaci seguita da vomito ripetuto o perdita di
coscienza


Corpi estranei penetrati nell' occhio
Ustioni estese o con bolle più larghe di 2-3 cm o con bruciature della pelle
oppure che interessano il viso, il collo, le mani, i piedi o i genitali

Folgorazione o forte scossa elettrica

Morso di animali velenosi
Oppure per disturbi come:

Convulsioni prolungate o che continuano nonostante una terapia adeguata
(crisi epilettica, convulsione febbrile)

Perdita abbondante ed inarrestabile di sangue dal naso

Perdita di coscienza improvvisa e persistente

Vomito che si ripete frequentemente nonostante la terapia

Emissione di feci miste a sangue per più di una volta o perdita di sangue
dal retto

Scarsa reazione alle stimolazioni, torpore continuo (coma)

Stato confusionale o delirio

Difficoltà improvvisa a respirare e gonfiore alla gola da sospetta reazione
allergica dopo assunzione di farmaci, alimenti o puntura d'insetto (shock
anafilattico, angioedema)

Soffocamento improvviso (inalazione di corpo estraneo)

Febbre alta e perdita di coscienza da esposizione prolungata al sole

Occhi alonati, pianto senza lacrime, pelle raggrinzita in corso di diarrea e
vomito (grave disidratazione)

Mal di pancia acuto e persistente

Febbre superiore a 38° C in un neonato di meno di un mese di vita.
Quando chiamare il 112:

In caso di incidenti o traumi in cui si sospettino fratture o lesioni interne
che rendono controindicato lo spostamento del bambino

Quando il bambino è in condizioni generali gravi e non si hanno altre
possibilità di organizzare il trasporto al PS.
Cosa fare in caso di vera emergenza:

Non perdere la calma

Praticare la RCP in caso di bisogno

Chiamare se necessario il 112

Se c'è un sanguinamento continuo, applicare un tampone e tenere
compressa la parte

Se il bambino ha una crisi convulsi va, tenerlo disteso e girato su un fianco

In caso di avvelenamento, portare in ospedale la confezione o il prodotto
ingerito

Avere a portata di mano la situazione vaccinale del bambino (scheda delle
vaccinazioni), i dati anamnestici principali (patologie croniche, allergie,
ecc.) e la lista dei farmaci eventualmente assunti

Tenere sempre in evidenza il numero di telefono dell' ospedale di
riferimento e del centro antiveleni
Osservazione e valutazione del bambino cosciente in caso di infortunio o
malessere:
La prima cosa da fare è raccogliere più informazioni possibili sull'accaduto e sullo
stato di salute del bambino (notizie anamnestiche). E' necessario parlare al
bambino con voce calma cercando di rassicurarlo. Tenere presente che
difficilmente un bambino piccolo accetta che un estraneo gli tocchi il volto,
pertanto è preferibile iniziare la valutazione partendo dagli arti

ARTI: l'incapacità di muovere un arto dopo un trauma può indicare la
presenza di una frattura (al contrario una frattura a legno verde, spesso
non è dolente alla palpazione)

ADDOME E GENITALI ESTERNI: verificare la presenza di sangue, ecchimosi
o tumefazioni

TORACE: valutare la funzione respiratoria (espansione del torace,
frequenza respiratoria, rumori respiratori) nonché segni di trauma

COLONNA VERTEBRALE: a causa della maggiore pesantezza del capo, le
lesioni traumatiche alla colonna sono più frequenti che nell' adulto

COLLO: valutare la presenza di rigidità nucale soprattutto in caso di febbre

STATO DI COSCIENZA: controllare la re attività a stimoli verbali o a stimoli
tattili (piccole pacche sotto i piedi), verificare eventuali stati saporosi

CAPO: la fontanella anteriore si chiude entro i 12-18 mesi, prima della sua
saldatura costituisce una zona particolarmente delicata. Verificarne la
tensione, tende a gonfiarsi con il pianto

CAVO ORALE: ispezionare il cavo orale
Parametri vitali pediatrici:
Nel bambino il range di normalità dei parametri vitali si modifica in relazione
all'età:
Frequenza
Frequenza
Frequenza
Pressione
cardiaca
cardiaca
respiratoria
arteriosa
(in veglia)
(in sonno)
100-180
80-160
Pressione
arteriosa
diastolica
sistolica
40-60
60-90
20-60
NEONATO
LATTANTE
100-160
75-160
30-60
87-105
53-66
80-110
60-90
24-40
95-105
53-66
70-100
60-90
22-34
96-110
55-69
65-110
60-90
18-30
97 -112
57 -71
60-90
50-90
12-16
112-128
66-80
(6 mesi)
1^ INFANZIA
(2 anni)
2^ INFANZIA
(5 anni)
ETA' SCOLARE
(7 anni)
ADOLESCENTE
(15 anni)
Pertanto per valutare correttamente le condizioni cliniche di un paziente in età
pediatrica, occorre tener conto della variabilità dei parametri fisiologici della
frequenza cardiaca, della frequenza respiratoria e della pressione arteriosa
rispetto all'età.
Il triage:
Il termine "triage" deriva dalla lingua francese e significa "scelta".
Un sanitario (in ambito ospedaliero questo compito viene affidato ad un
infermiere specializzato) effettua una rapida valutazione della gravità della
patologia in atto e in base alla condizione clinica assegna un codice colore che
indica la priorità di intervento. I codici colore sono rosso, giallo, verde, bianco. Il
triage viene applicato in diverse situazioni quali le maxiemergenze (per stabilire
l'ordine di evacuazione e smistamento dei feriti), in ambiente intraospedaliero
(per determinare l'ordine di visita dei pazienti in base al grado di urgenza) e in
ambiente extraospedaliero (quando ci si trova a soccorrere più infortunati
contemporaneamente).
Statisticamente gli accessi di soggetti in età pediatrica presso i dipartimenti di
emergenza e accettazione (DEA) degli ospedali, riguardano per 1'80% bambini di
età inferiore ai 6 anni, con un picco nel l ° e 2° anno di vita. Ne Il ' età scolare
prevalgono gli accessi per patologia traumatica.
Codice rosso = condizioni molto critiche.
Condizioni da "codice rosso" sono:

Asfissia

Arresto cardiaco

Emorragie arteriose imponenti
In questi casi vi è immediato pericolo di vita! E'necessario intervenire entro 10
minuti
Cause principali di CODICE ROSSO in età pediatrica:

arresto cardiaco (che più frequentemente, rispetto all'adulto, è secondario
a patologia respiratoria)

arresto respiratorio

grave difficoltà respiratoria con o senza cianosi

disidratazione grave con marcata tachicardia e/o ipotensione e/o stato
soporoso
Codice giallo = condizioni mediamente critiche
Si tratta di lesioni gravi che interessano le funzioni vitali:

Emorragie contenibili

Politraumi

Trauma cranico

Traumi addominali e/o toracici

Avvelenamenti

Dolore toracico

Perdita di coscienza

Shock
Cause principali di CODICE GIALLO in età pediatrica:

difficoltà respiratoria moderata

febbre > 40°

febbre > 38° in lattante di età inferiore ai 3 mesi di vita

trauma cranico con perdita di coscienza o vomito persistente
Codice verde = condizioni poco critiche
Si tratta di lesioni di una certa gravità ma tuttavia differibili rispetto alle urgenze
primarie:

Riferita perdita di coscienza

Coliche addominali

Fratture esposte o complicate degli arti

Ferite importanti

Ustioni importanti
Cause principali di CODICE VERDE in età pediatrica:

Vomito

cefalea di modesta entità

disidratazione lieve
Codice bianco = condizioni non critiche
Le condizioni cliniche non sono gravi. Sono delle "non-urgenze":

Fratture semplici

Ferite o ustioni non gravi

Stati febbrili
Sono da CODICE BIANCO le condizioni cliniche del tutto stabili e che dovrebbero
seguire percorsi alternativi extraospedalieri (medicina territoriale, pediatra di
libera scelta).
La catena della sopravvivenza
Si articola su quattro anelli di intervento:


attivazione precoce del servizio di emergenza sanitario (112)
sostenimento delle funzioni vitali con le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP)

impiego precoce (entro 3-5 minuti dall' AC) del defibrillatore

soccorso avanzato specializzato
Il Basic Life Support (BLS) nell'adulto
Obiettivo: prevenire il danno anossico cerebrale in un soggetto adulto che:

Non è cosciente

Non respira

Non ha polso

Non è traumatizzato
Il danno anossico cerebrale nell'adulto comincia a verificarsi, con conseguente
lesione cerebrale irreversibile, dopo 4' - 6' dall'arresto cardiaco (AC). Dopo lO'
dall'AC si ha la morte cerebrale.
LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA
ATTIVAZIONE
AMBULANZA
112
–
BLS
–
DEFIBRILLAZIONE
–
TRASPORTO
IN
Il principale fattore che influenza la riuscita della rianimazione cardiopolmonare è
il tempo di soccorso. Anche con sistemi di soccorso efficienti la percentuale di
ripresa è mediamente compresa tra il 5-10%. I primi due anelli della catena della
sopravvivenza (allarme precoce e BLS precoce) hanno l'obiettivo di allertare
rapidamente il 112 (attivazione della catena) e di guadagnare tempo limitando la
comparsa di lesioni al sistema nervoso centrale (SNC) e al cuore per consentire
la ripresa dopo un intervento più qualificato.
Poiché nel 90% dei casi di arresto cardiaco improvviso vi è una alterazione del
ritmo con completa disorganizzazione dell'attività cardiaca (fibrillazione
ventricolare) si è appurato che . una defibrillazione eseguita entro 4 minuti dall'
esordio dell' arresto cardiaco porta la percentuale di ripresa intorno al 40%. I
moderni defibrillatori semiautomatici (D.A.E) = Defibrillatore (Semi)Automatico
Esterno, possono essere impiegati anche da personale non sanitario purchè
opportunamente addestrato (legge n. 120 del 03/04/01 pubblicata sulla G.U.
n. 88 del 14/04/0 l). L'apparecchio infatti è in grado di effettuare la diagnosi di
alterazione del ritmo (presenza della fibrillazione) e quindi di avvisare con un
messaggio vocale la necessità di erogare una scarica, in modo che l'operatore,
messo in sicurezza se stesso e i presenti, possa premere il pulsante "scarica". Il
termine "semi automatico" si riferisce infatti alla capacità dello strumento di
effettuare autonomamente la diagnosi e di indicare la necessità della
defibrillazione, mentre la scarica, a maggior tutela del soccorritore, viene erogata
dall' operatore. La loro sensibilità e specificità è massima. Se non si interviene
rapidamente la fibrillazione ventricolare si trasforma in arresto cardiaco. In altre
parole le manovre BLS consentono di assicurare quel minimo di afflusso ematico
che consente di mantenere qualche minuto in più il cuore in fase di fibrillazione
ventricolare (FV) in attesa di intervenire con il defibrillatore. Si prevede, in tempi
più o meno brevi, l'istallazione di defibrillatori semi automatici sia sui mezzi dei
vigili urbani, della polizia, dei carabinieri, dei vigili del fuoco, ecc. (ossia in
movimento sul territorio), sia il loro posizionamento all'interno di strutture dove
si verifica un notevole afflusso di persone (centri commerciali, aeroporti, stazioni,
stadi, fiere, ecc.). Si tratta ossia dei cosiddetti "Progetti P AD" (Pubblic Access
Defibrillation).
La catena di sopravvivenza in età pediatrica
In età pediatrica i 4 anelli della sopravvivenza differiscono leggermente. Infatti il
primo anello è rappresentato dalla prevenzione degli incidenti.
Prevenzione
degli incidenti
I
ANELLO
Allarme
precoce
RCP precoce
ANELLO
IV ANELLO
II
ANELLO
Defibrilazione
precoce
III
Infatti, a differenza dell'adulto, nel bambino l'arresto cardiaco (AC) primitivo è un
evento raro.
Nel 90% dei casi l'arresto cardiaco è secondario ad una patologia respiratoria:
l. ostruzione delle vie aeree 2. gravi attacchi d'asma 3. depressione del centro
del respiro per lesioni del sistema nervoso centrale, intossicazione o
avvelenamento 4. perdita di fluidi (es. per vaste ustioni) o di sangue (shock
emorragico) 5. shock anafilattico Altra differenza è che la bradicardia nel
bambino può essere considerata l'anticamera dell' AC (un bambino viene
considerato bradicardico quando la PC è inferiore ai 69-80 b/m)
Le nuove linee guida prevedono l'impiego del defibrillatore semiautomatico anche
nel bambino
(di età superiore ad 1 anno)
Per apprendere le manovre di sostenimento delle funzioni vitali e l'impiego del
DAE in età pediatrica sono previsti corsi di formazione specifica (PBLS-D)
riconosciuti ed organizzati dalle principali società scientifiche.
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE
Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo:
Incidenza: maggiore tra i 6 mesi e i 2 anni.
Oggetti più
giocattoli.
frequentemente
causa
di
ostruzione:
alimenti,
Anamnesi: rispetto all'evento ostruttivo l'anamnesi può essere: l



Certa;
Sospetta;
Sconosciuta.
Questo fa variare il comportamento che il soccorritore deve tenere.
Ostruzione parziale:
Se il lattante/bambino è in grado di tossire vigorosamente, piangere e
parlare, astenersi dall'eseguire le manovre di disostruzione.
Occorre invece incoraggiare il bambino a tossire, se possibile
somministrare ossigeno con una piccola cannula o tubicino, se
l'ostruzione parziale persiste attivare il 112 o trasportare al Pronto
Soccorso.
Se l'ostruzione è, o diventa totale:
Il bambino non piange, non tossisce, non riesce a parlare, presenta
cianosi ingravescente.
E' necessario intervenire rapidamente con le manovre di disostruzione:
queste manovre hanno lo scopo di provocare un brusco aumento della
pressione intratoracica riproducendo una tosse artificiale.
In questi casi occorre sempre inviare qualcuno a chiamare il 118, se il
soccorritore è solo tentare prima un minuto di manovre e poi contattare
comunque il numero di emergenza.
Le manovre da eseguire variano in relazione all’età del bambino:


Da 0 a 1 anno;
Oltre l’anno di vota.
Lattante e fino a 1 anno di vita:
Partire con 5 colpi interscapolari seguiti da 5 compressioni
toraciche:
5 colpi interscapolari: tenere il lattante sull'avambraccio e con la testa
verso il basso; eseguire 5 colpi interscapolari con l'altra mano. Per
sostenere l'avambraccio, poggiarlo sulla propria coscia. I colpi devo
essere portati con direzione tangente rispetto al torace e verso l'esterno.
5 compressioni toraciche esterne (CTE): rigirare il lattante
tenendolo supino sul proprio avambraccio, eseguire 5 compressioni
toraciche esterne (CTE) uguali a quelle che si eseguono durante le
manovre di rianimazione cardiopolmonare, ossia:


prima di tutto individuare il punto dove applicare le compressioni.
La sede corretta corrisponde alla metà inferiore dello sterno,
appena al di sotto della linea tra i capezzoli. E' consigliabile
trovare l'angolo di incontro dell'arcata costale con lo sterno e
comprimere lo sterno medesimo circa 1-2 cm al di sopra di tale
punto.
per la compressione utilizzare la "tecnica a 2 dita": comprimere il
torace per 1/3 del diametro antero-posteriore tenendo le due dita
(indice e medio o medio e anulare) perpendicolari al torace.
Finchè il lattante è cosciente:
proseguire alternando 5 colpi interscapolari e
disostruzione o fino a quando non perde coscienza.
5
CTE
fino
alla
Quando il lattante diventa incosciente:









posizionare il piccolo paziente su un piano rigido;
allertare il 112;
sollevare la mandibola ed eseguire lo svuotamento digitale del
cavo orale (corpo estraneo affiorante);
instaurare la pervietà delle vie aeree mantenendo la testa in
posizione neutra o lievemente iperestesa e tenendo il mento
sollevato con due dita;
effettuare 5 tentativi di ventilazione riposizionando il capo dopo
ogni insufflazione se inefficace.
in assenza di segni vitali iniziare le CTE senza controllare il polso
eseguire l minuto di rianimazione cardiopolmonare (RCP):
rapporto tra compressioni e ventilazioni 30:2 se il soccorritore è
uno (15:2 se i soccorritori sono due e per tutti i soccorriti
sanitari);
allertare il112 se non allertato in precedenza;
continuare le manovre di RCP fino all' arrivo dei soccorsi o alla
risoluzione del problema (disostruzione).
Come comportarsi in base all'anamnesi di ostruzione delle vie
aeree:


con anamnesi certa (un testimone riferisce di aver visto il
Lattante ingerire un corpo estraneo): iniziare subito la sequenza
di disostruzione se lattante cosciente: 5 colpi interscapolari + 5
CTE se lattante incosciente: 5 ventilazioni poi RCP;
con anamnesi sconosciuta (es. la madre ha trovato il Lattante
privo di coscienza): iniziare la normale sequenza di RCP ma
quando per due cicli di 5 tentativi di ventilazione non si ottengono
almeno 2 ventilazioni efficaci, concludere che il lattante ha
un'ostruzione delle vie aeree .
Nota per le CTE:
Se i soccorritori sono due e le dimensioni del bambino lo consentono (in
pratica lattanti molto piccoli), è preferibile, perché più efficace, la
"tecnica a 2 mani": abbracciare il torace con le due mani sorreggendo la
colonna vertebrale; posizionare i pollici un dito sotto la linea
intermammillare.
Bambino di eta' superiore a 1 anno:
Finchè il bambino è cosciente:
Manovra di Heimlich nel bambino cosciente compressioni
subdiaframmatiche: da seduto o in piedi, abbracciare il bambino da
dietro, con il pollice e l'indice di una mano comporre una "C" a cavallo
tra ombelico e punta dello xifoide, porre l'altra mano chiusa a pugno nell'
arco della "C", con entrambe la mani eseguire 5 compressioni dal basso
verso l'alto e l'interno.
Attenzione: sotto l'anno di vita la manovra di Heimlich non può essere
usata in quanto può provocare lesioni intra-addominali
Quando il bambino diventa incosciente:






posizionare il piccolo paziente su un piano rigido;
Allertare il 112;
sollevare la mandibola ed eseguire lo svuotamento digitale del
cavo orale (corpo estraneo affiorante);
instaurare la
pervietà
delle vie aeree
iperestendendo
moderatamente la testa e tenendo il mento sollevato con due
dita;
effettuare 5 tentativi di ventilazione riposizionando il capo dopo
ogni insufflazione se inefficace.
in assenza di segni vitali iniziare le CTE senza controllare il polso.
Come eseguire le CTE: prima di tutto individuare il punto dove
applicare le compressioni. La sede corretta corrisponde al terzo inferiore
dello sterno. E' consigliabile trovare l'angolo di incontro dell'arcata
costale con lo sterno e comprimere lo sterno medesimo circa 1-2 cm al
di sopra di tale punto, approssimativamente all'altezza della linea tra "i
capezzoli;
Per la compressione utilizzare la "tecnica a 1 mano" (applicando la parte
inferiore del palmo di una mano, con l'altra mano mantenere la testa in
iperestensione) o la "tecnica a 2 mani" (posizionando l'altra mano sulla
prima). Comprimere il torace per 1/3-1/2 del diametro anteroposteriore. La frequenza delle compressioni è di 100 al minuto.


eseguire l minuto di rianimazione cardiopolmonare (RCP):
rapporto tra compressioni e ventilazioni 30:2 (allertare il118 se
non allertato in precedenza);
continuare le manovre di RCP fino all'arrivo di soccorsi qualificati
o alla risoluzione del problema (disostruzione).
In caso di trauma:




non iperestendere la testa;
se disponibile posizionare il collare cervicale;
praticare la sublussazione della mandibola (questa manovra,
dolorosa e cruenta, può essere eseguita solo da personale
sanitario);
non mettere in PLS (posizione laterale di sicurezza).
Fino a quando continuare l'RCP:
non c'è per definizione un limite, occorre continuare fino all'esaurimento
fisico del soccorritore o, ovviamente, fino all'arrivo di soccorsi qualificati.
ASMA BRONCHIALE
L'asma (etimologicamente = affanno, fame d'aria) è una malattia delle
vie respiratorie caratterizzata da una iperreattività bronchiale con
sintomi di broncostruzione (tosse, difficoltà respiratoria, presenza di sibili
espiratori, ecc.). E' spesso (ma non sempre) dovuta ad un'allergia verso
sostanze inalanti (pollini, acari della polvere, muffe, forfore di animali,
ecc.). L'attacco acuto grave è un evento potenzialmente pericoloso che
richiede il ricovero ospedaliero.
Cosa sapere: riconoscere un attacco d'asma e valutarne la gravità;
Cosa saper fare: utilizzare i dispositivi per somministrare i farmaci
broncodilatatori per via inalatoria (apparecchio per aerosol o spray
predosato con distanziatore);
Come valutare la gravità di un attacco d’asma:
Criteri
Attacco lieve
Tosse
Presente
Sibili
Presenti
durante
l’espirazione
Cianosi
Difficoltà
respiratoria
con
impegno
dei
muscoli
accessori
Assente
Assente
Attacco
moderato
Tosse forte
Presenti sia in
fase
di
espirazione che
in
fase
di
inspirazione
Assente
Presente
con
riferimenti
al
giugolo e sotto
l’arcata costale
Attacco grave
Forte.
Ma
a
volte addirittura
assente
se
l’ostruzione
è
severa
Presenti. Ma a
volte addirittura
assente
se
l’ostruzione
è
severa
Presente
Presente
con
evidenti
rientramenti al
giugolo e sotto
l’arcata costale
Normale varia
con l'età:
Frequenza
respiratoria
2-12 mesi = <
50 a/m
1 anno = < 40
a/m
2-4 anni: = <
Aumentata
Molto
aumentata
30 a/m
5-8 anni = <
25 a/m
Normale varia
con l'età:
Frequenza
cardiaca
2-12 mesi = <
140 b/m 1-2
anni = < 120
b/m 2-8 anni =
< 110
Aumentata
Molto
aumentata
Terapia dell’attacco acuto:
Dipende dalla gravità dell'attacco. Vanno usati in primo luogo dei farmaci
broncodilatatori per via inalatoria. Può essere impiegato il comune
apparecchio per aerosol o le bombolette spray predosate con il
distanziatore. I distanziatori sono in sostanza dei tubi di plastica che si
raccordano da una parte alla bomboletta e dall' altra alla bocca del
bambino. Questi dispositivi permettono al bambino di assumere il
farmaco senza difficoltà e senza dover collaborare. Il farmaco erogato
dallo spray si raccoglie nel distanziatore e da questo viene poi inalato
dopo 5-10 atti respiratori (in genere nel giro di circa 10-20 secondi). I
distanziatori più piccoli sono destinati ai bambini di età inferiore ai 18
mesi, quelli più grandi sono adatti a bambini di ogni età ma sono più
ingombranti.
Il dosaggio dei farmaci da impiegare (le gocce da inserire nell'ampolla
dell'aerosol o il numero di spruzzi dello spray) varia con il peso del
bambino e deve essere stabilito dal pediatra caso per caso. La
somministrazione nella fase iniziale può anche essere ripetuta, se
necessario, dopo 20-30 minuti. Se la crisi non tende a risolversi occorre
associare dei broncodilatatori anticolinergici e dei cortisonici per via
orale. Anche per il dosaggio di questi farmaci è necessario consultare il
pediatra. La mancata risposta o l'esordio come della crisi come attacco
acuto grave rende necessario il ricovero in ospedale.
Attacco acuto lieve: stimolanti per via inalatoria (aerosol o spray con
distanziatore);
Attacco acuto moderato:
cortisonico per via orale;
aggiungere
Attacco acuto grave: ricovero in ospedale.
altro
broncodilatatore
e
CONVULSIONI FEBBRILI
Crisi convulsive che insorgono in corso di rialzo febbrile (in genere con
temperatura> 38,5 °C e in caso di innalzamento brusco) in un bambino
di età compresa tra i 3 mesi e i 5 anni (con un, picco tra i 18 e i 24
mesi), che non presenta alcun segno di affezione cerebrale acuta o
cronica. Interessa circa il 4-5 % della popolazione infantile. In un terzo
dei casi la convulsione febbrile si ripete in occasione di ulteriori episodi
febbrili, con maggior frequenza nei bambini in età inferiore ai 2 anni o
con familiarità per convulsioni febbrili.
Patogenesi: a causa della relativa immaturità del sistema nervoso
centrale dei bambini di età inferiore ai 5 anni, la temperatura elevata è
in grado di accentuare l'attività dei neuroni ed di abbassare la soglia di
eccitabilità favorendo la comparsa della convulsione. E' accertata una
predisposizione genetica.
Cosa sapere: riconoscere una convulsione febbrile. Anche se spaventa
molto i genitori, in genere le convulsioni febbrili non provocano danni
cerebrali e non sono segno di epilessia. In occasione della prima crisi è
praticamente inevitabile il ricorso al pronto soccorso. Una volta preparati
al fatto che l'evento potrebbe ripresentarsi, i genitori possono cercare di
prevenire una nuova convulsione febbrile o affrontarla ricorrendo al
diazepam per via rettale.
Cosa saper
diazepam.
fare:
saper
somministrare
una
fiala
endorettale
di
Come si presenta una convulsione febbrile:
Per definizione si deve presentare durante una malattia febbrile (in
genere per infezioni a carico delle prime vie respiratorie, VI malattia,
ecc.), soprattutto per elevazioni accentuate e brusche della temperatura
corporea. La crisi inizia improvvisamente con perdita di coscienza
associata a spasmi (ipertonia, irrigidimento) seguita da contrazioni
involontarie generalizzate (clonie) dei muscoli della faccia, del tronco e
degli arti. Nella maggioranza dei casi, l'attacco si risolve spontaneamente
entro 5 minuti con ripresa graduale della coscienza.
Trattamento dell’episodio acuto:
E' mirato a stroncare il più rapidamente possibile la convulsione in atto.
Si deve usare il diazepam per via rettale. In commercio esistono dei
microclismi già pronti all'uso:


fialoidi da 5 mg per bambini di età inferiore ai 3 anni;
fialoidi da l0 mg per bambini di età superiore ai 3 anni.
Mettere il bambino in posizione laterale e somministrare il farmaco per
via rettale.
Inserire la cannula fino al segno indicato. Ricordarsi di tenere premuto il
fialoide mentre viene estratto dopo la somministrazione onde evitare che
il farmaco venga risucchiato. Tenere stretti i glutei del bambino
afferrandoli con le mani sempre per evitare che il liquido fuoriesca.
Questo farmaco deve essere utilizzato esclusivamente durante la crisi
convulsiva e non se l'episodio si è già risolto.
In caso di crisi di lunga durata o subentranti è necessario il ricovero
ospedali ero.
Profilassi delle convulsioni febbrili:
Nel caso in cui il bambino presenti febbre:


cercare di mantenere la temperatura corporea inferiore ai 38° C,
tenendo il bambino senza indumenti, effettuando spugnature con
acqua fresca sulla fronte, sulle braccia e sulle gambe,
somministrando antipiretici: paracetamolo secondo il peso del
bambino oppure, se questo si rivela inefficace, con ibuproferie
tenendo presente però che si tratta di un farmaco di seconda
scelta e che può essere somministrato non più di tre volte al
giorno (ossia ogni 8 ore)
La profilassi con diazepam deve essere scelta caso per caso dal
pediatra. In linea di massima si può optare per una
somministrazione per bocca in caso di malattia febbrile (fin dal
primo giorno di febbre e fino a due giorni dopo la sua scomparsa)
oppure decidere di aspettare l'eventuale crisi trattando l'episodio
acuto con micloclismi di diazepam.
CORPI ESTRANEI
Nel naso:
Sono in genere introdotti nelle narici, soprattutto dalla destra. Più
raramente, nel caso in cui il bambino abbia una patologia del palato
molle (es. palatoschisi), il corpo estraneo può giungere nella narice in
seguito a vomito. Non sempre risulta evidente la sua presenza, pertanto
nei casi in cui non determina reazioni locali evidenti, la sua prolungata
permanenza può provocare alla lunga secrezione sierosa, mucopurolenta
o ematica. L'estrazione in questi casi deve essere affidata all'ORL.
Nell’occhio:
Le lesioni oculari da corpi estranei interessano la congiuntiva e la cornea.
Inizialmente la sintomatologia può essere modesta, ma dopo 12-24 ore
diviene importante con sensazione di corpo estraneo, lacrimazione,
fotofobia, dolore anche acuto. La rimozione può essere tentata usando
un getto di soluzione fisiologica o un cotton- fioc umidificato. Dopo la
rimozione è bene applicare una pomata antibiotica. Se la manovra non
riesce occorre rivolgersi al Pronto Soccorso oftalmico.
Nell’orecchio:
Si tratta in genere di oggetti di plastica o più raramente di metallo o
anche insetti. L'estrazione può essere tentata con un getto d'acqua
mediante siringa. Non usare le pinze per il rischio di far incuneare il
corpo estraneo o di lacerare la membrana timpanica. Nel caso di insetti,
questi vanno prima uccisi versando olio o etere.
Nelle vie digestive:
L'ingestione di un corpo estraneo è nella maggior parte dei casi privo di
complicazioni, a meno che l'oggetto ingerito non sia acuminato o non si
arresti nell'esofago. Se il corpo estraneo si , ferma nell' esofago può
provocare tosse, senso di soffocamento, salivazione abbondante, dolore
e difficoltà alla deglutizione. I corpi estranei esofagei devono essere
rimossi prontamente per via endoscopica (rischio di perforazione). Se il
corpo estraneo giunge nello stomaco quasi sempre progredisce, senza
causare disturbi, lungo il tubo digerente per essere eliminato entro un
periodo di tempo variabile (controllare quotidianamente le feci,
l'espulsione deve avvenire sempre entro una settimana dall'ingestione).
In caso di ritardata emissione o di ingestione di oggetti appuntiti o di
micropile (contenenti mercurio o cadmio o comunque di diametro
superiore ai 15 mm) è necessaria un'accurata valutazione da parte del
chirurgo (radiografia, endoscopia, ecc.).
EPISTASSI
Emorragia nasale. Le emorragie originano in genere dalla parte anteroinferiore del setto nasale (epistassi anteriori).
Cosa saper fare: arrestare l' epistassi anteriore.
Cause: più spesso locali (varici del setto nasale, rinite allergica, infezioni
nasali, traumi, corpi estranei, manovre digitali di pulizia del naso). In
questi casi si tratta per lo più di epistassi occasionali e di modesta entità.
Molto più raramente è dovuta a cause generali (patologie della
coagulazione, malattie sistemiche, assunzione di farmaci antinfiammatori
non steroidei, ipertensione arteriosa).
Provvedimenti da adottare: tenere il bambino in posizione eretta con
il capo reclinato leggermente in avanti (per evitare che il sangue venga
degludito o aspirato), comprimere tra pollice ed indice le ali del naso per
circa 10 minuti. Una volta arrestata l'emorragia si può zaffare la narice
con una garza imbevuta di acqua ossigenata. Non usare cotone idrofilo o
"emostatico". Non applicare borse di ghiaccio sulla nuca o sulla fronte.
Se l'emorragia non si arresta andare al Pronto Soccorso.
TRAUMA CRANICO
Il trauma cranico è un evento frequente nel bambino e rappresenta
sempre un problema valutarne l'entità e di conseguenza le misure da
adottare (ricovero? osservazione? chiusura del problema?). Un trauma
cranico può infatti dar luogo ad importanti lesioni quali fratture della
volta o della base cranica, commozione cerebrale, raccolte emorragiche
intracraniche, ecc. Gli esami diagnostici principali (da eseguire in casi
selezionati) sono la radiografia del cranio e la TAC cerebrale.
Fortunatamente in oltre l'80% dei casi si tratta di traumi lievi mentre
quelli gravi rappresentano solo il 3% del totale.
Cosa saper fare: prima di tutto occorre cercare di definire la gravità del
trauma. Accanto ai dati clinici occorre valutare la dinamica e le
circostanze in cui è avvenuto il trauma. Traumi cranici importanti sono:
quelli in cui si verifica perdita di coscienza o comparsa di altri segni
neurologici, quelli in cui si rilevano segni di sospetta frattura, le cadute
da un'altezza superiore ai 2 metri o quando si tratta di lattanti molto
piccoli. In tutti questi casi è necessario il ricovero immediato (durante il
trasporto il collo va tenuto immobile almeno finché non viene esclusa
una lesione alla colonna cervicale). Ovviamente ogni caso dubbio deve
essere sottoposto alla valutazione di un medico o portato al Pronto
Soccorso. Una volta accertato che si tratta di un trauma lieve (esame
neurologico
normale,
sintomatologia
assente,
dinamica
non
preoccupante) è possibile evitare il ricovero purché i genitori siano
informati adeguatamente in modo da garantire, anche a domicilio,
un'accurata osservazione.
Cosa si deve osservare: l'osservazione deve essere attenta nelle prime
4-6 ore, ma è opportuno che si protragga per almeno 24-48 ore
dall'evento traumatico (o meglio ancora per 72 ore).
Segni e sintomi di allarme sono:






Variazione o peggioramento del comportamento del bambino (ad
esempio: irrequietezza inconsueta e/o sonnolenza eccessiva difficoltà nei movimenti - incertezza nel camminare, ecc.);
Disturbi della vista o anomalie oculari (ad esempio: strabismo o
diseguaglianza della grandezza delle pupille);
Convulsioni o tremori anche di breve durata;
Ripetuti episodi di vomito specie se insorgenti dopo 24 ore dal
trauma;
Mal di testa continuo e persistente (diverso dal dolore limitato e
localizzato alla sede del trauma);
Comparsa di rilevanti tumefazioni del capo.
Tenere presente comunque che una perdita di coscienza istantanea e di
breve durata, una cefalea transitoria o un episodio di vomito entro le
prime 2 ore dal trauma possono essere presenti anche in un trauma
lieve.
Si raccomanda inoltre:




di verificare (un paio di volte nella notte che segue il trauma) che
il bambino sia normalmente risvegliabile dal sonno;
di offrire e somministrare, per 1 o 2 giorni, alimenti semplici,
digeribili e tali che non inducano facilmente il vomito;
di attendere 1 o 2 giorni prima di rimandare il bambino all'asilo o
a scuola;
di evitare, nei limiti del possibile, il ripetersi di traumi cranici a
breve distanza, limitando per 1 o 2 settimane le attività
maggiormente a rischio (attività sportiva, ecc.)
LA FEBBRE
La febbre è un aumento della temperatura corporea. La temperatura può
variare da soggetto a soggetto e in particolar modo nei bambini può
aumentare in seguito all'attività fisica (pianto incluso), all'ingestione di
pasti o bevande calde, all'eccessivo riscaldamento dell'aria ambientale.
Pertanto nelle situazioni sopraindicate, il rialzo termico deve essere
ricontrollato.
Occorre sempre ricordare che la febbre è un sintomo e non una malattia
e soprattutto rappresenta un mezzo di difesa da parte dell'organismo, di
conseguenza va contrastata solo quando è particolarmente alta o
disturbante per il bambino.
Quando si può parlare di febbre:
se la temperatura misurata nel retto o nell' orecchio è superiore ai 37.5°
o se la temperatura misurata all'ascella è superiore ai 37° (la
temperatura rettale e quella misurata sulla membrana timpanica supera
quella cutanea di circa 5 decimi).
Quale termometro usare: preferire un termometro prismatico a
mercurio che consente una misurazione attendibile in circa 1 minuto o
poco più. In alternativa utilizzare un termometro a raggi infrarossi (quelli
a lettura senza contatto cutaneo sono più facili da usare).
Cosa osservare in caso di febbre: è molto importante osservare il
bambino nel suo complesso ed in particolare porsi le seguenti domande:




è vivace?
ha appetito?
ha voglia di giocare?
piange in continuazione
Inoltre ogni bambino reagisce in maniera individuale allo stato febbrile,
pertanto dopo qualche episodio febbrile, ogni genitore imparerà a
riconoscere le modalità di reazione del proprio figlio. Una variazione
evidente della "consueta" modalità di comportamento di fronte alla
febbre è un altro dato da tenere in considerazione. E' anche necessario
ricercare altri segni o sintomi che si accompagnano alla febbre:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
respirazione difficile;
tosse;
dolore alle orecchie;
dolori addominali;
vomito e/o diarrea;
presenza di macchie sulla pelle.
Cosa fare: in un buon numero di casi i segni o i sintomi sopra ricordati
(che aiutano anche ad indirizzarsi verso una diagnosi) possono, specie
nelle prime 24 ore, mancare del tutto. Infatti molti rialzi febbrili, anche
elevati, sono dovuti a banali infezioni virali che spesso si esauriscono
spontaneamente nel giro di 24-48 ore e l'esame obiettivo, specie se
troppo precoce, può essere del tutto negativo. Comunque è opportuno
ricordare che in corso di febbre:



il bambino va tenuto scoperto (coprirlo con una coperta comporta
una riduzione della dispersione di calore con conseguente
aumento della temperatura, la coperta è giustificata in caso di
brividi che sono segno di un improvviso rialzo. Quando la
temperatura si è stabilizzata il bambino va scoperto).
il bambino è di regola inappetente (pertanto è inutile forzarlo).
Qualora avesse voglia di mangiare offrire pasti leggeri e
facilmente digeribili;
il bambino ha bisogno di un sostanzioso apporto di liquidi (acqua
minerale non gassata, tè deteinato o camomilla a temperatura
ambiente e moderatamente zuccherati, succhi di frutta).
Vale sempre la regola di far bere il bambino a volontà ma sempre a
piccoli sorsi.
Quando usare l’antipiretico: quando il bambino sembra sopportare
male la febbre o quando la temperatura raggiunge i 38.5° o quella
cutanea i 38°.
Quale antipiretico usare: il farmaco di prima scelta è il paracetamolo.
In linea di massima la somministrazione per via orale (gocce o
sospensione) è da preferire rispetto a quella rettale (supposta) in quanto
il farmaco viene meglio assorbito e dosato con maggior precisione (la
supposta resta un'alternativa in caso di vomito senza diarrea o di
ostinato rifiuto di altre preparazioni).
Cosa fare se la febbre non scende: il paracetamolo purtroppo non
sempre è efficace e comunque la sua azione si esaurisce nell'arco di circa
3 ore. Qualora il paracetamolo risultasse scarsamente efficace (evento
nè infrequente nè necessariamente segno di maggiore gravità
dell'infezione) si può ricorrere alle spugnature con acqua fresca sulle
braccia, le gambe e la fronte (non è di maggior giovamento usare l'acqua
mischiata ad alcool od aceto mentre la borsa del ghiaccio è
sconsigliabile). Con un po' di pazienza questo è un rimedio semplice ed
efficace.
Quando consultare il pediatra:





se il bambino ha meno di 6 mesi (con urgenza se ha meno di tre
mesi di vita);
se il piccolo presenta altri disturbi particolari, come difficoltà a
respirare, difficoltà nei movimenti, specie del collo, sopore, stato
confusionale, convulsioni;
se il bambino appare sofferente e poco vivace anche quando la
febbre sia diminuita o comunque appaia "diverso" rispetto ad
altre occasioni in cui ha avuto la febbre;
se la febbre persiste per più di 24 ore;
se la febbre supera i 40° e non scende con il paracetamolo.
IL DOLORE
Le condizioni dolorose acute più frequenti in età pediatrica sono l'otalgia
(dolore all'orecchio), la faringodinia (dolore alla gola), l'odontalgia (mal
di denti) e i traumatismi.
Cosa sapere: riconosce o sospettare la presenza di dolore in un
bambino non in grado ancora di esprimersi. I bambini più piccoli
ovviamente possono manifestare il dolore soltanto attraverso il pianto.
Con l'esperienza i genitori imparano a distinguere il pianto scatenato dal
dolore da quello legato ad aspetti comportamentali e relazionali del
bambino (pianto capriccioso da frustrazione, crisi di pianto da abbandono
o per attirare l'attenzione, ecc.). Se le misure di conforto (ovvero
accarezzare, cullare o ninnare il bambino) sono in grado di alleviare la
sofferenza del bambino oppure se il bambino continua a giocare o ad
attendere alle normali attività, molto probabilmente il dolore era fittizio o
comunque di lieve entità. Anche l'atteggiamento o l'aspetto del bambino
possono suggerire la presenza e l'entità del dolore (ad es.: volto
accigliato, arto flesso e contratto, posizione del corpo obbligata o
preferenziale, sonno agitato, aumento della frequenza cardiaca e
respiratoria).
Alcune situazioni possono inoltre suggerire la causa del dolore. Ad
'esempio la posizione supina, aumentando il ritorno di sangue verso il
capo, acuisce il dolore all'orecchio o il mal di denti. Pertanto un bambino
che si sveglia di notte piangendo in maniera inconsolabile o che
ricomincia a piangere poco dopo essere stato nuovamente adagiato nel
lettino, ha con molta probabilità un'otalgia. Nei lattanti dalla fine del
mese fino al 30 mese di vita sono da tenere presenti le coliche
addominali che si presentano tipicamente nelle ore pomeridiane e serali
e tendono a migliorare con l'emissione di feci e/o gas. Altra importante
caratteristica del pianto è l'associazione di questo con particolari
funzioni: pianto associato alla suzione o alla deglutizione (mal di gola,
otite media, ulcerazioni orali, reflusso gastroesofageo, ecc.), associato
alla defecazione (stipsi, ragadi anali, ecc.), alla minzione (infezione delle
basse vie urinarie), ecc.
Cosa fare: nel caso in cui si abbia il fondato sospetto che il pianto sia
provocato da una sensazione dolorosa, si può ricorrere al paracetamolo
con gli stessi dosaggi indicati per combattere la febbre. A questo
proposito è bene sottolineare che i farmaci antidolorifici (ossia
paracetamolo e ipobrufene) esplicano la loro azione antipiretica solo
quando c'è febbre e pertanto non abbassano la temperatura corporea
quando questa è normale. Nel caso in cui il dolore fosse molto forte e il
bambino appaia sofferente anche dopo aver assunto il paracetamolo, si
può ricorre a formulazioni che associano questo alla codeina (questi
farmaci però possono essere forniti dal farmacista solo dietro
presentazione di ricetta medica), E' opportuno ribadire che si può
ricorrere ai farmaci analgesici nel caso di dolore all'orecchio, di dolore ai
denti, di dolore alla gola o di dolore a seguito di trauma, mentre nel caso
di dolori addominali la sedazione di questo può risultare pericolosa in
quanto può mascherare o attenuare i segni e i sintomi di condizioni
potenzialmente molto pericolose (es. appendiciti, peritoniti, ecc.).
LA DISINFEZIONE DELLE PICCOLE FERITE
Cosa saper fare: Le ferite possono essere classificate in:





escoriazione: causata da sfregamento su una superficie ruvida;
abrasione: causata da corpo tagliente che agisce in direzione
tangenziale;
da taglio: ferita a margini netti;
da punta: ferita poco estesa ma profonda;
lacero-contusa: ferita con margini irregolari causata da impatto
con materiale duro. La pericolosità di una ferita dipende
dall'estensione, dalla profondità, dall'entità dell'emorragia, dagli
agenti infettivi che possono penetrarvi.
Cosa fare: In caso di piccola ferita è sufficiente:



lavare la ferita sotto l'acqua corrente per rimuovere eventuale
materiale estraneo presente (terriccio, polvere, ecc.). Ci si può
aiutare anche utilizzando garze sterili (mai il cotone idrofilo
perché tende a sfilacciarsi e a rimanere attaccato alla ferita);
disinfettare la ferita utilizzando acqua ossigenata o disinfettanti a
base di ammonio quaternario (evitare l'alcool denaturato, perché
oltre a non essere un disinfettante efficace, risulta lesivo per i
tessuti). L'acqua ossigenata va usata a getto e la liberazione di
ossigeno, oltre a combattere efficacemente i germi anaerobi (in
particolare quello responsabile del tetano), svolge un'ulteriore
azione di rimozione del materiale estraneo;
una volta disinfettata la ferita deve essere medicata. Per
medicazione infatti si intende la protezione che viene applicata
sopra la ferita pulita e disinfettata. Tale protezione ha lo scopo di
impedire l'inquinamento della ferita da parte, facilitare l'arresto
del sanguinamento garantendo un'adeguata traspirazione.
Possono essere utilizzati dei cerotti medicati oppure, se la ferita è
più estesa, può essere applicata una garza sterile fissata ai
quattro lati con cerotti.
LE USTIONI
Cosa sapere: La valutazione di un'ustione si basa su 2 parametri
principali:
1. la profondità;
2. l'estensione.
In linea generale, a parità di ustione (per profondità ed estensione), la
gravità è tanto maggiore quanto più è piccolo il bambino.
Come valutare la profondità:
Profondità
Grado
Superficiali
1 ° grado
2°grado
Sede
interessata
Epidermide
Caratteristiche
Guarigione
Eritema
2-3 giorni
Epidermide
+
derma
Vescica
con
fondo roseo
15 giorni
Profonde
superficiale
superficiale
2°grado
profondo
Epidermide
+
derma
profondo
Vescica
con
fondo pallido
3-4
settimane
S.C.
Tutti
starti
cutanei
Cute biancastra
o nerastra
Difficile,
molto lenta
3° grado
gli
Come valutare l’estensione:
Per determinare approssimativamente l'estensione della superficie
ustionata si utilizza la cosiddetta "regola del nove" secondo la quale il corpo
umano può essere diviso in aree che corrispondono al 9% o sono multiple
di 9. Le proporzioni dei vari segmenti corporei variano con l'età, pertanto vi
sono notevoli differenze tra il bambino sotto l'anno e quello più grandicello
o l'adulto.
Tenendo conto di questi due parametri (profondità ed estensione) la
gravità dell'ustione può essere perciò così determinata:
Ustioni lievi
Ustioni moderate o
gravi
Terapia domiciliare
Ricovero ospedaliero
o in centri per ustioni
Caratteristiche
 tutte le ustioni di 1 °
grado (a tutte le età)

le ustioni di 2°
grado
superficiale
con
estensione
inferiore al 10% (se
lattante: inferiore al
7%)

ustioni di 2° grado
profondo e 3° grado
di piccole dimensioni
(2-3 cm)

tutte le ustioni di 2°
grado superficiali con
estensione superiore
al 10%

tutte le ustioni di 2°
grado profondo e 3°
grado

ustioni a volto,
mani, piedi, superfici
articolari

ustioni da scariche
elettriche
In seguito alla distruzione della cute provocata dall'ustione, aumenta
notevolmente la quantità di liquidi che viene persa, con pericolo di shock.
Attraverso la cute lesionata inoltre hanno facile accesso i microrganismi
infettivi (per questo motivo i grandi ustionati devono essere tenuti in
ambienti asettici in centri specializzati).
Cosa fare: i primi provvedimenti da prendere in caso di ustione,
superficiali e di limitata estensione, sono:





allontanare gli indumenti eventualmente venuti a contatto con
l'agente ustionante (attenzione però agli indumenti sintetici che
facilmente tendono ad attaccarsi alla pelle);
raffreddare la cute ustionata ponendola per 10 minuti sotto un getto
d'acqua fredda o immergendola in acqua fredda;
detergere le lesioni con soluzione fisiologica e blande soluzioni
antisettiche (es. Amuchina al 5% in acqua distillata);
le flittène (ossia le vesciche eventualmente presenti), non devono
essere perforate (la cute sovrastante costituisce comunque una
protezione).
applicare localmente una pomata antibiotica ed una garza medicata.
Qualora l'ustione fosse vasta o profonda recarsi immediatamente al pronto
soccorso coprendo la parte colpita con un telino sterile o un lenzuolo pulito.
TRAUMI OSTEO ARTICOARI
Contusione:
lesione superficiale provocata da urto senza lacerazione della cute.
Distorsione:
trauma caratterizzato da eccessiva escursione dell'articolazione con
interessamento delle strutture articolari (capsula e legamenti).
Lussazione:
perdita permanente dei rapporti articolari dei capi ossei.
Frattura:
interruzione della continuità di una struttura ossea o cartilaginea.
Concetti generali:
nel bambino le strutture fibrose e osteo-cartilaginee sono più elastiche
rispetto all'adulto e pertanto:



le distorsioni sono meno frequenti e meno gravi;
le lussazioni sono spesso sostituite dai distacchi epifisari (perché
le strutture legamentose sono più resistenti dell' area dell' osso
occupata dalla cartilagine di accrescimento);
le fratture più frequenti sono quelle "a legno verde" (l'osso del
bambino è elastico perciò tende a flettersi rompendosi da un solo
lato);
Valutazione di un trauma osteo-articolare:
la dinamica del trauma consente di formulare un primo giudizio di
gravità. Tanto maggiore è la sproporzione tra l'energia cinetica
impegnata e la presumibile resistenza del segmento scheletrico
interessato, tanto maggiori sono le probabilità di un danno
traumatologico. Esaminando la parte traumatizzata occorre osservare:






presenza di ecchimosi o ematomi (che tende successivamente a
migrare seguendo l'andamento delle fasce tendinee e dei
muscoli);
presenza di tumefazioni;
presenza di deformità del segmento interessato;
presenza di asimmetrie;
la motilità spontanea e la funzionalità della parte;
la deambulazione e le sue caratteristiche.
E' bene astenersi da qualsiasi manovra di palpazione o mobilizzazione
della parte traumatizzata. L'entità dei sintomi sopra descritti indirizzano
verso il tipo di lesione anche se spesso soltanto l'esame radiografico può
evidenziare o escludere la presenza di fratture.
Il bambino traumatizzato è difficilmente valutabile per il pianto e
l'opposizione alla visita e pertanto l'osservazione a distanza dei
movimenti spontanei, degli atteggiamenti e delle posture sono i punti su
cui focalizzare l'attenzione. Si può poi ricorrere a qualche piccolo
stratagemma:
ad esempio per valutare la motilità spontanea di un arto o di una mano
provare ad offrire una caramella.
Cosa fare: dal punto di vista del primo soccorso tutte le lesioni
osteoarticolari, vanno trattate tutte allo stesso modo. Pertanto occorre
evitare movimenti inutili, immobilizzare il segmento nella posizione in cui
si trova. In caso di contusioni o distorsioni è utile l'applicazione di
ghiaccio (anche sotto forma di pacchetto di ghiaccio istantaneo).
CONVULSIONI FEBBRILI
Crisi convulsive che insorgono in corso di rialzo febbrile (in genere con temperatura>
38,5 °C e in caso di innalzamento brusco) in un bambino di età compresa tra i 3 mesi
e i 5 anni (con un, picco tra i 18 e i 24 mesi), che non presenta alcun segno di
affezione cerebrale acuta o cronica. Interessa circa il 4-5 % della popolazione
infantile. In un terzo dei casi la convulsione febbrile si ripete in occasione di ulteriori
episodi febbrili, con maggior frequenza nei bambini in età inferiore ai 2 anni o con
familiarità per convulsioni febbrili.
Patogenesi: a causa della relativa immaturità del sistema nervoso centrale dei
bambini di età inferiore ai 5 anni, la temperatura elevata è in grado di accentuare
l'attività dei neuroni ed di abbassare la soglia di eccitabilità favorendo la comparsa
della convulsione. E' accertata una predisposizione genetica.
Cosa sapere: riconoscere una convulsione febbrile. Anche se spaventa molto i
genitori, in genere le convulsioni febbrili non provocano danni cerebrali e non sono
segno di epilessia. In occasione della prima crisi è praticamente inevitabile il ricorso
al pronto soccorso. Una volta preparati al fatto che l'evento potrebbe ripresentarsi, i
genitori possono cercare di prevenire una nuova convulsione febbrile o affrontarla
ricorrendo al diazepam per via rettale.
Cosa saper fare: saper somministrare una fiala endorettale di diazepam.
Come si presenta una convulsione febbrile:
Per definizione si deve presentare durante una malattia febbrile (in genere per
infezioni a carico delle prime vie respiratorie, VI malattia, ecc.), soprattutto per
elevazioni accentuate e brusche della temperatura corporea. La crisi inizia
improvvisamente con perdita di coscienza associata a spasmi (ipertonia,
irrigidimento) seguita da contrazioni involontarie generalizzate (clonie) dei muscoli
della faccia, del tronco e degli arti. Nella maggioranza dei casi, l'attacco si risolve
spontaneamente entro 5 minuti con ripresa graduale della coscienza.
Trattamento dell’episodio acuto:
E' mirato a stroncare il più rapidamente possibile la convulsione in atto. Si deve usare
il diazepam per via rettale. In commercio esistono dei microclismi già pronti all'uso:


fialoidi da 5 mg per bambini di età inferiore ai 3 anni;
fialoidi da l0 mg per bambini di età superiore ai 3 anni.
Mettere il bambino in posizione laterale e somministrare il farmaco per via rettale.
Inserire la cannula fino al segno indicato. Ricordarsi di tenere premuto il fialoide
mentre viene estratto dopo la somministrazione onde evitare che il farmaco venga
risucchiato. Tenere stretti i glutei del bambino afferrandoli con le mani sempre per
evitare che il liquido fuoriesca. Questo farmaco deve essere utilizzato esclusivamente
durante la crisi convulsiva e non se l'episodio si è già risolto.
In caso di crisi di lunga durata o subentranti è necessario il ricovero ospedali ero.
Profilassi delle convulsioni febbrili:
Nel caso in cui il bambino presenti febbre:


cercare di mantenere la temperatura corporea inferiore ai 38° C, tenendo il
bambino senza indumenti, effettuando spugnature con acqua fresca sulla
fronte, sulle braccia e sulle gambe, somministrando antipiretici: paracetamolo
secondo il peso del bambino oppure, se questo si rivela inefficace, con
ibuproferie tenendo presente però che si tratta di un farmaco di seconda
scelta e che può essere somministrato non più di tre volte al giorno (ossia
ogni 8 ore)
La profilassi con diazepam deve essere scelta caso per caso dal pediatra. In
linea di massima si può optare per una somministrazione per bocca in caso di
malattia febbrile (fin dal primo giorno di febbre e fino a due giorni dopo la sua
scomparsa) oppure decidere di aspettare l'eventuale crisi trattando l'episodio
acuto con micloclismi di diazepam.